Liceo Scientifico Statale Galilei Voghera Proff Carla Angeleri

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Liceo Scientifico Statale “Galilei” Voghera Proff. Carla Angeleri, Federica Scarrione I contenuti di questa

Liceo Scientifico Statale “Galilei” Voghera Proff. Carla Angeleri, Federica Scarrione I contenuti di questa presentazione sono rilasciati sotto una Licenza Creative Commons.

Fonti • R. Luperini, P. Cataldi, L. Marchiani, F. Marchese, La scrittura e l'interpretazione

Fonti • R. Luperini, P. Cataldi, L. Marchiani, F. Marchese, La scrittura e l'interpretazione - Edizione Rossa - VOLUME 1, Dalle origini al Manierismo (1610), Palumbo, 2002 C. Segre, C. Martignoni, Leggere il mondo, edizioni scolastiche Bruno Mondadori, 2000 L'uomo del Rinascimento, a cura di E. Garin, Laterza, 1988, 1989 (III)

Un momento della Civiltà Italiana Giorgio Vasari, Ritratto di Lorenzo il Magnifico I Termini

Un momento della Civiltà Italiana Giorgio Vasari, Ritratto di Lorenzo il Magnifico I Termini Umanesimo e Rinascimento indicano un movimento culturale che corrisponde al momento storico in cui in Italia si assiste all’evoluzione del Comune in Signoria e in Principato, quando i Signori Italiani – Medici a Firenze, Visconti-Sforza a Milano, Gonzaga a Mantova, Este a Ferrara – nelle loro corti diedero un impulso fondamentale all’Arte e alla Letteratura, trasformandosi in Mecenati.

Cronologia del Movimento: l’inizio Data convenzionale d’inizio Effigie di Poggio Bracciolini, conservata alla Biblioteca

Cronologia del Movimento: l’inizio Data convenzionale d’inizio Effigie di Poggio Bracciolini, conservata alla Biblioteca Laurenziana di Firenze dell’Umanesimo – secondo Eugenio Garin – è il 13741375, data di morte rispettivamente di Petrarca e di Boccaccio, che ne sono stati considerati anticipatori. nella prima fase, quella che viene appunto definita Umanesimo gli Autori scrivono prevalentemente in latino, latino come gli autori di cui imitano lo stile (Cicerone, Virgilio)

Definizione storica L’Umanesimo si colloca nei primi quarant’anni del XV secolo. La data convenzionale

Definizione storica L’Umanesimo si colloca nei primi quarant’anni del XV secolo. La data convenzionale per il passaggio al Rinascimento è il 1441, quando Leon Battista Alberti promuove il “Certame coronario” (disputa avente come premio una corona), cioè un gara poetica sul tema dell’amicizia ideata per dimostrare dignità letteraria del volgare, capace di affrontare temi complessi e di competere con esempi della tradizione classica.

Cronologia: dall’Umanesimo latino all’Umanesimo volgare ↑ - Ritratto di Leon battista Alberti - La

Cronologia: dall’Umanesimo latino all’Umanesimo volgare ↑ - Ritratto di Leon battista Alberti - La Chiesa di S. Maria Novella, da lui creata ↓ La fase prevalentemente latina dell’Umanesimo termina convenzionalmente nel 1441, quando a Firenze, l’architetto e scrittore Leon Battista Alberti indice il «certame coronario» , coronario» una gara di poesia in volgare sul tema dell’amicizia; da quel momento i letterati italiani iniziarono a trasportare sul volgare l’esperienza fatta sul latino, terreno su cui non c’era più nulla da sperimentare.

Cronologia: la fine dell’Umanesimo← Carlo. Rinascimento V La crisi dell’Umanesimo- ↓ Francesco I Rinascimento

Cronologia: la fine dell’Umanesimo← Carlo. Rinascimento V La crisi dell’Umanesimo- ↓ Francesco I Rinascimento comincia durante il conflitto francoasburgico, quando la Francia di Francesco I e la Spagna di Carlo V si contesero il predominio in Italia. Un evento-choc che mise in crisi l’ottimismo rinascimentale sulle capacità dell’uomo di dominare il corso degli eventi fu il «Sacco di Roma» del 1527, a cui seguì la Pace di Cateau -Cambrésis del 1559, 1559 in seguito alla quale le Signorie italiane persero la loro autonomia.

