VIAGGIO NELLO SPAZIO E NEL TEMPO Esperienze di

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VIAGGIO NELLO SPAZIO E NEL TEMPO Esperienze di conoscenza geografica per la scuola primaria

VIAGGIO NELLO SPAZIO E NEL TEMPO Esperienze di conoscenza geografica per la scuola primaria M. G. Favaretto, G. Maestroni V. Suriano Milano, 28 APRILE 2016

Una geografia che nasce da un rapporto prerazionale (empatico, estetico, simbolico, narrativo) con le

Una geografia che nasce da un rapporto prerazionale (empatico, estetico, simbolico, narrativo) con le cose, che si nutre di sentimenti e di emozioni, che aspira all’ignoto, al meraviglioso L’apprendimento della geografia del cuore precede quella dell’intelletto e dell’utile In passato dovevamo conoscere il mondo per conquistarlo e trasformarlo, oggi lo dobbiamo sentire nostro per prendercene cura, per sentirci parte di esso e di quegli altri sette miliardi di esseri umani che lo abitano assieme a noi

Dalla suggestione alla visione sintetica • Prima fase: la suggestione, intesa come coinvolgimento emotivo

Dalla suggestione alla visione sintetica • Prima fase: la suggestione, intesa come coinvolgimento emotivo • Seconda fase: elaborazione analitica riflessiva • Terza fase: visione sintetica, che combina intuizione e razionalità

Prima attività: le somatopie Somatopia: • rappresentazione geografica antropomorfa • già utilizzata nel Rinascimento

Prima attività: le somatopie Somatopia: • rappresentazione geografica antropomorfa • già utilizzata nel Rinascimento per favorire la memorizzazione di luoghi

Seconda attività: il resoconto N 1 – riduzione e adattamento da “Per una nuova

Seconda attività: il resoconto N 1 – riduzione e adattamento da “Per una nuova didattica del paesaggio”, Rigo Valente – Schiavi, ISU, 1998 Il mio paese si trova vicino a una grande metropoli. Le metropoli sono formate da una grande città, in questo caso Milano, e tante altre città meno grandi e piccoli paesi che si trovano vicini ad essa: vi abitano milioni di persone. Per quale motivo vi si è concentrata tutta questa popolazione? Torino e Milano, le due città più popolose della pianura padana, si trovano al centro di reti di comunicazione non solo con il resto dell’Italia, ma anche con tutta l’Europa, attraverso i numerosi valichi alpini. Milano si trova poi al centro di una vasta pianura, più ridotta per Torino, che è stretta da vicino dalle montagne. La regione milanese e la regione torinese sono ricche di industrie di tutti i tipi che lavorano le materie prime importate e anche i prodotti delle vaste coltivazioni della bassa pianura.

Infatti la bassa pianura è formata da terre argillose da cui spuntano le risorgive

Infatti la bassa pianura è formata da terre argillose da cui spuntano le risorgive (polle d’acqua tiepida che escono dal sottosuolo, dopo avere percorso decine di chilometri dalle Alpi fino quasi al Po): qui l’agricoltura dà prodotti abbondanti. Invece l’alta pianura ciottolosa e permeabile è arida perché l’acqua non rimane in superficie, scende nel sottosuolo. Allora è stato più conveniente usare il territorio per le industrie che hanno offerto lavoro a molte persone: sono nate le grandi aree dove si trovano industrie di tutti i tipi, da quelle tradizionali dei mobili e dell’abbigliamento a quelle moderne della meccanica, della chimica, dell’elettronica. È stato perciò necessario creare una rete di vie di comunicazione e di infrastrutture. Nelle città grandi ci sono grattacieli dove si svolgono attività terziarie (uffici di industrie, banche, sedi di società di trasporti e comunicazioni, sedi di grandi giornali, di reti televisive, di assicurazioni, biblioteche, università, musei, …). Vivere in una grande città costa molto e tante persone hanno deciso di spostare la loro abitazione nei piccoli paesi come il mio; qui il traffico e l’inquinamento sono minori e le case costano meno. Così ogni mattina milioni di pendolari percorrono decine di chilometri in treno, in macchina, in metropolitana, per raggiungere il posto di lavoro nella grande città.

