CORSO FONDAMENTI DI ECONOMIA a cura dott Stefano
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CORSO FONDAMENTI DI ECONOMIA a cura dott. Stefano Militello
Profilo Docente • • STEFANO MILITELLO, nato a Roma, 1975 Docente Economia, Organizzazione Aziendale e Marketing presso l’Università San Domenico di Roma Formatore di materie economico – aziendali presso vari Enti di Formazione dal 2009 Esperienza dal 2004 al 2008 in varie aziende “Area Contabilità/Controllo e Risorse Umane” Laurea in Economia all’Università Tor Vergata Roma Recapiti: email: stefano. militello@tiscali. it www. stefanomilitello. com
Indice • • • Introduzione Storia Economica Microeconomia Macroeconomia Economia politica comparata
Storia economica • L’introduzione • La storia dell’economia
Sistema pre - monetario • Economia di baratto: scambio di beni tra due o più soggetti • Difficoltà di scambio per i beni indivisibili • Mancanza di risparmio (solo per i beni che si possono conservare)
Sistema monetario • Moneta: valore di scambio tra beni/servizi e mezzo di pagamento • Coniazione di monete (città greche, moneta argentea carolingia, repubbliche marinare, Firenze)
Commerci nel Medioevo • Repubbliche Marinare • Lega Anseatica: alleanza commerciale tra paesi baltici e del Mare del Nord • La rotta tra l’Italia centro-nord e le Fiandre (imprese tessili, commercio)
Nel Medioevo nascono …. . • • Contratti commerciali Società e Compagnie commerciali Le prime forme di assicurazioni e di banche Strumenti creditizi (riscossione di denaro con la girata della nota di banco, lettere di cambio)
Economia mercantile • Nuove scoperte geografiche • Colonizzazioni portoghesi, spagnoli, XVI secolo • Colonizzazioni francesi, inglesi, XVII secolo • Politiche mercantilismo: nascono forme di protezionismo per aumentare la bilancia commerciale, principale indicatore di ricchezza di un Paese (in quel periodo)
Settecento • La Rivoluzione industriale (grazie alle nuove tecnologie come la macchina a vapore) crea un forte mutamento nel settore tessile provocando la nascita delle fabbriche e dell’urbanizzazione. • Nascono il salario, la classe operaia, l’imprenditore, il profitto, il capitale, i mezzi di produzione
Teorie economiche • Teorie classiche: Smith (poco intervento dello Stato “mano morta” nell’economia, solo nei settori trainanti come la formazione primaria) • Malthus (inizi ‘ 800): l’aumento della popolazione provoca riduzione reddito pro capite e l’equilibrio si ristabilisce solo dopo eventi catastrofici
Teorie economiche • Marx, 1867: il profitto dell’imprenditore provoca lo sfruttamento del lavoratore (che è occupato in tempo superiore a produrre i beni). • L’accumulo di capitale produrrebbe un aumento della concentrazione industriale, che favorirebbe l’organizzazione della “classe operaia”, la quale sarebbe in grado di prendere i mezzi di produzione e governare (comunismo)
Nasce la «Lira» • 1802: Repubblica Cisalpina «lira napoleonica» • dal 1814: presente solo nel Ducato di Parma e Regno di Sardegna
Sistema Gold Standard Nasce nel 1821 • Sistema aureo (gold standard), dove l’oro si trasforma in riserva e tende a regolare i saldi della bilancia dei pagamenti (convertibilità delle monete in oro) • le autorità monetarie (banche centrali) emettono moneta in base ad una quantità fissata di oro Nascono monete forti e quelle che si svalutano
«Lira» del Regno d’Italia • 1861: valuta italiana • 1862: monete pre-unitarie fuori corso «Legge Pepoli» • 1866: corso forzoso (non convertibilità della moneta in oro) • 1884: abolizione corso forzoso per invogliare gli investimenti stranieri
Unione monetaria latina • Nasce per facilitare la circolazione di più valute nell’area dei paesi membri (Francia, Belgio, Italia, Svizzera)
Seconda rivoluzione industriale Processo di sviluppo industriale • 1871 – 1914 “belle époque”: grandi scoperte (elettricità, petrolio, acciaio, radio, sviluppo chimica e medicina)
Primi del Novecento • 1914 – 1918 Prima guerra mondiale • Depressione e Crisi del ‘ 29
Storia della «Lira» • 1915: ritorno corso forzoso, con la paura che le persone ricorressero alla corsa all'oro in cambio delle banconote • 1926: Banca d’Italia unico ente che emette banconote • 1927: abolizione corso forzoso
Pre - Crisi ‘ 29 • • Produzione industriale crolla Aumenta deflazione Aumento disoccupazione Mancanza di domanda (crisi paesi extraeuropei per il crollo delle materie prime) • Instabilità politica
Errori che portarono alla crisi del ‘ 29 • Restrizione importazioni (si sperava in un aumento della domanda dei beni prodotti internamente …. ) • Riduzione del commercio internazionale e aumento disoccupazione all’estero • Politiche monetarie restrittive (secondo Friedman ciò provocò la non fiducia negli investimenti e il crollo delle banche) • Prestiti elargiti con facilità
Cosa si poteva fare … • Politiche economiche espansive • Costituire una banca mondiale o Fondo monetario internazionale • Ridurre i dazi alle importazioni • Aumentare il credito agevolato per le imprese
Teorie post crisi ‘ 29 • Keynes: (critica le teorie classiche) Intervento statale nei casi di disoccupazione (nel momento di bassa domanda occorre aumentare la spesa pubblica, mentre la tassazione progressiva fa aumentare la propensione al consumo) • I prezzi sono determinati dalla domanda aggregata, che è influenzata dalla propensione al consumo, dal tasso di interesse e dalle aspettative degli imprenditori
Gold Exchange Standard • Nasce nel 1944 dagli accordi di Bretton Woods • Abolizione sistema Gold Standard • Dollaro come base del sistema monetario internazionale al posto delle riserve auree (convertibilità di ogni moneta in dollari, che possono essere convertiti in oro secondo la parità ufficiale) • Riserve delle banche centrali: titoli di stato esteri + riserve valutarie • Finanziamento dei paesi in surplus su quelli in deficit, con la nascita del Fondo Monetario Internazionale
