Restauro e musealizzazione Cornici a Capodimonte 2019 Caravaggio

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Restauro e musealizzazione Cornici a Capodimonte 2019

Restauro e musealizzazione Cornici a Capodimonte 2019

Caravaggio Napoli Dal 12 Aprile 2019 al 14 Luglio 2019

Caravaggio Napoli Dal 12 Aprile 2019 al 14 Luglio 2019

Allestimenti, basi, illuminazione

Allestimenti, basi, illuminazione

Possagno Museo Canova allestimento Carlo Scarpa 1957

Possagno Museo Canova allestimento Carlo Scarpa 1957

 • nel 1957 infatti per volere del Soprintendente alle Gallerie e alle Opere

• nel 1957 infatti per volere del Soprintendente alle Gallerie e alle Opere d’Arte di Venezia e del Veneto, Vittorio Moschini, si decise di costruire un nuovo padiglione della Gipsoteca di Possagno affidando l'incarico al grande architetto Carlo Scarpa che si occupò dell'ampliamento secondo un progetto all'avanguardia, che scompaginava le consuete regole museografiche fino ad allora tenute in considerazione. Carlo Scarpa fu il protagonista principale di quella campagna di ristrutturazione delle principali istituzioni museali seguita ai conflitti mondiali, che si definì come necessaria a causa degli ingenti danni che tanti musei italiani subirono; grazie però alla presenza sul campo di architetti e operatori museali di grande prestigio non si trattò di semplici interventi di restauro, ma bensì di occasioni per mettere in pratica principi di allestimento e progettazione degli spazi museali all'avanguardia, desunti dai modelli coevi presenti oltreoceano, negli Stati Uniti, e in Europa, in Germania e Inghilterra.

 • A Possagno l'obiettivo che soprintendente e architetto volevano raggiungere era quello di

• A Possagno l'obiettivo che soprintendente e architetto volevano raggiungere era quello di valorizzare il patrimonio canoviano, anche quello non esposto e conservato nei depositi del museo (per questo venne previsto l'ampliamento). Scarpa riuscì a pieno titolo nell'intento, mettendo a punto una disposizione scenografica di quei capolavori assoluti e la portata innovativa e la carica eversiva del suo progetto sono il segno della rinnovata concezione del museo post-bellico italiano, del quale il Museo Canova è l'esempio forse più riuscito. Con la Gipsoteca canoviana - l'architetto è riuscito a rendere ben visibile il suo credo progettuale e le sue cifre stilistiche, sempre riconoscibili come tali. Percorrendo gli ambienti – immersi in un candore che regala un inaspettato senso di tranquillità e di piacere - salta subito agli occhi quale fosse per l'architetto l'elemento principale da mettere in rilievo (oltre alle opere ovviamente!): quello che a prima vista colpisce è il fatto che nell'ala del museo progettata da Scarpa siano tuttora completamente assenti fonti di luce artificiale, lasciando così il compito di illuminare e valorizzare le sculture alla sola luce naturale, protagonista indiscussa e “regista” dell'allestimento.

 • Inoltre a Possagno Scarpa porta a completo compimento un principio già da

• Inoltre a Possagno Scarpa porta a completo compimento un principio già da lui introdotto in altri musei, che a quei tempi suscitò scalpore tra i critici e gli addetti ai lavori: i candidi e bianchissimi modelli in gesso sono collocati contro pareti altrettanto candide, considerate dal brillante architetto più adatte ad esaltare le qualità formali delle opere in confronto alle pareti colorate o alle tappezzerie e carte da parati in uso fino a pochi anni prima e da lui stesso considerate ormai desuete.

28 marzo – 30 giugno 2019 Canova e l'Antico – Napoli Museo archeologico

28 marzo – 30 giugno 2019 Canova e l'Antico – Napoli Museo archeologico

Le vetrine • Fondata nel 1952, la Goppion è specializzata nella costruzione di vetrine

Le vetrine • Fondata nel 1952, la Goppion è specializzata nella costruzione di vetrine tecniche da museo, vere e proprie macchine per la conservazione, oltre che strumenti per la presentazione e la protezione degli oggetti. Si tratta di vetrine personalizzabili relativamente a dimensione, forma, funzione, estetica, finitura. Per Goppion la personalizzazione si rapporta strettamente agli oggetti per i quali vengono costruite le vetrine, come pure agli spazi del museo all’interno dei quali le vetrine vengono collocate con discrezione.

 • Il presupposto è che una vetrina o, in senso più ampio, un

• Il presupposto è che una vetrina o, in senso più ampio, un allestimento museale, sono il punto d’incontro tra il budget a disposizione, le prestazioni richieste, le dimensioni dei manufatti necessari, l’estetica. La sintesi che ne scaturisce è frutto della partecipazione attiva all’elaborazione del progetto di tutte le voci del museo: i curatori, che definiscono l’uso comunicativo dell’allestimento e coordinano gli aspetti culturali affidati all’impianto espositivo; i conservatori, che stabiliscono i parametri idonei alla corretta prevenzione dei danni sulle opere; i project mana-ger, che governano i limiti di budget ed il rispetto dei tempi di realizzazione del progetto nel suo complesso; i responsabili della manutenzione; i responsabili della sicurezza eccetera.

