Marco Tullio Cicerone Homo novus 3 gennaio 106

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Marco Tullio Cicerone Homo novus

Marco Tullio Cicerone Homo novus

3 gennaio 106 a. C. Nasce ad Arpino (Lazio Meridionale, 30 km da Frosinone,

3 gennaio 106 a. C. Nasce ad Arpino (Lazio Meridionale, 30 km da Frosinone, situata alla stessa distanza da Roma e da Napoli (circa 120 km)

Formazione filosofico-oratoria a Roma Compie studi di retorica e filosofia a Roma, discepolo del

Formazione filosofico-oratoria a Roma Compie studi di retorica e filosofia a Roma, discepolo del giurista Q. Muzio Scevola e ascoltatore assiduo di Marco Antonio e di Licinio Crasso, i due oratori più apprezzati nel senato e fra il popolo. Nella casa di Scevola, viene a contatto con l'aristocrazia intellettuale romana raccolta intorno al "circolo degli Scipioni“, al cui interno erano salvaguardati i valori della gravitas, della dignità personale, ma anche il gusto della cultura.

81 -80 -78 a. C. ingresso nella carriera forense 1. 2. prima orazione pubblica

81 -80 -78 a. C. ingresso nella carriera forense 1. 2. prima orazione pubblica Pro Quinctio, causa in cui ebbe come avversario il più celebre oratore del tempo, Quinto Ortensio Ortalo. esordio nell'oratoria a carattere politico: Pro Roscio Amerino, molto concitata ed a tratti enfatica. Cicerone difese con successo un figlio ingiustamente accusato di parricidio da un liberto del dittatore Silla, Lucio Cornelio Crisogono, che intendeva acquistare le proprietà terriere dell'ucciso dopo aver liquidato anche il figlio come autore delitto : il parricidio era considerato tra i crimini peggiori, e i veri colpevoli dell'omicidio erano sostenuti dal liberto di Silla Crisogono ebbe una vasta risonanza politica e guadagnò una larga fama al giovane avvocato difensore che era riuscito a ottenere la piena assoluzione del suo assistito.

Viaggio in Asia Minore e Grecia 79 -77: allo scopo di perfezionare gli studi

Viaggio in Asia Minore e Grecia 79 -77: allo scopo di perfezionare gli studi filosofici, in compagnia del fratello Quinto Ad Atene frequentò le lezioni di Antioco di Ascalona, filosofo eclettico che aveva ereditato da Filone di Larissa la guida dell’Accademia; a Rodi poté ascoltare Apollonio Molone (già conosciuto a Roma), un retore famoso, il quale aveva assunto sulla retorica una posizione equidistante tra le due tendenze dominanti, asianesimo ed atticismo.

77 Sposa Terenzia dalla quale ebbe due figli, Tullia e Marco. divorzierà da Terenzia

77 Sposa Terenzia dalla quale ebbe due figli, Tullia e Marco. divorzierà da Terenzia dopo trent'anni di matrimonio: ugual esito ebbe inoltre il matrimonio con la sua seconda moglie, Publilia.

 • Questore a Lilibeo, Marsala 75 • Nell'antica Roma i questori erano magistrati

• Questore a Lilibeo, Marsala 75 • Nell'antica Roma i questori erano magistrati minori dello Stato, la cui carica (quaestura) costituiva il primo grado del cursus honorum e richiedeva come età minima 30 anni (28 per i patrizi). • All'inizio possedevano giurisdizione criminale (quaestores parricidii), in seguito competenze amministrative, supervisionando e gestendo il tesoro e le finanze

74 • Ingresso in Senato come ex-questore

74 • Ingresso in Senato come ex-questore

70 Le città siciliane intentano un processo contro Verre, governatore della Sicilia dal 73

70 Le città siciliane intentano un processo contro Verre, governatore della Sicilia dal 73 al 71 a. C. L’accusa è di concussione (de repetundis), reato consistente nel servirsi della propria posizione di pubblico ufficiale per ottenere denaro o altri vantaggi per sé o per terzi.

