Pensiero l In generale l Processi di categorizzazione

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Pensiero l In generale l Processi di categorizzazione Pensiero e azione Ragionamento l l

Pensiero l In generale l Processi di categorizzazione Pensiero e azione Ragionamento l l Problem solving ed euristiche: Problem solving e creatività: insight

In generale Pensiero: termine plurivoco perché include usare il linguaggio, pensare in astratto, usare

In generale Pensiero: termine plurivoco perché include usare il linguaggio, pensare in astratto, usare l’intelligenza, la percezione, il ricordo, l’attenzione, risolvere problemi Studiata dalle scienze cognitive: diversi approcci (filosofico, neuroscienze, intelligenza artificiale, linguistica, psicologia cognitiva) Primo indizio dell’elaborazione mentale: tempi di reazione (Donders, 1869, Craik, 1947) Possono rivelare se i processi sono seriali (si svolgono uno dopo l’altro) o paralleli (avvengono nella stessa unità di tempo), se sono automatici o controllati (richiedono attenzione)

Processi di categorizzazione = processo di segmentazione del flusso continuo della realtà e dell’esperienza

Processi di categorizzazione = processo di segmentazione del flusso continuo della realtà e dell’esperienza in categorie Teoria delle condizioni necessarie e sufficienti (proviene da concettualizzazioni platoniche, assunte da diversi filosofi e da primi cognitivisti) l Ogni concetto è definito da una serie di caratteristiche (o tratti) necessari e sufficienti l Es. uomo = animato; umano; maschio; adulto bambino = animato; umano; maschio; non adulto donna = animato; umano; femmina; adulta Ciascun tratto è necessario (non può essere cancellato) per definire un concetto; Nessun altro tratto può essere aggiunto (i tratti sono sufficienti); Tutti i tratti di un concetti hanno pari relevanza; Se un caso specifico contiene tutti i tratti di un concetto, il caso è un’estensione del concetto (es. Socrate è un uomo in quanto animato, umano, maschio, adulto)

Processi di categorizzazione = processo di segmentazione del flusso continuo della realtà e dell’esperienza

Processi di categorizzazione = processo di segmentazione del flusso continuo della realtà e dell’esperienza in categorie l l Teoria delle condizioni necessarie e sufficienti (CNS) Alcune insufficienze: La teoria delle CNS non è sempre in grado di spiegare l’estensione di un concetto (es. concetto di gioco, che ha molteplici significati) Né di distinguere i vari significati assegnati a una stessa parola (polisemia; es. volante, riso…) Non contempla casi «anomali» (es. se limone è frutto, aspro, giallo, allora un limone verde è l’estensione di un altro concetto)

Processi di categorizzazione = processo di segmentazione del flusso continuo della realtà e dell’esperienza

Processi di categorizzazione = processo di segmentazione del flusso continuo della realtà e dell’esperienza in categorie l l organizzazione della realtà in categorie (Rosch, 1978) Principio di economia cognitiva: le categorie semplificano la complessità della realtà e la organizzano, in base alle strutturazione percettiva del mondo es. il concetto «ala» è connesso percettivamente al concetto «becco» piuttosto che a «squama» ; quindi nella categoria «uccelli» trovo «ala» , «becco» , ma non «squama» )

Processi di categorizzazione = processo di segmentazione del flusso continuo della realtà e dell’esperienza

Processi di categorizzazione = processo di segmentazione del flusso continuo della realtà e dell’esperienza in categorie organizzazione della realtà in categorie (Rosch, 1978) Struttura verticale Livello superordinato: categorie più astratte (es. arredamento); classe l • Livello base: è il livello più importante (categorie di base), condivide caratteristiche con il livello superordinati: -permette la decodifica della forma e della funzione dell’oggetto -infatti dà accesso a un’unica immagine mentale prototipica; (es. sedia, tavolo) - implica un programma motorio appreso -È il primo livello appreso dal bambino • • Livello subordinato: categorie più specifiche; includono casi con attributi specifici accanto a quelli prototipici del livello di base (es. sedia a dondolo, imbottita ecc. ). Condivide caratteristiche prototipiche del livello base e superordinato

Processi di categorizzazione = processo di segmentazione del flusso continuo della realtà e dell’esperienza

