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Percorso 24 CFU per l'accesso al FIT Slides gruppo 10, 2020 PSICOLOGIA GENERALE Prof.

Percorso 24 CFU per l'accesso al FIT Slides gruppo 10, 2020 PSICOLOGIA GENERALE Prof. ssa Iachini CONTIENE LEZIONI sui seguenti argomenti: • Memoria • Immagini mentali • Stili cognitivi

LA MEMORIA

LA MEMORIA

Il ricordo… • Ciò che chiamiamo “ricordo” è il risultato di un insieme di

Il ricordo… • Ciò che chiamiamo “ricordo” è il risultato di un insieme di sistemi di memoria differenti ma in interazione tra loro • Argomenti a favore della visione multicomponenziale della memoria • Sovraccaricare un sistema lascia intatti gli altri sistemi • Lesioni cerebrali possono danneggiare un sistema ma non gli altri • Certe variabili sperimentali hanno effetto sul funzionamento di un sistema ma sugli altri

Natura multicomponenziale della memoria Ciò che chiamiamo “ricordo” è il risultato di un insieme

Natura multicomponenziale della memoria Ciò che chiamiamo “ricordo” è il risultato di un insieme di sistemi di memoria differenti ma in interazione tra loro memoria semantica memoria visiva ricordo memoria episodica memoria procedurale memoria autobiografica

Il ricordo… Nel ricordo si possono distinguere tre aspetti: acquisire l’informazione (codifica) mantenerla in

Il ricordo… Nel ricordo si possono distinguere tre aspetti: acquisire l’informazione (codifica) mantenerla in memoria (ritenzione) “richiamarla” allo stato attivo (recupero) ACQUISIRE MANTENERE RECUPERARE

Codifica e ritenzione� La codifica si riferisce al modo in cui la nuova informazione

Codifica e ritenzione� La codifica si riferisce al modo in cui la nuova informazione (per es. , visiva o semantica) viene inserita in un contesto di informazioni precedenti. Più è profondo il livello di elaborazione nella codifica più è probabile che la traccia di memoria sia duratura Recupero� Le tracce di memoria sono solo disposizioni o potenzialità (Tulving). Affinché il recupero avvenga deve essere presente un suggerimento (cue) appropriato che attivi la traccia. La compatibilità tra la traccia quale è stata codificata e le caratteristiche dell’informazione presente al recupero determina il ricordo (principio di specificità di codifica)

Sistemi di Memoria Sensoriale - capacità illimitata - decadenza a brevissimo termine (<1 secondo)

Sistemi di Memoria Sensoriale - capacità illimitata - decadenza a brevissimo termine (<1 secondo) - altamente specifica per materiale percettivo Memoria a Breve Termine - capacità limitata (7± 2 unità) - persistenza di alcuni secondi - relativamente specifica per il materiale Memoria a Lungo Termine - capacità illimitata - durata illimitata - aspecifica

Sistemi di Memoria e Durata della Ritenzione • Gli stimoli ambientali vengono analizzati dai

Sistemi di Memoria e Durata della Ritenzione • Gli stimoli ambientali vengono analizzati dai REGISTRI SENSORIALI i cui codici sono molto aderenti alle caratteristiche fisiche dello stimolo e le tracce hanno una durata estremamente breve (250 msec per la memoria ICONICA e 200 msec per la memoria ECOICA) • L’informazione passa attraverso il magazzino di MBT (ricordo fedele di informazioni che appena presentate devono essere rievocate immediatamente) per accedere a quello a MLT (apprendimento e recupero di informazioni)

Memoria sensoriale La memoria sensoriale è il primo stadio della memoria. Durante questa fase,

Memoria sensoriale La memoria sensoriale è il primo stadio della memoria. Durante questa fase, le informazioni sensoriali che recepiamo dall’ambiente vengono conservate per un brevissimo periodo di tempo, generalmente per non più di mezzo secondo per informazioni visive e 3 o 4 secondi per informazioni sonore. La creazione di un ricordo inizia quindi sempre con la sua percezione: può trattarsi di un’informazione visiva, di un suono, o di una sensazione tattile.

Memoria sensoriale • Un esperimento di Sperling (basato sulla tecnica del resoconto parziale) ha

Memoria sensoriale • Un esperimento di Sperling (basato sulla tecnica del resoconto parziale) ha dimostrato l’esistenza di un magazzino di memoria sensoriale a brevissimo termine • Tecnica del resoconto parziale • Vengono presentati visivamente, per 50 millisecondi, 3 gruppi di 4 lettere ciascuno • Ricordare il maggior numero di lettere • Con resoconto totale, i partecipanti ricordano 4 o 5 lettere • Incapacità di riferire un maggior numero di lettere prima della loro scomparsa dal magazzino sensoriale

Memoria sensoriale • Tecnica del resoconto parziale • Se un segnale sonoro di diversa

Memoria sensoriale • Tecnica del resoconto parziale • Se un segnale sonoro di diversa altezza segue la presentazione visiva e indica quale gruppo deve essere nominato, le persone rimescono a riportare almeno tre delle quattro lettere di ogni gruppo riescono a vedere almeno 9 lettere in un colpo d’occhio • Ciò permette di stimare il numero totale di lettere disponibili nel registro sensoriale

Memoria sensoriale Tecnica del resoconto parziale

Memoria sensoriale Tecnica del resoconto parziale

La memoria a breve termine • La memoria a breve termine (MBT) è un

La memoria a breve termine • La memoria a breve termine (MBT) è un sistema di memoria che mantiene ed elabora le informazioni durante l’esecuzione di compiti cognitivi (es. ricordare un numero di telefono mentre si prepara un caffè) • Tale memoria ha capacità limitata e può mantenere l’informazione solo per un breve periodo di tempo • Memoria visuo-spaziale a breve termine • Durata della traccia = circa 2 secondi • Memoria uditivo-verbale a breve termine • Durata della traccia = da 2 a 20 secondi

La memoria a breve termine - MBT Se l’informazione viene ripetuta mediante la reiterazione

La memoria a breve termine - MBT Se l’informazione viene ripetuta mediante la reiterazione subvocalica (ripetizione silente), essa può essere mantenuta nella memoria a breve termine Es. : Mantenere in memoria un numero di telefono (con la reiterazione) dopo averlo appena letto dall’elenco telefonico e prima di averlo composto La capacità di MBT è influenzata dalla capacità dei soggetti di “raggruppare in pezzi (chunking)” l’informazione in unità di livello superiore, es. possibilità di codificare una sequenza di numeri ascoltati (5 -3 -7 -4 -1 -9 ricordo più difficile) in unità più ampie (53 -74 -19 ricordo più facile)

La memoria a breve termine - MBT La capacità di costruire raggruppamenti di informazione

La memoria a breve termine - MBT La capacità di costruire raggruppamenti di informazione consente di aumentare le capacità di contenimento dell’informazione (span) Chunking: Esempio

La memoria a breve termine Come si misura? Span di cifre DIGIT SPAN Esempio:

La memoria a breve termine Come si misura? Span di cifre DIGIT SPAN Esempio: 7 -9 4 -2 5 -8 -2 3 5 -9 -1 -7 -4 -2 -8 7 6 -9 -4 3 4 -1 -7 -9 -3 -8 -6 7 6 -4 -3 -9 4 5 -8 -1 -9 -2 -6 -4 -7 8 7 -2 -8 -6 4 3 -8 -2 -9 -5 -1 -7 -4 8 4 -2 -7 -3 -1 5 2 -7 -5 -8 -6 -2 -5 -8 -4 9 7 -5 -8 -3 -6 5 7 -1 -3 -9 -4 -2 -5 -6 -8 9 6 -1 -9 -4 -7 -3 6 Span avanti: 3 -9 -2 -4 -8 -7 6