70 • L'accusa viene sostenuta da Cicerone, noto come avvocato e per aver amministrato

70 • L'accusa viene sostenuta da Cicerone, noto come avvocato e per aver amministrato con giustizia ed equità la questura nella Sicilia Occidentale. • Verre viene condannato nonostante le manovre dei suoi avvocati e la protezione di suoi potenti amici politici.

Il Cursus honorum prosegue… • 69. edìle della plebe • 66. pretore • 63.

Il Cursus honorum prosegue… • 69. edìle della plebe • 66. pretore • 63. console lex Tullia

La congiura di Catilina • Repressione della congiura: 4 orazioni in senato, le Catilinarie

La congiura di Catilina • Repressione della congiura: 4 orazioni in senato, le Catilinarie • Esecuzione dei congiurati

58 • Clodio, tribuno della plebe sostenuto da Cesare, fa condannare all’esilio C per

58 • Clodio, tribuno della plebe sostenuto da Cesare, fa condannare all’esilio C per aver mandato a morte dei cittadini romani con procedura sommaria, fa confiscare i suoi beni e fa demolire la sua casa sul Palatino. L’esilio a Tessalonica dura 16 mesi.

57 • Rientro a Roma su un carro dorato, fra splendidi festeggiamenti, grazie all’intervento

57 • Rientro a Roma su un carro dorato, fra splendidi festeggiamenti, grazie all’intervento di Pompeo e all’azione di vari amici.

51 • Proconsole in Cilicia

51 • Proconsole in Cilicia

48 • Si schiera con Pompeo, in favore del Senato e delle libertà repubblicane:

48 • Si schiera con Pompeo, in favore del Senato e delle libertà repubblicane: raggiunge i pompeiani in Grecia. Dopo la vittoria a Farsàlo si riconcilia con Cesare.

46 -44 • Vive lontano dalla politica per i vari lutti e i problemi

46 -44 • Vive lontano dalla politica per i vari lutti e i problemi familiari

44 -43 • Philippicae contro Marco Antonio

44 -43 • Philippicae contro Marco Antonio

7. 12. 43 I sicari di Antonio lo uccidono a Gaeta • • •

7. 12. 43 I sicari di Antonio lo uccidono a Gaeta • • • Marco Cicerone all’arrivo dei tribuni si era allontanato dalla città, sapendo per certo, cosa che in effetti era vera, che non si poteva sottrarre alla vendetta di Antonio più di quanto Cassio e Bruto si potessero sottrarre a quella di Ottaviano. In un primo tempo era fuggito nella villa di Tusculo; di là, per vie traverse, parte per la villa di Formia, con l’intenzione di imbarcarsi da Gaeta. E dopo che, preso il largo di là parecchie volte, ora i venti contrari lo avevano riportato indietro, ora non poteva egli stesso sopportare il rollìo della nave in balia del mare agitato, lo prese infine il tedio della fuga e della vita, e ritornato alla villa precedente, che dista dal mare poco più di mille passi, disse: "Morirò nella patria spesso salvata da me". È noto che i suoi servi erano pronti a combattere coraggiosamente e fedelmente; ma egli ordinò di deporre la lettiga e di sopportare tranquilli ciò a cui l’iniqua sorte lo costringeva. A lui che si sporgeva dalla lettiga e che offriva il collo immobile fu tagliata la testa. Né questo fu abbastanza per la stolta crudeltà dei soldati; gli tagliarono anche le mani, rimproverandole di aver scritto contro Antonio. Così il capo fu portato ad Antonio e per suo ordine fu posto sui rostri fra le due mani. Livio, in Seneca, Suasoriae, VI, 17

Opinioni sulla figura politica Cicerone fu un personaggio politicamente complesso e controverso. Nella storia