Consegne di lavoro • Leggere i due testi, metterli a confronto ed evidenziarne la

Consegne di lavoro • Leggere i due testi, metterli a confronto ed evidenziarne la tipologia • Evidenziare le parole che indicano gli elementi geografici • Collegare le parole trovate in modo logico e causale, stendendo brevi frasi “geografiche” • Stendere possibili esercitazioni inerenti i testi e definire in quali classi possono essere utilizzate

N 2 - Ti racconto la Lombardia - Da “Ti racconto il mondo”, collana

N 2 - Ti racconto la Lombardia - Da “Ti racconto il mondo”, collana diretta da G. Corna-Pellegrini, vol. “Ti racconto l’Italia”, Ascari, Librerie CUEM, Milano 2001, da pag. 12 Milano, capoluogo della Lombardia, è il motore della vita economica italiana: è il luogo dove si prendono le decisioni importanti sul modo di investire il denaro e sulla produzione, in quanto sede della maggiore Borsa Valori italiana, delle principali banche e imprese. È una città iperattiva, frenetica, fredda e talora poco umana dove il singolo può sentirsi confuso nella folla anonima. In realtà questi caratteri sono comuni a molte altre metropoli; viceversa diversi scrittori, milanesi e non, ricordano nella Milano del passato una dimensione accogliente, piena di calore familiare, di simpatia e schiettezza. Milano è cresciuta molto dalla fine dell’ottocento in poi. All’indomani della guerra, però, tutti i terreni occupati dalle attuali periferie erano ancora aperta campagna. Qualche decennio dopo, negli anni cinquanta e sessanta, una fortissima espansione a macchia d’olio portò i limiti dell’area urbanizzata e fittamente costruita ancor più in fuori, fino a toccare, a nord e a est i confini del comune. Quanto si sia estesa Milano si capisce da una famosa canzone di A. Celentano: “Questa è la storia di uno di noi anche lui nato per caso in via Gluck in una casa fuori città gente tranquilla che lavorava là dove c’era l’erba ora c’è una città …”

Oggi la via Gluck è in piena città, vicino alla stazione Centrale. L’attivismo milanese

Oggi la via Gluck è in piena città, vicino alla stazione Centrale. L’attivismo milanese è stato anche visto come un ridicolo agitarsi fine a se stesso, non sempre produttivo. “La giornata dell’indigeno milanese si svolge secondo i ritmi solari elementari. Di buonora esso si sveglia per recarsi alle incombenze tipiche di questa popolazione, raccolta di acciaio nelle piantagioni, coltivazioni di profilati metallici, concia di materie plastiche, commercio di concimi chimici, semina di transistori, pascolo di lambrette, allevamento di alfa romeo e così via. L’indigeno tuttavia non ama il suo lavoro e fa il possibile per evitare il momento in cui lo inizierà; quello che è curioso è che i cpi villaggio paiono assecondarlo, eliminando ad esempio le vie consuete di trasporto, divellendo le rotaie dei primitivi tramways … “(U. Eco, Diario Minimo, Bompiani, Milano, 1963). Eppure la frenesia e la vitalità di Milano non sono solo frutto della civiltà industriale: infatti già due secoli fa, al tempo di Stendhal, la vita milanese era attivissima e c’era molto traffico. I milanesi sono fieri del numero di carrozze che invade il loro corso (Corso Vittorio Emanuele). Un giorno di festa e di bel sole ho visto quattro file di carrozze ferme ai due lati del vasto viale e, nel mezzo, due file di vetture in marcia, il tutto regolate e disciplinato da dieci ussari austriaci: duecento giovani a cavallo e tremila pedoni completavano la scena; quelli a piedi dicevano con orgoglio: tutto questo è bello quasi quanto a Parigi; vi sono più di tremila carrozze … (Stendhal, primo soggiorno, 1800). L’alta pianura è l’area forte della Lombardia, favorita nella storia dalla sua posizione di crocevia tra il mondo della montagna e il mondo della bassa pianura. Oggi in corrispondenza dell’alta pianura si trova una grande regione – città, fittamente urbanizzata, che va da Varese a Brescia.

