Ingegneria dei sistemi elettromagnetici per la fusione termonucleare

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Ingegneria dei sistemi elettromagnetici per la fusione termonucleare controllata Scuola di Dottorato in Ingegneria

Ingegneria dei sistemi elettromagnetici per la fusione termonucleare controllata Scuola di Dottorato in Ingegneria Industriale Università degli Studi di Bologna 2009

INDICE Introduzione alla fusione termonucleare controllata Ø La superconduttività Ø Cavi superconduttori in Nb.

INDICE Introduzione alla fusione termonucleare controllata Ø La superconduttività Ø Cavi superconduttori in Nb. Ti e Nb 3 Sn Ø Esperimento ITER Ø Esperimento Wendelstein Ø 2

Introduzione alla fusione termonucleare controllata (FTC)

Introduzione alla fusione termonucleare controllata (FTC)

Reazioni nucleari di fissione e fusione 4

Reazioni nucleari di fissione e fusione 4

Reazioni di fusione Con emissione di neutroni (attivazione dei materiali strutturali) Senza emissione di

Reazioni di fusione Con emissione di neutroni (attivazione dei materiali strutturali) Senza emissione di neutroni 5

Reazioni di fusione Affinché le reazioni di fusione possano avvenire è necessario che l’energia

Reazioni di fusione Affinché le reazioni di fusione possano avvenire è necessario che l’energia cinetica dei nuclei reagenti sia sufficiente a vincere la forza repulsiva legata alla carica positiva di entrambi i nuclei Variazione della energia potenziale con la distanza tra i nuclei 6

Fusione termonucleare Un metodo per fornire ai nuclei l’energia cinetica sufficiente è quello di

Fusione termonucleare Un metodo per fornire ai nuclei l’energia cinetica sufficiente è quello di riscaldare il combustibile (fusione termo-nucleare) che, nel caso della reazione D + T, è una miscela gassosa di Deuterio e Trizio Distribuzione Maxwelliana delle velocità k = costante di Boltzmann = 1. 3805 10 -23 J K-1 7

Fusione termonucleare R = Tasso di reazione per unità di volume = sezione d’urto

Fusione termonucleare R = Tasso di reazione per unità di volume = sezione d’urto Ø E’ necessario portare la miscela di deuterio trizio a temperature superiori a 1 ke. V = 11 600 000 K. Ø A tali temperature il gas è completamente ionizzato, pur mantenendosi macroscopicamente neutro (per distanze superiori alla distanza di Debye ) (plasma) 8

Confinamento del plasma Per confinare un plasma da fusione è possibile utilizzare: Ø Campi

Confinamento del plasma Per confinare un plasma da fusione è possibile utilizzare: Ø Campi magnetico) sufficientemente intensi (confinamento A causa degli elevati valori del campo, gli avvolgimenti che realizzano la configurazione di campo devono essere superconduttivi Ø Raggi LASER sufficientemente intensi (confinamento inerziale) 9

Confinamento magnetico Una particella carica elettricamente (q = carica elettrica) immersa in un campo

Confinamento magnetico Una particella carica elettricamente (q = carica elettrica) immersa in un campo magnetico uniforme si muove con moto elicoidale lungo una linea di forza del campo. Ø La velocità parallela (vp) al campo è costante. Ø Nel piano normale al campo il moto è circolare uniforme. Il raggio dell’orbita r. L viene detto raggio di Larmor, la velocità angolare dell’orbita ( ) viene detta frequenza di ciclotrone. Le particelle risultano quindi completamente confinate nella direzione normale al campo ma non sono vincolate in alcun modo nella direzione del campo. 10

Confinamento magnetico Si può utilizzare una configurazione magnetica con linee chiuse toroidali. ØIl campo

Confinamento magnetico Si può utilizzare una configurazione magnetica con linee chiuse toroidali. ØIl campo nella regione interna risulta maggiore di quello nella regione esterna. Nasce di conseguenza una separazione di carica ed un campo elettrico. 11

Confinamento magnetico Ø A causa del campo elettrico è presente una velocità di deriva

Confinamento magnetico Ø A causa del campo elettrico è presente una velocità di deriva v. D che è indipendente dalla carica della particella e quindi corrisponde ad un moto di tutto il plasma. Per confinare il plasma è necessario che le linee di campo magnetico siano elicoidali, devono cioè essere contemporaneamente presenti: ØUn campo magnetico toroidale ØUn campo magnetico poloidale 12

