DIVINA COMMEDIA INFERNO CANTO 27 PARAFRASI Inferno canto

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DIVINA COMMEDIA INFERNO CANTO 27 PARAFRASI

DIVINA COMMEDIA INFERNO CANTO 27 PARAFRASI

Inferno canto 27 - parafrasi 2 Già era dritta in sù la fiamma e

Inferno canto 27 - parafrasi 2 Già era dritta in sù la fiamma e queta per non dir più, e già da noi sen gia con la licenza del dolce poeta, La fiamma di Ulisse si era appena raddrizzata e stava immobile poichè egli non stava più parlando, e già si stava allontanando da noi accompagnata dal saluto del dolce poeta Virgilio, quand’un’altra, che dietro a lei venìa, ne fece volger li occhi a la sua cima per un confuso suon che fuor n’uscia. 6 quando un’altra fiamma, che le veniva dietro, ci fece voltare gli occhi verso la sua punta a causa del suono confuso che ne fuoriusciva. Come ’l bue cicilian che mugghiò Come il bue (di bronzo) siciliano di prima Perillo che muggì per la prima col pianto di colui, e ciò fu dritto, volta per effetto delle grida di Unitre - Arquata - B. Ciarlo 20/12/2017 che l’avea temperato con sua colui, giustamente, che l’aveva

Inferno canto 27 - parafrasi 3 mugghiava con la voce de l’afflitto, sì che,

Inferno canto 27 - parafrasi 3 mugghiava con la voce de l’afflitto, sì che, con tutto che fosse di rame, pur el pareva dal dolor trafitto; e muggiva con la voce di chi viene gravemente punito, così che, nonostante fosse fatto tutto di rame, sembrava lo stesso che fosse stato trafitto dal dolore; così, per non aver via né forame dal principio nel foco, in suo linguaggio si convertïan le parole grame. 15 allo stesso, non trovando una via nè un foro d’uscita, le parole dolorose pronunciate dall’ anima avvolta nella seconda fiamma si convertivano nel fischio tipico del fuoco al vento. Ma poscia ch’ebber colto lor Ma quando trovarono la via d’uscita vïaggio su per la punta della fiamma, su per la punta, dandole quel facendola vibrare come avrebbe guizzo avuto la lingua pronunciando delle Unitre - Arquata - B. Ciarlo 20/12/2017 che dato avea la lingua in lor parole,

Inferno canto 27 - parafrasi 4 udimmo dire: "O tu a cu’ io drizzo

Inferno canto 27 - parafrasi 4 udimmo dire: "O tu a cu’ io drizzo la voce e che parlavi mo lombardo, dicendo "Istra ten va, più non t’adizzo", sentimmo dire: “O tu a cui io rivolgo ora la mia parola e che poco fa parlavi in lombardo, dicendo “Ora va’; non ti spingo più a parlare”, perch’io sia giunto forse alquanto tardo, non t’incresca restare a parlar meco; vedi che non incresce a me, e ardo! anche se sono giunto forse un poco tardi, non ti dispiaccia restare a parlare un po’ con me: vedi non dispiace nemmeno a me fermarmi a parlare, anche se sto bruciando! Se tu pur mo in questo mondo cieco caduto se’ di quella dolce terra latina ond’io mia colpa tutta reco, Se tu sei caduto adesso in questo mondo buio da quella dolce terra italiana dalla quale io ho portato quaggiù tutto il peso della mia colpa, Unitre - Arquata - B. Ciarlo 20/12/2017

Inferno canto 27 - parafrasi 5 dimmi se Romagnuoli han pace o guerra; ch’io

Inferno canto 27 - parafrasi 5 dimmi se Romagnuoli han pace o guerra; ch’io fui d’i monti là intra Orbino e ’l giogo di che Tever si diserra". dimmi se i Romagnoli sono in pace o in guerra; perchè io fui di Montefeltro, tra Urbino e l’Appeninno toscano là dove nasce il fiume Tevere”. Io era in giuso ancora attento e chino, quando il mio duca mi tentò di costa, dicendo: "Parla tu; questi è latino". Io ero ancora pronto ed attento a cogliere quelle parole, quando Virgilio confidenzialmente mi toccò con il gomito, dicendomi: “Parla tu con lui; costui è italiano come te”. E io, ch’avea già pronta la risposta, E io, che avevo già la risposta bella sanza indugio a parlare che pronta, cominciai a parlare incominciai: senza esitare: "O anima che se’ là giù nascosta, “Oh- anima ti trovi laggiù, Unitre - Arquata B. Ciarlo che 20/12/2017 nascosta tra le fiamme,

