Le microlingue a scuola Lingua per lo studio

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Le microlingue a scuola

Le microlingue a scuola

Lingua per lo studio L 1/L 2 CALP Cognitive Academic Language Profiency BICS Basic

Lingua per lo studio L 1/L 2 CALP Cognitive Academic Language Profiency BICS Basic Interpersonal Communication Skills L 2

Struttura dell’intervento a. Microlingue (Calp), gergo, lingua per lo studio: quali distinzioni b. Uno

Struttura dell’intervento a. Microlingue (Calp), gergo, lingua per lo studio: quali distinzioni b. Uno sguardo alla prassi didattica attraverso i manuali. c. Declinazioni didattiche d. Bibliografia

Struttura dell’intervento a. Microlingue (Calp) o gergo? b. Uno sguardo alla prassi didattica attraverso

Struttura dell’intervento a. Microlingue (Calp) o gergo? b. Uno sguardo alla prassi didattica attraverso i manuali. c. Declinazioni didattiche d. Bibliografia

Esempi GERGO GIOVANILE: I PANINARI I galli (=ragazzi) ruotavano con le Zundapp oppure con

Esempi GERGO GIOVANILE: I PANINARI I galli (=ragazzi) ruotavano con le Zundapp oppure con i tuboni Garelli, vestivano piumino Moncler, cintura El Charro, Ray-Ban neri e Timberland (o più precisamente: Timber) da boscaiolo. Le sfitinzie o squinzie (= belle ragazze), da grippare fuori dai locali …. . “Wild Boys” il loro inno nazionale, era cantato da Simon Le Bon e i Duran, … I loro nemici erano cinghiali (o cinghios= tamarri), cinesi (= studenti di sinistra) e spesso i sapiens (= genitori). MICROLINGUA In questo nostro contributo ci soffermeremo specificatamente sull’analisi dei materiali didattici con l’intento di dimostrare come un’attenta e precisa individuazione e rilevazione delle difficoltà presenti nei testi di studio delle varie discipline scolastiche permettano agli insegnanti di approntare percorsi di apprendimento …

GERGO Scopo: criptico, non accessibile ai non iniziati o appartenenti a quel determinato gruppo

GERGO Scopo: criptico, non accessibile ai non iniziati o appartenenti a quel determinato gruppo di pari marginale rispetto alla società. MICROLINGUA Si distingue dalla lingua comune per aspetti 1. Fonologici 2. Morfosintattici 3. Lessicali http: //www. italysoft. com/curios/ 4. Testuali dizio-giovani/index. php : dizionario del gergo giovanile. 5. Scopo: chiarezza, non ambiguità: qui la differenza con la lingua della letteratura (non teoria della letteratura)fondata su sinonimie, metafore, metonimie ecc… Non ambiguità comunicazione referenziale, non emotiva, non poetica

MICROLINGUA - varietà di lingua usata tra specialisti al fine di ottenere il massimo

MICROLINGUA - varietà di lingua usata tra specialisti al fine di ottenere il massimo di chiarezza, riducendo e, se possibile, annullando ogni ambiguità nella comunicazione - Differenza fondamentale con la lingua per lo studio: il suo destinatario

Definizioni: ◦ Berruto (1987) -> lingue speciali: sottocodici, cioè varietà diafasiche caratterizzate da un

Definizioni: ◦ Berruto (1987) -> lingue speciali: sottocodici, cioè varietà diafasiche caratterizzate da un lessico speciale, in relazione a particolari domini extralinguistici e alle corrispondenti aree di significato; ◦ Gotti (1991) -> linguaggi specialistici: uso che gli specialisti fanno del linguaggio per riferirsi a realtà tipiche del proprio ambito professionale; ◦ Sobrero (1993) -> le lingue speciali comprendono varietà differenziate: le lingue specialistiche (altamente specializzate) e le lingue settoriali ◦ (riguardano specifici settori o ambiti di lavoro: l. della televisione, della politica, ecc. );

◦ Cortelazzo (1994) -> una lingua speciale è una “varietà funzionale di una lingua

◦ Cortelazzo (1994) -> una lingua speciale è una “varietà funzionale di una lingua naturale, dipendente da un settore di conoscenze o una sfera di attività specialistici, utilizzata […] da un gruppo di parlanti […] per soddisfare bisogni comunicativi (in primo luogo quelli referenziali) di quel settore specialistico”; ◦ Balboni (2000) -> microlingue scientifico-professionali: microlingue (prodotte cioè dalla selezione di tutte le componenti della competenza comunicativa in una lingua) usate nei settori scientifici (ricerca, università) e professionali (ingegnere, operaio, medico, critico letterario) con gli scopi di comunicare nel modo meno ambiguo possibile e di essere riconosciuti come appartenenti a un settore scientifico o professionale.

