Corso di Lingua Italiana Contemporanea Prof LEONARDO TERRUSI

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Corso di Lingua Italiana Contemporanea Prof. LEONARDO TERRUSI Corso di studio in DISCIPLINE DELE

Corso di Lingua Italiana Contemporanea Prof. LEONARDO TERRUSI Corso di studio in DISCIPLINE DELE ARTI, DELLA MUSICA E DELLO SPETTACOLO Facoltà di Scienze della Comunicazione Università degli Studi di Teramo 2020/2021

VARIETÀ DIATOPICA (< gr. dia- ‘attraverso’ + tópos ‘luogo’; © L. Flydal 1952) n

VARIETÀ DIATOPICA (< gr. dia- ‘attraverso’ + tópos ‘luogo’; © L. Flydal 1952) n n n Le varietà che dipendono dallo spazio, dai luoghi Dove si parla italiano? In generale, oggi in Italia e nel mondo 68 milioni di “italofoni” (65 L 1, 3 L 2)

Dove si parla italiano n n n n Penisola italiana + S. Marino, Vaticano,

Dove si parla italiano n n n n Penisola italiana + S. Marino, Vaticano, Canton Ticino (Svizzera), Corsica, Istria e Dalmazia Diffusione nel mondo Emigrati (es. Germania, America, Australia) Ex colonie (Etiopia, Eritrea, Libia) Lingua ‘franca’ e della TV (Malta, Albania) Nuovi migranti italiano L 2 Italiano lingua di cultura: arti e made in Italy parole italiane internazionali: sonetto, allegro, affresco, pianoforte, maccheroni, dolce vita, ciao

Varietà diatopiche: i dialetti I dialetti italiani (Marcato 2002): 1. Dialetti Settentrionali n (gallo-italici;

Varietà diatopiche: i dialetti I dialetti italiani (Marcato 2002): 1. Dialetti Settentrionali n (gallo-italici; veneti). 2. Ladino/Friulano (‘lingua’ romanza? ) 3. Toscano 4. Dialetti centro-meridionali (mediani; altomeridionali; meridionali estremi) 5. Sardo (‘lingua’ romanza? )

Lingua e dialetti n n Differenza non ‘linguistica’ (anche il dialetto è una ‘lingua’,

Lingua e dialetti n n Differenza non ‘linguistica’ (anche il dialetto è una ‘lingua’, con un ‘sistema’ grammaticale; non è ‘inferiore’ né ‘superiore’, ecc. ), ma ‘funzionale’. Lingua: statuto socio-culturale e politico; codificazione riconosciuta; tradizione letteraria e scolastica; mezzo di comunicazione interregionale e formale. Dialetto: “varietà linguistica non standardizzata, ristretta all’uso orale, entro una comunità locale ed esclusa dagli impieghi formali e istituzionali propri invece di una lingua” (M. Loporcaro 2009). Insomma… “una lingua è un dialetto con un esercito e una marina” (Max Weinreich 1945).

Italiano e dialetti: bilinguismo, diglossìa… n n BILINGUISMO: compresenza nel repertorio linguistico di un

Italiano e dialetti: bilinguismo, diglossìa… n n BILINGUISMO: compresenza nel repertorio linguistico di un individuo o di una comunità di due o più lingue, distinte ma sullo stesso piano di dignità e d’uso. A = B es. figlio di genitori di diversa nazionalità che usa due lingue; comunità altoatesina (italo-ted. ), valdostana (italo-franc. ), slovena DIGLOSSIA: compresenza di due lingue (o varietà), una alta (A, formale, insegnata a scuola) e una bassa (B, informale, spontanea), su piani rigidamente distinti per livello d’uso e funzione sociale. A ≠ B es. Latino, scritto, e Volgari, orali, nell’alto Medioevo; Arabo e Lingue locali nei paesi arabi; Italiano e Dialetti sino agli anni Settanta del ’ 900 non oggi.

…o dilalìa n n DILALIA: due lingue almeno parzialmente sovrapposte, soprattutto nella conversazione quotidiana.

…o dilalìa n n DILALIA: due lingue almeno parzialmente sovrapposte, soprattutto nella conversazione quotidiana. A ≠ A B es. A (italiano) unica lingua formale; ma usata (A ) insieme ai dialetti (B ) anche nella conversazione informale (Berruto).

Code switching e code mixing italiano/dialetto n Code switching (commutazione di codice, n fernisce

Code switching e code mixing italiano/dialetto n Code switching (commutazione di codice, n fernisce ‘e suffri’… Si no ‘e campusante che ce stanno a fa? ” (R. Rossellini, Paisà) Code mixing (enunciato mistilingue, per lo più consapevole): “Se poi non vuole condividere questa idea, si spara e inconsapevole): “Sete tutti uguali: voi, i tedeschi, i fascisti. Tutti chiddi ch’avete u’ fucile in mano. Tutti istessi site!” (E. De Filippo, Questi fantasmi)

Italianizzazione dei dialetti n n Italiano “lingua-tetto” (modello) Italianizzazione e “trasfigurazione” dei dialetti (soprattutto

Italianizzazione dei dialetti n n Italiano “lingua-tetto” (modello) Italianizzazione e “trasfigurazione” dei dialetti (soprattutto a livello fonologico e lessicale) Dialetti arcaici (puri) vs dialetti moderni Spesso oggi chi parla dialetto “parlanti semiattivi” (Marcato), più che veri dialettofoni

Morte dei dialetti? § § n n n Dati ISTAT nuovo millennio: riduzione dell’uso

Morte dei dialetti? § § n n n Dati ISTAT nuovo millennio: riduzione dell’uso dei dialetti; quota sempre più ridotta di chi parla SOLO dialetto. ESTINZIONE DEI DIALETTI? In realtà Da circa 30 anni recupero dei dialetti in funzione espressiva (familiarità, affettività, ironia) e perdita del valore sociale negativo (soprattutto in Nord-Est e nel Sud: Veneto e Sicilia) «ora che sappiamo parlare italiano, possiamo anche (ri)parlare dialetto”» (G. Berruto). In ogni caso non più percepiti come idiomi contrapposti all’italiano, ma varietà interne (NON DIGLOSSIA ma DILALIA).

