Fidenae Crustumerium Preistoria Monte delle Gioie Sacco Pastore

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Fidenae Crustumerium Preistoria Monte delle Gioie Sacco Pastore Sepolcri Strade Le Ville Ponte Nomentano

Fidenae Crustumerium Preistoria Monte delle Gioie Sacco Pastore Sepolcri Strade Le Ville Ponte Nomentano

VILLA DI VIA DI SETTEBAGNI LE VILLE VIA SALARIA VILLA DI FAONTE PONTE NOMENTANO

VILLA DI VIA DI SETTEBAGNI LE VILLE VIA SALARIA VILLA DI FAONTE PONTE NOMENTANO VIA NOMENTANA

MAUSOLEO DI VIA FERRUCCIO AMENDOLA MAUSOLEI PONTE SALARIO TORRACCIO DELLA CECCHINA MAUSOLEI PIAZZA AGRIPPA

MAUSOLEO DI VIA FERRUCCIO AMENDOLA MAUSOLEI PONTE SALARIO TORRACCIO DELLA CECCHINA MAUSOLEI PIAZZA AGRIPPA MAUSOLEO TORRACCIA CAPOBIANCO MAUSOLEO DI CINQUINA CATACOMBE DI S. ALESSANDRO SEPOLCRI DI BEL POGGIO MAUSOLEO TORRETTA BUFALOTTA

PREISTORIA

PREISTORIA

LA PREISTORIA Il territorio del III Municipio, in particolare la bassa valle dell’Aniene (tra

LA PREISTORIA Il territorio del III Municipio, in particolare la bassa valle dell’Aniene (tra il Raccordo Anulare e la confluenza del Tevere), è caratterizzato dall’importante presenza di due corsi d’acqua, il Tevere e l’Aniene, che fin dalla Preistoria hanno richiamato la presenza di numerose specie animali e dell’uomo. Sono attestati, infatti, numerosi resti fossili di animali e resti umani associati ad industria litica del Paleolitico Superiore. Pochi i ritrovamenti risalenti al Neolitico. Sono attestati anche resti dell’Eneolitico nei pressi dell’attuale via di Settebagni.

SACCO PASTORE

SACCO PASTORE

LOCALITÀ DEL SITO DEL SACCOPASTORE Saccopastore (il sito corrisponde all’attuale Via Val di Nievole)

LOCALITÀ DEL SITO DEL SACCOPASTORE Saccopastore (il sito corrisponde all’attuale Via Val di Nievole)

RITROVAMENTI Uomo di Saccopastore” è il nome dato al tipo umano fossile i cui

RITROVAMENTI Uomo di Saccopastore” è il nome dato al tipo umano fossile i cui resti furono rinvenuti nel 1929 dal duca Mario Grazioli, proprietario della cava di ghiaia di Saccopastore, località della campagna romana sulla riva sinistra del fiume Aniene. L’espansione edilizia della zona ha completamente cancellato il sito.

DATAZIONE DEL SACCOPASTORE I crani sono stati ritrovati associati a resti ossei di elefante

DATAZIONE DEL SACCOPASTORE I crani sono stati ritrovati associati a resti ossei di elefante dalle zanne dritte, Hippopothamus major, daini e strumenti musteriani, che ne permettono una datazione a 125. 000 anni fa. I numerosi resti fossili di vegetali hanno permesso, inoltre, di ricostruire l’ambiente nel quale viveva l’Uomo di Saccopastore: boschi di querce, miste a carpini, faggi, tigli e aceri, vegetazione presente ancora oggi nelle regioni dell’Italia centrale.

DESCRIZIONE Saccopastore I : i resti del primo cranio fossile rinvenuto nel 1929 a

DESCRIZIONE Saccopastore I : i resti del primo cranio fossile rinvenuto nel 1929 a circa 6 metri di profondità, privo della parte inferiore della faccia e con un foro nell’osso temporale, appartengono ad una giovane donna Saccopastore II : i resti del secondo cranio rinvenuto da Alberto Carlo Blanc e Henri Breuil nel 1935, a 3 metri di profondità nella medesima località, con la base e parte della faccia conservate, appartengono ad un uomo adulto.

DESCRIZIONE Entrambi i crani sono stati classificati come preneanderthaliani e rappresentano una delle più

DESCRIZIONE Entrambi i crani sono stati classificati come preneanderthaliani e rappresentano una delle più importanti testimonianze dell’evoluzione del Neanderthal in Europa.

COLLOCAZIONE DEI DUE CRANI Museo di Antropologia "Giuseppe Sergi" dell’Università di Roma “La Sapienza”.

COLLOCAZIONE DEI DUE CRANI Museo di Antropologia "Giuseppe Sergi" dell’Università di Roma “La Sapienza”. Museum of Antropology “Giuseppe Sergi” in University of Rome “La Sapienza”. Calchi presso il Museo Nazionale L. Pigorini di Roma (EUR) Casts National Museum “Luigi Pigorini” of Rome (EUR)

RIFERIMENTI Foto tratte da “Roma – La IV Circoscrizione incontra la propria storia -

RIFERIMENTI Foto tratte da “Roma – La IV Circoscrizione incontra la propria storia - Le Origini – Una storia Millenaria tra Cultura e Ambiente”, a cura di Paolo Brocato e Ennio Meandri. Edizioni Gruppo Archeologico Romano. Roma 1996 – prima edizione). Storia del IV Municipio Archiviato il 2 febbraio 2014 in Internet Archive

Monte delle Gioie

Monte delle Gioie

Monte delle Gioie Piccola altura sulla destra del fiume Aniene (dove oggi sorgono Piazza

Monte delle Gioie Piccola altura sulla destra del fiume Aniene (dove oggi sorgono Piazza Vescovio e Villa Chigi), vicino alla confluenza del fiume Aniene con il Tevere, presso Ponte Salario.

Ritrovamenti • Utensili di pietra scheggiata (principalmente raschiatoi semplici convessi, un grattatoio, attestata la

Ritrovamenti • Utensili di pietra scheggiata (principalmente raschiatoi semplici convessi, un grattatoio, attestata la tecnica Levallois) simili a quelli rinvenuti nella vicina località della Sedia del Diavolo. • Resti fossili di mammiferi estinti (Pachidermi, Bue primigenio, Equidi e Cervi) e di uccelli indicatori di clima freddo (Cigno minore, Oca delle nevi, Oca dalla faccia bianca). Datazione Paleolitico Superiore (200. 000 – 180. 000 anni fa)

Descrizione Le prime notizie di ricerche nella zona, risalgono alle osservazioni di Frère Indes,

Descrizione Le prime notizie di ricerche nella zona, risalgono alle osservazioni di Frère Indes, nel 1869, quando il direttore dell’Ecole Chrétienne di Roma pubblicò tra l’altro i risultati di un suo saggio di scavo nella “Grotta del Monte delle Gioie” (Taschini, 1967). I lavori effettuati nel 1936 per costruire una linea ferroviaria distrussero la grotta e successivamente anche l’intero sperone su cui essa sorgeva. Tuttavia la sua posizione fu ricostruita dal paleontologo A. C. Blanc nel corso delle sue ricerche lungo la bassa valle dell’Aniene.

La stratigrafia del giacimento rilevata da Blanc è sostanzialmente simile a quella di Sedia

La stratigrafia del giacimento rilevata da Blanc è sostanzialmente simile a quella di Sedia del Diavolo, situata sul medesimo terrazzo dell’Aniene: uno spesso banco di tufo litoide, limi sabbiosi stratificati (al Monte delle Gioie la formazione di limo lacustre giallo è più consistente rispetto a Sedia del Diavolo), ghiaie e sabbie contenenti fauna e industria litica. Al di sopra delle ghiaie, Blanc raccolse nelle sabbie gialle resti di uccelli artici. Durante la costruzione della ferrovia, lo studioso rinvenne fauna e industria anche in un conglomerato terroso-argilloso bruno che in quel punto costituiva il termine superiore della serie (conglomerato probabilmente prodotto dal disfacimento della parte superiore della serie stratigrafica conservatasi più a monte). Anche a Monte delle Gioie il complesso di depositi termina con un livello di piroclastiti grigie con pomici bianche a cui si sovrappongono terreni privi di industria litica.