Confinamento magnetico Il campo magnetico poloidale può essere generato: Ø Facendo percorrere il plasma

Confinamento magnetico Il campo magnetico poloidale può essere generato: Ø Facendo percorrere il plasma da una corrente poloidale (TOKAMAK TOroidalnaya KAmera and MAgnitnaya Katushka (toroidal chamber and magnetic coil) ) Ø Mediante avvolgimenti esterni (STELLARATOR) 13

TOKAMAK - STELLARATOR TOKAMAK STELLARATOR 14

TOKAMAK - STELLARATOR TOKAMAK STELLARATOR 14

TOKAMAK Equazione dell’equilibrio ØIl plasma costituisce il secondario di un trasformatore il cui primario

TOKAMAK Equazione dell’equilibrio ØIl plasma costituisce il secondario di un trasformatore il cui primario è un avvogimento poloidale esterno Profili di pressione (p), campo toroidale (B ) e campo poloidale (B ) 15

TOKAMAK 16

TOKAMAK 16

TOKAMAK 17

TOKAMAK 17

STELLARATOR Sistema di bobine per realizzare la componente poloidale del campo 18

STELLARATOR Sistema di bobine per realizzare la componente poloidale del campo 18

REATTORE Ø L’energia generata dalle reazioni di fusione e trasportata dalle particelle cariche prodotte

REATTORE Ø L’energia generata dalle reazioni di fusione e trasportata dalle particelle cariche prodotte che rimangono nel plasma uguaglia l’energia perduta per conduzione ed irraggiamento termico (condizione di ignizione). Il Litio naturale è costituito per il 7. 4 % da Litio-6 e per il rimanente 92. 6 % da Litio-7. In tale caso l’energia che è uscita dal plasma trasportata dai neutroni può essere utilizzata per produrre calore da convertire in energia elettrica per mezzo di un impianto con turbina a vapore od a gas. 19

REATTORE: bilancio energetico del plasma Ø L’energia generata dalle reazioni di fusione e trasportata

REATTORE: bilancio energetico del plasma Ø L’energia generata dalle reazioni di fusione e trasportata dalle particelle cariche prodotte che rimangono nel plasma uguaglia l’energia perduta per conduzione ed irraggiamento termico (condizione di ignizione). E = energia contenuta nel plasma (n/2 = densità dei nuclei di D, n/2 = densità dei nuclei di T) POH = potenza dissipata per effetto Joule P = potenza generata dalle reazioni di fusione e trasportata dalle partecelle che rimangono intrappolate nel plasma PL = potenza ceduta all’esterno per conduzione, convezione e irraggiamento ( E = tempo di confinamento dell’energia) Paux = potenza introdotta attraverso i sistemi di riscaldamento addizionale 20

REATTORE 21

REATTORE 21

REATTORE I programmi di sviluppo ………. . 22

REATTORE I programmi di sviluppo ………. . 22

Internationa Thermonuclear Experimental Reactor - ITER Ø Dimostrare la fattibilità scientifica e tecnologica della

Internationa Thermonuclear Experimental Reactor - ITER Ø Dimostrare la fattibilità scientifica e tecnologica della produzione di energia a scopi pacifici mediante la fusione termonucleare 23

International Thermonuclear Experimental Reactor - ITER Potenza di fusione : 500 MW Q :

International Thermonuclear Experimental Reactor - ITER Potenza di fusione : 500 MW Q : 10 Flusso neutronico medio: 0. 57 MW/m 2 Raggio maggiore: 6. 2 m Raggio minore: 2. 0 m Corrente di plasma: 15 MA Campo magnetico sull’asse: 5. 3 T Volume di plasma (m 3): 837 m 3 24

ITER 25

ITER 25

ITER 26

ITER 26

Ø Non è possibile utilizzare i “normali” conduttori (rame, alluminio, . . ) per

Ø Non è possibile utilizzare i “normali” conduttori (rame, alluminio, . . ) per produrre il campo magnetico necessario per il confinamento del plasma a causa della eccessiva dissipazione di potenza per effetto Joule Ø Per generare gli alti campi necessari nelle macchine per la fusione termonucleare controllata è necessario disporre di magneti superconduttori 27