La memoria a breve termine visuo-spaziale Come si misura? 8 5 6 4 1

La memoria a breve termine visuo-spaziale Come si misura? 8 5 6 4 1 8 Test di Corsi: Span Spaziale: 4 7 2 8 1 5 9 5 8 9 3 4 9 7 5 3 4 8 5 9 1 1 5 8 7 3 2 1 7 2 4 1 9 8 2 6 2 3 6 4 9 5 9 8 1 4 5 6 2 3 1 5 9 4 7 3 6 2 6 5 4 7 3 2 1 7 2 4 1 8 3 6 Test di Corsi 2 3 2 4 1 4 5 7 5 6 7 3 9 8 6

Hermann Ebbinghaus (1850 – 1909) è stato uno psicologo e filosofo tedesco, precursore degli

Hermann Ebbinghaus (1850 – 1909) è stato uno psicologo e filosofo tedesco, precursore degli studi sperimentali sulla memoria. Ebbinghaus identificò la curva dell'apprendimento e la curva dell'oblio. Ebbinghaus arrivò ad alcune conclusioni che sono state sostanzialmente confermate dalle ricerche successive: 1. l'effetto del superapprendimento: aumentando il numero di ripetizioni la memorizzazione cresce fino ad una certa soglia; 2. la curva dell'oblio: la memoria dei dati appresi in una determinata sessione diminuisce con il passare delle ore e dei giorni. L'oblio è più marcato nelle prime ore e meno dopo un certo numero di ore. Le tracce, passato il primo indebolimento, diventano più tenaci; 3. l'apprendimento massivo e distributivo: distribuire il carico di apprendimento su più sessioni rende la memorizzazione più facile che tentare di apprendere tutto in una sola volta. Per ricordare meglio, bisogna suddividere l'apprendimento in più sedute distanziate; 4. l'effetto seriale: la posizione delle sillabe è importante ai fini della memorizzazione. Le prime e le ultime sillabe di una lista, si ricordano più facilmente di quelle di mezzo.

Ebbinghaus (1885) curva dell’oblio

Ebbinghaus (1885) curva dell’oblio

Cognitivismo: modelli sulla memoria Modello di Atkinson e Shiffrin (1968) ATKINSON e SHIFFRIN (1968)

Cognitivismo: modelli sulla memoria Modello di Atkinson e Shiffrin (1968) ATKINSON e SHIFFRIN (1968) presentarono un modello della memoria vista come funzione mentale attiva e non come semplice serbatoio di stimoli Il modello prevedeva 3 stadi corrispondenti a 3 diversi magazzini di memoria. Il 1° comprendeva dei registri sensoriali in grado di catturare l’informazione in entrata e di trattenerla per poco tempo, dai registri sensoriali l’informazione veniva inviata a un magazzino a capacità limitata (MBT) e infine trasferita al magazzino per la definitiva archiviazione (MLT). Critiche al modello di Atkinson e Shiffrin: la critica più importante è quella del ruolo del rehearsal (ripetizione subvocalica dello stimolo) nell’apprendimento; secondo gli autori a una maggiore permanenza di un item nel magazzino a breve termine corrisponde un migliore apprendimento, nel senso che il trasferimento a lungo termine sarebbe assicurato dal rehearsal.

MEMORIA A BREVE TERMINE Funzione § Processamento conscio dell’informazione L’attenzione è la chiave §

MEMORIA A BREVE TERMINE Funzione § Processamento conscio dell’informazione L’attenzione è la chiave § I limiti di quale informazione viene sotto il cono di luce della memoria a breve termine a ogni dato momento Capacità limitata • Può mantenere 7 ± 2 item per circa 20 secondi Reiterazione • L’uso della ripetizione favorisce il mantenimento dell’informazione nella MBT 4 3 9 0 2 6 4 1 9 7 8 3 2 5 6 2 0 1 9 7 Magico numero 7 + o - 2

CHUNK: Unità significativa di informazione Senza reiterazione noi ricordiamo 4 ± 2 chunk Con

CHUNK: Unità significativa di informazione Senza reiterazione noi ricordiamo 4 ± 2 chunk Con la reiterazione noi ricordiamo 7 ± 2 chunk Ericsson & Chase (1982) 8931944349250215784166850612094888856877273141861054629748012949749659228 Quando ci viene presentata una serie di elementi, la normale tendenza è quella di ricordare più facilmente i primi e gli ultimi. Questi fenomeni cognitivi sono detti, rispettivamente, “effetto primacy” ed “effetto recency”.

Effetto primacy: ricordo migliore dei primi elementi Spiegazione: nostra limitata capacità di trasferire informazioni

Effetto primacy: ricordo migliore dei primi elementi Spiegazione: nostra limitata capacità di trasferire informazioni dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine quando siamo bombardati da informazioni una di seguito all’altra, riusciamo ad immagazzinare in maniera duratura solo la prima parte di esse.

Effetto recency: tendenza a ricordare meglio la parte finale di un discorso o di

Effetto recency: tendenza a ricordare meglio la parte finale di un discorso o di un elenco di elementi. Spiegazione: permanere nella memoria a breve termine solo delle informazioni acquisite più recentemente. Ci ricordiamo quindi più facilmente le prime informazioni perché entrano a far parte della memoria a lungo termine, e le ultime perché restano nella memoria a breve termine.

Perchè ricordiamo meglio? Ci ricordiamo quindi più facilmente le prime informazioni perché entrano a

Perchè ricordiamo meglio? Ci ricordiamo quindi più facilmente le prime informazioni perché entrano a far parte della memoria a lungo termine, e le ultime perché restano nella memoria a breve termine.

Memoria di Lavoro La memoria di lavoro (in inglese "working memory") è un modello

Memoria di Lavoro La memoria di lavoro (in inglese "working memory") è un modello introdotto nel 1974 da Alan Baddeley e Graham Hitch per descrivere la memoria a breve termine (MBT). Il "modello tripartito" della working memory prevede: 1. Un sistema adibito alla elaborazione ed al mantenimento dell’informazione linguistica (loop articolatorio) 2. Un sistema responsabile dell’elaborazione e del mantenimento dell’informazione visuo-spaziale (taccuino visuo-spaziale) 3. I due sistemi sono controllati da un sistema centrale, dotato di risorse attentive limitate: l’esecutivo centrale.