Riferimenti www. researchgate. net

Riferimenti www. researchgate. net

Monte delle Gioie Small hill on the right of the Aniene River (the place

Monte delle Gioie Small hill on the right of the Aniene River (the place where today rise piazza Vescovio and Villa Chigi), near the confluence of the Aniene River with Tevere River, near Salario Bridge.

Ruins - tools of chipped stone (mainly simple convex scrapers, a grating, attesting the

Ruins - tools of chipped stone (mainly simple convex scrapers, a grating, attesting the Levallois thecnique) similar to those found in the nearly area of Sedia del Diavolo. - fossil remains of extinct mammals (pachyderms, primeval ox, equidae and deer), rests of birds suggest that the climate was cold (minor swan, snow goose, whitefaced goose)

Date Upper Paleolithic (200. 000 – 180. 000 years ago)

Date Upper Paleolithic (200. 000 – 180. 000 years ago)

Description • The first researches were made by Frère Indes on 1869, when the

Description • The first researches were made by Frère Indes on 1869, when the director of Ecole Chretienne of Rome stated the result his essay of excavation at “Grotta delle Gioie” (1967). • Civil engineering works and a new railway broken the cavern and afterwords also the spur of stone. However the paleologist A. C. Blanc rebuilt the location of the grave during his researches along the lower valley of Aniene. The stratigraphy of the site result almost similar to the same of Sedia del Diavolo, situated on the same terrace of Aniene: a big desic of tuff, sandy silt stratified, gravel and sand containing wildlife and lithic industry. Over the layer of ghiaie, in yellow sand Blanc found remains of artic birds.

References • www. researchgate. net • Soriano, Sylvain & Villa, Paola. (2017). Early Levallois

References • www. researchgate. net • Soriano, Sylvain & Villa, Paola. (2017). Early Levallois and the beginning of the Middle Paleolithic in central Italy.

FIDENE

FIDENE

RITROVAMENTI NEL QUARTIERE FIDENAE Nel quartiere di Fidene sono stati ritrovati nel XI secolo

RITROVAMENTI NEL QUARTIERE FIDENAE Nel quartiere di Fidene sono stati ritrovati nel XI secolo a. C - Cisterna arcaica ogivale - Cisterna Romana - Tomba a camera - Capanna.

DESCRIZIONE DEI RITROVAMENTI Cisterna arcaica rettangolare in blocchi di tufo in via San Gennaro,

DESCRIZIONE DEI RITROVAMENTI Cisterna arcaica rettangolare in blocchi di tufo in via San Gennaro, nel campo di fronte alla torrefazione Marziali. Cisterna circolare ogivale in blocchi di tufo sagomati in via San Gimignano , al n. civico 42/b, presso i locali della Maxi Pubblicità (visitabile a richiesta). Resti di una grande Cisterna Romana in cementizio nel giardino del ristorante “Villa Spada”. Tomba a camera: in via Rio nell’Elba. Capanna di fine IX secolo a. C , presso la piazza al termine di via Quarrata.

COLLOCAZIONE Questi ritrovamenti sono sul Colle di Villa Spada e Quartiere Fidenae

COLLOCAZIONE Questi ritrovamenti sono sul Colle di Villa Spada e Quartiere Fidenae

DESCRIPTION OF NEIGHBORHOOD OF FIDENAE XI sec. a. C The Archaic ogival cistern is

DESCRIPTION OF NEIGHBORHOOD OF FIDENAE XI sec. a. C The Archaic ogival cistern is made of tuff blocks in San Gennaro Street, in the field opposite a coffee roasting. It is a Circular shaped tank made of blocks of tuff which can be visited on request on the premises of MAXI pubblicità -an advertising company - in San Gimignano n. 42/b. The Remains of a large Roman cistern in cement in the garden of the restaurat “Villa spada”. The chamber tomb: in Rio nell’Elba street. The hut of the end of the 9 th century. B. C in the squadre located in Quarrata

RUINS NEIGHBORHOOD OF FIDENAE Archaic ogival cistern Roman cistern Chamber tomb Hut

RUINS NEIGHBORHOOD OF FIDENAE Archaic ogival cistern Roman cistern Chamber tomb Hut

POSITION On the Hill in Villa Spada and in the neighborhood called Fidenae.

POSITION On the Hill in Villa Spada and in the neighborhood called Fidenae.

CRUSTUMERIUM

CRUSTUMERIUM

CRUSTUMERIUM Crustumerium è un’antica città latina, affacciata sul Tevere, tra Eretum (nei pressi di

CRUSTUMERIUM Crustumerium è un’antica città latina, affacciata sul Tevere, tra Eretum (nei pressi di Monterotondo) e Fidenae. Fino a pochi decenni fa si ignorava ancora l’ubicazione della città; solo grazie alle ricognizioni effettuate da Lorenzo Quilici e Stefania Quilici Gigli tra il 1974 e il 1976, si è potuto localizzare l’antico centro sulla collina della Torretta e di Campo Grande alla Marcigliana. Crustumerium è situata su un pianoro difeso naturalmente su tre versanti e posto in posizione strategica a controllo della valle del Tevere e di quell’antichissimo tracciato viario che in età romana prenderà il nome di via Salaria. La città visse il suo massimo splendore tra l’XI e il VI sec. a. C. e, già nella prima Età del Ferro (X – IX sec. a. C. ), l’insediamento, costituito da capanne, occupava una superficie di 60 ettari.

Virgilio (Eneide, VII, 629 -631) la cita tra le cinque città che procurarono le

Virgilio (Eneide, VII, 629 -631) la cita tra le cinque città che procurarono le armi per combattere contro Enea. Dionigi e Livio la citano come una delle città che subirono il noto “ratto delle Sabine”. Crustumerium, insieme alleate Antemnae e Caenina, si schierarono contro Roma, ma furono sconfitte e costrette a subire l’occupazione romana. Nell’alleanza con Roma che seguì, Crustumerium inviò viveri all’Urbe, colpita da una carestia, ma gli approvvigionamenti furono intercettati e sequestrati da Fidenae. Negli anni che seguirono, Crustumerium subì ancora l’occupazione Romana, fino alla sua capitolazione nel 499 a. C. La città continuò il suo lento declino che progressivamente la spopolò, fino alla sua definitiva caduta dopo la conquista romana di Veio che interruppe i rapporti commerciali tra l’Etruria e la Campania lungo il cui transito appunto sorgeva il centro. Non diversamente da Fidenae, anche il territorio di Crustumerium in Età imperiale vide sorgere numerose villae, modello di produttività agricola.

COLLOCAZIONE Abitato e necropoli del Latium Vetus.

COLLOCAZIONE Abitato e necropoli del Latium Vetus.

RITROVAMENTI CRUSTUMERIUM X-VI sec. a. C. Dell’antico abitato sono stati rinvenuti pochi resti: un

RITROVAMENTI CRUSTUMERIUM X-VI sec. a. C. Dell’antico abitato sono stati rinvenuti pochi resti: un pozzetto scavato nella roccia (830 -770 a. C. ), resti di un edificio e di un forno (VII-VI sec. a. C. ), tracce di un asse stradale e resti di mura in blocchi di tufo. Due necropoli: una in località Monte del Bufalo, in prossimità dell’abitato; l’altra in località Campo Grande, vicino all’attuale via Salaria. Le necropoli erano costituite da più di mille tombe di diversi tipi, databili tra il IX e il VI sec. a. C. , che hanno restituito ricchi corredi con anfore, tazze e vasi dalle forme originali. Molti materiali provenienti da scavi clandestini sono stati rinvenuti su mercati antiquari anche all’estero ed molti altri fanno parte di collezioni private.