Opinioni sulla figura politica Cicerone fu un personaggio politicamente complesso e controverso. Nella storia si pronunciarono numerosi autori con opinioni differenti: -Alcuni lo vedevano come conservatore reazionario, difensore della tradizione e dell’ordine pubblico. -Altri come un riformista, convinto della necessità di apportare mutamenti sostanziali allo Stato. -Altri ancora come un moderato in cerca di una mediazione tradizione e innovazione. Opera di Narducci, uno dei maggiori critici di Cicerone

Orazioni cesariane �La “Pro Marcello” è un discorso di ringraziamento tenuto in senato. Oltre

Orazioni cesariane �La “Pro Marcello” è un discorso di ringraziamento tenuto in senato. Oltre all’elogio di Cesare, in questo che fu il suo primo discorso pubblico dopo la guerra civile, gli rivolge consigli ed esortazioni per la restaurazione delle istituzioni repubblicane. �“La Pro Ligario”, invece, è un’orazione giudiziaria che Cicerone espose nel Foro alla presenza di Cesare, presidente del tribunale, nella quale Cicerone elogia il dittatore e ne esalta la clemenza e la politica di riconciliazione. �Infine, la “Pro Lege Deiotaro” è, anch’essa, un’orazione giudiziaria svoltasi in casa del dittatore.

Filippiche Si tratta di 14 orazioni pronunciate davanti al Senato fra il 2 settembre

Filippiche Si tratta di 14 orazioni pronunciate davanti al Senato fra il 2 settembre del 44 e il 21 aprile del 43 (la IV e la VI furono invece rivolte al popolo, mentre la II fu soltanto scritta) contro il tribuno Antonio e la sua politica: il titolo di Filippiche risale allo stesso Cicerone, che le volle ricollegare alle famose invettive pronunciate dal grande Demostene contro Filippo di Macedonia: effettivamente si avvicinano per il vigore, l' impeto polemico e l'ardore appassionato con cui l' autore si impegnava con tutte le forze in una lotta morale;

Caratteri dell’oratoria ciceroniana � Cicerone nelle orazioni si dimostra perfettamente padrone dei mezzi espressivi

Caratteri dell’oratoria ciceroniana � Cicerone nelle orazioni si dimostra perfettamente padrone dei mezzi espressivi e capace di sfruttare consumata abilità ogni elemento e ogni circostanza nell’interesse della causa. Grazie alla chiarezza espositiva, alla competenza giuridica e all’eccezionale abilità dialettica, ch’egli permette di argomentare con logica serrata e stringente, egli assolve egregiamente la prima funzione che nelle opere retoriche assegna all’oratore: quella di docere, ossia di informare chiaramente e di dimostrare la sua tesi nel modo più convincente dal punto di vista razionale. Persegue inoltre la seconda funzione oratoria, quella di delectare, cioè di conciliarsi le simpatie del pubblico procurandogli piacere, ricorrendo alle sue doti di narratore vivacissimo e di ritrattista psicologicamente acuto e penetrante, all’arguzia, a una verve ironica e satirica talvolta pungente e caustica, alla sua sterminata cultura storica e letteraria, a cui attinge per i frequenti exempla e digressioni.

Caratteri dell’oratoria ciceroniana � Sa infine servirsi con perizia dei mezzi emozionali, utili per

Caratteri dell’oratoria ciceroniana � Sa infine servirsi con perizia dei mezzi emozionali, utili per ottenere il consenso dell’uditorio, soprattutto quando la causa è oggettivamente debole e, quindi, la persuasione intellettuale è più difficile. Assolve così brillantemente la terza funzione dell’oratore valente, quella di movere o flectere, ovvero di trascinare gli uditori al consenso suscitando commozione, sdegno, Il sacrificio di Ifigenia. Affresco pompeiano ira, compassione, ricorrendo agli effetti “patetici” in particolare nelle perorazioni (cioè nelle parti conclusive dei discorsi), dove possono svolgere un ruolo decisivo per l’esito della causa. Lo stile di Cicerone oratore è, come quello del suo principale modello greco, Demostene, estremamente vario duttile, multiforme: tende alla solennità e alla magniloquenza sconfinando talora nella ridondanza e nell’ampollosità, ma è capace anche, all’occorrenza, di brevità, stringatezza, essenzialità.

