Amendola Messina Pariani Zappa Zipoli Igiene e patologia

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Amendola, Messina, Pariani, Zappa, Zipoli Igiene e patologia Seconda edizione Amendola et al. ,

Amendola, Messina, Pariani, Zappa, Zipoli Igiene e patologia Seconda edizione Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 1

Capitolo 12 Le malattie infettive a trasmissione sessuale e/o parenterale Amendola et al. ,

Capitolo 12 Le malattie infettive a trasmissione sessuale e/o parenterale Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 2

1. Le caratteristiche epidemiologiche Le sorgenti d’infezione delle patologie a trasmissione sessuale e parenterale

1. Le caratteristiche epidemiologiche Le sorgenti d’infezione delle patologie a trasmissione sessuale e parenterale sono unicamente umane. Le principali modalità di trasmissione: • sessuale; • parenterale; • per via verticale da madre a figlio (via trans-placentare o durante il parto). Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 3

I fattori che ne condizionano la diffusione: • elevata frequenza di rapporti sessuali non

I fattori che ne condizionano la diffusione: • elevata frequenza di rapporti sessuali non protetti con partner diversi; • mancato rispetto di norme di disinfezione/sterilizzazione di strumenti medico-chirurgici; • utilizzo promiscuo di aghi e siringhe contaminati; • scarsa igiene personale. Le infezioni sessualmente trasmissibili (IST) Un’infezione sessuale può causare sintomi acuti, infezioni croniche e gravi complicanze a lungo termine tra cui la sterilita , lo sviluppo di tumori, le infezioni congenite e un aumentato rischio di acquisizione dell’infezione da HIV. Uno di gruppi più vulnerabili è quello degli adolescenti. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 4

Andamento delle principali IST batteriche in Italia Andamento delle principali IST virali in Italia

Andamento delle principali IST batteriche in Italia Andamento delle principali IST virali in Italia Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 5

2. La prevenzione e basata su diverse tipologie di intervento: • attività di educazione

2. La prevenzione e basata su diverse tipologie di intervento: • attività di educazione alla salute sessuale; • servizi per migliorare la consapevolezza e la capacita dei giovani di prevenire le IST; • facile accesso ai servizi di diagnosi e cura; • interruzione della catena di trasmissione mediante notifica dei casi, successiva identificazione delle persone infette asintomatiche (partner notification) e trattamento farmacologico anche del partner (cura tempestiva); • rispetto, in ambito sanitario e ospedaliero, di tutte le norme rivolte a interrompere le catene di contagio (test di screening delle sacche di sangue, rispetto di rigorose norme di asepsi e dei trattamenti di sterilizzazione degli strumenti); • vaccinazione (epatite B e papillomavirus). Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 6

3. L’epatite virale di tipo B Le epatiti virali di tipo B e C

3. L’epatite virale di tipo B Le epatiti virali di tipo B e C colpiscono un gran numero di persone nel mondo; le forme croniche rappresentano la più importante causa di cirrosi epatica e tumore del fegato. Agente infettivo Il virus dell’epatite B (HBV) e un virus a DNA (Hepadnaviridae), di forma sferica. Nel siero dei soggetti infetti si possono riscontrare anche particelle subvirali, ovvero proteine dell’involucro virale, non infettive. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 7

Patogenesi e cenni clinici Il danno patogenetico non e causato direttamente dal virus, ma

Patogenesi e cenni clinici Il danno patogenetico non e causato direttamente dal virus, ma dalla risposta immunitaria e infiammatoria che segue l’infezione virale. Il virus HBV interferisce con le funzioni del fegato: i virioni entrano negli epatociti per endocitosi e qui si replicano. I linfociti T si legano alle strutture virali presenti sulla superficie della cellula che viene così distrutta (insieme ai virus che contiene) poiché riconosciuta come estranea. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 8

Tale processo aumenta le transaminasi nel sangue; la malattia non e altro che l’espressione

