Dentro lalbo illustrato Albo illustrato in Italia Rosellina
Dentro l’albo illustrato Albo illustrato in Italia Rosellina Archinto, Emme Edizioni, 1966, Milano Libri per bambini che ancora non sanno leggere di elevata qualità artistica e letteraria.
Emme Edizioni • Nuova concezione dell’immagine e della pagina. • Novità dei temi, del linguaggio e delle trame. • Cataloghi ragionati rivolti a genitori e insegnanti.
Offrire un albo illustrato non significa più proporre una storia per educare, per insegnare qualcosa o mostrare un esempio virtuoso, significa invece dare uno strumento di esplorazione fantastica, fisica, interiore.
• 1985: il marchio della Emme Edizioni passa a Einaudi (solo omonimia con l’originale). • 1999: Rosellina Archinto torna all’editoria per ragazzi e, con la figlia Francesca, fonda la Babalibri. La nuova casa editrice, per i primi dieci titoli, pubblica quelli della Emme; poi autori italiani «classici» e nuovi autori francesi (Corentin, D’Alancé, Ramos).
Tra le principali case editrici italiane che pubblicano albi illustrati, oltre a Babalibri: • Artebambini; • Carthusia; • Fatatrac; • Lapis • Orecchio acerbo; • Terre di Mezzo; • Topipittori.
Loredana Farina, Casa editrice La Coccinella, Milano, 1977 Motivazioni: • I libri per bambini/e uscivano per Natale e in occasione di ricorrenze (calendario minoritario della case editrici). • Venivano regalati come doni speciali in certe occasioni (compleanni, cresime…). • I romanzi classici venivano ridotti tagliando interi passi sulla base di precauzioni morali e pedagogiche. • Gli autori erano bravi/e maestri/e in pensione. • I libri di divulgazione erano destinati solo ai bambini (bambine no scienziate). • Per i bambini piccoli si pubblicavano solo fiabe e per i piccolissimi niente.
I libri «coi buchi»
«Una volta i libri erano di solo testo, con qualche illustrazione in bianco e nero e la comunicazione avveniva attraverso la letteratura; anche le poche illustrazioni non erano progettate per completare la comunicazione verbale, ma solo come ornamento aggiunto. […] Oggi invece si è finalmente scoperto che l’immagine comunica, anche il colore, le forme, il tipo di carta o cartone, la grandezza dei caratteri tipografici o la forma stessa delle lettere, e comunica anche tutta la tecnologia editoriale […]. Oggi finalmente siamo nella «comunicazione visiva» e non solo visiva ma anche tattile, termica, plurisensoriale. […] Libri/giocattolo, libri a sorprese visive, libri che si trasformano, libri nei quali puoi infilare le dita, libri adatti ai bambini, finalmente!» (Bruno Munari, Catalogo ragionato di Coccinella, pubblicato per il primo decennio della casa editrice, 1977 -87)
Albo illustrato • Dispositivo dotato di specifiche caratteristiche morfologiche e funzionali. • Confluiscono in esso i linguaggi della scrittura e dell’illustrazione, competenze progettuali, metafore e visioni del mondo. • Il racconto si sviluppa principalmente grazie al rapporto tra parole e immagini (ICONOTESTO: codice composito verbo-visuale). • La narrazione nasce nella «collisione» tra il testo delle parole e quello delle immagini; tale collisione crea un gap che presuppone la presenza attiva del lettore che deve essere capace di avventurarsi negli spazi vuoti per costruire la sua interpretazione del testo.
Intrinseco all’albo illustrato il carattere di ambiguità, poiché il testo deve lasciare spazio alla rappresentazione figurale e alle azioni dei lettori; il testo scritto è sempre la metà della mela ed è quindi sempre incompleto, aperto, spesso ellittico e quasi sempre poetico.
FORMA e CONTENUTO nell’albo illustrato coincidono in una direzione di senso che si avvicina perfettamente al pensiero bambino che conosce forma e senso come un’unica indistinta informazione. Insieme alle componenti grafiche (copertina, risguardi rilegatura…) che contribuiscono alla costruzione del racconto, anche l’atto dello SFOGLIARE la pagina acquista un particolare significato.
Conquiste della cura narrativa • Competenza metaforica: ovvero la capacità di produrre associazioni, similitudini, metafore e sviluppare quindi un pensiero di tipo analogico (M. Dallari, In una notte di luna vuota). • Competenza inferenziale (I. Mari, Il palloncino rosso). • Contratto di finzione. Mentre contribuisce a creare la coscienza della distinzione tra la dimensione fantastica del pensiero e la capacità di riconoscere il reale come tale e interagire realisticamente con esso, aiuta a strutturare la capacità di portare nella realtà le suggestioni e le risorse dell’immaginario (albi di Suzy Lee) senza scivolare nella trappola della superstizione (strutturazione del principio di realtà).
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