 Gualdo / Telve (2011) -> linguaggi specialistici: un linguaggio esprime concetti anche mediante

Gualdo / Telve (2011) -> linguaggi specialistici: un linguaggio esprime concetti anche mediante mezzi non verbali (simbolici, iconici, ecc. ); specialistico stabilisce un confine “tra le forme di comunicazione che nascono in ambiti di alta specializzazione (tra specialisti, appunto) […] e le forme di comunicazione che, pur attingendo a un fondo terminologico specialistico, interagiscono in modo continuo e ineliminabile con la lingua comune e sono dirette a un pubblico largo e indifferenziato” (cioè i linguaggi settoriali).

Dimensione orizzontale e dimensione verticale (vedi Cortelazzo 1994) DIMENSIONE VERTICALE Livello specialistico comunicazione specialista

Dimensione orizzontale e dimensione verticale (vedi Cortelazzo 1994) DIMENSIONE VERTICALE Livello specialistico comunicazione specialista – non S (non S – specialista) DIMENSIONE ORIZZONTALE pragmatica testuale sintattica tipi e generi scopi e funzioni: ▪ referenziale ▪ regolativo -strumentale ▪ metalinguistico lessicale es. : uso terminologia prevalente/ tecnicismi, rileva ecc. (vd. oltre) nte di partic olari strutt ure (vd. oltre) morfologica es. : derivazione, affissazione ecc. (vd. oltre) non S – non S Livello divulgativo (+ variabili legate al contesto e ai locutori) 11

La dimensione lessicale: il termine • tendenzialmente non ambiguo, cioè monoreferenziale; • prevalentemente stabile,

La dimensione lessicale: il termine • tendenzialmente non ambiguo, cioè monoreferenziale; • prevalentemente stabile, vale a dire che la variazione diacronica nella microlingua è tendente o uguale a zero • PAROLA: UNITA' MINIMA DI LESSICO • TERMINE: UNITA' MINIMA DI LESSICO NELLE MICROLINGUE (ML) Non esiste sinonimia nelle ml: ◦ Divisa= uniforme in ambito militare/ Moneta in ambito bancario (segnalato dal dizionario)

Formazione lessico specialistico Transfert (o travaso lessicale): passaggio di lessemi o di categorie lessicali

Formazione lessico specialistico Transfert (o travaso lessicale): passaggio di lessemi o di categorie lessicali dal LS di una scienza ad un’altra: ad es. la genetica molecolare dalla linguistica: codice, messaggio, tradurre, ecc. ; dalla medicina all’astrofisica: collasso stellare; Neologismi (in italiano nascono circa 1000 parole all’anno) tramite meccanismi di formazione di parola: derivazione (aggiunta alla base lessicale di affissi o confissi, anche di origine greco-latina come iper, micro, mono): saturo-> insaturo, capillare -> capillarità, tele-visione, gastro-scopia ma anche alterazione: cedolino, patentino; composizione (combinazione di due o più forme autonome): luce spia benzina, codice a barre, potenziale di contatto -> cfr. unità polirematiche) 13

Formazione lessico specialistico Largo uso di unità polirematiche (tasso di sconto, estratto conto, avviso

Formazione lessico specialistico Largo uso di unità polirematiche (tasso di sconto, estratto conto, avviso di garanzia, midollo spinale) e fraseologia idiomatica -> solidarietà semantica: collocazioni e” tecnicismi collaterali” (ricorrere in appello, prestare giuramento, accusare un dolore) Uso di sigle, acronimi e abbreviazioni (ROM, la TAC, l’AIDS, l’odg, il cda, ctrl, fwd, demo) Uso di prestiti (pen drive, mouse, target) e di calchi (clampaggio dal fr. clampage, esternalizzare dall’ing. Externalise)

DIMENSIONE TESTUALE CARATTERISTICHE COMUNI AI TESTI MICROLINGUISTICI SCRITTI • Strutturati in paragrafi brevi, con

DIMENSIONE TESTUALE CARATTERISTICHE COMUNI AI TESTI MICROLINGUISTICI SCRITTI • Strutturati in paragrafi brevi, con titoli e sottotitoli • Paratassi prevale su ipotassi • Coerenza (filo del discorso) e struttura/trama concettuale trasparenti per aiutare il lettore • Ampio apparato ipertestuale (Note a piè di pagina, glosse, tabelle, grafici ecc. . ) • Ampie citazioni, di solito evidenziate da corpo e giustezza, derivate da altre fonti (cfr tesi di laurea)