RIFERIMENTI www. romamontesacro. it/storiaintro. htm

RIFERIMENTI www. romamontesacro. it/storiaintro. htm

CRUSTUMERIUM Crustumerium is an old Latin villages. In 1974 -1976 was been found the

CRUSTUMERIUM Crustumerium is an old Latin villages. In 1974 -1976 was been found the antique centre on the two hills named Torretta and Campo Grande (Marcigliana). Crustumerium is situated on a big plateau that control the Tiber valley. The city lived his time of greatest splendor between XI-VI century B. C. In thi city have happened very important events for history. Crustumerium was captured by Romans until their fall in 499 B. C. After the population of this city stopped to growth and Crustumerium was forgotten until recent year.

RUINS • City and necropolis DATE • From 11 th to 6 th century

RUINS • City and necropolis DATE • From 11 th to 6 th century B. C

DESCRIPTION Thanks to the excavations, a little well- which had been dug in the

DESCRIPTION Thanks to the excavations, a little well- which had been dug in the rock- has been unearthed (830 -870 B. C). The ruins of a building, the ruins of an oven , traces of a street and ruins of a wall made of tuff have been unearthed too. Description of Necropolis: two are the areas where archeological escavartion were carried on, Monte del Bufalo and Sasso Bianco. Necropolis were made up of many tombs of different type, between 9 th and 6 th century B. C, that included rich equip, for example vases, cup and urns.

POSITION The resarches of this yers has been carried out the old town center

POSITION The resarches of this yers has been carried out the old town center on the top of the hill-named Torretta- that is situated on a plain difend from two slopes.

TYPOLOGY Cities and necropolis of Latium Vetus.

TYPOLOGY Cities and necropolis of Latium Vetus.

REFERENCES Francesco di Gennaro, finding the identity of CRUSTUMERIUM, www. irfrome. org Andrea Gardini,

REFERENCES Francesco di Gennaro, finding the identity of CRUSTUMERIUM, www. irfrome. org Andrea Gardini, CRUSTUMERIUM date: 30 August 2001 Mario Ierardi, History of CRUSTUMERIUM date: 1 november 1997

VILLE

VILLE

Il territorio del III Municipio tra il II secolo a. C. e il II

Il territorio del III Municipio tra il II secolo a. C. e il II secolo d. C. era caratterizzato dalla presenza di numerose villae di epoca romana con funzioni produttive agricole. Lo attestano i numerosi ritrovamenti architettonici associati a frammenti di anfore e di grandi contenitori alimentari. Si tratta dei resti di alcune centinaia di ville individuate sul territorio, scavate e spesso reinterrate per preservarle dalle intemperie ma anche dal rischio di scavi clandestini. Le fonti letterarie attestano che le attività agricole delle villae si basavano sulla coltivazione della vite per la produzione del vino, dell’ulivo per la produzione dell’olio, frutteti ed ortaggi.

La struttura tipica di una villa rustica, che potremmo definire un’azienda agricola a gestione

La struttura tipica di una villa rustica, che potremmo definire un’azienda agricola a gestione familiare, consisteva in tre distinte parti: la pars urbana, lussuosa residenza del proprietario destinata a fini esclusivamente residenziali; la pars rustica destinata agli schiavi che lavoravano la terra, agli animali e ai magazzini degli attrezzi; la pars fructuaria era impiegata per la lavorazione e la conservazione dei prodotti.

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1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. Triclino forno bagni cucina stalla cortile vano per la pressatura dell’uva corte per la fermentazione vani per la servitù stanze per la pressatura delle olive fienile aia (per la battitura del grano) 2 -5. stanze superiori per la famiglia del proprietario

VILLAE The territory of the III Municipio of Rome between the II century B.

VILLAE The territory of the III Municipio of Rome between the II century B. C. and II century A. C. was characterized by the presence of numerous roman villas with agricultural production functions. The numerous finds attest too. This architectural finds associated with fragments of amphora and large ones it deals. There are the remains of some hundreds of villas identified on the territory, excaved and often reinterred to preserve them from the elements but also from the risk of clandestine excavations. The literary sources attest that agricultural activities of the villae were based on the cultivation of the vine for the production of the wine and the olive tree for the production of oil, orchards and vegetables. This drawing shows the different parts of a Roman country villa.

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1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. Triclino forno bagni cucina stalla cortile vano per la pressatura dell’uva corte per la fermentazione vani per la servitù stanze per la pressatura delle olive fienile aia (per la battitura del grano) 2 -5. stanze superiori per la famiglia del proprietario

Villa di Faonte

Villa di Faonte

TIPOLOGIA Villa Romana RITROVAMENTO Resti di una cisterna e due vani intercomunicanti su archi,

TIPOLOGIA Villa Romana RITROVAMENTO Resti di una cisterna e due vani intercomunicanti su archi, appartenenti verosimilmente ad una villa di grandi dimensioni divisa in una pars rustica (produttiva) e una pars urbana (residenziale).

DATAZIONE Età imperiale

DATAZIONE Età imperiale

DESCRIZIONE La villa venne descritta dal Nibby nel 1849 e poi dal Tomasetti e

DESCRIZIONE La villa venne descritta dal Nibby nel 1849 e poi dal Tomasetti e dal Lanciani, che riferirono la presenza di murature in opus reticolatum che si estendevano sulla collina per una superficie di circa 300 mq e la presenza di un criptoportico, in seguito riconosciuto essere in realtà una cisterna, addossata al lato sud della collina. La cisterna presenta una pianta quadrangolare con lati di 100 x 50 piedi 29, 5 x 14 metri) divisa in due navate da un muro di spina a sei pilastri di 2, 10 metri. I muri perimetrali così come quello di spina sono realizzati in opus reticolatum con cubilia in tufo giallo. I lati est, ovest e sud, non a ridosso della collina, vennero rinforzati esternamente da un muro in opus cementicium in scaglie di selce.

Le pareti interne presentano ancora tratti dell’intonaco idraulico di rivestimento così come il cordolo

Le pareti interne presentano ancora tratti dell’intonaco idraulico di rivestimento così come il cordolo in corrispondenza del pavimento. La copertura con volta a botte era realizzata in opera cementizia in scaglie di selce e tufo. Se si escludono esigui resti di murature a nord-ovest della cisterna completamente rimaneggiati ed obliterati da strutture medievali, nulla è più visibile delle strutture descritte dal Nibby. Campagne di scavo e sondaggi sulla collina non hanno portato risultati. Negli anni sessanta del secolo scorso vennero scoperti degli ambienti sotterranei costituiti da cunicoli e da pozzi riconosciuti come un sistema di cisterne a cunicoli riferibili all'età repubblicana di una fase antecedente alla costruzione della cisterna esterna.