Nuovi organismi • 1945 ONU, Organizzazione delle Nazioni Unite, al fine di mantenere la pace, di risolvere controversie, di cooperare a livello economico e sociale, di sviluppare attività economiche e crescere in modo sostenibile • 1947 GATT (sostituito nel 2008 dal WTO), al fine di favorire la liberalizzare del commercio mondiale • 1951 CECA, Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (abolita) • 1957 CEE, Comunità Economica Europea, con Benelux (Belgio, Lussemburgo, Olanda), Italia, Francia, Repubblica Federale Germania
Sistema di cambi flessibili • Il sistema degli accordi di Bretton Woods termina nel 1971 • Fine della convertibilità del dollaro in oro • I deficit generano svalutazione della moneta e non flussi d’oro ai paesi in surplus • Le autorità monetarie possono emettere moneta “legale” a prescindere dalle quantità di oro che dispongono • Il tasso dei cambi può variare: è determinato dal mercato dei cambi • Nel 1979 nasce lo SME, un accordo per mantenere stabile il cambio (entro limiti determinati) tra i vari paesi CEE. L’ECU è il valore di riferimento per la determinazione dei tassi di ciascuna moneta
Teorie neoclassiche • Friedman, anni’ 70: il prezzo è determinato dal mercato (offerta e domanda si incontrano in modo spontaneo e non hanno bisogno dell’intervento statale); le fluttuazioni dipendono dalla variazione dell’offerta di moneta • Laffer, 1980: troppa imposizione fiscale determina una diminuzione di entrate
Entrata nuovi membri UE • • Danimarca, Irlanda, Regno Unito, 1973 Grecia 1981, Spagna e Portogallo 1986 Austria, Finlandia, Svezia, 1991 Cipro, Malta, Polonia, Rep. Ceca, Slovacchia, Slovenia, Estonia, Lettonia, Lituania, Ungheria, 2004 • Bulgaria e Romania, 2007 • Croazia 2013
Obiettivi UE • • • promozione pace libertà, sicurezza, giustizia mercato libero e sviluppo sostenibile progresso scientifico lotta alle discriminazioni coesione sociale e territoriale
Organi dell’Unione Europea • Parlamento Europeo (funzione legislativa, di bilancio, di indirizzo politico) • Consiglio Europeo (definisce gli orientamenti politici, ma non legifera) • Consiglio dell’UE (funzione legislativa, di bilancio e coordinamento con politiche monetarie, politica estera, giustizia, sicurezza) • Commissione Europea: funzione esecutiva del bilancio e delle politiche, vigila sull’applicazione dei trattati • Corte di Giustizia • Corte dei Conti: controllo attività finanziarie • BCE: obiettivi di politica monetaria ed emissione moneta
Banca Centrale Europea Nasce nel 1998, con l’unione delle 11 banche centrali nazionali (di allora) Attua la politica monetaria per i 19 paesi dell'Unione europea aderenti all’Euro Scopo essenziale: Mantenere sotto controllo l'andamento dei prezzi attraverso politiche monetarie (emissione della moneta e determinazione tassi di interesse a breve termine)
Funzioni • Attuare politica monetaria • Svolgere le operazioni sui cambi • Detenere e gestire le riserve dei paesi dell’area Euro • Promuovere il regolare funzionamento dei sistemi di pagamento • Diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote all’interno area Euro
Unione economica e monetaria • Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Irlanda, Portogallo, Spagna, Lussemburgo, Olanda 1999 • Grecia 2001, Slovenia 2007, Cipro e Malta 2008, Slovacchia 2009, Estonia 2011, Lettonia 2014, Lituania 2015 (no Regno Unito, Danimarca, Svezia per il referendum 2003) Euro dal 2002 moneta corrente
Microeconomia • Il mercato, la teoria della produzione e le scelte dei consumatori • La domanda e l’offerta • Tipologie di mercato: concorrenza perfetta, oligopolio e monopolio • Le curve dei costi
Bisogni BISOGNI ILLIMITATI • Qualsiasi “collettività” ha la necessità, per raggiungere i suoi scopi, di soddisfare dei bisogni che possono essere esauditi acquistando beni o servizi (che sono SCARSITA’ necessariamente limitati) BENI L’aria non è un bene economico! SISTEMA ECONOMICO MIGLIORARE ALLOCAZIONE RISORSE
Definizione L’economia politica è la materia che studia il funzionamento di un sistema economico, cioè l’insieme di soggetti ed istituzioni nell’ambito del quale si manifestano determinati fenomeni economici
Analisi economica • L’analisi economica procede costruendo modelli dei fenomeni sociali attraverso la rappresentazione semplificata della realtà • La microeconomia studia le scelte dei singoli operatori economici nei singoli mercati • La macroeconomia studia le scelte a livello di aggregati economici, cioè considerando il sistema economico come un unico grande mercato
Economia politica L’economia politica studia le regole e i meccanismi relativi: • al mercato • alle decisioni produttive • alle scelte dei consumatori
Il mercato La teoria della produzione Le scelte dei consumatori
Mercato • Il mercato è il luogo in cui acquirenti e venditori di un bene accordano le rispettive esigenze per stabilire un prezzo di equilibrio OFFRONO BENI FAMIGLIE DENARO IMPRESE STIPENDI OFFRONO LAVORO Le famiglie domandano beni/servizi alle imprese (che offrono) pagando in denaro Le famiglie offrono lavoro alle imprese ricevendo salario
Teoria della produzione IMPRESA Politiche di marketing Scelta beni da produrre Acquisto fattori produttivi PRODUZIONE (trasformazione input) BENI € FAMIGLIE
Teoria della produzione • Produzione è il Processo di trasformazione dei fattori produttivi in output (beni o servizi che creano un’utilità presente o futura). • Ipotizziamo che l’azienda produca solo il bene A e B. La limitatezza delle risorse (oltre alla ridotta capacità produttiva) impone sempre un TRADE OFF tra produrre il bene A o il bene B