Il suo nucleo originario è la Brianza, nei secoli passati rifugio dei nobili e

Il suo nucleo originario è la Brianza, nei secoli passati rifugio dei nobili e dei ricchi in fuga dalla calura estiva, oggi, con lo sviluppo di rapidi mezzi di trasporto verso Milano, coperta di abitazioni destinate a residenza normale. La bellezza del paesaggio brianzolo non è in contraddizione con la sua operosità … La parola Brianza mi evoca per prima cosa un’immagine di gente. Ed è quel colpo di fischietto con cui l’agente chiede strada per il gruppo di ciclisti in arrivo, le maglie colorate curve sui manubri, e poi quel fruscio intenso che fanno le gomme tutte insieme sull’asfalto. Trovo che questo sia un modo stupendo di rendere omaggio a un paesaggio, attraversandolo a forza di muscoli. Resta il fatto che non esiste per me nessun’altra terra italiana, come la Brianza che sia legata al senso della fatica. Guardo le sue colline, i borghi che da secoli vi stanno attestati, a volte proprio dove finisce la rampa, contemplo i cipressi e i muri di cinta delle ville, i campanili e le ciminiere, e questa visione, che spesso è ancora armoniosa, mi comunica il senso di uno sforzo, di qualcosa che è costato, come se il paesaggio fosse intriso di questo travaglio (C. Castellaneta, Navigli) La Brianza continua a evocare, attraverso i fitti insediamenti della piccola e media industria, l’immagine di un territorio dove il verde fa soprattutto da cornice al lavoro. Di qua una fabbrica, di là un nuovo capannone in costruzione. In basso un euro market, in alto un mobilificio. Ogni volta che ci vengo mi stupisco di trovare qualche nuovo manufatto: una stazione di servizio dove c’erano ortaglie, un condominio di casette a schiera dove ricordavo la gobba di una collina, un autosalone al posto di un gregge di pecore (C. Castellaneta, Navigli).

Dopo un forte aumento della produzione negli anni del boom economico, dal 1955 al

Dopo un forte aumento della produzione negli anni del boom economico, dal 1955 al 1990, comincia la trasformazione dell’industria, i settori meno competitivi tendono a cambiare, le grandi fabbriche in cui si svolgeva tutto il ciclo produttivo chiudono o si specializzano, mentre sempre più crescono i servizi per le imprese e le aziende … Le industrie si sono estese anche nei fondovalle più ampi e raggiungibili, come in Valtellina, Val Trompia e Valcamonica, zone che mantengono tuttavia attività tradizionali, come l’agricoltura e l’artigianato. La Valtellina attraverso cui viaggiavamo, è un enorme giardino di frutta e verdura di incredibile fertilità. Il gran turco, come viene chiamato il mais, cresce in giungle più alte di un uomo, e l’uva e i meloni hanno la dimensione esagerata e la pienezza della frutta finta olandese (E. Wharton, Paesaggi italiani). Sia la Valtellina che le valli bergamasche sono meta di vacanze dei lombardi della pianura: molte seconde case sono state costruite, qui come sulle sponde dei laghi, dove il clima è particolarmente dolce, a causa della protezione dei monti e dell’effetto mitigatore delle acque. Infatti sulle loro rive si trova una vegetazione quasi mediterranea.

