La donna del mistero Approfondimento sulla figura della

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La donna del mistero Approfondimento sulla figura della Pia dantesca Classe 4** – Anno

La donna del mistero Approfondimento sulla figura della Pia dantesca Classe 4** – Anno scolastico 2015 -2016

 «Deh, quando tu sarai tornato al mondo, e riposato de la lunga via»

«Deh, quando tu sarai tornato al mondo, e riposato de la lunga via» , seguitò 'l terzo spirito al secondo, «Ricorditi di me, che son la Pia; Siena mi fé, disfecemi Maremma: salsi colui che 'nnanellata pria disposando m'avea con la sua gemma. » D. Alighieri, Purgatorio V, 130 -136

Nello Pannocchieschi Nello di Inghiramo Pannocchieschi è stato un nobile signore toscano, podestà di

Nello Pannocchieschi Nello di Inghiramo Pannocchieschi è stato un nobile signore toscano, podestà di Volterra e Lucca. Non è espressamente citato nella Commedia, ma a lui si sono riferiti i più antichi commentatori nel tentativo di identificare il marito e l'uccisore della Pia. Questo delitto sarebbe legato, secondo la tradizione, alla relazione e quindi al presunto matrimonio segreto di Nello con Margherita Aldobrandeschi; ma non abbiamo altra testimonianza diretta se non la tradizione dantesca, così come non è documentata l'esistenza di una moglie di Nello di nome Pia. E' tuttavia significativo che anche gli studiosi che mettono in discussione la figura storica di Pia ricolleghino la vicenda al Pannocchieschi.

Due Pannocchieschi con lo stesso nome vissero nella seconda metà del XIII sec. d.

Due Pannocchieschi con lo stesso nome vissero nella seconda metà del XIII sec. d. C. : il più celebre, Nello d'Inghiramo, e il suo congiunto Nello di Mangiante. Quest'ultimo, tuttavia, ebbe pochissimi rapporti con Siena (e quindi non si spiegherebbe perché i commentatori antichi lo mettano in relazione con questa città); inoltre non sono ben determinabili gli anni in cui visse. Un’altra anomalia che toglie credito a questa tesi riguarda il castello di Montemassi, che l'anonimo chiosatore del codice Laurenziano XL indica come proprietà del Mangiante e che invece fu in possesso di Nello d'Inghiramo.

Nello fu essenzialmente un uomo d’armi: tra i suoi incarichi di rilievo possiamo menzionare,

Nello fu essenzialmente un uomo d’armi: tra i suoi incarichi di rilievo possiamo menzionare, nel 1284 -85, quello di capitano della Lega guelfa e, nel 1297, di capitano assoldato da Firenze per la sua guerra contro Pistoia. Nel 1307 infine fu col fratello Dino capitano della guerra di Volterra contro San Gimignano. Nello ebbe una vita sentimentale e coniugale attiva, non certo carente di avversità e suggellata secondo la tradizione anche dal famoso crimine, quello si vuole compiuto ai danni della moglie Pia de’ Tolomei nel castello della Pietra. La storia è nota: Nello, invaghitosi di Margherita Aldobrandeschi, avrebbe ucciso la moglie Pia, gettandola in un dirupo dal Castello della Pietra. Diverse, infatti, sono le versioni che immaginano una Pia frivola o infedele, per questo motivo uccisa o fatta uccidere dal geloso marito Nello.

La tesi del matrimonio segreto con Margherita Aldobrandeschi sarebbe confermata dalla notizia, riportata da

La tesi del matrimonio segreto con Margherita Aldobrandeschi sarebbe confermata dalla notizia, riportata da alcune fonti, dello scioglimento del matrimonio ufficiale di costei con Loffredo Caetani per un’accusa di bigamia. Particolare attenzione occorre dunque riservare alla testimonianza del codice Laurenziano XL 7, che accenna alla figura di Margherita, alla vicenda nel complesso ed in particolare ad alcuni dettagli confermati da altre testimonianze. In definitiva si può dire che tale codice non ci consente di affermare con certezza la tesi che Nello fosse l’uccisore di Pia, tuttavia alcuni importanti dettagli in esso citati si rivelano attendibili: basti fare riferimento al figlio di Nello e Margherita, Binduccio, morto alla soglia della pubertà, e all’usurpazione del castello di Montemassi da parte di Bandino di Sticciano. Questi ultimi elementi si ricollegano al testamento di Nello (vedi oltre) che, pur non menzionando né Margherita né Pia, fa riferimento alla figlia Fresca, sposata con il suddetto Bandino e con il quale ebbe una figlia chiamata appunto Pia (scegliendo il nome già appartenuto alla nonna, secondo la tesi di Aquarone).

