Alimentazione fisiologia ed integrazione alimentare nello sportivo Adriano

  • Slides: 83
Download presentation
Alimentazione, fisiologia ed integrazione alimentare nello sportivo Adriano E. AND Balestrino M. Department of

Alimentazione, fisiologia ed integrazione alimentare nello sportivo Adriano E. AND Balestrino M. Department of Neuroscience, Ophthalmology, Genetics, Maternal-Infantile Sciences, University of Genoa

1° Modulo • Macro alimenti, micro alimenti, oligoelementi • Carboidrati semplici e complessi ed

1° Modulo • Macro alimenti, micro alimenti, oligoelementi • Carboidrati semplici e complessi ed integrazione • Proteine: fonti alimentari animali e vegetali, integrazione • Lipidi: tipologie, fonti alimentari ed integrazione (omega-3) • Vitamine, sali minerali ed integrazione • Linee guida sui corretti rapporti ed apporti

Macro alimenti, micro alimenti, oligoelementi • Sono detti "macro" perché vengono assunti in quantità

Macro alimenti, micro alimenti, oligoelementi • Sono detti "macro" perché vengono assunti in quantità maggiore rispetto ai micro. L'unità di misura utilizzata per queste sostanze è solitamente il grammo • Sono principi nutritivi necessari in piccole quantità • Sono elementi che si presentano in “tracce” nella dieta umana

Carboidrati semplici e complessi ed integrazione • L’introito di carboidrati deve essere intorno al

Carboidrati semplici e complessi ed integrazione • L’introito di carboidrati deve essere intorno al 50/55% del fabbisogno calorico totale • Solo il 10/15% deve derivare da carboidrati semplici • La restante parte deve derivare da carboidrati complessi

Carboidrati semplici e complessi ed integrazione

Carboidrati semplici e complessi ed integrazione

Carboidrati semplici e complessi ed integrazione • I monosaccaridi essendo prontamente assimilabili, forniscono energia

Carboidrati semplici e complessi ed integrazione • I monosaccaridi essendo prontamente assimilabili, forniscono energia rapidamente ma a breve termine (alto indice glicemico) • I polisaccaridi forniscono energia a medio e lungo termine perché richiedono tempi di digestione superiori (indice glicemico inferiore) • Oligosaccaridi sono una via di mezzo tra i due Un mito da sfatare! integratori con polimeri del glucosio (come gli oligomeri) vengono assorbiti più rapidamente del glucosio

Carboidrati semplici e complessi ed integrazione • Per classificare un carboidrato e quindi erroneamente

Carboidrati semplici e complessi ed integrazione • Per classificare un carboidrato e quindi erroneamente un integratore di carboidrati si utilizza la “destrosio equivalenza”(DE). • È una scala che esprime il grado di idrolisi degli zuccheri con valori da “ 0” a “ 100” • “ 100” corrisponde al glucosio o D-glucosio (zucchero semplice) • “ 0” corrisponde all’amido (zucchero complesso) • Non bisogna confondere la destrosio equivalenza con l’indice glicemico! Ad esempio l’amido cotto ha un alto indice glicemico ma bassa DE

Carboidrati semplici e complessi ed integrazione • L'indice glicemico (IG) di un alimento indica

Carboidrati semplici e complessi ed integrazione • L'indice glicemico (IG) di un alimento indica la velocità con cui aumenta la glicemia in seguito all'assunzione (utile allo sportivo) • La destrosio equivalenza misura il potere riducente di un analogo del glucosio parametro importante per il livello di dolcezza, per la solubilità in acqua, per la viscosità e per il punto di congelamento (utile all’industria alimentare)

 Proteine: fonti alimentari animali e vegetali, integrazione • 1, 8/2. 00 grammi al

Proteine: fonti alimentari animali e vegetali, integrazione • 1, 8/2. 00 grammi al giorno per kg calcolato sul peso ideale per lo sportivo • contro gli 0, 8 -1, 2 g consigliati per la popolazione normale • L’apporto delle proteine non dovrebbe superare il 20% dell’apporto complessivo giornaliero

Proteine: fonti alimentari animali e vegetali, integrazione • Vantaggi dell’integrazione proteica: possibilità di aumentare

Proteine: fonti alimentari animali e vegetali, integrazione • Vantaggi dell’integrazione proteica: possibilità di aumentare la quantità di proteine nella dieta contenendo l'assunzione di colesterolo e grassi saturi.

