EVENTI AVVERSI DA MEZZI DI CONTRASTO RADIOLOGICI NEFROPATIA

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EVENTI AVVERSI DA MEZZI DI CONTRASTO RADIOLOGICI

EVENTI AVVERSI DA MEZZI DI CONTRASTO RADIOLOGICI

NEFROPATIA La nefropatia da mezzo di contrasto (CIN) è l'insufficienza renale acuta reversibile osservato

NEFROPATIA La nefropatia da mezzo di contrasto (CIN) è l'insufficienza renale acuta reversibile osservato dopo la somministrazione di mezzo di contrasto iodato (CM) L'aumento della creatinina sierica appare generalmente intorno alle 48 ore dopo l'esposizione a CM, raggiungendo un picco nei successivi 5 giorni. CIN è associato a aumento morbidità, degenza ospedaliera e mortalità. Ha una prevalenza fino al 15% nei pazienti ad alto rischio, mentre nei in assenza di rischio non supera l'1%

I reni rappresentano il 0. 4% della massa corporea con perfusione pari a 1.

I reni rappresentano il 0. 4% della massa corporea con perfusione pari a 1. 2 l/min (20 -25%) della gittata cardiaca. La velocità di filtrazione glomerulare normale è di 125 ml/min ed il volume urinario è di circa 1 l/die. Circa il 99% del filtrato è riassorbito.

In condizioni fisiologiche, il 75% dell’acqua è riassorbita del tubulo prossimale, il 5% nell’ansa

In condizioni fisiologiche, il 75% dell’acqua è riassorbita del tubulo prossimale, il 5% nell’ansa di Henle, il 15% nel tubulo distale ed il 5% nel dotto collettore. La membrana glomerulare permette il passaggio di molecole di circa 4 nm (4 x 10 -3 ) di diametro e non di molecole più grandi di 8 nm di diametro. La soglia di filtrazione è di un peso molecolare di circa 40 000 Da. Il peso molecolare dei MDC oscilla tra 800 e 1650 Da; ne deriva quindi che i MDC sono tutti filtrati dal glomerulo. La contrazione del MDC nel filtrato è la stessa del plasma, mentre la concentrazione finale nelle urine è 50 -100 volte superiore.

La concentrazione del MDC nel tubulo dipende dalla concentrazione del MDC nel filtrato glomerulare

La concentrazione del MDC nel tubulo dipende dalla concentrazione del MDC nel filtrato glomerulare e dalla quantità di acqua riassorbita nel tubulo. Poiché le molecole di MDC non sono riassorbite, esse aumentano la viscosità della pre-urina, soprattutto i dimeri non ionici, mentre gli HOCM o LOCM esercitano un effetto osmotico riducendo marcatamente il riassorbimento dell’acqua del tubulo. Questo, per effetto del feedback tubuloglomerulare, porta ad una riduzione della filtrazione glomerulare.

Le proprietà osmotiche dei MC sono alla base di numerosi effetti emodinamici tra cui

Le proprietà osmotiche dei MC sono alla base di numerosi effetti emodinamici tra cui vasodilatazione, aumento della perfusione e del volume ematico e riduzione delle resistenze sistemica (ipotensione). Come risultato si ha richiamo di acqua dall’interstizio al torrente circolatorio.

Tutti i MDC iodato inducono apoptosi delle cellule dell’epitelio tubulare renale attraverso l’attivazione della

Tutti i MDC iodato inducono apoptosi delle cellule dell’epitelio tubulare renale attraverso l’attivazione della vita intrinseca dell’apoptosi. Tale effetto sembra essere dose e tempodipendente. Studi sperimentali hanno dimostrato che il danno citotossico, benché massimo a 3 h, avviene per lo più (~85%) già entro 15 min di incubazione. Questo suggerisce che anche un periodo di esposizione molto breve attiva la cascata apoptotica e quello che si osserva successivamente non è altro che l’effetto cumulativo dell’esposizione iniziale.

