Le demenze linee guida e nuovi approcci nella
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Le demenze: linee guida e nuovi approcci nella riabilitazione Andrea Fabbo Geriatra Programma Aziendale Demenze
DSM-5 Criteri diagnostici DISTURBI NEUROCOGNITIVI A. evidenza di un significativo declino cognitivo da un precedente livello di prestazioni in uno o più domini cognitivi (attenzione complessa, funzioni esecutive, apprendimento e memoria, linguaggio, funzione percettivomotoria o cognizione sociale) basata su: 1. preoccupazione dell’individuo, di un informatore attendibile o del clinico che vie è uno stato un significativo declino delle funzioni cognitive; e 2. una significativa compromissione delle performance cognitive, preferibilmente documentata da test neuropsicologici standardizzati o, in loro assenza, da un’altra valutazione clinica quantificata B. i deficit cognitivi interferiscono con l’indipendenza nelle attività quotidiane (per es. , come minimo, necessitano di assistenza nelle attività strumentali complesse della vita quotidiana, come pagare le bollette o gestire i farmaci) C. I deficit cognitivi non si verificano esclusivamente in un contesto di un delirium D. I deficit cognitivi non sono meglio spiegati da un altro disturbo mentale (es. disturbo depressivo maggiore, schizofrenia). 2
Il quadro clinico della demenza DISTURBI COGNITIVI Amnesia Aprassia Afasia Agnosia Sintomi psichici e Comportamentali BPSD Alterazioni del comportamento Relazione con l’ambiente Sintomi psicotici Stato funzionale IADL, ADL Funzioni esecutive Sintomi psicologici Relazione con la propria persona
Le possibilità di cura nella demenza Lo scenario Interesse crescente limitata risposta terapia farmacologica evidenze epidemiologiche a supporto degli interventi psico-sociali Ampio dibattito sui possibili benefici degli interventi psicosociali e comportamentali nel decadimento cognitivo e nella demenza.
La cura nello scenario attuale: oltre la terapia farmacologica Le strategie riabilitative riguardano: il soggetto il caregiver l’AMBIENTE le tecniche ausili gli Deficit cognitivi RIATTIVAZIONE GLOBALE Disturbi comportamentali Deficit funzionali
RIABILITARE LA PERSONA CON DEMENZA Valutazione dei problemi cognitivi, comportamentali e funzionali Coinvolgimento del caregiver Conservare le capacità Lavorare non sui deficit ma sulle funzioni residue Coinvolgimento attivo della persona
Principi generali della cura della persona con demenza Le terapie non farmacologiche e psico-sociali sono interventi per “riacquistare” delle potenzialità e rendere la persona più “abile” possibile nel proprio ambiente Se la demenza rende la realtà circostante di difficile interpretazione (a causa dei deficit cognitivi), la semplificazione “dell’Ambiente” (fisico e sociale) permette alla persona di adottare un comportamento più congruo alla realtà che è in grado di percepire ora 8
Interventi psicosociali Strategie che possono alleviare lo stress, facilitare il coping, sostenere le risorse residue e massimizzare il funzionamento Possiedono prove di evidenza scientifica per il loro utilizzo nelle persone con demenza (etica e tutela) Review Efficacia degli interventi psicosociali simile o maggiore rispetto alle terapie farmacologiche (Luijpen et al. , 2003, Rev. Neurosc. ) Da Rabih Chattat, 2010
Interventi psicosociali 1. 2. 3. 4. 5. 6. Centrati sulla cognitività Centrati sulle emozioni Centrati sul comportamento (BPSD) Centrati sulla sensorialità-stimolazione Diretti al caregiver Centrati sul personale di assistenza e sul sistema di cura
Le competenze tecniche Riabilitazione cognitiva ROT La Validation La Reminiscenza Il Conversazionalismo Il Modello “Person Centred Care” Il Gentlecare La Stimolazione multisensoriale (Snoezelen) La terapia occupazionale La Musicoterapia e le altre forme di intervento (Doll Therapy, ortoterapia, pet therapy…) SONO TUTTE TECNICHE COMPLEMENTARI 11
Interventi centrati sulla cognitività Stimolazione cognitiva Training cognitivo ROT Reminiscenza
La stimolazione cognitiva 2011
Cognition-based interventions for healthy older people and people with mild cognitive impairment (Review) Martin M, Clare L, Altgassen AM, Cameron MH, Zehnder F, January 2011 Ci sono evidenze che nel soggetto anziano sano, così come nell’MCI, ci sia un miglioramento della memoria immediata e differita, dopo training cognitivo, rispetto ai soggetti non trattati.