Diversi stili di retorica � La corrente asiana nata in Asia Minore nel III

Diversi stili di retorica � La corrente asiana nata in Asia Minore nel III secolo a. C. era uno stile retorico che presentava un carattere ampolloso. Presentava frasi spezzate con metafore e parole inventate alla ricerca del ritmo. Il suo scopo era la persuasione e il capo scuola fu Egesia di Magnesia. Si affermò anche a Roma nel I secolo a. C. � La corrente attica come dice il nome stesso ebbe origine in Attica, Grecia. Era uno stile retorico cronistico, presentava una scrittura scarna, in termini moderni telegrafica. Il massimo esponente fu il famoso oratore Lisia. Si diffuse a Roma nel I secolo a. C. come la sua corrente antagonista. � Accanto a questi due stili se ne compose un terzo, definito rodiese, ovvero della città di Rodi, di cui il massimo esponente è Cicerone.

Sintassi ciceroniana I più tipici procedimenti stilistici Ciceroniani - quelli che conferiscono al suo

Sintassi ciceroniana I più tipici procedimenti stilistici Ciceroniani - quelli che conferiscono al suo modo di esprimersi un carattere e inconfondibile - si attuano prevalentemente nell’ambito dell’organizzazione sintattica del discorso, cioè nella disposizione delle parole nella frase e delle frasi nel periodo. Quest’ ultimo è articolato in modo complesso, con abbondanza di proposizioni subordinate, ed è costruito, secondo criteri di coesione e di compattezza, su una rete di corrispondenze equilibrate e simmetriche: è la concinnitas, ottenuta con il parallelismo e l’equivalenza fonico-ritmica dei membri, con l’abbondanza dei nessi sinonimici e con

Clausole ciceroniane Grande importanza assumono anche l’eufonia e il ritmo: il ritmo della prosa

Clausole ciceroniane Grande importanza assumono anche l’eufonia e il ritmo: il ritmo della prosa è diverso da quello della poesia, ma è anch’esso regolato da norme che Cicerone rispetta scrupolosamente. tali procedimenti, così come gli altri ornamenti del discorso, costituiti da un grandissimo numero di figure retoriche, sono adottati soprattutto negli esordi, nelle perorazioni, negli elogi, cioè nelle parti dell’orazione che richiedono uno stile più elaborato e più elevato.

De inventione Il “De Inventione ”è un’opera incompiuta di Cicerone; la sua composizione avvenne

De inventione Il “De Inventione ”è un’opera incompiuta di Cicerone; la sua composizione avvenne tra l’ 85 a. C. e l’ 80 a. C. Era suddiviso in due libri il cui tema era una trattazione generale della retorica; Notevoli le analogie con la Rhetorica ad Herennnium, scritta pochi anni prima, non da Cicerone

Vir bonus dicendi peritus Come diceva Catone il censore, l’oratore deve essere un vir

Vir bonus dicendi peritus Come diceva Catone il censore, l’oratore deve essere un vir bonus, che pone la propria sapienza al servizio e alla gestione dello Stato (deve quindi anche guidare il popolo a prendere le scelte giuste e non servirsi della propria arte per scopi demagogici), ma dicendi peritus (dotato di grande cultura, non solo nel campo dell’oratoria, ma anche in quello della filosofia e del diritto)

Abilità dell’oratore Docere (dimostrare); 2. Delectare (intrattenere il pubblico); 3. Movere animum o flectere

Abilità dell’oratore Docere (dimostrare); 2. Delectare (intrattenere il pubblico); 3. Movere animum o flectere (persuadere e commuovere il pubblico). �A questi elementi corrispondono rispettivamente tre stili: 1. Subtile (umile, dimesso, lineare) per docere 2. Modicum (modesto, ma non privo di artifici retorici) per delectare 3. Vehemens (impetuoso e sublime) per movere 1.