Processi di categorizzazione = processo di segmentazione del flusso continuo della realtà e dell’esperienza in categorie l Organizzazione orizzontale all’interno di ciascuna categoria Concezione standard del prototipo (Rosch e Mervis, anni ‘ 70): -ogni categoria di base ha un prototipo = esemplare che meglio rappresenta una data categoria (contiene gli attributi più frequenti di una certa categoria) • -in base al principio di somiglianza e analogia con il prototipo, cambia il grado di appartenenza dei membri alla categoria (es. sparviero è più saliente di pinguino nella categoria uccelli) l i margini tra categorie sono sfumati e le categorie sono graduabili l I vari elementi appartengono a una categoria se condividono con il prototipo di quella categoria alcune qualità essenziali (es. pinguino condivide con sparviero e con la categoria degli uccelli il fatto di avere il becco e di essere oviparo)

APPROFONDIMENTO Processi di categorizzazione = processo di segmentazione del flusso continuo della realtà e

APPROFONDIMENTO Processi di categorizzazione = processo di segmentazione del flusso continuo della realtà e dell’esperienza in categorie Limiti della concezione standard: l non spiega le ragioni per cui certe proprietà sono tipiche e distintive e altre non lo sono e come esemplari che hanno proprietà tipiche (es. avere le piume per i volatili) siano poco prototipici (es. lo struzzo per i volatili) l Il concetto di appartenenza di un esemplare alla categoria (ha bisogno di criteri più forti di quelli di “somiglianza di famiglia” e di confronto con il prototipo

APPROFONDIMENTO Processi di categorizzazione = processo di segmentazione del flusso continuo della realtà e

APPROFONDIMENTO Processi di categorizzazione = processo di segmentazione del flusso continuo della realtà e dell’esperienza in categorie Concezione estesa del prototipo (anni ‘ 90) Le proprietà di una categoria hanno una gerarchia perché possono essere: l -ESSENZIALI: Condivise da tutti gli esemplari della categoria (es. avere il becco ed essere oviparo per la categoria «uccello» ) (la loro mancanza determina l’esclusione dalla categoria) l -TIPICHE: non condivise da tutti gli esemplari della categoria (es. avere le piume, saper volare), ma presenti in molti di loro (la loro mancanza non determina l’esclusione dalla categoria) • Il prototipo racchiude le proprietà salienti (essenziali e tipiche) della categoria, che permettono alla categoria di distinguersi dalle altre categorie. Gli elementi hanno un rapporto di minore o maggiore salienza con il prototipo

APPROFONDIMENTO Processi di categorizzazione = processo di segmentazione del flusso continuo della realtà e

APPROFONDIMENTO Processi di categorizzazione = processo di segmentazione del flusso continuo della realtà e dell’esperienza in categorie Concezione estesa del prototipo (anni ‘ 90) • Il prototipo non è solo un elemento concreto, ma è un costrutto mentale (una rappresentazione mentale del mondo esterno) • Concetto di cancellabilità: le proprietà sono modificabili e la distinzione delle categorie sono il frutto di convenzioni (es. la balena fino all’’ 800 era considerata un pesce)

Processi di categorizzazione = processo di segmentazione del flusso continuo della realtà e dell’esperienza

Processi di categorizzazione = processo di segmentazione del flusso continuo della realtà e dell’esperienza in categorie Critiche alla teoria del prototipo l l La teoria prevede che le categorie siano identiche da persona e da gruppo Infatti, non tiene conto dell’esperienza soggettiva che può alterare alcune categorie (es. l’uso degli oggetti, la competenza soggettiva)

Processi di categorizzazione = processo di segmentazione del flusso continuo della realtà e dell’esperienza

Processi di categorizzazione = processo di segmentazione del flusso continuo della realtà e dell’esperienza in categorie Teorie embodied, della simulazione situata (es. Barsalou ’ 99) (più ampiamente si riferiscono ai processi di pensiero) vedono la categorizzazione come un processo astratto, di tipo gerarchico e tassonomico, come la teoria del prototipo evidenzia, suscettibile dell’esperienza situata di ciascuno da cui formuliamo delle rappresentazioni o simulazioni situate dell’esperienza stessa, grazie ai processi percettivi e motori implicati in quelle esperienze

Processi di categorizzazione = processo di segmentazione del flusso continuo della realtà e dell’esperienza