La superconduttività

La superconduttività

La “storia” della superconduttività 1911 1957 Kamerlingh-Onnes osserva la transizione dallo stato normale a

La “storia” della superconduttività 1911 1957 Kamerlingh-Onnes osserva la transizione dallo stato normale a quello superconduttivo di un campione di Mercurio a 4. 19 K Bardeen, Cooper e Schrieffer propongono una teoria microscopica della superconduttività (Teoria BCS) 1973 1986 Superconduttività del Nb 3 Ge a 23. 2 K Bednorz and Mueller osservano lo stato superconduttivo del La 2 -x. Bax. Cu. O 4 a 30 K 1987 1988 Superconduttività del Y-Ba-Cu-O (YBCO) a 93 K Superconduttività del Bi-Sr-Ca-Cu-O (BSCCO) a 125 K Superconduttività del Mg. B 2 a 40 K 2001 29

Proprietà dei materiali superconduttori Ø Superconduttori del tipo II a bassa temperatura di transizione

Proprietà dei materiali superconduttori Ø Superconduttori del tipo II a bassa temperatura di transizione Ø Superconduttori del tipo II ad elevata temperatura di transizione Ø Perdite in regime variabile 30

Superconduttori del tipo I Per temperature inferiori alla temperatura critica la resistività elettrica del

Superconduttori del tipo I Per temperature inferiori alla temperatura critica la resistività elettrica del materiale è nulla (< 10 -21 m) 31

Superconduttori del tipo I Lo stato superconduttivo costituisce una nuova fase del materiale Capacità

Superconduttori del tipo I Lo stato superconduttivo costituisce una nuova fase del materiale Capacità termica vs. temperatura Conducibilità termica vs. temperatura 32

Superconduttori del tipo I Ø Diamagnetismo perfetto (effetto Meissner): l’induzione magnetica in un materiale

Superconduttori del tipo I Ø Diamagnetismo perfetto (effetto Meissner): l’induzione magnetica in un materiale superconduttore del tipo I è nulla. = lunghezza di penetrazione Sono presenti correnti di schermo superconduttive (supercorrenti) 33

Superconduttori del tipo I Caratteristica di magnetizzazione 34

Superconduttori del tipo I Caratteristica di magnetizzazione 34

Superconduttori del tipo I Un superconduttore del tipo I non è (solo) un conduttore

Superconduttori del tipo I Un superconduttore del tipo I non è (solo) un conduttore perfetto 35

Superconduttori del tipo I Ø Lo stato superconduttivo viene distrutto per valori di campo

Superconduttori del tipo I Ø Lo stato superconduttivo viene distrutto per valori di campo superiori ad un valore Bc chiamato campo critico Ø Lo stato superconduttivo viene distrutto per valori di densità di corrente superiori ad un valore Jc chiamato densità di corrente critica 36

Superconduttori del tipo I La superficie critica individua tutte le condizioni possibili per la

Superconduttori del tipo I La superficie critica individua tutte le condizioni possibili per la presenza dello stato superconduttivo J Jc 0 Jc B Bc 0 B T Tc 0 T 37

Superconduttori del tipo I I superconduttori del tipo I non trovano applicazione: Ø Essendo

Superconduttori del tipo I I superconduttori del tipo I non trovano applicazione: Ø Essendo la densità di corrente solo superficiale, anche se la densità di corrente fosse elevata, la corrente trasportata sarebbe sempre piccola. Ø Il campo critico è troppo piccolo. Elem. Al Tc 0 (K) 1. 18 Bc 0 Elem. (m. T) 10. 5 Zr Tc 0 (K) 0. 61 Ti V 0. 40 5. 6 Nb 141. 0 Mo 9. 25 206. 0 Hg( ) 0. 92 9. 6 Hg( ) 4. 15 3. 9 41. 1 33. 9 Zn 0. 85 7. 8 7. 20 80. 3 5. 4 Tc Bc 0 Elem. (m. T) 4. 7 Cd 141. 0 Pb Tc 0 Bc 0 (K) (m. T) 0. 51 2. 8 7 38

Teoria BCS La teoria BCS (proposta nel 1957 da Bardeen, Cooper e Schriffer) formula

