ALIMENTAZIONE E CANCRO Epidemiologia nutrizionale Lepidemiologia nutrizionale lo

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ALIMENTAZIONE E CANCRO

ALIMENTAZIONE E CANCRO

Epidemiologia nutrizionale L’epidemiologia nutrizionale è lo studio dei determinanti nutrizionali di malattia nelle popolazioni

Epidemiologia nutrizionale L’epidemiologia nutrizionale è lo studio dei determinanti nutrizionali di malattia nelle popolazioni umane. E’ un'interessante branca di ricerca che permette di comprendere le cause potenziali e la prevenzione di molte condizioni di salute. Ma è anche uno studio estremamente complesso in quanto molte delle associazioni tra fattori dietetici e rischio di malattia sono difficili da dimostrare utilizzando le tecniche epidemiologiche "tradizionali".

Una delle prime applicazioni dell'epidemiologia tradizionale riguarda lo studio delle malattie gastrointestinali. Alla fine

Una delle prime applicazioni dell'epidemiologia tradizionale riguarda lo studio delle malattie gastrointestinali. Alla fine degli anni ‘ 60 Burkitt osservò una differenza nel volume delle feci tra le popolazioni che vivevano nell'Africa rurale rispetto alle popolazioni occidentali industrializzate e ipotizzò questo fosse il risultato dei diversi livelli di consumo di fibre tra i due gruppi. Successivamente, ipotizzò che una dieta ricca di fibre avesse un ruolo protettivo contro lo sviluppo del cancro al colon-retto. Da allora su questo tema sono stati pubblicati centinaia di articoli scientifici e migliaia di pubblicazioni dimostrano l'interesse e la rilevanza della nutrizione sui problemi di salute della civiltà occidentale, quali le malattie cardiovascolari, il cancro, l' osteoporosi, il diabete e le malformazioni congenite, nonché di quelli dei Paesi in via di sviluppo.

L’epidemiologia nutrizionale è la valutazione scientifica della dieta e I‘ identificazione delle sue relazioni

L’epidemiologia nutrizionale è la valutazione scientifica della dieta e I‘ identificazione delle sue relazioni eziologiche con la salute e le malattie nelle popolazioni umane. Pertanto si avvale della valutazione qualitativa e quantitativa del consumo di: 1. nutrienti essenziali (ad esempio vitamine, minerali e amino acidi) 2. fonti di energia (proteine, carboidrati, grassi e alcool) 3. componenti naturalmente presenti negli alimenti (ad esempio fibre vegetali, colesterolo e caffeina).

Per studiare ipotesi epidemiologiche specifiche, l'epidemiologia nutrizionale include lo studio e la valutazione del

Per studiare ipotesi epidemiologiche specifiche, l'epidemiologia nutrizionale include lo studio e la valutazione del consumo di sostanze : ü chimiche generate durante la cottura dei cibi (amine aromatiche eterocicliche nella carne ben cotta o carbonizzata) ü e durante la trasformazione degli alimenti (acidi grassi trans).

Per lo studio di malattie croniche come il cancro, l'analisi è resa più complessa

Per lo studio di malattie croniche come il cancro, l'analisi è resa più complessa dal lungo periodo che a partire dall'esposizione, attraverso la progressione di numerosi altri eventi, determina l'insorgere della neoplasia. Tali patologie richiedono metodi che individuino il profilo di consumo delle popolazioni nel corso di lunghi periodi, generalmente diversi anni, in quanto il tempo di esposizione più appropriato per studiare l'effetto della dieta sul cancro probabilmente si colloca diversi anni prima della manifestazione della malattia.

La valutazione dell'associazione tra dieta e malattia può essere confusa o modificata da numerosi

La valutazione dell'associazione tra dieta e malattia può essere confusa o modificata da numerosi fattori, che includono Ø il peso corporeo Ø l'attività' fisica Ø altri fattori dietetici Ø la suscettibilità genetica. Comprendere le relazioni tra questi fattori è cruciale per ottenere stime del rischio di malattia prive di bias.

Una tra le maggiori difficoltà dell'epidemiologia nutrizionale risiede nella natura estremamente complessa della dieta.

Una tra le maggiori difficoltà dell'epidemiologia nutrizionale risiede nella natura estremamente complessa della dieta. Per apprezzare questa complessità è utile il confronto dell' esposizione alimentare con un diverso fattore di rischio rappresentato dall'esposizione al fumo di sigaretta, che influenza il rischio di molte malattie. Un epidemiologo che studia il fumo di tabacco può ottenere le informazioni utili semplicemente chiedendo agli individui in studio se fumano, il numero di sigarette fumate per giorno, il tipo e la marca di sigarette fumate, l'età in cui il soggetto ha iniziato o ha smesso di fumare e ogni cambiamento che può essersi verificato nel consumo di tabacco: si ottiene in tal modo un chiaro e accurato quadro della storia dell'individuo. Al contrario, non si possono ottenere molte informazioni chiedendo agli individui se mangiano.

Tutti mangiamo. Tutti siamo esposti, a vari livelli, a numerosi fattori dietetici. I profili

Tutti mangiamo. Tutti siamo esposti, a vari livelli, a numerosi fattori dietetici. I profili alimentari spesso evolvono lentamente nel corso degli anni e gli individui possono non ricordare se e quando hanno cambiato le loro abitudini alimentari. Gli alimenti che gli individui consumano consistono in complesse miscele di composti, con sostanziali differenze persino tra prodotti apparentemente simili. Gli individui che consumano in maggior misura un tipo di alimento possono consumare in minor misura altri tipi di alimenti, creando quindi un set complesso di combinazioni tra i diversi componenti alimentari.