Domande ed esercitazioni Leggi le domande e cerca le risposte consultando i due resoconti

Domande ed esercitazioni Leggi le domande e cerca le risposte consultando i due resoconti • • • • Perché le industrie sono state costruite nell’alta pianura? Perché c’è un’agricoltura con ricchi prodotti nella bassa pianura? Perché le industrie sono state costruite fuori dalle metropoli? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi della vita in una grande città? Che cosa si trova nel centro di Milano e Torino? Scrivi i nomi delle città che appartengono alle “regioni” di Milano e di Torino Cerca su atlanti, enciclopedie, annuari geografici, quali tipi di industrie si trovano in queste città Osserva da ovest a est la carta fisico-politica della Lombardia. Individua e trascrivi le principali valli lombarde, indicando i fiumi che le attraversano e gli eventuali laghi presenti. Dei fiumi individuati indica la sorgente, la foce e le città attraversate. Trova su una pianta del centro di Milano gli edifici che hanno un ruolo politico, economico, culturale, religioso e di servizio pubblico di vario tipo e classificali. Copia dalla carta la rete stradale che collega Milano a Torino e quella che le collega con le città delle loro “regioni” Con l’aiuto della carta fisico-politica, classifica le province lombarde a seconda che il loro territorio si trovi prevalentemente nella bassa pianura, nell’alta pianura, nelle Prealpi, in montagna. Indica tra le seguenti attività e produzioni quelle maggiormente praticate in montagna, in collina e in pianura: sfruttamento forestale, allevamento bovino, coltivazione granoturco, turismo, lavorazione della lana, sviluppo del terziario, … Dopo avere intervistato un pendolare, esponi i vantaggi e gli svantaggi che ci sono.

Milano e il suo hinterland

Milano e il suo hinterland

Suddivisione pianura padana

Suddivisione pianura padana

Lo smontaggio di una carta Terza attività

Lo smontaggio di una carta Terza attività

Carta mentale • Disegna il contorno della Lombardia e determina i confini • Inserisci

Carta mentale • Disegna il contorno della Lombardia e determina i confini • Inserisci gli elementi naturali (monti, laghi, fiumi, …. e le città che ricordi) • Se vuoi colora utilizzando i colori convenzionali

PRIMA FASE • Riportare sulla carta della regione in alto a sinistra una croce

PRIMA FASE • Riportare sulla carta della regione in alto a sinistra una croce (parallelo e meridiano) • Sovrapporre il lucido sulla carta e riportare la croce ( dovrà essere eseguito per ogni lucido) ed evidenziare con un pennarello nero il contorno della regione • Incollare il lucido su un cartoncino

SECONDA FASE • Sovrapporre alla carta regionale il secondo lucido e segnare con il

SECONDA FASE • Sovrapporre alla carta regionale il secondo lucido e segnare con il marrone le alture più significative indicandone il nome ( oronimo) • Sovrapporre alla carta regionale il terzo lucido e segnare con l’ azzurro i corsi d’acqua maggiori e i loro idronomi • Sovrapporre alla carta regionale il quarto lucido e segnare con il nero le città e i relativi toponimi • Sovrapporre alla carta regionale il quinto lucido e delineare con il rosso le principali strade

Elementi orografici

Elementi orografici

Elementi idrografici

Elementi idrografici

Maggiori centri urbani

Maggiori centri urbani

Principali vie di comunicazione

Principali vie di comunicazione

TERZA FASE Sovrapporre i lucidi nel modo seguente: • Orografia in alto • Idrografia

TERZA FASE Sovrapporre i lucidi nel modo seguente: • Orografia in alto • Idrografia a destra • Città in basso • Vie di comunicazioni a sinistra

Carta mentale 2 … dopo lo smontaggio • Disegna il contorno della Lombardia e

Carta mentale 2 … dopo lo smontaggio • Disegna il contorno della Lombardia e determina i confini • Inserisci gli elementi naturali (monti, laghi, fiumi, …. ) e le città che ricordi • Se vuoi colora utilizzando i colori convenzionali