Scelta di produzione Con l’aumento del progresso le Allocazioni efficienti sono solo quelle sulla nuova frontiera
Scelta del consumatore FAMIGLIE BISOGNI ACQUISTO BENI SODDISFAZIONE BISOGNI € IMPRESE
Vincolo di bilancio • E’ la rappresentazione dei panieri di beni che il consumatore è in grado di acquistare in relazione al suo reddito e ai prezzi dei beni. • Se consideriamo 2 tipi di beni (x, y) una famiglia con reddito R, potrà acquistare panieri di beni il cui valore eguagli al massimo il reddito che il consumatore è disposto a spendere:
Vincolo di bilancio R = px * x + py * y R = Reddito disponibile x: quantità acquistata del bene x y: quantità acquistata del bene y px: prezzo bene x py: prezzo bene y Spesa totale beni x e y =< Reddito disponibile
Preferenze del consumatore Le preferenze sono rappresentate graficamente dalle curve di indifferenza. Quando si preferisce un paniere a tutti, si dice che vi è sazietà
Curva di indifferenza • La curva di indifferenza è l'insieme dei beni che garantiscono al consumatore lo stesso livello di utilità.
Curva di indifferenza
Curve di indifferenza
Principali caratteristiche • Inclinazione negativa: il maggiore consumo di un bene implica sempre il minore consumo dell'altro bene • Convessità: la scelta di panieri con entrambe le quantità dei beni fornisce un livello di utilità superiore rispetto alla scelta dei panieri estremi ossia di quelli in cui prevale la scelta di uno solo dei due beni. Ad esempio, il paniere (10, 10) fornisce una utilità superiore sia del paniere (5, 15) che del paniere (15, 5).
Saggio marginale di sostituzione L'inclinazione in ogni punto della curva di indifferenza è detto saggio marginale di sostituzione, che misura il rapporto di scambio tra due beni tale da non far variare il livello di utilità Es. per i beni sostituti sarà pari a - 1! Il costo opportunità è quantificato dalla quantità del bene al quale si rinuncia
Esempio: se il SMS = -3, significa che il consumatore è disposto a cedere 3 unità del bene X pur di ottenere un’unità in più di bene Y. “ 3” è la quantità di bene (X) a cui si è disposti a rinunciare per ottenere una unità aggiuntiva di un altro bene (Y) mantenendo costante l'utilità.
Tipologie di Beni • Perfetti sostituti: se il consumatore è disposto a sostituire un bene con l’altro ad un saggio costante (in proporzione uno a uno) • Perfetti complementi: beni che vengono consumati congiuntamente in proporzioni fisse (scarpa destra e sinistra) • Male: ciò che il consumatore non apprezza • Neutrale: è indifferente se consumarlo o non consumarlo • Discreto: disponibile solo in unità intere
Efficienza Paretiana Se esiste un modo di aumentare la soddisfazione di qualcuno senza diminuire quella di qualcun altro, allora siamo in presenza di un’allocazione Pareto inefficiente; se un tale miglioramento non è possibile l’allocazione è Pareto efficiente
Teorie dei giochi • La decisione ottima di un “giocatore” è diversa se presa simultaneamente o indipendentemente dalla decisione dell’altro.
Come determinare un prezzo ? Dopo aver scelto le migliori combinazioni di consumo possibili (principio di ottimizzazione) i PREZZI variano finché la quantità domandata = quantità offerta) “Principio di equilibrio economico”
La Domanda e l’Offerta • • Curva di domanda Elasticità domanda Relazione prezzo - domanda L’offerta di mercato Relazione prezzo - offerta L’equilibrio di mercato Variazioni curva di domanda e di offerta L’offerta di lungo periodo
Curva di domanda • Capire quanto le persone sono disposte a spendere (prezzo di riserva è la somma massima che un individuo è disposto a pagare) Se il prezzo è superiore nessuno acquista! • Se il prezzo diminuisce, un maggior numero di persone sarà disposto a comprare e quindi la Domanda Aumenterà! • Se il prezzo aumenta la domanda diminuisce
Curva di domanda PREZZO Quantità Bene
Elasticità domanda Misura la reattività della quantità domandata di un bene o servizio conseguente ad una variazione % del prezzo. “quanto varia la quantità domandata di un bene se il suo prezzo aumenta o diminuisce di una certa %”
Curva domanda rigida o inelastica • Non varia al variare del prezzo Es. dipendenza dall’importazione di petrolio Nel breve periodo è rigida Nel lungo periodo si cercheranno delle fonti alternative e la domanda sarà meno rigida
Curva di domanda rigida PREZZO NUOVO PREZZO Quantità Bene
Curva di domanda inelastica PREZZO NUOVO PREZZO Quantità Bene
Curva domanda elastica • Varia molto al variare del prezzo (beni comuni o primari facilmente reperibili)
Curva di domanda elastica PREZZO NUOVO PREZZO Quantità Bene
Relazione Domanda - Prezzo • Se la domanda di un bene aumenta, di conseguenza aumenta il prezzo (prodotti di “moda”) • Se la domanda di un bene diminuisce, di conseguenza diminuisce il prezzo (cellulari di vecchia generazione)
Domanda di mercato E’ influenzata da vari fattori: • gusti • redditi dei consumatori • la pubblicità e le mode • i prezzi degli altri beni di consumo • l'aumento demografico • la concentrazione del reddito nazionale
• Variazione dei gusti e delle preferenze: un bene che diviene "di moda" vedrà aumentare la sua domanda anche se il prezzo resta invariato. • Reddito disponibile: quando aumenta il reddito a disposizione aumenta anche la domanda dei beni, se il prezzo si mantiene stabile; eccezione per i beni "inferiori“ (es. hamburger). • Prezzi dei beni correlati: generalmente la domanda di un bene (burro) cala quando il prezzo di un bene sostituibile (margarina) diminuisce, anche se il prezzo del primo bene resta immutato; inoltre la domanda di un bene (zucchero) aumenterà quando il prezzo di un bene complementare (caffè) diminuisce; • Popolazione: l'aumento di popolazione determina un aumento degli acquisti.
