Prof Loredana Lucarelli Cd S Magistrale in Psicologia

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Prof. Loredana Lucarelli Cd. S Magistrale in Psicologia Clinica e di Comunità Psicopatologia Dinamica

Prof. Loredana Lucarelli Cd. S Magistrale in Psicologia Clinica e di Comunità Psicopatologia Dinamica nel Ciclo di Vita Anno Accademico 2020 -2021 «E’ vietata la copia e la riproduzione dei contenuti e immagini in qualsiasi forma. E' inoltre vietata la redistribuzione e la pubblicazione dei contenuti e immagini non autorizzata espressamente dall'autore»

IL MODELLO EVOLUTIVO DI SIGMUND FREUD ØLa psicoanalisi classica ha introdotto la dimensione evolutiva

IL MODELLO EVOLUTIVO DI SIGMUND FREUD ØLa psicoanalisi classica ha introdotto la dimensione evolutiva nella storia dei pazienti e ha messo in luce la stretta integrazione fra le linee evolutive normali e quelle psicopatologiche.

LA TEORIA DELLE PULSIONI • La Teoria della Sessualità infantile (1905) si fonda sul

LA TEORIA DELLE PULSIONI • La Teoria della Sessualità infantile (1905) si fonda sul concetto di PULSIONE: • PULSIONI SESSUALI: sono stimoli interni, tensioni provenienti da diverse parti del corpo, rendendo necessaria un’attività per scaricarsi. • Ad es. , la pulsione orale (o libido orale: energia associata alla pulsione) sorge nella cavità orale (FONTE), crea il bisogno dell’attività di suzione (META) e si dirige verso un oggetto, in genere esterno alla persona (seno materno), necessario per il soddisfacimento • Nel nutrimento a scopo di autoconservazione, il neonato scopre che il seno materno è fonte di piacere libidico; attraverso l’esperienza il seno diventa il primo oggetto libidico

LA TEORIA DELLE PULSIONI (CONT. ) • La fonte della pulsione costituisce una ZONA

LA TEORIA DELLE PULSIONI (CONT. ) • La fonte della pulsione costituisce una ZONA EROGENA, che ha un potenziale di eccitamento sessuale; in differenti fasi dello sviluppo una zona erogena diventa dominante e l’attività connessa alla zona erogena diviene il fulcro della vita affettiva del bambino • Freud propone quindi una sequenza di fasi evolutive psico-sessuali dall’infanzia all’adolescenza e all’età adulta: le fasi orale, anale, fallica e genitale (fase genitale: fase della sessualità adulta) • Gli impulsi della sessualità infantile sopravvivono nell’età adulta, camuffati (sintomi nevrotici) e non (perversioni); nei casi più favorevoli, gli elementi infantili vengono incanalati in forme di gratificazione sublimate, inibite alla meta

COMPLESSO DI EDIPO • Come l’Edipo di Sofocle, ogni bambino è destinato ad essere

COMPLESSO DI EDIPO • Come l’Edipo di Sofocle, ogni bambino è destinato ad essere coinvolto in una dramma intenso e appassionato: l’amore per il genitore di sesso opposto • Angoscia di castrazione: è soltanto a causa della minaccia di castrazione che il bambino abbandona le ambizioni edipiche • Super-Io: erede del complesso edipico; l’interiorizzazione dei valori genitoriali accompagna la risoluzione del complesso edipico e tiene sotto controllo la sessualità infantile • Per Freud il complesso edipico è sia l’evento nodale dello sviluppo normale, sia il conflitto nucleare delle nevrosi

Psiconanalisi e metodi osservativi in ambito evolutivo Ø Agli albori della psicoanalisi, l’osservazione diretta

Psiconanalisi e metodi osservativi in ambito evolutivo Ø Agli albori della psicoanalisi, l’osservazione diretta del bambino non ha rappresentato né un tema specifico, né una tecnica di indagine conoscitiva entro il metodo clinico, sebbene, probabilmente, la prima osservazione psicoanalitica diretta di un bambino è di Sigmund Freud; • nel descrivere il gioco del rocchetto di un bambino normale di 18 mesi, il nipotino Ernst, Freud (1920) sottolineò l’utilità dell’osservazione diretta per esplorare i processi inconsci di natura affettiva finalizzati a controllare l’angoscia di separazione dalla madre; • queste prime intuizioni di Freud anticipano i tentativi successivi della psicoanalisi di conciliare il metodo ricostruttivo e il metodo osservativo nell’elaborare una teoria dello sviluppo infantile e di ridurre, quindi, la distanza tra il “bambino clinico”, ricostruito attraverso l’adulto e la psicopatologia, e il “bambino osservato” (Ammaniti, Dazzi, 1990; Stern, 1985).