Attività 4 – Costruzione di grafici e carte tematiche

Attività 4 – Costruzione di grafici e carte tematiche

Carta tematica

Carta tematica

Alcuni stimoli per utilizzare le immagini nell’insegnamento della geografia • • • • Che

Alcuni stimoli per utilizzare le immagini nell’insegnamento della geografia • • • • Che cosa è raffigurato nell’immagine? Quali sono gli elementi (naturali, antropici, …) che compongono l’immagine e qual è la loro organizzazione spaziale (elementi in primo/secondo piano, vicini e lontani, relazioni tra i diversi elementi)? Quali informazioni forniscono questi elementi sul luogo in cui ci si trova? Da chi è stata prodotta l’immagine, quando e dove? Per quale scopo ipotizziamo che sia stata prodotta? A chi è indirizzata l’immagine (a quale tipo di pubblico)? Dove è stata utilizzata? Cosa ci dice l’immagine sul quadro ambientale, sull’economia, sull’organizzazione e sulla cultura del luogo in cui è stata scattata/prodotta? Su quali elementi dell’immagine si sofferma maggiormente lo sguardo dell’osservatore e perché? Quali caratteri/valori del luogo trasmette l’immagine? Che idea (senso) del luogo ricaviamo dall’immagine? Quali percezioni/emozioni stimola la sua osservazione? È possibile dare più interpretazioni dell’immagine? Quali? Quale “titolo” daresti all’immagine e perché?

Riflessioni • Quali differenze si colgono tra uno studio descrittivo di una regione e

Riflessioni • Quali differenze si colgono tra uno studio descrittivo di una regione e uno studio attraverso la modalità suggerita nel laboratorio? • Quali sovrapposizioni sono state operate? Sono indifferenti i colori utilizzati sui lucidi purché diversi? • Che funzione ha assunto l’Atlante? • Come si evidenzia la relazione tra le componenti fisiche e quelle antropiche del territorio analizzato ? • L’apprendimento di toponimi e localizzazioni viene considerato? Se sì, in che modo il lavoro dello smontaggio della carta facilita la memorizzazione dei diversi elementi? • Secondo voi attraverso questa modalità l’alunno partecipa a un processo di autocostruzione delle proprie conoscenze?

BIBLIOGRAFIA Caccagni M. , Insegnare con i concetti la geografia, Milano, Franco Angeli, 2007

BIBLIOGRAFIA Caccagni M. , Insegnare con i concetti la geografia, Milano, Franco Angeli, 2007 Pasquinelli d’Allegra D. , La geografia dell’Italia. Identità, paesaggio, regioni, Roma, Carocci, 2009. Pontecorvo C. - Ajello A. M. – Zucchermaglio C. , Discutendo si impara. Interazione sociale e conoscenza a scuola, Roma, La Nuova Italia, 1991 Schiavi A. , Vademecum cartografico. Informazioni per l’analisi e le letture delle carte geografiche e topografiche, Milano, Vita e Pensiero, 2008. Rigo Valente G. ( a cura di Schiavi A), Per una nuova didattica del paesaggio geografico, Milano, I. S. U. Università Cattolica, 1993 Persi R. , L’ambiente a scuola, Milano, Franco. Angeli, 2003 Di Santo M. R. – Landi L. Lo spazio intorno a noi, Roma, Carocci, 2007 Manazza D. , ( collana a cura di Corna Pellegrini G) Ti racconto l’Italia, Milano, CUEM, 2001 Giorda C. Il mio spazio nel mondo, geografia per la scuola dell’infanzia e primaria, Roma, Carocci , 2014 Giorda La geografia nella scuola primaria. Contenuti, strumenti, didattica, Roma, Carocci , 2006 De Vecchis Didattica della geografia teoria e prassi Utet 2001 MIUR Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola d’infanzia e il primo ciclo d’istruzione 2012 Molinari P. e Gilardi T. , L’uscita didattica come educazione alla geografia, alla storia e al turismo, Educatt Università Cattolica, Milano, 2012