Nuovi usi comunicativi del dialetto n n Canzone (usi ideologici: denuncia sociale; o identitari)

Nuovi usi comunicativi del dialetto n n Canzone (usi ideologici: denuncia sociale; o identitari) code switching Cinema Lingua selvaggia dei nuovi media code mixing (ma anche qui talora code switching) Insegne commerciali Boom Da Bash, Il sole ancora, 2015

Insegnare i dialetti? n n n Linea scolastica tradizionale (‘manzoniana’): estirpare la ‘malerba’ dialettale!

Insegnare i dialetti? n n n Linea scolastica tradizionale (‘manzoniana’): estirpare la ‘malerba’ dialettale! Sanzioni severe per l’uso del dialetto. Oggi qualcuno propone di insegnare nei dialetti locali. “Parlare di insegnamento del dialetto non ha senso: il dialetto si può imparare direttamente da chi lo usa davvero per scopi pratici” (F. Sabatini) Semmai ‘usarli’ per insegnare italiano (dal noto all’ignoto)

Gli Italiani regionali n n n “Varietà regionali” dell’italiano: il vero Italiano parlato INCONTRO

Gli Italiani regionali n n n “Varietà regionali” dell’italiano: il vero Italiano parlato INCONTRO tra italiano e dialetti favorisce ingresso in italiano di elementi dialettali (dialettismi), e riavvicinamento dei dialetti all’italiano Forme “basse” e “alte”, secondo la distanza da italiano standard Le forme “alte” si limitano a timbro vocalico ‘calata’: ben 111 varianti in Italia secondo Telmon 1993 (molto meno in morfosintassi: 66) accettate (sebbene + o - di ‘prestigio’) Forme “basse”: MARCATORI forme considerate substandard es. sonorizzazione postnasali nel centro-sud, tando ‘tanto’, e reazioni ipercorrette, mancio ‘mangio’

Alcune peculiarità degli italiani regionali del nord n n n n -s- intervocalica sempre

Alcune peculiarità degli italiani regionali del nord n n n n -s- intervocalica sempre sonora [z]; consonanti intervocaliche sempre scempie (cavalo per ‘cavallo’); uso esclusivo passato prossimo (no remoto); assenza art. det. con possessivi di parentela (mia mamma); assenza del non in frasi negative (mi piace mica); art. det. con nomi propri, specie femminili (la Barbara); pron. pers. ogg. usato come soggetto (Te vieni al cinema? ): anche in Toscana e a Roma.

Alcune peculiarità delle varietà regionali (centro)meridionali FONETICA -s- intervocalica sempre sorda [s]; raddoppiamento consonanti

Alcune peculiarità delle varietà regionali (centro)meridionali FONETICA -s- intervocalica sempre sorda [s]; raddoppiamento consonanti intervocaliche (robba); sonorizzazione occlusive sorde postnasali e postliquide (tando, cambo, aldzare, indzalata; il zindaco, anche toscano); In una vasta area isocronismo sillabico (inversione del timbro delle vocali toniche) un n n póco di pòllo

Altri tratti delle varietà regionali meridionali n n n n n MORFOSINTASSI: voi per

Altri tratti delle varietà regionali meridionali n n n n n MORFOSINTASSI: voi per lei come allocutivo di cortesia; stare per essere (oggi sto felice); tenere per avere (tengo fame); allocuzione inversa con nomi di parentela: hai mangiato, (a) mamma? ; Prevalenza del pass. remoto: andasti a scuola stamattina? Assai per molto e appresso per dietro; Usi particolari di ancora: guarda ancora cadi! Usi transitivi di verbi intransitivi (esci la macchina; scendi la busta) in diffusione nelle scritture del Web; Scambi di modo tra protasi e apodosi: se direi farei; se dicessi facessi.

LESSICO, Geosinonimi Gli italiani al bar Da P. D’Achille, A. Viviani, La colazione al

LESSICO, Geosinonimi Gli italiani al bar Da P. D’Achille, A. Viviani, La colazione al bar degli italiani. Col cappuccino c’è sempre il cornetto? , in Storia della lingua e storia della cucina. Parola e cibo: due linguaggi per la storia della società italiana, a c. di C. Robustelli, G, Frosini, 2009

Geosinonimi: marinare la scuola

Geosinonimi: marinare la scuola

Geosinonimi: il lavabo Da Enciclopedia dell’italiano, Treccani

Geosinonimi: il lavabo Da Enciclopedia dell’italiano, Treccani

Geosinonimi: ragazzo Da Enciclopedia dell’italiano, Treccani

Geosinonimi: ragazzo Da Enciclopedia dell’italiano, Treccani

I dialettismi Parole dialettali entrate poi in italiano. Prestiti talora non adattati (piem. travet

I dialettismi Parole dialettali entrate poi in italiano. Prestiti talora non adattati (piem. travet ‘impiegatuccio’, calabr. ‘ndrangheta); Più spesso adattati difficile riconoscibilità: scoglio (ligure), caldarroste, cocciuto, pupazzo, bocce, spigola, maritozzo, falegname (romanesco), arsenale (ar. Dar-ar-sina ), zattera, branzino, regata, giocattolo (veneto), carosello, malocchio, iettatura, pizza (napoletano), cicchetto, ramazza, arrangiarsi, rubinetto (piemontese), netturbino (siciliano). n n n n n