Il Lanciani riporta la presenza presso l'attiguo casale Chiari di lastre di marmo, frammenti

Il Lanciani riporta la presenza presso l'attiguo casale Chiari di lastre di marmo, frammenti di colonne, paraste, epistili e di un torcular la cui presenza lascia presupporre la coesistenza di una parte rustica. Una ricognizione del Quilici ha individuato piastrelle romboidali in marmo, frammenti di sigillata e di ceramica comune di età imperiale. Le dimensioni dei resti e il ritrovamento di una lastra di marmo con il nome di Claudia Egloge, il nome della nutrice di Nerone, fecero supporre che si trattasse della villa del liberto imperiale Faonte, il luogo dove si uccise l’imperatore. Diversi dubbi sussistono circa l’identificazione dei resti con la villa di Faonte: la via Patinaria (citata da Svetonio, al sesto chilometro della via Nomentana, tra questa e la via Salaria) sulla quale era posta la villa, non è stata ancora identificata; la lapide citata non è stata ritrovata in sito e il nome Egloge era all’epoca molto diffuso

RIFERIMENTI • Nibby A. , Analisi storico-topografico-antiquaria della carta dei dintorni di Roma (volume

RIFERIMENTI • Nibby A. , Analisi storico-topografico-antiquaria della carta dei dintorni di Roma (volume 3), Roma, Tipografia delle Belle Arti, 1849, 623 pagine • De Franceschini M. , Ville dell’agro romano, Roma, L'Erma di Bretschneider, 2005, 564 pagine • Melchiorri G. , Guida metodica di Roma e suoi contorni , Roma, Tipografia Puccinelli, 1836, 887 pagine Svetonio, De vita Caesarum (testo latino)

DESCRITION The villa was described by Nibby in 1849 and later by Tomasetti and

DESCRITION The villa was described by Nibby in 1849 and later by Tomasetti and by Lanciani, who reported the presence of opus reticolatum walls that extended over the hill for a surface of about 300 square meters and the presence of a cryptoporticus, later recognized to be actually a cistern, leaning against the south side of the hill. The cistern has a quadrangular plan with sides of 100 x 50 feet 29. 5 x 14 meters) divided into two naves by a plug wall with six pillars of 2. 10 meters. The perimeter walls as well as the spine are made of opus reticolatum with cubilia in yellow tuff. The east, west and south sides, not close to the hill, were reinforced externally by a wall in opus cementicium in flint flakes. The internal walls still have sections of the hydraulic coating plaster as well as the curb at the floor.

The barrel-vaulted roof was made of a cement work in flint and tuff flakes.

The barrel-vaulted roof was made of a cement work in flint and tuff flakes. Excluding meager remains of walls to the north-west of the cistern completely reworked and obliterated by medieval structures, nothing is more visible than the structures described by Nibby Excavation campaigns and boring on the hill have not brought results. In the sixties of the last century were discovered underground environments consisting of tunnels and wells recognized as a system of underground cisterns referable to the Republican age of a phase prior to the construction of the external cistern Lanciani reports the presence of marble slabs, column fragments in the adjoining farmhouse Chiari pilasters, letters and a torcular whose presence suggests the coexistence of a rustic part.

A reconnaissance of the Quilici identified marble rhomboid tiles, fragments of sealed tiles and

A reconnaissance of the Quilici identified marble rhomboid tiles, fragments of sealed tiles and pottery from the imperial age. The size of the remains and the finding of a marble slab with the name of Claudia Egloge, the name of Nero's nurse, suggested that it was the villa of the imperial freedman Faonte, the place where the emperor was killed. Several doubts persist regarding the identification of the remains with the villa of Faonte: the Via Patinaria (mentioned by Suetonius, on the sixth kilometer of the Via Nomentana, between this and the Via Salaria) on which the villa was located, has not yet been identified; the plaque cited was not found on site and the name Egloge was very widespread at the time.

FINDINGS. Imperial age Remains of a cistern and two rooms interconnecting on arcs, belonging

FINDINGS. Imperial age Remains of a cistern and two rooms interconnecting on arcs, belonging probably to a large roman villa divided in pars rustica (productive) and pars urbana (residential)

Villa di via di Settebagni

Villa di via di Settebagni

VILLA VIA DI SETTEBAGNI Lungo via di Settebagni, provenendo da via della Bufalotta, superato

VILLA VIA DI SETTEBAGNI Lungo via di Settebagni, provenendo da via della Bufalotta, superato il cavalcavia del GRA, a destra su di un poggio sono visibili resti di una villa romana.

RITROVAMENTI Resti di mura appartenenti ad una villa romana. DATAZIONE La presenza di frammenti

RITROVAMENTI Resti di mura appartenenti ad una villa romana. DATAZIONE La presenza di frammenti di tegole e ceramica fanno pensare che la costruzione di questa villa possa risalire all'età tardo-repubblicana ed imperiale.

TIPOLOGIA Villa romana DESCRIZIONE La villa, dotata di grandi ambienti con volta a botte

TIPOLOGIA Villa romana DESCRIZIONE La villa, dotata di grandi ambienti con volta a botte ancora visibili, appare costruita su un terrazzamento artificiale del poggio su cui sorgeva.

RIFERIMENTI (foto dell’Archivio della Soprintendenza archeologica di Roma)

RIFERIMENTI (foto dell’Archivio della Soprintendenza archeologica di Roma)

VILLA VIA DI SETTEBAGNI Along via di Settebagni, 4 from via della Bufalotta, over

VILLA VIA DI SETTEBAGNI Along via di Settebagni, 4 from via della Bufalotta, over the overpass of GRA, on the right over a knoll there are remains of a roman villa.

TIPOLOGIA Roman villa. RITROVAMENTI Remains of walls belonging to a Roman villa.

TIPOLOGIA Roman villa. RITROVAMENTI Remains of walls belonging to a Roman villa.

DATAZIONE The presence of tile and ceramic fragments suggest that the construction of this

DATAZIONE The presence of tile and ceramic fragments suggest that the construction of this villa may date back to the late Republican Age-Imperial Age.

DESCRIZIONE The country villa, with large rooms covered by a barrel vault, was built

DESCRIZIONE The country villa, with large rooms covered by a barrel vault, was built on an artificial terracing of the hill on which it stood.

RIFERIMENTI (foto dell’Archivio della Soprintendenza archeologica di Roma)

RIFERIMENTI (foto dell’Archivio della Soprintendenza archeologica di Roma)

PONTE NOMENTANO

PONTE NOMENTANO

Ponte Nomentano è un ponte sopra il fiume Aniene attraversato dalla via Nomentana, a

Ponte Nomentano è un ponte sopra il fiume Aniene attraversato dalla via Nomentana, a Roma, nel quartiere di Monte Sacro. Collega le zone urbanistiche 4 a Monte Sacro e 4 h Sacco Pastore del III Municipio ed è uno dei pochi ponti pedonali di Roma.

Tipologia Ponte ad arco romano

Tipologia Ponte ad arco romano

Descrizione Il ponte fu realizzato in Età Repubblicana nel punto in cui la via

Descrizione Il ponte fu realizzato in Età Repubblicana nel punto in cui la via Nomentana superava l’Aniene (circa 4 km dall’antica Porta Nomentana), probabilmente su un tracciato per la transumanza risalente alla preistoria. Infatti, il ponte conserva nella chiave di volta dell’arco centrale il rilievo di una testa bovina e una clava che richiama il culto di Ercole cui il ponte era dedicato. In origine, la struttura era realizzata in blocchi squadrati di tufo ed era costituita da tre archi di travertino, uno più grande centrale e due minori laterali, come i ponti Mammolo e Salario. Distrutto da Totila nel 547 d. C. e ricostruito da Narsete nel 565 d. C. , assunse l’aspetto di ponte a due archi.

L’aspetto attuale di piccolo castello medievale si deve ai lavori di modifica e di

L’aspetto attuale di piccolo castello medievale si deve ai lavori di modifica e di restauro effettuati da diversi papi a partire da papa Adriano I (772 -796), a papa Nicolò V (1447 -1455) al quale si deve lo stemma e la targa sulla torre, e a papa Pio II (1461) al quale si deve l’aggiunta della merlatura. Il ponte diviene così una costruzione fortificata costituita da due torri connesse da ballatoi di legno e collegate da un muro merlato. Nel ‘ 700 la torre sulla sponda destra fu distrutta e venne sostituita da un edificio più basso con una copertura a tetto. Sono molti gli eventi storici “vissuti” dal monumento: nell’anno 800 sul Ponte Nomentano si sarebbero incontrati papa Leone III e Carlo Magno; trasformato in dazio da Sisto V (1471 -1484), nel corso del XV secolo fu assaltato ed occupato da diversi condottieri e da Paolo Orsini. Fu unito alla Dogana di Roma nel 1532 e nel 1849 subì ancora danni nello scontro tra Garibaldini e Francesi, che subito dopo ne ripristinarono l’uso.