Tower of London, Gioielli della Corona , allestimento, 1993 -1994

Tower of London, Gioielli della Corona , allestimento, 1993 -1994

Gioielli della corona vetrine • Ognuno degli elementi richiesti richiedeva una notevole innovazione: la

Gioielli della corona vetrine • Ognuno degli elementi richiesti richiedeva una notevole innovazione: la sicurezza contro i furti, gli atti vandalici, gli attacchi terroristici con l’utilizzo di vetri di eccezionale spessore; la conservazione e la tutela dei metalli e delle pietre preziose da particelle e agenti inquinanti; l’estetica che implicava forme del tutto particolare e l’utilizzo di materiali del tutto inusuali per la museotecnica, come l’ottone; i sistemi di apertura, in grado di movimentare in sicurezza parti apribili molto pesanti; la riservatezza assoluta richiesta sui disegni, sulle fasi della produzione e dell’installazione.

 • Le vetrine, blindate, sono state realizzate con le più avanzate prestazioni di

• Le vetrine, blindate, sono state realizzate con le più avanzate prestazioni di meccanica, di illuminotecnica, di sicurezza e di climatizzazione, i cui materiali e trattamenti si sono adattati perfettamente al disegno classico delle costruzioni. • L’elemento caratterizzante del sistema di apertura di queste vetrine è stato, per ragioni estetiche e di sicurezza, l’applicazione del principio del “gioco zero” ossia l’eliminazione totale dello spazio vuoto tra il telaio dell’anta ed il montante. • Le vetrine sono dotate di un avanzato impianto centralizzato di climatizzazione di tipo attivo, che permette di mantenere condizioni ideali di temperatura ed umidità. • Tutte le vetrine sono illuminate da apparati a fibre ottiche con luce d’accento, che permette di esaltare le eccezionali qualità di rifrazione e riflessione delle pietre preziose più celebri al mondo.

Cartone della Scuola di Atene” di Raffaello allestimento 2019 La più grande vetrina ad

Cartone della Scuola di Atene” di Raffaello allestimento 2019 La più grande vetrina ad anta unica esistente al mondo, questo è il sistema espositivo realizzato in esclusiva da Goppion per la messa in sicurezza dell’opera esposta alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano

Museo Egizio di Torino nuovo allestimento. Grandi 2015 campane di vetro, caratterizzate da un

Museo Egizio di Torino nuovo allestimento. Grandi 2015 campane di vetro, caratterizzate da un design ‘minimalista’ e dalla assoluta purezza delle linee che inquadrano grandi volumi trasparenti, le componenti meccaniche, invisibili dall’esterno, sono confinate ai bordi e nello spessore delle grandi specchiature vetrate, in modo da non sovrapporsi né alle opere né alle architetture e da non distrarre in alcun modo l’attenzione del visitatore. L’utilizzo di lastre di vetro di dimensioni notevolissime (fino a 4, 60 x 4, 00 m) evitano giunti verticali tra le lastre che potrebbero interferire con la visione dei reperti esposti.

Accanto alle stele e alle statue, gli eccezionali reperti, che sono i veri protagonisti

Accanto alle stele e alle statue, gli eccezionali reperti, che sono i veri protagonisti del museo, “galleggiano” dentro più di cento trasparentissime, essenziali, sofisticate teche sono frutto di un attento design dello studio Isolarchitetti. La ritrovata aulicità degli ambienti storici e l’essenziale modernità degli interventi sono i punti di forza del progetto architettonico, che hanno accompagnato il “nuovo progetto scientifico” del Museo.

La Gioconda, Louvre, 2005

La Gioconda, Louvre, 2005

Vetrina • E’ stata appositamente realizzata una lastra di vetro antiriflesso particolarmente trasparente, composta

Vetrina • E’ stata appositamente realizzata una lastra di vetro antiriflesso particolarmente trasparente, composta da molteplici strati con una alternanza di lastre e fogli di pvb, in grado di garantire il livello di sicurezza richiesto. La vetrina, realizzata in acciaio di alto spessore, è ulteriormente protetta da una blindatura posteriore in acciaio ad alta resistenza. Il sistema di apertura per l’anta, del peso di circa una tonnellata, è fondato su una grande cerniera a quadrilatero articolato. • Il sistema di supporto della tavola permette la sua rapida asportazione da parte degli addetti del Museo in caso di emergenza. Il sistema di compressione perimetrale della guarnizione a punti multipli ha permesso di raggiungere un livello di tenuta superiore a quello richiesto. Infine, insieme al Politecnico di Milano, è stato studiato e realizzato un complesso sistema misto di stabilizzazione della umidità relativa con filtraggio dell’aria, strutturato in due impianti indipendenti, in modo che l’uno intervenga immediatamente in caso di avaria dell’altro.