L’effetto citotossico diretto del MDC non sembra essere correlato solo alla l’osmolarità, almeno per

L’effetto citotossico diretto del MDC non sembra essere correlato solo alla l’osmolarità, almeno per i MC a bassa osmolarità (valori 830 m. Osm/l) (iohexolo, iomeprolo, iopamidolo, iopentolo, ioxilan, iopromide, ioversolo, iobitridolo) È controverso se tutti i LOCM siano egualmente nefrotossici. Benché non esista un confronto diretto, studi suggeriscono che esisterebbero importanti differenze tra i vari LOCM Solomon R, Dumouchel W. Contrast media and nephropathy: findings from systematic analysis and Food and Drug Administration reports of adverse effects. Invest Radiol 2006; 41: 651 -60.

VISCOSITA’ La viscosità dipende dalla dimensione della molecola , e influenza ANCH’ESSA fortemente gli

VISCOSITA’ La viscosità dipende dalla dimensione della molecola , e influenza ANCH’ESSA fortemente gli effetti collaterali renali. CM con maggiore viscosità aumentare la viscosità delle urine che porta a una maggiore pressione tubulare causa bassa velocità di flusso delle urine e clearance, che a loro volta prolungano biodisponibilità, che porta a una lesione tubolare più pronunciata. La viscosità rappresenta la resistenza opposta da un liquido allo scorrimento come risultato della forza di coesione tra le molecole e dipende da dimensione molecole.

Nefrotossicità e dimeri non ionici Lo iodixanolo è un dimero, non ionico, isoosmolare (290

Nefrotossicità e dimeri non ionici Lo iodixanolo è un dimero, non ionico, isoosmolare (290 m. Osm/kg di H 2 O), ma con un’alta viscosità (11. 4 m. Pa x s a 37°C). La minore nefrotossicità dello iodixanolo è stata giustificata dal minore effetto diuretico, dovuto alla bassa osmolarità Tuttavia iodixanolo è altamente viscoso e questo può causare stasi nel tubulo renale conseguente peggioramento dell’ipossiemia. Studi su animali hanno dimostrato che durante la somministrazione di MC iso-osmolare ad alta viscosità, la diuresi osmotica è assente e il tempo di permanenza dei CM nei tubuli urinari è più lungo con un aumento della biodisponibilità.

Danno renale da mezzi di contrasto e viscosità Per mitigare gli effetti legati alla

Danno renale da mezzi di contrasto e viscosità Per mitigare gli effetti legati alla viscosità, la pratica attuale impone il riscaldamento di MC sia basso-osmolare che iso-osmolare prima dell'uso perché la viscosità è inversamente proporzionale alla temperatura e aumentare l'idratazione del paziente per ridurre gli effetti del aumento di viscosità.

Evidenze cliniche comparative Lo studio NEPHRIC ha dimostrato che lo iodixanolo è meno nefrotossico

Evidenze cliniche comparative Lo studio NEPHRIC ha dimostrato che lo iodixanolo è meno nefrotossico dello iohexolo in pazienti diabetici (26% (17/65) iohexolo rispetto al 3% (2/64) nel gruppo iodixanolo (p = 0. 002; odds ratio 0. 09; intervallo di confidenza 95% 0. 020. 41). Nello studio CARE, che ha confrontato la nefrotossicità dello iopamidolo (796 m. Osm/kg di H 2 O) rispetto allo iodixanolo (290 m. Osm/kg di H 2 O) in 414 pazienti con filtrato glomerulare tra 20 e 59 ml/min sottoposti a procedure coronariche, non è stata osservata alcuna differenza statisticamente significativa sia nella popolazione totale che nel sottogruppo con diabete mellito.

La maggior parte degli studi indica che il dimero è o superiore o non

La maggior parte degli studi indica che il dimero è o superiore o non inferiore ai monomeri Dimero superiore a monomero

Per quanto riguarda nefrotossicità particolare attenzione va tenuta verso i pazienti: - con funzione

Per quanto riguarda nefrotossicità particolare attenzione va tenuta verso i pazienti: - con funzione renale compromessa - diabete mellito - paraproteinemia (mielomatosi e macroglobulinemia di Waldenstrom) in cui esiste aumento della viscosità del sangue a causa della presenza di una proteina ad alto peso molecolare). altri fattori: Disidratazione, genere femminile, dose e tipo di esame (intra-arteria ad alte dosi tipo quelle usate per angiocardio TAC) verso endovena aumenta nefrotossicità), età del paziente

Fattori di rischio secondo le line guida dell’American College of Radiology ACR Committee on

Fattori di rischio secondo le line guida dell’American College of Radiology ACR Committee on Drugs and Contrast Media, 2016 1) età> 60 years; 2) Storia di compromissione renale (dialisi; trapianto di rene, presenza di un solo rene; tumore renale, precedente chirurgia renale) 3) Ipertensione arteriosa che necessita trattamento farmacologico 4) diabetes mellitus; 5) Uso di metformina in quanto favorisce acidosi metabolica in caso di disfunzione renale acuta da mezzo di contrasto.