Proteine del siero del latte • Concentrate questo processo , garantisce un prodotto finale

Proteine del siero del latte • Concentrate questo processo , garantisce un prodotto finale la cui concentrazione proteica è del 70/80%, sicuramente più “completo” perché meno lavorato ma con alta presenza residua di lattosio e grassi • Isolate rispetto alle precedenti subiscono processi lavorativi più raffinati come lo scambio ionico, che offrono un prodotto finale con una concentrazione proteica >90% e una bassa quantità di grassi e carboidrati • Idrolizzate riduzione delle proteine in frammenti proteici costituiti da amminoacidi. Questa ulteriore separazione facilita i processi digestivi

Proteine dell’uovo • Hanno un elevato valore biologico. • I tempi di assimilazione sono

Proteine dell’uovo • Hanno un elevato valore biologico. • I tempi di assimilazione sono però più lenti di quelli del siero del latte. • Esistono sia proteine in polvere dell’uovo intero (tuorlo più albume) che proteine in polvere derivate dall’albume. Le prime contengono ovviamente grassi, pertanto risultano meno indicate per chi pratica attività sportiva, le seconde invece contengono solamente proteine di elevato valore biologico pertanto sono più consigliate per lo sport.

Proteine: fonti alimentari animali e vegetali, integrazione • Ad oggi è ancora aperto il

Proteine: fonti alimentari animali e vegetali, integrazione • Ad oggi è ancora aperto il dibattito sui benefici della soia che viene vista da alcuni come un valido sostituto della carne e da altri come un alimento fortemente allergenizzante e dal basso valore nutrizionale. Inoltre è bene ricordare che non tutti i 20 aminoacidi essenziali sono contenuti nei vegetali, pertanto l’organismo con una dieta vegetariana deve necessariamente attuare dei meccanismi di compensazione per ovviare a queste carenze.

Lipidi: tipologie, fonti alimentari ed integrazione (omega-3) • Nel soggetto che pratica intensa attività

Lipidi: tipologie, fonti alimentari ed integrazione (omega-3) • Nel soggetto che pratica intensa attività fisica il fabbisogno lipidico può arrivare al 35% dell’introito totale calorico • Secondo i LARN l’apporto lipidico deve essere pari al 20/25 % del fabbisogno calorico totale calcolato sul peso ottimale per i soggetti non sportivi

Lipidi: tipologie, fonti alimentari ed integrazione (omega-3) • La ripartizione lipidica calcolata sul fabbisogno

Lipidi: tipologie, fonti alimentari ed integrazione (omega-3) • La ripartizione lipidica calcolata sul fabbisogno calorico totale è la seguente: • 7/10% grassi saturi • 20% insaturi • 7% omega-3 e omega-6

Lipidi: tipologie, fonti alimentari ed integrazione (omega-3) • Nutrienti essenziali, che il nostro organismo

Lipidi: tipologie, fonti alimentari ed integrazione (omega-3) • Nutrienti essenziali, che il nostro organismo non può produrre e, quindi, può assumere solo attraverso l’alimentazione, quali alcuni acidi grassi poliinsaturi (PUFA). Queste sostanze sono tutte estremamente importanti per la nostra salute, in quanto, una volta ingerite, entrano direttamente a far parte delle proteine che veicolano i grassi nel sangue e delle membrane delle nostre cellule, consentendo ad esse di sottrarsi all’aggressione dei radicali liberi

Lipidi: tipologie, fonti alimentari ed integrazione (omega-3)

Lipidi: tipologie, fonti alimentari ed integrazione (omega-3)

Lipidi: tipologie, fonti alimentari ed integrazione (omega-3) • I termini "omega 6" e "omega

Lipidi: tipologie, fonti alimentari ed integrazione (omega-3) • I termini "omega 6" e "omega 3" si riferiscono alla posizione del primo doppio legame rispetto alla porzione metilica (terminale) della molecola. Non è quindi un caso che nella loro nomenclatura rientri la sigla omega, che rappresenta l'ultima lettera dell'alfabeto greco. Quindi negli omega 6 il primo doppio legame è tra il sesto e il settimo atomo di carbonio a partire dal gruppo metilico. Negli omega 3, invece, il primo doppio legame si colloca tra il terzo ed il quarto carbonio, sempre a partire dall'estremità metilica.