Le abitudini alimentari possono essere correlate con altri fattori che influenzano il rischio di

Le abitudini alimentari possono essere correlate con altri fattori che influenzano il rischio di malattia, quali: 1. il background etnico, 2. lo stato socio-economico 3. il consumo di tabacco. 4. preparazione degli alimenti Per esempio, è stato ipotizzato che il caffè bollito può aumentare i livelli di colesterolo ematici, al contrario del caffè filtrato, in quanto la filtrazione rimuove i componenti responsabili dell' effetto sui livelli di colesterolo.

Sorveglianza nutrizionale E stata utilizzata la prima volta alla World Food Conference nel 1974

Sorveglianza nutrizionale E stata utilizzata la prima volta alla World Food Conference nel 1974 : può essere definita come l’attività di osservazione, raccolta sistematica e analisi di dati utili a prendere decisioni efficaci per il miglioramento dello stato nutrizionale della popolazione. Obiettivi: 1. Accrescere l’informazione e influenzare la programmazione delle politiche pubbliche 2. Monitorare lo stato nutrizionale della popolazione 3. Identificare le aree prioritarie di intervento 4. Identificare i trend temporali nello stato nutrizionale di una popolazione 5. Valutare i risultati ottenuti a seguito di interventi 6. Rafforzare a capacita di monitoraggio dello stato nutrizionale della popolazione 7. Facilitare lo scambio delle informazioni

Strumenti di valutazione della dieta 1. « 24 -hour recall» viene somministrato di persona

Strumenti di valutazione della dieta 1. « 24 -hour recall» viene somministrato di persona o telefonicamente e ciascun soggetto riporta il consumo esatto nelle 24 ore precedenti l’intervista. Il vantaggio è che il ricordo del consumo recente può essere preciso , ma non rappresenta il consumo dietetico abituale. 2. Diet record (diario alimentare) i soggetti riportano, per alcuni giorni, il consumo di alimenti e di bevande. La natura prospettica riduce gli errori associati al ricordo e minimizza le omissioni di consumo di alimenti. Richiede un alto livello di istruzione del soggetto e l’analisi può essere costosa. Comunque è considerato il Gold Standard per la valutazione della dieta. La registrazione per un anno può migliorare l’accuratezza e precisione del consumo individuale e rilevare le variazioni stagionali. 3. Food Frequency Questionnarie (FFQ) valida opzione per valutare la dieta a lungo termine. Tali questionari consistono in una lista di alimenti e bevande che rappresentano i maggiori contribuenti di macro-e micronutrienti della dieta della popolazione in studio.

Il disegno dello studio nella ricerca epidemiologica nutrizionale Nell' ambito dell' epidemiologia nutrizionale vengono

Il disegno dello studio nella ricerca epidemiologica nutrizionale Nell' ambito dell' epidemiologia nutrizionale vengono utilizzati differenti tipi di studi epidemiologici, che includono i seguenti disegni: Studi descrittivi che valutano la prevalenza e la distribuzione delle malattie nelle popolazioni in termini di persone che ammalano, di tempo e di spazio, senza l'obiettivo di determinare le cause delle malattie; Studi ecologici che valutano l'associazione tra alimentazione e malattia utilizzando dei dati aggregati ottenuti su gruppi di individui; Studi caso-controllo studi basati su individui nei quali i ricercatori identificano i soggetti affetti da una malattia e allo stesso modo i soggetti con caratteristiche simili ma non malati, in modo tale da confrontare la loro esposizione a fattori dieretici/nutrizionali che possono aver influenzato il rischio di malattia; Studi di coorte studi basati su individui nei quali i ricercatori identificano un gruppo di soggetti non malati, raccolgono le informazioni relative alla loro esposizione a fattori e li sottopongono a monito raggio per un determinato periodo di tempo al fine di verificare quali soggetti sviluppano la malattia; Trial di intervento studi sperimentali nei quali i ricercatori designano, con una tecnica randomizzata, i soggetti che ricevono o meno un intervento nutrizionale e quindi li osservano per un determinato periodo di tempo per determinare quanto l'intervento influenza il verificarsi della malattia.

Micotossine e cancro Le fumonisine sono prodotte da funghi del genere Fusarium. E il

Micotossine e cancro Le fumonisine sono prodotte da funghi del genere Fusarium. E il cereale più contaminato da queste tossine è il mais. Da un punto di vista epidemiologico non sussiste ancora univoca correlazione tra incidenza di tumore esofageo e consumo di mais contaminato da fumonisina, anche se la maggior parte degli studi propende per una possibile interrelazione. Studi di tossicità sugli animali evidenziano che il fegato è un organo bersaglio in tutte le specie studiate e rene solo per alcune di esse. Nei cavalli il consumo di mais contaminato e collegato alla leucoencefalomalacia*. * più comunemente conosciuta come “avvelenamento da mais ammuffito” (“modly corn poisoning”) causa un rammollimento della sostanza bianca che si trova all’interno del cervello che determina la morte del tessuto stesso.

Ocratossine (OTA) sono prodotte dai funghi del tipo Aspergillus. I cereali rappresentano la principale

Ocratossine (OTA) sono prodotte dai funghi del tipo Aspergillus. I cereali rappresentano la principale fonte di inquinamento, altre matrici interessate dalla contaminazione sono risultate il vino, il caffè, le spezie, la birra, il cacao, la fruttta essicata , la carne. Gli effetti tossici dell’OTA includono una marcata nefrotossicità, danni al fegato, enteriti e cancerogenicità a carico dei reni.