Teoria BCS La teoria BCS (proposta nel 1957 da Bardeen, Cooper e Schriffer) formula un modello quantistico e microscopico dello stato superconduttivo dei materiali metallici. Ø Coppie di “super-elettroni” sono in grado di muoversi nel materiale senza perdere energia negli urti con il reticolo cristallino essendo legati mediante le vibrazioni del reticolo stesso (fononi). Ø L’energia della coppia di super-elettroni risulta inferiore a quella dello stato fondamentale del singolo elettrone di una quantità proporzionale alla temperatura critica del materiale. Ø Il legame dei “super-elettroni” può avvenire in regioni di dimensioni non superiori alla “lunghezza di coerenza” 39

Superconduttori del tipo II Se la lunghezza di coerenza ( ) è più piccola

Superconduttori del tipo II Se la lunghezza di coerenza ( ) è più piccola della lunghezza di penetrazione ( ) è possibile per il campo magnetico penetrare nel materiale superconduttore 40

Superconduttori del tipo II Materiale Cd Al Pb Nb Nb-Ti Nb 3 Sn YBa

Superconduttori del tipo II Materiale Cd Al Pb Nb Nb-Ti Nb 3 Sn YBa 2 Cu 3 O 7 Tc (K) 0. 56 1. 18 7. 20 9. 25 9. 5 18 89 (nm) 760 550 82 32 4 3 1. 8 (nm) 110 40 39 50 300 65 170 41

Superconduttori del tipo II Ø Se Hext < Hc 1 (campo critico inferiore) il

Superconduttori del tipo II Ø Se Hext < Hc 1 (campo critico inferiore) il superconduttore del tipo II presenta l’effetto Meissner come il superconduttore del tipo I Ø Se Hc 1 < Hext < Hc 2 (campo critico superiore) il campo penetra nel superconduttore permanendo lo stato superconduttivo (stato misto) Ø Se H > Hc 2 lo stato superconduttivo viene distrutto 42

Superconduttori del tipo II Diagramma di fase magnetico 43

Superconduttori del tipo II Diagramma di fase magnetico 43

Superconduttori del tipo II Il campo magnetico in un superconduttore del tipo II, nello

Superconduttori del tipo II Il campo magnetico in un superconduttore del tipo II, nello stato misto, è concentrato in regioni normali (flussoidi), aventi le dimensioni della lunghezza di coerenza, sostenuto da correnti che circolano nella parte superconduttiva del materiale (vortici). Ø Ogni flussoide contribuisce al flusso di induzione magnetica per una quantità pari a: 0 = h/2 e = 2. 0678 10 -15 Wb Ø In corrispondenza del campo critico superiore i flussoidi occupano tutto il volume del materiale 44

First image of Vortex lattice, 1967 Bitter Decoration Pb-4 at%In rod, 1. 1 K,

First image of Vortex lattice, 1967 Bitter Decoration Pb-4 at%In rod, 1. 1 K, 195 G U. Essmann and H. Trauble Max-Planck Institute, Stuttgart Physics Letters 24 A, 526 (1967) Abrikosov lattice in Mg. B 2, 2003 Bitter Decoration Mg. B 2 crystal, 200 G L. Ya. Vinnikov et al. Institute of Solid State Physics, Chernogolovka Phys. Rev. B 67, 092512 (2003) http: //www. fys. uio. no/super/vortex/ 45

Superconduttori del tipo II Caratteristica di magnetizzazione Campo critico termodinamico: 46

Superconduttori del tipo II Caratteristica di magnetizzazione Campo critico termodinamico: 46

Modello macroscopico Dal punto di vista macroscopico, per dimensioni superiori alle lunghezze di coerenza

Modello macroscopico Dal punto di vista macroscopico, per dimensioni superiori alle lunghezze di coerenza e di penetrazione, definendo B, H, E e J mediante il valore medio di tali grandezze su volumi elementari sufficientemente piccoli, si possono ritenere valide le equazioni di Maxwell Ø La densità di corrente J non è in grado di descrivere i vortici. Ø Ciascun materiale superconduttore sarà caratterizzato da proprie caratteristiche elettriche E = E(J) e magnetiche M = M(H) Ø La maggior parte dei modelli considera M = 0 47

Superconduttori del tipo II Ø In un superconduttore del tipo II, nello stato misto,