Lipidi: tipologie, fonti alimentari ed integrazione (omega-3)

Lipidi: tipologie, fonti alimentari ed integrazione (omega-3)

Lipidi: tipologie, fonti alimentari ed integrazione (omega-3) • Questi acidi grassi sono infatti generalmente

Lipidi: tipologie, fonti alimentari ed integrazione (omega-3) • Questi acidi grassi sono infatti generalmente poco presenti nella nostra dieta ma, grazie al loro elevato tenore nei pesci grassi dei mari freddi, sono molto rappresentati nella dieta di particolari popolazioni (gli eschimesi o i pescatori giapponesi, per esempio), tra le quali il rischio cardiovascolare è decisamente più basso rispetto ad altre a dieta simile, ma povera di pesce

Le membrane cellulari Mantenimento integrità, protezione, difesa Controllo del flusso di informazioni (ormoni) Controllo

Le membrane cellulari Mantenimento integrità, protezione, difesa Controllo del flusso di informazioni (ormoni) Controllo del flusso di nutrienti Controllo dell’eccitabilità (risposta a stimoli) Controllo sistema immunitario (antigeni AB 0) Non semplici barriere

Lipidi: tipologie, fonti alimentari ed integrazione (omega-3) Sono tutti uguali ? • l’EPA, a

Lipidi: tipologie, fonti alimentari ed integrazione (omega-3) Sono tutti uguali ? • l’EPA, a 20 atomi di carbonio, si trova nel pesce, negli integratori e nei farmaci a base di olio di pesce; • il DHA, a 22 atomi di carbonio, contenuto nel pesce, è presente in integratori e farmaci a base di olio di pesce, ma anche in prodotti di origine algale; • l’ALA, o acido alfa linolenico, a 18 atomi di carbonio: a differenza degli altri due, è esclusivamente di origine vegetale, ed è presente in elevate concentrazioni nelle noci, in alcuni semi oleosi (lino e colza) e oli vegetali (canola o colza, soia) e, in misura minore, nei vegetali a foglie verdi e nei legumi.

Fonti alimentari di PUFA della serie ω-3 ALA EPA DHA Segale 68 0. 0

Fonti alimentari di PUFA della serie ω-3 ALA EPA DHA Segale 68 0. 0 Noci 9. 7 0. 0 Alga Marina 2. 7 0. 8 25 Spinaci 0. 9 0. 0 Rosso d’uovo 0. 4 0. 0 0

Fonti alimentari di PUFA della serie ω-3 ALA EPA DHA Sardina 0. 5 0.

Fonti alimentari di PUFA della serie ω-3 ALA EPA DHA Sardina 0. 5 0. 4 0. 6 Trota di lago 0. 4 0. 5 1. 1 Salmone 0. 1 0. 4 – 0. 6 – 1. 2 Tonno 0. 0 – 0. 2 0. 3 – 0. 4 1. 0 – 1. 2 Acciuga 0 0. 5 0. 9 Pesce spada 0 0. 1 Sogliola 0 0. 1

L’alimentazione deve garantire il giusto apporto di acidi grassi per un ottimale equilibrio di

L’alimentazione deve garantire il giusto apporto di acidi grassi per un ottimale equilibrio di membrana al momento della mitosi Infiammazione AA (ω-6) DHA (ω-3) La prevalenza degli ω-6 sugli ω-3 rende le cellule figlie più suscettibili all’infiammazione

Lipidi: tipologie, fonti alimentari ed integrazione (omega-3) Chi mangia grassi di scarsa qualità nutrizionale,