Tale processo aumenta le transaminasi nel sangue; la malattia non e altro che l’espressione della reazione del sistema immunitario contro le cellule infettate dal virus. L’infezione acuta da HBV e spesso asintomatica. Sintomi: quando presenti sono dolori addominali, nausea, vomito, febbre e ittero. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 9

Epidemiologia Sorgente d’infezione: soggetti affetti da malattia acuta o portatori d’infezione cronica. Il virus

Epidemiologia Sorgente d’infezione: soggetti affetti da malattia acuta o portatori d’infezione cronica. Il virus può sopravvivere all’esterno del corpo per almeno 7 giorni. La trasmissione di HBV avviene principalmente per via parenterale: • apparente, tramite trasfusioni di sangue (o di derivati) contaminato o per tagli o punture con aghi o strumenti infetti; • inapparente, il virus penetra nell’organismo attraverso minime lesioni della cute o delle mucose. L’HBV si trasmette anche per via sessuale e per via verticale. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 10

Si stima che più della metà della popolazione mondiale sia stata infettata da HBV

Si stima che più della metà della popolazione mondiale sia stata infettata da HBV e che il 3, 5% della popolazione mondiale sia portatrice di infezione cronica. Incidenza di infezione cronica da HBV nei bambini con meno di 5 anni (dati 2015). Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 11

In Italia l’incidenza di infezioni da HBV è progressivamente calata nel tempo, soprattutto grazie

In Italia l’incidenza di infezioni da HBV è progressivamente calata nel tempo, soprattutto grazie alla vaccinazione. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 12

I soggetti più colpiti sono di età compresa fra i 35 e i 54

I soggetti più colpiti sono di età compresa fra i 35 e i 54 anni (76% maschi). Il fattore di rischio più frequente e l’esposizione a trattamenti estetici come manicure, piercing e tatuaggi, mentre l’esposizione sessuale si registra nel 28% dei casi. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 13

Prevenzione • Misure di profilassi generali: l’osservanza delle norme igieniche generali, la sterilizzazione degli

Prevenzione • Misure di profilassi generali: l’osservanza delle norme igieniche generali, la sterilizzazione degli strumenti chirurgici ed estetici, l’uso di materiali monouso, la protezione dei rapporti sessuali a rischio. • La profilassi specifica è possibile solo per l’HBV; esiste un vaccino anti -HBV. In Italia la vaccinazione e obbligatoria per tutti i neonati ed e fortemente raccomandata per i gruppi a rischio. • In caso di esposizione accidentale a HBV, o nei neonati di madri con infezione, si può attuare un’immunoprofilassi passiva (accanto alla vaccinazione). Diagnosi e terapia La diagnosi di epatite virale acuta si basa su: • criteri anamnestici; • criteri obiettivi (ittero ed epatomegalia). I dati di laboratorio più rilevanti riguardano l’aumento dei livelli delle transaminasi epatiche (ALT e AST). Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 14

La diagnosi eziologica ricerca i marcatori sierologici (HBs. Ag e HBe. Ag o anti-HBc)

La diagnosi eziologica ricerca i marcatori sierologici (HBs. Ag e HBe. Ag o anti-HBc) con test ELISA e RIA. La PCR identifica il genoma di HBV. Infine, attraverso la biopsia epatica vengono accertati un eventuale processo flogistico in atto, la steatosi, la cirrosi e l’epatocarcinoma. Per il trattamento dell’infezione acuta da HBV non serve terapia specifica. Per quanto riguarda l’epatite B cronica, per molti anni il farmaco di scelta e stato l’interferone (IFN). Un altro gruppo di farmaci utilizzabili e rappresentato dagli inibitori della sintesi del DNA virale (Lamivudina). Il limite di questi farmaci e quello di poter suscitare la comparsa di mutanti virali farmacoresistenti. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 15

