Il cancro dal greco krkinos granchio un insieme

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Il cancro (dal greco kàrkinos = granchio) è un insieme molto complesso ed eterogeneo

Il cancro (dal greco kàrkinos = granchio) è un insieme molto complesso ed eterogeneo di malattie, ma tutte le cellule cancerose sono caratterizzate dalla perdita di controllo della crescita (proliferazione eccessiva) e dall’acquisizione della capacità di invadere altri organi o tessuti, talvolta distanti dalla massa tumorale da cui sono derivate (metastasi)

Cellule tumorali cellule che hanno perso il controllo della crescita ed hanno acquisito la

Cellule tumorali cellule che hanno perso il controllo della crescita ed hanno acquisito la capacità di moltiplicarsi senza limiti Tumore benigno NON ha la capacità di invadere altri tessuti e di dare metastasi Tumore maligno o cancro ha proprietà invasive (e metastatizzanti). Le cellule cancerose conservano parte delle caratteristiche funzionali del tessuto da cui derivano

Le cellule di tumore maligni hanno acquisito alcune caratteristiche fondamentali: 1. 2. 3. 4.

Le cellule di tumore maligni hanno acquisito alcune caratteristiche fondamentali: 1. 2. 3. 4. 5. Indipendenza da segnali di crescita esterni Insensibilità a segnali antiproliferativi esterni Capacità di evitare l’apoptosi Capacità di replicazione indefinita Capacità di stimolare angiogenesi e vascolarizzazione 6. Capacità di invadere altri tessuti

Figure 3. 7 a The Biology of Cancer (© Garland Science 2007)

Figure 3. 7 a The Biology of Cancer (© Garland Science 2007)

Il cancro è una malattia genetica la proliferazione cellulare è sotto controllo genetico mutazioni

Il cancro è una malattia genetica la proliferazione cellulare è sotto controllo genetico mutazioni (somatiche) di geni che controllano questo complesso processo possono trasformare una cellula normale in una cellula tumorale Solo una piccola frazione dei casi di cancro è rappresentata da malattie genetiche in senso classico

I possibili destini evolutivi di una cellula

I possibili destini evolutivi di una cellula

Il destino evolutivo di una cellula è sotto il controllo di numerosi fattori che

Il destino evolutivo di una cellula è sotto il controllo di numerosi fattori che possiamo MOLTO schematicamente suddividere in STIMOLATORI e INIBITORI Segnali stimolatori Bilanciamento tra proliferazione e maturazione Aumento non regolato dei segnali stimolatori proliferazione incontrollata Perdita dei segnali inibitori proliferazione incontrollata Segnali inibitori

Il cancro può essere considerato una malattia dell’invecchiamento: la probabilità di contrarre il cancro

Il cancro può essere considerato una malattia dell’invecchiamento: la probabilità di contrarre il cancro aumenta in maniera esponenziale con l’aumentare dell’età

Motivi: • Accumulo di mutazioni • Minore efficienza dei sistemi di controllo Il cancro

Motivi: • Accumulo di mutazioni • Minore efficienza dei sistemi di controllo Il cancro è fondamentalmente una malattia dell’età post-riproduttiva per cui la pressione selettiva contro di esso è molto bassa

una sola MUTAZIONE non può convertire una cellula somatica normale in una cellula maligna

una sola MUTAZIONE non può convertire una cellula somatica normale in una cellula maligna Nella maggior parte dei casi per convertire una cellula normale in un carcinoma invasivo sono necessarie 6 -7 MUTAZIONI INDIPENDENTI La probabilità teorica che ciò si verifichi è quindi estremamente bassa: 1013 numero di cellule; 10 -5 -10 -6 rate di mutazione per cellula

Quali meccanismi rendono, non solo possibile, ma anche relativamente frequente il verificarsi di un

Quali meccanismi rendono, non solo possibile, ma anche relativamente frequente il verificarsi di un evento teoricamente molto improbabile?