Lipidi: tipologie, fonti alimentari ed integrazione (omega-3) Chi mangia grassi di scarsa qualità nutrizionale, si espone al rischio concreto di incorrere in situazioni carenziali nei confronti di sostanze biologicamente essenziali, quali gli acidi grassi poliinsaturi della serie ω-3 e le vitamine antiossidanti, quali l’astaxantina e la vitamina E, favorendo così l’azione proinfiammatoria e pro-ossidante degli acidi grassi poliinsaturi della serie ω-6 e dei radicali liberi. Un’alimentazione errata, lascia sempre meno spazio alla verdura, ai semi oleosi, alla frutta secca con guscio ed al pesce, a favore di prodotti sottoposti a manipolazione chimica (es. grassi vegetali idrogenati).

Lipidi: tipologie, fonti alimentari ed integrazione (omega-3)

Lipidi: tipologie, fonti alimentari ed integrazione (omega-3)

Vitamine, sali minerali ed integrazione

Vitamine, sali minerali ed integrazione

Linee guida sui corretti rapporti ed apporti Macronutrienti Proteine 20% Lipidi 25% Carboidrati 55%

Linee guida sui corretti rapporti ed apporti Macronutrienti Proteine 20% Lipidi 25% Carboidrati 55%

2° Modulo • Tipologie di dieta per lo sport e necessità di integrare •

2° Modulo • Tipologie di dieta per lo sport e necessità di integrare • Dieta mediterranea • Diete vegetariane (vegetariana, latto-ovo-vegetariana, ecc) quali carenze e come integrare • Dieta iperproteica, deficit GLUT 1, incremento dei markers di rischio generici e non • Dieta zona • Dieta dissociata • Diete non riconosciute: dieta del gruppo sanguigno, dieta basica (alcalinizzante)

Dieta mediterranea • Ad oggi la dieta maggiormente utilizzata dagli specialisti del settore è

Dieta mediterranea • Ad oggi la dieta maggiormente utilizzata dagli specialisti del settore è la dieta mediterranea. Essa ha origini antiche ed è propria dei paesi che si affacciano sul mar Mediterraneo. • La maggior parte dell’introito calorico, in questo tipo di dieta deriva dai cereali, preferibilmente integrali: grano, riso, orzo, farro o mais. I cereali integrali forniscono un buon apporto calorico, facilmente assimilabile, senza lo svantaggio di innalzare eccessivamente l’indice glicemico. Il fatto di non essere raffinati non ne fa perdere alcune caratteristiche fondamentali come l’apporto vitaminico.

Dieta mediterranea • Anche i legumi forniscono un apporto calorico notevole pur non contenendo

Dieta mediterranea • Anche i legumi forniscono un apporto calorico notevole pur non contenendo zuccheri troppo semplici, inoltre possiedono anche proteine di buona qualità. • La frutta è in grado di offrire un buon apporto d’acqua e di vitamine, senza avere un indice calorico elevato.

Dieta mediterranea • Nella dieta mediterranea i grassi per il condimento dei cibi sono

Dieta mediterranea • Nella dieta mediterranea i grassi per il condimento dei cibi sono prevalentemente di origine vegetale. • Il vero protagonista è l’olio d’oliva che viene utilizzato al posto del burro o di altri grassi di origine animale come lo strutto. • L’apporto di grassi di tipo saturo e quindi potenzialmente dannosi è limitato dalla predilezione per il consumo di pesce azzurro a discapito di latticini, pollame e carni rosse.

Dieta mediterranea • Le verdure, specialmente accompagnate al primo piatto sono una fonte naturale

Dieta mediterranea • Le verdure, specialmente accompagnate al primo piatto sono una fonte naturale di vitamine e sali minerali, inoltre contenendo molte fibre “legano “i carboidrati e ne limitano l’indice glicemico. Favoriscono la regolarità intestinale, possono abbassare il livello di colesterolo nel sangue e contribuiscono al raggiungimento del senso di sazietà.