4. L’epatite virale di tipo C Agente infettivo Il virus dell’epatite C (HCV) (Flaviviridae)

4. L’epatite virale di tipo C Agente infettivo Il virus dell’epatite C (HCV) (Flaviviridae) è sferico, di piccole dimensioni, rivestito da un envelope, sul quale sono inserite glicoproteine specifiche, che racchiude l’RNA virale. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 16

Patogenesi e cenni clinici Anche il virus HCV ha uno spiccato tropismo per gli

Patogenesi e cenni clinici Anche il virus HCV ha uno spiccato tropismo per gli epatociti nei quali si moltiplica. La risposta immunitaria (linfociti T citotossici) e responsabile della maggior parte dei danni epatici. La malattia ha una lunga incubazione (6 -9 settimane). L’infezione acuta da HCV e anitterica in oltre il 70% dei casi. L’infezione da acuta diventa cronica nell’ 85% dei casi e può progredire in cirrosi epatica e in tumore del fegato. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 17

Epidemiologia La sorgente d’infezione e rappresentata da soggetti affetti da malattia acuta o da

Epidemiologia La sorgente d’infezione e rappresentata da soggetti affetti da malattia acuta o da portatori d’infezione cronica e la trasmissione avviene principalmente per via parenterale (apparente e inapparente). L’infezione da HCV e diffusa a livello mondiale (soprattutto nella Regione Europea e nel Mediterraneo orientale) Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 18

Dalla fine del XX secolo in Occidente l’incidenza dell’infezione da HCV e notevolmente diminuita

Dalla fine del XX secolo in Occidente l’incidenza dell’infezione da HCV e notevolmente diminuita (anche in Italia). Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 19

L’infezione colpisce prevalentemente gli uomini (67%) tra 35 e 54 anni d’età. L’assunzione di

L’infezione colpisce prevalentemente gli uomini (67%) tra 35 e 54 anni d’età. L’assunzione di droghe per via parenterale rimane un importante fattore di rischio, anche se rivestono grande rilievo l’esposizione sessuale e le procedure mediche e chirurgiche invasive. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 20

Prevenzione In mancanza di un vaccino, la prevenzione si basa sulla sterilizzazione degli strumenti

Prevenzione In mancanza di un vaccino, la prevenzione si basa sulla sterilizzazione degli strumenti chirurgici ed estetici e sull’utilizzo di materiali monouso. Inoltre, e opportuno adottare precauzioni anche in ambiente domestico. L’uso del preservativo e sempre raccomandato. Diagnosi e terapia La diagnosi si basa su criteri anamnestici e obiettivi e sui dati di laboratorio. La diagnosi eziologica ricerca gli anticorpi specifici anti-HCV mediante test ELISA che, però, non ha valore prognostico. Risulta utile la determinazione dell’HCV-RNA attraverso PCR. Il persistere della viremia oltre la fase acuta costituisce un indice di probabile evoluzione cronica. La terapia standard: combinazione di interferone e ribavirina. Negli ultimi anni sono stati sviluppati gli antivirali ad azione diretta che semplificano le terapie aumentando i tassi di cura con effetti collaterali trascurabili. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 21

5. L’AIDS La sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) rappresenta lo stadio clinico terminale dell’infezione

5. L’AIDS La sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) rappresenta lo stadio clinico terminale dell’infezione da virus dell’immunodeficienza umana (HIV). HIV si e verosimilmente generato attraverso un processo di evoluzione naturale, mediante mutazioni geniche di un virus, SIV (Scimmian Immunodeficiency Virus), che infetta alcune specie di scimpanzé africane (zoonosi). Negli anni Settanta il virus arriva ad Haiti da dove viene successivamente introdotto nelle comunità gay delle grandi metropoli americane. Da qui l’HIV giunge in Europa per poi propagarsi a macchia d’olio in tutto il mondo. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 22

Agente infettivo HIV è un Retrovirus: possiede quindi uno specifico enzima (la retrotrascrittasi o