Baddeley Working Memory model Loop fonologico Esecutivo centrale Visuo-spatial Sketch-pad

Baddeley Working Memory model Loop fonologico Esecutivo centrale Visuo-spatial Sketch-pad

Memoria di Lavoro

Memoria di Lavoro

Memoria di Lavoro (Working Memory) Baddeley, 1986 loop articolatorio mantiene le tracce del materiale

Memoria di Lavoro (Working Memory) Baddeley, 1986 loop articolatorio mantiene le tracce del materiale linguistico (reiterazione) input • capacità limitata • controllo e coordinamento • distribuisce risorse attentive ai due servosistemi • svolgimento di compiti cognitivi superiori (prendere decisioni, risolvere problemi) esecutivo centrale taccuino visuo-spaziale Memoria a Lungo Temine mantiene per poco tempo stimoli visivi e serve per svolgere compiti di tipo spaziale

LIVELLI DI CODIFICA DELL’INFORMAZIONE Altri studiosi hanno rilevato che non sempre la ripetizione deliberata

LIVELLI DI CODIFICA DELL’INFORMAZIONE Altri studiosi hanno rilevato che non sempre la ripetizione deliberata del materiale produce automaticamente apprendimento. CRAIK e LOCKHART (1972) sviluppano una teoria alternativa a quella dei sistemi di memoria: la teoria della Profondità della codifica. L’aspetto centrale consiste nel ritenere che la durata della traccia presente nella memoria dipenda dalla profondità con cui lo stimolo è stato elaborato in fase di codifica. Gli autori ipotizzarono 3 livelli di elaborazione: Ø Strutturale Ø Fonemico Ø Semantico

LIVELLI DI CODIFICA DELL’INFORMAZIONE Craik & Lockhart (1972): esperimento con 3 condizioni di codifica

LIVELLI DI CODIFICA DELL’INFORMAZIONE Craik & Lockhart (1972): esperimento con 3 condizioni di codifica Codifica incidentale: al soggetto non viene richiesto esplicitamente di memorizzare le parole STRUTTURALE (la parola è in maiuscolo o minuscolo ? ) AUTOMOBILE orso FONOLOGICO zanzara (la parola contiene la lettera z ? ) mosca SEMANTICO (la parola indica un non-vivente ? ) cucchiaio zebra

LIVELLI DI CODIFICA DELL’INFORMAZIONE STRUTTURALE esperimento livelli di elaborazione FONOLOGICO 100 90 SEMANTICO rievocate

LIVELLI DI CODIFICA DELL’INFORMAZIONE STRUTTURALE esperimento livelli di elaborazione FONOLOGICO 100 90 SEMANTICO rievocate % Il materiale viene ricordato meglio in funzione della profondità dell’elaborazione in fase di codifica 80 70 60 50 40 30 20 10 0 strutturale fonologico semantico livelli elaborazione

Altro esempio: memoria e livelli di elaborazione input teoria dei livelli di elaborazione la

Altro esempio: memoria e livelli di elaborazione input teoria dei livelli di elaborazione la durata della traccia mnestica dipende dalla profondità dei processi di elaborazione dello stimolo serpente elaborazione strutturale SERPENTE elaborazione fonologica /serˈpɛnte/ elaborazione semantica

Esempio di diversi livelli di elaborazione • strutturale SERPENTE • fonologica SERPENTE • semantica

Esempio di diversi livelli di elaborazione • strutturale SERPENTE • fonologica SERPENTE • semantica SERPENTE la parola è scritta in maiuscolo? serpente la parola fa rima con “cocente”? SEDIA può stare nella frase “sei viscido come un ____”? PESCE

Il modello di Craik e Lockhart: dalle componenti strutturali della memoria a quelle elaborative.

Il modello di Craik e Lockhart: dalle componenti strutturali della memoria a quelle elaborative. Ad alcune critiche gli autori cercarono di replicare migliorando la teoria. La superiorità del codice semantico sugli altri venne chiarita con i concetti di: - complessità nell’elaborazione (gli item soggetti a una codifica più elaborata vengono ricordati meglio) - distintività (possibilità di isolare un elemento dagli altri, stimoli facilmente isolabili vengono ricordati meglio di stimoli più omogenei e simili)

La memoria a lungo termine - MLT La memoria a lungo termine (abbreviata in

La memoria a lungo termine - MLT La memoria a lungo termine (abbreviata in MLT) è definita come quella memoria che ha una durata variabile da qualche minuto a decenni. • Ha capacità praticamente illimitata, può conservare informazioni per lunghi intervalli di tempo (a volte per sempre) • L’informazione passa dalla MBT alla MLT tramite un processo di REITERAZIONE (ripetizione) dell’informazione • Il flusso dell’informazione tra i sistemi di memoria è controllato dai processi di attenzione e ripetizione. • La quantità e la qualità della ripetizione determinerebbero la forza della traccia mnesica.

Evidenze a favore della separazione tra i due magazzini

Evidenze a favore della separazione tra i due magazzini

Memoria a Lungo Termine MLT Memoria a Lungo Termine (MLT) Non è un sistema

Memoria a Lungo Termine MLT Memoria a Lungo Termine (MLT) Non è un sistema unitario: 1) Memoria dichiarativa-esplicita - Memoria episodica - Memoria semantica 2) Memoria non dichiarativa-implicita - Memoria procedurale - Priming

Memoria dichiarativa Memoria procedurale semantica episodica Implicita So cos’è una bicicletta Esplicita Recupero conscio

Memoria dichiarativa Memoria procedurale semantica episodica Implicita So cos’è una bicicletta Esplicita Recupero conscio Dichiarativa Fatti, eventi, conoscenze Mi ricordo come si va in bicicletta Mi ricordo di quella volta che caddi dalla bicicletta Recupero inconscio Procedure

Processi mnemonici fondamentali sono di tre tipi: • Acquisizione e codifica: ricezione dello stimolo

Processi mnemonici fondamentali sono di tre tipi: • Acquisizione e codifica: ricezione dello stimolo e traduzione in rappresentazione interna stabile e registrabile in memoria. Lavoro di categorizzazione ed etichettatura legato agli schemi e alle categorie preesistenti. • Ritenzione ed immagazzinamento: stabilizzazione dell'informazione in memoria e ritenzione dell'informazione stessa per un determinato lasso di tempo. • Recupero: riemersione a livello della consapevolezza dell'informazione precedentemente archiviata, mediante "richiamo" (recupero mnestico diretto, senza stimoli di facilitazione) o "riconoscimento" (procedura cognitivamente più semplice, in cui il recupero è mediato da uno stimolo associativo, per cui è sufficiente riconoscere l'elemento precedentemente codificato, presente all'interno di una serie di stimoli proposti).

CODIFICA La codifica si riferisce al modo in cui la nuova informazione viene inserita

CODIFICA La codifica si riferisce al modo in cui la nuova informazione viene inserita in un contesto di informazioni precedenti • I codici usati possono essere di vario tipo: per es. , visivo o semantico CASA • Codifica attraverso un codice visivo (forma, grandezza, etc. ) • Codifica attraverso un codice semantico sul significato della parola La mente umana non “riproduce” semplicemente la realtà esterna, ma la “ricostruisce” (Bartlett, 1932) attraverso l’utilizzo di schemi Gli schemi influenzano la codifica delle informazioni nuove, il ricordo di informazioni già acquisite e le inferenze relative ai dati mancanti

RITENZIONE La ritenzione mnestica è la capacità di ricordare ciò di cui si ha

RITENZIONE La ritenzione mnestica è la capacità di ricordare ciò di cui si ha avuto esperienza. Si può collocare nell'intervallo tra apprendimento e rievocazione, cioè fra il momento dell'esperienza e il momento dell'utilizzo successivo dell'esperienza. La strategia più comune è la reiterazione Esempio: Ripetere un numero di telefono Più è lungo l’intervallo di ritenzione (intervallo tra apprendimento e la rievocazione) minore è la percentuale di materiale che si ricorda. L’oblio è molto rapido all’inizio (si perde oltre il 50 per cento del materiale dopo un’ora), poi va rallentando per stabilizzarsi nel tempo con il passare dei giorni. Eccezioni: spesso si ricordano molto bene eventi accaduti molti anni prima, ma ci si può dimenticare il nome di una persona che ci viene presentata non appena abbiamo finito di stringerle la mano. L’accuratezza (a livello di codifica) con cui l’informazione è stata appresa, quindi codificata, originariamente. Le esperienze (a livello di ritenzione) dell’individuo durante il periodo di ritenzione. Le condizioni (a livello del recupero) in cui viene operato il recupero.