- Meccanismi di COESIONE -Nominalizzazione - Uso di connettori - Referenza anaforica: uso di

- Meccanismi di COESIONE -Nominalizzazione - Uso di connettori - Referenza anaforica: uso di incapsulatori, cioè di elementi lessicali che riprendono o anticipano intere porzioni di testo (in genere la ripresa lessicale è preferita a quella tramite pronomi : la legge citata, questo esperimento) - Pragmatica: prevalgono scopi denotativi e referenziali ma nei testi divulgativi o didattici vi sono anche indicatori illocutori (ad es. avverbi epistemici come certamente) o modali (formule per limitare o mitigare: sembra lecito dedurre, una sorta di, ecc. ) 16

DIMENSIONE SINTATTICA predominanza della coordinazione (eccezione: il ling. giuridico) • eliminazione di frasi relative

DIMENSIONE SINTATTICA predominanza della coordinazione (eccezione: il ling. giuridico) • eliminazione di frasi relative (sostituite da aggettivi/ part. pass. con valore di passivo Es. : che non è stata correttamente inserita -> non correttamente inserita) • elisione di articoli e preposizioni (es. accusare ricevuta, premere pulsante A, dispositivo input-output) • enunciazione tendente alla spersonalizzazione: uso di forme impersonali e passive (spesso con omissione dell'agente) • tendenza alla semplificazione della struttura superficiale del periodo (GN + V + GN ) • lunghezza e complessità (alta densità lessicale) del periodo • tempi verbali: largo uso dell’indicativo presente; molto frequenti le forme non finite (gerundi, participio presente e passato con valore di passivo) 17

Nominalizzazione • N. B. nominalizzazione -> stile nominale (es: scoprì che altre coppie di

Nominalizzazione • N. B. nominalizzazione -> stile nominale (es: scoprì che altre coppie di cromosomi possono essere eteromorfe -> … la possibile eteromorfia di altre coppie di …; … abbiamo realizzato un esperimento -> la realizzazione dell’esperimento…); generale - potenziamento della densità semantica del nome a scapito del verbo (es. il farmaco non ha controindicazioni -> nessuna controindicazione); • questo procedimento sintattico enfatizza l’azione espressa dal verbo • riduzione del verbo al ruolo di copula tra sostantivi, sempre più svuotato semanticamente • Rappresenta un’alternativa economica all’uso di un verbo o di una costruzione passiva

DIMENSIONE EXTRALINGUISTICA 1. I quadri con dati o annotazioni complementari 2. Ricchi di grafici,

DIMENSIONE EXTRALINGUISTICA 1. I quadri con dati o annotazioni complementari 2. Ricchi di grafici, figure, tabelle, diagrammi (funzione semplificatrice? ) 3. In appendice spesso un glossario dei termini tecnici 4. Indice analitico per consentire rapida ricerca tematica attraverso parole chiave 5. Bibliografia o lista riferimenti bibliografici alle opere citate nel testo DIMENSIONE INTERCULTURALE che rimanda, ad esempio alle norme di gestione dei tempi (es. : in un evento comunicativo quale può essere una riunione di lavoro)

Struttura dell’intervento a. Microlingue (Calp) o gergo? b. Uno sguardo alla prassi didattica attraverso

Struttura dell’intervento a. Microlingue (Calp) o gergo? b. Uno sguardo alla prassi didattica attraverso i manuali. c. Interventi didattici d. Bibliografia

Manuali Testualità Lessico Morfosintassi

Manuali Testualità Lessico Morfosintassi

LA STORIA

LA STORIA

Unità 1 Modulo 1: La crisi economica e il protezionismo In pratica quando? E

Unità 1 Modulo 1: La crisi economica e il protezionismo In pratica quando? E la prima? L’ultimo quarto del XIX secolo segnò per la storia dell’Europa una netta inversione di tendenza: la fase di espansione vissuta dall’Europa fino al 1870, cui gli storici hanno dato il nome di seconda rivoluzione industriale, subì una battuta d’arresto e l’impetuoso sviluppo dell’economia sfociò in una grave crisi del mercato. Fu una crisi complessa, difficile e, soprattutto, lunga, che si manifestò in tutta la sua gravità fra il 1873 e il 1896: la lunga depressione. L’intero continente reagì chiudendosi in difesa dei propri confini e delle proprie attività produttive: i governi europei abbandonarono la politica economica del libero mercato tra i Paesi (liberismo economico) e ripristinarono alti dazi alle dogane (protezionismo). Questo provvedimento creò tensione nei rapporti commerciali e politici con gli altri Paesi e trasformò i principi di “nazionalità” che avevano portato alla libertà dei popoli e delle nazioni, in pericolosi “nazionalismi. https: //www. scuolabook. it/Uploaded/rcs_S. 000. NIE. INF. 0048 V 3 T 1_preview/rcs_S. 00 0. NIE. INF. 0048 V 3 T 1_preview. pdf