Processi di categorizzazione = processo di segmentazione del flusso continuo della realtà e dell’esperienza in categorie Teorie embodied, della simulazione situata In base all’esperienza che faccio di un oggetto (esperienza che passa per la percezione e l’uso, quindi schemi motori ad esso associati) costruisco delle simulazioni mentali dell’oggetto, situate nei contesti specifici in cui l’oggetto è stato esperito Es. il concetto «automobile» non è solo una categoria astratta, ma nella mente del soggetto ad esso saranno connesse tante rappresentazioni simulative del concetto, in virtù dei contesti specifici (situati) in cui si ha avuto esperienza (percettiva e motoria) di quell’estensione concettuale (es. un’auto da comprare, vendere, da riparare ecc. )

Processi di categorizzazione = processo di segmentazione del flusso continuo della realtà e dell’esperienza

Processi di categorizzazione = processo di segmentazione del flusso continuo della realtà e dell’esperienza in categorie Teorie embodied, della simulazione situata Le rappresentazioni fatte sono sempre rivolte all’azione Si ipotizza ci sia una connessione stretta tra percezione e azione ad es. è stato dimostrato che simulare un oggetto (rappresentarlo mentalmente) attivi gli stessi circuiti neuronali percettivi e motori che si attivano quando viene percepito realmente e utilizzato quell’oggetto; stessa cosa per i movimenti

Pensiero e azione Forme di pensiero che guidano l’azione: l Le immagini mentali. l

Pensiero e azione Forme di pensiero che guidano l’azione: l Le immagini mentali. l Il pensiero narrativo l Il pensiero procedurale

Pensiero e azioni: immagini mentali l Studio funzione immaginativa, intesa come funzione mentale capace

Pensiero e azioni: immagini mentali l Studio funzione immaginativa, intesa come funzione mentale capace di rappresentare ciò che, conosciuto attraverso la vista, viene rappresentato mentalmente in assenza dell’oggetto. Anni ’ 60. l Shepard e Metzler (1971) studiano il rapporto tra funzione immaginativa e funzione percettivo-visiva (rapporto tra percezione e immaginazione) e i meccanismi del processo immaginativo. l Ipotesi: esiste una stretta analogia tra percezione e immaginazione. Hanno un rapporto di isomorfismo di secondo ordine (=analogia di tipo funzionale, i due processi funzionano nello stesso modo; quello di primo ordine riguarda invece un’analogia strutturale)

Pensiero e azioni: Immagini mentali l l Procedura sperimentale: rotazione mentale di immagini tridimensionali

Pensiero e azioni: Immagini mentali l l Procedura sperimentale: rotazione mentale di immagini tridimensionali Materiale: 1600 coppie di figure astratte tridimensionali, nella metà dei casi esse contengono la stessa figura ruotata. Nel caso della stessa figura, la figura di partenza era ruotata o in profondità o sul piano orizzontale a diversi angoli di rotazione. L’ordine di presentazione è randomizzato Si considerano rotazioni della figura di partenza di gradi crescenti (con intervalli di 20°) Per ogni coppia i soggetti devono decidere, nel minor tempo possibile, se le due figure sono le stesse.

Pensiero e azioni: Immagini mentali l l l Risultati: I tempi di reazione aumentano

Pensiero e azioni: Immagini mentali l l l Risultati: I tempi di reazione aumentano all’aumentare del grado di rotazione della figura di partenza I soggetti compiono mentalmente un movimento di rotazione della figura di partenza tale da sovrapporla alla figura trasformata, percorrendo gli step intermedi di rotazione, proprio come è necessario fare materialmente per ruotare un oggetto tridimensionale. In tale analogia tra movimento rotatorio materiale, fisico dell’oggetto e movimento rotatorio immaginativo sta, secondo Shepard, il supporto all’ipotesi di un isomorfismo funzionale tra percezione visiva e immaginativa Tale ipotesi trova successivamente riscontro a livello neuronale (Kosslyn, 1994)

Pensiero e azioni: pensiero narrativo Scuola socio-culturale (Vygotskij, Bruner) Il pensiero narrativo è interpretativo:

Pensiero e azioni: pensiero narrativo Scuola socio-culturale (Vygotskij, Bruner) Il pensiero narrativo è interpretativo: media l’esperienza vissuta e colui che la vive Il pensiero narrativo è episodico: ha un’organizzazione spaziale, temporale e causale dal momento che riguarda un evento. Bruner: Pensiero scientifico: tende all’oggettività, ha l’obiettivo di spiegare regolarità di tanti casi singoli Pensiero narrativo: tende alla soggettività interpretativa che consente di rappresentare gli eventi secondo una trama personale e soggettiva