Inferno canto 27 - parafrasi 6 Romagna tua non è, e non fu mai,

Inferno canto 27 - parafrasi 6 Romagna tua non è, e non fu mai, sanza guerra ne’ cuor de’ suoi tiranni; ma ’n palese nessuna or vi lasciai. la tua Romagna non è, e non lo è mai neanche stata, senza la guerra, l’odio, nel cuore dei suoi tiranni; ma non la lasciai con in atto guerre evidenti. Ravenna sta come stata è molt’anni: l’aguglia da Polenta la si cova, sì che Cervia ricuopre co’ suoi vanni. Ravenna è nella stessa condizione in cui è stata per molti anni: lo stemma dei signori da Polenta la tiene sotto di sè gelosamente, su un territorio che si estende fino a Cervia. La terra che fé già la lunga prova Forlì che fu già costretta a e di Franceschi sanguinoso sostenere il famoso lungo assedio mucchio, e che fece una grande sanguinosa sotto le branche verdi si ritrova. strage dei Francesi assedianti, si Unitre - Arquata - B. Ciarlo 20/12/2017 trova sotto lo stemma del leone

Inferno canto 27 - parafrasi 7 E ’l mastin vecchio e ’l nuovo da

Inferno canto 27 - parafrasi 7 E ’l mastin vecchio e ’l nuovo da Verrucchio, che fecer di Montagna il mal governo, là dove soglion fan d’i denti succhio. Maltesta il Vecchio e Malatestino da Verrucchio, che fecero strazio del nobile ghibellino Montagna, come già in passato, usano ancora i denti come succhielli da sangue per straziare Rimini. Le città di Lamone e di Santerno conduce il lïoncel dal nido bianco, che muta parte da la state al verno. Le città di Faenza e di Imola sono governate dal signore che ha come stemma il leone su sfondo bianco, e che cambia fazione a seconda della stagione. (guelfo in Toscana e ghibellino in Romagna) E quella cu' il Savio bagna il fianco, E la città che è bagnata dal fiume così com'ella sie' tra 'l piano e 'l monte, Savio, Cesena, così come si trova tra tirannia si vive e stato franco. la pianura e la montagna, anche Unitre - Arquata - B. Ciarlo 20/12/2017 politicamente è divisa in istituzioni

Inferno canto 27 - parafrasi 8 Ora chi se’, ti priego che ne conte;

Inferno canto 27 - parafrasi 8 Ora chi se’, ti priego che ne conte; non esser duro più ch’altri sia stato, se ’l nome tuo nel mondo tegna fronte". Ora ti prego di dirmi chi sei: non avere meno voglia nel raccontarti di quanto io ti abbia dimostrato di averne nel rispondere, così che il tuo nome possa essere ricordato nel tempo, lassù nel mondo”. Poscia che ’l foco alquanto ebbe rugghiato al modo suo, l’aguta punta mosse di qua, di là, e poi diè cotal fiato: Dopo che la fiamma ebbe ruggito per un pò di tempo al suo solito modo, la punta aguzza si mosse vibrando di qua e di là, e poi disse queste parole: "S’i’ credesse che mia risposta “Se sapessi che la mia risposta fosse per raggiungere una persona che mai tornasse al deve tornare lassù nel mondo, la mondo, mia -fiamma vibrerebbe affatto Unitre - Arquata B. Ciarlo non 20/12/2017 questa fiamma staria sanza più per parlare;

Inferno canto 27 - parafrasi 9 ma però che già mai di questo fondo

Inferno canto 27 - parafrasi 9 ma però che già mai di questo fondo ma dal momento che da questo non tornò vivo alcun, s’i’ odo il vero, abisso mai sanza tema d’infamia ti rispondo. nessuno tornò alla vita mortale, se ho udito il vero, ti rispondo liberamente senza temere d’incorrere nell’infamia. Io fui uom d'arme, e poi fui cordigliero, credendomi, sì cinto, fare ammenda; e certo il creder mio venìa intero, 69 Io fui un guerriero, e poi fui anche frate di San Francesco, credendo, cingendomi con il suo cordone, di fare penitenza; e sicuramente avrei raggiunto anche il mio scopo, se non fosse il gran prete, a cui mal se non fosse stato per il Papa (che prenda!, lo pigli un accidente!), che mi fece che mi rimise ne le prime colpe; ricadere nei miei primi peccati; e il e come e quare, voglio che Unitre - Arquata come e il perchè successe, io - B. Ciarlo 20/12/2017 m’intenda. voglio che tu li sappia.