Rimasto indenne durante il processo di urbanizzazione del quartiere fino in anni recenti, è

Rimasto indenne durante il processo di urbanizzazione del quartiere fino in anni recenti, è stato affiancato dal moderno ponte Tazio nel 1926 e definitivamente chiuso al traffico nel 1997, divenendo percorso pedonale d’interesse archeologico. Riferimenti www. romamontesacro. it/storiaintro. html con bibliografia

CATACOMBE DI SANT’ALESSANDRO

CATACOMBE DI SANT’ALESSANDRO

Posizione Al VII miglio / km 13 della Via Nomentana, dopo l’incrocio con via

Posizione Al VII miglio / km 13 della Via Nomentana, dopo l’incrocio con via Cesarina, è visibile un tratto del basolato della via antica e sulla destra la basilica con il cimitero attiguo.

Ritrovamenti L'intero complesso alla luce durante gli scavi del 1854, condotti nella tenuta del

Ritrovamenti L'intero complesso alla luce durante gli scavi del 1854, condotti nella tenuta del Coazzo per rintracciare testimonianze dell'antica città di Ficulea. Un'iscrizione, rinvenuta all'interno di un edificio sotterraneo, portò all'identificazione dell'antico oratorio di S. Alessandro martire. Studi più sistematici furono condotti dopo la sistemazione architettonica dell’area a cura dell’architetto Clemente Busiri Vici nel 1936, seguita dalla solenne inaugurazione di Pio XII nel 1937.

Datazione Dal II-IV secolo

Datazione Dal II-IV secolo

Descrizione La basilica fu eretta nel II secolo d. C. per commemorare il martirio

Descrizione La basilica fu eretta nel II secolo d. C. per commemorare il martirio di Evenzio, Teodulo e Alessandro, ma la sua struttura definitiva, composta da due ambienti basilicali contrapposti, risale al IV secolo ad opera di Urso, vescovo dei vicini centri di Ficulea e di Nomentum, con i quali la Basilica appare sempre in stretta relazione. Sul piano del pavimento si prospettano due sale diametralmente opposte: a destra è ancora visibile l'altare che circonda e protegge il sepolcro dei due santi Alessandro ed Evanzio.

L'altare, arricchito di marmi preziosi, presenta il lato rivolto verso il corpo della basilica

L'altare, arricchito di marmi preziosi, presenta il lato rivolto verso il corpo della basilica finemente lavorato con un motivo ad archi sovrapposti; al centro una finestrella rettangolare permette di vedere il sottostante sepolcro bisomo, rivestito da lastre di marmo ancora intatte. La grande aula basilicale contrapposta all'oratorio presenta sulla soglia due colonne corinzie; in fondo l'abside semicircolare volge la parte convessa su via Nomentana; al centro una nicchia rettangolare dovette, con molta probabilità, contenere una cattedra episcopale. Il cimitero si sviluppa su un solo piano con una rete di gallerie comunicanti. Inserite su alcune lastre di copertura è possibile scorgere le ampolle di vetro che contenevano liquidi odorosi adoperati nel rito della deposizione.

Carmelo Calvo, su Roma Tiburtina: Catacomba e basilica di S. Alessandro. Alessandra Reggi, su

Carmelo Calvo, su Roma Tiburtina: Catacomba e basilica di S. Alessandro. Alessandra Reggi, su Romanatura: Catacombe di S. Alessandro

CATACOMB OF SANT’ ALESSANDRO

CATACOMB OF SANT’ ALESSANDRO

Position • At VII mile / km 13 of via Nomentana, after the intersecation

Position • At VII mile / km 13 of via Nomentana, after the intersecation with via cesarina, a setion of the ancient street paving is visible and on the right the basilica with adjacent cemetery.

Ruins • The entire complex came to light during the excavations of 1854, conducted

Ruins • The entire complex came to light during the excavations of 1854, conducted on the Coazzo estate to trace evidence of the ancient city of Ficulea. An inscription, found inside an underground building, led to the identification of the ancient oratory of the St. Alexander the Martyr. More systematic studies were conduct after the architectural arrangement of the area by the architect Clemente Busiri Vici in 1936, followed by the solemn inauguration of Pius XII, in 1937.

Dating • From II-IV century

Dating • From II-IV century

Description • The basilica was built in the II century BC to commemorate the

Description • The basilica was built in the II century BC to commemorate the martyrdom of Evanzio, Teodulo and Alessandro, but its definitive structure, composed of two opposing basilicas, dates back to the IV century by Urso, bishop of the nearly centers of Ficulea and Nomentum, with whom the Basilica results in close relationship. On the floor level there are two diametrically opposite rooms: on the right is still visible the altar that surrounds and protect the sepulcher of the two saints Alexander an Evanzio.

Description • The altar, enriched with precious marbles, present the side facing the body

Description • The altar, enriched with precious marbles, present the side facing the body of the basilica finely worked with a motif overlapping arcs; in the center a little rectangular window allows to see the sepulcher below, covered with marble slabs still intact. In the large basilical hall opposite the oratory there are two Corinthians columns on the threshold; the semicircular apse turning the convex part on via Nomentana; in the center a rectangular niche probably contained an episcopal chair. The cemetery develops on a single floor with a network of communicating galleries. Inserting in a cover plate are visible two glass ampules containing odorous liquids used in the ritual of deposition.

Carmelo Calvo, Catacomba e basilica di S. Alessandro, su Roma Tiburtina. Alessandra Reggi, Catacombe

Carmelo Calvo, Catacomba e basilica di S. Alessandro, su Roma Tiburtina. Alessandra Reggi, Catacombe di S. Alessandro, su Romanatura

Mausolei presso piazza Menenio Agrippa

Mausolei presso piazza Menenio Agrippa

MAUSOLEI presso Piazza Menenio Agrippa I mausolei si trovano sul lato sinistro della Via

MAUSOLEI presso Piazza Menenio Agrippa I mausolei si trovano sul lato sinistro della Via Nomentana, dopo il Ponte Nomentano, prima di giungere a Piazza Menenio Agrippa RITROVAMENTI Mausolei DATAZIONE Epoca imperiale (I – II secolo d. C. )

Descrizione • La prima tomba, chiamata di Menenio Agrippa per la vicinanza col Monte

Descrizione • La prima tomba, chiamata di Menenio Agrippa per la vicinanza col Monte Sacro (un personaggio di 6 secoli più antico), faceva parte di una vasta area sepolcrale che era posta su di un colle tra via Nomentana Vecchia, via Maiella e corso Sempione. Durante la realizzazione del quartiere di Città Giardino, durante gli anni Venti del secolo scorso, lo sbancamento della collina portò alla luce numerosi resti di sepolture.

 • Dell'antica tomba oggi è visibile la struttura portante in calcestruzzo di tufo

• Dell'antica tomba oggi è visibile la struttura portante in calcestruzzo di tufo di forma cilindrica che poggia su uno zoccolo a forma di parallelepipedo. I pilastri rivolti verso via Nomentana, che rinforzano sull’esterno la struttura, sono aggiunte posteriori di epoca imprecisata. In antichità si accedeva al sepolcro attraverso l'entrata costituita da un arco a centro rialzato che si apriva sul lato opposto della strada. La camera funeraria, esplorata di recente, è di forma circolare con quattro nicchie rettangolari sormontate da strette finestre, di cui due ancora visibili. La tomba è coperta da una volta nella quale sono ancora inglobati frammenti delle anfore usate per alleggerire la muratura, espediente molto usato in antico.

