Riproduzione nella specie suina Ciclo estrale Lattivit sessuale
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Riproduzione nella specie suina Ciclo estrale
L’attività sessuale nella scrofa è ciclica e, in assenza di gestazione o fenomeni patologici, si manifesta a partire dalla pubertà, ogni 21 gg (18 -24 gg) senza interruzioni durante tutto l’arco dell’anno (poliestrale annuale)
Pubertà n n La scrofa raggiunge la maturità sessuale tra i 5 e gli 8 mesi d’età (peso 90 -110 Kg) e manifesta per la prima volta il calore o estro Età della pubertà q. Razza q genetica q eterosi q individuo q Alimentazione q Ambiente q management
Condizioni ambientali e sociali: effetto delle interazioni sociali
Condizioni ambientali e sociali: effetto delle interazioni sociali
n n n al primo calore la scrofetta non ha ancora completato lo sviluppo somatico. Si deve attendere il superamento del breve periodo successivo alla pubertà, che Hafez definisce come “sterilità adolescenziale” La scelta manageriale di fecondare la scrofetta non al primo ma al secondo o al terzo calore considera inoltre l’aspetto economico al fine di evitare il conseguimento di risultati inferiori a quelli ottimali, soprattutto in termini di fertilità e di dimensione della nidiata. la fertilità aumenta dall’ 80% al 95% tra il primo e il terzo calore, quando la scrofetta ha un’età superiore ai 220 giorni, un peso di almeno 120 Kg, una percentuale di grasso corporeo pari al 16% e un rapporto lipidi: proteine di 1: 1.
Modificazioni ormonali durante il ciclo (bovina) Giorni in relazione all’estro (0)
Reclutamento follicolare, selezione e dominanza Reclutamento = ↑ FSH + ↓ LH Selezione = ↓ FSH + LH moderato + inibina Dominanza = ↓ FSH + ↑ LH + ↑ inibina
Secrezione relativa di gonadotropine, inibina ed estradiolo durante il proestro da parte dei follicoli reclutati, selezionati e dominanti
Fasi del ciclo estrale n n Fase follicolare Fase luteinica q durata 4 -6 gg q crescita follicolare q estradiolo q durata 13 -15 gg q inizia con l’ovulazione q presenza di CL q progesterone
Stadi del ciclo estrale Proestro (2 -3 gg) n Estro (2 -3 gg) n Metaestro (1 -2 gg) n Diestro (14 -15 gg) n Fase follicolare Fase luteinica
CICLO ESTRALE (periodo che va da un calore a quello successivo. Media 21 gg ma varia da 18 a 24 gg) n 1. 2. CALORE (periodo in cui la femmina accetta l’accoppiamento con il maschio, dura da 48 a 84 ore, da 2 a 3, 5 giorni) PROESTRO: vulva intensamente arrossata, rigonfia, mucosa rossa, muco filamentoso, appetito irregolare, nervosismo, viene cavalcata dalle compagne ma non resta ferma ESTRO: diminuisce il turgore e l’arrossamento della vulva, muco filante, raddrizza le orecchie, immobile al cavalcamento delle compagne, appetito scomparso, è attratta dal verro, immobilismo al verro ed all’uomo, mammelle turgide.