Inferno canto 27 - parafrasi 10 Mentre ch’io forma fui d’ossa e di polpe

Inferno canto 27 - parafrasi 10 Mentre ch’io forma fui d’ossa e di polpe che la madre mi diè, l’opere mie non furon leonine, ma di volpe. Nel tempo in cui io fui vivo, nella forma di quel corpo di carne ed ossa che mi diede la mia madre, le mie azioni non furono mai di persona coraggiosa come il leone, ma astuta come la volpe. Li accorgimenti e le coperte vie io seppi tutte, e sì menai lor arte, ch’al fine de la terra il suono uscie. 78 gli accorgimenti e le vie nascoste, le finzioni, io li conobbi tutti, e li utilizzai con così tanta arte, che la loro fama arrivò sino ai confini del mondo. Quando mi vidi giunto in quella parte di mia etade ove ciascun dovrebbe della vita (la vecchiaia) in cui tutti calar le vele e raccoglier le sarte, dovrebbero le vele e Unitre - Arquata - B. Ciarlo calare 20/12/2017 raccogliere le corde,

Inferno canto 27 - parafrasi 11 ciò che pria mi piacëa, allor m’increbbe, e

Inferno canto 27 - parafrasi 11 ciò che pria mi piacëa, allor m’increbbe, e pentuto e confesso mi rendei; ahi miser lasso! e giovato sarebbe. 84 mi pentii di quello che prima ero così contento d’aver fatto, e mortificato e confessato entrai in religione; ahi povero sciocco! e mi avrebbe certamente fatto bene. Lo principe d’i novi Farisei, avendo guerra presso a Laterano, e non con Saracin né con Giudei, 87 Invece ecco Papa Bonifacio VIII, che muove guerra contro i Colonnesi vicino a Roma, presso Laterano, e non contro i Saraceni o contro i Giudei, ché ciascun suo nimico era perchè tutti i suoi nemici erano cristiano, invece cristiani, e nessuno di loro e nessun era stato a vincer Acri era di quegl’infedeli che avevano né mercatante in terra di preso d’assalto San Giovanni Unitre - Arquata - B. Ciarlo 20/12/2017 Soldano, 90 d’Acri, e nemmeno avevano

Inferno canto 27 - parafrasi 12 né sommo officio né ordini sacri guardò in

Inferno canto 27 - parafrasi 12 né sommo officio né ordini sacri guardò in sé, né in me quel capestro che solea fare i suoi cinti più macri. 93 né la somma dignità di pontefice né il sacro carattere del sacerdozio rispettò in sè, e nemmeno in me rispettò quel cordone francescano che è solito rendere più magro chi lo porta, per spirito di penitenza. Ma come Costantin chiese Silvestro d’entro Siratti a guerir de la lebbre, così mi chiese questi per maestro 96 Infatti, così come Constantino mandò a cercare il papa S. Silvestro, rifugiatosi nel monte Soratte, per guarire dalla lebbra; così Bonifacio VIII mi mandò a chiamare per essere il suo medico a guerir de la superba febbre; e per guarirlo dalla superba domandommi consiglio, e io tacetti febbre della prepotenza: mi chiese perché le sue parole parver ebbre. consiglio sulla battaglia con i Unitre - Arquata - B. Ciarlo 20/12/2017 Colonnesi, ma io non dissi nulla