Offerta individuale e collettiva • L'offerta individuale di un bene è la quantità di quel bene che i venditori sono disposti a offrire sul mercato in un determinato momento ad un certo prezzo (in corrispondenza di ciascun prezzo viene determinata la quantità del bene da offrire) • L'offerta collettiva è l'insieme delle offerte individuali.
L’offerta di mercato E’ influenzata da diversi fattori: • Costi di produzione: la diminuzione delle retribuzioni abbassa i costi e incrementa l'offerta • Tecnologia: una migliore tecnologia comporta un'iniziale spesa maggiore per la Ricerca e Sviluppo, però aumenta l’efficienza che riduce i costi di produzione e incrementa l'offerta
L’offerta di mercato • politiche governative: l'abolizione dei dazi doganali determina un aumento dell'offerta dei prodotti esportabili e aumenta la competitività delle aziende • n. dei Competitors: maggiore è la concorrenza e più ci si avvicina ad un mercato perfetto (il prezzo non potrà essere troppo alto) • le aspettative ed i prezzi dei beni correlati
Curva di Offerta nel breve e lungo periodo Nel breve periodo l’impresa dispone di alcuni fattori in quantità fissa, mentre nel lungo periodo ha maggiori possibilità di far variare le proprie scelte (nel breve periodo la curva è meno sensibile al prezzo) “in corrispondenza di ciascun prezzo saranno offerti tutti i beni disponibili in quel momento” In un mercato in concorrenza perfetta la curva di offerta tende ad essere “piatta”
Curva di offerta • La curva è inclinata positivamente • Quanti beni produco ? Dipende dal prezzo al quale li posso vendere • Più il prezzo è alto, più beni produco (offerta) (il venditore vorrebbe vendere più prodotti possibili a prezzi elevati)
Esempio prezzo di vendita = 1, 00 Euro q. produzione = 100 Se il prezzo di vendita passa a 2, 00 Euro Spinge l’impresa ad aumentare la produzione del bene: es. 140 (senza considerare la domanda)
Curva di offerta Breve termine PREZZO Lungo termine La curva di offerta nel breve periodo è meno elastica (meno sensibile al prezzo) di quella a lungo periodo QUANTITA’ BENE
Equilibrio di mercato Il prezzo di equilibrio è determinato dall’intersezione delle curve di offerta e di domanda Prezzo Offerta Prezzo di equilibrio Domanda Quantità Beni
Variazioni “offerta” • Vediamo come aumenta e come diminuisce l’offerta se rimane invariata la domanda
Perché diminuisce l’offerta Quando ho una contrazione dell’offerta ? (spostamento della curva a sinistra) Quando aumentano i costi di produzione (aumento costo del lavoro o imposte sulla produzione)
Equilibrio di mercato Curva di offerta (diminuzione) Se DIMINUISCE l’offerta dei beni, il prezzo di equilibrio aumenta (se la domanda non varia) Prezzo Offerta nuova Offerta Nuovo Prezzo Domanda Quantità Beni
Esempio • Nel 2014 l’olio è stato prodotto in quantità inferiori rispetto al 2013 e il prezzo aumenterà. • Se nella mia località balneare chiudono tutti gli alberghi, probabilmente l’unico che rimane potrà alzare i prezzi (almeno che la domanda diminuisca … perché la località è “passata di moda”)
Perché aumenta l’offerta Quando ho un espansione dell’offerta ? (spostamento della curva a destra) Quando diminuiscono i costi di produzione (diminuzione costo del lavoro o imposte sulla produzione, diffusione di un’innovazione tecnologica)
Equilibrio di mercato Curva di offerta (aumento) Se AUMENTA l’offerta dei beni, il prezzo di equilibrio diminuisce (a parità di domanda) Prezzo Offerta nuova Offerta Prezzo Nuovo Prezzo Domanda Q 1 Q 2 Quantità Beni
Esempio • Un’ “annata” buona di olive mi fa abbassare i prezzi dell’olio • Se nella mia città aumento la ricettività alberghiera, i prezzi dovrebbero diminuire Vedremo successivamente che occorre considerare la domanda!
Esercizio Che succede all’offerta se decido di aumentare il prezzo ?
Esercizio Che succede se decido di diminuire il prezzo ?