DURATA DEL CALORE n 1. 2. 3. 4. 5. 6. DURATA DEL CALORE varia a seconda: Venuta in calore dopo lo svezzamento (lunga se vanno in calore presto, dopo 3 – 4 giorni, corta per le ritardatarie) Ritorni di calore (corto) Scrofette (corto) Genetica Dell’azienda, anche se con la stessa genetica Del clima (freddo, caldo)
DURATA DEI CALORI IN RAPPORTO ALL’INTERVALLO SVEZZAMENTOESTRO Immobilità al verro 1 gg 2 gg Immobilità all’uomo Sopravv. spermatozoi 1, 5 gg 2, 5 gg ovulazione 2 gg 3, 5 gg 12 1 2 svezzamento 3 24 36 48 60 72 84 4 5 6 7 ore 8 giorni
Intervallo svezzamento-estro (ISE) 1. 2. 3. 4. Durata lattazione: ISE > a 21 vs 28 gg Condizione corporea (BCS) Sanità uterina (endometriti) Gestione dei suinetti (pareggiamento delle nidiate, svezzamento parziale)
OVULAZIONE n n n OVULAZIONE : avviene a circa due terzi della durata del calore; 15 e 20 -25 ovuli rispettivamente in scrofetta e scrofa (specie politocica) OVULO : resta vivo se non fecondato per 8 ore circa; SPERMATOZOO : ha bisogno di un periodo di capacitazione di 2 – 6 ore all’interno dell’apparato genitale femminile, resta vivo oltre 24 ore.
INSEMINAZIONE n n STIMOLARE LE SCROFE CON IL VERRO DUE VOLTE AL GIORNO (al mattino presto e la sera più tardi possibile) PER SAPERE ESATTAMENTE IL MOMENTO DELL’INIZIO DEL CALORE E QUINDI POTERE DECIDERE IL MOMENTO DELL’INSEMINAZIONE FECONDARE 10 - 12 ore prima dell’ovulazione
RICERCA DEL CALORE n n LA STIMOLAZIONE avviene passando il verro DAVANTI alle scrofe e cercando di prolungare il contatto tra i due musi. L’UOMO cammina dietro alle scrofe, senza disturbare il verro, ed osservando il comportamento dei due. Dove vede segni di inizio di calore, visiona la vulva, la mucosa interna, verifica il riflesso di immobilità: tira in alto la piega della grassella, preme sul dorso con due mani, cavalca la scrofa.
Stimolazione con il verro Acustica n Olfattiva n Visiva n Tattile n
VERRO ADEGUATO STIMOLAZIONE DAL 1 GG POST-SVEZZAMENTO STIMOLAZIONE PIU’ VOLTE AL GIORNO STIMOLAZIONE E INDUZIONE CALORE > N. SCROFE IN CALORE IDENTIFICATE MIGLIORE APPROSSIMAZIONE SUL MOMENTO DI INIZIO DELL’ESTRO IDENTIFICAZIONE DEL MOMENTO IDEALE PER EFFETTUARE L’INSEMINAZIONE
Tempo di inseminazione 12 -24 h dopo la comparsa dell’estro n Seconda IS 12 h dopo la prima, sempre e solo in presenza del riflesso di immobilità n Eventualmente terza inseminazione n
AI nella scrofa: vantaggi genetici q q q Utilizzo più intensivo dei verri migliori (progresso genetico) maggior uniformità dei soggetti venduti aumento della variabilità genetica con l’introduzione di seme dall’esterno
AI nella scrofa: vantaggi tecnici q q possibilità di fecondare contemporaneamente un elevato numero di scrofe e scrofette, senza ricorrere a molti verri Evitare il trasporto della scrofa in calore nel luogo in cui è il verro utilizzo di materiale seminale controllato qualitativamente per garantire un’alta fertilità, controllo dei verri e della paternità delle figliate Riduzione costi (manodopera e mantenimento dei maschi)
Inseminazione strumentale nella scrofa Deposizione intracervicale 3 x 109 sperm 2 -3 volte durante l’estro (80 -100 ml) n Inseminazione intrauterina profonda (150 x 106 fresco; 1 -2 x 109 congelato) n Tecnica laparoscopica n
Caratteristiche del seme di verro volume Concentrazione n. sperm/eiaculato Tempo di eiaculazione Frazione pre-spermatica Frazione post-spermatica 200 -400 ml 200 -300 x 106/ml 50 -90 x 109 5 -10 min 10 -25 ml 60 -100 ml con 80% sperm. 150 -300 ml