2012
CCT significativamente, ma modestamente efficace L’efficacia varia nei diversi domini cognitivi funzioni esecutive e attenzione trend che non raggiunge la significatività working memory, memoria verbale, memoria non verbale e abilità visuo-spaziali significativamente meglio stimolazione solo domiciliare non significativa sessioni CCT < 30 m o > 3/settimana non significative
Centro Integrato Servizi Anziani (CISA) - Mirandola (MO)
età 60 -77 anni punteggio al CAIDE >5 (rischio cardiovascolare e demenza) livello cognitivo normale o lievemente inferiore alla norma 2 gruppi: intervento multi-dominio dietetico (3 sedute individuali e 6 -9 sedute di gruppo) esercizi: forza muscolare (1 -3/sett; aerobici; 2 -5/sett; equilibrio) cognitivo: stimolazione cognitiva di gruppo (10 sedute) e individuali (72 sedute; 3/sett) controllo: educazione sanitaria
La stimolazione cognitiva è amplificata dal supporto sociale
LA REMINISCENZA Woods et al. 2005 La reminescenza è una delle tecniche popolari e apprezzata anche da operatori e partecipanti. Il suo effetto sull’umore, la cognizione e il benessere delle persone con demenza richiede maggiore approfondimento Conclusioni: vi sono indicazioni promettenti per l’effetto su umore, cognitività e benessere. Urgente necessità di studi rigorosi
Terapia di Reminiscenza Esempi di materiale (da Bruce et al. , 2003) Tatto Oggetti della vita quotidiana propri del passato (macina caffé, setaccio, ecc. ) Vista Oltre agli oggetti, le fotografie e le immagini che evocano i tempi remoti (ovviamente in bianco e nero) Udito Musica, canzoni popolari, filastrocche Olfatto Profumi ed aromi legati a consuetudini di un tempo (es. la cenere) Gusto I cibi della tradizione e/o dell’infanzia (es. caramelle di liquirizia e limone o dolci tipici )
Interventi sul comportamento Evidenze della letteratura Centralità dell’altro nella modifica del comportamento (relationship centered approach) Contesto, relazioni, stimolazioni.
Effetti dei “disturbi comportamentali” (BPSD) Incrementano i costi dell’assistenza 1 Sono causa di “stress” per chi assiste in particolare aggressività 2 e vocalizzazioni 3 Le persone con BPSD (in istituzione) sono a rischio di 4: ricevere contenzione fisica ed essere sottoposti a trattamenti antipsicotici 1 O’Brien JA, Shomphe LA, Caro JJ 2000; 2 Rodney, 2000; 3 Draper et al, 2000 4 Maslow K 1994
C. Hulme et al. Int. J Geriatr Psychiatry 2010; 25: 756 -763
98 studi inclusi di cui n° 10 revisioni sistematiche basati su n° 434 studi primari di cui solo n° 120 rilevanti per la presenza di outcome definiti
Efficacia Programmi di training per: caregiver, staff, famiglia (livello A) Programmi comportamentali individualizzati e “costruiti” sulla persona Musicoterapia: riduzione agitazione Aromaterapia: riduzione agitazione Attività fisica programmata: riduzione agitazione e aggressività Terapia assistita con animali (AAT): benefici ma evidenze deboli Bright Light Therapy e Snoezelen: benefici nella riduzione dell’agitazione ma evidenze deboli Interventi specifici per il wandering: studi empirici, poco rigorosi
Interventi orientati alle emozioni Reminiscenza Psicoterapia, counselling, supporto Validation Therapy
VALIDATION THERAPY (Naomi Feil 1967) La terapia di validazione si fonda sul rapporto empatico fra operatore e paziente laddove , tramite l’ascolto, il terapista cerca di immedesimarsi e penetrare nella realtà distorta del paziente (il cui deficit mnesico può portarlo a vivere, ad es. nella sua giovinezza), al fine di creare contatti relazionali ed emotivi significativi (Day 1997). Tale terapia aumenta le capacità comunicative, riduce ansia e stress, diminuisce la necessità di ricorso sedativi e contenzione. Ritenuto adatto anche in fase avanza di malattia. Inoltre i benefici influiscono sul personale di assistenza e sui famigliari.
