Il FUTURISMO la bellezza della velocita Il manifesto
Il FUTURISMO la bellezza della velocita’
Il manifesto del 1909: un programma, una pubblicità Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità. (…) Musei: cimiteri!. . . Che ci si vada in pellegrinaggio, una volta all'anno, come si va al Camposanto nel giorno dei morti. . . ve lo concedo. Che una volta all'anno sia deposto un omaggio di fiori davanti alla Gioconda, ve lo concedo. . . Ma non ammetto che si conducano quotidianamente a passeggio per i musei le nostre tristezze, il nostro fragile coraggio, la nostra morbosa inquietudine. Perché volersi avvelenare? Perché volere imputridire? E che mai si può vedere, in un vecchio quadro, se non la faticosa contorsione dell'artista, che si sforzò di infrangere le insuperabili barriere opposte al desiderio di esprimere interamente il suo sogno? . . . Ammirare un quadro antico equivale a versare la nostra sensibilità in un'urna funeraria, invece di proiettarla lontano, in violenti getti di creazione e di azione.
Il manifesto dei pittori futuristi • • • Noi siamo nauseati dalla pigrizia vile che dal Cinquecento in poi fa vivere i nostri artisti d'un incessante sfruttamento delle glorie antiche. Per gli altri popoli, l'Italia è ancora una terra di morti, un'immensa Pompei biancheggiante di sepolcri. L'Italia invece rinasce, e al suo risorgimento politico segue il risorgimento intellettuale. Nel paese dell'estetica tradizionale spiccano oggi il volo ispirazioni sfolgoranti di novità. È vitale soltanto quell'arte che trova i propri elementi nell'ambiente che la circonda. Come i nostri antenati trassero materia d'arte dall'atmosfera religiosa che incombeva sulle anime loro, così noi dobbiamo ispirarci ai tangibili miracoli della vita contemporanea…. E possiamo noi rimanere insensibili alla frenetica attività delle grandi capitali, alla psicologia nuovissima del nottanbulismo, alle figure febbrili del viveur, della cocotte, dell'apache, e dell'alcolizzato? Volendo noi pure contribuire al necessario rinnovamento di tutte le espressioni d'arte, dichiariamo guerra, risolutamente, a tutti quegli artisti e a tutte quelle istituzioni che, pur camuffandosi d'una veste di falsa modernità, rimangono invischiati nella tradizione, nell'accademismo, e soprattutto in una ripugnante pigrizia cerebrale.
La Pittura in Italia Seconda metà dell’ottocento Le Scuole regionali Verismo sociale Simbolismo Scapigliatura Paesaggismo
I protagonisti Marinetti, Balla, Boccioni, Rùssolo, Carrà, Severini L’Architett Sant’Elia o Sant’Elia Boccioni R ù s s o l o Severini Carrà Balla Il poeta F. T. Marinetti
L’estetica dei futuristi: le periferie urbane Boccioni – Officine a Porta Romana
L’ estetica dei futuristi: l’automobile Rùssolo – Dinamismo di un’automobile
L’estetica dei futuristi: la luce artificiale Balla - Lampada ad arco
L’estetica dei futuristi: il rumore delle macchine Rùssolo - L’intonarumori! “La vita antica fu tutta silenzio. Nel diciannovesimo secolo, con l’invenzione delle macchine, nacque il Rumore. Oggi, il Rumore domina sovrano sulla sensibilità degli uomini”.
L’ideologia futurista: Ciò che è dinamico è superiore a ciò che è statico
Alcune tecniche adottate dai futuristi: il divisionismo, la ripetizione dell’immagine
“Noi metteremo lo spettatore al centro del quadro”
Cubisti e futuristi a confronto: analisi cartesiana – visione impulsiva
Gino Severini – Ballerina in blu L’immagine si frammenta ma si sintetizza nella velocità del movimento
Carlo Carrà cavallo + cavaliere
Umberto Boccioni 1882 -1916 Autoritratto 1908 Tecnica divisionista – Punto di vista rialzato – Il tema nuovo della periferia – Il prato verde tra le case che rappresenta il passato, destinato a sparire sotto il cemento della moderna urbanizzazione – Il punto focale decentrato e mosso nello sguardo intenso dell’artista.
Umberto Boccioni Rissa in Galleria 1910
Umberto Boccioni La città che sale -1910 -M. O. M. A. New York
“un quadro di metri 3 X 2 dove ho cercato una gran sintesi del lavoro, della luce, del movimento … E’ fatto completamente senza modello e tutte le abilità del lavoro sono sacrificate alla ragione ultima dell’emozione” L’opera venne acquistata dal Maestro Busoni che la vide a Londra in occasione di una mostra nel 1912. Viene considerata dall’artista un’opera di transizione perché ancora presenta un residuo di spazialità tradizionale. Boccioni si ispira ai lavori per l’Esposizione Universale del 1910 a Roma per i cinquant’anni dell’Unità d’Italia. Dei vortici colorati rappresentano il moto frenetico del lavoro nei cantieri.
Umberto Boccioni Visioni simultanee 1911 La strada entra nella casa
Umberto Boccioni Stati d’animo II: gli addii 1911 MOMA New York
Umberto Boccioni Stati d’animo I: quelli che vanno – quelli che restano 1911
Umberto Boccioni - Forme uniche della continuità dello spazio 1913 – Museo del novecento Milano La scultura in bronzo rappresenta una figura dinamica dalle forme anatomiche appena accennate. Il moto che la caratterizza è reso in modo tale da far sembrare che siano il vento e l’aria circostante a modellare le forme in modo quasi violento. Il volume chiuso della scultura è superato da un visione fluida dove si compenetrano figura e spazio. antigrazioso
Umberto Boccioni Ritratto del maestro Ferruccio Busoni 1916
Giacomo Balla 1871 -1958
Futurballa – Velocità astratta
Giacomo Balla –Pessimismo e ottimismo 1923 G. N. A. M.
Antonio Sant’Elia 1888 -1916 La città nuova
Secondo futurismo Prampolini, Dottori, Depero
Grafica futurista
- Slides: 30