Superconduttori del tipo II Ø In un superconduttore del tipo II, nello stato misto, percorso da una corrente di trasporto continua, si manifesta un campo elettrico responsabile di una dissipazione di potenza elettrica in calore. 48

Superconduttori del tipo II Ø L’origine della dissipazione di potenza elettrica in calore è

Superconduttori del tipo II Ø L’origine della dissipazione di potenza elettrica in calore è il movimento dei vortici. Ø I vortici sono soggetti all’azione di due forze: ü la forza di Lorentz FL che tende a muovere i vortici in una direzione normale sia alla direzione del campo magnetico, sia a quella della corrente di trasporto ü la forza di “pinning” Fp che tende a bloccare i vortici nelle loro posizioni ed è legata alle imperfezioni del reticolo cristallino 49

Superconduttori del tipo II Ø Quando la temperatura è molto minore di quella critica

Superconduttori del tipo II Ø Quando la temperatura è molto minore di quella critica il moto dei flussoidi è lento ed il campo elettrico è molto piccolo (regione di “Flux creep”) Ø Quando la temperatura e superiore a quella critica il moto dei flussoidi è veloce ed il campo elettrico è grande (regione di “Flux flow”) 50

Superconduttori del tipo II Ø Si definisce la densità di corrente critica (Jc) come

Superconduttori del tipo II Ø Si definisce la densità di corrente critica (Jc) come quella densità di corrente cui corrisponde il valore critico del campo elettrico (Ec) Il valore della densità di corrente critica dipende dal valore scelto per il campo elettrico critico. Due sono i valori usualmente utilizzati Ec = 10 – 4 V/m Ec = 10 – 5 V/m 51

Bednorz and Mueller IBM Zuerich, 1986 200 164 K Hg-1223 150 High-TC Temperature, TC

Bednorz and Mueller IBM Zuerich, 1986 200 164 K Hg-1223 150 High-TC Temperature, TC (K) Superconduttori ad elevata temperatura di transizione 100 50 La-214 0 1900 Hg 1920 Low-TC 1940 1960 Year V 3 Si 1980 2000 52

Materiali superconduttori ad alta temperatura critica (HTSC) Ø Temperatura critica compatibile con la tecnologia

Materiali superconduttori ad alta temperatura critica (HTSC) Ø Temperatura critica compatibile con la tecnologia dell’azoto liquido Ø Campo critico superiore molto più elevato Ø Ø Fragili, scarsamente duttili e malleabili Forte anisotropia Processi di sintesi lunghi e costosi Scarsa densità di corrente critica (2 104 A/cm 2 a 77 K, in corrente continua campo nullo, contro 105 A/cm 2 a 4. 2 K per superconduttori metallici) Ø Forte dipendenza di Jc dalla deformazione 53

Struttura tipica dei superconduttori ceramici Perovskite ABX 3 YBCO YBa 2 Cu 3 O

Struttura tipica dei superconduttori ceramici Perovskite ABX 3 YBCO YBa 2 Cu 3 O 6 YBCO YBa 2 Cu 3 O 7 54

Struttura tipica del BSCCO Bi 2 Sr 2 Can-1 Cun. Oy Piano conduttore Cu

Struttura tipica del BSCCO Bi 2 Sr 2 Can-1 Cun. Oy Piano conduttore Cu O Piani isolanti 55

Anisotropia Jc del BSCCO 2223 in funzione del campo magnetico applicato Campo parallelo ai

Anisotropia Jc del BSCCO 2223 in funzione del campo magnetico applicato Campo parallelo ai piani CU-O Campo ortogonale ai piani CU-O 56

Diboruro di magnesio J. Akimitsu, Symp. on Transition Metal Oxides, Sendai, Jan 2001 Tc

Diboruro di magnesio J. Akimitsu, Symp. on Transition Metal Oxides, Sendai, Jan 2001 Tc 40 K Mg. B 2 57

Diboruro di magnesio Principali caratteristiche del Mg. B 2: ØFacilmente lavorabile (si possono produrre

Diboruro di magnesio Principali caratteristiche del Mg. B 2: ØFacilmente lavorabile (si possono produrre fili) ØTecnologia di produzione nota ØBasso costo ØTemperatura critica compatibile con quella dell’idrogeno liquido ØProprietà elettriche scadenti ad elevati campi magnetici 58