Ø Nell’orientamento psicoanalitico, l’interesse scientifico per l’osservazione diretta del bambino si arricchisce di vari

Ø Nell’orientamento psicoanalitico, l’interesse scientifico per l’osservazione diretta del bambino si arricchisce di vari contributi intorno agli anni’ 50 e ’ 60: • una nuova prospettiva sullo sviluppo infantile, la psicologia psicoanalitica dell’Io, (A. Freud, 1957; Hartmann, 1950; Mahler, 1963) che considera, oltre al conflitto intrapsichico, i processi adattivi promossi dall’Io nei confronti dell’ambiente, crea un interesse per l’osservazione diretta del bambino nel suo contesto naturale • Anna Freud (1962, 1965: Normalità e patologia del bambino: valutazione dello sviluppo) utilizza il concetto di Linee evolutive per mettere in rilievo che lo Sviluppo è sia cumulativo, sia epigenetico (ovvero, ogni fase evolutiva è costruita sulla precedente) • Anna Freud mantiene il modello sviluppo libidico, ma vi aggiunge le interdipendenze tra determinanti maturative e ambientali negli step evolutivi

 • L’ampio contributo di Anna Freud, Dorothy Burlingam, cofondatrici delle Hampstead War Nurseries

• L’ampio contributo di Anna Freud, Dorothy Burlingam, cofondatrici delle Hampstead War Nurseries per l’assistenza ai bambini abbandonati, di René Spitz e John Bowlby che osservarono gli effetti precoci sullo sviluppo affettivo e cognitivo infantile della separazione dalla madre e della deprivazione materna, un evento ben definito che mette in luce il ruolo delle cure materne nello sviluppo infantile • Spitz (1946) e Bowlby (1973) descrissero bambini nel primo anno di vita abbattuti e prostrati, dallo sguardo spento, ritirati, in cui i comportamenti esplorativi e relazionali erano ridotti; sulla base di queste osservazioni hanno definito la depressione anaclitica, indotta dalla privazione materna e il lutto infantile messo in relazione con la perdita della figura materna

Ø Le osservazioni sugli effetti della separazione e deprivazione materna sono stati fondamentali per

Ø Le osservazioni sugli effetti della separazione e deprivazione materna sono stati fondamentali per l’emergere di un paradigma relazionale nell’orientamento psicoanalitico: la teoria delle relazioni oggettuali (Greenberg, Mitchell, 1983); • la ricerca di una relazione significativa, del tipo per appoggio, è considerata come spinta motivazionale centrale del comportamento umano; attraverso l’appoggio ad un oggetto significativo il bambino costruisce gradualmente una rappresentazione di sé e dell’oggetto integrata e differenziata (Horner, 1993). Ø Margaret Mahler, ipotizzando una prospettiva dello sviluppo infantile per fasi (autistica, simbiotica, di separazione-individuazione), conduce ricerche longitudinali, con un setting stabile e rigoroso, sull’osservazione diretta della relazione madre-bambino nei primi tre anni di vita (Mahler, Pine, Bergman, 1975), • questo contributo osservativo ha permesso lo sviluppo della teoria della separazioneindividuazione nella costruzione del Sé infantile; gradualmente, la madre incoraggia il processo di separazione-individuazione del bambino, pur rimanendo disponibile quale fonte di rifornimento emotivo.

Ø All’interno dell’ampia cornice della teoria psicoanalitica delle relazioni oggettuali, in riferimento al metodo

Ø All’interno dell’ampia cornice della teoria psicoanalitica delle relazioni oggettuali, in riferimento al metodo osservativo della relazione madrebambino, emergono due filoni convergenti: • uno fa capo a Melanie Klein esso si sviluppa il metodo della “Mother. Infant Observation” (Ernst Bick, 1968), in cui è posta in primo piano la “attendibilità della madre interna” (Hughes, 1989), capace soprattutto, alle premesse della vita psichica infantile, di contenere e modulare gli stati interni negativi del bambino, affinché egli sia in grado di riflettere ed elaborare la propria esperienza, “di pensare i suoi propri pensieri e sentire i suoi propri sentimenti” (Bion, 1962; Fonagy et al. , 2002); • un secondo emerge dal contributo di Donald W. Winnicott, più orientato ad individuare la “attendibilità della madre reale”, “una madre sufficientemente buona” con uno stile di caregiving ben temperato, in grado di graduare la qualità e la quantità dei suoi interventi presso il bambino, da cui deriva la “attendibilità della madre interna” (Winnicott, 1965; Hughes, 1989).