Aflatossine (AFM) sono prodotte da alcuni funghi appartenenti alla classe ascomiceti genere Aspergillus. I

Aflatossine (AFM) sono prodotte da alcuni funghi appartenenti alla classe ascomiceti genere Aspergillus. I prodotti più soggetti alla loro contaminazione sono frutta secca, mais, semi oleosi, cotone e derivati. I prodotti zootecnici sono particolarmente interessati dalla presenza di AFM , il latte e si ritrovano nei formaggi e in altri latticini prodotti con latte inquinato. L’AFB 1 è il più potente cancerogeno epatico conosciuto per i mammiferi. Per l’uomo l’aspetto più preoccupante e legato alla contaminazione con AFM 1 che ha comunque una potenza cancerogena inferiore di circa 10 volte rispetto a quella dell’ AFB 1.

L'assunzione di aflatossine attraverso la dieta viene indicata quale fattore di rischio nello sviluppo

L'assunzione di aflatossine attraverso la dieta viene indicata quale fattore di rischio nello sviluppo dell' epatocarcinoma, e l'esposizione alle aflatossine può concorrere sinergicamente con l'infezione da epatite B (HBV) all'insorgenza del tumore. Il carcinoma epatocellulare (HCC) rappresenta oltre il 90% di tutti i tumori epatici maligni, è il sesto più diffuso cancro in tutto il mondo, con 500000/1000000 di nuovi casi all'anno. La maggior parte dei casi di epatocarcinoma (>80%) si verifica in Paesi in via di sviluppo. Presente con un' elevata incidenza in alcune aree africane (Mozambico 103 casi/100 000 abitanti/anno) e nel Sud-Est Asiatico (Cina, Giappone, Taiwan), è relativamente raro in Europa e Nordamerica (2 -3 casi/1 00 000 abitanti/anno). Negli ultimi decenni tuttavia ha fatto registrare un notevole incremento di frequenza, tanto da rappresentare fino al 3 -6% di tutti i tumori solidi negli USA e in Europa e fino al 20 -40% in Africa e Sud-Est Asiatico. In Europa l'incidenza' presenta variazioni geografiche.

Il sesso maschile è più frequentemente colpito (4: 1), in Occidente presenta picchi di

Il sesso maschile è più frequentemente colpito (4: 1), in Occidente presenta picchi di incidenza massima nella 3 a e 4 a decade. Circa il 7% dei pazienti con tumore epatico ha un'età superiore a 65 anni. Negli uomini, l'incidenza cresce rapidamente con l'aumentare dell'età, passando da 3 per 100000 nel gruppo con età inferiore a 45 anni, a 32 per 100 000 nei pazienti con età compresa tra 60 e 64 anni, per finire a 62 per 100000 nel gruppo di pazienti di età superiore a 75 anni. La mortalità è quasi sinonimo di incidenza: nel 2002 ci sono stati 98 000 decessi nel mondo per epatocarcinoma rispetto a 626 000 nuovi casi. I pazienti con tumore epatico hanno una prognosi estremamente sfavorevole. La sopravvivenza relativa per i pazienti adulti con diagnosi effettuata nel periodo 1990 -1994 è stata del 24% a un anno e soltanto del 7% a 5 anni, senza alcuna differenza relativa al genere. La sopravvivenza a 5 anni è risultata leggermente più alta negli individui con età inferiore a 45 anni (20%).

L’epidemiologia dell'epatocarcinoma è stata ultimamente riesaminata, in relazione alla presenza di infezione cronica di

L’epidemiologia dell'epatocarcinoma è stata ultimamente riesaminata, in relazione alla presenza di infezione cronica di epatite B (HBV) e all'esposizione ad aflatossine. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato le aflatossine come agenti cancerogeni per l'uomo nel 1987 e nuovamente nel 1993; la IARC ha aggiornato la propria valutazione in merito alla cancerogenicità delle aflatossine nel 2002. La maggior parte dei primi studi epidemiologici sulle aflatossine e sul cancro al fegato comprendono studi ecologici e caso-controllo e in particolare gli studi casocontrollo non hanno tenuto conto delle infezioni da HBV. Inoltre, l'esposizione ad aflatossine è notoriamente difficile da valutare a livello individuale; le aflatossine sono distribuite eterogeneamente nei prodotti alimentari di base, ciò causa difficoltà nell' ottenere campioni rappresentativi per l'analisi. Inoltre, questa eterogeneità fa sì che i questionari riguardanti il consumo di alimenti comunemente contaminati da afìatossine siano relativamente esigui.

In Europa gli studi epidemiologici non hanno studiato direttamente l'esposizione ad aliatossine come fattore

In Europa gli studi epidemiologici non hanno studiato direttamente l'esposizione ad aliatossine come fattore di rischio per l'epatocarcinoma. In termini di altri fattori di rischio per HCC in Europa, il 28% dei casi di cancro al fegato sono stati attribuiti a infezione da HBV cronica e il 21 % a infezione da HCV. Altri fattori di rischio possono essere considerati il consumo di alcol, fumo di sigaretta e contraccetivi orali. Una più recente meta-analisi si è concentrata sui fattori di rischio per L’epatocarcinoma in Europa meridionale, in cui si riferiva che circa 1'85% di tutti i casi di epatocarcinoma sono attribuibili all'alcol e alle infezioni da HBV e HC lasciando "poco o nessun spazio ad altri fattori di rischio già noti, come alcune malattie genetiche'. In realtà, dagli anni '90 in avanti, prove epidemiologiche hanno evidenziato il ruolo delle aflatossine nell' eziologia dell' epatocarcinoma, fatto emerso due fonti principali: una serie di studi longitudinali che hanno utilizzato il marker delle aflatossine per misurare l'esposizione a livello individuale, e alcuni studi di biologia molecolare hanno fornito prove di una correlazione tra le aflatossine e l'eziologia dell'HCC. Attualmente l'esposizione ad aflatossine è considerata, in ordine di associazione, il quarto fattore di rischio nell'evoluzione dell'HCC.