DIFFICOLTÀ INTRINSECHE ALLA DISCIPLINA a. concetti ostici per l’alta specificità culturale -> opportunità di

DIFFICOLTÀ INTRINSECHE ALLA DISCIPLINA a. concetti ostici per l’alta specificità culturale -> opportunità di una didattica interculturale b. lontananza dal qui-ed-ora -> necessità di contestualizzare e far riferimento alle esperienze personali; solo con l’adolescenza l’allievo sviluppa un concetto di tempo ‘maturo’ c. astrattezza di molti concetti (soprattutto delle nozioni politico-sociali per le quali gli studenti non hanno schemi preesistenti adeguati) d. dimensione orizzontale: fascio di ML (politica, economia, religione, geografia, studi sociali, arte) E. canale scritto

TESTUALITA’ • ipertestualità marcata (glosse, didascalie, fonti, riferimenti bibliografici, note, materiale iconico); conseguentemente compresenza

TESTUALITA’ • ipertestualità marcata (glosse, didascalie, fonti, riferimenti bibliografici, note, materiale iconico); conseguentemente compresenza di più livelli ML, stili e tipi testuali (descrittivo, argomentativi, narrativo) • scansione del testo (eccesso o scarsità di capoversi) • titolazione (motivo di difficoltà / strumento di facilitazione) • Imperialismo e nazionalismo • coesione: catene anaforiche più pesanti (con nominali pieni), uso di sinonimi anche culturalmente connotati • “Ottaviano”, “Augusto”, “Ottaviano Augusto”, “il principe”, “il padrone dell’impero” • connettivi: prevalentemente temporali, causali, consecutivi, concessivi, esplicativi (ossia); a volte sottoesplicitazione dei legami logici

Lessico conservatività lessicale -> necessità di attualizzare nel tempo le definizioni “democrazia” nell’antica Grecia

Lessico conservatività lessicale -> necessità di attualizzare nel tempo le definizioni “democrazia” nell’antica Grecia vs. nell’Italia di oggi generalità ed astrattezza dei termini (“la plebe”, “l’oligarchia”) lessico specialistico non specifico perché appartenente a più ML

MORFOSINTASSI subordinazione: participiali (esempio: gli Arabi divenuti esperti marinai), gerundive, relative appositive, apposizioni (Allah,

MORFOSINTASSI subordinazione: participiali (esempio: gli Arabi divenuti esperti marinai), gerundive, relative appositive, apposizioni (Allah, una delle tante divinità della Mecca), distanza tra soggetto e verbo per la presenza di sintagmi nominali espansi; negazioni complesse (il vero credente non è né ebreo né cristiano) sistema verbale: passato remoto, trapassati, presente storico, consecutio temporum, differenze aspettuali tra passato prossimo e imperfetto forme verbali impersonali e passive (meno frequenti che in testi di altre discipline)

LA GEOGRAFIA:

LA GEOGRAFIA:

Le foreste pluviali Cuore= centro, cuore umano ecc… fiume A cavallo nel cuore della

Le foreste pluviali Cuore= centro, cuore umano ecc… fiume A cavallo nel cuore della linea dell’Equatore si estendono le foreste nel cuore pluviali: siamo dell’Africa, in America Meridionale nell’immenso bacino Riferimento fluviale del Rio delle Amazzoni e nelle regioni asiatiche del Termine dell’Indocina e dell’Indonesia. Nelle foreste pluviali abitano i due ai problemi dalla terzi di tutte le specie viventi della Terra e migliaia sono ancora ecologici del microlingua sconosciute. È quindi l’ambiente con la massima biodiversità. pianeta della scienza Queste foreste sono considerate la grande farmacia del pianeta perché offrono ossigeno e molti princìpi attivi usati nelle medicine. Gli perché offrono ossigeno alberi sono giganteschi con chiome che possono toccare gli 80 m di chiome altezza. Iponimi e Dall’alto pendono le liane. Poiché la foresta è fitta, la luce penetra con iperonimi difficoltà fino al suolo e il sottobosco è povero: qui vivono enormi felci. La fauna include uccelli come i pappagalli, i minuscolibrì, serpenti e rettili, come le iguana, cioè animali piccoli che possono districarsi nel fitto fogliame = foglie

TESTUALITA’ • ipertestualità marcata (fotografie, cartine, glosse, diversi tipi di carattere, grafici e tabelle

TESTUALITA’ • ipertestualità marcata (fotografie, cartine, glosse, diversi tipi di carattere, grafici e tabelle da imparare a interpretare) • scansione del testo (possibile eccesso o scarsità di capoversi) • titolazione (motivo di difficoltà / strumento di facilitazione) • coesione e connettivi: in generale tendenza a paratassi, pochi connettivi (causali, avversativi, concessivi, argomentativi).