I regionalismi n n n Parole di uso ‘solo’ regionale (ma alcune sul punto

I regionalismi n n n Parole di uso ‘solo’ regionale (ma alcune sul punto di diventare dialettismi, cioè di entrare in italiano) Burino ‘zotico’, pennichella ‘pisolino’, trucido ‘sporco’, pizzardone ‘vigile’, caciara ‘chiasso’, bacherozzo ‘scarafaggio’ romanesco Bischero ‘grullo’, balocco ‘giocattolo’ toscano Fetenzia ‘sporcizia’, pummarola ‘pomodoro’ napoletano Bamba o pirla ‘stupido’ milanese Braghe ‘pantaloni’, palanche ‘denaro’ settentrionale

Le parlate alloglotte n n n Lingue materne di minoranze: una quindicina in Italia;

Le parlate alloglotte n n n Lingue materne di minoranze: una quindicina in Italia; 4, 8% popolazione. Ladino/friulano e sardo: lingue di minoranza o semplici dialetti? Tutela per le aree di confine sin dal secondo dopoguerra: bilinguismo. Per le altre “isole” linguistiche Legge n. 482 del 15. 12. 1999: fondi e progetti di valorizzazione anche a scuola. Troppo tardi? Risultati deludenti e indifferenza delle nuove generazioni. Ancora ignorate dalla Legge le minoranze linguistiche di immigrazione recente.

ESERCIZI Da Matteo Viale http: //www. matteoviale. it/ pas/esercizi_variazione. pdf

ESERCIZI Da Matteo Viale http: //www. matteoviale. it/ pas/esercizi_variazione. pdf

VARIETÀ DIASTRATICA (< gr. dia- ‘attraverso’ + lat. stratum ‘strato’; © L. Flydal 1952)

VARIETÀ DIASTRATICA (< gr. dia- ‘attraverso’ + lat. stratum ‘strato’; © L. Flydal 1952) n n n Le varietà della lingua dipendenti da strato sociale di chi parla (ceto, istruzione), ma anche da età e genere. ITALIANO POPOLARE O DEI SEMICOLTI GERGHI (MALAVITA, VITA MILITARE, ITALIANO GIOVANILE) VARIANTI DI GENERE ITALIANO DEGLI IMMIGRATI ECC.

ITALIANO POPOLARE n n n Varietà individuata nel secondo dopoguerra, tra anziani, con scarsa

ITALIANO POPOLARE n n n Varietà individuata nel secondo dopoguerra, tra anziani, con scarsa scolarizzazione, estranei a scrittura OGGI IN REGRESSO, per scolarizzazione di massa? O piuttosto sfociato in varietà dell’italiano odierno (neostandard o substandard), specie del Web: ‘italiano selvaggio’? SCRITTURA DEI SEMICOLTI: 2 meccanismi 1) interferenza tra italiano e sostrato dialettale; 2) ristrutturazione (analogia e ipercorrettismi).

Tratti tipici dell’italiano popolare o dei semicolti: fonetica e morfologia n n n PARLATO:

Tratti tipici dell’italiano popolare o dei semicolti: fonetica e morfologia n n n PARLATO: ACCENTAZIONI ERRONEE (ritrazione accento: persuàdere, édile alcune oggi in ‘risalita’…) ERRORI ORTOGRAFICI (avviso ha tutti i proprietari…), ERRORI IN INTERPUNZIONE e SEGNI PARAGRAFEMATICI (accenti, uso maiuscole) Regolarizzazione di masch. e femm. in -o e -a (l’agento, la moglia), per ANALOGIA con forme prevalenti Sovraestensione di ci (pron. 1 pers. pl. o avv. luogo) «a lui» , «a lei» e «a loro» (ci mando un bacio; posso dirci una cosa? ); Gli per le pron. femm. ‘a lei’ (ancora SS; gli per loro NS) Scambi fra ausiliari (ho rimasto; sono mangiato);

ITALIANO POPOLARE: SINTASSI E LESSICO n n n n Concordanze a senso la gente

ITALIANO POPOLARE: SINTASSI E LESSICO n n n n Concordanze a senso la gente applaudono; siamo una squadra fortissimi (SS) # un gruppo di amici si avvicinano (NS) che polivalente (= prep. + cui) (o anche scisso con ripresa pronominale) la ragazza che (ci) ho dato un bacio; Accusativo preposizionale (a + oggetto) ho incontrato a Giuseppe. MALAPROPISMI o reinterpretazione di parole ‘difficili’ (laura ‘laurea’, parente ‘parentesi’ adire le vie letali, ai postumi l’ardua sentenza; lettera omonima) Nello SCRITTO: testualità oralizzante, per blocchi separati, con scarsa coesione (morfosintattica) e coerenza (semantica) Dislocazioni (a sx: A Giorgio gli ho dato i soldi; a quello lo sfascio con acc. prep); temi sospesi (Giorgio, gli ho dato i soldi) Scontri tra tono colloquiale ed espressioni burocratiche (Salve Prof. , il qui presente ***, desidera richieder. Vi…)

I NUOVI SEMICOLTI n n n Nuovi media: ‘desacralizzazione’ della scrittura Controllo si abbassa

I NUOVI SEMICOLTI n n n Nuovi media: ‘desacralizzazione’ della scrittura Controllo si abbassa e si alza tolleranza verso tratti substandard, in ‘risalita’ Incapacità di dominare le diverse situazioni comunicative E-taliano come varietà factotum, non consapevole Nuovi semicolti all’opposto del passato:

I nuovi semicolti irretiti dalla rete Un tempo (1960 -80) n n Anziani Dialettofoni

I nuovi semicolti irretiti dalla rete Un tempo (1960 -80) n n Anziani Dialettofoni Bassa scolarizzazione Estranei o quasi alla scrittura Oggi n n Giovani Italofoni Scolarizzazione medioalta Spesso alle prese con tipologie di scrittura ‘pubblica’ (relazioni, email, tesi…)

I GERCHI: ITALIANO GIOVANILE n n n VARIETA’ ANCHE DIAFASICA e DIAMESICA (con scritti

I GERCHI: ITALIANO GIOVANILE n n n VARIETA’ ANCHE DIAFASICA e DIAMESICA (con scritti ‘TRASMESSI’ DEI NUOVI MEDIA): cfr. ULTRA RICERCA ESPRESSIVITÀ E INFORMALITÀ: uso/abuso di ‘segnali discorsivi’ (boh, niente, cazzo, cioè); base colloquiale + dialetto (es. moroso); parole ‘interdette’ (es. fico/figo, che palle, ecc. ), con detabuizzazione del turpiloquio, e gerghi (fatto ‘drogato’); INNOVAZIONE LESSICALE: da pubblicità e media anglicizzanti (oops); accorciamenti (prof) e retroformazioni (spino < spinello), sigle e acronimi (ACAB = All Cops Are Bastards), iperboli (troppo giusto!), ideòfoni (psss, bang!), fraseologia tipica (ti prego! ‘è assurdo’; bella! ‘ciao’; non esiste proprio ‘assolutamente no!’; non ci posso credere ‘che bello!’)

Nuovi italiani, nuovo italiano n n Ø n n Plurilinguismo ‘esogeno’ < flussi migratori

Nuovi italiani, nuovo italiano n n Ø n n Plurilinguismo ‘esogeno’ < flussi migratori Tratti del ‘nuovo italiano’: sovraestensione indebita delle regole (es. polmono masch. in -o), evitamento elementi difficili (io arrivato), lessicalizzazione di informazioni che non si è in grado di esprimere morfologicamente (lavoro [in un] ristorante), elaborazione creativa di forme inesistenti (sono andatiamo) Migranti di seconda generazione bilinguismo Scrittori migranti: segno di integrazione linguistica (https: //www. words 4 link. it/risultati/)

VARIANTI DI GENERE? n n n n Non grandi differenze linguistiche (fonetiche, morfologiche, sintattiche)

VARIANTI DI GENERE? n n n n Non grandi differenze linguistiche (fonetiche, morfologiche, sintattiche) correlate al sesso di appartenenza. Differenze semmai negli “ATTEGGIAMENTI SOCIOLINGUISTICI” Es. : discorsi femminili ‘ORIENTATI’ PIÙ SULLA RELAZIONE CHE SUI CONTENUTI; Frequenza di marche di cortesia, formule di esitazione e attenuazione, eufemismi; predilezione per varianti ‘normative’ o di maggior prestigio (meno dialetto), specie nell’uso con i figli IN OGNI CASO forte influenza su conservazione/innovazione linguistica di una comunità! LINGUA ‘MATERNA’ più che PATERNA!

I segnali discorsivi n n n Elementi appartenenti a diverse categorie morfologiche ( verbi,

I segnali discorsivi n n n Elementi appartenenti a diverse categorie morfologiche ( verbi, congiunzioni, interiezioni, ecc. ), che assolvono a diverse FUNZIONI DI COESIONE TESTUALE nel parlato: DEMARCATIVI indicano inizio del discorso (o nel dialogo, presa del turno): allora, ecco, beh, dunque, cioè, niente; o fine (e cessione del turno): ecco, chiaro, no? , basta. Segnali FÀTICI assicurano contatto con interlocutore, richiedendo assenso e partecipazione: guarda, senti, vedi, sai, dai, scusa, figurati, vero? , dico bene? , Ho reso l’idea, no? CONNETTIVI indicano relazioni tra parti del discorso: tant’è vero che, fatto sta che; aprono digressione: perché poi, a proposito, se è per questo Segnali di SFUMATURA O DI ATTENUAZIONE: praticamente, diciamo, per dire, come dire? , tra virgolette, una specie di

ESERCIZIO n n n Alla luce della descrizione dei tratti dell’italiano dei semicolti, prova

ESERCIZIO n n n Alla luce della descrizione dei tratti dell’italiano dei semicolti, prova a individuarli nella scena della lettera di Totò e Peppino (tratta da Totò, Peppino e la… Malafemmina, regia di Camillo Mastrocinque, 1956): https: //www. youtube. com/watch? v=LKLVHUTn. Os. M O, in alternativa, in un episodio che veda come protagonista il personaggio di Catarella nella serie televisiva di Montalbano (o in altro sketch comico a scelta) Bibliografia: Giuliana Fiorentino, «Veniamo con questa mia addirvi» . Totò, Peppino e la sociolinguistica, https: //www. treccani. it/magazine/lingua_italiana/articoli/scritto_e_parlato/Toto_Peppi no. html Debora De Fazio, La lingua pirsonale di Agatino Catarella, https: //www. treccani. it/magazine/lingua_italiana/speciali/Montalbano/de_Fazio_Catar ella. html

VARIETÀ DIAFASICA (< gr. dia- ‘attraverso’ + gr. phasis ‘voce’; © E. Coseriu 1970)