Tre generi di oratoria Giudiziario 2. Deliberativo politico 3. Epidittico dimostrativo 1.

Tre generi di oratoria Giudiziario 2. Deliberativo politico 3. Epidittico dimostrativo 1.

Caratteristiche dell’orazione 1. 2. 3. 4. 5. INVENTIO: questo termine deriva dal verbo latino

Caratteristiche dell’orazione 1. 2. 3. 4. 5. INVENTIO: questo termine deriva dal verbo latino “invenio”e indicava, appunto, il ricercare le idee per svolgere la tesi prefissata. DISPOSITIO: organizzare argomenti ed ornamenti nel discorso ELOCUTIO: è l’espressione stilistica delle idee con la scelta di un lessico appropriato e di artifici retorici. Essa ha quattro qualità : ornatus (orazione ricca lessicalmente), latinitas (chiarezza e comprensibilità), perspicuitas (idee acute e mirate), aptum o decorum (necessità di tener conto del destinatario). MEMORIA : indica come memorizzare il discorso e ricordare le posizioni avversarie per controbatterle. ACTIO: declamazione del discorso modulando la voce e ricorrendo alla gestualità.

Punti cardine dell’orazione Esordio 2. Narrazione 3. Argomentazione 4. Perorazione 1.

Punti cardine dell’orazione Esordio 2. Narrazione 3. Argomentazione 4. Perorazione 1.

Brutus : L’opera è dedicata a Marco Giunio Bruto, il futuro cesaricida, ed è

Brutus : L’opera è dedicata a Marco Giunio Bruto, il futuro cesaricida, ed è strutturata sotto forma di dialogo platonico e oltre al personaggio a cui è dedicata l’opera gli interlocutori sono Attico e lo stesso Cicerone. Tratta la storia dell’arte retorica dalle origini a Cicerone stesso; inizia con un confronto con la retorica greca e poi passa alla descrizione di tutta la storia della retorica romana passando in rassegna oltre duecento oratori

Orator È l’altra opera dedicata a Marco Giunio Bruto, ma non presenta la forma

Orator È l’altra opera dedicata a Marco Giunio Bruto, ma non presenta la forma di dialogo platonico è invece un’esposizione continuata, fatta in prima persona da Cicerone stesso. Descrive l’ideale del perfetto oratore e la disputa tra i rappresentanti dello stile asiano e quelli dello stile attico, affermando però, come Demostene, che il perfetto oratore deve dominare tutti gli stili e saper passare dall’uno all’altro con naturalezza.

Opere politiche Le opere politiche di maggiore importanza sono il De legibus e il

Opere politiche Le opere politiche di maggiore importanza sono il De legibus e il De republica. -Il De legibus tratta della natura delle leggi e della legislazione dello stato ideale che coincide con lo Stato Romano; -Il De Republica tratta della forma ideale di Stato che coincide con la Republica del 2 secolo a. C, in cui convivono le tre forme di governo (monarchia=consoli, aristocrazia=senato, democrazia=magistrature e assemblee repubblicane) secondo il modello misto di Polibio.

Cicerone : opere filosofiche, stile e fortuna

Cicerone : opere filosofiche, stile e fortuna

Pf: Il numero e la varietà di questi titoli attestano il carattere compilativo della

Pf: Il numero e la varietà di questi titoli attestano il carattere compilativo della produzione filosofica ciceroniana n n n TITOLI DELLE OPERE FILOSOFICHE Paradoxa Stoicorum De natura deorum De finibus bonorum et malorum Tusculanae disputationes De Officiis n n n Laelius sive de amicitia Cato maior de senectute Academica De Divinatione De fato

LE CARATTERISTICHE n n Cicerone non è un pensatore originale intento divulgativo con finalità