Alcune mutazioni aumentano la proliferazione cellulare e forniscono in tal modo un vantaggio selettivo

Alcune mutazioni aumentano la proliferazione cellulare e forniscono in tal modo un vantaggio selettivo alla cellula in cui si è verificata una popolazione di cellule target per la successiva mutazione

Alcune mutazioni interessano geni coinvolti nel mantenimento della stabilità dell’intero genoma, sia a livello

Alcune mutazioni interessano geni coinvolti nel mantenimento della stabilità dell’intero genoma, sia a livello di DNA che di cromosomi. In tal modo, aumenta il tasso di mutazione complessivo (quindi anche quello dei geni più direttamente responsabili del fenotipo tumorale)

1919 scoperta del primo virus oncogeno anni ‘ 60 individuazione del gene virale (v-onc)

1919 scoperta del primo virus oncogeno anni ‘ 60 individuazione del gene virale (v-onc) responsabile dell’induzione del tumore 1976 dimostrazione che nel genoma di cellule normali (anche in quello di cellule che non sono mai state a contatto con il virus) sono presenti geni omologhi ai v-onc Questi geni sono stati chiamati c-onc (= oncogeni cellulari) o proto-oncogeni, mostrano un’elevata conservazione evolutiva e sono espressi da cellule normali svolgono funzioni essenziali

I proto-oncogeni quali funzioni svolgono normalmente? Classe eterogenea di geni che codificano per segnali

I proto-oncogeni quali funzioni svolgono normalmente? Classe eterogenea di geni che codificano per segnali STIMOLATORI del ciclo cellulare, comprendono: 1. 2. 3. 4. 5. Fattori di crescita Recettori di membrana per fattori di crescita Proteine coinvolte nella trasduzione del segnale Fattori di trascrizione in grado di legarsi al DNA Cicline, chinasi ciclino-dipendenti e loro inibitori e attivatori (= regolatori del ciclo cellulare)

FUNZIONI DEI PROTO-ONCOGENI CELLULARI

FUNZIONI DEI PROTO-ONCOGENI CELLULARI

Meccanismo di attivazione dei recettori per fattori di crescita

Meccanismo di attivazione dei recettori per fattori di crescita

Le proteine RAS

Le proteine RAS

GTPase Activating Proteins Guanine nucleotide Exchange Factors Modificata da The Biology of Cancer, Garland

GTPase Activating Proteins Guanine nucleotide Exchange Factors Modificata da The Biology of Cancer, Garland Science, 2006

Proto-oncogeni

Proto-oncogeni

Quali tipi di mutazioni trasformano un protooncogene in oncogene? Le mutazioni oncogeniche sono mutazioni

Quali tipi di mutazioni trasformano un protooncogene in oncogene? Le mutazioni oncogeniche sono mutazioni del tipo ‘acquisizione di funzione’ di varia natura e generalmente sono dominanti: 1. Mutazioni puntiformi che cambiano le proprietà della proteina codificata 2. Amplificazione genica (anche centinaia di copie) 3. Traslocazioni di segmenti cromosomici che portano il proto-oncogene in regioni trascrizionalmente attive 4. Traslocazioni cromosomiche creano geni chimerici

Mutazioni che trasformano un proto-oncogene in oncogene (mutazioni oncogèniche)

Mutazioni che trasformano un proto-oncogene in oncogene (mutazioni oncogèniche)

Mutazioni che trasformano un protooncogene in oncogene: mutazioni puntiformi in sequenze codificanti Singola Sostituzione

Mutazioni che trasformano un protooncogene in oncogene: mutazioni puntiformi in sequenze codificanti Singola Sostituzione Nucleotidica Mis. Sense Delezione parziale Figure 5. 12 a The Biology of Cancer (© Garland Science 2007)

Traslocazione 9 -22(q 34; q 11) formazione del cromosoma Philadelphia (leucemia mieloide cronica): creazione

Traslocazione 9 -22(q 34; q 11) formazione del cromosoma Philadelphia (leucemia mieloide cronica): creazione di un gene chimerico

Il cromosoma Philadelphia è un piccolo cromosoma acrocentrico presente nel 90% dei pazienti affetti