AI tradizionale 3 x 109 spz/100 ml Frequenza prelievo Dosi/eiaculato Dosi/anno Proporzione Verri AI postcervivale 1. 5 x 109 spz/50 ml AI intrauterina profonda 0. 6 x 109 spz/20 ml 2/settimana 20 40 100 2000 4000 10 5 2
FATTORI CHE DIMINUISCONO LA FERTILITA’ n n n n IGIENE DELLA FECONDAZIONE INTERVALLO SVEZZAMENTO-CALORE SUPERIORE A 6 GIORNI SCROFA TROPPO MAGRA o TROPPO GRASSA FEBBRE ASCESSI O PIAGHE ZOPPIE PARASSITOSI SCOLO VULVARE MALATTIE INFETTIVE ETA’ DELLA SCROFA CALORE POCO EVIDENTE SCROFETTE PUBERI DOPO IL 9° MESE DI ETA’ CONDIZIONI STRESSANTI
Gestione delle scrofe da fecondare n n Inizia al momento dello svezzamento con creazione di gruppi omogenei provenienti dalla sala parto Allontanare dal gruppo scrofe che non sono andate in calore una settimana dopo lo svezzamento (calori tardivi): elemento di disturbo per le altre durante la prima fase della gestazione
Passaggio al box di gruppo dopo fecondazione n n Attenzione: fase critica fino all’annidamento (18 -24 gg) Sarebbe preferibile non spostarle in questa fase ma se necessario con accorgimenti per limitare lo stress q Le scrofette sono allevate in gruppo nel periodo compreso da 4 settimane dopo la fecondazione e una settimana prima del parto. q I lati del recinto devono avere una lunghezza superiore a 2. 8 m, se vi sono più di 6 animali 2. 4 (DL 211/2011) q deroga per allevamenti aziendali con meno di 10 capi a condizione che il recinto sia ampio a sufficienza da consentire alle scrofe di girarsi
Passaggio al box di gruppo creazione dei gruppi la sera q immettere nel gruppo scrofe che sono state vicine di gabbia q Gruppi omogenei (taglia e ordine di parto) q Introdurre nel box un verro adulto per qualche ora q Garantire adeguata superficie (2. 25 e 1. 64 m 2/capo per crofe e scrofette q Adeguato posto mangiatoia e n di abbeveratoi q Barriere visive q Fornire mangime fibroso supplementare q
Gravidanza (durata 114 gg) n n periodo della divisione cellulare: dalle cellule uova fecondate al raggiungimento dello stadio di blastocisti ai giorni 6 -8; la fase embrionale: le cellule si differenziano a formare i tessuti e gli organi; la fase fetale: tutti gli organi vanno incontro a una significativa crescita e maturazione. parto
n n n Le continue divisioni mitotiche consentono il raggiungimento dello stadio di morula al giorno 5 dall’inizio dell’estro, mentre durante la fase di compattamento le giunzioni intercellulari che si instaurano sono seguite dall’accumulo di liquido che porta alla formazione di una cavità al centro dell’embrione, il blastocele. differenziamento trofoblasto e disco germinale. Il trofoblasto, che nella scrofa ha capacità invasive, rappresenta il punto di contatto con la parete epiteliale dell’utero andando a costituire con essa la placenta, mentre dal disco germinale si origineranno i tre foglietti embrionali (mesoderma, ectoderma ed endoderma) necessari per lo sviluppo fetale.
n n Gli embrioni si trovano vicini all’apice del corno uterino 5 -6 giorni dopo l’inizio dell’estro, proprio nel momento di passaggio dalla morula allo stadio di blastocisti che avviene tra il giorno 6 e 8 Giunti nell’utero migrano attraverso il corpo dell’utero, mescolandosi con gli embrioni che provengono dal corno controlaterale. Questo processo continua fino al giorno 12 quando le blastocisti, dopo aver rotto la membrana pellucida per modificazioni causate da fattori enzimatici prodotti dall’utero o dall’embrione, si allungano rapidamente assumendo la forma filamentosa.