Pensiero e azioni: pensiero procedurale Pensiero procedurale: rappresenta procedure di azioni, implica schemi motori,

Pensiero e azioni: pensiero procedurale Pensiero procedurale: rappresenta procedure di azioni, implica schemi motori, pianificazioni di azioni Script (Shank e Abelson, 1977): forma di conoscenza schematica relativa a una procedura Gli script sono situati: suscettibili di modifica in base all’esperienza

Problem solving Da dove nasce un problema? Dalla elaborazione mentale che facciamo di una

Problem solving Da dove nasce un problema? Dalla elaborazione mentale che facciamo di una situazione. Ovvero, non esistono svincolati dalla nostra cognizione (Simon, 1955) Un problema, generalmente, è dato dalla discrepanza tra ciò che sappiamo e ciò che vorremmo sapere; in altri termini, è la distanza tra lo stato attuale e uno stato desiderato.

Problem solving Problema strutturato: Ben definito, molte informazioni a riguardo, numero finito di alternative,

Problem solving Problema strutturato: Ben definito, molte informazioni a riguardo, numero finito di alternative, obiettivi facilmente individuabili, facilmente prevedibile qual è la scelta migliore Problema non strutturato: Definizione vaga, scarse informazioni a riguardo, molte variabili fuori controllo (quindi numero imprecisato di alternative), obiettivi complessi e di difficile definizione, difficile capire da subito qual è la scelta migliore

Problem solving Lo spazio del problema (o struttura) (Newell e Simon, 1972): 1)Stato iniziale:

Problem solving Lo spazio del problema (o struttura) (Newell e Simon, 1972): 1)Stato iniziale: informazione incompleta o stato attuale insoddisfacente 2)Stato finale: informazione o stato soddisfacente raggiunto 3) Operatori: passaggi per spostarsi dallo stato iniziale a quello finale

Problem solving e ragionamento Il ragionamento è una modalità del pensiero che ci aiuta

Problem solving e ragionamento Il ragionamento è una modalità del pensiero che ci aiuta a risolvere i problemi, a prendere decisioni, grazie alla possibilità di connettere conoscenze e inferirne delle altre. 2 tipi: l Deduttivo l Induttivo

Problem solving e ragionamento deduttivo • Procede da premesse generali per arrivare a conclusioni

Problem solving e ragionamento deduttivo • Procede da premesse generali per arrivare a conclusioni particolari • Il ragionamento deduttivo non aumenta la quantità di informazioni contenute nelle premesse, ma serve a fare previsioni Es. sillogismo l -tutti gli uomini sono mortali (premessa maggiore) l -Socrate è un uomo (premessa minore) l -Socrate è mortale (risultato)

Problem solving e ragionamento deduttivo • • • Esempio: Problema: sto andando al ristorante

Problem solving e ragionamento deduttivo • • • Esempio: Problema: sto andando al ristorante e nel tragitto mi accorgo di avere solo la carta di credito Visa e non i contanti. Nel ristorante accetteranno la mia carta Visa? Telefono e mi rispondono che il ristorante accetta tutte le carte di credito Premessa maggiore: il ristorante accetta tutte le carte di credito Premessa minore: la Visa è una carta di credito Conclusione: il ristorante accetta la mia visa

Problem solving e ragionamento deduttivo Il ragionamento deduttivo è più semplice quando ci avvaliamo

Problem solving e ragionamento deduttivo Il ragionamento deduttivo è più semplice quando ci avvaliamo di schemi di ragionamento pragmatico piuttosto che della logica astratta, del tipo Se p allora q Es. problema di selezione di Wason (Wason e Johnson-Laird 1972)

Problem solving e ragionamento deduttivo Le carte hanno su un lato un numero e

Problem solving e ragionamento deduttivo Le carte hanno su un lato un numero e sull’altro una lettera l Valutare la validità della seguente regola: «Se una carta ha su una faccia una vocale, allora sull’altra avrà un numero pari» l Per verificare se la regola enunciata è vera si deve girare solo lo stretto numero necessario di carte l Quale carta/e girerersti? l