Dieta vegetariana • Esistono moltissime tipologie di dita vegetariana, tutte accomunate dall’estromissione di carne

Dieta vegetariana • Esistono moltissime tipologie di dita vegetariana, tutte accomunate dall’estromissione di carne o altri prodotti di natura animale dall’alimentazione. • La dieta latto-ovo-vegetariana prevede l’uso di derivati animali come latticini e uova, ma non l’uso di carne o derivati della carne. • La dieta vegana invece si basa solo ed esclusivamente sul consumo di prodotti vegetali. • Come detto in precedenza quest’ultima tipologia di dieta ha delle forti carenze nutrizionali. Infatti vi sono dei deficit proteici e vitaminici; quindi risulta fortemente sconsigliata soprattutto per le fasi di crescita. • Mentre per l’adulto l’uso della carne o del pesce può risultare, in alcuni casi opzionale, per il giovane in fase di sviluppo la mancanza di derivati animali nell’alimentazione può avere ripercussioni anche gravi sulla crescita.

Dieta vegetariana • La rivista Archives of pediatrics and adolescenze journal riporta un articolo

Dieta vegetariana • La rivista Archives of pediatrics and adolescenze journal riporta un articolo del Maggio 2014: “Tra il 2008 e il 2011, abbiamo studiato gravi carenze nutrizionali causate dal consumo di latte vegetale acquistato in negozi di alimenti naturali o negozi on-line. I neonati sono stati identificati nei nostri centri ed esaminati attraverso anamnesi, esame fisico, e test di laboratorio. Sono stati osservati nove casi di bambini di età compresa dai 4 ai 14 mesi. I genitori avevano sostituito il latte di origine animale o materno con delle bevande di riso, soia, mandorle e castagne. In tre casi, i neonati hanno presentato grave malnutrizione proteico-calorica con sostanziale ipoalbuminemia (<20 g / L) ed edema diffuso. Negli altri casi, i disturbi alimentari sono sfociati in uno stato epilettico refrattario correlato a ipocalcemia grave, arresto della crescita da apporto calorico insufficiente e grave interessamento cutaneo. Alcuni bambini avevano una grave anemia da carenza di ferro (<70 g / l), tre bambini avevano un livello di 25 -idrossi vitamina D molto bassa ( rachitismo nutrizionale), e due avevano grave iponatriemia (<130 mmol / l).

Dieta vegetariana • Oltre alle carenze proteiche e vitaminiche abbiamo anche il problema opposto,

Dieta vegetariana • Oltre alle carenze proteiche e vitaminiche abbiamo anche il problema opposto, ovvero la difficoltà nel trovare la giusta quantità di carboidrati senza eccedere il 50/55% di apporto previsto dalle linee guida. • Anche un eccesso di fibre, contenute nei vegetali, può dare problemi gastrointestinali e una carenza di assorbimento di alcune sostanze fondamentali da parte dell’intestino. • Inoltre è bene ricordare che la masticazione è quel processo che se sospeso rischia di indebolire i denti, quindi una dieta dove si ha prevalenza di vegetali frullati o di minestre può causa problemi odontostomatologici. • Oltre alla scarsa qualità proteica il mondo vegetale non è in grado di compensare importanti carenze come le vitamine A, K, E o la B 12.

Dieta vegetariana • Nell’Agosto 2014 è uscito un articolo molto interessante sulla rivista “Nutrients”

Dieta vegetariana • Nell’Agosto 2014 è uscito un articolo molto interessante sulla rivista “Nutrients” che dimostra come nella dieta vegana, quindi esclusivamente di origine vegetale vi sia l’ 80% delle persone che la praticano con il deficit di vitamina B 12 e che questo sia correlato ad un aumento delle placche arterosclesotiche nelle carotidi. Sembrerebbe un effetto paradossale ma è statisticamente significativo che l’eliminazione dei prodotti animali possa addirittura peggiorare la condizione cardiocircolatoria. La rivista afferma che invece questa condizione morbosa non è presente per chi pratica una dieta vegetariana ma con l’utilizzo di derivati animali quindi latticini e uova. Inoltre il vegetariano “estremo” ha solitamente livelli alti di omocisteina. Dovuta probabilmente ad una carenza di gruppi metilici liberi che in questi casi specifici vengono utilizzati per sintetizzare una molecola essenziale per la vita ovvero la creatina, non presente nei vegetali.