Altre precauzioni Garantire un’adeguata idratazione, mantenendo se necessario un’infusione endovenosa da prima della procedura

Altre precauzioni Garantire un’adeguata idratazione, mantenendo se necessario un’infusione endovenosa da prima della procedura e finche il mezzo di contrasto non e stato eliminato dai reni. L’idratazione con soluzione isotonica di cloruro di sodio o bicarbonato di sodio se somministrata per infusione tra le 12 ore prima e le 12 ore dopo il mezzo di contrasto si è visto essere superiore alla somministrazione in bolo prima dell’esame. Diverse società scientifiche propongo protocolli di infusione differenti ma basati su somministrazione di soluzione isotonica in continuo prima e dopo l’esame nei pazienti a rischio

Altri accorgimenti Evitare un ulteriore carico renale sottoforma di farmaci nefrotossici, sostanze colecistografiche orali,

Altri accorgimenti Evitare un ulteriore carico renale sottoforma di farmaci nefrotossici, sostanze colecistografiche orali, clampaggio arterioso, angioplastica dell'arteria renale o interventi chirurgici importanti, fintanto che il mezzo di contrasto non e stato eliminato o farmaci come metformina. Ridurre la dose al minimo. Rinviare la ripetizione dell’esame con mezzo di contrasto fino a quando la funzionalita renale non sia tornata ai livelli pre-esame.

MECCANISMI MOLECOLARI PROPOSTI PER DANNO RENALE

MECCANISMI MOLECOLARI PROPOSTI PER DANNO RENALE

IN VALUTAZIONE : ridurre VASOCOSTRIZIONE e AUMENTO ROSS STATINE: EFFETTO ANTIINFIAMMATORIO. ATTIVE SOPRATTUTTO IN

IN VALUTAZIONE : ridurre VASOCOSTRIZIONE e AUMENTO ROSS STATINE: EFFETTO ANTIINFIAMMATORIO. ATTIVE SOPRATTUTTO IN ASSOCIAZIONE A IDRATAZIONE INIBITORI FOSFODIESTERASI-5 (SILDENAFIL): EFFETTO VASODILATATORE CHE CONTRASTA IPOSSIA MIDOLLARE BICARBONATO DI SODIO: AUMENTO Ph TUBULARE E RIDUZIONE PRODUZIONE RADICALI N-ACETIL-CISTEINA (NAC): ANTI OSSIDANTE E VASODILATATORE

REAZIONI ANAFILATTICHE Cause: molteplici e comprendono l’attivazione del complemento, la degranulazione dei mastociti e

REAZIONI ANAFILATTICHE Cause: molteplici e comprendono l’attivazione del complemento, la degranulazione dei mastociti e basofili diretta (dovuta ai cambiamenti dell’osmolarità ed allo iodio) e mediata dalle immunoglobuline E, l’attivazione del sistema proteolitico del plasma. Reazioni precoci: Reazioni allergiche lievi-moderate: 3. 8 -12. 7% per HOCM verso: 0. 7 -3. 1% per LOCM. Reazioni allergiche severe 0. 1 -0. 4% per HOCM e 0. 02 -0. 04% per LOCM Il rischio di morte: 1/100 000 esami. Reazioni ritardate: La reazione allergica ritardate può rendersi clinicamente evidente anche dopo alcuni giorni dalla somministrazione del MDC, con un’incidenza compresa tra 8% e 71%2. Questa forma tardiva di reazione, che sembra essere più frequente con gli IOCM, si manifesta prevalentemente con arrossamento cutaneo più o meno severo.