Ciò che ci ha tramandato la leggenda riguardo a questa triste vicenda, e sulla

Ciò che ci ha tramandato la leggenda riguardo a questa triste vicenda, e sulla quale lo stesso Dante Alighieri nella sua Commedia non ha delineato la specifica identità dei personaggi, a tutto vantaggio dell’effetto poetico, fa ormai parte del patrimonio e della tradizione popolare della Maremma.

NELLO PANNOCCHIESCHI Presunto marito e assassino di Pia de’ Tolomei. Avrebbe gettato Pia in

NELLO PANNOCCHIESCHI Presunto marito e assassino di Pia de’ Tolomei. Avrebbe gettato Pia in un dirupo adiacente al castello di sua proprietà, in quanto invaghitosi di Margherita Aldobrandeschi. È stato citato dagli antichi commentatori del canto V del Purgatorio, ma non espressamente da Dante. Nobile signore e uomo d’armi italiano, podestà di Volterra e Lucca. Non è documentata in atti ufficiali o testamentari l’esistenza di una moglie di Nello di nome Pia. Gli studiosi hanno pensato ad un omonimo congiunto, marito di Pia: Nello di Mangiante.

Pia Guastelloni Nel canto V del Purgatorio di Dante appare il misterioso personaggio di

Pia Guastelloni Nel canto V del Purgatorio di Dante appare il misterioso personaggio di Pia, nominata negli ultimi versi del canto. Sull’identità storica del personaggio nel corso dei secoli si è aperta una disputa che ha portato alla luce molteplici teorie; tra le più accreditate vi è la versione sostenuta da Benvenuto e altri chiosatori, che identificano il personaggio dantesco come Pia de’ Tolomei, moglie di Nello de’ Pannocchieschi e uccisa dallo stesso per convolare a nozze con Margherita Aldobrandeschi.

Tuttavia antichi commentatori, altrettanto autorevoli, non fanno parola dell’appartenenza di Pia alla famiglia Tolomei.

Tuttavia antichi commentatori, altrettanto autorevoli, non fanno parola dell’appartenenza di Pia alla famiglia Tolomei. Si apre così la possibilità a interpretazioni diverse, come quella sostenuta dal diarista Girolamo Gigli. Egli riconosce la Pia dantesca in una donna andata in sposa a un membro della famiglia Tolomei (una delle famiglie più importanti di Siena tra il XIII e XIV secolo). A sostegno di questa tesi, il diarista espone la documentazione riguardante il matrimonio tra messer Baldo D’Aldobrandino Tolomei e la stessa Pia Guastelloni, figlia di Bonconte Guastelloni, la quale rimase vedova nel 1290.

Egli suppose che in seguito Pia Guastelloni fosse stata “rimpalmata” da Nello de’ Pannocchieschi,

Egli suppose che in seguito Pia Guastelloni fosse stata “rimpalmata” da Nello de’ Pannocchieschi, e pertanto accettava nel testo dantesco la lezione “disposata” (precedentemente sposata), tramandata da codici autorevoli. Nell’ottica di quanto riportato, il mistero che avvolgeva la Pia dantesca poteva considerarsi risolto, tuttavia nel 1893 A. Lisini scoprì e pubblicò un documento (il consenso a uno vendita effettuata dal figlio) dal quale risultava che la Pia Tolomei, nata Guastelloni, era ancora viva nell’agosto 1318. Ne conseguì l’impossibilità di identificare la Pia indicata dal Gigli con il personaggio che Dante sapeva già morto nella primavera del 1300.

PIA GUASTELLONI Personaggio identificato con la Pia che appare nel canto V del purgatorio.