Cosa caratterizza questo periodo Si assiste alla riscoperta di autori classici e ad un

Cosa caratterizza questo periodo Si assiste alla riscoperta di autori classici e ad un rinnovato interesse per la cultura antica. Questi studi danno origine ad uno sviluppo e a riflessioni sulla natura, a nuove metodologie scientifiche, a nuove concezioni filosofiche. La venere di Milo, simbolo del classicismo

Il quadro storico e sociale Stagnazione economica e trasformazioni sociali Complessità europea e stabilità

Il quadro storico e sociale Stagnazione economica e trasformazioni sociali Complessità europea e stabilità italiana Medioevo e Rinascimento: elementi di continuità e di frattu

Stagnazione economica e trasformazioni sociali Dalla fine del Trecento a oltre metà del Quattrocento

Stagnazione economica e trasformazioni sociali Dalla fine del Trecento a oltre metà del Quattrocento l’economia europea, dopo aver subito una profonda crisi dal punto di vista demografico, produttivo e mercantile, sembra adattarsi a questa situazione: è una fase di stagnazione. I modi in cui l’economia e la società “risposero” alla crisi sono estremamente differenziati nelle diversi regioni europee. In Italia le ristrutturazioni agrarie implicarono un processo di valorizzazione della terra. CONSEGUENZA: EMERGERE DI UN’ARISTOCRAZIA RECENTE BASATA SULLA PROPRIETÀ FONDIARIA Valori di riferimento: buoni costumi, equilibrio, oculata amministrazione.

Economia e società Impoverimento dei contadini, incremento dei dislivelli di ricchezza Indebolimento forza economica

Economia e società Impoverimento dei contadini, incremento dei dislivelli di ricchezza Indebolimento forza economica feudale Ricchezza in mano alle oligarchie urbane mercantili, che investono sempre più in terreni STAGNAZIONE ECONOMICA Conseguenze sul commercio Diminuzione della domanda e crollo prezzo grano Beni di lusso per i pochi ricchi

Complessità europea e stabilità italiana Dal punto di vista politico il panorama europeo presenta

Complessità europea e stabilità italiana Dal punto di vista politico il panorama europeo presenta una situazione di notevole complessità, ma si possono tracciare delle linee fondamentali. Crisi dellla Chiesa Inghilterra, Francia e Spagna Italia

La Chiesa La crisi e la perdita di autorità della Chiesa, dilaniata dallo scisma

La Chiesa La crisi e la perdita di autorità della Chiesa, dilaniata dallo scisma occidentale (ci furono fino a 3 papi contemporaneamente, ma anche un biennio circa senza pontefice), divennero sempre più acute. L’unità venne saldamente ricomposta nel 1447, quando fu riconosciuto universalmente papa Niccolò V. L’istituzione papale era ormai però ampiamente soggetta alle scelte politiche delle diverse monarchie. La politicizzazione della curia e del pontefice portò ad una totale mondanizzazione dell’apparato centrale della Chiesa e alla nascita di diversi aspetti dell’espressione cristiana nella società del Quattrocento: la religiosità popolare si mantenne forte e radicata quella degli umanisti si svolse in una direzione prevalentemente ideologica ed etica.

Inghilterra, Francia e Spagna Le potenze europee vanno incontro ad un rapido processo di

Inghilterra, Francia e Spagna Le potenze europee vanno incontro ad un rapido processo di formazione di stati nazionali: l’Inghilterra, sconfitta nella guerra dei Cento anni (13371453), e’ dilaniata dalla guerra civile delle Due Rose (14551485) che contrappone le grandi famiglie feudali e che portera’, praticamente, all’autodistruzione della feudalita’ inglese. In Francia la dinastia dei Valois (1328 -1589) porta ad un rafforzamento della monarchia, in chiave fortemente nazionale, con un consolidamento dell’economia e un’espansione del territorio francese; tutto questo portera’ la Francia ad un ruolo di primo piano nello scacchiere europeo. la Spagna, rinvigorita dal lungo conflitto anglo-francese, in concorrenza anche con il Portogallo, ambisce ad aumentare il commercio e la potenza militare. Non a caso concluderà il secolo con la scoperta-conquista dei nuovi territori d’oltremare: il Nuovo Mondo.

In Italia Riguardo l’assetto politico, assistiamo alla formazione di stati a base territoriale allargata,

In Italia Riguardo l’assetto politico, assistiamo alla formazione di stati a base territoriale allargata, in alcuni casi di dimensione regionale (Genova, Firenze, Milano, Venezia). Quanto alle forme istituzionali, il fenomeno più rilevante è la definitiva evoluzione delle istituzioni cittadine verso regimi signorili, caratterizzati dalla figura del principe come centro del potere politico. Emergono differenze regionali: Nella regione padana e appenninica, accanto ai principali stati regionali, si forma una miriade di corti principesche, mentre il regno di Napoli rimane contraddistinto dalla presenza di enormi feudi, proprietà dei baroni (conseguenza: maggiore unità politica, ma economia pesantemente condizionata dal latifondo).

In Italia centro Settentrionale vi è una ricerca da parte degli stati maggiori di

In Italia centro Settentrionale vi è una ricerca da parte degli stati maggiori di una posizione egemonica quindi Conflitti – Alleanze - Rovesciamenti Si giunge alla Pace di Lodi - 1454 Si ha poi L’ipotesi di un’associazione comune contro il nemico: i Turchi Ma vi è l’esaurimento della politica in intricate trame diplomatiche a causa di gelosie e sospetti Queste vicende e le signorie lasciano un’eredità non tanto politica, quanto culturale. Il ‘ 400 e il Rinascimento costituiranno uno spartiacque fondamentale nelle vicende del sapere e dell’espressione artistica e culturale.