Variazioni “domanda” • Vediamo come aumenta e come diminuisce la domanda se rimane invariata l’offerta
Curva di domanda (diminuzione) Se la domanda diminuisce e l’offerta rimane fissa, diminuisce il prezzo (meno persone comprano il prodotto e abbasso i prezzi) Prezzo Offerta Prezzo nuovo Domanda Q 1 Q 2 Domanda Nuova Quantità Beni
Curva di domanda (aumento) Se la domanda aumenta e l’offerta rimane fissa, aumenta il prezzo (più persone comprano il prodotto e alzo i prezzi) Prezzo Offerta Prezzo nuovo Domanda Nuova Prezzo Domanda Q 1 Q 2 Quantità Beni
Variazioni “domanda” e “offerta”
Equilibrio di mercato Il prezzo di equilibrio è invariato se domanda e offerta si spostano a destra di un uguale tratto (SE AUMENTANO) Prezzo Offerta nuova Domanda Nuova Domanda Quantità Beni
Equilibrio di mercato Il prezzo di equilibrio è invariato se domanda e offerta si spostano a sinistra di un uguale tratto (SE DIMINUISCONO) Prezzo Offerta nuova Offerta Prezzo Domanda Nuova Quantità Beni
Equilibrio di mercato Il prezzo di equilibrio è aumentato (l’offerta diminuisce più della domanda) Prezzo Offerta nuova Offerta Prezzo 2 Prezzo 1 Domanda Nuova Quantità Beni
Equilibrio di mercato Il prezzo di equilibrio è diminuito (la domanda diminuisce più dell’offerta) Offerta nuova Prezzo Offerta Prezzo 1 Prezzo 2 Domanda Nuova Quantità Beni
Esempio • Se diminuisce il costo dell’acciaio nel mercato automobilistico cosa succede ?
Risposta • Minor costo per i produttori, aumenta la curva di offerta (verso destra), la domanda aumenta e il prezzo rimane invariato • Se la domanda rimane però invariata, ovvero il mercato non è in grado di assorbire la maggiore offerta, il prezzo diminuisce
Equilibrio di mercato Il prezzo di equilibrio rimane invariato Prezzo 1 Offerta nuova Domanda Nuova Domanda Quantità Beni
Equilibrio di mercato Il prezzo di equilibrio diminuisce perché il mercato non assorbe la nuova offerta Prezzo 1 Offerta nuova Domanda Nuova Prezzo 2 Domanda Quantità Beni
Esempio • In conseguenza della guerra del golfo contro l'IRAQ, si produsse l'embargo nel commercio e per diretta conseguenza si ebbe una riduzione dell'offerta di petrolio conseguente aumento dei prezzi (spostamento della curva verso sinistra) • contemporaneamente si produsse un aumento della domanda di gas naturale (spostamento verso destra) in quanto bene sostituto del petrolio.
Curva di offerta diminuzione “petrolio” vs. sinistra offerta nuova PREZZO offerta PREZZO 2 PREZZO 1 Q 2 Q 1 Riduzione offerta e aumento dei prezzi “PETROLIO” Domanda Quantità Bene
Curva di domanda “gas” PREZZO offerta PREZZO 2 PREZZO 1 Domanda 2 Q 1 Q 2 Aumento domanda e aumento dei prezzi “GAS” Domanda Quantità Bene
Esercizio squadra A • Immaginate che aumenta la ricettività turistica di una località di mare. • Che succede al prezzo e alla domanda ? • Se la domanda fosse rigida ?
Soluzione • Il prezzo dovrebbe diminuire • La domanda dovrebbe aumentare (se è elastica). Se copre tutta la nuova offerta il prezzo di equilibrio rimane costante • Se la domanda fosse rigida potrebbe rimanere invariata
Soluzione domanda rigida Il prezzo di equilibrio diminuisce perché il mercato non assorbe la nuova offerta (la domanda è rigida, non varia al variare del prezzo) Offerta Prezzo Domanda Offerta nuova Prezzo 1 Prezzo 2 Quantità Beni
Tipologie di mercato • La concorrenza perfetta • I mercati di oligopolio • Il monopolio
Concorrenza perfetta • In un mercato di concorrenza perfetta l’impresa non può fissare il prezzo di vendita dei beni che produce, che deriva dall’incontro della domanda e dell’offerta (prezzo = costo marginale) Tale prezzo consente di massimizzare la soddisfazione dei consumatori Il bene deve essere omogeneo e l’informazione perfetta La curva di domanda è orizzontale (infinitamente elastica)
Oligopolio • Il bene è venduto da pochi offerenti Esistono: barriere all’entrata, controllo degli input essenziali (naturali e strategici) (es. cartello petrolifero o compagnie telefoniche). Il prezzo è più alto che nel mercato di concorrenza, ma più basso rispetto al monopolio
Monopolio discriminante o puro • Monopolista discriminante Offre i vari beni a prezzi diversi • Monopolista puro Offre i vari beni allo stesso prezzo Il prezzo è superiore rispetto a quello del mercato concorrenziale
Tipicità monopolista • • Venditore unico Assenza beni sostitutivi Controlla l’offerta del bene e del prezzo Barriere all’entrata (brevetti, tecnologie, costi all’entrata)
Costi • Costi Fissi, Variabili e Totali • Costo Marginale e Costo unitario medio • Costi diretti ed indiretti / comuni
Costi • Costi Fissi (affitti; manutenzione; macchine; stipendi) • Costi Variabili (materie prime acquistate per la produzione; manodopera diretta, spese di trasporto) • Costi Fissi + Costi Variabili = Costo totale.
Costi variabili • I costi variabili aumentano con l'aumentare del numero di unità prodotte, per cui è prevedibile che oltre un certo numero, l'impresa non ha più convenienza ad aumentare la produzione. • I costi fissi rimangono invariati a prescindere dal numero di unità prodotte • Alcuni costi possono essere semifissi Es. lo stipendio è fisso, ma il premio di produzione è variabile
COSTI Curva costi fissi
Curva costi fissi lungo periodo COSTI
Costi variabili COSTI
Costo totale COSTI
Costo marginale • Il costo marginale indica il costo aggiuntivo sostenuto da un’impresa per produrre un’unità aggiuntiva di output. • Finché il costo marginale non uguaglia il prezzo di vendita, l'impresa ha convenienza ad aumentare la produzione; quando il costo di un'unità addizionale di prodotto supera il prezzo, l'impresa non ha più convenienza a produrre una quantità extra di prodotto ad un costo superiore al prezzo.