Il cromosoma Philadelphia è un piccolo cromosoma acrocentrico presente nel 90% dei pazienti affetti da leucemia mieloide cronica Il gene di fusione BCR/ABL produce una proteina simile a quella prodotta da ABL, ma costitutivamente attiva

Traslocazione di un oncogene in un dominio trascrizionalmente attivo Traslocazione 8 -14(q 24; q

Traslocazione di un oncogene in un dominio trascrizionalmente attivo Traslocazione 8 -14(q 24; q 32), presente nell’ 80 -85% dei pazienti affetti da linfoma di Burkitt Il restante 15 -20% dei pazienti presenta la traslocazione 2 -8(q 11; q 24) o la 8 -22(q 24; q 11) Sul cromosoma 8 (nella regione q 24) si trova l’oncogene MYC, sui cromosomi 14, 2 e 22 si trovano i geni per le catene pesanti e leggere delle immunoglobuline, cioè geni espressi a livelli molto elevati nei linfociti B MYC, traslocato in una regione trascrizionalmente attiva, viene sovraespresso

L’altra categoria di geni coinvolti nella trasformazione tumorale è quella dei geni soppressori di

L’altra categoria di geni coinvolti nella trasformazione tumorale è quella dei geni soppressori di tumore (geni TS = Tumor Suppressor) La loro esistenza è stata ipotizzata sulla base di: 1. Esperimenti di fusione in vitro tra cellule normali e cellule tumorali talvolta si ha la correzione del fenotipo trasformato e restaurazione di un fenotipo normale; 2. Esistenza di tumori caratterizzati da piccole specifiche delezioni in omozigosi; 3. Studi sulle rare forme di tumori ereditari

1971 studi di Knudson sul Retinoblastoma Raro tumore infantile dei retinoblasti (ca. 1/20000 nati)

1971 studi di Knudson sul Retinoblastoma Raro tumore infantile dei retinoblasti (ca. 1/20000 nati) 60% forme sporadiche, unilaterali e monofocali età di insorgenza media: 29 mesi 40% forme ereditarie, trasmissione AD a penetranza incompleta ma comunque molto elevata, bilaterali e multifocali, età di insorgenza media: 15 mesi

IPOTESI DEI DUE COLPI Il tumore insorge quando entrambe le copie del gene Rb

IPOTESI DEI DUE COLPI Il tumore insorge quando entrambe le copie del gene Rb subiscono una mutazione inattivante Nei casi sporadici devono verificarsi 2 eventi mutazionali nello ‘stesso’ retinoblasto Nei casi ereditari TUTTE le cellule sono portatrici di una mutazione a carico di Rb, è quindi sufficiente 1 solo evento mutazionale (a carico del secondo allele)

Retinoblastoma bilaterale Retinoblastoma unilaterale Rischio più elevato di avere altri tipi tumori Non aumenta

Retinoblastoma bilaterale Retinoblastoma unilaterale Rischio più elevato di avere altri tipi tumori Non aumenta il rischio di avere altri tumori Insorgenza precoce Insorgenza più tardiva no. retinoblasti ca. 106, tasso mutazione per gene per cellula ca. 10 -5

Meccanismi mutazionali responsabili del ‘secondo colpo’ (studi su casi di tumore ereditari) Il secondo

Meccanismi mutazionali responsabili del ‘secondo colpo’ (studi su casi di tumore ereditari) Il secondo colpo può essere anche rappresentato da ipermetilazione del promotore o di altre regioni di controllo dell’espressione genica

Il gene RB 1 è localizzato sul cromosoma 13 e, in una piccola percentuale

Il gene RB 1 è localizzato sul cromosoma 13 e, in una piccola percentuale di pazienti, la mutazione ereditaria è dovuta ad una delezione o a una traslocazione di questa porzione del cromosoma Il gene RB 1 è espresso in molti altri tessuti oltre alla retina, ma la perdita di RB 1 è in grado di “iniziare” tumori precoci solo nella retina e, più tardi nella vita, in pochi altri siti secondari (sarcomi, fibrosarcomi e melanomi) Il prodotto del gene RB 1 è la proteina p 110 Rb 1 (110 k. Da): è una fosfoproteina che viene ipo- (forma attiva) o iperfosforilata nei diversi stadi del ciclo cellulare ed ha un’importanza cruciale nel punto di controllo G 1 -S