VARIETÀ DIAFASICA (< gr. dia- ‘attraverso’ + gr. phasis ‘voce’; © E. Coseriu 1970) § § Le varietà della lingua che dipendono dalle SITUAZIONI COMUNICATIVE (circostanze, ruolo degli interlocutori, scopi e argomento, grado di formalità o informalità) Per HALLIDAY 3 FATTORI: 1) CAMPO (argomento, tipo di attività); 2) TENORE (rapporto tra interlocutori, ruoli sociali reciproci); MODO (mezzo o canale fisico) Esempio: scrivere una lettera (MODO), a un amico dandogli del “tu” (TENORE), per congratularsi di una laurea (CAMPO) REGISTRI o STILI contestuali (intrecciati anche con diatopia, diastratia e diamesia) e SOTTOCODICI (o ‘linguaggi speciali’, ‘specialistici’, ‘settoriali’)

VARIETÀ DIAFASICA § § In sintesi, uno stesso concetto si può dire in più

VARIETÀ DIAFASICA § § In sintesi, uno stesso concetto si può dire in più “modi”, a seconda della situazione comunicativa ‘arco’ pressoché infinito di registri (CONTINUUM) Es. : ‘morire’ rendere l’anima a Dio / defungere / perire / decedere / estinguersi / trapassare / spirare / chiudere i propri occhi / esalare l’ultimo respiro / passare a miglior vita / salire al Cielo … / rimanerci / lasciarci la pelle / lasciarci le penne / crepare / schiattare Dardano 1996 ne distingue 8: aulico / colto / formale (REGISTRI ALTI) / medio (REGISTRO MEDIO) / colloquiale / informale / popolare / familiare (REGISTRI BASSI) Estremi: “molto formale”= it. scritto formale // “molto informale” = it. parlato informale

REGISTRI ALTI n n Uso colto, scolastico (rapporti ‘asimmetrici’ tra gli interlocutori; situazioni pubbliche

REGISTRI ALTI n n Uso colto, scolastico (rapporti ‘asimmetrici’ tra gli interlocutori; situazioni pubbliche e ufficiali; usi soprattutto scritti e letterari di tradizione (ma oggi meno…) Fonologia (nel parlato): bassa velocità, accuratezza pronuncia attenuazione tratti regionali. Morfosintassi: esplicitezza verbale (‘argomenti’ espliciti, non sottintesi); pianificazione del testo (paragrafazione nello scritto); connettivi metatestuali (con funzione di esplicitare i rapporti tra le varie parti); sintassi elaborata, ipotattica (subordinazione); scarsi riferimenti al contesto dello scambio. Lessico: variatio; tendenza alla verbosità (ripetere con altre parole il già detto); preferenza per termini specifici o aulici (recarsi per andare).

REGISTRO MEDIO n n Italiano standard, usi medi: rapporti professionali e personali non strettamente

REGISTRO MEDIO n n Italiano standard, usi medi: rapporti professionali e personali non strettamente confidenziali, scritti giornalistici Avanza in questi settori il neo-standard (cfr. ultra) Struttura sintattica piana e scorrevole (con bilanciamento tra ipotassi/subordinazione e paratassi/coordinazione), lessico appropriato ma non ricercato, privo di coloriture regionali e di espressioni colloquiali Ma incidenza sempre maggiore della DIATOPIA (cfr. ultra).

REGISTRI BASSI n n Comunicazione quotidiana, tra interlocutori ‘simmetrici’ e familiari. Fonologia: ALTA VELOCITÀ

REGISTRI BASSI n n Comunicazione quotidiana, tra interlocutori ‘simmetrici’ e familiari. Fonologia: ALTA VELOCITÀ effetti di ‘allegro’: aferesi (‘nsomma, ‘sta); assorbimenti (g(i)ografia); apocope (dottó, ma’); metatesi (interpetrare per interpretare; aereoplano per aeroplano; metereologia per meteorologia) tratti regionali, tratti paralinguistici (gestualità, prossemica, tono della voce). Morfosintassi e testualità: SCARSA PIANIFICAZIONE; cambi di progetto (ordini marcati della frase: dislocazioni e temi sospesi ); sintassi spezzata; scarso uso di connettivi, segnali discorsivi (beh, dai, boh, ehi!). Lessico: SCARSA VARIATIO; nomi generici (cosa, roba); accorciamenti (prof, bici); colloquialismi (prendersela, sfottere); parole interdette (casino): con tendenza a perdere la marcatezza (che c***o dice? ) detabuizzazione e grammaticalizzazione del turpiloquio

ESEMPI DI REGISTRI

ESEMPI DI REGISTRI

ESEMPI di ‘stonature’ diafasiche

ESEMPI di ‘stonature’ diafasiche

I LINGUAGGI SPECIALI O SOTTOCODICI § § Rivolti a specialisti di un settore. Caratterizzati

I LINGUAGGI SPECIALI O SOTTOCODICI § § Rivolti a specialisti di un settore. Caratterizzati dall’argomento specifico di una disciplina, un’attività, un mestiere: es. linguaggio giuridico-burocratico, tecnicoscientifico (‘scienze dure’, medicina), economico-aziendale, informatico, sportivo, ecc. O usati nell’ambito di un settore particolare: linguaggio della pubblicità, della politica

Caratteri generali dei LINGUAGGI SPECIALI n n Precisione, economia, neutralità emotiva. SINTASSI: STILE NOMINALE

Caratteri generali dei LINGUAGGI SPECIALI n n Precisione, economia, neutralità emotiva. SINTASSI: STILE NOMINALE (nome vale più del verbo possono avere effetti tossici possibile tossicità); DEAGENTIVIZZAZIONE (frasi al passivo, senza soggetto esplicito o senza compl. d’agente: nei pazienti sono state segnalate aritmie); TESTUALITÀ: STRUTTURA RIGIDA (schemi, protocolli); ALTO GRADO DI COESIONE TESTUALE (anaforici anticipano; cataforici riprendono); CONNETTIVI METATESTUALI: detta ipotesi, in base a quanto dimostrato, cfr. supra; come si vedrà più avanti; Talora commistioni di registri e sottocodici: es. i notiziari radiotelevisivi (contaminazione basso/alto, formale/informale).