Agente infettivo HIV è un Retrovirus: possiede quindi uno specifico enzima (la retrotrascrittasi o trascrittasi inversa) grazie al quale e in grado di trasformare il suo doppio filamento di RNA in un doppio filamento di DNA. Nel core ci sono altri due enzimi fondamentali: integrasi e proteasi. Il core virale e protetto da un capside proteico a forma di cono, a sua volta rivestito dall’envelope. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 23

Nell’envelope ci sono due glicoproteine specifiche: • la gp 120 si lega al recettore

Nell’envelope ci sono due glicoproteine specifiche: • la gp 120 si lega al recettore presente sulla superficie cellulare; • la gp 41 media la fusione dell’envelope con la membrana cellulare. Il legame avviene tra il recettore gp 120 e il recettore CD 4 presente sulla membrana di molte cellule ma abbondante sulla membrana dei linfociti T -helper. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 24

Dopo il legame gp 120 -CD 4 e la fusione per opera della gp

Dopo il legame gp 120 -CD 4 e la fusione per opera della gp 41 il capside virale entra nel citoplasma. Qui la proteina p 24 viene degradata e il core denudato. Una volta retrotrascritto, il genoma virale (DNA provirale) può integrarsi nel DNA della cellula, dove può permanere in fase quiescente. In particolari condizioni, i geni virali integrati possono attivarsi e dirigere la produzione di nuove particelle virali che fuoriescono. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 25

HIV e caratterizzato da un’elevatissima variabilità genetica dovuta alla scarsa fedeltà della trascrittasi inversa,

HIV e caratterizzato da un’elevatissima variabilità genetica dovuta alla scarsa fedeltà della trascrittasi inversa, alla mancanza di proof-reading, e alla ricombinazione genica. L’elevata variabilità del virus è il principale ostacolo allo sviluppo di vaccini. Esistono due tipi di HIV: • HIV-1 (diversi sottotipi diffusi in tutto il mondo) • HIV-2 (presente soprattutto in Africa centrale) Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 26

Patogenesi e cenni clinici Le cellule bersaglio di HIV sono le cellule del sistema

Patogenesi e cenni clinici Le cellule bersaglio di HIV sono le cellule del sistema immunitario: i linfociti T-helper (linfociti T CD 4+), le cellule dendritiche, i monociti e i macrofagi. La riduzione del numero di linfociti provoca lo stato di immunodepressione. L’infezione da HIV e caratterizzata da tre fasi distinte: 1) infezione primaria; 2) latenza clinica (fase cronica e asintomatica); 3) AIDS (malattia conclamata). Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 27

1) L’infezione primaria (periodo d’incubazione di 3 -6 settimane) può essere asintomatica o portare

1) L’infezione primaria (periodo d’incubazione di 3 -6 settimane) può essere asintomatica o portare all’insorgenza di sintomi simil-influenzali: febbre, dolori muscolari e articolari, anoressia, nausea, diarrea, mal di testa. La sintomatologia acuta si esaurisce in meno di 14 giorni circa. L’infezione primaria e caratterizzata da viremia e il tempo che intercorre tra il contagio e la comparsa nel sangue degli anticorpi anti-HIV (sieropositività) è il periodo finestra in cui il soggetto, anche se risulta sieronegativo, può trasmettere l’infezione. 1) La latenza clinica corrisponde a una netta riduzione della viremia come conseguenza della risposta immunitaria. Non ci sono sintomi particolari e i sieropositivi possono vivere per anni senza sintomi. La durata della fase asintomatica e molto variabile. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 28

3) L’AIDS conclamato è il manifestarsi della malattia a causa dell’insorgenza di una o

3) L’AIDS conclamato è il manifestarsi della malattia a causa dell’insorgenza di una o più infezioni opportunistiche ad opera di: protozoi, batteri, virus o funghi. Si possono sviluppare diverse forme di tumore causate da infezioni virali (linfomi, il sarcoma di Kaposi e il tumore della cervice uterina). Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 29