VALIDATION THERAPY FOR DEMENTIA Neal M, Barton Wright P Summ …Tre studi sono stati identificati in grado di soddisfare i criteri di inclusione. Non è stato possibile mettere in comune i dati di tali studi per problemi di comparazione ( diversa lunghezza del trattamento, diverse modalità di gestione dei controlli, disparità dei valutazione degli obiettivi, variabilità individuale del personale addetto all’intervento). Il trend evidenziato mostra dati positivi ma la significatività statistica non è stata raggiunta. In conclusione non ci sono prove sufficienti derivanti dagli studi randomizzati in grado di consentire una certezza circa l'efficacia della terapia di validazione per le persone affette da demenza o deficit cognitivo. 2005
Interventi centrati su sensorialità e stimolazione Stimolazione multisensoriale (Snoezelen) Terapia occupazionale Touch therapy Aromatherapy Musica, arte, animali, danza, Esercizio, attività fisica, movimento
AROMA THERAPY FOR DEMENTIA Holt FE, Birks TPH, Thorgrimsen LM, Spector AE, Wiles A, Orrell M Le proprietà curative di aromaterapia vengono utilizzate per promuovere il rilassamento e il sonno, il dolore e la riduzione dei sintomi depressivi. L’aroma terapia è stata usata per ridurre i comportamenti disturbati, per favorire il sonno e per contrastare l’apatia delle persone con demenza. Dei quattro studi randomizzati e controllati trovati in letteratura solo uno conteneva dati utilizzabili. Da essi è emersa un’efficacia della terapia con essenze sui disturbi del comportamento e sui sintomi neuropsichiatrici in generale. Più grandi studi clinici controllati randomizzati sono necessarie prima di trarre conclusioni certe circa l'efficacia della terapia con aromi nei disturbi comportamentali dei soggetti affetti da demenza. 2008
Musicoterapia nella demenza Scarsità di studi strutturati secondo criteri scientifici Evidenze cliniche ma non evidenze scientifiche Necessità di definizione di modelli musicoterapici Assenza di indicatori standardizzati e validati di percorso e di esito
Terapia assistita con animali (AAT) Molti studi non sono sperimentali, non tutti hanno gruppi di controllo e mancano di rigore metodologico Assenza di valutazioni costobeneficio e richiesta di preparazione adeguata dello staff Miglioramenti su apatia, depressione, interazione con l’ambiente ed aumento dell’appetito
Interventi psicosociali nella demenza Aiuto a domicilio ed interventi di formazione per i caregivers (Vernooij-Dassen, 1995, 2000) Counselling e gruppi di supporto familiare (Mittelmann et al. 2007) Meeting centers , Alzheimer Cafè (Does et al. 2004) Terapia occupazionale a casa (Graff et al. 2006) RISULTATI Miglioramento funzionalità quotidiana Miglioramento “senso di competenza” dei caregivers (Graff, Vernooij-Dassen, BMJ, 2006) Miglioramento qualità della vita delle persone con demenza e dei loro familiari (Graft, J. Gerontol. Med. Sci. 2007) Efficacia sui costi (Graft, Adang et al. BMJ, 2008)
Studi evidence-based (RCT) Counseling, gruppi di supporto familiare (M. Mittelman, 1995) Training familiare, gestione della depressione (Teri et al, 1997) Team di assistenza domiciliare (training e supporto) (Proctor et al. , 1999) Gruppi di rilassamento per l’ansia ( Suhr et al. 1999)