CHI DECIDE TIPO ESAME E DOSE MC Il Medico radiologo, sulla base della valutazione

CHI DECIDE TIPO ESAME E DOSE MC Il Medico radiologo, sulla base della valutazione del sospetto diagnostico/ quesito clinico, delle notizie clinico-anamnestiche e del rapporto costobeneficio più appropriato per il paziente, decide: • l’indagine da eseguire e se eseguirla sulla base dei dati anamnestici riguardanti il paziente o la metodica diagnostica meno invasiva, alternativa all’esame prescritto; • la molecola, la concentrazione, la modalità di somministrazione del MDC. Inoltre: • informa il paziente riguardo la scelta della metodica diagnostica, gli eventuali eventi avversi e le modalità per prevenire i rischi di reazioni avverse; • raccoglie il consenso informato alla somministrazione del MDC; • redige il referto, riportando le informazioni relative al MDC somministrato.

Segnalazione eventi avversi e farmacovigilanza È obbligo deontologico per tutti gli operatori sanitari segnalare

Segnalazione eventi avversi e farmacovigilanza È obbligo deontologico per tutti gli operatori sanitari segnalare le eventuali reazioni avverse gravi (Adverse Drug Reaction , ADR), così come è buona pratica segnalare anche le eventuali reazioni non gravi, in modo da permettere alle autorità di controllo, quali l'Agenzia italiana del farmaco e l'Agenzia europea per i medicinali, di effettuare una corretta valutazione del profilo di sicurezza e efficacia dei farmaci. Con la nuova legislazione viene inoltre data la possibilità di segnalare eventuali reazioni avverse anche al cittadino mediante la compilazione di un'apposita scheda di segnalazione scaricabile dal sito internet dell'AIFA.

Come ogni altro farmaco i MDC possono essere responsabili di reazioni avverse. La reazione

Come ogni altro farmaco i MDC possono essere responsabili di reazioni avverse. La reazione avversa ad un farmaco (ADR) secondo la normativa attualmente vigente in Italia ed in Europa identifica qualsiasi effetto nocivo e non voluto conseguente all’uso di un medicinale. Con tale definizione, che è indipendente dal tipo di uso del medicinale, tra le reazioni avverse oggetto di segnalazione, figurano anche quelle derivanti da errore terapeutico, abuso, misuso, uso off label, sovradosaggio ed esposizione professionale

CLASSIFICAZIONE ADR SECONDO RAWLINS AND THOMPSON Rawlins MD, Thompson JW Pathogenesis of adverse drug

CLASSIFICAZIONE ADR SECONDO RAWLINS AND THOMPSON Rawlins MD, Thompson JW Pathogenesis of adverse drug reactions. In: Davies DM, ed Textbook of adverse reactions Oxford: Oxford University Press 1977; 10.

- Reazioni di tipo A (augmented): reazioni dose-dipendenti connesse all'azione farmacologica del medicinale. Sono

- Reazioni di tipo A (augmented): reazioni dose-dipendenti connesse all'azione farmacologica del medicinale. Sono di norma le più frequenti, prevedibili e spesso evitabili aggiustando il dosaggio del farmaco. - ES: nefrotossicità; meccanismo: osmolarità, viscosità; prevenzione: tipologia paziente, idratazione, uso LOCM, uso IOCM e riscaldamento MC - Reazioni di tipo B (bizzare): reazioni dose-indipendenti e indipendenti dall'azione farmacologica del medicinale. Sono per lo più reazioni su base allergica o idiosincratica e, in quanto tali, inevitabili e imprevedibili. - ES: reazione anafilattica di gravità varia. Difficilmente prevedibile. Anamnesi per allergia e reazioni precedenti, sospensione uso farmaci attivatori sistema immunitario, sospensione farmaci potenzialmente antagonisti adrenalina, obbligo attrezzature e formazione personale per emergenze

- Reazioni di tipo C (chronic): reazioni dipendenti dall'utilizzo cronico di un farmaco o

- Reazioni di tipo C (chronic): reazioni dipendenti dall'utilizzo cronico di un farmaco o dal suo accumulo nell'organismo del paziente (le vedremo per Gd-MRI) - Reazioni di tipo D (delayed): reazioni ad insorgenza tardiva e ritardata rispetto alla terapia farmacologica imputata come causa dell'ADR. - ES: reazioni allergiche lievi tardive - Reazioni di tipo E (end): reazioni da sospensione dell'assunzione del farmaco. Non associabile - Reazioni di tipo F (failure): fallimento terapeutico e inefficacia della terapia farmacologica. Non associabile

