BENVENUTI Abbiamo lonore di presentarvi la storia di
BENVENUTI! Abbiamo l’onore di presentarvi la storia di «Mio nonno era un ciliegio» , scritta da Angela Nanetti e reinterpretata da noi… Una storia che speriamo vi emozionerà. Vi auguriamo buona visione e
«Quando avevo quattro anni, avevo quattro nonni, due nonni di città e due nonni di campagna. »
I nonni di campagna abitavano lontano… Li vedevo solo due volte al mese. La nonna Teodolinda amava le oche, curava il pollaio ed era una donna molto forte.
Stava spesso seduta accanto a Felice, sulla sua seggiola, perché era malata di cuore. A proposito… : Felice era il meraviglioso ciliegio del nonno!
L’aveva piantato quando era nata mia mamma, che porta il nome di «Felicità» , e da allora è diventato sempre più grande.
Tutte queste cose le ho scoperte grazie a un album di famiglia, prima che il nonno lo distruggess e. Conteneva tantissime
Quando il cuore della nonna si aggravò, stava sempre a letto con Alfonsina, la sua oca preferita, e la sua
…Finché un giorno morì, ma non me lo dissero subito. Mi raccontarono che era partita per un viaggio, e questa bugia mi fece arrabbiare molto. Al funerale il nonno Ottaviano mi prese per mano con Alfonsina in braccio, e mi insegnò che per sentire la nonna vicina dovevo parlare
Mio nonno portò via gli animali del pollaio, e si tenne solo Alfonsina e i suoi piccoli. Trascorreva la sue giornate seduto all’ombra di Felice o nel suo orto.
Una volta andai a trovarlo, mi sedetti con lui sotto al ciliegio, e mi insegnò a…… ASCOLTARE IL RESPIRO DEGLI ALBERI.
Il nonno mi invitò a stare due settimane da lui, in campagna. Fu il periodo più divertente della mia vita!!!
Mi portava con lui in bicicletta a comprare le uova fresche… …ed ogni mattina: zabaione!!!!!!
Mi insegnò ad arrampicarmi su Felice, sempre più in alto, fino a raccogliere le ciliegie sulla punta di ogni ramo!!!
Quando la mamma venne a prendermi si arrabbiò molto per quello che mi aveva insegnato il nonno, e disse che era un vecchio pazzo. Ci rimasi così male che per tutto il viaggio di ritorno feci i capricci. Lei si prese due multe e io fui molto
Quella notte sognai che ero su Felice col nonno, eravamo come trapezisti, io mi lanciavo e mi sentivo libero, e lui mi afferrava con le sue forti braccia. Fu un sogno bellissimo!
Ripensai spesso alla nonna Teodolinda, e me la immaginai trasformarsi in un’oca… Ne parlai col nonno, che trovava sempre le parole giuste al momento giusto.
In quel periodo la mamma e il papà litigavano spesso, perché papà si era rotto una gamba. La mamma sfregava le piastrelle così intensamente che pareva dovesse consumarle. . !!
Un pomeriggio disegnai un ricordo di cui avevo promesso al nonno che non avrei parlato a nessuno. Disegnai di quella volta che ci eravamo tuffati nel fiume per acchiappare un pesce, e una signora aveva pensato che stessimo
La mamma vide il disegno, ma invece che arrabbiars i, rise a crepapelle!
A scuola, invece, nessuno credeva a quello che raccontavo sul nonno, nemmeno la maestra!
Ma un giorno, per Natale, il nonno venne a scuola con un costume da Babbo Natale, regali per tutti, e una gerla con dentro Alfonsina! Stette tutta la mattina con noi, e da allora tutti i miei compagni mi invidiarono moltissimo per avere un nonno così fantastico!
Per Natale andai a stare dal nonno. Aveva addobbato Felice a festa!!!
Il nonno mi confidò di avere UNA SPINA NEL CUORE… Non capii subito cosa volesse dire, così esposi alla mia mamma le mie
La mamma non capiva cosa volessi sapere, così si infastidì alle mie domande. Quando le spiegai il segreto del nonno, iniziò a preoccuparsi e a telefonargli sempre più spesso.
A carnevale mi vestii da Superman e andammo dal nonno. Lo trovammo sotto al ciliegio, al freddo, seduto da solo. La mamma gli corse in soccorso e io restai in macchina: nessuno mi considerava!!!