Ø Donald W. Winnicott (1941, 1965) rileva l’utilità, per la ricerca e la clinica,

Ø Donald W. Winnicott (1941, 1965) rileva l’utilità, per la ricerca e la clinica, dell’osservazione di un ampio numero di coppie madre-bambino, condotte in situazioni prefissate; si osserva come si comporta il bambino, come reagisce la madre e come la coppia madre-figlio interagisce con l’osservatore: l’ambiente di holding che circonda il bambino è accessibile con l’osservazione diretta e fornisce indicazioni sullo sviluppo emozionale del bambino. Ø Il metodo della “Mother-Infant Observation” osserva lo sviluppo del bambino nel naturale rapporto con la madre nelle mura domestiche. L’osservatore, accolto nella casa, si lascerà “collocare” in essa dalla madre (Bick, 1963): • avendo cura di non legarsi a nessun ruolo nella famiglia di consigliere, di sostituto della madre, di alleato o critico che disapprova; • mirando piuttosto a trovare, nella risonanza emotiva che lo sviluppo del bambino in relazione alla madre suscita nell’osservatore, la posizione di “recettivo distacco” dalla quale fare le sue osservazioni (Bick, 1963).

 • nel corso dell’osservazione, l’osservatore cerca di mantenere una “attenzione libera e fluttuante”

• nel corso dell’osservazione, l’osservatore cerca di mantenere una “attenzione libera e fluttuante” al contesto emotivo della situazione osservata; • è importante non soltanto l’oggetto dell’osservazione, ma anche ciò che si verifica nel mondo interno dell’osservatore. Ø Nella tecnica della Mother-Infant Observation viene quindi posta la questione del controllo della soggettività dell’osservatore e dell’analisi dei processi di transfert e di controtransfert. La supervisione e discussione dei dati ricavati dalle coppie madrebambino osservate, si presenta come parte integrante non soltanto del metodo, ma anche della formazione dell’osservatore. • L’esperienza della Mother-Infant Observation è stata sin dagli inizi considerata parte integrante della formazione degli allievi psicoterapeuti infantili della Tavistock Clinic di Londra.

Il contributo dell’Infant Research e della Teoria dell’Attaccamento La teoria dell’attaccamento e l’Infant Research,

Il contributo dell’Infant Research e della Teoria dell’Attaccamento La teoria dell’attaccamento e l’Infant Research, ossia la ricerca orientata da quesiti clinici nel campo dello sviluppo infantile, hanno messo in luce sul piano teorico e hanno verificato empiricamente (Operazionalizzazione dei modelli di attaccamento infantile: Strange Situation Procedure di M. Ainsworth) che la spinta a creare le relazioni è centrale nella disposizione umana e costituisce una motivazione al pari della gratificazione libidica o della riduzione della tensione e questo ha ampliato la prospettiva della psicoanalisi freudiana

Il contributo della teoria dell’attaccamento Ø A partire dalle osservazioni relative agli effetti della

Il contributo della teoria dell’attaccamento Ø A partire dalle osservazioni relative agli effetti della separazione e deprivazione materna, Bowlby (1951) rilevò la necessità di una nuova teoria che ne spiegasse le conseguenze nello sviluppo infantile; • trovò fonte di ispirazione nell’etologia, nel concetto di “imprinting” (Lorenz, 1957), ossia il processo di formazione dei legami sociali direttamente legato alla dotazione genetica della specie; • inoltre, il concetto etologico di “benessere da contatto”, che Harlow (1958), nel suo ormai classico studio sulle scimmie Rhésus, definiva come bisogno di sicurezza in situazioni nuove e stressanti, lo introdusse alle prime teorizzazioni sul legame di attaccamento del bambino alla madre (Bowlby, 1957).