Epidemiologia Esistono tre diverse modalità di trasmissione di HIV: • trasmissione sessuale; • trasmissione

Epidemiologia Esistono tre diverse modalità di trasmissione di HIV: • trasmissione sessuale; • trasmissione per via parenterale; • trasmissione da madre a figlio. Dall’inizio dell’epidemia, oltre 70 milioni di persone si sono infettate con il virus HIV e di queste circa 35 milioni sono decedute. La regione africana rimane la più colpita: quasi un individuo su 25 adulti è infetto (4, 1%). Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 30

La terapia antiretrovirale combinata ha cambiato il quadro epidemiologico: da malattia inesorabilmente mortale l’AIDS

La terapia antiretrovirale combinata ha cambiato il quadro epidemiologico: da malattia inesorabilmente mortale l’AIDS diventa una malattia cronica, con cui e possibile convivere a lungo (riduzione della mortalità). Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 31

MSM = Men who have Sex with Men (uomini che hanno relazioni sessuali con

MSM = Men who have Sex with Men (uomini che hanno relazioni sessuali con altri uomini) IDU = Injecting Drug User (persone che fanno uso di sostanze per via endovenosa) Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 32

Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020

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Prevenzione Non esistono vaccini anti-HIV e non esiste una terapia capace di eradicare completamente

Prevenzione Non esistono vaccini anti-HIV e non esiste una terapia capace di eradicare completamente l’infezione. Ci sono però semplici ma fondamentali precauzioni: • uso del profilattico; • uso di strumenti sterili e aghi monouso per tatuaggi e piercing; • evitare l’uso in comune di siringhe e aghi per l’iniezione di droghe. Importanti sono gli interventi per ridurre il rischio nelle popolazioni chiave (come la profilassi pre-esposizione o Pr. EP). Il rischio di trasmissione da madre sieropositiva al figlio si può ridurre mediante somministrazione di un farmaco antivirale alla madre durante la gravidanza e al neonato per le prime 6 settimane di vita. In casi eccezionali, subito dopo una possibile esposizione al virus, e possibile una profilassi post-esposizione con trattamento farmacologico specifico. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 34

Diagnosi La diagnosi eziologica viene effettuata dimostrando la presenza del virus o della risposta

Diagnosi La diagnosi eziologica viene effettuata dimostrando la presenza del virus o della risposta immunitaria nei suoi confronti. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 35

La presenza del virus e massima nella fase acuta dell’infezione, prima della risposta immunitaria;

La presenza del virus e massima nella fase acuta dell’infezione, prima della risposta immunitaria; si riduce poi sensibilmente durante il periodo di infezione cronica. Una diagnosi precoce è fondamentale. Sieropositività: indica la fase che fa seguito all’infezione primaria senza manifestazioni patologiche, durante la quale il soggetto risulta positivo al test sierologico per la ricerca anticorpi anti-HIV. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 36

Terapia L’introduzione della terapia antiretrovirale a elevata attività, o HAART, ha determinato l’immediato crollo

Terapia L’introduzione della terapia antiretrovirale a elevata attività, o HAART, ha determinato l’immediato crollo delle diagnosi di AIDS e della mortalità. L’infezione trattata opportunamente e oggi considerata un’infezione cronica, che lascia spazio a progetti di vita personali, lavorativi e familiari, compreso quello di diventare genitori. I farmaci antiretrovirali in uso: • inibitori della trascrittasi inversa; • inibitori della proteasi; • inibitori della fusione; • inibitori dell’integrasi. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 37