Lo studio di altri tipi di tumori ereditari ha portato all’identificazione di numerosi geni

Lo studio di altri tipi di tumori ereditari ha portato all’identificazione di numerosi geni TS Qual è normalmente la funzione dei geni TS ? Classe molto eterogenea, producono fattori INIBITORI del ciclo cellulari o fattori pro-apoptotici o fattori coinvolti nel mantenimento della stabilità del genoma: - geni direttamente coinvolti nella regolazione del ciclo cellulare; es. RB 1 (p 110); TP 53 (p 53) - geni coinvolti nella inibizione della crescita da contatto cellula-cellula; es. NF 2 (Nf 2) - geni coinvolti nella riparazione dei danni al DNA e nel mantenimento della integrità genomica; es. BRCA 1 e BRCA 2 (Brca 1 e Brca 2); MLH 1 e MLH 2 (Mlh 1 e Mlh 2)

(G 0) Due punti di controllo principali: G 1 -S e G 2 -M

(G 0) Due punti di controllo principali: G 1 -S e G 2 -M

I principali geni TS: RB 1 produce la proteina p. RB, è espresso in

I principali geni TS: RB 1 produce la proteina p. RB, è espresso in tutti i tessuti. La forma attiva è defosforilata e blocca la trascrizione di E 2 F 1 gene fondamentale per il passaggio G 1 -S. La sua inattivazione (tramite fosforilazione) è finemente regolata da una complessa rete di cicline e di chinasi ciclinadipendenti e consente alla cellula di entrare in fase S Mutazioni di RB 1 sono coinvolte principalmente in tumori delle ossa e nel retinoblastoma

TP 53 produce la proteina p 53 che svolge numerose funzioni. E’ stato definito

TP 53 produce la proteina p 53 che svolge numerose funzioni. E’ stato definito ‘guardiano del genoma’, è fortemente coinvolta nel checkpoint G 1 -S blocca le cellule con un DNA danneggiato consentendo la riparazione del danno o inducendo la cellula ad andare in apoptosi Le mutazioni di TP 53 costituiscono probabilmente il più frequente singolo cambiamento genetico coinvolto nella trasformazione tumorale Mutazioni germinali di TP 53 sono responsabili della Sindrome di Li-Fraumeni (trasmissione AD, tumori multipli)

CDKN 2 A codifica per 2 proteine strutturalmente non correlate p 16 (o INK

CDKN 2 A codifica per 2 proteine strutturalmente non correlate p 16 (o INK 4 A) agisce a monte di RB 1: inattiva le chinasi che fosforilano p. RB (forma inattiva). La sua assenza causa quindi, indirettamente, un aumento della fosforilazione di p. RB, cioè della sua forma inattiva p 14 (o ARF) blocca il gene MDM 2 che, a sua volta, blocca p 53 (la lega e la degrada); quindi l’assenza di p 14 causa, in maniera indiretta , la diminuzione di p 53

Proliferazione e differenziamento cellulare sono sotto stretto controllo genetico, i geni coinvolti sono numerosi

Proliferazione e differenziamento cellulare sono sotto stretto controllo genetico, i geni coinvolti sono numerosi così come le vie di controllo che sono oltre tutto interconnesse e parzialmente ridondanti. Alcuni geni (e alcune vie) sono espressi in modo specifico in uno o pochi tipi cellulari, mentre altri hanno un’espressione sostanzialmente ubiquitaria. L’interruzione di una determinata via potrebbe avere effetti diversi in tipi cellulari diversi e indurre l’attivazione di una via alternativa solo in un determinato tessuto.

Il destino evolutivo di una cellula è determinato da una complessa rete di interazioni

Il destino evolutivo di una cellula è determinato da una complessa rete di interazioni parzialmente ridondanti E’ estremamente difficile prevedere le conseguenze che specifiche mutazioni possono avere in specifici tessuti