Scesi dalla macchina, andai vicino a Felice e scoppiai a piangere. Quando la mamma mi trovò, invece che preoccuparsi di come si era comportata, mi sgridò ancora di più perché stavo prendendo freddo. Dopo entrammo in casa, e il nonno era infuriato: il Comune voleva espropriargli il suo terreno per costruire una superstrada.
Quando il nonno si accorse che ero andato apposta per fargli vedere il costume di Superman, tornò in sé, e iniziammo a divertirci. Cucinammo lo zabaione con il vino, il nonno si vestì con un cappello e due occhialoni coi baffi, e iniziò a suonare la
Misi il costume di Superman tutto macchiato di vino e zabaione ai piedi del letto, apposta per farlo vedere alla nonna Antonietta, la mia nonna di città, che diceva sempre che il nonno era un pazzo!
La notte sognai che la nonna Teodolinda era vestita da chirurgo, operava il cuore del nonno con una piuma di Alfonsina, togliendogli la spina nel cuore! Il nonno rideva tantissimo perché sentiva solletico!!!
Arrivò la primavera, e la mia maestra pretendeva di insegnarcela facendoci domande banali. Io non capivo perché dovesse insistere così: io la primavera la conoscevo eccome, me l’aveva insegnata mio nonno!
Una mattina stavo facendo le barchette coi biscotti nel latte, quando arrivò una telefonata: il nonno era stato male e io rimasi da solo con i nonni di città: Antonietta e Luigi. Non capivo cosa stava succedendo, e vomitai tutto addosso alla nonna!
Pensai che il nonno era morto, invece no. Aveva preso la broncopolmonite perché, per evitare che le prime gemme gelassero, aveva trascorso la notte al freddo, sotto a Felice, con un falò.
Uscito dall’ospedale, venne a vivere da noi, ma non era più il «solito nonno» . Era stanco e triste, perché non poteva vedere il suo Felice, e
Un giorno tornai a casa da scuola, ma il nonno non c’era più. Lo cercammo dappertutto, poi partimmo con la macchina per ispezionare il quartiere.
Il nonno era andato alla ricerca del suo Felice, perché la mamma non aveva mantenuto la promessa di accompagnarlo nei giorni precedenti. Aveva scambiato un ciliegio del parco per il suo, e se ne stava lassù, con una ressa di gente a guardarlo e fotografarlo. Solo io riuscii a convincerlo a scendere.
L’indomani mio nonno fu portato alla casa dei non-colori, una clinica tutta bianca. Lo andai a trovare una sola volta, portandogli un cesto di ciliegie mature, ma si sporcò tutta la faccia come un bambino. Il nonno stava diventando sempre più magro e triste, e quando morì io fui molto contento. Non provai nessun dolore.
Al funerale non ci volli andare. Misi nel vestito del nonno le piume di Alfonsina e le foglie di Felice, e lo immaginai come una piuma che volava via, verso la nonna Teodolinda, in cielo.
Dopo la morte del nonno, la mamma era sempre più nervosa per la faccenda dell’esproprio. I miei genitori si separarono, così io andai a vivere con la mamma nella casa di campagna del nonno, e cambiai scuola. Comprai un «marito» per Alfonsina con Emilio, un amico del nonno. Lo chiamammo Oreste.
Un giorno la mamma stava sistemando i cassetti, e trovò l’album delle foto di famiglia. Il nonno le aveva distrutte tutte…. Ne era rimasta solo una.
Per Natale andai in vacanza sulla neve con la mamma. Lei fece amicizia con due pettegole, Lalla e Lilli, che però non credevano alle storie sul nonno e su Felice. Io e la mamma tornammo a casa prima, perché lei si era stancata di stare là, e le mancava terribilmente il Natale in famiglia, come quella volta che il nonno aveva addobbato
Una mattina stavo facendo colazione, quando alcune grandi ruspe, fecero irruzione nel giardino: avevamo perso la causa col Comune, e avrebbero iniziato l’esproprio. Non appena si avvicinarono a Felice, mi arrampicai e ci restai per 7 ore. Nessuno riuscì a convincermi a scendere finché non arrivò il Sindaco.