Medioevo, Umanesimo, Rinascimento continuità e frattura Riassumendo, quindi: Ciò che distingue Medioevo e Rinascimento,

Medioevo, Umanesimo, Rinascimento continuità e frattura Riassumendo, quindi: Ciò che distingue Medioevo e Rinascimento, trova le sue radici nell’Umanesimo, movimento convenzionalmente collocato nella prima metà del Quattrocento. Durante l’Umanesimo l’attività di ricerca, restauro e studio dei codici antichi si coniugò con un rinnovamento ideologico e con un generale ripensamento della condizione umana. L’Umanesimo fu inoltre caratterizzato da una produzione erudita in latino e soltanto con il consolidarsi delle istituzioni cortigiane si ebbe la rinascita del volgare. Al momento di maggior integrazione tra volgare e cultura classica molti studiosi attribuiscono il ruolo di limite tra l’Umanesimo e il Rinascimento. Ma la distinzione è tutt’altro che concorde e ancora oggetto di vivace dibattito. (1441, 1453, 1454, 1492)

Etimologia e significato di “Umanesimo” • Il termine Umanesimo deriva dall’espressione latina «Humanae Litterae»

Etimologia e significato di “Umanesimo” • Il termine Umanesimo deriva dall’espressione latina «Humanae Litterae» , cioè gli scritti, gli studi dell’ “Uomo” • Infatti, il movimento culturale è caratterizzato dalla ripresa dei modelli classici, delle opere degli autori greci e latini, • al centro delle quali c’era una figura di Uomo in armonia con se stesso, con la Natura e con la società in cui viveva. Sandro Botticelli, particolare de’ “La Primavera”

Etimologia e significato di “Rinascimento” Il termine Rinascimento Giovanni Pico della Mirandola, autore del

Etimologia e significato di “Rinascimento” Il termine Rinascimento Giovanni Pico della Mirandola, autore del trattato in latino “De dignitate hominis”, opera scritta in difesa dela dignità dell’uomo. allude ad una vera e propria “rinascita” della fiducia, dell’ottimismo circa le capacità dell’uomo. Infatti, l’Uomo non si sente più l’essere indegno, limitato, soggetto all’errore e al peccato, che appariva negli autori medievali. Pico della Mirandola (14631494) scrive un Trattato sulla “Dignità dell’uomo”, dell’uomo” creato ad immagine e somiglianza di Dio.

La cultura e le idee La visione del mondo degli umanisti La prospettiva storica

La cultura e le idee La visione del mondo degli umanisti La prospettiva storica e filologica Arte, tecnica, magia: la rappresentazione della natura

La visione del mondo I primi Umanisti fiorentini si dedicano agli studi dei classici

La visione del mondo I primi Umanisti fiorentini si dedicano agli studi dei classici e alla riflessione sulla politica e sulle istituzioni. I classici sono maestri di virtù, di verità. Vivere permette all’uomo di affermarsi come individuo; si sostiene quindi il primato della volontà sull’intelletto, della vita attiva su quella contemplativa. Si verifica un vero e proprio “ritorno a Platone”, inteso spesso come polemica con l’aristotelismo scolastico medievale.

Platone e l’Umanesimo Mentre nel Medioevo si erano conosciute solo il Menone, il Fedone,

Platone e l’Umanesimo Mentre nel Medioevo si erano conosciute solo il Menone, il Fedone, e parte del Timeo, nella prima metà del Quattrocento vengono tradotte le opere di argomento etico e politico e, nel 1484, Marsilio Ficino pubblica la traduzione integrale dei dialoghi platonici. Con Marsilio Ficino si afferma la tendenza a interpretare Platone in chiave neoplatonica. Agli interessi civili e politici si sostituisce una riflessione di carattere più metafisico e religioso. Ficino assegna all’anima dell’uomo la funzione di centro del cosmo, di intermediaria tra finito e infinito, tra terra e cielo. L’amore è come un forza che muove l’anima verso Dio attraverso la contemplazione della bellezza e dell’armonia del cosmo.