PIA GUASTELLONI Personaggio identificato con la Pia che appare nel canto V del purgatorio. Personaggio storico: Figlia di Bonconte Guastelloni (famiglia senese di rilievo tra il XIII e il XIV secolo). Non si è certi della correttezza storica dell’identificazione Sposa di messer Baldo d’Aldobrandino Tolomei. Rimase vedova nel 1290. Tra le numerose teorie c’è chi afferma che Pia, creduta Tolomei, non appartenesse direttamente a tale famiglia ma ne avesse sposato un membro (G. Gigli). Suppose si fosse risposata successivamente con Nello de’ Pannocchieschi. Nel 1893 A. Lisini scopre e pubblica un documento sottoscritto dalla stessa Pia; esso dimostra che la donna era ancora in vita nel 1318. Per questo creduta, erroneamente, appartenente alla suddetta famiglia. • Uccisa da Nello (o fatta uccidere) per poter convolare a nozze con Margherita Aldobrandeschi. • Primavera del 1300 circa. Ne conseguì l’impossibilità di identificare il personaggio dantesco con la figura di Pia Guastelloni.

Pia … Tolomei o Malavolti? Pia de’ Tolomei è la terza protagonista del canto

Pia … Tolomei o Malavolti? Pia de’ Tolomei è la terza protagonista del canto V del purgatorio. Pia è una gentildonna senese vissuta durante il XIII secolo, forse appartenente alla famiglia dei Tolomei. Moglie di Nello Pannocchieschi, il quale si pensa l’abbia fatta uccidere in uno dei suoi castelli in Maremma, presumibilmente perché egli dubitava della sua fedeltà o, più probabilmente, per poter sposare un’altra donna, forse Margherita Aldobrandeschi.

La figura di Pia è stata arricchita da molteplici elementi politici e romanzeschi, i

La figura di Pia è stata arricchita da molteplici elementi politici e romanzeschi, i quali ebbero grande successo durante il Romanticismo. Vari scrittori e artisti esposero argomentazioni differenti riguardo a questo personaggio, come ad esempio B. Sestini nel suo poemetto “Pia de’ Tolomei” (1822) e C. Marenco nella tragedia “La Pia” (1837).

PIA DE’ TOLOMEI Gentildonna senese vissuta nel XIII secolo. Moglie di Nello de’ Pannocchieschi

PIA DE’ TOLOMEI Gentildonna senese vissuta nel XIII secolo. Moglie di Nello de’ Pannocchieschi Potrebbe averla fatta uccidere per la sua presunta infedeltà, o più probabilmente per poter sposare un’altra donna: Margherita Aldobrandeschi. Terza protagonista del canto V del purgatorio. Personaggio misterioso a causa delle molteplici teorie riguardo la identità. Figura ripresa nel Romanticismo. • Poemetto “Pia de’ T. ” - B. Sestini (1822). • Tragedia “La Pia” – C. Marenco (1837).

L’identificazione con Pia Malavolti Il ritratto de “la Pia” che emerge dai versi danteschi

L’identificazione con Pia Malavolti Il ritratto de “la Pia” che emerge dai versi danteschi ha fatto sì che intorno alla sua figura si creasse, nel tempo, un’idealizzazione del suo tragico personaggio, sfociato poi in vera e propria affabulazione. Varie e ai più vari livelli sono e sono state le trasposizioni teatrali, letterarie e musicali, quelle di impronta culturale alta e quelle della tradizione di origine popolare, dove tuttavia è rimasto impresso il casato dei Tolomei. Altra supposizione definita in forme più attendibili è quella della provenienza dalla famiglia Malavolti, dove una Pia sarebbe però andata in sposa a Tollo di Prata. Ipotesi che tuttavia non hanno mai avuto uno specifico riscontro e sempre si sono intrecciate in contraddizioni di ordine temporale (non consonanza di date) e di ordine storicocronachistico (non consonanza di fatti).