Dieta iperproteica • Nel corso della storia recente vengono riproposte diete ipoglucidiche o iperproteiche

Dieta iperproteica • Nel corso della storia recente vengono riproposte diete ipoglucidiche o iperproteiche sotto diversi nomi e con diverse strategie d’azione: Dukan, dieta a punti ecc. Sostanzialmente il concetto è sempre lo stesso ovvero viene limitato l’apporto di carboidrati e favorito l’apporto proteico. Questo regime alimentare favorisce una rapida perdita di peso senza troppi sforzi o rinunce. Si sente spesso dire in giro: “basta togliere pane e pasta e si dimagrisce” Il concetto è sostanzialmente veritiero ma con delle grosse controindicazioni:

Dieta iperproteica • Una riduzione rilevante del contenuto di carboidrati può anche avere un

Dieta iperproteica • Una riduzione rilevante del contenuto di carboidrati può anche avere un ruolo nell'esaurimento delle riserve di glicogeno conseguente innalzamento della chetosi che può favorire la perdita di acqua e falsamente amplificare la perdita di peso, in particolare nelle prime fasi del trattamento. In seguito a carenze glucidiche il fegato produce dei corpi chetonici, la genesi di una notevole quantità di questi composti può esercitare un effetto anoressizzante.

Dieta iperproteica • I problemi principali sono causati danni alla salute: problemi renali ed

Dieta iperproteica • I problemi principali sono causati danni alla salute: problemi renali ed epatici, aumento di tutti i fattori di rischio conosciuti come il colesterolo, la glicemia e l’ipertensione arteriosa e, anche quelli meno conosciuti come la riduzione di quelle cellule staminali circolanti nel sangue che riparano i vasi sanguinei dette EPC. • Sostanzialmente vengono utilizzate le proteine come sostanze energetiche però avendo un gruppo azotato sovraccaricano fegato e reni. • La dieta iperproteica, diviene anche iperlipidica. Risulta infatti molto difficile dissociare i grassi dalle proteine, essendo quest’ultime presenti quasi esclusivamente negli alimenti di natura animale e scarsamente nei vegetali.

Dieta iperproteica • C’è chi potrebbe ipotizzare l’uso della soia come sostitutivo vegetale all’apporto

Dieta iperproteica • C’è chi potrebbe ipotizzare l’uso della soia come sostitutivo vegetale all’apporto di proteina senza grassi animali ma purtroppo la soia contiene solo 14 grammi di proteine per 100 grammi di prodotto a discapito di 9, 5 grammi di carboidrati, il che la rende inadatta ad una dieta aglucidica.

Dieta iperproteica • Uno studio polacco condotto del 2015 su 51 donne di età

Dieta iperproteica • Uno studio polacco condotto del 2015 su 51 donne di età compresa tra 19 -64 anni ha evidenziato le anomalie e i pericoli della famosissima dieta Dukan. Le conclusioni degli autori sono state: che l’assunzione di proteine era eccessiva, in particolare quelle di origine animale, al contrario, l'assunzione di carboidrati era basso. Il consumo di frutta e verdura era scarso. Erano alterati gli apporti di potassio, ferro e vitamine A, D e B 2, C e folati. La riduzione del peso medio delle donne dopo 8 -10 settimane di dieta è stato di circa 15 chilogrammi ma l'adozione di questa dieta a lungo termine può rappresentare una minaccia per la salute soprattutto per organi come i reni ed il fegato, inoltre tale dieta favorisce l'osteoporosi e le malattie cardiovascolari.