 « Ai tempi nostri la divina Provvidenza ama far poggiare la religione sull'autorità

« Ai tempi nostri la divina Provvidenza ama far poggiare la religione sull'autorità razionale della filosofia, fin quando al tempo stabilito, come ha già fatto una volta, la confermerà ovunque con i miracoli. Per ispirazione quindi della Provvidenza abbiamo interpretato il divino Platone e il grande Plotino. » (Marsilio Ficino, Introduzione alle Enneadi)

NOTA: Il neoplatonismo nacque in un particolare momento storico, in cui l’uomo sembrava avvertire

NOTA: Il neoplatonismo nacque in un particolare momento storico, in cui l’uomo sembrava avvertire una profonda crisi interiore e si accorgeva della caducità della realtà sensibile. Era l'epoca del tardo ellenismo, un periodo di grandi difficoltà e sconvolgimenti, preludio della caduta dell’Impero Romano, ma culturalmente fecondo per la varietà di correnti filosofiche e religiose da cui fu caratterizzato e per il fatto che proprio allora stava cominciando a diffondersi il messaggio cristiano mescolato con altri culti (specie orientali). Convenzionalmente il neoplatonismo viene fatto iniziare con l'attività di Plotino di Licopoli, che visse nella prima metà del III secolo e studiò ad Alessandria d'Egitto. Anche in ambito cristiano il neoplatonismo conobbe notevole diffusione, soprattutto a partire dal circolo intellettuale che si era formato a Milano verso la fine del III secolo, attorno alla figura dell'arcivescovo Ambrogio: fu grazie ai contatti con il cenacolo milanese che Agostino, il futuro vescovo di Ippona e Padre della Chiesa conobbe il pensiero dei "filosofi platonici" che furono così determinanti nel suo allontanamento dal manicheismo. Ma una vera e propria ripresa delle idee neoplatoniche si ebbe proprio durante l’Umanesimo e il Rinascimento, quando esse arrivarono a caratterizzare quasi tutta la filosofia rinascimentale, e durante il quale vennero sottoposte a deformazioni ermetiche, magiche ed esoteriche, senza tuttavia smarrire la loro struttura logica di fondo, costituita dal metodo critico della teologia negativa. La rinascita del neoplatonismo fu favorita in particolare dall’influsso della cultura bizantina; la filosofia rinascimentale tuttavia non si limitò a recepire il platonismo greco, ma lo rielaborò integrandolo non solo col neoplatonismo già presente in ambito occidentale, ma anche con l’aristotelismo apportato dagli arabi. Nota alla nota: TEOLOGIA NEGATIVA: La polarità del mondo, costituita dalle due estremità, permetteva di stabilire un rapporto dialettico tra di esse, essendo l'una il negativo dell'altra. Ad esempio, la verità (assunta come il polo positivo) diventava definibile tramite il suo negativo, ovvero la falsità. Così, pur affermando che l'Uno si trova al di là di tutto, persino del pensiero logico, il sistema neoplatonico non intendeva presentarsi come un mero salto nell'irrazionale o nell'intuizione mistica, ma diventò anzi quella corrente filosofica che ha fornito al pensiero occidentale lo strumento critico della teologia negativa. Ricorrendo a tale strumento, la teologia neoplatonica mirava a ricucire, tramite l'uso della dialettica e della logica formale, quell'unità immediata di soggetto e oggetto, spirito e materia, che nel mondo sensibile appariva invece terribilmente frantumata in un dualismo insanabile. DA WIKIPEDIA

L’idea di fondo del “De dignitate hominis” di Pico Nel trattato, Pico immagina un

L’idea di fondo del “De dignitate hominis” di Pico Nel trattato, Pico immagina un dialogo tra Dio e il primo uomo da Lui creato: Dio dice di aver voluto creare un essere in grado di apprezzare la straordinaria bellezza della creazione, ponendolo «al centro dell’Universo» perché meglio potesse osservarla. Aggiunge di non averlo predeterminato come le bestie soggette all’istinto o gli angeli votati alla spiritualità, ma di avergli fatto un dono enorme: il libero arbitrio, arbitrio cioè la libertà di scegliere se abbrutirsi al livello degli animali o elevarsi a livello degli angeli.

L’ «Uomo» dell’Umanesimo. Rinascimento Benché credenti, gli Umanisti e gli artisti del Rinascimento liberano

L’ «Uomo» dell’Umanesimo. Rinascimento Benché credenti, gli Umanisti e gli artisti del Rinascimento liberano l’Uomo dalle catene da cui era legato durante il Medioevo: sottolineano tutto ciò che è bello esteticamente, prima di tutto il “corpo”, la fisicità dell’uomo; in secondo luogo le doti intellettuali: c’è una visione ottimistica delle capacità dell’uomo di dominare la Natura e la Storia, di imprimere la sua volontà su quanto lo circonda: l’Uomo è «fabbro del proprio destino»

Cultura e educazione Altro tratto tipico dell’Umanesimo è il progetto pedagogico, educativo, rivolto non

Cultura e educazione Altro tratto tipico dell’Umanesimo è il progetto pedagogico, educativo, rivolto non solo ai giovani. Al centro della pedagogia umanistica troviamo un ideale di formazione dell’uomo nella sua globalità e nella sua completezza delle sue qualità fisiche e spirituali. Al centro di questa “riforma dell’istruzione” si trova il ruolo centrale conferito alla retorica, alla poesia e alla dialettica. La lettura e la scrittura sono gli esercizi per l’apprendimento del greco e del latino, necessari per decifrare i testi classici. Infine il rapporto tra studente ed insegnante viene completamente rivoluzionato, passando al reciproco rispetto e alla persuasione, evitando ogni tipo di costrizione.