6. L’infezione da papillomavirus (HPV) e la più comune infezione sessualmente trasmessa a livello

6. L’infezione da papillomavirus (HPV) e la più comune infezione sessualmente trasmessa a livello mondiale. HPV e causa necessaria del tumore della cervice uterina, cosi come e correlata ad altri tumori e a condilomi anogenitali sia nelle donne sia negli uomini. Tuttavia il tumore e solo la conseguenza rara di un evento (l’infezione) estremamente comune. Agente infettivo HPV (Papillomaviridae) è un virus a DNA di forma icosaedrica e privo di envelope che si trasmette per via sessuale e che si replica nelle cellule epiteliali (virus epiteliotropo). I HPV possono essere cutanei o mucosali. Gli HPV mucosali vengono distinti in: • tipi a basso rischio di trasformazione neoplastica (lesioni benigne); • tipi ad alto rischio (tumore della cervice e altri tumori del tratto ano-genitale). Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 38

Patogenesi e cenni clinici Esistono tre possibilità di evoluzione dell’infezione da HPV. • Stadio

Patogenesi e cenni clinici Esistono tre possibilità di evoluzione dell’infezione da HPV. • Stadio di regressione: transitorio e riguarda la maggior parte delle infezioni. Il virus viene eliminato dal sistema immunitario prima di un effetto patogeno. L’infezione e spesso asintomatica; • Stadio di persistenza: l’infezione persiste e lo stato di malattia può progredire e manifestarsi in diverse forme cliniche, dai condilomi a formazioni preneoplastiche; • Stadio di progressione: tempo che intercorre tra infezione e insorgenza delle lesioni precancerose. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 39

Epidemiologia Le infezioni genitali da HPV rappresentano la più comune infezione sessualmente trasmessa sia

Epidemiologia Le infezioni genitali da HPV rappresentano la più comune infezione sessualmente trasmessa sia nella donna sia nell’uomo (anche tramite semplice contatto nell’area genitale). La prevalenza delle infezioni da HPV varia con l’età: e più elevata nelle giovani donne sessualmente attive e nelle donne intorno alla menopausa (con l’aumentare dell’età aumenta l’incidenza di tumore per il lungo periodo di latenza della malattia). Negli ultimi decenni, grazie ai programmi di screening, la mortalità per tumore della cervice uterina e diminuita di oltre il 50%. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 40

Prevenzione La disponibilità di vaccini specifici ha permesso di affiancare alla metodologia di prevenzione

Prevenzione La disponibilità di vaccini specifici ha permesso di affiancare alla metodologia di prevenzione secondaria (screening) una strategia di prevenzione di tipo primario. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 41

7. La sifilide e un’infezione sessualmente trasmissibile, causata dal batterio Treponema pallidum. Dall’inizio di

7. La sifilide e un’infezione sessualmente trasmissibile, causata dal batterio Treponema pallidum. Dall’inizio di questo secolo è considerata una patologia riemergente. Agente infettivo Treponema pallidum è un batterio Gram-negativo costituito da un sottile filamento a forma di spirale, molto mobile grazie alla presenza del filamento assiale che ne determina anche la caratteristica forma elicoidale. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 42

Patogenesi e cenni clinici 1. Sifilide primaria: comparsa tra 10 e 90 giorni dall’infezione

Patogenesi e cenni clinici 1. Sifilide primaria: comparsa tra 10 e 90 giorni dall’infezione di una singola ferita (sifiloma) nel punto in cui avviene l’infezione batterica o da più pustole. 1. Sifilide secondaria (se sifilide primaria non trattata): insorgenza di un’eruzione cutanea rossastra o bruna (roseola o papulomatosi sifilitica) senza prurito che sparisce da sola. Altri sintomi: febbre, ingrossamento dei linfonodi, mal di gola, alopecia a chiazze, cefalea, calo ponderale, mialgie, stanchezza. 1. Sifilide terziaria (stato avanzato e latente): la persona e ancora malata, anche se non mostra più i sintomi evidenti. Possono iniziare i danni agli organi interni, anche a distanza di decenni. I danni neurologici possono essere presenti già nel secondo stadio (sifilide neurale). Il danno può essere cosi serio da portare alla morte. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 43