Inferno canto 27 - parafrasi 13 E’ poi ridisse: "Tuo cuor non sospetti; finor

Inferno canto 27 - parafrasi 13 E’ poi ridisse: "Tuo cuor non sospetti; finor t’assolvo, e tu m’insegna fare sì come Penestrino in terra getti. Poi mi disse, per farmi coraggio: “Il tuo cuor non abbia sospetti di ricadere nella colpa; io ti assolvo già da ora; però tu insegnami come fare a sconfiggere Palestrina. Lo ciel poss’io serrare e diserrare, come tu sai; però son due le chiavi che ’l mio antecessor non ebbe care". Le porte del paradiso io le posso aprire o chiudere, come tu ben sai; perchè sono due le chiavi, che al mio predecessore, Celestino V, non importarono molto”. Allor mi pinser li argomenti gravi là ’ve ’l tacer mi fu avviso ’l peggio, e dissi: "Padre, da che tu mi lavi Allora questi argomenti tanto autorevoli mi spinsero fino al punto di ritenere che il tacere sarebbe stato peggio che rispondere, e dissi allora: “Padre, visto che tu già mi Unitre - Arquata - B. Ciarlo 20/12/2017 assolvi

Inferno canto 27 - parafrasi 14 di quel peccato ov’io mo cader deggio, lunga

Inferno canto 27 - parafrasi 14 di quel peccato ov’io mo cader deggio, lunga promessa con l’attender corto ti farà trïunfar ne l’alto seggio". 111 da quel peccato in cui devo cadere, il mio consiglio è: promettere molto per poi mantenere poco ti farà trionfare nella tua suprema autorità”. Francesco venne poi, com’io fu’ morto, per me; ma un d’i neri cherubini li disse: "Non portar; non mi far torto. 114 Quando morii, San Francesco venne da me per prendermi con sé, ma uno dei neri demoni gli si oppose e gli disse: “Non portarlo con te: lasciamelo, non farmi torto. Venir se ne dee giù tra ’ miei Deve venire giù nell’inferno tra i meschini miei schiavi, perchè diede un perché diede ’l consiglio frodolente, consiglio frodolento, dato il quale, dal quale in qua stato li sono a’ gli sono sempre stato vicino per crini; riuscire a prenderlo per i capelli al Unitre - Arquata - B. Ciarlo 20/12/2017 momento opportuno;

Inferno canto 27 - parafrasi 15 ch'assolver non si può chi non si pente,

Inferno canto 27 - parafrasi 15 ch'assolver non si può chi non si pente, né pentere e volere insieme puossi per la contradizion che nol consente". perchè non si può assolvere chi non si pente, né, d’altra parte, è possibile volere il peccato e allo stesso tempo pentirsene, non si può per la contraddizione che non lo permette”. Oh me dolente! come mi riscossi quando mi prese dicendomi: "Forse tu non pensavi ch’io löico fossi!". 123 Oh povero me! come trasalii quando mi prese con sé e mi disse: “Forse tu non pensavi che io fossi un buon ragionatore!” A Minòs mi portò; e quelli attorse otto volte la coda al dosso duro; e poi che per gran rabbia la si morse, Mi portò a Minosse; e lui si avvolse per otto volte la coda attorno al proprio dorso duro; e poi, dopo essersela morsa in un impeto di grande rabbia, Unitre - Arquata - B. Ciarlo 20/12/2017

Inferno canto 27 - parafrasi 16 disse: "Questi è d’i rei del foco furo";

Inferno canto 27 - parafrasi 16 disse: "Questi è d’i rei del foco furo"; per ch’io là dove vedi son perduto, e sì vestito, andando, mi rancuro". disse: “Costui deve andare con i peccatori del fuoco ladro, che li nasconde”; perciò eccomi, dove mi vedi, perduto, e così vestito di questa fiamma, vago intorno e mi rammarico”. Quand’elli ebbe ’l suo dir così compiuto, la fiamma dolorando si partio, torcendo e dibattendo ’l corno aguto. Dopo aver terminato così il suo discorso, la fiamma che conteneva Guido da Montefeltro se ne andò contorcendo e facendo vibrare la punta aguzza. Noi passamm’oltre, e io e ’l duca mio, su per lo scoglio infino in su l’altr’arco che cuopre ’l fosso in che si paga il fio 135 Io e Virgilio procedemmo oltre, su per lo scoglio fino a raggiungere l’altro arco che sovrasta la nona bolgia dove subiscono la giusta punizione a quei che scommettendo acquistan coloro che, portando a divisioni, si Unitre - Arquata - B. Ciarlo 20/12/2017 carco. caricano la coscienza di peccati.