Figlia di Ranuccio dei Malavolti e moglie di Tollo di Prata, Pia da Siena

Figlia di Ranuccio dei Malavolti e moglie di Tollo di Prata, Pia da Siena scompare nel corso della guerra di Prata sorta in seguito all’uccisione da parte dei nipoti stessi (1285 -1289; Pia sarebbe andata in sposa a Tollo per suggellare un patto di amicizia con Siena, e il procuratore delle nozze sarebbe stato proprio Nello de’ Pannocchieschi. Un elemento di conferma per l’identificazione con Pia della famiglia Malavolti potrebbe provenire dal fatto che le fonti testimoniano che Nello, da giovane, fu “ostaggio” (ospite) della famiglia Malavolti. Dante pone le toccanti parole di Pia come seguito del racconto di Buonconte, per sottolineare che la guerra tra guelfi e ghibellini toscani, che si era conclusa a Campaldino con la morte di Buonconte, si era aperta a Prata con la vicenda di quella Pia, di cui Dante avrà certo sentito parlare proprio per questo e proprio in occasione della battaglia di Campaldino. Così, con grande efficacia poetica, Pia e Buonconte, la vittima iniziale e la vittima finale della guerra iniziatasi con l’uccisione di Tollo da Prata, si ritrovano uniti a chiedere a Dante di pregare per loro. Infine occorre rilevare che Scolari (pur ammettendo che Pia si fosse unita a Nello dopo la morte del primo marito) riferendosi alle modalità del rito matrimoniale dell’epoca e in particolare alla cosiddetta anulatio (vedi oltre), sostiene che Pia non debba esser considerata necessariamente “moglie”, in quanto potrebbe trattarsi di semplice fidanzamento.

PIA MALAVOLTI Personaggio dantesco presente nel canto V del purgatorio. Dante inserisce le parole

PIA MALAVOLTI Personaggio dantesco presente nel canto V del purgatorio. Dante inserisce le parole di Pia come “prosieguo” del racconto di Buonconte. Personaggio storico : figlia di Ranuccio Malavolti Immortale immagine femminile nelle rappresentazioni artistiche. Bandello la raffigura come una giovane fatta uccidere dall’anziano marito. Sposa di Tollo di Prata. Sestini la presenta come vittima di un corteggiatore respinto e della gelosia del marito. Scomparsa di Pia. Dopo essere rimasta vedova la famiglia sollecita l’invio di truppe a Prata. Guerra durata quattro anni, in cui muore Buonconte da Montefeltro Ne segue la vittoria dei guelfi a Campaldino.

Matrimonio cattolico nel Medioevo Tra il 1300 e il 1400 i matrimoni potevano svolgersi

Matrimonio cattolico nel Medioevo Tra il 1300 e il 1400 i matrimoni potevano svolgersi nel corso di vari anni e coinvolgevano spesso un elevato numero di persone durante le varie fasi. I sensali sondavano le offerte del mercato matrimoniale e facevano circolare le informazioni tra gli interessati. La donna non aveva un prezzo, ma portava con sé la dote che diveniva un mezzo per costruire alleanze; era gestita dal marito e serviva al suo mantenimento in caso di vedovanza. Le famiglie si mettevano in contatto attraverso amici comuni che fungevano da mediatori. L’ accordo raggiunto veniva poi reso vincolante dai parenti più stretti con una stretta di mano: l’impalmamento. Attraverso il giuramento, che avveniva in chiesa, tra lo sposo e il padre della sposa alla presenza di un notaio che redigeva un atto con le formalità e le modalità di pagamento della dote, l’accordo diveniva solenne ed era seguito da un banchetto pubblico. Il giorno dell’anello era celebrato privatamente e successivamente la sposa si trasferiva a casa del marito sancendo l’inizio della vita coniugale e l’ingresso nel nuovo gruppo familiare. Nei ceti popolari ci si poteva sposare ovunque e non era necessario mettere per iscritto tramite un notaio l’accordo riguardante la dote e il corredo della sposa, bastava la presenza di due testimoni. La scritta di parentado era spesso redatta dal prete stesso in quanto vi si rivolgevano persone per lo più analfabete.