Ø Bowlby critica la psicoanalisi di Sigmund Freud: in quanto non considera sufficientemente le

Ø Bowlby critica la psicoanalisi di Sigmund Freud: in quanto non considera sufficientemente le minacce ambientali dando molta importanza alla proiezione dei pericoli interni (rabbia, odio) in un ambiente neutro o benevolo Ø Critica inoltre il quadro psicoanalitico dello sviluppo della personalità nel quale tutte le fasi (orale, anale…) si susseguono in modo lineare e non è soddisfatto dell’idea della regressione fino ai punti di fissazione come modello della malattia psicologica Ø Bowlby propone un modello “epigenetico” nel quale sono possibili parecchie linee di sviluppo il risultato delle quali dipende dall’interazione tra l’organismo e il suo ambiente.

Ø Sviluppo del sistema di attaccamento: il sistema di attaccamento umano impiega diversi mesi

Ø Sviluppo del sistema di attaccamento: il sistema di attaccamento umano impiega diversi mesi per svilupparsi; dopo i 6 mesi il bambino comincia ad esibire ricerca di vicinanza, effetto base sicura e protesta per la separazione § Ontogenesi del sistema dell’attaccamento suddivisa in quattro fasi: • 0 -6 mesi: orientamento e pattern di riconoscimento; • 6 mesi-3 anni: attaccamento set-goal (scopo programmato); • Dai 3 anni in poi: formazione di una relazione reciproca.

 • L’esperienza affettiva di attaccamento si organizza in Modelli Operativi Interni (MOI) •

• L’esperienza affettiva di attaccamento si organizza in Modelli Operativi Interni (MOI) • Il costrutto Modello Operativo Interno: “si presta…all’esecuzione della ricerca empirica” (Bowlby, 1981) • Modelli rappresentazionali relativamente stabili che il bambino usa per predire il mondo e mettersi in relazione con esso, un bambino con modello di attaccamento sicuro interiorizza un modello operativo interno di una persona che si prende cura di lui sensibile, amorevole, affidabile e di un Sé che è meritevole di amore e di attenzione, e porterà questi assunti ad influire su tutte le altre relazioni

Ø La teoria dell’attaccamento può essere definita una teoria spaziale dello sviluppo affettivo e

Ø La teoria dell’attaccamento può essere definita una teoria spaziale dello sviluppo affettivo e relazionale, che riconosce alle esperienze interattive precoci con il caregiver la capacità di fornire al bambino modelli rappresentazionali di sé e degli altri relativamente stabili, improntati alla sicurezza e all’autostima, utili a formulare previsioni sul mondo e a mettersi in relazione con esso (Holmes, 1993); • l’esperienza affettiva di attaccamento si organizza in Modelli Operativi Interni (MOI) della figura di attaccamento e del sé che rappresentano l’esperienza vissuta nelle relazioni interpersonali con le persone che si prendono cura del bambino (Bowlby, 1969); • caratteristica centrale dei MOI riguarda la disponibilità attesa della figura di attaccamento, intesa come accessibilità e responsività; Bowlby prevede anche un modello complementare del Sé: un individuo che ha sviluppato un modello operativo interno della figura di attaccamento come amorevole e pronta a sostenerlo, può costruire un modello complementare del Sé come degno di sostegno e di amore.

 • Nella sua ricostruzione dello sviluppo infantile, Sigmund Freud aveva descritto almeno nelle

• Nella sua ricostruzione dello sviluppo infantile, Sigmund Freud aveva descritto almeno nelle primissime fasi, un bambino monadico in uno stato di narcisismo primario; questa visione del bambino perdura anche nella prospettiva dello sviluppo a fasi di Margaret Mahler, che ipotizza una normale fase autistica di iniziale indifferenziazione psichica; • il principio dell’inseparabilità tra il bambino e il suo ambiente messo in luce dagli sviluppi della teoria psicoanalitica delle relazioni oggettuali e della psicologia del Sé (Fairbairn; Kohut, 1977; Jacobson, 1974; Winnicott, 1971) ha spostato l’angolatura dell’osservazione dall’individuo alla relazione, sia il bambino sia il genitore agiscono l’uno sull’altro con stimolazioni e modellamenti reciproci; • questa nuova prospettiva viene messa in risalto dalla teoria dell’attaccamento di John Bowlby che propone una visione del bambino sin dall’inizio attivo e biologicamente preadattato alla ricerca di scambi sociali, che organizza la sua esperienze in rappresentazioni di Sé e degli altri, Modelli Operativi Interni, e che necessita per il suo positivo sviluppo di risposte adeguate al bisogno di legami affettivi e di sicurezza.