Dieta iperproteica, deficit GLUT 1, incremento dei markers di rischio generici e non •

Dieta iperproteica, deficit GLUT 1, incremento dei markers di rischio generici e non • La sindrome da deficit del trasportatore di glucosio (deficit Glut 1) è una malattia genetica che interessa il metabolismo cerebrale. Il Glut 1 è la proteina responsabile del trasporto del glucosio attraverso la barriera emato-encefalica. Il trasporto del glucosio nel cervello è compromesso. • Esiste una terapia specifica per la sindrome che è rappresentata dalla dieta chetogenica

Dieta iperproteica, deficit GLUT 1, incremento dei markers di rischio generici e non •

Dieta iperproteica, deficit GLUT 1, incremento dei markers di rischio generici e non • I corpi chetonici forniscono l’energia alternativa necessaria all’encefalo in difetto di zuccheri e permette un trattamento efficace delle crisi epilettiche, del disturbo del movimento, mentre per il deficit cognitivo i risultati sono variabili. • Si stima che la dieta chetogenica funzioni in circa due terzi dei pazienti, limitando le crisi epilettiche. Tuttavia, questa strategia terapeutica non migliora le capacità intellettive e comporta il rischio di effetti collaterali a lungo termine, come calcoli renali e anomalie metaboliche. Fonte: osservatorio malattie rare (OMAR)

Dieta zona Barry Sears 1947 biochimico statunitense • 40 -30 -30 (40% carboidrati, 30%

Dieta zona Barry Sears 1947 biochimico statunitense • 40 -30 -30 (40% carboidrati, 30% proteine, 30% grassi) • Ottimizzazione del metabolismo fissando in una determinata “zona” (concentrazione) degli ormoni: insulina e glucagone. • Attività fisica quotidiana • Controllare lo stress

Dieta dissociata Scritta nel 1931 da William Howard Hay medico Americano • Carboidrati solo

Dieta dissociata Scritta nel 1931 da William Howard Hay medico Americano • Carboidrati solo nella prima fase della giornata • Abbondare con le calorie solo nella prima parte della giornata • Non associare carboidrati con proteine (pasta al ragù vietata) • Consumare esclusivamente una cena proteica • Non associare carboidrati con carboidrati (pasta e pane) • No frutta e dolci a pasto

Diete non riconosciute (non ortodosse) • • • Macrobiotica Del gruppo sanguigno Dieta fruttariana

Diete non riconosciute (non ortodosse) • • • Macrobiotica Del gruppo sanguigno Dieta fruttariana Dieta melariana Respiriani

3° Modulo Calcolare la massa corporea • • IMC Plicometria Impedenziometria Tecniche per la

3° Modulo Calcolare la massa corporea • • IMC Plicometria Impedenziometria Tecniche per la riduzione del peso corporeo generalizzato e localizzato

Calcolare la massa corporea IMC

Calcolare la massa corporea IMC

Calcolare la massa corporea Plicometria

Calcolare la massa corporea Plicometria

Calcolare la massa corporea Plicometria Punti di repere

Calcolare la massa corporea Plicometria Punti di repere

Calcolare la massa corporea Plicometria Durnin e Womersly (1974) • D = c -

Calcolare la massa corporea Plicometria Durnin e Womersly (1974) • D = c - m x log(somma 4 pliche) dove D è la densità, c ed m sono due costanti determinate in base all'età ed al sesso, le 4 pliche sono: bicipitale, tricipitale, sottoscapolare e soprailiaca. Conoscendo la densità si ricava la percentuale di massa grassa dalla formula di Siri(1956): • % di grasso = [(4, 950/densità)-4, 5]*100

Calcolare la massa corporea Plicometria Equazioni di Jackson e Pollock(1978) a tre e a

Calcolare la massa corporea Plicometria Equazioni di Jackson e Pollock(1978) a tre e a sette pliche. • BD = 1, 112 -0, 00043499 (X 1) + 0, 00000055 (X 1)²-0, 00028826 (X 4) Dove: X 1: somma delle 7 pliche: pettorale, ascellare media, tricipitale, sottoscapolare, sovrailiaca, addominale, coscia anteriore, X 4: età, • BD = 1, 10938 – 0, 0008267 (X 2) + 0, 0000016 (X 2)² - 0, 0002574(X 4) X 2: somma delle 3 pliche pettorale, addominale, anteriore della coscia. • BD = 1, 1125025 – 0, 0013125 (X 3) + 0, 0000055 (X 3)²- 0, 000244 (X 4) X 3: somma delle 3 pliche pettorale, tricipitale, sottoscapolare.