 • In epoca medievale il mausoleo fu adibito a torre di avvistamento, di

• In epoca medievale il mausoleo fu adibito a torre di avvistamento, di cui oggi non rimane traccia, come appare in alcune riproduzioni dei secoli scorsi: la Mappa di Eufrosino della Volpaia (1547) ed una pianta del Catasto Alessandrino (1660). • Di fronte al mausoleo di Agrippa sono visibili resti di un altro mausoleo a pianta quadrata, con una nicchia per lato. L’edificio era alto 10 metri ed era realizzato in calcestruzzo a quattro dadi sovrapposti di proporzioni progressivamente inferiori. Nella parte inferiore appare impiegata la selce, mentre per gli elementi sovrastanti sono impiegati spezzoni di tufo giallo. • Gli altri numerosi mausolei e sepolcri disposti lungo le pendici del Monte Sacro sono andati distrutti durante i lavori di urbanizzazione del quartiere di città Giardino.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI • http: //www. sovraintendenzaroma. it/i_luoghi/roma_anti ca/monumenti/mausoleo_cd_di_menenio_agrippa • Atlante dei Beni Culturali delle

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI • http: //www. sovraintendenzaroma. it/i_luoghi/roma_anti ca/monumenti/mausoleo_cd_di_menenio_agrippa • Atlante dei Beni Culturali delle Aree Naturali Protette di Roma. Natura

MAUSOLEI PRESSO PIAZZA AGRIPPA • The mausoleums are situated on the left side of

MAUSOLEI PRESSO PIAZZA AGRIPPA • The mausoleums are situated on the left side of Via Nomentana, beyond Nomentano Bridge, before you arrive in Menenio Agrippa Square RUINS: Roman mausoleum DATING: Imperial Age (I-II century AC)

Description • The first tomb, so-named of Menenio Agrippa, was part of a large

Description • The first tomb, so-named of Menenio Agrippa, was part of a large sepulchral area situated on the top of hill between via Nomentata Vecchia, via Maiella e corso Sempione. During the realization of modern quarter of Città Giardino (1920), the excavation of the hill revealed many remains of burials. • The ancient mausoleum had a parallelepiped base with an upper cylindrical structure made in tuff. External pillars were added later. In the antiquity people could enter in the sepulcher across an arch entry on the opposite side of the street.

 • The funerary room is circular with four rectangular recesses that hade small

• The funerary room is circular with four rectangular recesses that hade small windows on the top (only two still conserved). Tomb is covered by a vault with fragments of ceramic that lighten the coverage. In Medieval Time the mausoleum became a watchtower (not conserved today) as visible in ancient reproductions of 16 th and 17 th century. • In front of the Mausoleum of Agrippa we can see the ruins of another mausoleum which have a square plan with a recess on each side. The building was 10 meters tall and was made in concrete, with four overlapping dice, the biggest in the lower part and the smallest on the top. The flint is visible in the lower part of the building, instead same elements in the higher part are made in piece of yellow tuff. • Numerous other mausoleum and sepulchers put in the slope of monte Sacro stood broke during the urbanization works of the district of Città Giardino.

Bibliographical references • http: //www. sovraintendenzaroma. it/i_luoghi/roma_antic a/monumenti/mausoleo_cd_di_menenio_agrippa • Atlante dei Beni Culturali delle

Bibliographical references • http: //www. sovraintendenzaroma. it/i_luoghi/roma_antic a/monumenti/mausoleo_cd_di_menenio_agrippa • Atlante dei Beni Culturali delle Aree Naturali Protette di Roma. Natura

MAUSOLEO DI TORRACCIO DI CAPOBIANCO • Al chilometro 13, 750 di via Nomentana, nei

MAUSOLEO DI TORRACCIO DI CAPOBIANCO • Al chilometro 13, 750 di via Nomentana, nei pressi di via Ferruccio Guglielmino. • TIPOLOGIA: Mausoleo • DATAZIONE: I secolo d. C.

Descrizione • L’edificio, che faceva parte di una vasta area sepolcrale, presenta una pianta

Descrizione • L’edificio, che faceva parte di una vasta area sepolcrale, presenta una pianta quadrata e si sviluppava su due piani; all’esterno era rivestito di lastre di marmo. Analogamente ad altri mausolei, in epoca medievale fu adattato a torre di guardia (denominata Torre di Castiglione su un documento del 1402).

Riferimenti • http: //www. marciglianainrete. it/torraccio-dicapobianco-2

Riferimenti • http: //www. marciglianainrete. it/torraccio-dicapobianco-2

MAUSOLEO DI TORRETTA DELLA BUFALOTTA • A circa 100 metri dalla Torretta della Bufalotta,

MAUSOLEO DI TORRETTA DELLA BUFALOTTA • A circa 100 metri dalla Torretta della Bufalotta, lungo via della Marcigliana in direzione Salaria, a destra su un poggio all’interno della tenuta della Marcigliana.

RITROVAMENTI • Resti di un sepolcro del tipo a tempietto. DATAZIONE • Età degli

RITROVAMENTI • Resti di un sepolcro del tipo a tempietto. DATAZIONE • Età degli Antonini (96 -180 d. C. )

DESCRIZIONE • A 100 metri circa dalla Torre della Marcigliana, di epoca medievale, sono

DESCRIZIONE • A 100 metri circa dalla Torre della Marcigliana, di epoca medievale, sono visibili i resti di un sepolcro in laterizi del tipo a tempietto. Il piano inferiore seminterrato era destinato ad uso funerario, mentre il piano superiore era adibito alle funzioni funebri. • In epoca medievale il sepolcro fu adibito ad abitazione e compreso anch’esso nell’ambito del Casale di Massa. • Attigua al sepolcro doveva sorgere una villa rustica romana di epoca imperiale, i cui resti si confondono con quelli di epoca medievale.

SEPOLCRI DI BEL POGGIO

SEPOLCRI DI BEL POGGIO

SEPOLCRI E CISTERNA NEI PRESSI DI BEL POGGIO • Area archeologica prospicente il parcheggio

SEPOLCRI E CISTERNA NEI PRESSI DI BEL POGGIO • Area archeologica prospicente il parcheggio del ristorante “Bel Poggio” (Via del Monte di Casa)

TIPOLOGIA • Tombe a camera e a pozzetto.

TIPOLOGIA • Tombe a camera e a pozzetto.

RITROVAMENTI • Gli scavi effettuati nell’area archeologica di Bel Poggio hanno messo in luce

RITROVAMENTI • Gli scavi effettuati nell’area archeologica di Bel Poggio hanno messo in luce l’esistenza di una vasta area sepolcrale che presentava sepolcri scavati nel tufo e piccole tombe a pozzetto.

DESCRIZIONE DEI RITROVAMENTI • Gran parte delle tombe sono state distrutte da recenti attività

DESCRIZIONE DEI RITROVAMENTI • Gran parte delle tombe sono state distrutte da recenti attività di cava. Sono attualmente visibili quattro nicchie sepolcrali e due grandi cavità. La più piccola (16, 3 x 7, 48 m) era una cisterna sotterranea riutilizzata come stalla. L’ambiente ha una copertura a botte ribassata e le pareti conservano tracce dell’originario intonaco idraulico. Nella parete destra è presente un cunicolo incompiuto e un pozzo (90 cm x 6 m di altezza) con doppia fila di pedarole per accedere alla cisterna. • L’area in antichità era utilizzata anche per l’estrazione del tufo che veniva probabilmente trasportato in città via Tevere per mezzo del fosso di Settebagni.