Fattori dietetici I fattori dietetici vengono spesso indicati come importanti fattori eziologici di neoplasia.

Fattori dietetici I fattori dietetici vengono spesso indicati come importanti fattori eziologici di neoplasia. In realta’ non esistono dimostrazioni certe in merito. Tuttavia esistono indizi che ci inducono a credere che essi possano realmente giocare un ruolo nella cancerogenesi umana.

Per esempio negli animali da laboratorio e’ stata dimostrata una variazione della suscettibilità allo

Per esempio negli animali da laboratorio e’ stata dimostrata una variazione della suscettibilità allo sviluppo di tumori in seguito a modificazione del regime alimentare.

Il ruolo dei grassi e delle fibre e’ stato a lungo studiato. Studi epidemiologici

Il ruolo dei grassi e delle fibre e’ stato a lungo studiato. Studi epidemiologici indicano una correlazione tra diete di tipo occidentale, cioe’ a basso contenuto di fibre e alto tenore di grassi e carcinoma colo-rettale. Alla fine degli anni ‘ 60 Burkitt osservò una differenza nel volume delle feci tra le popolazioni che vivevano nell'Africa rurale rispetto alle popolazioni occidentali industrializzate e ipotizzò questo fosse il risultato dei diversi livelli di consumo di fibre tra i due gruppi. Successivamente, ipotizzò che una dieta ricca di fibre avesse un ruolo protettivo contro lo sviluppo del cancro al colonretto.

Il possibile meccanismo fisio-patologico non e’ stato ancora chiarito. Si può ipotizzare che le

Il possibile meccanismo fisio-patologico non e’ stato ancora chiarito. Si può ipotizzare che le fibre non digeribili, accelerando il transito intestinale , riducano il tempo di contatto della mucosa con la bile ed eventuali cancerogeni chimici introdotti per via alimentare.

Da studi effettuati sugli immigrati giapponesi negli stati uniti si e’ visto che il

Da studi effettuati sugli immigrati giapponesi negli stati uniti si e’ visto che il tasso di cancro colo-rettale incrementata gradualmente dopo l’emigrazione fino a raggiungere il livello tipico della popolazione bianca statunitense.

Il dieta mediterranea è associata ad una mortalità ridotta rispetto a qualsiasi altra dieta

Il dieta mediterranea è associata ad una mortalità ridotta rispetto a qualsiasi altra dieta ed è una delle più varie, si basa sul consumo di vegetale, pane, pasta, frutta, ortaggi, olio d'oliva e moderati consumi di alimenti animali, latte, formaggi. Carne rossa e burro (basso consumo) Prodotti latteo-caseari (1 -2 porzioni) Pesce, pollame, uova (0 -2 porzioni) Alcool (con moderazione) Noci e legumi (1 -3 porzioni) Verdura (in abbondanza) Cibo a base di grano integrale (tutti i pasti) Frutta (2 -3 porzioni) Oli vegetali (tutti i pasti)

OR e 95% CI di tumori selezionati in relazione al consumo di: Vegetali (>=3/die

OR e 95% CI di tumori selezionati in relazione al consumo di: Vegetali (>=3/die vs <=1) Frutta (>=3/die vs <=1)

OR e 95% CI di tumori selezionati in relazione al consumo di: Carne rossa

OR e 95% CI di tumori selezionati in relazione al consumo di: Carne rossa (>=3 porzioni/sett) Pesce (>=1 porzione/sett)

CONCLUSIONI: DIETA E TUMORI Una dieta basso rischio di tumore dovrà: § essere ricca

CONCLUSIONI: DIETA E TUMORI Una dieta basso rischio di tumore dovrà: § essere ricca di frutta, vegetali freschi e pesce; § limitare alcol e carne rossa; § includere i cereali integrali, sostituendo quelli raffinati; § includere olio di oliva e altri grassi insaturi, limitando i grassi saturi; § essere ricca in folati, flavonoidi, altri micronutrienti e fibre

Prevenzione a tavola: ecco i limiti La presenza in molti alimenti di sostanze ad

Prevenzione a tavola: ecco i limiti La presenza in molti alimenti di sostanze ad attività antitumorale è un aspetto sicuramente interessante. Infatti molte sostanze, come ad esempio i glucosinolati presenti nelle brassicacee (cavoli, broccoli ecc. ), il licopene dei pomodori, la curcumina presente nella curcuma e tanti altri, hanno dimostrato una spiccata attività antitumorale in studi di non esistono ancora studi che evidenzino la loro efficacia nell’uomo, sia in termini di prevenzione che di laboratorio su colture cellulari e in animali. Il limite, però, è che trattamento dei tumori.

Infatti, i dati ottenuti in laboratorio non danno la certezza della loro riproducibilità nell’uomo.

Infatti, i dati ottenuti in laboratorio non danno la certezza della loro riproducibilità nell’uomo. Ad esempio la curcumina, pur essendo un potente antitumorale, è poco assorbita a livello intestinale, con il conseguente raggiungimento di basse concentrazioni nel sangue. Sono dunque allo studio delle tecniche innovative per legare la sostanza attiva ad altre sostanze che possano consentirne un maggiore assorbimento. Inoltre, è difficile determinare la quantità di uno specifico alimento da consumare per avere un effetto terapeutico nell’uomo da parte delle sostanze antitumorali in esso contenute. Però, è ormai dimostrato che un’alimentazione non corretta è responsabile di circa il 30% di tutti i tumori. Ecco perché è importante sapere il Vero e il Falso sugli alimenti da portare a tavola per combattere il tumore.