Il recupero ü Le tracce di memoria (tracce mnestiche) sono solo disposizioni o potenzialità

Il recupero ü Le tracce di memoria (tracce mnestiche) sono solo disposizioni o potenzialità ü Ne abbiamo migliaia nella nostra memoria senza che abbiano effetto sulla nostra attività mentale ü Diventano efficaci solo in certe condizioni particolari denominate condizioni di recupero ü Deve essere presente un suggerimento appropriato (cue) che attivi gli elementi dell’evento da ricordare (es. musicale)

Memoria episodica e memoria semantica Memoria episodica • Si riferisce a specifici eventi ed

Memoria episodica e memoria semantica Memoria episodica • Si riferisce a specifici eventi ed esperienze di vita • Contiene informazioni spazio-temporali che specificano dove e quando si è verificato l’evento • E’ organizzata cronologicamente. Esempi: Cosa avete mangiato a pranzo domenica? • Si riferisce a conoscenze astratte e generali • Trascende le condizioni temporali e spaziali in cui la traccia si è formata • E’ organizzata in modo tassonomico e associativo. Esempi: Sapreste fornire una definizione di renitente? Che tempo faceva il giorno in cui avete sostenuto l’ultimo esame? Chi è il vice-presidente degli Stati Uniti? Dove vi trovavate nel momento in cui avete saputo del crollo delle torri gemelle? che vi vengono in mente Ditemi il nome dei primi cinque mammiferi

Memoria dichiarativa (sapere cosa) e memoria procedurale (sapere come) Memoria dichiarativa (sapere cosa) Memoria

Memoria dichiarativa (sapere cosa) e memoria procedurale (sapere come) Memoria dichiarativa (sapere cosa) Memoria procedurale (sapere come) • Si riferisce alla conoscenza esplicita di fatti, come la definizione di una parola o le circostanze in cui abbiamo conosciuto una persona • Si riferisce alle informazioni di cui facciamo uso nell’attuare un compito • E’ un tipo di conoscenza (no n tacita consapevole) • E’ un tipo di conoscenza direttamente accessibile alla coscienza • Non riguarda solo le abilità motorie Distinzione tra memoria procedurale e dichiarativa confermata da alcune lesioni cerebrali che danneggiano selettivamente la memoria dichiarativa: i pazienti non sono in grado di apprendere nuove conoscenze ma sono in grado di apprendere nuove procedure

Memoria esplicita: (o dichiarativa) è quella di cui siamo consapevoli e si riferisce al

Memoria esplicita: (o dichiarativa) è quella di cui siamo consapevoli e si riferisce al ricordo degli oggetti, nomi, luoghi Memoria implicita: La memoria implicita o non dichiarativa consiste in quella forma di memoria a cui non possiamo accedere consapevolmente. Nei test impliciti la memoria è uno strumento per lo svolgimento di un compito non direttamente connesso con il recupero cosciente dell’informazione • Il paradigma di identificazione percettiva è unclassico paradigma di memoria implicita • I soggetti devono identificare delle parole presentate per un tempo molto breve • Alcune parole sono state già mostrate in precedenza altre sono nuove • I soggetti identificano più facilmente le parole vecchie → priming

Memoria esplicita e memoria implicita • Il paradigma di identificazione percettiva è un classico

Memoria esplicita e memoria implicita • Il paradigma di identificazione percettiva è un classico paradigma di memoria implicita • I soggetti devono identificare delle parole presentate per un tempo molto breve • Alcune parole sono state già mostrate in precedenza altre sono nuove • I soggetti identificano più facilmente le parole vecchie → priming

Memoria esplicita e memoria implicita • Nella prima parte dell’esperimento, i partecipanti vedono alcune

Memoria esplicita e memoria implicita • Nella prima parte dell’esperimento, i partecipanti vedono alcune parole sullo schermo del computer • Nella seconda parte essi devono provare ad identificare delle parole presentate per un tempo molto breve • Alcune parole sono state già mostrate in precedenza (primed) altre sono nuove • L’identificazione è più facile nel caso delle parole che sono state già presentate • Utilizzo di un sistema specifico, che opererebbe al di fuori della nostra consapevolezza

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Memoria episodica Specifici eventi ed esperienze della vita di ciascuno di noi e contiene

Memoria episodica Specifici eventi ed esperienze della vita di ciascuno di noi e contiene informazioni spazio-temporali su dove e quando il sistema ha acquisito la nuova informazione. Tulving (Tulving, 1972), cercando di interpretare l’architettura complessa della MLT, individuò nella memoria di tipo esplicito altre due componenti o sottosistemi: la memoria episodica e la memoria semantica. Secondo Tulving (Tulving, 1972), la memoria episodica rappresenterebbe tutti quei fatti ed eventi riguardanti, sia conoscenze generali sia personali (memoria autobiografica), mentre la memoria semantica è coinvolta nel manipolare e rievocare conoscenze riguardo il mondo, il significato e il valore dei concetti o simboli. Anche qui la memoria episodica è strettamente collegata alla consapevolezza dunque riguarda conoscenze connesse al proprio sé mentre la memoria semantica è indipendente e non richiede un recupero conscio della traccia mnestica.

Memoria autobiografica Si riferisce al ricordo di informazioni legate al proprio se’ e la

Memoria autobiografica Si riferisce al ricordo di informazioni legate al proprio se’ e la propria vita Neisser (1986): ricordi di eventi sperimentati personalmente Riproduzione fedele di eventi vissuti Ricostruzioni operate a partire da frammenti di ricordi e da racconti degli altri integrate con le nostre conoscenze generali Reminescenza di avvenimenti emotivamente e socialmente rilevanti

Memoria prospettica Sistema di memoria proiettata nel futuro Riguarda realizzazione di piani d’azione o

Memoria prospettica Sistema di memoria proiettata nel futuro Riguarda realizzazione di piani d’azione o di intenzioni nel futuro. Memoria per eventi futuri: quando e cosa 1. formazione delle intenzioni 2. ricordare cosa fare 3. ricordare quando farlo 4. ricordare di compiere l’azione 5. compiere l’azione in modo stabilito

Memoria semantica La memoria semantica costituisce il repertorio di concetti generali sul mondo e

Memoria semantica La memoria semantica costituisce il repertorio di concetti generali sul mondo e l’esperienza § è la base di conoscenze che ci permette di agire in modo funzionale nel mondo. • Tali conoscenze sono create a partire dal mondo sensoriale, attraverso l’esperienza, sia diretta sia mediata dal linguaggio e sono rappresentate in un formato che ne permette l’uso sia nel riconoscimento sia nella produzione • Le conoscenze sono organizzate in modo tale da riflettere le relazioni che esistono tra concetti ciascun concetto sarà semanticamente legato ad un certo numero di concetti

Le reti semantiche Linguistica, Psicologia, Intelligenza artificiale modelli di memoria semantica Memoria semantica simile