L’ «Uomo» dell’Umanesimo. Benché credenti, gli Umanisti e Rinascimento gli artisti del Rinascimento tornano

L’ «Uomo» dell’Umanesimo. Benché credenti, gli Umanisti e Rinascimento gli artisti del Rinascimento tornano a rappresentare, dopo le censure del Medioevo, il “corpo”, senza veli, sia nei soggetti tratti dal mondo reale, che in quelli mitologici e sacri.

Prospettiva storica e filologica Gli Umanisti si dedicano poi alla ricerca filologica. Poiché i

Prospettiva storica e filologica Gli Umanisti si dedicano poi alla ricerca filologica. Poiché i copisti non sempre avevano trascritto i testi classici in modo corretto, gli studiosi, attraverso la critica del testo, riportano le opere antiche alla forma originale. Vengono quindividuati gli errori e nel contempo si scoprono nuovi testi dispersi in fondi bibliotecari. Si riportano alla luce opere di Quintiliano, Lucrezio, Valerio Flacco e Cicerone.

Il Metodo «filologico» delle scuole umanistiche Il metodo filologico si articola in 3 fasi:

Il Metodo «filologico» delle scuole umanistiche Il metodo filologico si articola in 3 fasi: «Collectio» o «collezione» , raccolta di tutti I manoscritti che tramandano una versione di una determinata opera classica «Collatio» o «comparazione, confronto» parola per parola tra le differenti copie; «Emendatio» o «correzione» di tutti gli errori meccanici commesssi dai monaci copisti (amanuensi) , fino a risalire alla versione originale.

Arte, tecnica e magia Emergono le figure di intellettuali che si interessano a tante

Arte, tecnica e magia Emergono le figure di intellettuali che si interessano a tante discipline come Leon Battista Alberti e Leonardo da Vinci. Quest’ultimo apre la strada alla scienza moderna mettendo in primo piano l’esperienza e l’accertamento delle verità in contrapposizione a dispute filosofiche su problemi non verificabili. I testi restaurati di matematici dell’antichità come quelli di Euclide diventano punti di riferimento. Rinascono le scienze come l’ingegneria, si sviluppano l’interesse per i saperi tecnicooperativi e per l’indagine del mondo naturale. Si diffondono magia e astrologia in quanto risposta al bisogno di interrogare il futuro per superare le incertezze del presente.

3. Le istituzioni socioletterarie Il ruolo sociale del letterato Pubblico Centri e organizzazione culturale

3. Le istituzioni socioletterarie Il ruolo sociale del letterato Pubblico Centri e organizzazione culturale di produzione letteraria

Il ruolo sociale del letterato Nel corso di tutto il XV secolo, gli scrittori

Il ruolo sociale del letterato Nel corso di tutto il XV secolo, gli scrittori e gli uomini di cultura sono strettamente legati al contesto politico nel quale vivono. Gli Umanisti operanti nella prima metà del Quattrocento a Firenze hanno un ruolo di rilievo nella vita comunale della loro città e sono dunque naturalmente attratti dai temi civili, dalle problematiche politiche e sociali. Il loro impegno, nel ribadire la libertà politica e nel definire la centralità dell’uomo nel mondo, viene perciò convenzionalmente definito come “Umanesimo civile”. Altrove prevalgono differenti interessi, di carattere etico più generale. Nel secondo Quattrocento, poi, con il progressivo affermarsi delle corti, muta il panorama culturale e con esso anche la tipologia dell’intellettuale, che si mette ora a disposizione di un signore, subordinando la sua produzione artistica alle esigenze della corte e alle volontà del mercante. È in questo periodo che l’attività dello scrittore diventa una vera e propria professione, corrisposta da un regolare stipendio per i servizi offerti a corte.

Lingua e pubblico Il lavoro degli umanisti è caratterizzato dal recupero dei testi classici,

Lingua e pubblico Il lavoro degli umanisti è caratterizzato dal recupero dei testi classici, dal restauro filologico e dalla ricerca di una corretta esegesi: questa attività avvia complesse discussioni, che coinvolgono tutte le discipline. Il dibattito arricchisce di nuove esperienze la cultura quattrocentesca, ma tuttavia queste esperienze e queste discussioni vengono trasmesse soltanto nella lingua dei dotti, spesso sotto forma epistolare o in trattati che circolano fra pochi esperti. Anche le operazioni di restauro filologico dei testi rimangono sempre circoscritte ad ambiti specialistici. La situazione muta considerevolmente verso la seconda metà del Quattrocento.

