Lavorare con i gruppi al Centro Arianna Pisa

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Lavorare con i gruppi al Centro Arianna Pisa, 2 Dicembre 2017 Dr. ssa Rossella

Lavorare con i gruppi al Centro Arianna Pisa, 2 Dicembre 2017 Dr. ssa Rossella Paolicchi

Centro Arianna Equipe multiprofessionale: • Psicologo • Psichiatra • Dietista • Endocrinologo • Educatore

Centro Arianna Equipe multiprofessionale: • Psicologo • Psichiatra • Dietista • Endocrinologo • Educatore È in rete con: • Servizio di Neuropsichiatria infantile • Strutture residenziali • Consultorio adolescenti • Reparti ospedalieri internistici • SPDC Interventi individuali: • Lavoro sulla motivazione al trattamento • Controlli psichiatrici e Psicofarmacoterapia e monitoraggio medico • Riabilitazione nutrizionale • Somministrazione di test • Psicoterapia individuale Sede dedicata e dotata di cucina per il Training di familiarizzazione con il cibo (TFC) Interventi di gruppo: • Gruppi di psicoeducazione «Oltre la dieta» • Lavoro sulla motivazione al trattamento • Gruppi di psicoeducazione con i genitori • Riabilitazione nutrizionale • Psicoterapia di gruppo per AN BN DAI • Psicoterapia di gruppo per genitori • Gruppo mamme • Colloqui con la coppia genitoriale • Terapia familiare

I GRUPPI: GRUPPO DI PSICOEDUCAZIONE GRUPPO sulla MOTIVAZIONE GRUPPO PSICOTERAPEUTICO Adolescenti giovani genitori madri

I GRUPPI: GRUPPO DI PSICOEDUCAZIONE GRUPPO sulla MOTIVAZIONE GRUPPO PSICOTERAPEUTICO Adolescenti giovani genitori madri

Le condizioni climatiche del gruppo • L’esperienza conoscitiva e trasformativa di chi vi partecipa,

Le condizioni climatiche del gruppo • L’esperienza conoscitiva e trasformativa di chi vi partecipa, avviene attraverso la partecipazione emotiva ed affettiva. • Il gruppo risponde al bisogno di prendersi cura di certe parti di Sé. • Chi partecipa al gruppo vive una situazione interna caratterizzata da oscillazioni, da una molteplicità di emozioni, elementi confusi, da cui può emergere quello che Bion chiama “un fatto scelto” qualcosa che dà coerenza ed un senso di sicurezza. • Per Bion l’espressione “fatto scelto” descrive un’esperienza emotiva in cui avviene un processo di sintesi attraverso sentimenti di coerenza e scoperta. • Descrive il passaggio da una sensazione di vuoto di senso accompagnato da vissuti di angoscia e persecutori, ad una transitoria sensazione di sollievo (Lòpez Corvo, 2006). • Si tratta dell’aggregazione tra elementi che prima non erano collegati tra di loro che si mettono insieme e da cui si arriva a nuovi significati.

Il processo conoscitivo avviene attraverso l’elaborazione della sofferenza • Attraverso l’ oscillazione continua della

Il processo conoscitivo avviene attraverso l’elaborazione della sofferenza • Attraverso l’ oscillazione continua della mente tra posizioni di incertezza e frammentazione verso una posizione di coerenza. • Davanti ad un fatto conosciuto la mente si espande e da lì si sposta verso qualcosa che ancora non conosce e così via. • Il processo di conoscenza procede in modo discontinuo, con soste e avanzamenti. • Il gruppo funziona come un contenitore pensante, dove ognuno può immettere un oggetto, un contenuto della mente. • Può essere esplorato con prospettive diverse tante quante sono i suoi membri e da cui ognuno può prendere ciò che più gli serve, in questo modo il gruppo fa crescere gli individui fanno crescere il gruppo. • Nel piccolo gruppo a funzione analitica si attiva quindi un campo mentale capace di promuovere e utilizzare cambiamenti per la crescita mentale degli individui, è un serbatoio comune dove affluiscono i contributi di tutti.