Calcolare la massa corporea Plicometria • VANTAGGI: costi contenuti possibilità di valutazione della qualità

Calcolare la massa corporea Plicometria • VANTAGGI: costi contenuti possibilità di valutazione della qualità della plica nel tempo (morbida, dura, granulosa, etc. ) buona affidabilità per soggetti "nella media" • SVANTAGGI: operatore dipendente la densità delle pliche risente molto della temperatura ambientale soggetti molto allenati soggetti in forte sovrappeso o obesi

Calcolare la massa corporea Impedenziometria Impostati alcuni parametri fondamentali quali: altezza, sesso e peso,

Calcolare la massa corporea Impedenziometria Impostati alcuni parametri fondamentali quali: altezza, sesso e peso, ecc

Calcolare la massa corporea Impedenziometria Si sfrutta un semplice principio fisico per cui gli

Calcolare la massa corporea Impedenziometria Si sfrutta un semplice principio fisico per cui gli adipociti offrono una resistenza al passaggio della corrente di gran lunga maggiore rispetto alle altre cellule

Calcolare la massa corporea Impedenziometria La corrente alternata che viene utilizzata è ovviamente molto

Calcolare la massa corporea Impedenziometria La corrente alternata che viene utilizzata è ovviamente molto “debole” ma di alta frequenza

Calcolare la massa corporea Impedenziometria Apparecchiatura professionale costituita da 4 elettrodi, da applicare, rispettivamente,

Calcolare la massa corporea Impedenziometria Apparecchiatura professionale costituita da 4 elettrodi, da applicare, rispettivamente, sul dorso delle mani e sul dorso dei piedi

Tecniche per la riduzione del peso corporeo generalizzato e localizzato Tecniche non invasive •

Tecniche per la riduzione del peso corporeo generalizzato e localizzato Tecniche non invasive • Riduzione dell’apporto calorico mantenendo le proporzioni dei tre macronutrienti • Criolipolisi

Tecniche per la riduzione del peso corporeo generalizzato e localizzato Riduzione dell’adiposità localizzata grazie

Tecniche per la riduzione del peso corporeo generalizzato e localizzato Riduzione dell’adiposità localizzata grazie alla tecnologia del freddo

Tecniche per la riduzione del peso corporeo generalizzato e localizzato Manipoli per criolipolisi

Tecniche per la riduzione del peso corporeo generalizzato e localizzato Manipoli per criolipolisi

Uno studio su 12 pazienti Il trattamento è stato concentrato esclusivamente sull’addome inferiore sinistro

Uno studio su 12 pazienti Il trattamento è stato concentrato esclusivamente sull’addome inferiore sinistro Il trattamento è durato 35 minuti subito dopo è stato effettuato un altro trattamento Risultati: La riduzione del grasso addominale è stata osservata nella maggior parte dei partecipanti. Non sono stati segnalati eventi avversi gravi. La riduzione della profondità dello strato di grasso sottocutaneo è stata confermata con gli ultrasuoni ad alta risoluzione dopo 8 settimane di trattamento.

4° Modulo • Funzioni mitocondri (la centrale energetica della cellula) • Cos’è il mitocondrio

4° Modulo • Funzioni mitocondri (la centrale energetica della cellula) • Cos’è il mitocondrio • Importanza dell’ereditarietà in linea materna • Funzioni nella fisiologia e nell’attività fisica

FUNZIONI MITOCONDRIALI Durante la fosforilazione ossidativa può accadere che un solo elettrone vada a

FUNZIONI MITOCONDRIALI Durante la fosforilazione ossidativa può accadere che un solo elettrone vada a ridurre una molecola di O 2 determinando la produzione d'un anione superossido , un radicale assai reattivo. Per far fronte alla presenza di radicali liberi, che potrebbero comportare dei gravi danni, la cellula deve utilizzare degli specifici sistemi atti alla loro eliminazione: la catalasi, il glutatione, vari antiossidanti quali l'acido ascorbico e le vitamine A ed E, il gruppo delle superossido dismutasi.

GRAZIE PER L’ATTENZIONE!

GRAZIE PER L’ATTENZIONE!