Studi evidence-based (RCT) Meeting centers (Droes, 2004) Interventi educazionali nella “primary care” (Downs et al. 2006) Terapia occupazionale a domicilio (Graff. 2006) Interventi psicosociali e antipsicotici (Fossey et al. 2006) Training di comunità per infermieri domiciliari – interventi sulla famiglia (Moniz- Cook 2008) Supporto familiare integrato (Elionemi- Sulkava 2009)
Efficacia degli interventi personalizzati Gli interventi “personalizzati” e “costruiti su misura” (“tailor made interventions”) sono più efficaci degli interventi standardizzati (Brodaty et al. 203; Smits et al. 2007)
Evidence-based della TO nella demenza
Evidence-based della TO nella demenza
Evidence-based della TO nella demenza
APPROCCIO PROTESICO GLOBALE - spazio fisico - persone - programmi BENESSERE DEL SOGGETTO (miglior livello funzionale per il singolo malato in assenza di segni di stress)
Ambiente adeguato: strategie per mantenere l'autonomia Adattamento ambiente domestico persone con demenza che vivono a casa, 2015 Posizionare gli oggetti di uso comune in posti dove possono essere facilmente visti e identificati dalla persone con demenza
Ambiente adeguato: strategie per mantenere l'autonomia Adattamento ambiente domestico persone con demenza che vivono a casa, 2015
Ambiente adeguato: strategie per mantenere l'autonomia Adattamento ambiente domestico persone con demenza che vivono a casa, 2015
L'importanza dell'ambiente nella gestione dei disturbi comportamentali nella demenza J Am Ger Soc 2012 Jul; 60(7) Environmental determinants of quality of life in nursing home residents with severe dementia. Garre Olmo J
“SNOEZELEN”: il termine (che è un neologismo) deriva da due verbi olandesi: Snuffelen = “cercare fuori” o “esplorare” Doezelen = “rilassare” o “sonnecchiare” La tecnica è stata concepita persone con disabilità intellettive sulla base di ricerche indicavano reazioni positive di queste persone quando erano inserite in un ambiente di stimolazione plurisensoriale. Ambienti Snoezelen della Nursing Home De Klenke, Amsterdam “ La spiaggia” 2014
Stanza Snoezelen Bagno Snoezelen Ambienti multisensoriali per la gestione dei disturbi comportamentali
V. Sorgente, N. Vanacore, 2015
Studio sul Bagno Snoezelen G. Menabue, M. Turci, R, A. Fabbo, R. Chattat The Snoezelen approach during bath in an Alzheimer Care Unit, Alzheimer Europe Glasgow-UK, ottobre 2014
Studio osservazionale di coorte- CMAI modify E. Capelli, G. Menabue, R. Chattat La Snoezelen Room per la gestioen dei disturbi comportamentali nella demenza: uno studio osservazionale di coorte, UNIBO 2014
Gli interventi terapeutici sono più efficaci quando sono “adattati” ai bisogni pratici della persona con demenza così come a quelli dei caregivers.
Conclusioni Sufficiente evidenza per l’uso degli interventi psicosociali. Per alcuni buon rapporto costoefficacia Necessità di disseminazione e di implementazione Monitoraggio e adattamento Coniugare evidenza e creatività Disponibilità di più interventi per Moniz-Cook, Manthorpe la persona “Early Psychosocial Interventions in Dementia - Evidence-Based Practice” London, Jessica Kingsley, 2008
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