Reazioni avverse non renali acute RANRA

Reazioni avverse non renali acute RANRA

RANRT: REAZIONI AVVERSE NON RENALI TARDIVE

RANRT: REAZIONI AVVERSE NON RENALI TARDIVE

Reazioni avverse non renali molto tardive (RANRMT)

Reazioni avverse non renali molto tardive (RANRMT)

FIBROSI SISTEMICA NEFROGENICA (PER Gd)

FIBROSI SISTEMICA NEFROGENICA (PER Gd)

Sospensione AIC

Sospensione AIC

Reazioni avverse renali (RAR)

Reazioni avverse renali (RAR)

TERAPIE CONCOMITANTI: FARMACI NEFROTOSSICI

TERAPIE CONCOMITANTI: FARMACI NEFROTOSSICI

ALTRI TRATTAMENTI

ALTRI TRATTAMENTI

Alcune linee guida regionali non seguono assolutamente quanto presente in RCP Autorizzato da AIFA!!!!!!

Alcune linee guida regionali non seguono assolutamente quanto presente in RCP Autorizzato da AIFA!!!!!!

Altre raccomandazioni Stravaso o fuori vena Esami di laboratorio

Altre raccomandazioni Stravaso o fuori vena Esami di laboratorio

NUOVE LINEE GUIDE NAZIONALI

NUOVE LINEE GUIDE NAZIONALI

Se anamnesi positiva Parere allergologo Altro esame Se non possibile nel caso di pazienti

Se anamnesi positiva Parere allergologo Altro esame Se non possibile nel caso di pazienti con anamnesi positiva per reazione avversa a Md. C noto, utilizzare una molecola differente seppur della medesima classe (1, 5– 7), tenendo conto dei pattern di cross-reattività tra Md. C; nel caso di pazienti con anamnesi positiva per reazione avversa grave a Md. C non noto su consiglio della SIAAIC, utilizzare uno schema di premedicazione per via orale con prednisone 50 mg (o metilprednisolone 32 mg) 13, 7 ed 1 ora prima dell’esame + antistaminico (per es. cetirizina) 1 ora prima dell’esame, oppure per via intramuscolare o endovenosa con metilprednisolone 40 mg 13, 7 e 1 ora prima dell’esame + clorfenamina 10 mg 1 ora prima dell’esame, monitorare i parametri vitali durante la procedura e allertare l’anestesista/rianimatore; • nel caso di pazienti con orticaria in atto o asma bronchiale sintomatico, se possibile, rimandare l’esame fino alla stabilizzazione del quadro clinico; in alternativa, si può prendere in considerazione lo schema di premedicazione consigliato per gli esami in urgenza; nel caso di pazienti con angioedema ricorrente, mastocitosi o anafilassi idiopatica, effettuare una premedicazione per via orale con prednisone 50 mg (o metilprednisolone 32 mg) 12 e 2 ore prima dell’esame + antistaminico (per es cetirizina) 1 ora prima dell’esame, oppure per via intramuscolare o endovenosa con metilprednisolone 40 mg 12 e 2 ore prima dell’esame + clorfenamina 10 mg 1 ora prima dell’esame, cui aggiungere montelukast 10 mg.

In urgenza nel caso di pazienti con anamnesi positiva per reazione avversa a Md.

In urgenza nel caso di pazienti con anamnesi positiva per reazione avversa a Md. C noto, utilizzare una molecola di Md. C differente seppur della medesima classe, tenendo contro dei pattern di cross reattività (si veda infra); nel caso di pazienti con anamnesi positiva per reazione avversa grave a Md. C non noto su consiglio della SIAAIC, utilizzare la premedicazione rapida per via endovenosa con bolo di idrocortisone 200 mg + clorfenamina 10 mg subito prima dell’esame, monitorare i parametri vitali durante la procedura e allertare l’anestesiste/ rianimatore. Nel caso di pazienti a rischio (per es. , con orticaria-angioedema in atto, asma bronchiale sintomatico, angioedema ricorrente, mastocitosi o anafilassi idiopatica) che necessitino di esame in urgenza, si può prendere in considerazione lo schema di premedicazione rapida per via endovenosa con bolo di idrocortisone 200 mg + clorfenamina 10 mg subito prima dell’esame.