Le reti semantiche Linguistica, Psicologia, Intelligenza artificiale modelli di memoria semantica Memoria semantica simile a un dizionario Conoscenze lessicali parte fondamentale Quillian (1969) programma per calcolatore x linguaggio naturale contiene una memoria semantica (concetti e relazioni) 60

unità uccello animale ha la pelle si muove mangia respira ha le penne vola

unità uccello animale ha la pelle si muove mangia respira ha le penne vola ha le ali canarino squalo struzzo è alto canta è giallo non vola ha zampe lunghe sottili Propagazione dell’attivazione Effetto priming proprietà puntatori pesce ha le squame nuota ha le branchie salmone è rosa morde è pericoloso si mangia Quillian (1969), Collins e Quillian (1972) organizzazione gerarchica delle conoscenze dal + concreto al + 61 astratto

Organizzazione delle conoscenze Ø Processi di categorizzazione: capacità di classificare e organizzare elementi in

Organizzazione delle conoscenze Ø Processi di categorizzazione: capacità di classificare e organizzare elementi in classi Ø Le categorie hanno un ruolo nel principio di organizzazione che struttura il sistema di conoscenze Ø Categorizzazione è un meccanismo mentale che permette di dare origine a insiemi più o meno ampi di elementi sulla base di uno o più principi di organizzazione Ø La struttura gerarchica delle categorie Eleanor Rosch

LIVELLI Sovra-ordinato ANIMALE Ha la pelle Mangia Respira Livello base UCCELLO Ha la ali

LIVELLI Sovra-ordinato ANIMALE Ha la pelle Mangia Respira Livello base UCCELLO Ha la ali Ha le piume becca PESCE Ha la pinne nuota Ha le branchie Subordinata CANARINO È giallo canta PINGUINO Proprietà 1 Proprietà 2 Proprietà n…. SQUALO Morde È pericoloso

Memoria procedurale È la memoria relativa a procedure, schemi di azione, sequenze comportamentali “come

Memoria procedurale È la memoria relativa a procedure, schemi di azione, sequenze comportamentali “come si fanno certe attività” Abilità motorie (es. andare in bicicletta…) Abilità complesse (es. suonare il violino) Sequenze comportamentali quotidiane e ripetitive Complesse sequenze comportamentali “scripts” o copioni (Shank e Abelson, 1977) “come ci si comporta”(es. cenare al ristorante) Le procedure sono state apprese in passato in modo esplicito ma poi vengono utilizzate in modo automatico ed implicito.

Reti dichiarative e procedurali Anderson (1976, 1983) ACT (active control of thought) modello a

Reti dichiarative e procedurali Anderson (1976, 1983) ACT (active control of thought) modello a rete di simulazione dell’attività cognitiva rete per conoscenze dichiarative (analoga a rete semantica) informazione in formato proposizionale simboli + regole di combinazione sistema di produzione per conoscenze procedurali sistemi condizione (SE) azione (ALLORA) 65

respira ha relazione soggetto animale soggetto canarino ha è un relazione soggetto relazione uccello

respira ha relazione soggetto animale soggetto canarino ha è un relazione soggetto relazione uccello oggetto penne è un canarino soggetto relazione giallo pettirosso relazione mangia soggetto vermi relazione oggetto pelle è un nuota relazione pesce soggetto è un squalo soggetto relazione pericoloso salomone soggetto relazione rosa 66

Come conserviamo le informazioni in memoria Teorie basate su Bartlett (1932) Schema= massa attiva

Come conserviamo le informazioni in memoria Teorie basate su Bartlett (1932) Schema= massa attiva di reazioni passate organizzate struttura organizzata che guida il comportamento modello flessibile per adattarsi a circostanze diverse Punto: come semplifichiamo, generalizziamo, astraiamo, integriamo le informazioni esperite per creare strutture organizzate di conoscenze Modelli della memoria come struttura narrativa schematica: Frame (Goffman, Minsky), script (Schank e Abelson, ), schemi testuali (van Dijk e Kintsch) Linguistica, Intelligenza artificiale, Sociologia, Psicologia 67

La teoria dello schema è probabilmente il più originale ed innovativo contributo di Frederic

La teoria dello schema è probabilmente il più originale ed innovativo contributo di Frederic Bartlett (1886 -1969) alla moderna psicologia sperimentale e cognitiva Sir Frederic Bartlett prese le mosse dalla natura ricostruttiva della memoria intorno al 1930. Introdusse il termine schema per riferirsi ai temi generali che ricaviamo dall'esperienza. Per esempio, se voleste ricordare una nuova favola, cerchereste di integrare le informazioni della nuova favola con il vostro schema di ciò che s'intenda per favola. Molti studiosi hanno dimostrato che siffatti schemi possono distorcere i ricordi degli eventi che ci formiamo. In altri termini, talora cancelliamo o omettiamo dal ricordo quei dettagli di un'esperienza che mal si conciliavano con lo schema. Per converso, possiamo sinceramente credere di ricordare dettagli – che in realtà sono inesistenti – semplicemente perché sono coerenti con lo schema. Secondo Ernest Hilgard, gli esperimenti di Bartlett hanno significato principalmente in relazione alla forma di oblio che va sotto la denominazione di distorsione sistematica della traccia mnestica.

Script Schank e Abelson (1975; 1977) Script= copione, schema di una situazione basato su

Script Schank e Abelson (1975; 1977) Script= copione, schema di una situazione basato su conoscenze dichiarative e procedurali “struttura che descrive una sequenza appropriata di eventi in un contesto particolare” (Schank, 1982) Organizzazione gerarchica generale + slot da riempire: * memoria di eventi ME (esperienza specifica, es. lunedì alle 10 dal dentista) * memoria di eventi generalizzati MEG (ciò che è comune a vari eventi specifici, es. visita dal dentista) * memoria intenzionale MI (ciò che è comune a vari MEG, es. visita dal medico) * memoria situazionale MS (ciò che è comune a vari MI, es. visita in un ufficio) 69

Modelli mentali In che modo sono rappresentate le informazioni per pensare? Johnson-Laird, Mental models

Modelli mentali In che modo sono rappresentate le informazioni per pensare? Johnson-Laird, Mental models (1983) Teoria del ragionamento sillogistico Si riallaccia a Craik, The nature of explanation (1943) il pensiero costruisce un modello, un parallelismo con la realtà Modelli mentali strutture rappresentazionali costituiti da elementi (tokens) e relazioni non è importante la struttura ma le relazioni tra le parti 70

Un esempio… “Tutte le balene sono forti” balena Insieme di balene balena = forte

Un esempio… “Tutte le balene sono forti” balena Insieme di balene balena = forte Sono forti [forte] Moby Dich = balena = forte [forte] Inferenza: Moby Dick è forte 71

Un esempio + difficile “Nessun cammello è una balena Tutte le balene sono animali

Un esempio + difficile “Nessun cammello è una balena Tutte le balene sono animali in via d’estinzione” cammello= animale in via d’estinzione balene= animale in via d’estinzione [animali in via d’estinzione] Corretta conclusione: Alcuni animali in via d’estinzione non sono cammelli 72

Le immagini mentali

Le immagini mentali

Immagini mentali “Debole sensazione” che si attiva nella mente in assenza dei corrispondenti stimoli

Immagini mentali “Debole sensazione” che si attiva nella mente in assenza dei corrispondenti stimoli sensoriali grazie alla memoria Holt, 1964 Capacità di imitare l’esperienza conscia che abbiamo quando percepiamo un evento

Come rappresentiamo le immagini nella mente? Come ci aiuta la visualizzazione?