IL LESSICO DEI LINGUAGGI SPECIALI: I TECNICISMI n n TECNICISMI SPECIFICI: parole specialistiche, più

IL LESSICO DEI LINGUAGGI SPECIALI: I TECNICISMI n n TECNICISMI SPECIFICI: parole specialistiche, più precise e rigorose rispetto a quelle generiche, standard es. linguaggio medico: ipertermia per febbre; otalgia per mal d’orecchio, ecc. TECNICISMI COLLATERALI: non strettamente necessari, ‘danno un tono’ e connotano la ‘tecnicità’ del testo impugnare un atto ‘contestare’; adire un Tribunale ‘ricorrere a’ FONTI DEI TECNICISMI: PAROLE COMUNI RISEMANTIZZATE (funzione in mat. ); NEOLOGISMI (SPESSO ‘NEOCLASSICI’, con CONFISSI prefissoidi e suffissoidi greci e latini: atrofia, distrofia, ecc. < gr. tréphe ‘nutrire’, mediateca < gr. theke ‘contenitore’); ANGLICISMI (NON ADATTATI: zoom, check-up, big bang, ecc. ); SIGLE (www) e/o ACRONIMI di senso compiuto (TAC, LASER) VARIANTI DI PRESTIGIO: passano a lingua comune con DETECNIFICAZIONE (es. interfacciare, sinergie, input)

ESERCIZI

ESERCIZI

Da sito di Matteo Viale http: //www. matteoviale. it/ pas/esercizi_variazione. pdf

Da sito di Matteo Viale http: //www. matteoviale. it/ pas/esercizi_variazione. pdf

VARIETÀ DIAMESICA (< gr. dia- ‘attraverso’ + mésos ‘mezzo’; © A. Mioni 1983) q

VARIETÀ DIAMESICA (< gr. dia- ‘attraverso’ + mésos ‘mezzo’; © A. Mioni 1983) q q q q VARIETÀ DIPENDENTI DA USO SCRITTO o PARLATO (opposizione che s’intreccia con tutte le altre varietà). Per alcuni DEFINIZIONE PROBLEMATICA: solo sottocategoria della diafasia? (cfr. MODO di Halliday) In ogni caso VARIE GRADAZIONI e interrelazioni: PARLATO (PARLATO FONICO): conversazione spontanea, quotidiana PARLATO RECITATO (SCRITTO FONICO): teatro, notiziari radiotelevisivi, interventi a convegno SCRITTO PARLATO (PARLATO GRAFICO): trascrizioni di discorsi orali; italiano televisivo; CMC: e-taliano ‘TRASMESSO’ (Sabatini) SCRITTO (SCRITTO GRAFICO): libri, articoli, saggi

VARIETÀ DIAMESICA q q q q DIFFERENZE GENERALI : PIANIFICAZIONE MAX nello SCRITTO /

VARIETÀ DIAMESICA q q q q DIFFERENZE GENERALI : PIANIFICAZIONE MAX nello SCRITTO / MIN nel PARLATO: IRREGOLARITA’ E CAMBI DI PROGETTO ‘ESCLUSIVE’ dello SCRITTO: ortografia, paragrafatura, ecc. ‘ESCLUSIVE’ DEL PARLATO: tratti paralinguistici intonazione, deitticità, prossemica, gestualità, tono, pause e silenzi; COMUNICAZIONE NON VERBALE E INTERAZIONE CON INTERLOCUTORE UN TEMPO GRAMMATICA SOLO SCRITTO OGGI, PARLATO = ‘GRAMMATICA’ ALTERNATIVA ALLO SCRITTO? O STESSI INGREDIENTI CON DIVERSA FREQUENZA? (convenzioni, modalità espressive diverse, per la stessa grammatica) COINCIDE SOSTANZIALMENTE CON ITALIANO NEOSTANDARD e REGISTRI BASSI (CFR. SUPRA)

PARLATO (PARLATO FONICO) n n n n Corrisponde grosso modo a REGISTRO BASSO in

PARLATO (PARLATO FONICO) n n n n Corrisponde grosso modo a REGISTRO BASSO in diafasia: 1) ‘ALLEGRO’ fonologico (cfr. registri bassi in diafasia) 2) SCARSA PIANIFICAZIONE e FRAMMENTARIETÀ testuale; 3) Forte legame con CONTESTO (segnali discorsivi, deittici) 4) Lessico GENERICO (parole passe-partout e IPERONIMI generici: roba, tipo, cosa, coso et sim. ) 5) Forte IMPLICITEZZA (condivisione di conoscenze con interlocutore) 6) GESTUALITA’: gesti emblematici o simbolici complementari al parlato (es. gesto “virgolette” o “parentesi tonde”)

LO SCRITTO (SCRITTO GRAFICO) n n n Abilità che si consegue in sedi formali

LO SCRITTO (SCRITTO GRAFICO) n n n Abilità che si consegue in sedi formali e gradualmente, con addestramento specifico (scuola) Più TEMPO a disposizione: PIANIFICAZIONE DEL TESTO ARTICOLATO, RICCO DI CONNETTIVI (collegamenti tra le varie parti) MASSIMA ESPLICITEZZA (opposto del parlato) SPECIFICITÀ DI TIPOLOGIE TESTUALI VARIETÀ LESSICALE