Superconduttori del tipo II rame 6 A/mm 2 59

Superconduttori del tipo II rame 6 A/mm 2 59

Criogenia 60

Criogenia 60

Criogenia 61

Criogenia 61

Perdite in regime variabile Quando un superconduttore è soggetto ad un campo magnetico variabile

Perdite in regime variabile Quando un superconduttore è soggetto ad un campo magnetico variabile nel tempo (prodotto da un sistema di avvolgimenti esterni oppure prodotto dalla corrente di trasporto che circola nello stesso superconduttore), a causa del moto dei vortici, nel superconduttore viene dissipata potenza elettrica. 62

Perdite in regime variabile Caso di uno slab infinito soggetto ad un campo magnetico

Perdite in regime variabile Caso di uno slab infinito soggetto ad un campo magnetico alternato Il campo magnetico penetra nel superconduttore dall’esterno verso l’interno, sostenuto da una densità di corrente di intensità pari alla densità di corrente critica. 63

Perdite in regime variabile I campo non penetra completamente nel superconduttore (Bp = minima

Perdite in regime variabile I campo non penetra completamente nel superconduttore (Bp = minima variazione del campo applicato che penetra completamente lo “slab”) 64

Perdite in corrente alternata I campo penetra completamente nel superconduttore (BM > Bp) 65

Perdite in corrente alternata I campo penetra completamente nel superconduttore (BM > Bp) 65

Perdite in regime variabile Ø Q = Energia dissipata per unità di volume in

Perdite in regime variabile Ø Q = Energia dissipata per unità di volume in un periodo per ridurre le perdite è necessario avere b grande: per ridurre le perdite è necessario avere a (spessore dello slab) piccolo 66

Instabilità di “flux jump” In prima approssimazione : DQ = Energia dissipata per unità

Instabilità di “flux jump” In prima approssimazione : DQ = Energia dissipata per unità di volume Bilancio energetico (ipotesi adiabatica) La capacità termica effettiva risulta minore di quella reale 67

Instabilità di “flux jump” Quando Ceff = 0 ogni piccola deposizione di calore produce

Instabilità di “flux jump” Quando Ceff = 0 ogni piccola deposizione di calore produce un incremento grande di temperatura Quanto più piccolo è lo spessore a, tanto più stabile è il superconduttore. Valori tipici per Nb. Ti: Jc = 1. 5 109 A m-2 = 6. 2 103 kg m-3 a < 115 m C = 0. 89 J kg-1 K-1 Tc = 6. 5 K (B = 6 T) 68

Cavi in NBTi e Nb 3 Sn

Cavi in NBTi e Nb 3 Sn

Cavi superconduttori Fili CICC Cavi per trasmissione di potenza Cavo Rutherford 70

Cavi superconduttori Fili CICC Cavi per trasmissione di potenza Cavo Rutherford 70

Cavo CICC Il cavo generalmente utilizzato per la realizzazione degli avvolgimenti nelle macchine per

Cavo CICC Il cavo generalmente utilizzato per la realizzazione degli avvolgimenti nelle macchine per la FTC è di tipo multi-filamentare, con più stadi di cablatura e raffreddato mediante circolazione forzata di elio supercritico (cable-inconduit conductor - CICC) 71

Strand Ciascuno strand è costituito da un elevato numero di filamenti superconduttivi (alcune migliaia,

Strand Ciascuno strand è costituito da un elevato numero di filamenti superconduttivi (alcune migliaia, ciascuno con un diametro minore di 10 m), attorcigliati ed immersi in una matrice di materiale normale, tipicamente rame. La struttura dello strand serve a: Ø Eliminare l’instabilità magneto-termica Ø Ridurre le perdite per isteresi Ø Ridurre la dissipazione di energia in caso di superamento della corrente critica 72

Tecnologia: fili superconduttori Nb. Ti Nb 3 Sn, Nb 3 Al 73

Tecnologia: fili superconduttori Nb. Ti Nb 3 Sn, Nb 3 Al 73

Modello di uno strand Nel superconduttore Nel rame Dalle equazioni precedenti si ottiene la

Modello di uno strand Nel superconduttore Nel rame Dalle equazioni precedenti si ottiene la caratteristica E-J del materiale Lo strand viene caratterizzato sperimentalmente mediante la misura della corrente critica ( Ic) e della temperatura di current sharing (Tcs) 74