Il gesto del tocco della mano da parte degli sposi era seguito dal bacio,

Il gesto del tocco della mano da parte degli sposi era seguito dal bacio, segno che sanciva un accordo libero e volontario, e dalla bevuta dallo stesso bicchiere. La presenza dell’anello permetteva di testimoniare l’esistenza di un vincolo matrimoniale contratto, tuttavia era un simbolo associato sia al matrimonio che al fidanzamento, distinti dalla terminologie ‘per verba de futuro’ e ‘per verba de presenti’. Il consenso del presente attribuiva validità al matrimonio, ma per i fedeli era importante che il rito sancisse lo scambio del consenso in maniera visibile. Anche il consenso segreto era vincolante, ma affinché fosse riconosciuto dalla comunità era necessario ripetere il rito in pubblico. Dal XI secolo in poi il matrimonio venne considerato un simbolo dell’unione di Cristo con la Chiesa e da allora fu sottoposto alla sua giurisdizione. Il matrimonio veniva considerato valido solo se presente il libero consenso degli sposi, i quali, se maggiorenni, potevano unirsi da soli in qualsiasi momento, a patto che il consenso fosse “presente”. Essendo un evento religioso, se gli sposi erano soli al momento di scambiarsi il consenso invocavano Dio, la Vergine o i santi come testimoni; in questo modo il vincolo era illegale agli occhi del mondo ma valido dinanzi a Dio. Nel 1215 il Concilio Lateranense IV stabilì che le coppie dovessero annunciare pubblicamente in chiesa la loro intenzione di sposarsi in modo che il prete potessere informato di eventuali impedimenti dai fedeli.

Nel caso in cui uno dei parter avesse abbandonato il tetto coniugale l’altro sarebbe

Nel caso in cui uno dei parter avesse abbandonato il tetto coniugale l’altro sarebbe potuto ricorrere al giudice ecclesiastico, correndo tuttavia il rischio di non dimostrare l’esistenza del vincolo. La testimonianza di amici e parenti era perciò necessaria per giudicare la validità o nullità in caso di contestazione. Questa complessità favoriva i matrimoni clandestini, che rappresentavano elementi di grave incertezza dal punto di vista ereditario e creavano ostilità con i laici dei ceti sociali elevati che volevano vedere al sicuro i propri patrimoni. Divenne oggetto di attenzione il consenso paterno, e molti statuti combinarono pene dure a chi si sposava senza di esso. Ad essere sottoposti ad un rigido controllo familiare erano i matrimoni delle figlie; chi le sposava clandestinamente era punito con pene pecuniarie e le ragazze perdevano il diritto alla dote. Le pene però non dichiaravano nullo il vincolo, competenza che rimase della chiesa.

Il testamento di Nello della Pietra Al fine di risolvere l'enigma che racchiude la

Il testamento di Nello della Pietra Al fine di risolvere l'enigma che racchiude la figura della Pia dantesca, particolare importanza va prestata al testamento del suo presunto marito e omicida, ossia Nello della Pietra. Per analizzare questo documento, però, bisogna assumere un'ottica altamente critica e oggettiva, non trascurando implicazioni politiche e storiche. Dal testamento risulta che l'uomo abbia avuto tre mogli e tre figlie, Fresca, Francesca e Bianca. Le prime due sarebbero già sposate, mentre l'ultima ancora bambina, sarebbe il frutto dell'unione con la sua ultima moglie Bartala. Nel testamento, Bartala viene nominata tutrice della figlia e viene favorita dal punto di vista ereditario; inoltre, dal documento risulta che lei sia ancora giovane, tanto che lo stesso Nello avanza l'ipotesi che lei possa volersi risposare e avere altri figli. E' lapalissiano quindi che le figlie maggiori non sono figlie di Bartala, ed è lecito pensare che esse possano essere più anziane di quest'ultima. Nel testamento, infatti, due figli di Fresca vengono accusati di aver sottratto il Castello di Montemassi, ed è per questo che vengono diseredati. A rigor di logica i due giovani hanno necessariamente superato i 12 anni, la maggiore età, e quindi oscillano tra i 15 e 20 anni; pertanto Fresca, che avrà avuto circa il doppio della loro età, al momento della morte del padre avrà avuto approssimativamente 35 anni. Quindi, se il testamento è datato 1321, Fresca sarà nata intorno al 1285. Una conferma indiretta di questa linea genealogica sarebbe da individuare nel fatto che una delle figlie di Fresca si chiamava appunto Pia: la nipote avrebbe dunque ripreso, secondo una consolidata consuetudine, il nome della nonna.