LE CARATTERISTICHE n n Cicerone non è un pensatore originale intento divulgativo con finalità moralistiche per ricreare le basi per ristabilire l’egemonia della classe dirigente Raffinatezza stilistica e vivacità dell’ambientazione Antiepicureismo e sue cause

De finibus n Nel De Finibus Bonorum et Malorum l’Epicureismo viene ripudiato con decisione,

De finibus n Nel De Finibus Bonorum et Malorum l’Epicureismo viene ripudiato con decisione, per il suo edonismo materialistico e perché si fa promotore di un atteggiamento di astensione dall’impegno nella vita pubblica;

De finibus n Dello Stoicismo vengono criticati il dogmatismo, l’esasperato rigorismo morale, la pretesa

De finibus n Dello Stoicismo vengono criticati il dogmatismo, l’esasperato rigorismo morale, la pretesa della radicale indifferenza del saggio rispetto a tutte le contingenze esterne (come la malattia o la salute, la libertà o l’asservimento della patria), ma viene sottolineata la nobiltà con la quale la dottrina stoica identifica il Bene Supremo con la virtù.

Tusculanae disputationes Cicerone discute in 5 libri i vari problemi relativi al comportamento del

Tusculanae disputationes Cicerone discute in 5 libri i vari problemi relativi al comportamento del sapiente nei confronti delle varie difficoltà dell’esistenza: 1. Paura della morte 2. Dolore fisico e forza d’animo 3. Dolore spirituale, come lotta contro l’afflizione che riflette la tristezza nelle sue varie forme. n

Tusculanae disputationes 4. 5. Altre forme di turbamento dell’anima, ovvero le passioni (amore, ira,

Tusculanae disputationes 4. 5. Altre forme di turbamento dell’anima, ovvero le passioni (amore, ira, paura, invidia) cui contrapporre la virtù della temperanza Ed infine nel V libro chiude l’opera chiedendosi (e rispondendo affermativamente) che basta condurre una vita virtuosa per ottenere la felicità

De Natura Deorum n Il “De Natura Deorum” (in italiano “La Natura Degli Dei”),

De Natura Deorum n Il “De Natura Deorum” (in italiano “La Natura Degli Dei”), dedicato a Bruto, è un dialogo ambientato nel 77 o 76 a. C. in casa di Aurelio Cotta, cui partecipa lo stesso Cicerone. Scritto nel 45 a. C. , è di carattere religioso ed è composto da tre libri:

De Natura Deorum n 1. Nel primo libro un certo Velleio espone la tesi

De Natura Deorum n 1. Nel primo libro un certo Velleio espone la tesi epicurea sugli Dèi, visti come lontani e indifferenti, che viene ampliamente confutata da Cotta, portavoce di uno scetticismo accademico simile a quello ciceroniano;

De Natura Deorum n 2. Nel secondo libro un certo Lucilio Balbo espone la

De Natura Deorum n 2. Nel secondo libro un certo Lucilio Balbo espone la dottrina stoica della provvidenza che ha generato il mondo, celebrando la natura e la posizione predominante dell'uomo nel creato donatagli dagli Dèi, dottrina per la quale Cicerone sembra provare simpatia;

De Natura Deorum n 3. Nel terzo libro Cotta confuta quanto esposto nel secondo

De Natura Deorum n 3. Nel terzo libro Cotta confuta quanto esposto nel secondo libro tramite la dottrina dell'estremo razionalismo, ed arriva alla conclusione che la religione è uno strumento della politica e di chi governa, instrumentum regni, dichiarandosi dubbioso sull'esistenza degli Dèi e del soprannaturale

De divinatione n De divinatione (Sulle profezie) costituito da due libri in cui l’autore

De divinatione n De divinatione (Sulle profezie) costituito da due libri in cui l’autore respinge razionalmente la fede nella divinazione nelle sue varie forme, ad esempio l’interpretazione di sogni e prodigi, gli oracoli, l’astrologia, l’arte aruspicina. Da quest’opera i primi cristiani attinsero argomenti per combattere il politeismo.