Efficacia della premedicazione In assenza di studi clinici prospettici randomizzati controllati, in pazienti adulti

Efficacia della premedicazione In assenza di studi clinici prospettici randomizzati controllati, in pazienti adulti e pediatrici ad alto rischio per reazioni allergiche da mezzi di contrasto, la questione dell’efficacia della premedicazione con l’associazione di un glucocorticoide e un antistaminico resta controversa. Per quanto riguarda la premedicazione effettuata per esami in urgenza, è necessario considerare che, per il loro meccanismo di azione che implica la modulazione dell’espressione genica, gli effetti dei glucocorticoidi non sono generalmente significativi prima di 20 -30 minuti, anche in caso di somministrazione endovenosa. Pertanto, le indicazioni fornite sugli schemi di premedicazione devono considerarsi empiriche, non essendo sostenute da una solida evidenza. Per questo motivo, i medici impegnati in procedure diagnostiche prevedono l’utilizzo di mezzi di contrasto non devono fare affidamento sull’efficacia della premedicazione e devono possedere competenze specifiche nella diagnosi e trattamento delle reazioni anafilattiche.

Gestione del Paziente dopo una Reazione da Ipersensibilità a Mezzo di Contrasto L’inquadramento di

Gestione del Paziente dopo una Reazione da Ipersensibilità a Mezzo di Contrasto L’inquadramento di una reazione avversa a Md. C deve iniziare già in fase acuta. Nelle reazioni immediate moderate/gravi è raccomandato, ove possibile, il dosaggio della triptasi sierica entro 2 ore e sino a 24 ore dalla reazione; un aumento di 2 volte del valore basale è suggestivo di anafilassi. Nelle reazioni ritardate invece è raccomandata la ricerca di un’eventuale eosinofilia ematica. Per un’appropriata indagine allergologica di una reazione a un Md. C, è fondamentale che lo specialista radiologo riporti nel referto l’episodio reattivo, specificando il Md. C impiegato, la quantità somministrata, le caratteristiche e i sintomi della manifestazione reattiva, l’intervallo di tempo fra la somministrazione del Md. C e la comparsa dei sintomi, la loro durata, la terapia praticata e il tempo trascorso fino alla risoluzione dei sintomi. Si raccomanda di effettuare l’indagine allergologica entro 6 mesi dalla reazione avversa al Md. C. Dopo un’accurata anamnesi, secondo l’iter diagnostico del DAIG/ENDA, saranno effettuati i test cutanei (prick test, test intradermici e/o test epicutanei o patch test). In caso di positività dell’esame allergologico il Md. C responsabile della reazione allergica sarà assolutamente controindicato per il resto della vita del paziente. In caso di esame allergologico negativo, lo specialista allergologo potrà valutare se effettuare un test di esposizione controllata con un Md. C alternativo, risultato negativo ai test cutanei, per accertarne la tollerabilità.

La SIAAIC e la SIRM sconsigliano i test cutanei con Md. C come test

La SIAAIC e la SIRM sconsigliano i test cutanei con Md. C come test di screening in pazienti che non hanno avuto reazioni a tali composti o nei soggetti che presentano fattori di rischio non significativi come ad esempio l’atopia. Riguardo alla cross-reattività fra Md. C a base di iodio, essa è stata riportata più frequentemente nei soggetti con reazioni ritardate e sembra dipendere, almeno in parte, dalla struttura chimica dei composti. Le cross-reazioni più frequenti sono tra iodixanolo, ioexolo, iopentolo, ioversolo e iomeprolo; in particolare, è da segnalare la cross-reattività fra iodixanolo e il suo monomero ioexolo.

Classi di cross-reattività Un recente studio francese ha proposto una classificazione dei Md. C

Classi di cross-reattività Un recente studio francese ha proposto una classificazione dei Md. C in sottogruppi sulla base dei pattern di reattività crociata più frequenti: sottogruppo A: acido iotalamico, iopamidolo, iodixanolo, iomeprolo, ioversolo e ioexolo sottogruppo B: iobitridolo e ioxaglato di sodio sottogruppo C: amidotrizoato di sodio Pertanto, si suggerisce di sottoporre i pazienti allergici a test di esposizione controllata con Md. C alternativi, appartenenti a un sottogruppo diverso da quello del Md. C responsabile. La cross-reattività tra i chelati di gadolinio è ancora poco chiara. In ogni caso, uno studio recente ha rivelato che la cross-reattività sembra interessare più frequentemente l’acido gadoterico e il gadobutrolo.

