La strofa un insieme di versi di numero
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La strofa è un insieme di versi di numero fisso legati da uno schema di rime I versi che compongono la strofa possono essere tutti dello stesso tipo o di tipologie diverse Una poesia è formata da più strofe X Agosto A B C D San Lorenzo, io lo so perché tanto di stelle per l’aria tranquilla arde e cade, perché sì gran pianto nel concavo cielo favilla. Endecasillabo Ritornava una rondine al tetto: l’uccisero: cadde tra spini: ella aveva nel becco un insetto: la cena dei suoi rondinini. […] Endecasillabo (Giovanni Pascoli, Myricae) Novenario In genere la strofa corrisponde a un’unità di contenuto Endecasillabo Novenario Il passaggio da una strofa all’altra è di norma segnalato graficamente da uno spazio bianco
Tipi di strofe In base al numero dei versi che le compongono e al tipo di rima le strofe sono così classificabili Tipo di strofa N° versi Tipo di versi Rima Distico 2 Prevalentemente endecasillabi Baciata o alternata Terzina 3 Endecasillabi Incatenata o invertita o ripetuta Quartina 4 Vari Di norma alternata o incrociata Strofa di 5 versi (pentastica) 5 Vari Di norma alternata
Tipi di strofe Tipo di strofa N° versi Tipo di versi Rima Sestina 6 Endecasillabi o settenari 4 versi a rima alternata + 2 a rima baciata Ottava 8 Endecasillabi 6 endecasillabi a rima alternata + 2 a rima baciata Strofe saffica 4 3 endecasillabi più 1 quinario alternata
I componimenti poetici La forma metrica di un componimento poetico è determinata dalla combinazione di versi, rime e strofe I tipi di componimento codificati dalla tradizione lirica italiana sono numerosi I più utilizzati dai poeti sono il sonetto e la canzone L’invenzione del sonetto è attribuita al poeta siciliano Giacomo da Lentini (1210 ca. -1260 ca. ) Ogni forma metrica ha la sua storia, i suoi periodi di maggiore o minore fortuna Di origine provenzale e originariamente destinata al canto, la canzone è uno dei più antichi e solenni componimenti della lirica italiana
Il sonetto è la forma metrica più classica e diffusa della poesia italiana La differenza Penso e ripenso: – Che mai pensa l’oca gracidante alla riva del canale? Pare felice! Al vespero invernale protende il collo, giubilando roca. Salta starnazza si rituffa gioca: né certo sogna d’essere mortale né certo sogna il prossimo Natale né l’armi corruscanti della cuoca. – O pàpera, mia candida sorella, tu insegni che la Morte non esiste: solo si muore da che s’è pensato. Ma tu non pensi. La tua sorte è bella! Ché l’esser cucinato non è triste, triste è il pensare d’esser cucinato. (Guido Gozzano, La via del rifugio) È formato da 2 quartine + 2 terzine per un totale di 14 versi endecasillabi 2 quartine: la rima può essere alternata (ABAB) o incrociata (ABBA) 2 terzine: la rima può essere alternata (CDC DCD), ripetuta (CDE CDE), invertita (CDE EDC), o incatenata (CDC EDE)
La canzone è la più antica forma metrica della lirica ed è stata considerata da Dante la più adatta a trasmettere contenuti elevati di tipo morale, politico, amoroso e anche religioso. La canzone tradizionale o petrarchesca Ebbe larga diffusione dal Duecento fino all’Ottocento La canzone libera o leopardiana La canzone venne utilizzata in questa forma nel XIX secolo
La canzone antica Chiare, fresche et dolci acque, ove le belle membra pose colei che sola a me par donna; gentil ramo ove piacque (con sospir’ mi rimembra) a lei di fare al bel fiancho colonna; herba et fior’ che la gonna leggiadra ricoverse co l’angelico seno; aere sacro, sereno, ove Amor co’ begli occhi il cor m’aperse: date udïenza insieme a le dolenti mie parole extreme. […] Se tu avessi ornamenti quant’hai voglia, potresti arditamente uscir nel bosco, e gir infra la gente. a b C C D E E D F F (Francesco Petrarca, Canzoniere) Piede Fronte Stanza (strofa) di endecasillabi e settenari Piede Chiave o concatenatio (presente spesso) Sirma (può essere unica o divisa in due volte di ugual numero di versi) Lo schema metrico della prima stanza si ripete uguale nelle strofe successive Congedo o commiato (l’ultima stanza della canzone, più breve delle altre; non sempre è presente)
La canzone leopardiana o moderna A Silvia rimembri ancora quel tempo della tua vita mortale quando beltà splendea negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi, e tu, lieta e pensosa, il limitare di gioventù salivi? a B c D E d Sonavan le quiete stanze, e le vie dintorno, al tuo perpetuo canto, allor che all’opre femminili intenta sedevi, assai contenta di quel vago avvenir che in mente avevi. Era il maggio odoroso; e tu solevi così menare il giorno. […] f g h L l I I g (Giacomo Leopardi, Canti) Nel corso dei secoli la canzone subì un processo di semplificazione che culminò con l’opera di Giacomo Leopardi Le strofe sono di lunghezza variabile I versi – endecasillabi e settenari – sono variamente combinati Le rime non seguono uno schema fisso
L’ode • Il termine ode nella poesia greca è un componimento , di vario metro, accompagnato dalla musica. L’ode venne ripresa durante il Rinascimento, forse per opera di Bernardo Tasso , al fine di sostituire alla canzone una forma più agile e duttile. Fu spesso utilizzata per cantare temi civili o impegnati. Nell’Ottocento l’ode diede vita a componimenti ispirati a temi patriottici.
Il madrigale è un componimento lirico destinato ad essere musicato, sviluppatosi dal Trecento L’etimologia del nome è incerta , le ipotesi più accreditate lo fanno derivare da matrical carmen, canto in lingua materna, cioè in volgare e non in latino. Tratta temi prevalentemente amorosi e idilliaci, ma venne adoperato anche per la poesia politica e burlesca
La ballata • Componimento presente nel XIII secolo nelle regioni centrosettentrionali ed è così chiamata perché destinata ad essere insieme cantata e danzata. Si distingue dalla canzone perchè più umile e più semplice, tradendo la sua natura popolare. • Il Poliziano toccò vari argomenti , da quello amoroso a quello comicorealistico