De fato n n Il De fato (Sul Caso) espone il problema se la

De fato n n Il De fato (Sul Caso) espone il problema se la vita umana sia determinata dal destino o dalla libera volontà dell’uomo. Dal momento che Cicerone valorizza il libero arbitrio, in contrapposizione con il fatalismo, presente anche nella visione provvidenzialistica stoica

Cato maior n Armonizzazione di gusto dell’otium e tenacia dell’impegno politico n Idealizzazione di

Cato maior n Armonizzazione di gusto dell’otium e tenacia dell’impegno politico n Idealizzazione di Catone il censore

LAELIUS n n allargare oltre la nobilitas la base sociale delle amicizie Fondamento dell’amicitia

LAELIUS n n allargare oltre la nobilitas la base sociale delle amicizie Fondamento dell’amicitia divengono valori come virtus e probitas

Il De Officiis n n Morale quotidiana per la nobilitas La base filosofica è

Il De Officiis n n Morale quotidiana per la nobilitas La base filosofica è lo stoicismo moderato di Panezio accettabile per una nuova classe dirigente colta e raffinata n La fondazione del “galateo” qui non disgiunto dal modello complessivo di comportamento del vir bonus

L’epistolario e le opere poetiche n n n n Ad familiares Ad Atticum Ad

L’epistolario e le opere poetiche n n n n Ad familiares Ad Atticum Ad Quintum fratrem Ad Marcum Brutum Tre poemetti epico-storici Alcuni poemetti Traduzioni dal greco

Le lettere n Le lettere furono poi pubblicate postume alla morte dell’autore. Quelle di

Le lettere n Le lettere furono poi pubblicate postume alla morte dell’autore. Quelle di Cicerone sono tutte epistole reali e non fittizie; esse rappresentano una preziosa fonte di notizie di carattere storico e antiquario, oltre ad essere un importantissimo documento umano.

Le lettere n È comunque errato credere che tutte le lettere esprimano ciò che

Le lettere n È comunque errato credere che tutte le lettere esprimano ciò che l’autore realmente pensava e faceva quando la scrisse. Alcune infatti sono lettere pubbliche o “aperte”, composte per essere divulgate. C’è da aggiungere che Cicerone, quando non scrive a parenti o ad amici, controlla forma e contenuto.

Le lettere n L’interesse destato dalle lettere è grande anche dal punto di vista

Le lettere n L’interesse destato dalle lettere è grande anche dal punto di vista linguistico, poiché le lettere sono un raro documento di linguaggio colloquiale, di quel sermo cotidianus che era il più adatto al genere epistografico. Non si tratta comunque di uno stile “basso”, popolare, ma della lingua parlata dai romani appartenenti all’alta società.

Limiti della poesia ciceroniana n n n Il velleitarismo poetico fase neoterica e fase

Limiti della poesia ciceroniana n n n Il velleitarismo poetico fase neoterica e fase arcaico-enniana importanza nell’evoluzione dell’esametro e dell’uso dell’enjambement

Lo Stile n n n La concinnitas L’ipotassi Gravitas (stile solenne), ma anche sermo

Lo Stile n n n La concinnitas L’ipotassi Gravitas (stile solenne), ma anche sermo cotidianus nelle lettere Numerus Lessico ricco

La fortuna di Cicerone n n Nel Medioevo: mediatore della civiltà antica - maestro

La fortuna di Cicerone n n Nel Medioevo: mediatore della civiltà antica - maestro di filosofia e retorica Umanesimo e Rinascimento: riflessione su vita attiva vita contemplativa; sul piano stilistico polemica tra pro e contro età moderna: teorico del moderatismo età contemporanea: importanza sul piano stilistico e valutazione storica

Il volto a Roma si dice «os»

Il volto a Roma si dice «os»