Emozioni impensabili Emerge una Gestalt, un fatto scelto che da coerenza ed un senso

Emozioni impensabili Emerge una Gestalt, un fatto scelto che da coerenza ed un senso di sicurezza. Qualcosa diventa pensabile. Il gruppo è un setting in cui si continuerà a riunirsi insieme, periodicamente, nella stessa dimensione spaziotemporale e per lungo tempo, cercando di dare "corpo" alla possibilità di incontrarsi e conoscersi, di condividere oltre allo spazio ed al tempo anche il pensiero (sentimenti, ricordi, fantasie, ecc. ).

Lavoro psicoterapeutico di gruppo Anche al di là di quello che appare “l'individuo parla

Lavoro psicoterapeutico di gruppo Anche al di là di quello che appare “l'individuo parla di sè attraverso il gruppo e allo stesso tempo il gruppo parla di sè attraverso l'individuo”. ( F. Corrao) Il gruppo è considerato come un soggetto unico, esiste come qualcosa di diverso da un semplice aggregato di individui. Di volta in volta, a seconda delle dinamiche del momento, alcuni membri del gruppo acquistano maggiore attività e visibilità psicologica e si fanno portavoce di quello che il gruppo sente e pensa . Si apprende da quello che succede in “un qui e ora” sempre diverso. L’attenzione in modo prevalente verso ciò che le cose hanno in comune , lasciando sullo sfondo l’individualità.

 L’esperienza clinica Quali genitori ? Di chi ? v Viene proposto il gruppo

L’esperienza clinica Quali genitori ? Di chi ? v Viene proposto il gruppo ai genitori più in sofferenza e le cui relazioni con le figlie sembrano essere più disfunzionali v L'anoressia e la bulimia coinvolgono l'ambiente familiare e sviluppano una "costellazione emotiva" complessa, contraddittoria che tocca ogni membro della famiglia e le relazioni familiari. v La comparsa dei sintomi produce una “crisi” familiare che ruota attorno all'angoscia per le condizioni di salute della figlia e all'intenso senso di impotenza che i genitori vivono. v Spostare l'attenzione dal cibo alla sofferenza è senz'altro un punto cardine. v I genitori: tutti i partecipanti effettuano colloqui prima di entrare nel gruppo. v Il gruppo è chiuso, un massimo di 12 partecipanti la cadenza è quindicinale, stesso giorno stessa ora

Gli obiettivi del lavoro di gruppo con i genitori Il gruppo dei genitori è

Gli obiettivi del lavoro di gruppo con i genitori Il gruppo dei genitori è nato come un gruppo di sostegno che è diventato nel tempo psicoterapeutico (anche se spesso questo confine si è mostrato abbastanza labile) Il gruppo dei genitori è omogeneo. Possiamo sintetizzare gli scopi inerenti al lavoro con il gruppo dei genitori in questo modo: • creazione di un gruppo omogeneo (per la patologia della figlia) • poter esprime i propri vissuti in un contenitore sicuro; • confrontarsi con altre persone (principio dell'auto-aiuto);

Gli obiettivi del lavoro di gruppo con i genitori Il passaggio dalla preoccupazione del

Gli obiettivi del lavoro di gruppo con i genitori Il passaggio dalla preoccupazione del cibo e del corpo al mondo psichico apre la possibilità di : • porre dei limiti alla loro intrusione nel mondo della figlia al (contenimento e modifica dei ruoli familiari); • il cercare di dar senso e comprendere il “sintomo”e il malessere della figlia; • la presa di coscienza di determinate modalità disfunzionali di interazione; • la modifica di aspetti disfunzionali genitoriali • il preparare la famiglia ad una evoluzione, di pari passo a quella della figlia affinchè non la ostacoli (per far si che la famiglia non si trovi impreparata ad una evoluzione da parte della figlia), perché non metta in moto meccanismi di tipo regressivo.