Ø In queste formulazioni si intravedono gli sviluppi della ricerca di Mary Ainsworth che

Ø In queste formulazioni si intravedono gli sviluppi della ricerca di Mary Ainsworth che metterà a punto la Procedura di osservazione della Strange Situation per confermare le ipotesi formulate dalla teoria dell’attaccamento (Ainsworth et al. , 1978). • Le ipotesi su cui si fonda la Strange Situation sono: esiste un equilibrio tra comportamenti di attaccamento e di esplorazione; questo equilibrio è sostenuto dalla capacità della madre di funzionare come «base sicura» • il termine «base sicura» (Ainsworth, 1982) indica la situazione di sicurezza fornita da una figura di attaccamento; i bambini cercheranno la base sicura in momenti di minaccia, quando il pericolo è cessato, il comportamento di attaccamento cesserà, ma il bambino si sentirà sicuro solo nel caso in cui la base sicura sia disponibile ogni volta che ne ha bisogno (Holmes, 1993).

Il contributo dell’Infant Research contemporanea Ø Con il termine di Infant Research ci si

Il contributo dell’Infant Research contemporanea Ø Con il termine di Infant Research ci si riferisce ad un filone di ricerca internazionale nel campo infantile, che, a partire dagli anni Settanta, stimolato dagli studi sull’attaccamento e da nuove e sofisticate tecniche di analisi microanalitica delle osservazioni, ha contribuito a cambiare profondamente la visione del neonato come organismo immerso in uno stato di narcisismo primario originariamente “scollegato dal mondo esterno”, mettendo in luce le competenze percettive, cognitive e sociali precocemente presenti nello sviluppo infantile (Silverman, 1988); • particolare rilevanza hanno assunto le ricerche esplorano la comunicazione affettiva del bambino con i propri caregiver, sottolineandone la precocità e l’adeguatezza (Sroufe, 2000).

Ø Le ricerche sull’infanzia hanno messo in luce che i neonati sono predisposti ad

Ø Le ricerche sull’infanzia hanno messo in luce che i neonati sono predisposti ad avere delle interazioni sociali: la risposta preferenziale per il volto umano e la voce umana (Osofsky, Conners, 1979) , la capacità di distinguere la voce della propria madre da altre voci femminili (De. Casper, Fifer, 1980); • il neonato è inoltre in grado di focalizzare l’attenzione e di imitare un’ampia gamma di espressioni e di movimenti facciali, vocali e gestuali (Meltzoff, Moore, 1992); queste imitazioni non sono riflessi perché manifestano cambiamenti auto-correttivi durante l’imitazione del modello (Meltzoff, 1994);

La ricerca psicologica nei primi anni di vita ha rivoluzionato le nostre conoscenze, per

La ricerca psicologica nei primi anni di vita ha rivoluzionato le nostre conoscenze, per cui la visione di Sigmund Freud e di Margaret Mahler del lattante “chiuso come l’uovo nel proprio guscio” è ormai superata. Il neonato, infatti, nasce predisposto alle interazioni sociali, come confermato dalle precoci capacità di imitare le espressioni mimiche di un adulto ad una distanza ravvicinata (Meltzoff & Moore, 1983)

 • le osservazioni microanalitiche sulle protoconversazioni fra il neonato – soggetto - e

• le osservazioni microanalitiche sulle protoconversazioni fra il neonato – soggetto - e la madre - adulto affettuoso - centrate su scambi di sorrisi, ritmo vocale e imitazioni delle espressioni mimiche, hanno dimostrato una precoce conoscenza degli aspetti paralinguistici del dialogo verbale • in particolare la capacità di alternare i turni conversazionali con l’interlocutore (turn-taking), creando un precoce contesto intersoggettivo per la comunicazione referenziale (Jaffe et al. , 2001; Trevarthen, 1991).

Camilla, età: 2 mesi; interazione madre-bambino nel contesto dell’allattamento; Procedura di osservazione: Feeding Scale

Camilla, età: 2 mesi; interazione madre-bambino nel contesto dell’allattamento; Procedura di osservazione: Feeding Scale (Chatoor e coll. , 1998).