Bellini, Pietà, Brera, allestimento Ermanno Olmi, 2013 La Pietà del Bellini conserva la sua

Bellini, Pietà, Brera, allestimento Ermanno Olmi, 2013 La Pietà del Bellini conserva la sua cornice, ma viene protetta da un vetro antiriflesso inserito tra la cornice stessa e il dipinto. Uno schermo in vetro acidato apribile sul retro consente di ispezionare ed eventualmente intervenire sulla tavola.

Mantegna, Cristo morto, Brera, allestimento Ermanno Olmi, 2013

Mantegna, Cristo morto, Brera, allestimento Ermanno Olmi, 2013

 • Ermanno Olmi, in un’intervista pubblicata da La Stampa il 3 dicembre del

• Ermanno Olmi, in un’intervista pubblicata da La Stampa il 3 dicembre del 2013, sosteneva di aver collocato l’opera “nella prospettiva voluta dall’artista, come del resto lo stesso Mantegna indica nelle volontà testamentarie, all’altezza in cui il corpo si trovava, come doveva essere guardato”. “Osservarlo in alto, com’era prima secondo i consueti criteri museale”, aggiungeva, “è un ossimoro, una contraddizione che farebbe ribellare anche i chiodi. Io l’ho affogato nel nero, nello spazio infinito, nell’assoluto”. L’allestimento del regista bergamasco, tuttavia, subì dure critiche: secondo alcuni critici poneva l’opera a serio rischio di feticizzazione, rendeva la Pietà di Giovanni Bellini (sistemata sulla parete opposta a mo’ d’introduzione) quasi un suo accessorio, faceva sì che il pubblico instaurasse un rapporto che cercava più la sorpresa che l’approfondimento e la conoscenza, e si avvaleva d’una sorta di “scenografia” ritenuta inappropriata. Inoltre, secondo alcuni il Cristo morto, così collocato, dava l’idea d’essere più un’icona religiosa da venerare che un testo figurativo d’estrema importanza per gli sviluppi dell’arte italiana, situazione poco adatta a un museo di uno Stato laico, e per di più museo di origine napoleonica.

 • Nell’estate del 2016 l’allestimento Bandera-Olmi è stato smantellato e il Cristo morto

• Nell’estate del 2016 l’allestimento Bandera-Olmi è stato smantellato e il Cristo morto ha conosciuto una risistemazione: si tratta dell’attuale allestimento, curato dallo storico dell’arte Giovanni Agosti che ricevette l’incarico dal direttore della Pinacoteca, James M. Bradburne. In particolare, l’opera è stata collocata su di un pannello inserito al centro della sala VI, posto a conclusione della sezione sul Quattrocento per introdurre il secolo seguente: una soluzione che, al contrario di quella ideata da Ermanno Olmi, ha ottenuto maggiori approvazioni.

Brera Allestimenti Mantegna Cristo morto

Brera Allestimenti Mantegna Cristo morto

Vecchio allestimento

Vecchio allestimento

Allestimento Olmi

Allestimento Olmi

Allestimento Bradbune -Agosti 2016

Allestimento Bradbune -Agosti 2016

M. L aura Tomea Gavazzoli Allestimento in Manuale di Museologia, 2011, seconda edizione 2016,

M. L aura Tomea Gavazzoli Allestimento in Manuale di Museologia, 2011, seconda edizione 2016, p. 111 • L’allestimento di una raccolta è un’azione complessa che mette in gioco diversi fattori e protagonisti, coinvolti tutti nella formulazione e presentazione di un discorso articolato in una sequenza didattica di materiali. Il fine ultimo è rendere espressivo, entro un sistema che risponde a un progetto organico, un insieme di oggetti che altrimenti nel loro isolamento o in una inadeguata ostensione, non raggiungerebbero la loro piena potenzialità di comunicazione diretta.

Falletti-Maggi La politica espositiva in I Musei, p. 155 • Produrre cultura in un

Falletti-Maggi La politica espositiva in I Musei, p. 155 • Produrre cultura in un museo richiede che oltre agli oggetti siano presenti idee e punti di vista, naturalmente fondati sul piano teoretico e/o frutto di ricerca sul campo…Produrre cultura per un Museo implica non “usare” il visitatore perseguire obiettivi di redditività e consenso né limitarsi a esporre in modo esteticamente accattivante le collezioni…ma esprimere un punto di vista che sia terzo rispetto sia alle collezioni sia ai pubblici e che assegni un preciso valore alle collezioni stesse. • Museo come Forum oltre che come Tempio.