LESSICO • generalità ed astrattezza dei termini (“tabella per la registrazione di nomi”, “densità

LESSICO • generalità ed astrattezza dei termini (“tabella per la registrazione di nomi”, “densità elevata”, “clima temperato”) • lessico specialistico (es. : densità della popolazione, ovini, caprini, bovini, arcipelago, costa…. ) • molti termini polisemici: derivanti dalla lingua comune, ma utilizzati in contesto specialistico assumono significato diverso (ad es. scala, carte, aspro, dolce, salato. . . ) • stile formale: praticare, intatto, risultare (per essere)

MORFOSINTASSI • nominalizzazioni • sistema verbale: in genere prevalenza di utilizzo del presente; a

MORFOSINTASSI • nominalizzazioni • sistema verbale: in genere prevalenza di utilizzo del presente; a volte bruschi passaggi ad altri tempi. • forme verbali impersonali e passive: (es. : è abitato, le carte fisiche sono realizzate in modo da, e di verbi impersonali ad es. si legge, si può notare. . . ) • Costruzioni marcate attraverso frasi topicalizzate (ad es. : fiorente è la pesca, praticato è l’allevamento di ovini. . . )

SCIENZE e FISICA • Padronanza dei processi di generalizzazione, classificazione, seriazione, sintesi; • attivazione

SCIENZE e FISICA • Padronanza dei processi di generalizzazione, classificazione, seriazione, sintesi; • attivazione di concetti “scientifici” ed il mutamento di preconcetti in concetti rigorosi e concetti. • precisionismo (scarsi spazi per la sinonimia; MA cfr. teorie diverse), esattezza, rigore, stile scarno e incisivo • tendenza al “matematichese”: collezioni di definizioni, teoremi e dimostrazioni, non sempre ben contestualizzati e spiegati secondo logica.

TESTUALITA’ • titolazione (motivo di difficoltà / strumento di facilitazione) • strutturazione testuale basata

TESTUALITA’ • titolazione (motivo di difficoltà / strumento di facilitazione) • strutturazione testuale basata sui rapporti causa-effetto e su schemi logici (ma spesso in modo “accorciato” rispetto al modello del testo scientifico vero e proprio, più rigoroso, assiomatico o sperimentale) • testo più esplicativo/descrittivo che non argomentativo: tende a non problematizzare il sapere, a dare tutto come assodato. • denotatività (scarsità o assenza di connotazioni, valutazioni personali, modalizzazioni relative); è mitigata nel testo didattico rispetto al testo scientifico vero e proprio

LESSICO • lessico di registro formale: assumere, trarre beneficio, danneggiare • utilizzo diffuso di

LESSICO • lessico di registro formale: assumere, trarre beneficio, danneggiare • utilizzo diffuso di iponimi e iperonimi (es. gatto > animale > quadrupede > felino >mammifero)

MORFOSINTASSI • nominalizzazioni (es. una corretta alimentazione ci permette di mantenere le ossa in

MORFOSINTASSI • nominalizzazioni (es. una corretta alimentazione ci permette di mantenere le ossa in buona salute, la prima dentizione) • forme verbali impersonali e passive (es. si osservi che). • forme verbali “nominali” come participi passati o presenti (un organismo avente; le caratteristiche risultanti; visti i caratteri prevalenti. . . ) • verbo prevalentemente al presente indicativo (e 3^ persona) • depotenziamento del V, uso di una rosa ristretta di verbi • Ricchezza di connettivi: di significato temporale, di seriazione (per prima cosa, in seconda battuta), di causalità, ipotetici, limitativi (se e solo se), argomentativi (infatti, allora, dunque).