Il Sindaco capì l’importanza di quell’albero per noi, così acconsentì a costruire la superstrada senza radere al suolo Felice. Fui io a salvarlo, e da quel giorno anche papà tornò a vivere con noi, ma in campagna, nella casa del nonno. Tutti furono orgogliosi di me, e io sentii che era stato il nonno a darmi le
Pensai di togliere la scaletta di corda che passava sotto a Felice. Ma poi cambiai idea. Quando Corinna sarà grande potrà usarla lei!!!
Sono passati tre anni dal giorno in cui ho salvato Felice. Da allora molte cose sono cambiate: è nata Corinna, la mia sorellina, e abbiamo iniziato un nuovo album di famiglia. Io le insegnerò tutto quello che il nonno ha insegnato a me!
Ed ora, dopo avervi raccontato la storia di «Mio nonno era un ciliegio» con i nostri disegni, proviamo a farvi vedere le nostre esperienze vissute quest’anno dopo la lettura di ogni capitolo del libro…. …. BUONA VISIONE!!!
Benvenuti nel nostro cerchio! Proprio in cerchio abbiamo intrapreso un viaggio attraverso la magica storia di Tonino, Ottaviano, Teodolinda, Alfonsina, Floppy e tutti gli altri… Questi personaggi ci hanno fatto compagnia durante tutto l’anno, e ci hanno aiutati ad utilizzare la nostra fantasia. Ed eccovi i prodotti del nostro lavoro e delle nostre riflessioni:
I diari di bordo: la documentazione della nostra immaginazione grazie all’uso di materiali di recupero!!!
Per realizzarli, durante l’intervallo e i post-mensa, il nostro atrio si è trasformato in un laboratorio…. Siete pronti? ! …. Guardate che squadra!
Alcuni di noi al lavoro…
Le nostre spine nei cuori…. Diamo un nome alle nostre EMOZION
La nostra «Sintesi per luoghi» , che ci ha portati a….
Scrivere in gruppo e imparare a fare la «revisione corale» … Che l
Revisione di gruppo:
La scrittura degli inviti: come si invita una scrittrice? ! Come si invita la Preside? !
Le parole «accendimemoria» , e tante discussioni, di cui abbiamo custodito le preziose sintesi nel nostro dossier…
…. Ecco i nostri «Cerchi» :
…Alcune parole tratte dalle nostre discussioni: «[…]…Quando muore qualcuno tu il dolore non te lo togli, ci pensi e sparisce prima o poi, però ci pensi ogni giorno più o meno. » «… E’ stato un pomeriggio triste ma ricordoso oggi Laura!» «Diamo un nome a questa scatola con tutti i materiali per il Diario di Bordo? […]» … «: Per me una cosa che si abbina al diario di bordo. Tipo: Valigia…… Diario di Bordo si porta sulle navi, e questo valigia!!!! Da portare sulla nave!!!!» «[…] Secondo me la famiglia di Tonino ha provato tristezza infinita perché aveva capito che era matto e dovevano portarlo in clinica …. Io mi sono sentita, quando il nonno si è arrampicato sull’albero del parco, un po’ vergognosa, perché cioè, non lo conosceva bene quell’albero»
«Secondo me la clinica non va bene perché non aiuta gli anziani, non li aiuta stare sempre al chiuso… E’ meglio stare all’aria aperta!» «Forse quando si mette una piuma in una tasca e una piuma nell’altra, una foglia in una tasca e una foglia nell’altra, forse mette il nonno Ottaviano in una tasca e la Linda nell’altra. . » «Io volevo dire che abbiamo scoperto che Tonino ha fatto delle metafore: una è che la nonna è l’oca, una che il nonno è il ciliegio, e una che i nonni sono piume. . » «Però è come se il nonno fosse un po’ un maestro, perché nel libro avevamo sottolineato che il nonno insegnava meglio della maestra, e quindi è come se il nonno poteva insegnare un po’ a tutti, perché è attraverso il nonno che Tonino impara a vivere»
La preparazione di un progetto….
Un bellissimo modellino:
Le nostre cartoline:
Alcuni dei nostri lavori documentati nei diari di bordo:
Ci prepariamo all’arrivo di Angela Nanetti:
Come possiamo disegnare un Tonino a grandezza naturale? ! …… Idea!
Ed ecco realizzato il nostro capolavoro!!
…Benvenuta Angela!
Siete tutti invitati a prendere visione dei nostri diari di bordo… Ne rimarrete entusiasti! GRAZIE PER L’ATTENZIONE!!!!!! Da tutti i bambini dell’Acqua, dell’Aria e della Terra!
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