Costo unitario medio = COSTO TOTALE / n. quantità prodotte Tende a diminuire con l'aumento della produzione, in quanto le spese fisse si distribuiscono su un maggior numero di prodotti.
Costi diretti e indiretti • Costi diretti Imputabili direttamente a determinate commesse / centri di costo / aree di profitto / prodotti • Costi indiretti / comuni Devono essere ripartiti, perché relativi a più oggetti di costo (es. aree comuni)
Esempio Costi fattura di acquisto per “mele”: 740 Euro Mele villaggio A: 250 Euro Mele villaggio B: 490 Euro Manodopera: 2 dipendenti villaggio A: 2. 500 Euro Manodopera: 1 dipendente villaggio B: 1. 200 Euro Manodopera “segretaria”: 1. 000 Euro Costi diretti villaggio A: 250 + 2. 500 Costi diretti villaggio B: 490 + 1. 200 Costi indiretti: 1. 000 (occorrerà ripartirli per villaggio attraverso delle basi di ripartizione: es. fatturato, n. dipendenti, n. di chiamate)
Macroeconomia • La crisi del ’ 29 e le teorie economiche • La determinazione del reddito e le principali variabili macro-economiche • Il mercato del lavoro • Le politiche economiche
La determinazione del reddito e le principali variabili macroeconomiche • La definizione del PIL • Inflazione • Debito Pubblico / Deficit
La crescita nel lungo periodo La crescita è influenzata • dalla Forza lavoro • dalle Risorse naturali • Dall’ Innovazione tecnologica Se la crescita è bassa aumenta la disoccupazione
Definizione PIL Valore di tutti i beni e servizi finali prodotti all'interno di un paese in un dato periodo. Il valore di ognuno di questi è al suo prezzo di mercato (incluse le imposte)
Prodotto Interno Lordo “Metodo della spesa” PIL = Y = C + I + G + NX (esportazioni – importazioni) Consumi privati (60%) + Investimenti (18%) (destinati al mantenimento o accrescimento dello stock di capitale) + Spesa pubblica o consumi collettivi (18%) + Esportazioni nette (4%) Metodo del valore aggiunto: somma del valore aggiunto per settore
PNL Il Prodotto Nazionale Lordo è pari a: PIL + reddito percepito da soggetti residenti nel paese per investimenti all’estero - reddito percepito nel paese da soggetti non residenti SI “attività delle imprese nazionali che operano fuori dal paese” NO “attività delle imprese straniere che operano sul territorio interno”
Pil nominale e reale • PIL nominale: beni valutati a prezzi correnti • PIL reale: beni valutati a prezzi costanti Reddito pro-capite = PIL / n. cittadini.
Deflatore Il deflatore serve per calcolare • prezzo medio dei beni finali prodotti
Esercizio deflatore PIL nominale anno 2012: 200 PIL reale anno 2012: 180 Deflatore anno 2012: (PIL nominale/PIL reale) = 1, 11 PIL nominale anno 2011: 190 PIL reale anno 2011: 160 Deflatore anno 2011: 1, 18
Inflazione • Tasso a cui il livello dei prezzi del paniere Istat aumenta nel tempo • Il tasso di variazione del deflatore del PIL rappresenta il tasso di inflazione
Debito pubblico/Deficit = Passivo corrente > Entrate correnti Debito pubblico = ∑ dei deficit accumulati negli anni Debito pubblico è il debito v/soggetti economici (banche, imprese, Stati) che acquistano obbligazioni o titoli di stato, destinati a coprire il disavanzo del fabbisogno finanziario statale
Avanzo primario • L’avanzo primario considera la differenza tra entrate ed uscite esclusi gli interessi sul debito pubblico
Stock e flussi • Le quantità sono degli stock (riserve e scorte) Una variabile di stock è misurata in uno specifico momento e rappresenta la quantità esistente in quel momento • Una variabile di flusso è misurata, relativamente ad un intervallo di tempo e per unità di tempo
Il mercato del lavoro
Offerta e Domanda Lavoro • Lavoratori offrono lavoro sul mercato • Le imprese domandano lavoro sul mercato Lavoratori offrono più lavoro quanto più elevato è il salario Equilibrio: domanda = offerta di lavoro Mercato concorrenziale: • Non c’è disoccupazione in equilibrio • Un eccesso di offerta dei lavoratori fa diminuire il salario • Un eccesso di domanda da parte delle aziende fa aumentare il salario
Equilibrio mercato lavoro salario Offerta lavoro W 1 Domanda lavoro Q 1 n. ore lavoro
Distorsioni del mercato del lavoro • Non esiste la concorrenza perfetta, ad es. ci sono i salari determinati dai sindacati • Esiste la disoccupazione involontaria (per licenziamenti) • Esistono vari mercati e su ognuno si forma un salario diverso • I salari variano in base a nazionalità, generi femminili o maschili
Disoccupati • Popolazione attiva: occupati + disoccupati + inoccupati (chi non cerca lavoro) • Inattivi (pensionati, ragazzi, studenti, infermi)
Salari alti • Nel caso in cui l’offerta di lavoro sia bassa, i salari sono tendenzialmente alti Es. ci sono pochi specialisti in quel settore
Diminuzione offerta di lavoro Offerta lavoro 2 salario Offerta lavoro 1 W 2 W 1 Domanda lavoro Q 1 n. ore lavoro/n. specialisti
Salari bassi • Nel caso in cui l’offerta di lavoro sia alta, i salari sono tendenzialmente bassi Es. ci sono molti lavoratori che possono svolgere quella mansione
Aumento offerta di lavoro salario Offerta lavoro 1 Offerta lavoro 2 W 1 W 2 Domanda lavoro Q 1 Q 2 n. ore lavoro/n. specialisti