Storia naturale della sifilide. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione

Storia naturale della sifilide. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 44

Epidemiologia La sifilide si trasmette per: • contatto diretto attraverso rapporti sessuali vaginali, anali

Epidemiologia La sifilide si trasmette per: • contatto diretto attraverso rapporti sessuali vaginali, anali e orali; • via verticale passando attraverso la placenta e causando morte in utero del feto o sifilide congenita; • attraverso la trasfusione di sangue o emoderivati. La malattia fu importata dalle Americhe nel XVI secolo. Considerata sotto controllo grazie gli antibiotici, dopo la Seconda guerra mondiale e tornata alla ribalta. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 45

Prevenzione • Uso di profilattici; • educazione a comportamenti sessuali responsabili e il counselling

Prevenzione • Uso di profilattici; • educazione a comportamenti sessuali responsabili e il counselling per diagnosi e trattamento precoci; • chemioprofilassi, trattamento antibiotico con penicillina. A oggi non esistono vaccini e una pregressa infezione non conferisce immunità permanente. Diagnosi e terapia • Accertamento diagnostico diretto: esame del materiale infetto con microscopio ottico o a fluorescenza per rilevare il treponema. • Accertamento diagnostico indiretto: dimostrazione di anticorpi specifici nel sangue e nel liquor attraverso i test non treponemici (es. VDRL) o i test treponemici (es. FTA-ABS o TP-PA). Possibili falsi positivi. La terapia antibiotica di elezione è l’uso della penicillina per via parentale. Il dosaggio e la durata del trattamento dipendono dallo stadio della malattia Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 46

8. La gonorrea, o blenorragia, e una malattia causata dal batterio Neisseria gonorrhoeae, che

8. La gonorrea, o blenorragia, e una malattia causata dal batterio Neisseria gonorrhoeae, che causa patologie a carico delle vie uretrali nell’uomo e delle vie uro-genitali nella donna. L’infezione, “scolo”, può decorrere in modo asintomatico, ma talvolta può causare sterilita. È una delle malattie sessualmente trasmesse più diffuse nel mondo. Agente infettivo Il genere Neisseria è costituito cocchi Gram-negativi, immobili, aerobi che si dispongono a coppie “a chicco di caffe ” e comprende: • specie generalmente non patogene e commensali delle vie respiratorie dell’uomo (del naso-faringe) a sede extracellulare; • specie patogene gravi per l’uomo a sede intracellulare, come N. meningitidis (o meningococco) e N. gonorrhoeae (o gonococco). Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 47

Patogenesi e cenni clinici Sono ambienti ideali per N. gonorrhoeae l’utero (inclusa la cervice),

Patogenesi e cenni clinici Sono ambienti ideali per N. gonorrhoeae l’utero (inclusa la cervice), le tube di Falloppio e l’uretra. Provoca infezione nello spazio sub-epiteliale. • Nei maschi, dopo 2 -30 giorni dall’infezione, si determina un’uretrite con secrezione purulenta. Se si estende alla prostata e ai testicoli può causare un’epididimite che può portare a sterilita. Nei soggetti omosessuali può verificarsi un’infezione rettale, spesso asintomatica. • Nelle femmine solitamente è asintomatica. Se i sintomi sono presenti, i più comuni sono la vulvovaginite, l’uretrite o la cervicite. Può seguire una diffusione dell’infezione nell’utero con endometrite e infezione cronica che può determinare sterilita. Il gonococco può diffondersi per via ematica (batteriemia) in altri distretti causando artriti, meningiti ed endocarditi. Altre patologie molto diffuse: le congiuntiviti dell’adulto e quelle del neonato (trasmissione durante il parto). Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 48

Epidemiologia La gonorrea si trasmette attraverso rapporti vaginali, orali o anali con un partner