Ø Le interazioni “faccia-a-faccia” intercorrenti tra la madre e il bambino nei primi mesi

Ø Le interazioni “faccia-a-faccia” intercorrenti tra la madre e il bambino nei primi mesi di vita, centrate su precoci forme di comunicazione di scambi di sguardi, sorrisi, vocalizzazioni e forme di imitazione reciproca del comportamento mimico-espressivo materno e di un’attività di rispecchiamento e di “echeggiamento” del comportamento infantile da parte della madre, svolgerebbe la funzione cruciale di permettere un’originaria condivisione di stati emotivi, sviluppando un contesto intersoggettivo tra i due membri della coppia (Sroufe, 1995; Stern, 1998; Tronick, 1989; Trevarthen, 1991);

La mente del neonato è dunque organizzata in forma dialogica fin dalla nascita: una

La mente del neonato è dunque organizzata in forma dialogica fin dalla nascita: una costante complementarietà, nei momenti di interazione con una persona reale, renderebbe capace il neonato di una percezione partecipante delle azioni dell’altro (Braten, 1998; Trevarthen, 1998). Scoperta dei “neuroni specchio”: neuroni visuo-motori, individuati anche nel cervello umano (Rizzolati et al. , 2001, 2004), forniscono un meccanismo di “riconoscimento dell’azione”: le azioni dell’agente sono riprodotte nella corteccia premotoria dell’osservatore. Questo meccanismo, coinvolto anche nei processi di imitazione, permetterebbe di “sentire”di essere come l’altro, o che l’altro è “come me” (Gallese, 2005). La scoperta dei “neuroni specchio” viene recentemente portata a sostegno della teoria del “rispecchiamento empatico” (Trevarthen, 2005), ipotizzando meccanismi di rispecchiamento sensibili agli intenti del movimento o dell’azione espressiva umana e della coordinazione intersoggettiva.

In una prospettiva evoluzionistica, i comportamenti dei genitori si sono trasformati con l’acquisizione della

In una prospettiva evoluzionistica, i comportamenti dei genitori si sono trasformati con l’acquisizione della stazione eretta: questa ha favorito lo scambio faccia a faccia, o meglio il contatto occhio a occhio con i figli. Il legame di attaccamento fra genitore e figlio garantisce non solo la sopravvivenza, ma anche l’apprendimento e l’acquisizione della comunicazione da parte della prole (Bowlby, 1988; Tomasello, 1999).

Prepararsi a diventare madri e padri sensibili e competenti è cruciale per interagire con

Prepararsi a diventare madri e padri sensibili e competenti è cruciale per interagire con i figli appena nati e per comunicare con loro, in modo che questi ultimi apprendano “attraverso di loro” loro (Tomasello, 1999) ad entrare nel mondo specifico umano dell’apprendimento culturale.

Il ruolo dei genitori nel processo di trasmissione intergenerazionale era già stato sottolineato, nel

Il ruolo dei genitori nel processo di trasmissione intergenerazionale era già stato sottolineato, nel 1914, da Sigmund Freud: esiste da parte dei genitori “la compulsione ad attribuire ogni perfezione al figlio” e a sua volta “il figlio verrà a soddisfare i sogni e i desideri che i genitori non hanno realizzato”.

üIn gravidanza si verificano profonde trasformazioni degli stati mentali della madre e del padre,

üIn gravidanza si verificano profonde trasformazioni degli stati mentali della madre e del padre, in cui sono coinvolte e tra loro interconnesse: • le esperienze personali di attaccamento con i propri genitori; • le modificazioni e la maturazione della propria identità di genere in adolescenza; • la relazione attuale di coppia; • aspetti della relazione di coppia centrati sul figlio, ovvero la genitorialità condivisa o relazione di co-genitorialità (Mc. Hale, 2007);

La Cogenitorialità: definizione Relazione tra due adulti che hanno la responsabilità congiunta della cura

La Cogenitorialità: definizione Relazione tra due adulti che hanno la responsabilità congiunta della cura e della crescita dei figli è caratterizzata dalla qualità del coordinamento tra gli adulti nel loro ruolo di genitori; è un processo bidirezionale in cui le azioni di un partner influenzano e sono influenzate da quelle dell’altro partner; è differente dalla somma dei ruoli materno e paterno (bigenitorialità) (Feinberg, 2002; Mc. Hale, Kuersten-Hogan, Rao, 2004; Van Egeren e Hawkins, 2004; Malagoli Togliatti, Lubrano Lavadera, 2008)

Come si organizzano gli stati mentali nuovi e peculiari di una madre, definiti da

Come si organizzano gli stati mentali nuovi e peculiari di una madre, definiti da Daniel Stern (1995) come “costellazione materna”?