Come rappresentiamo le immagini nella mente? Come ci aiuta la visualizzazione?

Come rappresentiamo le informazioni nella mente? Codice analogico-immaginativo: basato sul punto simil percettivo significato

Come rappresentiamo le informazioni nella mente? Codice analogico-immaginativo: basato sul punto simil percettivo significato associato per somiglianza Codice proposizionale-linguistico: basato sulla proposizione astratto significato associato per convenzione

Un esempio proposizionale “Il libro è sul tavolo” Rappresentazione linguistico-proposizionale (libro, tavolo) sopra 1.

Un esempio proposizionale “Il libro è sul tavolo” Rappresentazione linguistico-proposizionale (libro, tavolo) sopra 1. simboli discreti 2. simbolo separato per la relazione 3. regole grammaticale di combinazione di simboli 4. astratta 5. nessun mezzo spaziale

Un esempio analogico “Il libro è sul tavolo” Rappresentazione analogico-figurale 1. nessun simbolo discreto

Un esempio analogico “Il libro è sul tavolo” Rappresentazione analogico-figurale 1. nessun simbolo discreto 2. nessun simbolo separato per la relazione 3. no regole di combinazione 4. concreta 5. è necessario un mezzo spaziale Da Giusberti, 1995

Quindi le immagini mentali assomigliano ai percetti. . Riusciamo a rappresentare un’immagine nella mente

Quindi le immagini mentali assomigliano ai percetti. . Riusciamo a rappresentare un’immagine nella mente come se … fosse percepita

Immagini mentali e percezione Argomento più studiato per dimostrare la specificità del sistema immaginativo:

Immagini mentali e percezione Argomento più studiato per dimostrare la specificità del sistema immaginativo: è un modo fondamentale di rappresentatre le informazioni

Rotazione mentale Shepard e Metzler (1971): coppie di oggetti che differivano per rotazione angolare

Rotazione mentale Shepard e Metzler (1971): coppie di oggetti che differivano per rotazione angolare (da 0° a 180°, intervalli di 20°) Compito: sono uguali o diversi?

Risultati I tempi di reazione aumentano al crescere della rotazione mentale necessaria per allineare

Risultati I tempi di reazione aumentano al crescere della rotazione mentale necessaria per allineare gli oggetti

Conclusioni Corrispondenza puntuale tra gli stadi di cambiamento di posizione dell’oggetto fisico e immaginato

Conclusioni Corrispondenza puntuale tra gli stadi di cambiamento di posizione dell’oggetto fisico e immaginato isomorfismo di II ordine immagini-oggetti reali Quindi: -rotazione funzione specifica delle immagini mentali -funziona in modo simil-percettivo

Conclusioni Corrispondenza puntuale tra gli stadi di cambiamento di posizione dell’oggetto fisico e immaginato

Conclusioni Corrispondenza puntuale tra gli stadi di cambiamento di posizione dell’oggetto fisico e immaginato isomorfismo di II ordine immagini-oggetti reali Quindi: -rotazione funzione specifica delle immagini mentali -funziona in modo simil-percettivo

Mental scanning Le immagini mentali incorporano le distanze e le dimensioni di ciò che

Mental scanning Le immagini mentali incorporano le distanze e le dimensioni di ciò che rappresentano? Kosslyn (1973; 1978): paradigma del mental scanning (esplorazione mentale)

La mappa dell’isola Memorizzare la mappa di un’isola con 7 posizioni poste a distanze

La mappa dell’isola Memorizzare la mappa di un’isola con 7 posizioni poste a distanze diverse Compito: formarsi un’immagine della mappa ed esplorarla immaginando di andare da un punto all’altro

Risultati Il tempo necessario per effettuare la scansione mentale tra 2 oggetti aumenta in

Risultati Il tempo necessario per effettuare la scansione mentale tra 2 oggetti aumenta in modo lineare all’aumentare della distanza tra gli oggetti

Conclusioni Le immagini mentali incorporano le proprietà metriche di ciò che rappresentano: la distanza

Conclusioni Le immagini mentali incorporano le proprietà metriche di ciò che rappresentano: la distanza Quindi: -scansione funzione specifica delle immagini mentali -funziona in modo simil-percettivo

Studi sulle immagini uditive Halpern (1988): studio di canzoni con la stessa metodologia Ipotesi:

Studi sulle immagini uditive Halpern (1988): studio di canzoni con la stessa metodologia Ipotesi: le immagini uditive si estendono nel tempo come quelle visive nello spazio Immaginare una parola all’inizio, poi immaginare di cantare la canzone fino ad un’altra parola: i tempi di reazione aumentano con l’aumentare del numero di battute tra le parole considerate 89

Nello spazio 3 -D Pinker e Finke (80): 4 animali giocattoli appesi a dei

Nello spazio 3 -D Pinker e Finke (80): 4 animali giocattoli appesi a dei fili in un cilindro di plastica. Compito: mental scanning Risultati: effetto della distanza vale anche per immagini tridimensionali 90

Quindi…. il sistema immaginativo funziona in modo simile al sistema percettivo perché il modo

Quindi…. il sistema immaginativo funziona in modo simile al sistema percettivo perché il modo di manipolare un’immagine mentale produce effetti simili al modo di manipolare un oggetto percepito

Come memorizziamo, organizziamo, richiamiamo, combiniamo le informazioni?

Come memorizziamo, organizziamo, richiamiamo, combiniamo le informazioni?

La «superiorità» delle immagini: Allan Paivio Valore d’immagine = facilità con la quale una

La «superiorità» delle immagini: Allan Paivio Valore d’immagine = facilità con la quale una parola induce un’immagine mentale Parole ad alto valore di immagine = concrete, cioè esperibili tramite i sensi, vs. astratte: alta correlazione dei giudizi di immaginabilità e concretezza. Dolore e amore: parole non concrete, ma alta immaginabilità: quindi immaginabilità dipende non solo da informazioni esterne ma anche interne, legate alle emozioni. Paivio, A. (1971). Imagery and verbal processes. New York: Holt, Rinehart, and Winston. Paivio, A. (1986). Mental representations: A dual coding approach. New York: Oxford University Press.

Perché le immagini mentali facilitano la memorizzazione: il doppio codice di Paivio 2 sistemi

Perché le immagini mentali facilitano la memorizzazione: il doppio codice di Paivio 2 sistemi di codifica indipendenti: verbale e non verbale, ciascuno con un codice peculiare, per rappresentare in memoria l’informazione Paivio (1971, 1986) Logogens = unità di cui è composto il sistema verbale informazioni di cui ci serviamo quando usiamo le parole operano in modo sequenziale: es. parole di una frase Imagens = informazioni di cui è composto il sistema non verbale oggetti naturali, operano in modo sincronico, possono generare immagini mentali associate

Il modello di Paivio Stimoli verbali Stimoli non verbali Stimoli sensoriali Sistema verbale logogens

Il modello di Paivio Stimoli verbali Stimoli non verbali Stimoli sensoriali Sistema verbale logogens Sistema non verbale imagens Connessioni referenziali Risposte verbali Risposte non verbali

Le prove sperimentali Paivio (1965): ricordo di coppie associate coppie concrete (mela - banana)

Le prove sperimentali Paivio (1965): ricordo di coppie associate coppie concrete (mela - banana) coppie astratte (infinito - libertà) concreto/astratto (pane - scopo) astratto/concreto (concetto - fragola) Compito: dato il primo termine devono ricordare il secondo Risultati: apprendimento migliore quando entrambe concrete, peggiore quando entrambe astratte; migliore se primo termine concreto anziché astratto Spiegazione: la parola astratta è codificata solo tramite il sistema verbale; la parola concreta con entrambi

La «superiorità» delle immagini e l’effetto concretezza La ricerca dimostra che la concretezza, le

La «superiorità» delle immagini e l’effetto concretezza La ricerca dimostra che la concretezza, le immagini e i processi associativi verbali giocano un ruolo importante in diversi ambiti educativi: la rappresentazione e la comprensione della conoscenza, l'apprendimento e la memoria del materiale scolastico, l'istruzione efficace, le differenze individuali, la motivazione al raggiungimento dei risultati e l'ansia da test, l'apprendimento delle abilità motorie Clark, J. M. , & Paivio, A. (1991). Dual coding theory and education. Educational psychology review, 3(3), 149 -210.