Epidemiologia La gonorrea si trasmette attraverso rapporti vaginali, orali o anali con un partner infetto e anche da madre a figlio durante il parto. Oggi si registra un’inversione di tendenza: in molti Paesi europei si e verificato un incremento dei casi di infezioni da patogeni sessualmente trasmessi, come la sifilide e la gonorrea (patologie riemergenti). Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 49

Prevenzione È necessario avere rapporti sessuali protetti facendo un uso corretto del profilattico. Non

Prevenzione È necessario avere rapporti sessuali protetti facendo un uso corretto del profilattico. Non esiste ancora un vaccino a causa dell’estrema variabilità antigenica del batterio. Diagnosi e terapia L’accertamento diagnostico può essere eseguito mediante osservazione microscopica diretta del materiale infetto (secrezioni purulente) per evidenziare diplococchi Gram-negativi intracellulari. L’esame colturale fornisce la certezza diagnostica nel caso in cui l’esame microscopico sia negativo. Nel materiale prelevato e possibile effettuare anche la ricerca di antigeni specifici. Tra le IST batteriche, la gonorrea e quella che ha sviluppato la resistenza agli antibiotici più marcata. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 50

9. L’infezione da clamidia Sebbene le manifestazioni cliniche della clamidia siano spesso lievi, le

9. L’infezione da clamidia Sebbene le manifestazioni cliniche della clamidia siano spesso lievi, le conseguenze a carico dell’apparato riproduttivo, specialmente femminile, possono essere gravi. Agente infettivo Chlamydia trachomatis e un batterio intracellulare obbligato di forma tondeggiante, di cui si conoscono 15 sierotipi. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 51

La clamidia e caratterizzata da un tipico ciclo dimorfico che prevede un corpo elementare

La clamidia e caratterizzata da un tipico ciclo dimorfico che prevede un corpo elementare infettante inerte, resistente alla tripsina e all’ambiente extracellulare che e endocitato nel fagosoma, dove si reidrata trasformandosi in corpo reticolare, metabolicamente attivo e sensibile alla tripsina. Quest’ultimo si replica in poche ore e dopo la lisi della cellula ospite va a infettarne altre. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 52

Patogenesi e cenni clinici L’infezione decorre asintomatica nella grande maggioranza degli infettati. • Nelle

Patogenesi e cenni clinici L’infezione decorre asintomatica nella grande maggioranza degli infettati. • Nelle donne: infetta la cervice e l’uretra, causando perdite vaginali anomale o irritazione. L’infezione si espande causando a volte dolori addominali al basso ventre e alla schiena, nausea, febbre e perdite ematiche. Dalla cervice l’infezione può eventualmente diffondersi al retto. • Negli uomini i sintomi possono essere secrezioni o irritazione e prurito. Rapporto anale: infezione del retto con dolori, perdite e sanguinamenti. Rapporto orale: infezione della gola. Un’altra grave manifestazione e la sindrome di Reiter (che causa uretrite, febbre e artrite). Epidemiologia La clamidia si trasmette generalmente attraverso rapporti sessuali di ogni tipo. La donna durante il parto può contagiare il neonato (congiuntivite e polmonite). Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 53

Prevenzione È raccomandata una prassi preventiva con screening annuale per tutte le donne sessualmente

Prevenzione È raccomandata una prassi preventiva con screening annuale per tutte le donne sessualmente attive sotto i 25 anni di età, o che cambino spesso partner sessuali, e per tutte le donne in stato di gravidanza. Le persone infette dovrebbero astenersi da qualsiasi attività sessuale ed effettuare un nuovo test 3 -4 mesi dopo la cura. L’uso di preservativi riduce notevolmente il rischio di infezione. A oggi non e stato sviluppato un vaccino. Diagnosi e terapia La clamidia viene diagnosticata attraverso un esame effettuato su un prelievo da tessuti infetti (tampone vaginale) o un campione delle urine. La terapia prevede l’uso per via orale di antibiotici (azitromicina o una tetraciclina). Vanno trattati anche i partner sessuali. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 54