L’aglio previene alcuni tipi di tumore? VERO - Soprattutto in quello fresco è presente

L’aglio previene alcuni tipi di tumore? VERO - Soprattutto in quello fresco è presente l’allina, sostanza che si trasforma in allicina, che ha dimostrato la capacità di rallentare la crescita tumorale e indurre in esperimenti in vitro la morte delle cellule neoplastiche. L’aglio, inoltre, è ricco di polifenoli e in particolare del flavonoide quercetina, sostanza che ha dimostrato di inibire la crescita tumorale in esperimenti su colture cellulari e negli animali. Di recente è stata dimostrata un’attività antitumorale della quercetina anche mediante l’induzione di apoptosi (morte cellulare programmata) in cellule di osteosarcoma, il tumore primitivo dell’osso più frequente. In uno studio un aumentato consumo di aglio è stato inoltre correlato ad un ridotto rischio di cancro del colon-retto.

Il pane congelato aumenta il rischio di cancro? FALSO – Alcuni fa si diffuse

Il pane congelato aumenta il rischio di cancro? FALSO – Alcuni fa si diffuse l’informazione che il pane congelato aumentava il rischio di ammalarsi di cancro. Niente di più falso. In realtà la storia nacque dall’osservazione di alcuni casi di iperacidità gastrica in persone che avevano consumato pane da loro congelato dopo averlo acquistato al supermercato credendolo fresco, mentre in realtà era surgelato e scongelato. Nacque una polemica legata al fatto che le etichette non riportavano che il pane venduto come fresco era in realtà surgelato. Da allora sulle etichette del pane surgelato venduto fresco deve essere indicata la modalità di conservazione.

I carciofi hanno un’azione anticancerogena? VERO - Oltre a contenere sostanze antiossidanti come l’acido

I carciofi hanno un’azione anticancerogena? VERO - Oltre a contenere sostanze antiossidanti come l’acido clorogenico e la cinarina, hanno nelle foglie un principio attivo dal gusto amaro con proprietà antitumorali denominato cinaropicrina. Questo principio ha dimostrato in vitro attività antitumorale contro cellule leucemiche inducendo apoptosi.

I peperoni prevengono alcuni tipi di tumore? VERO - Hanno elevate concentrazioni di vitamina

I peperoni prevengono alcuni tipi di tumore? VERO - Hanno elevate concentrazioni di vitamina C e carotenoidi (poco presenti però nei peperoni verdi) e i suoi estratti hanno dimostrato di inibire la formazione e l’attività delle nitrosammine, potenti agenti cancerogeni. Alcuni studi hanno correlato un elevato consumo di peperoni ad un ridotto rischio di tumore cerebrale.

La curcuma protegge dal cancro? VERO - La curcuma contiene la curcumina, sostanza che

La curcuma protegge dal cancro? VERO - La curcuma contiene la curcumina, sostanza che agisce su diversi fattori di crescita tumorali con in particolare attività antinfiammatoria, antiossidante, proapoptotica e antiangiogenetica. Si sta studiando l’utilizzo della sostanza in terapia legandola a piccolissime particelle (nanoparticelle), strategia già utilizzata per noti farmaci anticancro. Il legame della curcumina alle nanoparticelle ne aumenta l’attività antitumorale contro linee cellulari di cancro del polmone mediante una maggiore penetrazione della sostanza stessa nelle cellule tumorali. Il limite della curcuma è legato al fatto che viene poco assorbita a livello intestinale (circa il 10% di quanto ingerito); sono attualmente in fase di studio tecniche di associazione con altre sostanze per aumentarne l’assorbimento.

Gli asparagi prevengono il cancro della mammella? VERO – Gli asparagi hanno una dimostrata

Gli asparagi prevengono il cancro della mammella? VERO – Gli asparagi hanno una dimostrata attività antitumorale, grazie ai flavonoidi (prevalentemente la quercetina), ai glucosinolati e alle saponine (glicosidi terpenici). Inoltre l’acido asparagusico, i cui derivati contenenti zolfo sono responsabili del caratteristico odore che assumono le urine dopo aver mangiato gli asparagi, ha dimostrato attività antitumorale inibendo l’enzima ciclossigenasi 2 (Cox 2). In particolare le saponine hanno dimostrato attività antitumorale in colture cellulari di carcinoma della mammella, del pancreas e del colon. Un estratto di asparago si è dimostrato attivo in laboratorio, sia su colture cellulari che in animali, contro il carcinoma primitivo del fegato (epatocarcinoma) e del rene, in particolare inducendo apoptosi. L’estratto ha anche indotto un potenziamento del farmaco chemioterapico mitomicina C.

Pesce spada, tonno e salmone prevengono alcuni tipi di tumore? FALSO – Anche se

Pesce spada, tonno e salmone prevengono alcuni tipi di tumore? FALSO – Anche se sogliola, merluzzo, pesce spada, tonno e salmone sono ricchi di Omega 3, è bene consumare con moderazione i pesci di taglia grande perché accumulano elevate concentrazioni di metalli pesanti, in particolare mercurio, per l’inquinamento marino. I pesci di grossa taglia sono a maggior rischio di inquinamento perché vivono di più, quindi hanno una potenziale maggiore durata di esposizione, e perché frequentano i fondali, che hanno una maggiore concentrazione di inquinanti rispetto alla superficie.

