Amendola Messina Pariani Zappa Zipoli Igiene e patologia

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Amendola, Messina, Pariani, Zappa, Zipoli Igiene e patologia Seconda edizione Amendola et al. ,

Amendola, Messina, Pariani, Zappa, Zipoli Igiene e patologia Seconda edizione Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 1

Capitolo 6 La prevenzione Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione

Capitolo 6 La prevenzione Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 2

1. Principi e livelli di prevenzione Prevenzione: si intende l’insieme delle misure volte a

1. Principi e livelli di prevenzione Prevenzione: si intende l’insieme delle misure volte a impedire l’insorgenza e la progressione di una malattia attraverso specifici interventi sulla popolazione e sull’ambiente di vita e di lavoro. Non tutte le patologie sono prevenibili e solo una parte della prevenzione si basa su interventi propriamente medico-sanitari, o medicina preventiva. Occuparsi di prevenzione è complicato ed è fondamentale: • conoscere la causa o i fattori di rischio della malattia; • conoscere il decorso della malattia; • conoscere l’impatto della malattia. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 3

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito tre livelli di prevenzione: • prevenzione primaria, volta

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito tre livelli di prevenzione: • prevenzione primaria, volta a ridurre la comparsa di nuovi casi di malattia nella popolazione; • prevenzione secondaria, volta a ridurre la progressione della malattia; • prevenzione terziaria, volta a ridurre la gravita e le complicazioni di malattie che non possono essere guarite. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 4

Per le malattie infettive si può intervenire quasi unicamente con misure di prevenzione primaria

Per le malattie infettive si può intervenire quasi unicamente con misure di prevenzione primaria (tranne alcune malattie infettive a decorso cronico, per esempio l’AIDS e la tubercolosi). Per molte patologie non infettive, in particolare quelle cronicodegenerative, e possibile intervenire con strumenti di prevenzione secondaria, sebbene quella primaria sempre da prediligere. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 5

2. La prevenzione primaria Obiettivo della prevenzione primaria: impedire o ridurre l’insorgenza (e quindi

2. La prevenzione primaria Obiettivo della prevenzione primaria: impedire o ridurre l’insorgenza (e quindi l’incidenza) di nuovi casi di malattia. Gli interventi di prevenzione primaria sono rivolti alle persone sane per eliminare o ridurre la possibilità di esposizione a cause e/o fattori di rischio. Un intervento di prevenzione primaria porterà a un azzeramento o a una diminuzione dell’incidenza della malattia con tempi che dipendono dal periodo di incubazione o di latenza. Metodi d’intervento della prevenzione primaria: • counseling genetico o consulenza genetica; • potenziamento delle capacita di difesa dell’organismo; • rimozione di comportamenti nocivi; • induzione di comportamenti positivi; • interventi sull’ambiente di vita e di lavoro. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 6

3. La prevenzione secondaria Obiettivo della prevenzione secondaria: impedire la progressione verso la malattia

3. La prevenzione secondaria Obiettivo della prevenzione secondaria: impedire la progressione verso la malattia conclamata mediante l’identificazione precoce del malato. Non ha alcun effetto sulla riduzione dell’incidenza della malattia. Utilizza interventi rivolti a soggetti apparentemente sani, che si trovano in una fase clinicamente silente. Un buon intervento di prevenzione secondaria determina una riduzione della mortalità. Questo può produrre: • riduzione della prevalenza: per malattie a rapida guarigione se trattate precocemente; • aumento della prevalenza: se l’intervento non comporta una completa guarigione ma un allungamento della vita. Metodi d’intervento: test di screening Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 7

4. La prevenzione terziaria Obiettivo della prevenzione terziaria: ridurre, in soggetti già malati, il

4. La prevenzione terziaria Obiettivo della prevenzione terziaria: ridurre, in soggetti già malati, il rischio di complicanze e/o migliorarne la qualità della vita. Gli interventi di prevenzione terziaria mirano a ridurre l’impatto negativo di una patologia avviata e sono rivolti a soggetti già malati e quindi sconfina spesso nella terapia e nella riabilitazione. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 8

5. Effetti degli interventi preventivi: prevalenza, incidenza e mortalità • La prevenzione primaria agisce

5. Effetti degli interventi preventivi: prevalenza, incidenza e mortalità • La prevenzione primaria agisce chiudendo la “valvola dell’incidenza”: così si abbassa anche il livello del “serbatoio della prevalenza”. • La prevenzione secondaria può agire sulla “pompa della guarigione” o, in alternativa, può chiudere la “valvola della letalità”: in questo caso, diminuirà la mortalità, ma si alzerà il livello del serbatoio della prevalenza. • La prevenzione terziaria può agire soltanto sulla “valvola della letalità”. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 9

6. Obiettivi strategici della prevenzione 1) Protezione individuale 2) Controllo delle malattie 3) Eliminazione

6. Obiettivi strategici della prevenzione 1) Protezione individuale 2) Controllo delle malattie 3) Eliminazione delle malattie 4) Eradicazione delle malattie Soltanto per alcune malattie e possibile concepire programmi volti all’eradicazione della malattia stessa. Nella maggior parte dei casi le caratteristiche epidemiologiche delle malattie e l’inadeguatezza dei mezzi preventivi disponibili costringono a limitare gli obiettivi. Amendola et al. , Igiene e patologia - Seconda edizione © Zanichelli editore 2020 10