Problem solving e ragionamento deduttivo In termini logici: Vocale = p Numero pari =

Problem solving e ragionamento deduttivo In termini logici: Vocale = p Numero pari = q Consonante = non p Numero dispari = non q Se una carta ha su una faccia una vocale (p), allora sull’altra avrà un numero pari (q) se trovo una combinazione di vocale (p) e numero dispari (non q), la proposizione è falsa

Problem solving e ragionamento deduttivo «Se una carta ha su una faccia una vocale

Problem solving e ragionamento deduttivo «Se una carta ha su una faccia una vocale (p), allora sull’altra avrà un numero pari (q)» l Se giro A (p) e trovo un numero pari (q) la regola è vera un numero dispari (non q) la regola è falsa l Se giro K (non p) e trovo un numero pari (q) la regola potrebbe essere falsa o vera un numero dispari(non q) la regola potrebbe essere falsa o vera l Se giro 2 (q) e trovo una vocale (p) una consonante (non p) l Se giro 7 (non q) e trovo la regola potrebbe essere falsa o vera una vocale (p) una consonante (non p) la regola è falsa la regola potrebbe essere vera o falsa

Problem solving e ragionamento deduttivo Combinazione di carte scelte Frequenze risposte su un campione

Problem solving e ragionamento deduttivo Combinazione di carte scelte Frequenze risposte su un campione di 128 soggetti A (p) 33% A (p) e 2 (q) 46% A (p) 2 (q) e 7 (non-q) 7% A (p) e 7 (non-q) 4% Altre combinazioni 10% Propensione alla conferma (46%) piuttosto che alla falsificazione (4%) A (p) 2 (q) e 7 (non-q) sono le uniche carte in grado di falsificare la regola

Problem solving e ragionamento deduttivo Il problema di selezione di Wason mette in discussione

Problem solving e ragionamento deduttivo Il problema di selezione di Wason mette in discussione la teoria di Piaget (1955), secondo cui un soggetto adulto: l l È in grado di ragionare su una proposizione (anche ipotetica) indipendentemente dalla verità fattuale degli elementi che la compongono (quindi, di ragionare su termini astratti) È in grado di considerare la reversibilità delle proposizioni (non q)

Problem solving e ragionamento deduttivo Il ragionamento deduttivo è più semplice quando ci avvaliamo

Problem solving e ragionamento deduttivo Il ragionamento deduttivo è più semplice quando ci avvaliamo di schemi di ragionamento pragmatico piuttosto che della logica astratta, del tipo Se p allora q

Problem solving e ragionamento deduttivo Esperimento di Griggs e Cox (1982) l l “Se

Problem solving e ragionamento deduttivo Esperimento di Griggs e Cox (1982) l l “Se una persona beve birra, deve avere più di sedici anni” Per verificare se la regola enunciata è vera si deve girare solo lo stretto numero necessario di carte

Problem solving e ragionamento deduttivo I soggetti adulti hanno molte meno difficoltà a risolvere

Problem solving e ragionamento deduttivo I soggetti adulti hanno molte meno difficoltà a risolvere correttamente il quesito, rispetto al compito astratto di Wason. Conferma della limitazione al pensiero Piagetiano, già messa in luce da Wason, secondo cui: l Un adulto è in grado di ragionare su una proposizione (anche ipotetica) indipendentemente dalla verità fattuale degli elementi che la compongono (quindi, di ragionare su termini astratti)

Problem solving e ragionamento deduttivo ………MA: l l Nella vita reale le premesse maggiori

Problem solving e ragionamento deduttivo ………MA: l l Nella vita reale le premesse maggiori non sono sempre chiare A volte eleviamo a premessa maggiore (informazione valida per tutti gli elementi di una categoria) delle credenze (non universali) che abbiamo, per via dell’effetto del bias (distorsione) dovuto alla credenza Si ritengono valide le conclusioni che si ritengono credibili e non valide quelle non credibili

Problem solving e ragionamento induttivo • • Procede da casi particolari per arrivare a

Problem solving e ragionamento induttivo • • Procede da casi particolari per arrivare a conclusioni generali che li rappresenti Consente un ampliamento delle conoscenze iniziali, basandosi sulla probabilità l Quindi si espone all’errore più del ragionamento deduttivo, ma rispetto a questo apporta conoscenza nuova

Problem solving e ragionamento induttivo • Partire dalle caratteristiche (es. : ruote, volante, carrozzeria)

Problem solving e ragionamento induttivo • Partire dalle caratteristiche (es. : ruote, volante, carrozzeria) per arrivare al concetto di «auto» si compie un processo di «inferenza induttiva» che consente generalizzazione e previsioni: il futuro modello di auto della casa automobilistica X avrà le ruote, il volante ecc. • Anche il procedimento scientifico adopera il metodo induttivo (ad es. raccolta di dati) attraverso il quale giunge a informazioni/leggi generali.