Struttura dell’intervento a. Microlingue (Calp) o gergo? b. Uno sguardo alla prassi didattica attraverso

Struttura dell’intervento a. Microlingue (Calp) o gergo? b. Uno sguardo alla prassi didattica attraverso i manuali. c. Declinazioni didattiche d. Bibliografia

Unità naturale di acquisizione (psicologia della Gestalt) Globalità Analisi Sintesi

Unità naturale di acquisizione (psicologia della Gestalt) Globalità Analisi Sintesi

Gli indici di leggibilità Controllare la leggibilità di un testo significa stabilire le caratteristiche

Gli indici di leggibilità Controllare la leggibilità di un testo significa stabilire le caratteristiche linguistico-testuali. La leggibilità non è un valore ASSOLUTO ma una variabile dipendente da: 1. caratteristiche dell’utente 2. caratteristiche del testo: aspetti linguistici, testuali e funzionali 3. INDICI DI LEGGIBILITA’: GULPEASE: http: //www. eulogos. it/

L’unità di lavoro sulla microlingua - IMPORTANTE FOCALIZZARE 1. gli OBIETTIVI DIDATTICI e LINGUISTICI

L’unità di lavoro sulla microlingua - IMPORTANTE FOCALIZZARE 1. gli OBIETTIVI DIDATTICI e LINGUISTICI 2. GLI ELEMENTI MICRO-LINGUISTICI DI DIFFICOLTA’ 3. LE CONOSCENZE PREGRESSE (linguistiche e culturali) DEGLI STUDENTI 40

Cosa può fare il docente? Focalizzarsi sulla facilitazione dei testi scritti disciplinari perché: 1.

Cosa può fare il docente? Focalizzarsi sulla facilitazione dei testi scritti disciplinari perché: 1. è nella dimensione scritta del sottocodice che meglio si evidenziano gli elementi di difficoltà specificamente linguistica; elementi di difficoltà che in qualche modo vi si presentano in forma più ‘pura’ rispetto al canale orale. 2. Nello scritto è assente o ridotta la negoziazione dell’input, volta a renderlo più comprensibile (Gass 1997: 131, “negotiation is a facilitator of learning”

DIDATTICA DELLA LETTURA (FACILITAZIONE del compito di comprensione) a. pre-lettura b. lettura (autentica >

DIDATTICA DELLA LETTURA (FACILITAZIONE del compito di comprensione) a. pre-lettura b. lettura (autentica > analitica; globale > locale) > c. post-lettura (verifica, reimpiego creativo) - opportunità della lettura silenziosa: la lettura ad alta voce distrae l’attenzione dal contenuto - opportunità di più letture successive, ma con un preciso compito da svolgere: per sostenere la motivazione, lo sforzo di comprensione, per scomporlo e graduarlo - Leggiamo e vediamo cosa avete capito: NO!!!

Pre-lettura Scopi • elicitare preconoscenze linguistiche e enciclopedico-contestuali; fornire e chiarire parole-chiave • necessarie

Pre-lettura Scopi • elicitare preconoscenze linguistiche e enciclopedico-contestuali; fornire e chiarire parole-chiave • necessarie alla comprensione del testo; indirizzare nella giusta direzione le aspettative (expectancy grammar) rispetto al testo (es. analisi degli indizi forniti dal paratesto): Comprendere significa farsi le domande giuste (Corno 1993).

 Tecniche didattiche: domande, immagini, realia, filmati, abbinamento parolaimmagine, brainstorming, ecc. Rispondere a domande

Tecniche didattiche: domande, immagini, realia, filmati, abbinamento parolaimmagine, brainstorming, ecc. Rispondere a domande e porsi domande a. prima: attiva attenzione selettiva b. dopo: attiva processi di rassegna, revisione, organizzazione del testo c. in ogni caso utile per: ◦ i. elaborazione + profonda ◦ ii. consapevolezza proprie difficoltà ◦ iii. attivazione preconoscenze • una buona tecnica di pre-lettura, da svolgersi dopo aver chiarito gli indizi presentati dal paratesto, può consistere nel far formulare domande agli studenti stessi.

Lettura: Modalità: proporre letture successive, con diverse modalità e diversi compiti, precisi, che vadano

Lettura: Modalità: proporre letture successive, con diverse modalità e diversi compiti, precisi, che vadano dal semplice al complesso, dall’immediato al nascosto, dal globale all’analitico. Tecniche didattiche per la comprensione globale: • trovare titolo al testo; abbinamento testo immagini; • abbinamento titolo/frase sintetica a paragrafi; scelte multiple; griglie; transcodificazioni, ecc. ; per la comprensione analitica, locale: individuare le parti importanti del testo (principi guida), • Usare domande, QSM, ecc. per analizzare e comprendere linguisticamente punti precisi del corpo del testo.