Immagini mentali e mnemotecniche Yates 19(66), The art of memory: storia delle mnemotecniche. Metodo

Immagini mentali e mnemotecniche Yates 19(66), The art of memory: storia delle mnemotecniche. Metodo dei loci: apprendimento di luoghi non troppo simili e abbastanza distanti; poi costruzioni di immagini del materiale da ricordare: ricordo come passeggiata tra i loci della memoria: capacità di ricordare fino a 2000 items di una lista dopo 1 sola presentazione. Bower (1970): elemento centrale delle mnemotecniche = associazione immagini – luoghi. Efficacia delle immagini = capacità di organizzare item disparati in unità dotate di significato e a conferire distintività all’informazione.

Mnemotecniche: i loci ciceroniani Associare item a luoghi

Mnemotecniche: i loci ciceroniani Associare item a luoghi

Il palazzo della memoria Associare item a luoghi

Il palazzo della memoria Associare item a luoghi

Immagini mentali e mnemotecniche Immagini bizzarre Yates (1966) – possibilità che immagini bizzarre facilitino

Immagini mentali e mnemotecniche Immagini bizzarre Yates (1966) – possibilità che immagini bizzarre facilitino il ricordo: studi degli ultimi 20 anni Eintein, Mc. Daniel e Lackey (87): Memorizzare triplette di parole con immagini comuni (Il cane rincorreva la bici sulla strada) e bizzarre (Il cane andava in bici sulla strada) Test: prima rievocazione delle frasi della seconda lista, poi della prima: interferenza retroattiva della seconda lista sulla prima. Risultati: se entrambe le liste dello stesso tipo interferenza maggiore: effetto della somiglianza.

Mnemotecniche e apprendimento

Mnemotecniche e apprendimento

La «superiorità» delle immagini e l’effetto concretezza Strategia di potenziamento: - Procedere dal concreto

La «superiorità» delle immagini e l’effetto concretezza Strategia di potenziamento: - Procedere dal concreto all’astratto - Presentare test in formato concreto Esempio: negli anziani la rotazione mentale di parti del corpo o di animali è migliore rispetto agli stimoli astratti Iachini, T. , Ruggiero, G. , Bartolo, A. , Rapuano, M. , & Ruotolo, F. (2019). The effect of body-related stimuli on mental rotation in children, young and elderly adults. Scientific reports, 9(1), 1 -10.

Stili Cognitivi L'importanza delle differenze individuali Conoscere e migliorare i nostri punti di forza

Stili Cognitivi L'importanza delle differenze individuali Conoscere e migliorare i nostri punti di forza cognitivi

Stili Cognitivi Stile cognitivo: il modo preferito da un individuo di percepire, elaborare, organizzare

Stili Cognitivi Stile cognitivo: il modo preferito da un individuo di percepire, elaborare, organizzare e utilizzare le informazioni Witkin, Moore, Goodenough, and Cox (1977): il modo individuale in cui una persona percepisce, pensa, impara, risolve i problemi e si relaziona con gli altri Hunt, Krzystofiak, Meindl, and Yousry (1989 il modo in cui le persone elaborano e organizzano le informazioni e giungono a giudizi o conclusioni sulla base delle loro osservazioni

Stili Cognitivi Uno stile cognitivo influenza il modo in cui le persone guardano al

Stili Cognitivi Uno stile cognitivo influenza il modo in cui le persone guardano al loro ambiente per ottenere informazioni, come organizzano e interpretano queste informazioni e come usano queste interpretazioni per guidare le loro azioni (Hayes & Allinson, 1998). Quindi: lo stile cognitivo è il modo coerente, preferito, più facile per elaborare le informazioni e il pensiero degli individui Conoscere il nostro stile cognitivo può aiutarci a ottimizzare le nostre capacità e le strategie di gestione, per affrontare meglio il normale declino cognitivo associato all'invecchiamento

Stili cognitivi Preferiamo la visualizzazione o la verbalizzazione? Capacità soggettiva con immagini e parole

Stili cognitivi Preferiamo la visualizzazione o la verbalizzazione? Capacità soggettiva con immagini e parole Paivio, 1986; Finke, 1980

Stili cognitivi e immagini mentali Come rappresentiamo le informazioni nella mente? Come memorizziamo, organizziamo,

Stili cognitivi e immagini mentali Come rappresentiamo le informazioni nella mente? Come memorizziamo, organizziamo, richiamiamo, combiniamo le informazioni? Come possiamo potenziare le nostre capacità? Come possiamo sfruttare le potenzialità delle immagini mentali nell’invecchiamento?

Misure di Self-report Vividness of Visual Imagery Questionnaire, VVIQ Marks, Visualizer Verbalizer Questionnaire, VVQ

Misure di Self-report Vividness of Visual Imagery Questionnaire, VVIQ Marks, Visualizer Verbalizer Questionnaire, VVQ Richardson, 1977 Style of Processing Questionnaire, SOP Childers, Houston and Heckler, 1985 Individual Differences Questionnaire, IDQ Paivio, 1971 (or Ways of Thinking)

Vividezza delle Immagini Visive La vividezza delle immagini si riferisce alla capacità di evocare

Vividezza delle Immagini Visive La vividezza delle immagini si riferisce alla capacità di evocare immagini chiare (Harks 1972), La vividezza delle immagini ha un noto effetto moderatore sull'apprendimento accidentale (vedi Forisha 1978, recensione), tempo di reazione per discriminare (Gur e Hilgard 1975), attivazione emotiva e fisiologica (Drummond, White e Ashton 1978, Grossberg e Wilson 1968).

VVIQ Il VVIQ di Marks (Marks 1973) è stato progettato per valutare la vividezza

VVIQ Il VVIQ di Marks (Marks 1973) è stato progettato per valutare la vividezza delle immagini visive. Gli intervistati usano una scala a cinque punti per indicare la misura in cui possono visualizzare chiaramente quattro varianti di quattro scene familiari. Per esempio, una domanda chiede agli intervistati di visualizzare un negozio che spesso frequentano. Gli intervistati immaginano (1) l'aspetto generale del negozio dal lato opposto della strada (2) una vetrina con i singoli articoli in vendita (3) il colore, la forma e i dettagli della porta (4) immagini di entrare nel negozio, andare al banco, avere l'assistenza del commesso e scambiare soldi.