Si potrebbe pensare che le prime figlie di Nello siano figlie di Nera, di

Si potrebbe pensare che le prime figlie di Nello siano figlie di Nera, di cui nel testamento si parla solo della sua eredità. Per risalire alla storia del matrimonio con questa donna, bisogna analizzare la lettera di Carlo II D'Angiò in cui si discute della validità del matrimonio di Loffredo Caetani e Margherita Aldobrandeschi, la quale si presume fosse stata costretta da Bonifacio VIII a sposare Nello Della Pietra. Nel brano viene citata una data, il 1307, anno in cui Nello avrebbe contratto matrimonio con un'altra donna dopo la presunta separazione con Margherita, la quale era stata sua amante per circa 15 anni e con cui ebbe un figlio, morto prematuramente. Questa donna, quindi, potrebbe essere proprio Nera: ciò non rivela però la maternità delle due figlie maggiori, anche perché si dà per certo che Nera non abbia avuto figli. Ella sarebbe morta presumibilmente nel 1313, anno in cui Nello concepisce un figlio illegittimo con Chiarina Di Lucca.

La sua prima moglie, pur non conoscendone la famiglia d'origine, non può non chiamarsi

La sua prima moglie, pur non conoscendone la famiglia d'origine, non può non chiamarsi Pia: essa è stata citata a più riprese dai commentatori antichi, identificandola con la Pia dantesca. Ovviamente, ciò non sarebbe successo se la donna non si fosse chiamata Pia. La confusione dei commentatori nasce dal fatto che erano vissute due Pia da Siena, entrambe morte nello stesso anno entrambe sposate ed entrambe con due figlie piccole. Inoltre i nomi dei due mariti, Nellus De Petra e Tollus de Prata presentano una forte assonanza. Ci sono due ragioni sostanziali, secondo Corsetti, per le quali la Pia di Nello non può essere considerata la Pia dantesca: la prima, di natura estrinseca, è che Nello in vita non fu mai accusato di uxoricidio. La seconda, di natura intrinseca, rende Pia una vittima del marito e non di fazioni politiche, come invece fu la Pia di Tollo di Prata e come infatti ce la presenta Dante. Non a caso, infatti, il sommo poeta presenterebbe la donna misteriosa in un trittico con Jacopo Da Fano e Buonconte da Montefeltro, a rappresentare le vittime della violenza delle fazioni politiche.

SITOGRAFIA http: //www. treccani. it/enciclopedia/pia_(Enciclopedia-Dantesca)/ http: //www. treccani. it/enciclopedia/nello-pannocchieschi_(Enciclopedia-Dantesca)/ http: //www. treccani. it/enciclopedia/pia-guastelloni_(Enciclopedia-Dantesca)/ http:

SITOGRAFIA http: //www. treccani. it/enciclopedia/pia_(Enciclopedia-Dantesca)/ http: //www. treccani. it/enciclopedia/nello-pannocchieschi_(Enciclopedia-Dantesca)/ http: //www. treccani. it/enciclopedia/pia-guastelloni_(Enciclopedia-Dantesca)/ http: //www. aracneeditrice. it/pdf/9788854813700. pdf http: //www. aracneeditrice. it/pdf/9788854831353. pdf http: //www. sguardosulmedioevo. org/2013/09/matrimonio-cattolico-nelmedioevo. html https: //koinoo. wordpress. com/2013/10/10/nello-pannocchieschi-pia-dei-tolomeimargherita-aldobrandeschi-guido-di-montfort-7/

Credits Pia Guastelloni: Roberta *** (Multimedia expert), Giulia ***(approfondimento storico e tutoring), Giorgia ***(mappa

Credits Pia Guastelloni: Roberta *** (Multimedia expert), Giulia ***(approfondimento storico e tutoring), Giorgia ***(mappa concettuale), Martina ***(revisione). Nello: Chiara *** (immagini e revisione) Vittoria *** (revisione e tutoring) Aurora *** (stesura), Carlotta ***(stesura), Claudia *** (mappa concettuale) Questione complessiva di Pia, tesi di Pia Malavolti: Asia *** (prima bozza), Alessandro *** (revisione/integrazione), Marianna *** (sintesi e stesura), Chiara 2 ***(revisione), Diana *** (revisione), Andrea *** (punti chiave), Lorenzo *** (prima bozza), Rebecca *** e Veronica ***(mappa concettuale) Aurora 2 ***(approdondimento sul testamento e tutoring)