Curva di Phillips • La curva denota una relazione inversa tra il tasso di inflazione e il tasso di disoccupazione nel BREVE PERIODO Un aumento della disoccupazione è correlato ad un decremento dei prezzi e viceversa • Nel lungo periodo invece il livello di disoccupazione tende al livello naturale
Il modello economico • La domanda e l’offerta aggregata
Modello economico Curva di Domanda aggregata + Curva di Offerta aggregata Nel modello domanda e offerta aggregata le variazioni dei prezzi rappresentano il cambiamento del livello generale dei prezzi. La domanda e l’offerta non sono di un singolo mercato
Domanda e offerta aggregata • Curva di domanda aggregata Quantità di beni e servizi che famiglie, imprese e P. A. sono disposte ad acquistare per ogni livello dei prezzi. • Curva di offerta aggregata Quantità di beni e servizi che le imprese producono per ogni possibile livello dei prezzi (livello di produzione complessivo)
Offerta e domanda aggregata
Curva di domanda aggregata Individua una relazione negativa tra il livello dei prezzi e la domanda di beni o servizi nel suo complesso Alcuni fenomeni spiegano l’inclinazione negativa della curva: 1. Effetto ricchezza: agisce sui consumi 2. Effetto tasso di interesse: agisce sugli investimenti
Effetto ricchezza • Se il livello medio dei prezzi diminuisce, aumenta il reddito reale delle famiglie che conseguentemente accresce la domanda di consumi (aumento domanda aggregata) • Se il livello medio dei prezzi aumenta diminuisce il reddito reale e diminuisce la domanda dei consumi (diminuzione domanda aggregata)
Effetto tasso di interesse • Se il livello medio dei prezzi diminuisce, riduce la domanda di moneta e il tasso di interesse diminuisce: stimola le imprese ad investire ed aumenta la domanda aggregata • Se il livello medio dei prezzi aumentano, si incrementa la domanda di moneta e il tasso di interesse aumenta: le imprese non investono e si riduce la domanda aggregata
Non dipende solo dalla variazione del livello dei prezzi …. Altri Fattori determinanti: • Saldi monetari reali (relazione diretta), che dipendono dall’inflazione attesa, dai tassi di interesse che determinano la sensibilità agli investimenti e dalla propensione al consumo • Spesa pubblica (relazione diretta) • Imposte (relazione indiretta)
Curva domanda aggregata
Curva offerta aggregata (lungo periodo) • Nel breve periodo il livello dei prezzi influenza la produzione • Nel lungo periodo il livello dei prezzi non influenza quello della produzione, durante il quale hanno effetto solo le variazioni dei fattori di produzione e tecnologici
Politiche economiche • Politiche monetarie • Politiche fiscali
Politiche economiche • • Politica monetaria restrittiva Politica monetaria espansiva Politica fiscale restrittiva Politica fiscale espansiva
Politiche monetarie • Si occupano di raggiungere gli “obiettivi finali” (prezzi, occupazione, sviluppo) manovrando le variabili monetarie (tasso d'interesse o quantità di moneta). • Principale obiettivo: stabilità dei prezzi, che non è manovrabile direttamente dalle Banche Centrali Nazionali • Attualmente spettano alla Banca Centrale Europea
Politiche monetarie restrittive • Attraverso l'aumento dei tassi d'interesse, si riduce l'offerta di moneta e quindi è meno conveniente investire e produrre. • Ridurre l’emissione di moneta • Le politiche monetarie restrittive hanno l'obiettivo di ridurre l'inflazione, o far calare il disavanzo pubblico, facendo rallentare la crescita economica.
Politiche monetarie espansive • Attraverso la riduzione dei tassi di interesse si stimola l'offerta di moneta delle banche alle imprese, e quindi gli investimenti e la produzione di beni e servizi • Aumento emissione di moneta
Politiche fiscali • Si occupano di stabilire un livello di imposizione fiscale e si occupano delle modalità di ripartizione dei tributi • Principale obiettivo: “Pareggio di bilancio” (entrate fiscali = spesa pubblica + trasferimenti alle famiglie da parte dello Stato) • Problema: Evasione fiscale
Politiche fiscali restrittive • Diminuzione dei trasferimenti alle famiglie da parte dello Stato • Diminuzione della spesa pubblica “G” oppure • Aumento della tassazione (secondo Laffer le imposte non devono superare un certo livello) Tali manovre provocano: Ø Pareggio di bilancio o avanzo pubblico Ø diminuzione del reddito (riduzione dei consumi, dell’inflazione del gettito fiscale) Ø diminuzione tassi di interesse (aumentano gli investimenti) Svantaggi: diminuzione domanda, crescita ed occupazione
Politiche fiscali espansive • Aumento dei trasferimenti alle famiglie da parte dello Stato • Aumento della spesa pubblica “G” oppure • Riduzione della tassazione Tali manovre provocano: Ø disavanzo pubblico Ø aumento del reddito (aumento dei consumi e dell’inflazione) Ø aumento dei tassi di interesse (si riducono gli investimenti) Vantaggi: aumento della domanda, della crescita e dell’occupazione
Quali politiche fiscali utilizzare ? Per diminuire il disavanzo pubblico occorre: • ridurre la tassazione e diminuire la spesa pubblica (spending review) e i trasferimenti Oppure • aumentare la tassazione e aumentare la spesa pubblica e i trasferimenti
I cicli economici
Cicli economici E‘ l’alternanza di fasi caratterizzate da una diversa intensità dell'attività economica di un Paese o di un gruppo di Paesi economicamente collegati.