SEGNALAZIONE IN REFERTO MA ANCHE FARMACOVILANZA!!!!!

SEGNALAZIONE IN REFERTO MA ANCHE FARMACOVILANZA!!!!!

PREPARAZIONE E RUOLO DEL TECNICO DI RADIOLOGIA MEDICA

PREPARAZIONE E RUOLO DEL TECNICO DI RADIOLOGIA MEDICA

Rischio di contaminazione virale

Rischio di contaminazione virale

MEDICINALE INIETTABILE Ph NEUTRO ASSENZA CORPI PARTICELLARI ASSENZA DI PATOGENI PIROGENI PRODUZIONE/PREPARAZIONE IN ASPEPSI

MEDICINALE INIETTABILE Ph NEUTRO ASSENZA CORPI PARTICELLARI ASSENZA DI PATOGENI PIROGENI PRODUZIONE/PREPARAZIONE IN ASPEPSI SOMMINISTRAZIONE DEVE GARANTIRE MANTENIMENTO ASEPSI Shock settico evento più grave ma possiamo avere contaminazione da parte di pirogeni con febbre e dolori o diffusione di malattie da un paziente all’altro o da operatore a paziente

06. 6 Istruzioni per l'uso e la manipolazione (Es: di RCP) Da una confezione

06. 6 Istruzioni per l'uso e la manipolazione (Es: di RCP) Da una confezione di mezzo di contrasto non debbono essere prelevate più dosi. Il tappo di gomma non dovrebbe essere mai forato più di una volta. Si raccomanda di usare una apposita ago-cannula per bucare il tappo e aspirare il mezzo di contrasto. Il mezzo di contrasto deve essere aspirato nella siringa immediatamente prima dell'uso e non deve essere diluito. La quantità residua non utilizzata in un esame deve essere scartata insieme ai tubi di connessione. Qualunque residuo del mezzo di contrasto nella siringa deve essere scartato. Lo smaltimento deve avvenire in conformità ai requisiti di legge. Per l’impiego dei flaconi da 500 ml si consiglia di osservare le seguenti norme. La soluzione di mezzo di contrasto deve essere somministrata per mezzo di un iniettore automatico. Il tubo che collega l’iniettore al paziente ( tubo del paziente ) deve essere sostituito dopo ogni esame perché potrebbe essere contaminato dal sangue. La soluzione di mezzo di contrasto non utilizzata e presente nel flacone, nei tubi di connessione ed in qualsiasi parte dell’iniettore deve essere scartata alla fine della giornata d’esame. Attenersi inoltre a qualunque ulteriore istruzione riportata dal produttore del sistema di iniezione o della strumentazione.

Campagna SAS una Siringa, un Ago, un Solo uso Campagna cantonale sulle corrette procedure

Campagna SAS una Siringa, un Ago, un Solo uso Campagna cantonale sulle corrette procedure per le iniezioni DATA ODIERNA PRESENTATORE Slides a cura di Nico Nonella Ufficio del medico cantonale Dipartimento della sanità e della socialità CH – 6501 Bellinzona www. ti. ch/med

Casi documentati – errori durante le procedure di preparazione per l’esame TAC Due studi

Casi documentati – errori durante le procedure di preparazione per l’esame TAC Due studi spagnoli descrivono otto casi di trasmissione di epatite C in diverse strutture ospedaliere della zona di Barcellona occorsi nel 2004, dovuti a errori nell’ambito delle manipolazioni e delle procedure di preparazione per l’esame TAC (Panella, 2008; Quer, 2008). Sono state individuate due cause possibili: Ø la pratica scorretta di disconnessione del paziente dall’iniettore del mezzo di contrasto Ø la mancanza di protocolli scritti dettagliati

Casi documentati – errori durante le procedure di preparazione per l’esame con mezzo di