Euristiche Risolvere problemi è alla base del giudizio (=valutazioni) e della presa di decisioni.

Euristiche Risolvere problemi è alla base del giudizio (=valutazioni) e della presa di decisioni. Ad es. devo risolvere il problema «la persona che ho di fronte è affidabile? » per poter avere un giudizio sulla persona tale che possa decidere di lasciargli il mio numero di telefono o meno I problemi della quotidianità sono complessi, le nostre risorse cognitive sono limitate (procediamo per esplorazione locale del problema), quindi difficilmente sono affrontabili con ragionamento deduttivo e induttivo, ma spesso li affrontiamo affidandoci alle euristiche

Euristiche: Scorciatoie cognitive utilizzate ad es. nella soluzione dei problemi Conducono a conclusioni che

Euristiche: Scorciatoie cognitive utilizzate ad es. nella soluzione dei problemi Conducono a conclusioni che hanno un’alta probabilità di errore. Quando conducono ad errori, il procedimento dell’euristica viene chiamato distorsione cognitiva o fallacia Si contrappongono all’algoritmo (modo di procedere formale che percorre tutte le possibili alternative, che sono di numero limitato e finito)

Euristiche e algoritmi Ad esempio, fare l’anagramma della seguente stringa di lettere: SAITCPA -

Euristiche e algoritmi Ad esempio, fare l’anagramma della seguente stringa di lettere: SAITCPA - Utilizzare l’euristica significa partire dagli accoppiamenti plausibili (ta, pa, sa, ti e non tp, ts, cs) - Uilizzare l’algoritmo significa percorrere tutte le possibili combinazioni tra le lettere. NB: il numero di combinazioni è finito, quindi posso percorrerle tutte

Euristiche e algoritmi L’ algoritmo, all’opposto dell’euristica: l -esplora tutte le possibili combinazioni di

Euristiche e algoritmi L’ algoritmo, all’opposto dell’euristica: l -esplora tutte le possibili combinazioni di un percorso l -è praticabile se il problema è ben formalizzato e non ci sono fattori incontrollabili (come spesso accade nella vita quotidiana) lè un procedimento ragionativo che garantisce l’esattezza del risultato (non si basa sulla probabilità ma sulla certezza) l -richiede notevole dispendio di energie e tempo

Euristiche e processo decisionale Nelle fasi di raccolta e valutazione delle informazioni possono subentrare

Euristiche e processo decisionale Nelle fasi di raccolta e valutazione delle informazioni possono subentrare le seguenti euristiche, a livello più o meno consapevole (Tversky e Kahneman, 1974): l Disponibilità l Rappresentatività l (Ancoraggio)

Euristiche e processo decisionale l euristica della disponibilità: previsione sulla probabilità di un evento

Euristiche e processo decisionale l euristica della disponibilità: previsione sulla probabilità di un evento sulla base della informazioni che si hanno in memoria rispetto a quell’evento al di là della sua probabilità di accadere. Economia nel reperire le informazioni: vengono considerate quelle maggiormente disponibili in memoria l Esempio di distorsione cognitiva conseguente all’euristica della disponibilità: provare maggiormente ansia quando si sale su un aereo rispetto a quando si sale in auto, perché si prevede una più alta probabilità di incidenti aerei rispetto a quelli automobilistici

Euristiche e processo decisionale l euristica della rappresentatività: giudizio di probabilità che un oggetto,

Euristiche e processo decisionale l euristica della rappresentatività: giudizio di probabilità che un oggetto, un evento, una persona A appartenga alla categoria B a partire da un’opinione/informazione generalizzata su quell’evento o persona (economia nel reperire le informazioni) l Esempi di distorsioni cognitive conseguenti all’euristica della rappresentatività: Se X è pacato, educato, gentile, non è ritenuto il responsabile di un atto di delinquenza) fallacia del giocatore d’azzardo: ritenere più probabile che siano sorteggiati i numeri precedentemente non estratti

approfondimento Euristiche e processo decisionale l euristica dell’ancoraggio: la stima sulla probabilità di un

approfondimento Euristiche e processo decisionale l euristica dell’ancoraggio: la stima sulla probabilità di un evento incerto, di cui si hanno scarse informazioni, viene agganciata a una soglia nota. l Esempio di distorsioni cognitiva conseguente all’euristica dell’ancoraggio: Ritenere che il prezzo di un oggetto di cui non si sa valutare il costo si discosti poco da una soglia nota.