ITALIANO PARLATO: UNA CONQUISTA RECENTE n n n ITALIANO LINGUA solo SCRITTA PER SECOLI

ITALIANO PARLATO: UNA CONQUISTA RECENTE n n n ITALIANO LINGUA solo SCRITTA PER SECOLI LA CONQUISTA DEL PARLATO (grazie a cinema, TV): 1960 -80 Poi NUOVI MEDIA per la prima volta SCRITTO DI MASSA (cfr. ultra) ITALIANO “LINGUA DI TUTTI SU TUTTO” (il sogno di Manzoni si avvera) MA ‘prezzo’ da pagare: SEMPLIFICAZIONE e ‘ORALIZZAZIONE’ dello scritto Verso un nuovo ITALIANO DELL’USO MEDIO (NEOSTANDARD cfr. ultra)

Dall’intreccio dei vari assi… formale colto Diafasia Diamesia ia p o at i D

Dall’intreccio dei vari assi… formale colto Diafasia Diamesia ia p o at i D scritto parlato Diastratia incolto informale

. . . si passa dall’ Italiano (standard)… …agli “Italiani” (le diverse varietà della

. . . si passa dall’ Italiano (standard)… …agli “Italiani” (le diverse varietà della lingua italiana)

Quanti “Italiani”? Berruto 1987: 9 varietà

Quanti “Italiani”? Berruto 1987: 9 varietà

Antonelli 2010: 10 varietà

Antonelli 2010: 10 varietà

Antonelli 2016: nuova collocazione per l’e-taliano

Antonelli 2016: nuova collocazione per l’e-taliano

Le due ‘architetture’ a confronto (1987 -2016)

Le due ‘architetture’ a confronto (1987 -2016)

Le novità degli ultimi 30 anni… n n Maggiore incidenza della DIATOPIA (elementi regionali

Le novità degli ultimi 30 anni… n n Maggiore incidenza della DIATOPIA (elementi regionali entrano anche a livelli alti e scritti); STANDARD corrisponde a norma scolastica, non italiano letterario SI AFFERMA UNA NUOVA LINGUA MEDIA: ‘NEOSTANDARD’ (anche scritto, giornalistico); Un nuovo ‘LATINORUM’: ITALIANO AZIENDALE sostituisce l’ITALIANO BUROCRATICO come MODELLO di prestigio (es. nel linguaggio della POLITICA)

…soprattutto Nasce una nuova varietà di italiano (? ): DIGITATO o E-TALIANO CMC “Comunicazione

…soprattutto Nasce una nuova varietà di italiano (? ): DIGITATO o E-TALIANO CMC “Comunicazione mediata dal computer” n

PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA: ITALIANO SCRITTO DI MASSA MORTE DELLA SCRITTURA: una

PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA: ITALIANO SCRITTO DI MASSA MORTE DELLA SCRITTURA: una FALSA PROFEZIA

Scrivere VS Digitare n n I tic grafici (tachigrafie: tvb, cmq? IN REALTÀ, SOPRATTUTTO…

Scrivere VS Digitare n n I tic grafici (tachigrafie: tvb, cmq? IN REALTÀ, SOPRATTUTTO… Assenza di testualità Desacralizzazione della scrittura Whateverismo Verba volant, scripta… etiam

Un prezzo da pagare? L’analfabetismo funzionale: i low skilled, adulti con bassi livelli di

Un prezzo da pagare? L’analfabetismo funzionale: i low skilled, adulti con bassi livelli di competenze linguistiche

C. SEGRE, I rischi dei ‘senza lingua’, «Corriere della sera» , 27 gennaio 2010.

C. SEGRE, I rischi dei ‘senza lingua’, «Corriere della sera» , 27 gennaio 2010. Gli studenti sanno poche parole, non sono capaci di costruire frasi complesse e fanno errori di ortografia gravissimi, insomma non sanno usare la lingua. . . Questo significa che non hanno il dominio della realtà, perché la lingua è il modo che abbiamo per metterci in contatto con il mondo: e se non sei capace di esprimerti non sei capace di giudicare.

Le due ‘norme’ dell’italiano di oggi: standard e neostandard n n - ITALIANO STANDARD

Le due ‘norme’ dell’italiano di oggi: standard e neostandard n n - ITALIANO STANDARD Varietà ‘alta’: Base letteraria (1987) o scolastica (2016). Classi colte Situazioni formale. Scritto più che parlato. n n - - - I. NEOSTANDARD O DELL’USO MEDIO Varietà più ‘bassa’ Soprattutto parlato e trasmesso… …ma oggi anche SCRITTO di media formalità… …giornalistico!

Oggi “ristandardizzazione” dell’italiano n n n Forme già considerate scorrette (anche se talora attestate

Oggi “ristandardizzazione” dell’italiano n n n Forme già considerate scorrette (anche se talora attestate nella lingua antica, e poi ‘represse’ e ‘respinte’ ai margini o nel parlato)… …oggi “RISALGONO” verso la norma …procedendo gradualmente verso la piena accettabilità Italiano neostandard o ‘dell’uso medio’ (o standard basso) Italiano del futuro? Comunque già oggi ‘varietà nazionale’ dell’italiano (insieme a standard).

Italiano neostandard (NS). I 14 tratti principali (Sabatini 1987) n n n n 1.

Italiano neostandard (NS). I 14 tratti principali (Sabatini 1987) n n n n 1. Lui, lei, loro in posizione di soggetto 2. Uso della forma dativale gli al posto di loro (a loro) 3. Partitivo preceduto da preposizione: con degli amici 4. Dislocazioni a sinistra (il libro, l’ho letto) e a destra (l’ho letto, il libro). Ancora SS con OGGETTO INDIRETTO: a me mi piace. 5. Che polivalente: temporale (dal giorno che ti ho visto), dichiarativo (tieni conto che abbiamo poco tempo), consecutivoesplicativo (vieni che ti pettino), causale (vai a dormire che ne hai bisogno), ecc. [ma ancora SS quando al posto di prep. + cui] 6. Per cui connettivo frasale: pioveva, per cui ho preferito restare a casa 7. Cosa, al posto di che cosa?