Le principali funzioni terapeutiche del gruppo: Ø universalità: i genitori provano sollievo nel capire

Le principali funzioni terapeutiche del gruppo: Ø universalità: i genitori provano sollievo nel capire che ciò che vivono può essere condiviso. La pluralità che caratterizza il gruppo è fonte di notizie e chiarimenti sui problemi condivisi; Ø instillazione di speranza: l’incoraggiamento tra i vari componenti del gruppo mobilita l’ottimismo tra i partecipanti e la sensazione di potercela fare; Ø cambiamento del copione familiare: i genitori nel gruppo possono rivedere e rielaborare la storia del proprio gruppo originario, le attuali relazioni familiari, le relazioni con le figlie. (Yalom)

Il Gruppo genitori § Il gruppo rappresenta uno spazio di incontro per i genitori

Il Gruppo genitori § Il gruppo rappresenta uno spazio di incontro per i genitori che si sentono soli e impotenti di fronte al disagio dei propri figli. § Il gruppo permette ai genitori di condividere dubbi e paure, di riscoprirsi meno soli, solidali l’uno con l’altro. § Uno degli obiettivi principali del lavoro con i genitori è quello di fornire loro gli strumenti per una lettura più articolata della sofferenza dei figli. § È così possibile costruire pensieri dove il comportamento con il cibo è il segnale di un dolore più profondo e prestare attenzione alla funzione che esso assume nell’equilibrio delle relazioni familiari. § Il gruppo diviene in questo modo il contenitore di ansia e angoscia, diviene lo strumento per affrontare tutte quelle emozioni forti e contrastanti che il disagio alimentare del figlio o della figlia scatena nella coppia genitoriale.

Gli obiettivi espliciti ed impliciti § L’obiettivo esplicito e condiviso è che sono lì

Gli obiettivi espliciti ed impliciti § L’obiettivo esplicito e condiviso è che sono lì per aiutare e capire le figlie l’obiettivo implicito sono lì per aiutare se stessi. § A lungo lo spazio è occupato dal senso di impotenza e il senso di colpa dei genitori, da emozioni come la rabbia, impotenza, il non capire, parlano in modo concreto di cibo su quello che devono fare, chiedono soluzioni magiche e deleganti. L’ angoscia di morte pervade il gruppo. § A lungo il materiale riguarda il rapporto delle figlie con il cibo e a come la vita familiare si sia ordinata o disordinata attorno ad esso. § Ripetitivo è la domanda “cosa dobbiamo fare ? ”

§ Uno dei principali e forse il più immediati risultati del lavoro di gruppo,

§ Uno dei principali e forse il più immediati risultati del lavoro di gruppo, è l’acquisizione di una maggiore sicurezza da parte del padre e della madre. § Al lamento e al dolore iniziali al senso di colpa alla rabbia a volte paralizzanti, si sostituiscono o meglio si affiancano una sempre maggiore disponibilità a capire e a capirsi, ma soprattutto ad ascoltarsi e a riprendere le fila di una comunicazione.

Lo “spazio senza “ C’è uno“spazio senza” che si presentifica nel setting del gruppo

Lo “spazio senza “ C’è uno“spazio senza” che si presentifica nel setting del gruppo e assume una sua specificità, dal momento che non è attraversato contemporaneamente da tutti i componenti. Così chi nel gruppo ha già affrontato questa terra di nessuno, questo pericoloso terreno minato, potrà fungere da valida guida per chi si trova in questa impasse. In questo modo in gruppo diminuiscono le ansie e le paure ed è possibile provarsi in posizioni nuove e progettarsi un futuro che inevitabilmente modificherà anche il passato dal momento che situazioni nuove conducono anche a una ritrascrizione del ricordo in un differente contesto. ( Corbella 2003 )

Lo “spazio senza “ “ Lo spazio senza può essere rappresentato come il punto

Lo “spazio senza “ “ Lo spazio senza può essere rappresentato come il punto in cui l'asse mentale del passato, con le sue ferree e invisibili necessità, incontra l'asse del presente con i suoi vincoli ineludibili, ma anche con le sue potenzialità inesplorate. È in questo momento che è possibile riconoscere e svelare la ripetizione e l'agire coattivo, pur percependosi ancora vincolati e incatenati a esso; lo spazio senza è quindi il momento in cui non è ancora possibile progettare e costruire il futuro: all'idea di sbigottimento e di vergogna per il passato si associa quella di terrore per il futuro ”. ( Lo Verso e Papa 1995)

I genitori acquisiscono la capacità negativa “Mi riferisco alla Capacità Negativa, cioè quella capacità

I genitori acquisiscono la capacità negativa “Mi riferisco alla Capacità Negativa, cioè quella capacità che un uomo possiede se sa perseverare nelle incertezze, attraverso i misteri e i dubbi, senza lasciarsi andare ad una agitata ricerca di fatti e di ragioni” (Bion) La funzione autoconoscitiva del gruppo Ciò significa apprendere la capacità di sopportare l’impatto di fenomeni mentali caotici e destabilizzanti sia sul versante cognitivo che su quello emotivo. Le emozioni dolorose vengono collocate dentro alla mente gruppale che le contiene, le rielabora e le restituisce in forma pensabile. La sofferenza diventa sopportabile senza essere agita. Il processo conoscitivo avviene attraverso l’elaborazione della sofferenza, in una oscillazione continua della mente tra stati emozionali diversi.