RIFERIMENTI www. romamontesacro. it

RIFERIMENTI www. romamontesacro. it

Torraccio della Cecchina Al IX km della via Nomentana TIPOLOGIA DATAZIONE RITROVAMENTI Mausoleo a

Torraccio della Cecchina Al IX km della via Nomentana TIPOLOGIA DATAZIONE RITROVAMENTI Mausoleo a Epoca Resti di una tomba del tipo a tempietto, tempietto imperiale genere ampiamente diffuso nell’area degli urbana e suburbana di Roma verso la Antonini (II metà del II secolo, caratterizzato oltre sec. d. C. ) che dalla sovrapposizione di camere sepolcrali anche da un aspetto decorativo realizzato mediante l’utilizzo di mattoni di differenti colori e da lastre fittili in bassorilievo.

Descrizione L’edificio, che prende il nome dalla famiglia dei Cecchini, proprietari nel XVI secolo

Descrizione L’edificio, che prende il nome dalla famiglia dei Cecchini, proprietari nel XVI secolo di vasti possedimenti nella zona, presenta una pianta quasi rettangolare (m 5, 50 x 5, 80) ed è costituito da due camere sovrapposte: la camera funeraria posta al piano inferiore; la camera superiore destinata alle onoranze funebri era accessibile dall’esterno tramite una scala in parte conservata ed aveva una copertura. L’esterno presenta una cortina di mattoni gialli e rossi (questi ultimi utilizzati nelle zone angolari e per evidenziare le parti decorate) e pietra vulcanica scura. L’edificio doveva avere una copertura con tetto a doppio spiovente e un frontone entrambi andati perduti. La facciata rivolta verso via Nomentana era decorata con un festone di foglie a rilievo e più in basso due finestre incorniciate da colonnine che in origine incorniciavano il titulus (l’iscrizione dedicatoria andata perduta).

RIFERIMENTI http: //www. sovraintendenzaroma. it/i_luoghi/roma_antica/mon umenti/sepolcro_cd_torraccio_della_cecchina

RIFERIMENTI http: //www. sovraintendenzaroma. it/i_luoghi/roma_antica/mon umenti/sepolcro_cd_torraccio_della_cecchina

Torraccio della Cecchina To 9 th chilometer of via Nomentana TYPOLOGY Mausoleum templetype DATE

Torraccio della Cecchina To 9 th chilometer of via Nomentana TYPOLOGY Mausoleum templetype DATE The monument date back to epoch of the Antonini, half of the II century DC DESCRIPTION The temple type tomb in brick of rectangular plant was constitute from two room overlap. In the lower plane were the funeral chamber , while in the superior plane occurred the funeral rituals. There is a upholstery to root and a external covering constitute to material of different colors: red brick and yellow and volcanic stone.

REFERENCES http: //www. sovraintendenzaroma. it/i_luoghi/roma_antica/mon umenti/sepolcro_cd_torraccio_della_cecchina

REFERENCES http: //www. sovraintendenzaroma. it/i_luoghi/roma_antica/mon umenti/sepolcro_cd_torraccio_della_cecchina

MAUSOLEO DI PONTE SALARIO (“MAUSOLEO DI MARIO”)

MAUSOLEO DI PONTE SALARIO (“MAUSOLEO DI MARIO”)

Tipologia • Mausoleo Datazione • I secolo d. C.

Tipologia • Mausoleo Datazione • I secolo d. C.

Descrizione • Il mausoleo (cosiddetto di Mario, da una ipotesi infondata dell’Ottocento) faceva parte

Descrizione • Il mausoleo (cosiddetto di Mario, da una ipotesi infondata dell’Ottocento) faceva parte di un’area funeraria che si estendeva attorno al Ponte Salario. Si tratta di un mausoleo del tipo a torre, attualmente alto 22 metri, con finestre su quattro piani (quelle del secondo piano aggiunte in epoca successiva), a pianta rettangolare, realizzato in tufo e rivestito all’esterno con blocchi di travertino. L’interno, di cui si conservano pochi resti della fase romana, aveva una pianta a croce greca. La copertura era a botte con merlatura.

Descrizione • Nel 537 d. C. l’edificio fu trasformato in torre di guardia (detta

Descrizione • Nel 537 d. C. l’edificio fu trasformato in torre di guardia (detta Torre del Caricatore). Per la sua costruzione furono riutilizzati frammenti di alcuni basoli dell’antico tracciato della via Salaria e di marmi e travertini della tomba, che vennero disposti a formare fasce chiare e scure ben visibili da lontano (le torri di questo tipo erano chiamate Vergate). • Nel XVII secolo, alla torre fu addossato un casale che ha conservato a lungo la funzione di osteria. In questo luogo, nella seconda metà dell’Ottocento, si teneva la festa degli artisti tedeschi residenti a Roma, festa vietata per alcuni anni dal governo pontificio per le sue intemperanze. • Un tempo isolata nel paesaggio della Campagna Romana, oggi la torre è attorniata da moderne infrastrutture urbane.

Mausoleo di Ponte Salario (“Mausoleo di Mario”) Immediately after Ponte Salario

Mausoleo di Ponte Salario (“Mausoleo di Mario”) Immediately after Ponte Salario

TIpology Mausoleum Dates I century d. C.

TIpology Mausoleum Dates I century d. C.

Description • The mausoleo, so-colled of Mario, is a tower 22 meters tall, with

Description • The mausoleo, so-colled of Mario, is a tower 22 meters tall, with windows on four floors, rectangular plan, made of tuff and covered on the outside with blocks of travertine. Inside it presents a Greek cross plan and preserve few remains of roman period. In 537 AD the building was transformed in a guard tower. In 17 th century a farmhouse was added to the tower which has a long served as a tavern. In this place, in the second half of the 19 th century, the feast of German artist residing in Rome was held, but it was forbidden by the Church. • Today the ancient tower is surrounded by modern buildings.

MAUSOLEO DI CINQUINA In prossimità di via C. Baraville, a Cinquina.

MAUSOLEO DI CINQUINA In prossimità di via C. Baraville, a Cinquina.

Tipologia • Mausoleo Ritrovamenti • Resti di un sepolcro posto sul pianoro di Accorrabone.

Tipologia • Mausoleo Ritrovamenti • Resti di un sepolcro posto sul pianoro di Accorrabone.

Datazione • Età Imperiale. Descrizione • I resti appartengono ad un edificio a pianta

Datazione • Età Imperiale. Descrizione • I resti appartengono ad un edificio a pianta rettangolare, di circa 4 metri d’altezza, in struttura laterizia. Dell’edificio si conserva un muro perimetrale lungo due metri e spesso 55 centimetri, dotato di un’abside sulla facciata meridionale. • A nord-est del sepolcro sono stati rinvenuti resti di una villa rustica romana dotata di una zona residenziale e una parte produttiva con un magazzino e una vasca annessa.

Riferimenti • www. romamontesacro. it Associazione culturale ambientalista “Organizzazione Alfa”; foto d’epoca tratta dal

Riferimenti • www. romamontesacro. it Associazione culturale ambientalista “Organizzazione Alfa”; foto d’epoca tratta dal volume Fidenae-Latium Vetus VI, di Lorenzo Quilici e Stefania Quilici Gigli. • villa di Accorrabone-Cinquina: De Franceschini 2005, 54 -56; Santillo Frizell, Klynne 2005, 144 (Fig. 2)

MAUSOLEO DI CINQUINA • In close proximity to via C. Baraville, to Cinquina.

MAUSOLEO DI CINQUINA • In close proximity to via C. Baraville, to Cinquina.

Tipology • In close proximity to via C. Baraville, to Cinquina. Ruins • Ruins

Tipology • In close proximity to via C. Baraville, to Cinquina. Ruins • Ruins of a tomb on the plateau of Accorrabone.