La soia protegge dai tumori ormono-dipendenti? VERO - La soia è un legume che

La soia protegge dai tumori ormono-dipendenti? VERO - La soia è un legume che in tutte le sue forme (legume, tofu, miso, salsa, latte, yogurt) è ricco di isoflavoni o fitoestrogeni o estrogeni delle piante (in particolare genisteina, daidzeina e gliciteina) con capacità protettive in particolare nei confronti dei tumori ormono-dipendenti come il carcinoma mammario, dell’endometrio e della prostata. Gli isoflavoni sono molto meno attivi degli estrogeni naturali e si legano ai recettori ormonali presenti nelle cellule umane in modo competitivo esplicando anche un’attività antiestrogenica. È dimostrato che hanno anche attività antiangiogenetica, favoriscono l’apoptosi e inibiscono la formazione di metastasi. Nelle donne affette da carcinoma mammario con presenza di recettori ormonali vi può comunque essere un rischio per consumi elevati di integratori alimentari contenenti fitoestrogeni, mentre non sembrano esserci problemi per consumi limitati come un vasetto di yogurt di soia o un bicchiere di latte di soia al giorno.

I frutti di bosco determinano l’apoptosi delle cellule tumorali? VERO - Fragole, lamponi, mirtilli,

I frutti di bosco determinano l’apoptosi delle cellule tumorali? VERO - Fragole, lamponi, mirtilli, more, ribes e tutti i frutti di bosco hanno buone quantità di polifenoli e in particolare di polidatina, un potente agente antiossidante presente anche nella buccia dell’uva rossa. Altro polifenolo contenuto nei frutti di bosco (in particolare nei lamponi e nelle fragole) è l’acido ellagico, che ha dimostrato capacità antiangiogenetica, cioè blocca la formazione di vasi sanguigni da parte del tumore, che serve al tumore stesso per rifornirsi di sangue e quindi di nutrimento.

La mela protegge dal tumore al colon? VERO - La mela sembra ridurre il

La mela protegge dal tumore al colon? VERO - La mela sembra ridurre il rischio di tumore grazie ad un potente antiossidante, la procianidina, contenuta in particolare nella varietà renetta. Contiene inoltre la polidatina e i flavonoidi quercetina e apigenina. Di recente alcuni ricercatori hanno dimostrato una promettente attività antitumorale su linee cellulari di carcinoma del colon da parte della pectina, un oligosaccaride (zucchero) contenuto nella mela.

L’uva ha un’azione protettiva? VERO - L’uva (anche l’uva passa) è ricca di polifenoli.

L’uva ha un’azione protettiva? VERO - L’uva (anche l’uva passa) è ricca di polifenoli. In particolare la buccia dell’uva rossa contiene un potente antiossidante, la polidatina (presente anche nei frutti di bosco), che è una sorta di progenitore del resveratrolo. In particolare il resveratrolo, presente nella buccia dell’uva nera fermentata (e quindi nel vino rosso), è un antiossidante che ha dimostrato in laboratorio attività antitumorale.

La frutta secca svolge attività anti-tumorale? VERO - Le noci, le nocciole, le mandorle

La frutta secca svolge attività anti-tumorale? VERO - Le noci, le nocciole, le mandorle e i pinoli sono ricchi di acidi omega-3, di agenti antiossidanti e di D-alfa-tocoferolo (forma particolare di vitamina D) ad attività antitumorale, che invece non è presente nella stessa forma di origine sintetica o in altre forme di vitamina D. Le noci hanno dimostrato nelle cavie di rallentare la crescita del carcinoma mammario e della prostata. Noci e nocciole contengono anche acido ellagico, caratterizzato da attività antiangiogenetica.

Il cumino nero protegge dal cancro? VERO - Il cumino nero, spezia utilizzata sia

Il cumino nero protegge dal cancro? VERO - Il cumino nero, spezia utilizzata sia da sola che componente del curry, ha un elevato contenuto in flavonoidi e vitamine (B, C, K) ad attività antiossidante. Ha dimostrato attività antitumorale e potenziamento del sistema immunitario inducendo l’aumento della produzione di interferone. In particolare, ha dimostrato in laboratorio di proteggere le cavie dal cancro dello stomaco e del fegato.

Le carni rosse favoriscono il cancro? VERO - Il consumo di carni rosse aumenta

Le carni rosse favoriscono il cancro? VERO - Il consumo di carni rosse aumenta il rischio di cancro della mammella e del colon-retto. Per il cancro della mammella e per il carcinoma colo-rettale, va considerato che le carni rosse sono ricche di grassi saturi (o grassi di origine animale), i quali portano ad un aumento ponderale che generalmente aumenta il rischio di ammalarsi di tumore. Per il cancro dell’intestino ci sono invece anche delle altre ipotesi. Le carni rosse sono infatti più ricche di ferro e in particolare di ferro eme, che è un potente agente ossidante che favorisce la formazione di sostanze cancerogene nell’intestino come ad esempio le nitrosammine. Una dieta ricca di carni rosse non solo è correlata ad una maggiore incidenza di cancro colo-rettale ma anche di recidiva in pazienti operati per tale neoplasia. Il consumo di carni rosse dovrebbe pertanto essere estremamente limitato, anche in considerazione dei risultati dello studio EPIC (indagine prospettica europea su nutrizione e cancro) in cui il consumo di 200 grammi a settimana ha determinato un rischio doppio di ammalarsi di carcinoma colo-rettale rispetto al consumo inferiore ai 50 grammi