Il conduttore v Il conduttore non è uno schermo di proiezione neutrale, il suo

Il conduttore v Il conduttore non è uno schermo di proiezione neutrale, il suo ruolo è quello di favorire “il lavoro di gruppo” di introdurre prospettive diverse, di favorire l’attenzione a ciò che accade nel gruppo, quello che il gruppo pensa, sente, immagina in modo che ognuno prenda dal gruppo quello che gli serve. v Partecipa in prima persona come membro del gruppo: “sta con un piede dentro e uno fuori”, una osservazione partecipata. “Il conduttore non deve tirare il gruppo, sono i membri che devono spingersi da soli” (S. H. Foulkes, 1991, p. 140)

Oscillazione individuo gruppo Ogni genitore vuole parlare di se stesso e della propria figlia….

Oscillazione individuo gruppo Ogni genitore vuole parlare di se stesso e della propria figlia…. . Importanza della "visione binoculare" dell'individuo, dove "i fenomeni mentali presentano un doppio aspetto o una doppia faccia, ciascuna delle quali si manifesta nei due campi opposti ma al tempo stesso collegati, delle relazioni individuali e delle relazioni di gruppo" (Corrao, 1971)

Oscillazione individuo gruppo v Le oscillazioni individuo gruppo : la capacità di osservare il

Oscillazione individuo gruppo v Le oscillazioni individuo gruppo : la capacità di osservare il materiale clinico contemporaneamente con un vertice individuale e con uno gruppale. v il conduttore deve considerare che in "ogni" evento di una seduta di gruppo, anche a dispetto delle apparenze, “l'individuo parla di se attraverso il gruppo e allo stesso tempo il gruppo parla di se attraverso l'individuo”. v Il gruppo presenta delle peculiari caratteristiche facilitano lo sviluppo di relazioni, la nascita di legami identificativi, la creazione di una cultura comune e potenti meccanismi trasformativi.

Il funzionamento della mente gruppale aiuta ad identificare emozioni pensieri sensazioni fantasie…. Ø Ø

Il funzionamento della mente gruppale aiuta ad identificare emozioni pensieri sensazioni fantasie…. Ø Ø RISPECCHIAMENTO RISONANZA ESPERIENZA EMOTIVA CORRETTIVA MODIFICA DEGLI SCHEMI COGNITIVI Le funzioni del gruppo: § apprendimento interpersonale § coesione di gruppo § catarsi § fattori esistenziali § altruismo § sviluppo di tecniche di socializzazione § comportamento imitativo

I gruppi omogenei dei genitori Il materiale portato ed il linguaggio sono a lungo

I gruppi omogenei dei genitori Il materiale portato ed il linguaggio sono a lungo ritualizzati: v con un linguaggio che ritorna sul sintomo alimentare; all'insorgenza e alla storia della malattia; v alla funzione che essa ha avuto o ha; v ai piaceri e alle sofferenze legate ad essa; v alla sua capacità di rivestire e sostituire una mancanza o una ferita identitaria; v al senso di colpa; v all’arrendersi; v questo tessuto di pensieri, sentimenti, ricordi potrà nel gruppo, acquisire una funzione cernierante e di sostegno alla produzione di nuovi pensieri; v gli elementi simili tendono all'aggregazione o alla differenziazione e dalla loro confluenza e nello spazio mentale del gruppo possono essere esplorate.

 Il funzionamento della mente gruppale aiuta ad identificare emozioni pensieri sensazioni fantasie…. RISPECCHIAMENTO

Il funzionamento della mente gruppale aiuta ad identificare emozioni pensieri sensazioni fantasie…. RISPECCHIAMENTO RISONANZA Favorisce la trasformazione di schemi di pensiero, ma anche il potenziamento di alcune FUNZIONI DELL’IO. LO STARE IN GRUPPO RINFORZA ALCUNE CAPACITA’ DELL’IO.