Misura di corrente critica Il valore di corrente a cui corrisponde il campo critico

Misura di corrente critica Il valore di corrente a cui corrisponde il campo critico è la corrente critica ØIl campo elettrico critico è “arbitrario”; i valori che vengono abitualmente utilizzati sono: Ec = 10 -5 V/m, Ec = 10 -4 V/m ØIn corrispondenza di Ec risulta Jm << Js quindi: 75

Misura di Temperatura di “current sharing” Il valore di temperatura a cui corrisponde il

Misura di Temperatura di “current sharing” Il valore di temperatura a cui corrisponde il campo critico è la temperatura di current sharing 76

AVVOLGIMENTI Ø Solenoide Ø Pancake Ø Doppio pancake 77

AVVOLGIMENTI Ø Solenoide Ø Pancake Ø Doppio pancake 77

Distribuzione di corrente Ø La corrente critica / temperatura di “current sharing” del cavo

Distribuzione di corrente Ø La corrente critica / temperatura di “current sharing” del cavo viene definita (misurata) da una prova analoga a quella definita per lo strand. Ø Affinchè la corrente critica del cavo risulti massima e pari al valore della corrente critica dello strand per il numero degli strand nel cavo è necessario che la corrente sia uniformemente distribuita tra gli strand Le cause che determinano una distribuzione non uniforme della corrente sono: Ø Le terminazioni ed i giunti Ø Le forze elettro-motrici indotte dai campi magnetici variabili 78

Terminazioni / giunti Nelle terminazioni e nei giunti non tutti gli strand sono in

Terminazioni / giunti Nelle terminazioni e nei giunti non tutti gli strand sono in contatto con la superficie di scambio della corrente e quindi la distribuzione di corrente è non-uniforme. 79

Ridistribuzione della corrente Ø La lunghezza di cavo necessaria per uniformare la distribuzione di

Ridistribuzione della corrente Ø La lunghezza di cavo necessaria per uniformare la distribuzione di corrente è inversamente proporzionale alla resistenza trasversale per unità di lunghezza fra gli strand Ø Tanto minore è la resistenza trasversale per unità di lunghezza, tanto più uniforme risulta la distribuzione di corrente. ma. . Ø Tanto minore è la resistenza trasversale per unità di lunghezza, tanto più grandi sono le perdite AC. 80

Test sperimentali Per verificare la bontà del progetto sviluppato per ITER sono state/sono in

Test sperimentali Per verificare la bontà del progetto sviluppato per ITER sono state/sono in corso campagne sperimentali su sistemi test: Ø Prove su campioni corti di cavo e su terminazioni e giunti (TFMC -FSJS, CSMC-FSJS, PFIS) presso CRPP Losanna – Svizzera Ø Prove su bobine modello: ü TFMC (Toroidal Field Model Coil) presso FZK – Karlsruhe – Germania - 2001 ü CSMC (Central Solenoid Model Coil) presso JAERI - Naka – Giappone - 2000 ü PFCI (Poloidal Field Conductor Insert) presso JAERI - Naka – Giappone – 2006 (ancora da svolgere) 81

SULTAN Test Facility PFISw PFISnw ITER PF 1&6 Diametro dello strand (mm) 0. 73

SULTAN Test Facility PFISw PFISnw ITER PF 1&6 Diametro dello strand (mm) 0. 73 Cu: non. Cu 1. 41 1. 6 Numero di strand (3 4 4 5 6) 1440 Sezione dei wrapping (mm 2) 13. 4 - 7. 6 Diametro del cavo (mm) 37. 53 36. 89 38. 2 42/86/122/ 158/489 42/86/122/ 158/530 45/85/125/ 165/425 33. 5 34. 3 35. 5 50. 35 50. 45 49. 82 49. 78 53. 8 Passi di twist (mm) Frazione di vuoto (%) Dimensioni esterne del conduttore (mm) 82