Casi documentati – errori durante le procedure di preparazione per l’esame con mezzo di contrasto Nel 2013 si sono verificati in Ticino quattro casi di trasmissione del virus dell’epatite C durante un esame invasivo Si presume che un paziente sottoposto all’esame quel giorno fosse portatore cronico dell’epatite C e che sia stato commesso un errore nell’ambito delle manipolazioni e delle procedure di preparazione per l’esame

Øsi ipotizza l’utilizzo della stessa siringa e/o dello stesso ago per prelevare la soluzione

Øsi ipotizza l’utilizzo della stessa siringa e/o dello stesso ago per prelevare la soluzione di Na. Cl da una fiala multiuso per sciacquare l’iniettore del mezzo di contrasto Ødurante il procedimento la siringa e l’ago utilizzati si sono contaminati e il loro successivo riutilizzo su una fiala multidose ha contaminato anche quest’ultima

ü Manipolare il materiale di infusione/iniezione con tecniche asettiche rispettando le precauzioni standard di

ü Manipolare il materiale di infusione/iniezione con tecniche asettiche rispettando le precauzioni standard di prevenzione delle infezioni per non contaminare il materiale sterile Ufficio del medico cantonale

ü Siringhe, aghi e cannule sono dispostivi medici sterili e monouso. Dopo il primo

ü Siringhe, aghi e cannule sono dispostivi medici sterili e monouso. Dopo il primo uso, non devono essere riutilizzati • su di un altro paziente • due o più volte sullo stesso paziente • per prelevare soluzioni o medicamenti da flaconi multi dose. • per somministrare medicamenti dalla stessa siringa a più pazienti anche se l’ago o la cannula vengono cambiati

ü Fiale o ampolle di medicamenti iniettabili devono essere monodose quando possibile • non

ü Fiale o ampolle di medicamenti iniettabili devono essere monodose quando possibile • non somministrare mai medicamenti da una fiala monodose a più di un paziente • gettare in sicurezza (sharp safe) eventuali rimanenze.

ü In caso di uso indispensabile di fiale o ampolle di medicamenti iniettabili multi

ü In caso di uso indispensabile di fiale o ampolle di medicamenti iniettabili multi dose, assicurarsi che l’ago o la cannula e la siringa utilizzati per accedervi siano rigorosamente sterili. • non tenere mai ampolle o fiale di medicamenti multi dose aperti nelle zone dove vengono curati i pazienti • non lasciare mai dispositivi di prelievo sui flaconi multi dose iniziati, ma utilizzare ogni volta nuovo materiale sterile • eliminare in sicurezza le fiale o le ampolle qualora la loro sterilità non sia garantita.

ü Usare un flacone o una sacca di liquido di infusione ed il set

ü Usare un flacone o una sacca di liquido di infusione ed il set per la sua somministrazione per un solo paziente ed eliminarlo subito dopo l’uso. • non utilizzare mai flaconi, bottiglie o sacche di soluzioni endovenose come fonte comune per più pazienti. • gli aghi o le cannule sono considerati contaminati una volta che sono stati connessi al flacone di infusione intravenosa del paziente o al set per la somministrazione intravenosa.

Le procedure sicure in breve

Le procedure sicure in breve

Bibliografia Bruguera M et al. Outbreak of nosocomial Hepatitis C virus infection resolved by

Bibliografia Bruguera M et al. Outbreak of nosocomial Hepatitis C virus infection resolved by genetic analysis of HCVRNA. J Clin Microbiol. 2002; 40: 4363 -6 Comstock RD et al. A large nosocomial outbreak of hepatitis C and B among patients receiving pain remediation treatments. Infect Control Hosp Epidemiol. 2004; 25: 576 -83 De. Maria A et al. Nosocomial hepatitis C: more of a hidden epidemic. Ann Intern Med. 2012 Apr 3; 156(7): 534 -5. Desenclos JC et al. Hepatitis C in a ward for cystic fibrosis and diabetic patients: possible transmission by spring-loaded finger-stick devices for self-monitoring of blood glucose. Infect Control Hosdp Epidemiol 2001; 22: 701 -7 Fretz R et al. Hepatitis B and C in Switzerland – healthcare provider initiated testing for chronic hepatitis B and C infection. Swiss Med Wkly. 2013

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