Pubblico e organizzazione culturale Soprattutto a partire dalla seconda metà del secolo, il ruolo

Pubblico e organizzazione culturale Soprattutto a partire dalla seconda metà del secolo, il ruolo sociale del letterato si svolge entro un contesto elitario: i mecenati commissionano opere d’arte, favoriscono la produzione letteraria musicale, di manifestazione della propria ricchezza, del proprio potere e prestigio. Tuttavia questa eccezionale fioritura artistica del Rinascimento è prodotta e si consuma entro un ambito ristretto: l’intellettuale, che vive in raffinati ambienti, offre infatti il suo contributo a una stretta cerchia di persone, ai vertici del potere politico e religioso.

Decisiva per le scelte linguistiche è la volontà dei signori e dei principi di

Decisiva per le scelte linguistiche è la volontà dei signori e dei principi di rinvigorire la produzione letteraria in volgare, favorendo la produzione di testi adatti a un pubblico ampio: in primis va ricordato Lorenzo de’ Medici (attivo anche come autore, oltre che come mecenate). Per la produzione letteraria in volgare si profilarono perciò due tipi di culture e due tipologie di pubblico: uno più colto, in grado di cogliere i richiami al pensiero umanistico e ai dibattiti filosofici dell’epoca, e uno più propenso ad apprezzare forme di poesia popolaresca e generi derivanti dalla tradizione orale.

LA STAMPA I primi testi composti con la tecnica dei caratteri mobili si diffondono

LA STAMPA I primi testi composti con la tecnica dei caratteri mobili si diffondono intorno alla metà del XV secolo, in aggiunta a precedenti fenomeni innovativi quali l’aumento dell’alfabetizzazione, l’incremento della diffusione di testi manoscritti e la trasmissione della cultura a un pubblico più ampio di quello medievale. Un ruolo non secondario hanno innovazioni tecnologiche, quali lo sviluppo dell’industria della carta, un alto livello nella tecnica di fusione e incisione dei metalli. Questi fenomeni stanno alla base dello sviluppo della stampa.

Nel 1455 Johann Gütenberg pubblica la Bibbia, tradizionalmente considerata il primo libro stampato della

Nel 1455 Johann Gütenberg pubblica la Bibbia, tradizionalmente considerata il primo libro stampato della storia. Fioriscono in Germania e poi nel resto dell’Europa numerose stamperie. In Italia il centro più significativo è Venezia dove si distingue la bottega di Aldo Manuzio. Gli stampatori curano l’intero ciclo di produzione del libro e la bottega diventa anche libreria. La stampa accelera l’alfabetizzazione, anche se il testo stampato è irraggiungibile per un grande numero di persone e all’inizio l’aristocrazia umanistica giudica le stampe più dozzinali e meno preziose dei manoscritti. La stampa, oltre a contribuire in maniera decisiva all’espansione del numero dei lettori, accelera enormememente i processi di alfabetizzazione e di acculturazione delle nazioni, modificando per esempio anche le tecniche didattiche, per le quali il libro è ormai uno strumento insostituibile.

Le biblioteche, che nascono per volontà di grandi principi e mecenati, diventano centri di

Le biblioteche, che nascono per volontà di grandi principi e mecenati, diventano centri di cultura: si leggono i testi, si classificano, si scambiano. Tra le raccolte più prestigiose si ricordano: • La biblioteca Marciana di Firenze, voluta da Cosimo de’ Medici e poi assorbita dalla Laurenziana, progettata in seguito da Michelangelo, che prende il nome Lorenzo il Magnifico. Poliziano ed altri eruditi lavorano per costruire un patrimonio librario notevole; • La biblioteca Vaticana, una delle più importanti al mondo per quantità e ricercatezza dei suoi resti, fondata da Niccolò V; • La biblioteca Marciana di Venezia è costituita da un vario numero di incunabuli e testi rari. Pagina della Bibbia di Gütenberg

CENTRI DI PRODUZIONE LETTERARIA Centri di diffusione letteraria diventano le Corti, le Università e

CENTRI DI PRODUZIONE LETTERARIA Centri di diffusione letteraria diventano le Corti, le Università e le Accademie. Le Corti: Luoghi per eccellenza della produzione linguistica e artistica. Le grandi famiglie come i Gonzaga, gli Estensi, i Medici, i Visconti si contendono il primato culturale. Le Università: Concentrano la loro attenzione sulla formazione professionale di medici, giuristi, scrittori e potenziano il loro legame con il mondo politico. Le Accademie: Sono luoghi di incontro dove intellettuali di formazione diversa discutono, si scambiano opinioni, risultati, ricerche. In questo modo si va a costituire una cultura a carattere nazionale, grazie alla circolazione delle idee e all’intensificazione dei trasferimenti da una corte all’altra.