Dates • Imperial Age. Description • The remains belong to a rectangular building, about

Dates • Imperial Age. Description • The remains belong to a rectangular building, about 4 meters high, in brick structure. The building has a perimeter wall 2 meters long and 0, 55 meters long, with an apse on the southern facade. • To the North-Est of the sepulcher, the remains of a Roman country villa with a residential area and a productive part with a ware house and an adjoin tank have been found.

References • www. romamontesacro. it Associazione culturale ambientalista “Organizzazione Alfa”; foto d’epoca tratta dal

References • www. romamontesacro. it Associazione culturale ambientalista “Organizzazione Alfa”; foto d’epoca tratta dal volume Fidenae-Latium Vetus VI, di Lorenzo Quilici e Stefania Quilici Gigli. • villa di Accorrabone-Cinquina: De Franceschini 2005, 54 -56; Santillo Frizell, Klynne 2005, 144 (Fig. 2)

MAUSOLEO DI FERRUCCIO AMENDOLA In via delle Vigne Nuove verso via di Settebagni (all’interno

MAUSOLEO DI FERRUCCIO AMENDOLA In via delle Vigne Nuove verso via di Settebagni (all’interno del Piano di Zona “Casale Nei”)

Tipologia • Mausoleo di tipo a torre.

Tipologia • Mausoleo di tipo a torre.

RITROVAMENTI • Già agli inizi del Novecento e successivamente durante i lavori del 1984

RITROVAMENTI • Già agli inizi del Novecento e successivamente durante i lavori del 1984 per la realizzazione di una rimessa di autobus, furono esposti i resti di un antico edificio romano.

DATAZIONE • Tra II e IV secolo d. C.

DATAZIONE • Tra II e IV secolo d. C.

DESCRIZIONE • La tomba era costruita su due o più piani e poggiava su

DESCRIZIONE • La tomba era costruita su due o più piani e poggiava su fondamenta in blocchi di tufo. L’edificio era sorretto da quattro pilastri tra i quali si aprivano quattro nicchie, tre delle quali ospitavano sarcofagi, mentre la quarta corrispondeva all’entrata. La presenza di fosse realizzate successivamente testimonia la riutilizzazione del sito in epoche più recenti. • I moderni lavori urbanistici hanno danneggiato gravemente il monumento.

RIFERIMENTI • Pianta e sezione del mausoleo (Rilievi A. R. Staffa, in Archivio della

RIFERIMENTI • Pianta e sezione del mausoleo (Rilievi A. R. Staffa, in Archivio della Soprintendenza archeologica di Roma) • www. romamontesacro. it/storiaintro. html

MAUSOLEO DI FERRUCCIO AMENDOLA • Roman constrution in via delle Vigne Nuove (Settebagni)

MAUSOLEO DI FERRUCCIO AMENDOLA • Roman constrution in via delle Vigne Nuove (Settebagni)

TIPOLOGY • Mausoleum-tower type

TIPOLOGY • Mausoleum-tower type

RUINS • On the occasion of urbanistic works , in the 1984, the remains

RUINS • On the occasion of urbanistic works , in the 1984, the remains of a roman construction were found. The excavation of Archeological Superintendence of Rome exposed a mausoleum of tower type.

DATES Between II and IV century d. C.

DATES Between II and IV century d. C.

DESCRIPTION • The tomb, presumably built on two or more floors, rested on foundation

DESCRIPTION • The tomb, presumably built on two or more floors, rested on foundation of tuff.

REFERENCE • www. romamontesacro. it/storiaintro. html • Plan and section of the mausoleum (Reliefs

REFERENCE • www. romamontesacro. it/storiaintro. html • Plan and section of the mausoleum (Reliefs A. R. Staffa, in the Archives of the Archaeological Superintendence of Rome)

Via Nomentana Il primitivo nome della consolare romana era Ficulensis, perché conduceva alla località

Via Nomentana Il primitivo nome della consolare romana era Ficulensis, perché conduceva alla località di Ficulea (oggi località di Marco Simone Vecchio), antico abitato del Latium Vetus. Fu rinominata Nomentana quando il suo percorso fu portato a Nomentum (nei pressi dell’attuale Mentana). La strada, che aveva una lunghezza di 34 km, usciva in origine da porta Collina nelle mura Serviane e in seguito da una porta minore nelle mura Aureliane (attualmente murata) subito a sinistra di Porta Pia; aveva accanto una torre a pianta circolare e incorporava la tomba di Quintus Aterius sull’altro lato.

Papa Pio IV realizzò l’attuale Porta Pia. Molti i ritrovamenti lungo la consolare romana:

Papa Pio IV realizzò l’attuale Porta Pia. Molti i ritrovamenti lungo la consolare romana: - il vasto complesso funerario ipogeico, di cui oggi si conservano solo le catacombe di S. Nicomede in via dei Villini; - le vaste catacombe ebraiche di Villa Torlonia del II-III secolo d. C. ; - la basilica costantiniana alle spalle del complesso monumentale di S. Agnese con le annesse catacombe, che furono realizzate su una più antica necropoli pagana; - il mausoleo di S. Costanza; il Cimitero Massimo (in via Asmara) del III secolo d. C. ; il mausoleo di Elio Callisto della metà del II secolo d. C. (soprannominato “sedia del diavolo”), nell’omonima piazza;

- ponte Tazio (o ponte Nomentano); - il mausoleo detto di Menenio Agrippa nell’omonima

- ponte Tazio (o ponte Nomentano); - il mausoleo detto di Menenio Agrippa nell’omonima piazza; - in via delle Vigne Nuove (antica via Patinara), la cisterna che faceva parte della cosiddetta villa di Faonte; - molte inoltre le ville suburbane romane con funzioni produttive agricole e gli edifici sepolcrali sparsi per tutto il territorio di Montesacro fino all’antica Nomentum e Monterotondo.

Via Salaria

Via Salaria

Via Salaria è la più antica delle strade consolari romane. I ritrovamenti fanno pensare

Via Salaria è la più antica delle strade consolari romane. I ritrovamenti fanno pensare che esistesse già prima della fondazione di Roma, realizzata dalla popolazione italica dei Sabini, e finì per formare un unico percorso con la via Campana. Il suo nome deriva dall’impiego principale della strada, ossia il trasporto del sale dall’Adriatico a Roma. La Salaria antica aveva un percorso di circa 200 chilometri e dal 290 a. C. entrò a far parte delle strade consolari romane, con adattamenti e ampliamenti dell’antico percorso (forse con due fronti di cantieri, uno che partiva da Roma e l’altro dall’Adriatico).

L’imperatore Nerva, tra il 96 e il 99 d. C. , fece modificare il

L’imperatore Nerva, tra il 96 e il 99 d. C. , fece modificare il tracciato della Salaria Vetus realizzando una variante (chiamata Salaria Nova) per evitare lo scomodo passaggio per Antemnae. La Salaria Vetus usciva dalle mura aureliane attraverso Porta Salaria, raggiungeva Antemnae (Forte Antenne) e più avanti gli insediamenti latini di Fidenae (attuale quartiere di Fidene) e Crustumerium (colle di Villa Spada). Collegava i centri urbani della Sabina, fino a Reate (Rieti). Dal 35° miglio della via Salaria si distaccava la via Cecilia che raggiungeva Amiternum e di qui la costa adriatica.

La via Salaria raggiungeva il centro termale di Vicus Reatinus (le sorgenti di Cotilia),

La via Salaria raggiungeva il centro termale di Vicus Reatinus (le sorgenti di Cotilia), passava per la mansio di Interocrium (Antrodoco), una lussuosa stazione di posta. Superato l’Appennino centrale, impresa che richiese impegnative soluzioni tecniche agli ingegneri romani di Augusto, Vespasiano e Traiano, scendeva nella valle del Tronto, collegando importanti centri termali, fino ad Asculum (Ascoli Piceno) e da qui raggiungeva l’Adriatico in località Castrum Truentinum, alla foce del fiume Tronto.