VVQ Il VVQ è stato elaborato da Richardson (1977) per determinare il ruolo delle

VVQ Il VVQ è stato elaborato da Richardson (1977) per determinare il ruolo delle rappresentazioni linguistiche e imaginative nella cognizione. Dà una misura della relativa preferenza di un individuo sul codice verbale o visivo nei modi di pensare abituali(see Richardson, 1994).

Il Questionario Visualizzatori/Verbalizatori Richardson (1977) ha sviluppato una scala a 15 elementi chiamata VVQ,

Il Questionario Visualizzatori/Verbalizatori Richardson (1977) ha sviluppato una scala a 15 elementi chiamata VVQ, progettata per differenziare i verbalizzatori dai visualizzatori. Gli intervistati usano un formato vero-falso per indicare la misura in cui i processi visivi vs. verbali sono normalmente impegnati in varie attività. Problemi: La miscela di elementi relativi alle preferenze e alle capacità rende la scala multidimensionale e ne riduce la consistenza interna. In secondo luogo, il formato di risposta vero-falso limita la varianza degli item che a sua volta influenza l'affidabilità della scala.

VVQ Richardson 1077 Mi piace compiere lavori che richiedono l’uso di parole. Vero Falso

VVQ Richardson 1077 Mi piace compiere lavori che richiedono l’uso di parole. Vero Falso I miei sogni ad occhi aperti sono talvolta così vividi da avere la sensazione di vivere realmente la scena che sto immaginando. Vero Falso Mi piace imparare nuove parole. Vero Falso Riesco a trovare facilmente sinonimi di parole. Vero Falso Le mie capacità di immaginazione visiva sono superiori alla media. Vero Falso Sogno raramente. Vero Falso Leggo piuttosto lentamente. Vero Falso Trovo difficile, chiudendo gli occhi, costruirmi un’immagine mentale del volto di un amico. Vero Falso

VVQ Richardson 1077 Credo che nessuno riesca a pensare in termini di immagini. Vero

VVQ Richardson 1077 Credo che nessuno riesca a pensare in termini di immagini. Vero Falso Preferisco leggere le istruzioni su come fare qualcosa piuttosto che avere qualcuno che me lo mostri. Vero Falso I miei sogni sono estremamente vividi. Vero Falso Ho una fluidità nell’usare le parole superiore alla media. Vero Falso I miei sogni ad occhi aperti sono piuttosto indistinti e sfuocati. Vero Falso Passo pochissimo tempo a cercare di arricchire il mio vocabolario. Vero Falso Il mio pensiero è spesso costituito da immagini mentali. Vero Falso

Misure oggettive Le misure oggettive più comunemente usate per le immagini visive sono i

Misure oggettive Le misure oggettive più comunemente usate per le immagini visive sono i test di capacità spaziale MEASURING VISUAL IMAGERY ABILITY: A REVIEW L. P. Mc. Avinue & I. H. Robertson, 2007

Misure oggettive Le misure oggettive più comunemente usate di immagini mentali sono i test

Misure oggettive Le misure oggettive più comunemente usate di immagini mentali sono i test di abilità spaziale Misura fondamentale: La rotazione mentale - Predittore abilità spaziali Predittore abilità imaginative Sensibile a differenze di genere Declino con l’invecchiamento

Rotazione mentale Shepard e Metzler (1971): coppie di oggetti che differivano per rotazione angolare

Rotazione mentale Shepard e Metzler (1971): coppie di oggetti che differivano per rotazione angolare (da 0° a 180°, intervalli di 20°) Compito: sono uguali o diversi?

Risultati I tempi di reazione aumentano al crescere della rotazione mentale necessaria per allineare

Risultati I tempi di reazione aumentano al crescere della rotazione mentale necessaria per allineare gli oggetti

Il “meccanismo” condiviso IM-PERC Farah (1985; 1989) -individuare un meccanismo condiviso per IM e

Il “meccanismo” condiviso IM-PERC Farah (1985; 1989) -individuare un meccanismo condiviso per IM e perc -dimostrare che si pone a livello del mezzo analogico In che modo: le IM interferiscono, anticipano i percetti Logica: se c’è interferenza DEVE avvenire in un luogo comune 120

Immagini come anticipazioni Podgorny e Shepard (1978) Immaginare una lettera sovrapposta ad un reticolo

Immagini come anticipazioni Podgorny e Shepard (1978) Immaginare una lettera sovrapposta ad un reticolo presentato o presentazione di una lettera Compito: decidere se un punto era in una cella coperta dall’immagine mentale della lettera F Compito eseguito accuratamente sia con lettere immaginate sia effettivamente presenti 121

Le ricerche di Farah (1989): le immagini mentali possono servire da anticipazioni Stesso compito

Le ricerche di Farah (1989): le immagini mentali possono servire da anticipazioni Stesso compito del precedente, ma asterisco presentato per breve tempo Compito: decidere se l’asterisco è stato presentato o no Asterisco rilevato più spesso nell’area della coperta dalla lettera immaginata La presenza di un’immagine mentale rende i soggetti meglio preparati a identificare la presenza di uno stimolo 122

Immagini mentali e figure ambigue Se IM simili alla percezione, allora le IM delle

Immagini mentali e figure ambigue Se IM simili alla percezione, allora le IM delle figure ambigue dovrebbero avere interpretazioni alternative Chambers e Reisberg (1985): -ai soggetti viene spiegato cosa sono le figure ambigue -figura ambigua anatra/coniglio: richiesta di formare un’immagine mentale -richiesta di invertire l’immagine 123

Immagini mentali e figure ambigue Richiesta di invertire anatra/coniglio: non sono in grado di

Immagini mentali e figure ambigue Richiesta di invertire anatra/coniglio: non sono in grado di invertire l’immagine ma la sanno disegnare accuratamente

Immagini mentali e creatività Finke, Pinker e Farah (1989): richiesta di generare un’immagine passando

Immagini mentali e creatività Finke, Pinker e Farah (1989): richiesta di generare un’immagine passando attraverso studi intermedi Risultato: immagine che riescono a identificare Durante la costruzione di un’immagine emergono delle proprietà, le proprietà emergenti (Pinker e Finke, 1980)

Creatività?

Creatività?

Creative Imagery Ronald A. Finke (1990). Creative Imagery: Discoveries and Inventions in Visualization. L.

Creative Imagery Ronald A. Finke (1990). Creative Imagery: Discoveries and Inventions in Visualization. L. Erlbaum Associates, 1990 “Every person has the potential to make creative discoveries in their imagery. Moreover, it is possible to demonstrate this experimentally for many types of creative discoveries. The experiments I report will show, in fact, that certain techniques are remarkably effective in stimulating the discovery of unexpected patterns, new inventions, and creative concepts--all within imagination. And these are techniques that anyone can learn to use. ”

Vedere con occhi diversi… Dalì

Vedere con occhi diversi… Dalì

Suggerire nuove relazioni… Magritte

Suggerire nuove relazioni… Magritte

Suggerire nuove relazioni… Magritte

Suggerire nuove relazioni… Magritte

Il mondo sottosopra…. Chagall Ara Pacis 2010

Il mondo sottosopra…. Chagall Ara Pacis 2010

Il mondo sottosopra…. Chagall Ara Pacis 2010

Il mondo sottosopra…. Chagall Ara Pacis 2010

Strane combinazioni…. Picasso

Strane combinazioni…. Picasso

Strane combinazioni…. Picasso

Strane combinazioni…. Picasso