I centri di diffusione della cultura Umanistico-Rinascimentale ← Cosimo I de’ Medici, il Vecchio

I centri di diffusione della cultura Umanistico-Rinascimentale ← Cosimo I de’ Medici, il Vecchio Enea Silvio Piccolomini, Papa Pio II ↓ ← Alfonso V d’Aragona, detto il Nella prima fase – prevalentemente latina – i principali centri di diffusione della cultura umanistica furono: Firenze, Firenze sotto la signoria di Cosimo I e poi di suo nipote Lorenzo, detto il “Magnifico”; Roma, Roma sotto i papi umanisti come Pio II, già poeta col nome di Enea Silvio Piccolomini; Napoli, Napoli sotto il regno di Alfonso d’Aragona

L’Umanesimo Fiorentino A Firenze, i letterati umanisti avevano a disposizione tre Scuole: lo Studio

L’Umanesimo Fiorentino A Firenze, i letterati umanisti avevano a disposizione tre Scuole: lo Studio Fiorentino, Fiorentino una facoltà di Lettere antiche, dove si studiavano il greco e il latino, fondata dal Boccaccio; l’Accademia Neoplatonica, Neoplatonica una scuola di filosofia in cui insegnava Marsilio Ficino la Cerchia Laurenziana, Laurenziana un cenacolo di artisti che circondavano Lorenzo il Magnifico

L’Umanesimo Fiorentino Durante la fase dell’Umanesimo volgare, nella seconda metà del ‘ 400, furono

L’Umanesimo Fiorentino Durante la fase dell’Umanesimo volgare, nella seconda metà del ‘ 400, furono attivi a Firenze: Lorenzo de’ Medici (“Canzona di Bacco e Arianna”, “Corinto”, “Nencia da Barberino”) Agnolo Ambrogini, detto il Poliziano, Poliziano il più colto e raffinato (“Stanze per la Giostra in onore di Giuliano de’Medici”, “Silvae”, “L’Orfeo”) Luigi Pulci, Pulci autore del poema “Il Morgante”.

L’Umanesimo Romano A Roma, i Papi tra ‘ 400 e ‘ 500 si comportarono

L’Umanesimo Romano A Roma, i Papi tra ‘ 400 e ‘ 500 si comportarono esattamente come i Principi: si susseguirono papi umanisti come Pio II (Enea Silvio Piccolomini), papi corrotti come Alessandro VI (al secolo Rodrigo Borgia) papi guerrieri come Giulio II, grandi mecenati come Leone X e Clemente VII (entrambi appartenenti alla Famiglia Medici) A Roma operò il grande filologo Lorenzo Valla, cui dobbiamo la scoperta che la presunta “Donazione di Costantino” altro non era se non un falso.

L’Umanesimo Napoletano Ritratto di Jacopo Sannazzaro eseguito dal Tiziano A Napoli, sotto gli Aragona

L’Umanesimo Napoletano Ritratto di Jacopo Sannazzaro eseguito dal Tiziano A Napoli, sotto gli Aragona (prima Alfonso il Magnanimo, poi Ferdinando) nacque l’Accademia Pontaniana (dal nome del fondatore Giovanni Pontano), di cui facevano parte alcuni poeti cultori della poesia classica, e che, per questo, scrivevano in latino: tra loro il più importante fu Jacopo Sannazzaro, Sannazzaro che scrisse in volgare un’opera destinata a fondare il genere pastorale: “l’Arcadia”.

L’Umanesimo Milanese A Milano, Milano presso la corte di Ludovico il Moro, insieme con

L’Umanesimo Milanese A Milano, Milano presso la corte di Ludovico il Moro, insieme con Leonardo da Vinci, trovarono accoglienza alcuni Poeti petrarchisti, petrarchisti il più noto dei quali fu Bernardo Bellincioni, Bellincioni che dedicò un sonetto al ritratto che leonardo Fece a Cecilia Gallerani, meglio nota come la “Dama dell’ermellino” Leonardo da Vinci, “La Dama

Di che ti adiri? A chi invidia hai Natura Al Vinci che ha ritratto

Di che ti adiri? A chi invidia hai Natura Al Vinci che ha ritratto una tua stella: Cecilia! sì bellissima oggi è quella Che a suoi begli occhi el sol par ombra oscura. L'onore è tuo, sebben con sua pittura La fa che par che ascolti e non favella: Pensa quanto sarà più viva e bella , Più a te fia gloria in ogni età futura. Ringraziar dunque Ludovico or puoi E l'ingegno e la man di Leonardo, Che a' posteri di te voglia far parte. Chi lei vedrà cosi, benché sia tardo, Vederla viva, dirà: Basti a noi Comprender or quel eh' è natura et arte.

L’Umanesimo Veneziano Venezia, durante l’Umanesimo. Rinascimento, mantenne le sue istituzioni repubblicane, ma sitrattava di

L’Umanesimo Veneziano Venezia, durante l’Umanesimo. Rinascimento, mantenne le sue istituzioni repubblicane, ma sitrattava di una Repubblica fortemente oligarchica, in cui il Doge veniva scelto entro una ristretta cerchia di famiglie aristocratiche. Dopo l’invenzione della stampa, vi fiorirono diverse botteghe editoriali, la più importante delle quali fu quella di Aldo Manuzio. Dal punto di vista editoriale, la città si mantenne indipendente anche nei secoli a venire: V. fu l’ultima città a concedere l’accesso al Tribunale dell’Inquisizione.