Nella mente di ogni donna fin dalla gravidanza si intrecciano vari interrogativi: Sono in

Nella mente di ogni donna fin dalla gravidanza si intrecciano vari interrogativi: Sono in grado di far vivere e far crescere mio figlio? Ø Tema vita-crescita Sono in grado di amare mio figlio e di aiutarlo a svilupparsi sul piano psicologico? Ø Tema relazionalità Sono in grado di essere madre come e meglio di mia madre? Ø Tema rapporto con la propria madre

Lo spazio mentale e il contesto intersoggettivo che si sviluppa fra madre e bambino

Lo spazio mentale e il contesto intersoggettivo che si sviluppa fra madre e bambino si costruisce già a partire dalla gravidanza. La madre infatti inizia ad immaginare se stessa come genitore del proprio bambino e ad “avere in mente” il proprio figlio (Ammaniti et al. , 1999, 2012; Slade et al. , 1999).

“Preoccupazione materna primaria” (Winnicott, 1956) viene definita “quasi una malattia” che la madre deve

“Preoccupazione materna primaria” (Winnicott, 1956) viene definita “quasi una malattia” che la madre deve sperimentare e che deve poi superare per andare incontro ai bisogni psicologici e fisici del figlio.

Secondo Winnicott (1965), questo speciale stato mentale si instaura al termine della gravidanza e

Secondo Winnicott (1965), questo speciale stato mentale si instaura al termine della gravidanza e permane nei primi mesi dopo il parto. Questa condizione alterata è caratterizzata da eccitamento e da un’aumentata sensibilità verso l’ambiente e le condizioni del figlio. Le preoccupazioni si focalizzano sulla vicinanza del bambino, sul suo aspetto fisico, sul suo temperamento e sulle possibili minacce alla sua salute.

Dall’ottavo mese di gravidanza (Leckman, 1999), si rilevano: • Preoccupazioni sulla salute del bambino

Dall’ottavo mese di gravidanza (Leckman, 1999), si rilevano: • Preoccupazioni sulla salute del bambino nel 95% delle madri e 80% dei padri (salute, sviluppo, aspetto fisico); • Pensieri di danneggiare il bambino nel 37% dei genitori (far piangere il bambino, scuoterlo e colpirlo, buttarlo giù); • I pensieri sono fonte di distress personale nel 20% dei casi.

FASE EVOLUTIVA DELLA GENITORIALITÀ Lungo processo di elaborazione delle proprie relazioni affettive primarie Evento

FASE EVOLUTIVA DELLA GENITORIALITÀ Lungo processo di elaborazione delle proprie relazioni affettive primarie Evento nuovo ed intenso che evoca fantasie e ricordi relativi alla propria relazione infantile con le figure di attaccamento significative Diventare “madre” Ruolo delle rappresentazioni mentali dei genitori durante la gravidanza e dopo la nascita del figlio (emozioni, fantasie e aspettative riguardanti se stessi, il partner, il figlio) Perdita della propria “onnipotenza” di natura adolescenziale e confronto con la realtà del bambino e con le funzioni genitoriali Diventare “padre”

FUNZIONI GENITORIALI ü In questa prospettiva, il costrutto della genitorialità può essere assimilato alla

FUNZIONI GENITORIALI ü In questa prospettiva, il costrutto della genitorialità può essere assimilato alla capacità di essere genitore in senso psichico e comprende la storia della crescita del genitore, della qualità delle sue relazioni oggettuali e dei supporti ambientali che hanno sostenuto il suo sviluppo verso la maturità; ü la genitorialità può dunque essere intesa come un ponte tra il mondo interno, le rappresentazioni degli affetti e la capacità di costruire, mantenere e proteggere relazioni significative all’interno di contesti complessi, come quelli familiari (Ammaniti, 1991; Zavattini, 1999).

Fattori in gioco nella genitorialità Relazioni coniugali Rete sociale Storia evolutiva Personalità Genitorialità Caratteristiche

Fattori in gioco nella genitorialità Relazioni coniugali Rete sociale Storia evolutiva Personalità Genitorialità Caratteristiche del bambino Caratteristiche dello sviluppo del bambino Belsky J. , Crnic K. , Gable S. , 1995