Scaldare il cibo col forno a microonde aumenta il rischio di cancro? FALSO -

Scaldare il cibo col forno a microonde aumenta il rischio di cancro? FALSO - Non c’è nessuna correlazione tra la cottura, il riscaldamento o lo scongelamento dei cibi con forno a microonde e il cancro. I forni a microonde emettono campi elettromagnetici a radiofrequenza che mettono in movimento le molecole degli alimenti e vari studi hanno dimostrato che non ne inducono alterazioni dannose. In questo tipo di cottura il riscaldamento, e quindi la cottura del cibo, avviene direttamente all’interno degli alimenti e non dall’esterno come con le altre modalità. Inoltre, i tempi brevi di cottura (anche quattro volte inferiori rispetto ad altri sistemi) determinano una minore degradazione di vitamine e dispersione di altre sostanze nutritive

Il sale aumenta il rischio di cancro? VERO - Il sale (cloruro di sodio)

Il sale aumenta il rischio di cancro? VERO - Il sale (cloruro di sodio) deve essere utilizzato con grande moderazione. Un eccessivo consumo di sale non solo favorisce l’ipertensione e altre malattie cardiovascolari e renali ma aumenta anche il rischio di cancro dello stomaco e del pancreas. L’effetto negativo è legato all’aumentata concentrazione di sodio. Esso infatti partecipa in sinergia con i nitrati, naturali o aggiunti come conservanti, alla formazione di nitrosammine, sostanze notoriamente cancerogene. Inoltre un eccesso di sale nella dieta è correlato ad una maggiore incidenza di infezione gastrica da Helicobacter pylori. Tale batterio è responsabile di gastrite, di stimolo alla proliferazione cellulare ed è correlato con una maggiore probabilità di sviluppare un tumore dello stomaco.

La carne bianca favorisce l’insorgenza del tumore? FALSO - Il consumo di carni bianche

La carne bianca favorisce l’insorgenza del tumore? FALSO - Il consumo di carni bianche (pollo, tacchino, coniglio) non è collegato a un aumentato rischio di cancro e in alcuni studi è stato anche osservato addirittura un effetto protettivo. È difficile stabilire però se l’effetto protettivo è specifico di tali carni o se è semplicemente dovuto a un ridotto consumo di carni rosse. Le carni bianche hanno un basso contenuto di grassi. Inoltre il pollo e il tacchino sono ricchi di selenio, un potente antiossidante. Attenzione al fatto che oca, anatra e fagiano hanno invece un elevato contenuto di grassi animali e non vanno considerati carni bianche.

La cottura alla brace favorisce l’insorgenza dei tumori? VERO - Cuocere carne e pesce

La cottura alla brace favorisce l’insorgenza dei tumori? VERO - Cuocere carne e pesce alla brace è fortemente sconsigliato. Questo tipo di cottura libera il benzopirene e altri idrocarburi policiclici aromatici, note sostanze cancerogene, che si formano durante la combustione incompleta delle materie organiche. Tali molecole si depositano sulla superficie degli alimenti grigliati e quindi vengono ingerite. Va considerato che in 1 Kg scarso di carne molto cotta alla brace vi sono concentrazioni di benzopirene corrispondenti a quelle di 600 sigarette. La cottura alla brace di pesci e pollame può essere meno problematica se poi la pelle, dove si accumulano le sostanze nocive, viene eliminata. Gli idrocarburi policiclici aromatici sono associati al cancro del polmone, della mammella, dell’apparato digerente e delle vie urinarie. La cottura alla brace produce anche altre sostanze nocive denominate ammine eterocicliche, che hanno dimostrato nelle cavie di indurre tumori dell’intestino e della mammella.

Le bevande alcoliche aumentano il rischio di tumore al fegato? VERO - L’abitudine all’alcol,

Le bevande alcoliche aumentano il rischio di tumore al fegato? VERO - L’abitudine all’alcol, oltre che indurre la cirrosi epatica (che a sua volta aumenta il rischio di tumore al fegato), è collegata a un’aumentata incidenza di carcinoma del pancreas, della mammella, dell’esofago e del distretto cervico-facciale. Come l’alcol possa essere collegato a una maggiore incidenza di queste neoplasie è oggetto di discussione. Tra le varie ipotesi vi sono il ruolo della presenza di sostanze cancerogene come l’acetaldeide tra i metaboliti dell’etanolo, un aumento di deficit nutrizionali, un’attività immunosoppressiva e un’aumentata esposizione a fattori ossidanti. Per il vino non andrebbe comunque superata la quantità di un bicchiere (120 ml) al giorno per le donne e 2 bicchieri per l’uomo, da consumare durante i pasti principali.

Il melograno è anti-cancerogeno? VERO - Il melograno è ricco di sostanze antiossidanti ad

Il melograno è anti-cancerogeno? VERO - Il melograno è ricco di sostanze antiossidanti ad attività antitumorale, come i flavonoidi e in particolare i polifenoli tra cui l’acido ellagico, quest’ultimo presente anche nei lamponi, nelle fragole e nelle noci. Il succo di melograno ha dimostrato attività antitumorale in laboratorio contro il carcinoma polmonare, il carcinoma mammario e il carcinoma prostatico. In particolare è stata dimostrata la capacità di inibire le cellule cancerose di carcinoma prostatico e di carcinoma mammario, soprattutto bloccando l’insorgenza di metastasi.

L’olio extravergine d’oliva protegge dal cancro? VERO - Le olive e l’olio extravergine d’oliva

L’olio extravergine d’oliva protegge dal cancro? VERO - Le olive e l’olio extravergine d’oliva sono ricchi di sostanze antiossidanti come i polifenoli, in particolare l’idrossitirosolo, che sembrerebbero avere un’azione protettiva contro alcuni tumori come il carcinoma mammario e, in particolare, il carcinoma del colon-retto. L’idrossitirosolo ha dimostrato inoltre effetto antitumorale in vitro e in vivo contro il carcinoma delle vie biliari.