L’Umanesimo Ferrarese Beatrice d’Este, figlia di Ercole I d’Este e di Eleonora d’Aragona, andata

L’Umanesimo Ferrarese Beatrice d’Este, figlia di Ercole I d’Este e di Eleonora d’Aragona, andata in sposa a Ludovico il Moro, bella, istruita, amante delle A Ferrara Ercole I d’Este affida l’educazione dei suoi figli – Alfonso ed Ippolito - all’umanista Guarino veronese. La caratteristica dell’Umanesimo ferrarese è quella di una letteratura più fortemente legata alla tradizione delle “chansons de gestes” e dei cantari popolari, come testimoniano i volumi conservati nella Biblioteca estense. Ciò non toglie che ebbe esponenti dell’umanesimo latino, poeti in latino come Tito Vespasiano Strozzi, zio di Matteo Maria Boiardo

La “questione” della lingua tra ‘ 400 e ‘ 500 Medioevo Seconda metà del

La “questione” della lingua tra ‘ 400 e ‘ 500 Medioevo Seconda metà del ‘ 400 Cinquecento Frammentazione linguistica: Dante, nel “De vulgari eloquentia” conta ben 14 volgari in Italia, quelli che hanno attestazione nei testi In concomitanza col formarsi letterari degli stati regionali, si formano delle Lingue di Koinè: mescolanza di dialetti su base regionale, che riceve un’impronta più forte da quello della capitale politica Unificazione della lingua letteraria, grazie al modello linguistico del Latino all’imitazione della lingua poetica del Petrarca

Il volgare del secondo ‘ 400: le «Koinè» Registro Poesia Lirica Poesia Epica Cancelleria

Il volgare del secondo ‘ 400: le «Koinè» Registro Poesia Lirica Poesia Epica Cancelleria Koinè ferrarese “Amorum libri tres” di M. M. Boiardo “Orlando innamorato” di M. M. Boiardo Koinè fiorentina “Stanze per la Giostra in onore di Giuliano de’ Medici” di A. Poliziano “Il Morgante” di L. Pulci Livello più basso, più vicino al dialetto popolare

Il volgare del secondo ‘ 400: le «Koinè» Pier Vincenzo Mengaldo, Mengaldo docente di

Il volgare del secondo ‘ 400: le «Koinè» Pier Vincenzo Mengaldo, Mengaldo docente di Storia della Lingua, nel suo saggio “La lingua del Boiardo lirico” , mette a confronto le due opere di Boiardo – gli “Amorum” e “l’Orlando”- scritte dal poeta ferrarese nella Koinè della sua regione con le due corrispondenti della Koinè fiorentina, “le Stanze” e “Il Morgante”, concludendo che c’è sostanziale identità linguistica (a livello orizzontale). Invece, in verticale, all’interno della medesima koinè, c’è un abisso tra il linguaggio lirico e quello della Cancelleria.

Il volgare del secondo ‘ 400: le «Koinè» Secondo Mengaldo, nella seconda metà del

Il volgare del secondo ‘ 400: le «Koinè» Secondo Mengaldo, nella seconda metà del ‘ 400, quell’unificazione che in Italia non si realizza a livello politico, si realizza a livello linguistico, per quel che concerne la lingua della poesia, che si avvia all’unificazione grazie a due fattori: il modello della sintassi e della lingua latina, su cui si sono esercitati i poeti tra 4 e 500 l’imitazione del “Canzoniere” di Petrarca.

Il volgare nel Cinquecento Nel corso del ‘ 500 si profilarono 3 proposte per

Il volgare nel Cinquecento Nel corso del ‘ 500 si profilarono 3 proposte per la lingua letteraria: la soluzione “arcaica”, “arcaica” teorizzata da Pietro Bembo, Bembo che proponeva come lingua ideale quella di Petrarca per la Poesia e quella di Boccaccio per la Prosa; la soluzione “cortigiana” avanzata da Gian Giorgio Trissino, Trissino che, partendo dal fraintendimento della teoria dantesca, indicava come lingua ideale quella parlate nelle corti; la soluzione “realistica”, “realistica” sostenuta da Niccolò Machiavelli: Machiavelli il fiorentino vivo, parlato per le vie di Firenze.

Il volgare nel Cinquecento La soluzione vincente fu quella “arcaica” teorizzata da Pietro Bembo,

Il volgare nel Cinquecento La soluzione vincente fu quella “arcaica” teorizzata da Pietro Bembo, Bembo che la espose nel suo trattato “Prose della volgar lingua”, lingua” pubblicato nel 1525. Egli pose le basi del Petrarchismo, dell’imitazione del Petrarca che contrassegnò tutto il ‘ 500 e condizionò fortemente l’elaborazione dell’”Orlando furioso” di Ludovico Ariosto.