In gruppo si lavora anche sulle relazioni familiari. Le RELAZIONI FAMILIARI vengono riportate, raccontate

In gruppo si lavora anche sulle relazioni familiari. Le RELAZIONI FAMILIARI vengono riportate, raccontate e agite nel gruppo. Uno dei membri del gruppo può rappresentare un genitore con modalità relazionali simili a quelle che la persona racconta di aver sperimentato con i propri genitori.

 Il gruppo dei genitori Consente ai genitori di: - esprimere, confrontare ed elaborare

Il gruppo dei genitori Consente ai genitori di: - esprimere, confrontare ed elaborare i vissuti di ansia, rabbia, frustrazione, impotenza e di colpa. - uscire dall'anonimato di una sofferenza confinata all'interno della famiglia (vergogna). E’ uno spazio che permette loro di rendersi conto che altre persone vivono situazioni simili, i genitori hanno la possibilità di confrontare e scambiare informazioni ed esperienze.

Perché i genitori vanno al gruppo ? L’obiettivo esplicito e condiviso è che sono

Perché i genitori vanno al gruppo ? L’obiettivo esplicito e condiviso è che sono lì per aiutare e capire le figlie. L’obiettivo implicito sono lì anche per aiutare se stessi. Nel gruppo emerge il senso di impotenza e il senso di colpa dei genitori: parlano dei comportamenti delle figlie rispetto al cibo, in modo concreto di cibo, di quello che devono fare, di come la vita familiare si sia ordinata o disordinata attorno ad esso, chiedono soluzioni magiche e deleganti, il non capire …angoscia di morte. Dal cibo alla mente, alle relazioni… dalla semplificazione alla complessità… Il gruppi dei genitori deve poter acquisire capacità e consapevolezza, conoscenza, tale lavoro psicologico si integra con la terapia delle figlie.

Il “manuale” per risolvere i problemi: chiedono la soluzione al conduttore Nel gruppo i

Il “manuale” per risolvere i problemi: chiedono la soluzione al conduttore Nel gruppo i genitori chiedono risposte sul “come si fa”. Chiedono un “manuale” all’esperto. A poco a poco quando si è formata la mentalità di gruppo, è il gruppo che lavora per pensare i molteplici significati del sintomo e delle relazioni. I membri divengono più capaci della capacità negativa di sopportare l’incertezza per esplorare possibili soluzioni.

Dalla colpa alla responsabilità Ø Un passaggio fondamentale che avviene all'interno del gruppo è

Dalla colpa alla responsabilità Ø Un passaggio fondamentale che avviene all'interno del gruppo è quello del passaggio dalla colpa alla responsabilità. Ø I vissuti di colpa, da parte dei genitori, vengono rielaborati e digeriti fino al punto di riconoscere ed assumere un vissuto di responsabilità per la patologia della figlia e per alcune dinamiche familiari. Ø Passaggio di crescita che avviene all'interno del gruppo genitori e si estende a tutto il nucleo familiare.

“È difficile da dire ma a volte non la sopportiamo più” “Io non parlo

“È difficile da dire ma a volte non la sopportiamo più” “Io non parlo più di cibo ma cerco di capire cosa sente” “Il rimorso che ho è non aver capito prima la situazione” “Io le ho detto: a te non importa niente di te stessa e a noi ci fai del male” Siamo in un tunnel e non ne usciremo!” “Nei momenti di disperazione vorrei scappare” “Come si fa a cambiare? ” “Com’è possibile che non riesca a mangiare? ” “Quando venivo al gruppo all’inizio mi sarei buttata sotto un treno” “Andava tutto così bene!”

La cura non comporta solo una crescita psichica e fisica del soggetto affetto da

La cura non comporta solo una crescita psichica e fisica del soggetto affetto da DA, ma una crescita dell'intero “corpo familiare”. Una crescita non può avvenire senza l'altra. “Non c’è un manuale da seguire, facciamo esperienza e questo ci può far essere più sicuri e più forti” “Ho sognato una gabbia con una porta aperta”