Dolci, bevande zuccherate e gli alimenti iper-calorici in genere favoriscono l’insorgenza del tumore? VERO

Dolci, bevande zuccherate e gli alimenti iper-calorici in genere favoriscono l’insorgenza del tumore? VERO - Un’alimentazione ipercalorica porta all’incremento ponderale e all’obesità. Vi è correlazione tra obesità e alcuni tumori come il carcinoma della mammella, dell’endometrio, del colon-retto e, come recentemente dimostrato da uno studio americano, della prostata. Oggi l’obesità è considerata, dopo il fumo, il secondo fattore di rischio per lo sviluppo di cancro negli Stati Uniti e il terzo in Italia, preceduta dall’alcol.

Per i tumori della mammella e dell’endometrio vi è una spiegazione per la connessione

Per i tumori della mammella e dell’endometrio vi è una spiegazione per la connessione tra sovrappeso e cancro. Nelle donne obese vi è un aumento degli ormoni estrogeni circolanti e in particolare dell’estrone, che stimola la proliferazione neoplastica a livello mammario. Infatti proprio nel tessuto adiposo, in particolare quello addominale, avviene la trasformazione degli ormoni androgeni in estrogeni e in particolare in estrone. Inoltre nelle donne obese vi è una maggiore produzione di leptine, sostanze che aumentano la velocità di proliferazione delle cellule tumorali. È importante sottolineare che l’obesità non è solo correlata a una maggiore incidenza di cancro mammario, ma sembra essere correlata anche a una maggiore incidenza di recidive nelle pazienti operate per tale neoplasia.

La frittura è cancerogena? VERO - La temperatura elevata libera una sostanza cancerogena chiamata

La frittura è cancerogena? VERO - La temperatura elevata libera una sostanza cancerogena chiamata acroleina (o acrilaldeide) che è tossica per il fegato e irritante per la mucosa gastrica. Viene prodotta dalla disidratazione del glicerolo, reazione che si presenta durante la frittura oltre il “punto di fumo” dei grassi (quando il grasso, per l’alta temperatura, inizia a decomporsi). Il consumo frequente di alimenti fritti è stato associato a una maggiore incidenza di tumori dell’esofago, del pancreas, della mammella, del distretto cervico-facciale e della prostata. In particolare uno studio recente ha evidenziato una maggiore incidenza di carcinoma prostatico in soggetti che consumavano patatine o pollo o pesce fritti almeno una volta a settimana rispetto a soggetti che li consumavano non più di una volta al mese. In particolare, va considerato un rischio maggiore per alimenti fritti in olio “riciclato” utilizzato per fritture ripetute.

I cibi altamente lavorati possono aumentare il rischio di cancro Secondo uno studio pubblicato

I cibi altamente lavorati possono aumentare il rischio di cancro Secondo uno studio pubblicato sul British Medical Journal sono necessari ulteriori approfondimenti, (si tratta di uno studio osservazionale) ma questi risultati suggeriscono che il consumo di cibi ultra-lavorati potrebbe causare un crescente impatto del cancro nei prossimi anni. Alimenti ultra-lavorati annoverano prodotti da forno confezionati e snack, bevande frizzanti, cereali zuccherati, piatti pronti e prodotti ricostituiti a base di carne.

E stata valutata l’associazione tra l'assunzione di cibo ultralavorato e il rischio di cancro,

E stata valutata l’associazione tra l'assunzione di cibo ultralavorato e il rischio di cancro, e di cancro al seno, della prostata e del colon-retto su 104. 980 adulti francesi sani (22% uomini, 78% donne) con un'età media di 43 anni, che avessero completato almeno due questionari dietetici online sull'assunzione abituale di 3. 300 prodotti alimentari diversi (studio di coorte Nutri. Net-Santé). I risultati, aggiustati per i fattori di rischio oncologico noti, mostrano una crescita del 12% nel rischio di cancro globale e dell'11% nel rischio di cancro del seno. Nessuna associazione significativa è stata invece riscontrata per i tumori della prostata e del colon-retto.

"We don't really know the impact of these products on our health"

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Alcol Esercita un’azione sinergica con il fumo di tabacco per l’insorgenza di tumori del:

Alcol Esercita un’azione sinergica con il fumo di tabacco per l’insorgenza di tumori del: ü cavo orale ü laringe ü esofago Il rischio per tali tumori , quando entrambi i fattori di rischio sono presenti è circa 2, 5 volte superiore alla somma dei rischi associati ai singoli fattori.

ALCOL E TUMORI Il consumo di alcol in Italia è tra i più elevati

ALCOL E TUMORI Il consumo di alcol in Italia è tra i più elevati del mondo soprattutto nel nordest. La frazione di morti per tumore attribuibile all’alcol in Italia è circa il 5% del totale negli uomini e il 1. 5% nelle donne.

Relazione dose-risposta tra alcol e rischio di alcuni tumori Italia, 1990 -2007; Pelucchi et

Relazione dose-risposta tra alcol e rischio di alcuni tumori Italia, 1990 -2007; Pelucchi et al, Nutr Ca, 2011; 63: 983

Effetto combinato di tabacco e alcol sul rischio di tumore di cavo orale, faringe,

Effetto combinato di tabacco e alcol sul rischio di tumore di cavo orale, faringe, laringe ed esofago Italia, 1990 -2007; Pelucchi et al, Nutr Ca, 2011; 63: 983

L’eccesso di alcol fa male… Ø provoca cirrosi epatica Ø provoca tumori fegato, esofago,

L’eccesso di alcol fa male… Ø provoca cirrosi epatica Ø provoca tumori fegato, esofago, stomaco Ø provoca l’infarto e malattie cardiovascolari