Pensiero divergente e creatività nella soluzione di problemi Pensiero divergente: capacità di fornire soluzioni

Pensiero divergente e creatività nella soluzione di problemi Pensiero divergente: capacità di fornire soluzioni insolite, creative, innovative ai problemi (es. insight) Pensiero convergente: abilità di combinare diverse informazioni già note in modo logico per trovare la soluzione al problema. Valutato con il RAT (Remote Associate Test) = trovare una parola che ne colleghi altre: es. Eva, bruco, verde = mela correla con i test di intelligenza classici, che sono modellati sul pensiero convergente

Pensiero divergente e creatività nella soluzione di problemi La creatività è la capacità di

Pensiero divergente e creatività nella soluzione di problemi La creatività è la capacità di trovare soluzioni insolite e appropriate ai problemi l l Fa leva sul pensiero divergente Le persone creative sono generalmente più curiose, indipendenti e interessate a problemi astratti e filosofici, sono attratte da forme di pensiero complesse ed elaborate rispetto alle persone meno creative

L’approccio gestaltista: l’insight Gli studi di psicologia animale di Köhler (1913, 1917) hanno riproposto

L’approccio gestaltista: l’insight Gli studi di psicologia animale di Köhler (1913, 1917) hanno riproposto il problema dell’atto mentale che si esprime nella visione mentale della soluzione di un problema (intuizione, eureka!) che è qualcosa di diverso rispetto all’apprendimento per tentativi ed errori e alla riproduzione di risposte apprese

L’approccio gestaltista: l’insight Esperimento sul problem-solving (1927): Degli scimpanzè dovevano raggiungere delle banane fuori

L’approccio gestaltista: l’insight Esperimento sul problem-solving (1927): Degli scimpanzè dovevano raggiungere delle banane fuori dalle loro gabbie e gli unici oggetti a loro disposizione erano bastoni. Uno di loro prese i due bastoni e li unì insieme per ottenerne uno più lungo con il quale raggiunse le banane: esempio di insight (lo scimpanzè aveva agito in modo diretto ad uno scopo) e non per tentativi ed errori.

L’approccio gestaltista: l’insight Ristrutturazione della situazione e della funzione degli oggetti

L’approccio gestaltista: l’insight Ristrutturazione della situazione e della funzione degli oggetti

L’approccio gestaltista: l’insight l l Ristrutturazione e insight: per es. il problema delle due

L’approccio gestaltista: l’insight l l Ristrutturazione e insight: per es. il problema delle due corde o del pendolo, umorismo (Maier, 1931); Fissità funzionale e assetto mentale: per es. il problema della candela (Duncker, 1926) Per i Gestaltisti problem solving = - qualcosa di più della semplici riproduzione di risposte apprese; - Implica processi attivi di insight e ristrutturazione cognitiva, che contrastano la fissità funzionale e l’assetto mentale statico - La soluzione è immediata, non tentata ma pensata e messa in atto

L’approccio gestaltista: l’insight alcuni suggerimenti per sviluppare il pensiero creativo (Feldman, Coats, Swartzberger 1994;

L’approccio gestaltista: l’insight alcuni suggerimenti per sviluppare il pensiero creativo (Feldman, Coats, Swartzberger 1994; Levy 1997): l l l l Frazionare il problema: decomporlo in vari step Ridefinire il problema: riformularlo in maniera più astratta o concreta Adottare una prospettiva critica: cercare possibili implicazioni, eccezioni che sovvertano il regolare significato delle cose Uso di analogie Uso degli opposti Usare la prospettiva di un’altra persona Pensare in modo divergente: pensare al di fuori degli schemi consueti Utilizzo dell’euristica: vincoli alla generazione di ipotesi; scorciatoie cognitive