Strand di Nb 3 Sn Il Nb 3 Sn (affinchè si manifesti la proprietà

Strand di Nb 3 Sn Il Nb 3 Sn (affinchè si manifesti la proprietà superconduttiva la percentuale di Sn deve essere compresa tra il 18 % ed il 25 %) si forma mediante diffusione termica dello Sn nel Nb. Il processo richiede una elevata temperatura (circa 700 °C). Ø il Nb 3 Sn è fragile ed è difficile da lavorare. Per superare questo problema, per costruire un avvolgimento si può utilizzare la tecnica “wind and react” che prevede la realizzazione dell’avvolgimento dallo strand prima che questo venga sottoposto a trattamento termico I principali processi utilizzati per la formazione degli strand di Nb 3 Sn sono: Ø Bronze process, Ø Internal Tin process, Ø Power-in-Tube process. 83

Strand di Nb 3 Sn 84

Strand di Nb 3 Sn 84

Strand di Nb 3 Sn Dato che il materiale superconduttivo si forma ad elevata

Strand di Nb 3 Sn Dato che il materiale superconduttivo si forma ad elevata temperatura e nello strand sono presenti più materiali caratterizzati da un diverso coefficiente di dilatazione termica, nel processo di raffreddamento alla temperatura di lavoro (4. 2 K) si genera uno stato tensionale che vede il Nb 3 Sn compresso ( SC - 0. 27 % strain termico). T = 700 °C T = 4. 2 K 85

Strand di Nb 3 Sn La caratteristica elettrica del Nb 3 Sn dipende dalla

Strand di Nb 3 Sn La caratteristica elettrica del Nb 3 Sn dipende dalla deformazione; nell’ipotesi di deformazione uni-assiale ( ) risulta: Modello di Summers : C 0 2. 8× 1010 Tc 0 m 18. 3 Bc 20 m 28. 7 86

Strand di Nb 3 Sn 87

Strand di Nb 3 Sn 87

Strand di Nb 3 Sn 88

Strand di Nb 3 Sn 88

Degradazione delle prestazioni dei cavi in Nb 3 Sn Sezione del TFI, nella regione

Degradazione delle prestazioni dei cavi in Nb 3 Sn Sezione del TFI, nella regione più sollecitata Sezione del TFI, nella regione meno sollecitata Un meccanismo della degradazione delle prestazioni può essere la deformazione dovuta al momento flettente che agisce su ogni strand a causa della forza di Lorentz. Ciascuno strand viene vincolato dagli altri strand in punti che distano in media (dipende dal passo di twist) 5 -10 mm. 89

Degradazione delle prestazioni dei cavi in Nb 3 Sn Esaperimenti fatti in Giappone ed

Degradazione delle prestazioni dei cavi in Nb 3 Sn Esaperimenti fatti in Giappone ed in Olanda su un singolo strand confermano la forte riduzione di Ic e di n al crescere della sollecitazione a flessione 90

Strand di Nb. Ti estrusione a freddo trattamento termico 1 mm 91

Strand di Nb. Ti estrusione a freddo trattamento termico 1 mm 91

Strand di Nb. Ti Modello di Bottura: Bc 20 (T) 15. 07 Tc 0

Strand di Nb. Ti Modello di Bottura: Bc 20 (T) 15. 07 Tc 0 (K) 8. 99 C 0 (A T m-2) 4. 7801 1011 1. 96 2. 12 I 0 (A) 0. 846 q 0. 5925 92

La transizione rapida (sudden quench) nei cavi in Nb. Ti Per valori di corrente

La transizione rapida (sudden quench) nei cavi in Nb. Ti Per valori di corrente elevati avviene la transizione rapida del cavo senza che sia possibile misurare la corrente critica Ø La transizione rapida indica come la corrente ad elevati valori della corrente di trasporto, non riesce a ridistribuirsi efficacemente fra gli strand 93

PFIS Ø Per valori di corrente inferiori a 45 k. A (PFISnw) e 38

PFIS Ø Per valori di corrente inferiori a 45 k. A (PFISnw) e 38 k. A (PFISw) è stato possibile misurare la corrente critica, bensì una corrente di quench Ø La corrente di quench è sensibilmente minore della corrente critica stimata considerando la corrente uniformemente distribuita Ø Il “wrapping” contribuisce ad aumentare il fenomeno 94

Sviluppi futuri ØImpiego di Nb 3 Al: le proprietà non degradano con la deformazione

Sviluppi futuri ØImpiego di Nb 3 Al: le proprietà non degradano con la deformazione ØImpiego di HTS: campi critici estremamente elevati 95