Post-lettura: fase del controllo (verifica) e del reimpiego creativo Tecniche didattiche per il controllo

Post-lettura: fase del controllo (verifica) e del reimpiego creativo Tecniche didattiche per il controllo domande aperte o chiuse, vero o falso, QSM (quesiti a scelta multipla), griglia, abbinamento testo-immagini, riordino parti di testo, cloze; per il reimpiego creativo: testo semplice di sintesi, schemi, diagrammi, mappe concettuali, glossario di classe, drammatizzazioni , ecc. Realizzare (para)testo: riassumere, schematizzare (tabelle, grafici, griglie, immagini. . . ). Far fare parafrasi esplicitative per un lettore non esperto; fare mappa concettuale del testo… Attività per l’analisi linguistica/la comprensione puntuale: " Individuare le catene anaforiche, i connettivi " far completare le espressioni ellittiche " esplicitare gli impliciti e i presupposti " porre domande: ◦ ◦ ◦ ◦ chiuse aperte di individuazione di sintesi-inferenza ristrette (una sola parte del testo) o estese definite o non definite con l. ascientifico o specialistico

lettura analitica ai fini di comprensione e rinforzo linguistico • tramite domande poste a

lettura analitica ai fini di comprensione e rinforzo linguistico • tramite domande poste a lato del testo, incentrate su aspetti linguisticamente/contenutisticamente ostici, per stimolare l’analisi e la riflessione su di essi; si avrà cura di assicurarsi la comprensione, in particolare, di: • parole chiave; termini ML essenziali all’argomento; catene anaforiche (riprese morfologiche, pronomi, sinonimi. . . ); connettivi; scansioni temporali; concatenazioni logiche e cronologiche; concetti e fatti essenziali; costituenti maggiori di frase (CHI FA COSA)

 La padronanza della lingua di lavoro è condizione necessaria per il successo scolastico

La padronanza della lingua di lavoro è condizione necessaria per il successo scolastico (Balboni P. )

 Grazie dell’attenzione!

Grazie dell’attenzione!

 TAGLI

TAGLI

METE GLOTTODIDATTICHE • Sapere fare microlingua, vale a dire sapere comprendere, produrre, manipolare testi

METE GLOTTODIDATTICHE • Sapere fare microlingua, vale a dire sapere comprendere, produrre, manipolare testi in microlingua, facendo ricorso alle varie abilità primarie e integrate; • sapere fare con la microlingua, cioè riuscire a padroneggiare gli atti comunicativi; • sapere fare lingua, ossia conoscere e sapere impiegare le regole verbali e non della macrolingua.

CARATTERISTICHE DI UN CURRICULUM DI ML DEVE TENERE CONTO DI: Bisogni futuri degli allievi

CARATTERISTICHE DI UN CURRICULUM DI ML DEVE TENERE CONTO DI: Bisogni futuri degli allievi (analisi situazione iniziale/ bisogni ecc…) Mete /obiettivi linguistici ed extralinguistici Scopo formativo della Microlingua Competenza dell’allievo >del docente

METE GLOTTODIDATTICHE: Sapere fare ML (= sapere comprendere, produrre, manipolare testi in ML ricorrendo

METE GLOTTODIDATTICHE: Sapere fare ML (= sapere comprendere, produrre, manipolare testi in ML ricorrendo alle varie abilità primarie e integrate a seconda dei bisogni professionali degli allievi) Sapere fare con la ML (= padroneggiare gli atti comunicativi cfr. Funzioni comunicative, Consiglio d'Europa) Sapere fare lingua (= regole verbali e non verbali che accompagnano la lingua comune)

Contenuti linguistici/ sillabo • Individuazione dei contenuti da parte dei docenti (quello di lingue

Contenuti linguistici/ sillabo • Individuazione dei contenuti da parte dei docenti (quello di lingue e quello curriculare) • Possibile negoziazione con i discenti dei contenuti, laddove i discenti abbiano chiari i propri bisogni

SELEZIONE DEI CONTENUTI sulla base di - LIVELLO DI DIFFICOLTA' - GRADUAZIONE secondo i

SELEZIONE DEI CONTENUTI sulla base di - LIVELLO DI DIFFICOLTA' - GRADUAZIONE secondo i parametri di: • Principio del controllo della realtà linguistica cui viene sottoposto l'allievo (semplificare la lingua) • Principio della non banalità (non eccedere nella semplificazione dei contenuti) • Principio della verosimiglianza

modulo di microlingua Applicabilità della programmazione = Sua suddivisione in blocchi, unità operative o

modulo di microlingua Applicabilità della programmazione = Sua suddivisione in blocchi, unità operative o MODULI

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Fase di globalità Microlingue relazionali: senso solo se inserite in un evento comunicativo: es. organizzare una visita guidata in città: prenotare i biglietti, effettuare il pagamento, spiegare un itinerario particolare. In questi casi: Fase della globalità in due momenti: 1. Evento comunicativo 2. Singolo testo