Elongazione del conceptus fase di accrescimento più intensa rispetto ai ruminanti: q al giorno 10 la blastocisti misura 2 mm, q in 24 -48 h raggiunge i 200 mm!!! Crescita: 4 -8 mm/h. q Al giorno 16 raggiunge 800 -1000 mm q
Riconoscimento materno della gravidanza nella scrofa n Il conceptus produce estradiolo (11 -12 gg post-ovulazione) ecettori per prolattina R (endometrio) prolattina cambia il flusso ionico di Ca++ La PGF 2α è prodotta ma re-indirizzata verso il lume (da secrezione endocrina esocrina) NO LUTEOLISI STIMOLA CONTRAZIONI MIOMETRIALI PER FACILITARE LA DISTRIBUZIONE DEGLI EMBRIONI LUNGO LE CORNA UTERINE ALMENO 2 EMBRIONI/CORNO!!!
Placenta diffusa epitelio-coriale q La placenta diffusa della scrofa consiste di molti villi coriali distribuiti sull’intera superficie del corion che penetrano all’interno dell’endometrio formando l’interfaccia materno-fetale q I vasi di ciascun villo si fondono a formano vasi più grandi che entrano nel cordone ombelicale q L’annidamento iniziale si verifica intorno al giorno 12 e si è ben stabilito ai gg 18 -20 dall’ovulazione A = allantoide AC = allantocorion AM = sacco amniotico E = endometrio M = miometrio
Stress fetale ACTH fetale Placentazione P 4 E 2 Cortisolo fetale PGF 2 a > Secrezione Contrazioni miometriali > pressione lubrificazione > Stimolazione cervicale > ossitocina > pressione relaxina luteolisi Rilassamento legamento pelvico
parto n n > estrogeni e < del progesterone materno avviano le contrazioni del miometrio e la dilatazione della cervice, consentendo la rimozione del tappo mucoso. gli estrogeni e il cortisolo prodotto dai feti aumentano la liberazione di prostaglandine da parte dell’endometrio, contribuendo alla luteolisi. L’ossitocina, la cui secrezione da parte della neuroipofisi e della placenta è favorita dagli estrogeni, agisce sulla muscolatura uterina provocando la contrazione. tessuto cervicale diventa più soggetto alla dilatazione grazie anche alla secrezione di relaxina
parto La durata del parto (numero di suinetti), non dovrebbe superare le 1 -4 ore, mentre l’intervallo di tempo tra un suinetto e il successivo dovrebbe essere compreso tra i 5 e i 15 minuti.
Il parto può essere suddiviso in tre fasi : n la dilatazione della cervice, che si verifica perché il feto impegna il canale del parto n l’espulsione dei feti, n l’espulsione degli invogli fetali
Puerperio n n n L’involuzione uterina, che nella scrofa richiede in media 4 settimane, si verifica grazie soprattutto alla caduta rapida dei livelli circolanti di estrogeni e progesterone Le scrofe allattanti sono facilitate in questo processo per la liberazione di ossitocina in risposta alla suzione esercitata dai suinetti, che promuove le contrazioni del miometrio stimolando il tono muscolare uterino accelerando in tal modo l’involuzione. estro anovulatorio 3 -5 gg dopo il parto
lattazione n n n Con l’allattamento l’animale entra in un periodo di anaestro dovuto all’inibizione operata a diversi livelli sull’asse ipotalamo-ipofisi-ovaio che causa la perdita temporanea di fertilità (anaestro postpartum). In seguito all’allontanamento dei suinetti intorno alle 4 -8 settimane, entro 4 -8 giorni si osserva lo sviluppo dei follicoli ovarici, il comportamento tipico estrale e l’ovulazione. Nel caso delle scrofette al loro primo parto il calore può comparire in un arco di tempo di 3 settimane.
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