… n n n n 8. E, ma, allora, comunque in posizione iniziale di

… n n n n 8. E, ma, allora, comunque in posizione iniziale di frase 9. L’indicativo al posto del congiuntivo in alcune subordinate e nelle ipotetiche: credo che hai torto; se venivi, era meglio; non ho idea di quanti sono 10. Concordanza ad sensum con sogg. collettivo + partitivo al plur. : sono venuti a trovarmi una decina di amici; c’erano un centinaio di persone al matrimonio 11. Soggetto post-verbale: non ci sono soldi, o anche il tipo: niente soldi! 12. Verbi in forma pronominale, per indicare partecipazione affettiva: mi sono bevuto un bel caffè 13. Frase scissa: è lui che mi ha fatto cadere 14. Il ci attualizzante (= ‘quanto a me, in questa circostanza’): non c(i) ho tempo; non ci capisco niente

Tratti ormai accolti dalla grammatica ufficiale per i registri ‘medi’ Da sito Treccani, Domande

Tratti ormai accolti dalla grammatica ufficiale per i registri ‘medi’ Da sito Treccani, Domande e risposte/grammatica

Altri tratti neostandard in espansione n n Scomparsa del ‘trapassato remoto’ Espansione dell’imperfetto (attenuativo:

Altri tratti neostandard in espansione n n Scomparsa del ‘trapassato remoto’ Espansione dell’imperfetto (attenuativo: volevo dirti; ipotetico o controfattuale: e se veniva il controllore? ; di intenzione: Partiva stasera; di citazione: ha detto che andava a casa; creazione di mondi immaginari: ho sognato che ero…) Presente indicativo per futuro (domani vengo); passato prossimo per futuro anteriore (dopo che ho finito gli esami) Futuro anteriore ‘epistemico o suppositivo’ (sarà arrivato) e ‘deontico’ (la domanda andrà presentata entro…)

Altre forme ancora substandard (SS) ma in ‘risalita’ verso il neostandard (NS) n n

Altre forme ancora substandard (SS) ma in ‘risalita’ verso il neostandard (NS) n n n n n gli al posto di le (a lei) Te in funzione di soggetto (Questo lo dici te) Lui, lei, loro riferiti a cose (L’automobile anche lei fa quello che può con queste salite) Forme rafforzate questo qui, quello lì (Se continua a tenere quell’atteggiamento lì, fa poca strada) tipo = ‘come’ (un vestito tipo quello che era in vetrina) magari eventuale (mettiti il maglione che magari prendi freddo) dice introduttore di discorso diretto (= : ”) INSOSPETTABILI SS: Piuttosto che; assolutamente; o meno olofrastico (‘o no’) Ancora fuori standard (norma) …ma fino a quando?

Norma tradizionale e “italiano scolastico” n n Un punto cruciale: come definire allora lo

Norma tradizionale e “italiano scolastico” n n Un punto cruciale: come definire allora lo standard o norma… e l’“errore” ? La risposta tradizionale: il “buon italiano” dei “buoni autori del passato” (< influenza idealistica lingua come fatto creativo, non comunicativo). ANACRONISTICA (modello dell’ANTIPARLATO: “italiano SCOLASTICO”). MA è norma (e grammatica) soltanto l’italiano standard? O anche il neostandard…?

Norma linguistica e uso Luca Serianni: n n Conta la ‘reazione linguistica’ dei parlanti;

Norma linguistica e uso Luca Serianni: n n Conta la ‘reazione linguistica’ dei parlanti; norma = “COMUNE SENTIMENTO DI LINGUA” Insomma, norma = uso (anche se non ‘occasionalismi’ come petaloso o anglicismi caduchi) n n n Due poli estremi: ortografia (massima stabilità e sicurezza di intervento a scuola) pronuncia (massima oscillazione e assenza di intervento) In mezzo: Morfologia, sintassi e lessico QUI STA IL PROBLEMA

Quali criteri usare per la norma? n n n ‘LOGICA’? (NON SEMPRE…: es. presunti

Quali criteri usare per la norma? n n n ‘LOGICA’? (NON SEMPRE…: es. presunti ‘pleonasmi’ suicidarsi, non vedo niente, non viene nessuno; trascorrete le vostre vacanze) Lingua NON è un codice matematico, MA espressivo MODELLO LETTERARIO CONTEMPORANEO? (ma OSCILLAZIONI e USI ANOMALI degli scrittori) SEMMAI, USO SOCIOLINGUISTICAMENTE PIÙ PRESTIGIOSO (it. letter. + prosa di saggi e articoli ‘alti’) MA ‘ELASTICA’: passare dal “Si dice o non si dice” al “Si dice in più modi, in situazioni diverse e con intenzioni espressive distinte” Registri diversi per le diverse situazioni comunicative L’“ERRORE” dipende da contesto e percezione dei parlanti, reazione sfavorevole in un determinato contesto (es. pronunce regionali) CONCETTI ‘RELATIVI’, NON ASSOLUTI

In sintesi Ø Ø Ø Imparare a comunicare in modo efficace per essere capiti

In sintesi Ø Ø Ø Imparare a comunicare in modo efficace per essere capiti dall’interlocutore e non essere giudicati in modo negativo Imparare a usare tutte le varietà in rapporto alle diverse situazioni comunicative Ma concentrarsi soprattutto sui diversi modelli di testo che le situazioni formali richiedono, sia del parlato sia dello scritto