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Fase di analisi Individuazione nei testi delle caratteristiche: 1. retoriche specifiche del genere e del testo in particolare 2. Stilistiche della microlingua 3. Sintattiche lessicali in base all’area microlinguistica e al tipo di testo Riflessione sui fatti microlinguistici

sintesi Creazione di un evento comunicativo microlinguistico che rispecchi le peculiarità dei testi analizzati

sintesi Creazione di un evento comunicativo microlinguistico che rispecchi le peculiarità dei testi analizzati Questo evento deve essere vicino alla realtà professionale o scientifica dello studente

Verifica e valutazione Rispetto ai corsi di lingua, i corsi di ml possono essere

Verifica e valutazione Rispetto ai corsi di lingua, i corsi di ml possono essere accreditati solo allo studente che abbia raggiunto il livello di conoscenza stabilito dal profilo professionale Non c’è una valutazione di tipo formativo

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Tipi testuali Microlingue relazionali: ◦ ◦ ◦ ◦ Dialogo corrispondenza tecnico commerciale lettera commerciale Fax Dépliant divulgativi Contratti Curriculum vitae

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Sono testi: Predisposti dal computer o da moduli preordinati La parte di scrittura e ortografia è in realtà minima. Peculiarità legate soprattutto al piano sintattico

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Esempi In seguito a colloqui intercorsi pregasi confermare disponibilità dei servizi richiesti Pressione e battito cardiaco regolari, assenza di patologie evidenti

Aspetti interculturali Concetto di puntualità italiano o giapponese? Un avvocato in shorts in tribunale?

Aspetti interculturali Concetto di puntualità italiano o giapponese? Un avvocato in shorts in tribunale? Un grande manager che guida una vecchia 500…

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COLLABORATIVO NELLA DIDATTICA DELLE MICROLINGUE L'adulto che studia una ML: - Ha stima di sé - Ha piacere nell'apprendere - Ha immagine positiva di sé - Non è disposto a mettersi continuamente in discussione - Predilige autonomia in un processo di apprendimento (basato sulle procedure del problem solving)

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COLLABORATIVO NELLA DIDATTICA DI ML Andragogia (= formazione degli adulti) L’adulto che studia una ML: • Spesso ha già studiato una o più lingue straniere (a volte con metodologie superate) • Ha maggiore necessità di riflessione consapevole ed esplicita sulle ML • Possiede una vasta "enciclopedia" • Ha un filtro affettivo particolarmente sensibile e teme di compromettere la sua immagine (specie se segue corso con colleghi gerarchicamente più bassi)

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APPROCCIO ANDRAGOGICO E COLLABORATIVO NELLA DIDATTICA DI ML La didattica della ML deve essere collaborativa perché: • L'insegnamento delle ML è etero-referenziale: scuola, centro di formazione, azienda devono elaborare i curriculi con il mondo esterno, dove le ML vengono usate • L'insegnante non sa la ML né la può apprendere. Al max può diventare buon dilettante • L'insegnante di ML si rivolge ad allievo specialista (in atto o in fieri) che conosce di solito in modo limitato la lingua comune

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Tra tecnicismo estremo e genericità vacua esistono vie di mezzo Considerazioni linguistiche da adattare ai manuali (Minuz 2006) DOCENTE: FACILITATORE DI APPRENDIMENTO

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E l’insegnante di microlingua? Esiste un insegnante che ha competenza in tutte le microlingue? 1. Life- long learning process 2. Capacità di reperire, studiare e didattizzare testi di microlingua 3. Didattica collaborativa

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Mai come nel clil è importante che il docente si faccia ricercatore: ◦ es. microlingua del turismo = fascio di ml Inserisci ricerca azione da saperi per insegnare Percorso di ricerca azione Bosc: esempio di ricerca azione

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Fasi della R. A. 1. 2. 3. 4. 5. 6. Individuazione degli argomenti o dei progetti da affrontare Analisi della situazione/ del problema Definizione di un piano di azione fondato su solide basi teoriche Realizzazione del progetto Sua valutazione Eventuale revisione.

TEORIE APPROCCIO METODO MODELLI OPERATIVI E TECNICHE DIDATTICHE MATERIALI E STRUMENTI

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I MODELLI OPERATIVI UNITA’ DIDATTICA MOTIVAZIONE GLOBALITA’ ANALISI SINTESI VERIFICA RECUPERO/RINFORZO 73

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Dall’unità didattica all’unità di apprendimento Perché Unità? Perché cellula matetica, in sé finita Perché di Apprendimento? Perché ci rifacciamo al LASS: creare le condizioni perché le lingue siano apprese e non insegnate: il focus è l’apprendente e il sistema di supporto. 74

Bibliografia (Balboni, P. E. , Le microlingue scientifico-professionali, UTET, Torino 2000 p. 9),

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