Ciclo economico
Fasi • • Nei cicli economici vengono individuate le seguenti fasi: Prosperità dove il PIL cresce rapidamente Recessione, il PIL diminuisce in almeno due trimestri consecutivi Depressione, produzione ristagna e disoccupazione elevata Ripresa, dove il Pil inizia a crescere nuovamente
Teorie sulle fluttuazioni • Classici: non propongono teorie sulle fluttuazioni, perché è il mercato che garantisce l’equilibrio tra domanda e offerta • Monetaristi: dipendono dalle politiche economiche (es. dalla restrizione fiscale) • Keynesiani: la produzione e l’occupazione dipendono dalla propensione al consumo o dalla domanda aggregata (neo keynesiani)
Cosa occorre fare per crescere … • Aumentare le importazioni permette di scambiare beni incorporanti innovazioni tecnologiche • La competitività internazionale stimola il progresso tecnico • La P. A. deve intervenire sulla spesa pubblica e sul capitale umano • Creare strutture per investire nella R&S
Esempi Politiche di crescita • Riduzione tassi di interesse, così le aziende si indebitano con minori tassi • Incentivi per la concessione di prestiti • Aumento della moneta e dei consumi • Svalutazione cambio per migliorare le esportazioni
Domande • A) Quali sono le tipologie di mercato ? • B) Definisci la domanda e l’offerta di un bene. In caso di diminuzione del prezzo di un bene cosa succede alla domanda ? • C) Cosa determina l’incontro tra domanda e offerta di lavoro ? Se l’offerta di lavoro varia cosa succede al salario ? • D) Descrivi le principali variabili macroeconomiche • E) Quali sono le politiche monetarie e fiscali • F) Quali sono le principali differenze tra teorie classiche e keynesiani
Soluzione A Le tipologie di mercato sono: • la concorrenza perfetta (tante aziende che vendono lo stesso prodotto) • l’oligopolio (poche aziende) • il monopolio (unica azienda)
Soluzione B La domanda è la quantità domandata dai consumatori, mentre l’offerta è la quantità prodotta e venduta dall’azienda L’incontro tra quantità offerta e domandata determina il prezzo Se aumenta il prezzo diminuisce la domanda, se è elastica
Soluzione C Se l’offerta è alta, il salario tende ad abbassarsi Se l’offerta è bassa il salario è più alto (ruoli molto specifici)
Soluzione D Debito pubblico: l’indebitamento totale dello Stato, cioè la somma dei deficit (uscite correnti superano le entrate correnti) Inflazione rappresenta l’indice dell’aumento dei prezzi PIL: il prodotto interno lordo indica il valore dei beni e servizi prodotti in un Paese dai residenti ed è pari alla somma di “C” (consumo privati) + “I” (investimenti da parte aziende) + “G” (spesa pubblica) + bilancia commerciale (esportazioni - importazioni)
Soluzione E Le politiche monetarie possono essere espansive o restrittive. Le variabili controllate dalla BCE sono la quantità di moneta emessa e i tassi di interesse Le politiche fiscali possono essere espansive o restrittive e riguardano i trasferimenti alle famiglie (o alle imprese), la spesa pubblica e la tassazione
Soluzione F Per le Teorie Classiche il mercato si autoregolamenta e lo Stato interviene solo per le principali questioni Per i Keynesiani per regolamentare l’economia occorre l’intervento dello Stato che deve controllare la spesa pubblica e la tassazione, oltre a stimolare la propensione al consumo, per aumentare la domanda aggregata
Tesina • Caratteristiche salienti • Settore primario/industriale/terziario e risorse • Principali indicatori macroeconomici (inflazione, debito pubblico, variazione PIL, costo del lavoro, disoccupazione)
ITALIA L’economia italiana
Caratteristiche salienti • • 8° PIL mondiale. Paese attivo nel commercio estero (elevate esportazioni e importazioni) Industrie manifatturiere di piccola – media dimensione (concorrenza dei paesi del sud est asiatico) Riforme mercato del lavoro “flessibili” Esternalizzazioni Problemi: criminalità organizzata, corruzione, alta pressione fiscale, elevato debito pubblico, disoccupazione, burocrazia, poca innovazione, non collegamento scuola-lavoro
Agricoltura (2, 2%) • • Uva e Vino (Puglia, Toscana e Piemonte) Mais Olio Pomodori Latte Carni bovine, suine e pollame Pesca marittima e lagunare
Risorse minerarie • Giacimento di titanio e gas (in via esaurimento). Scarso petrolio e carbone • Energia idroelettrica (regioni alpine) di
Industria (23, 4%) • Meccaniche (automobili, macchine utensili, elettrodomestici, moto e elicotteri), difesa, navali e metallurgiche • Chimiche - Farmaceutiche - Petrolchimiche • Elettroniche • Tessile e abbigliamento (alta moda) • Agroalimentari • Energetica • Altre (gomma, cuoio, mobili, costruzioni, ceramiche, calzature, occhiali, gioielli)
Servizi • • • 74, 4% del PIL: 67% degli occupati Turismo Commercio Trasporti e comunicazioni Banche e assicurazioni Servizi alle persone e alle imprese
Politiche economiche • • Alto costo del lavoro e tassazione elevata Inflazione (0, 8%) Tassi di interesse (0%) Incremento PIL annuo (0, 3%) Debito pubblico elevato (2. 386 miliardi di €) Avanzo bilancia commerciale Disoccupazione: 9, 7%
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Da chi importiamo Germania Francia Cina Olanda Spagna Russia Belgio Stati Uniti, Svizzera, Regno Unito
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