SICUREZZA ANTINCENDIO NELLA PROGETTAZIONE DI UN ORGANISMO OSPEDALIERO

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SICUREZZA ANTINCENDIO NELLA PROGETTAZIONE DI UN ORGANISMO OSPEDALIERO 2 A PARTE TRIESTE 28 FEBBRAIO

SICUREZZA ANTINCENDIO NELLA PROGETTAZIONE DI UN ORGANISMO OSPEDALIERO 2 A PARTE TRIESTE 28 FEBBRAIO 2002 C. T. A. Alberto MAIOLO - Funzionario Tecnico del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco

STATISTICA INCIDENTALE

STATISTICA INCIDENTALE

CARATTERISTICHE PROGETTUALI DI UN ORGANISMO OSPEDALIERO

CARATTERISTICHE PROGETTUALI DI UN ORGANISMO OSPEDALIERO

ACCESSIBILITA’ PER LE SQUADRE DI SOCCORSO DM n. 246 del 16. 5. 1987: Le

ACCESSIBILITA’ PER LE SQUADRE DI SOCCORSO DM n. 246 del 16. 5. 1987: Le aree di manovra e di stazionamento dei mezzi antincendio devono avere specifici requisiti dimensionali in relazione agli ingombri dei mezzi stessi e delle attrezzature. Per consentire l’intervento dei Vigili del Fuoco gli accessi all’area dove sorge la struttura devono avere i seguenti requisiti minimi: - Larghezza 3. 5 m - Altezza libera 4 m - Raggio di svolta 13 m - Pendenza massima 10% - Resistenza al carico almeno 20 tonnellate (8 sull’asse anteriore e 12 sull’asse posteriore). - Deve essere assicurata la possibilità di accostamento all’edificio delle autoscale almeno ad una facciata di ogni corpo di fabbrica, al fine di raggiungere tramite percorsi interni protetti di piano i vari locali.

- Le aree devono essere opportunamente segnalate ai mezzi in arrivo e devono essere

- Le aree devono essere opportunamente segnalate ai mezzi in arrivo e devono essere garantite libere da altre attrezzature o da ostacoli che impedirebbero lo stazionamento da parte dei VV. F. Consigli Bisogna adibire un’area allo stazionamento delle squadre di soccorso dei VV. F. con queste caratteristiche: - L’area dovrebbe rimanere sempre libera, non dovrebbe essere utilizzata come parcheggio e dovrebbe essere adeguatamente segnalata. - L’area dovrebbe avere una disposizione strategica per l’edificio, dovrebbe essere vicina a una facciata e dare almeno su una scala di sicurezza permettere ai VV. F. di salire ai piani superiori. - Dall’area dovrebbero essere visibili e raggiungibili tutti i mezzi per l’estinzione, chiaramente identificati e segnalati. - L’area dovrebbe essere costantemente illuminata da fari con alimentazione di emergenza.

- Una scala di sicurezza dovrebbe essere riservata all’ingresso delle squadre dei VV. F.

- Una scala di sicurezza dovrebbe essere riservata all’ingresso delle squadre dei VV. F. e utilizzata dalle persone interne all’edificio solo in caso di reale necessità; questo permettere ai VV. F. di salire ai piani superiori indisturbati senza intralcio all’evacuazione delle persone che stanno uscendo. La scala dovrebbe avere le indicazioni del livello dei piani ad ogni pianerottolo, illuminate con alimentazione di emergenza. - Si dovrebbe adibire un’area allo stazionamento dell’eventuale zona di crisi allestita dalle squadre interne all’ospedale. L’area dovrebbe poter ospitare una unità di base adibita a pronto soccorso, per consentire lo smistamento dei degenti in uscita che devono essere trasportati in altri ospedali. L’area potrebbe essere allestita anche al piano terra dell’ospedale o direttamente nel pronto soccorso.

RESISTENZA AL FUOCO PARETI Circolare del M. I. n. 1202/4189 del 26. 06. 1996:

RESISTENZA AL FUOCO PARETI Circolare del M. I. n. 1202/4189 del 26. 06. 1996: EDIFICI NUOVI Negli edifici con una altezza superiore a 24 m fuori terra i muri tagliafuoco devono avere una resistenza al fuoco almeno pari a REI 120. Negli edifici con una altezza fuori terra inferiore a 24 m i muri tagliafuoco devono avere una resistenza al fuoco almeno pari a REI 90. I muri tagliafuoco dei piani interrati devono garantire una resistenza al fuoco almeno pari a REI 120. EDIFICI ESISTENTI I muri tagliafuoco dei piani interrati devono garantire una resistenza al fuoco almeno pari a REI 120. Negli edifici di qualsiasi altezza i muri tagliafuoco devono garantire una resistenza al fuoco almeno pari a REI 90.

Consigli - I muri tagliafuoco si devono estendere in maniera continua e senza aperture

Consigli - I muri tagliafuoco si devono estendere in maniera continua e senza aperture dalle fondazioni al tetto dell’edificio. Nel caso di una struttura ospedaliera la caratteristica di essere privi di aperture risulta inattuabile a causa della necessità di collegamento di quasi tutte le attività. La superficie di tali aperture dovrebbe stare sotto una soglia di tolleranza, altrimenti il muro, anche se costruito a regola d’arte, perde la sua resistenza al fuoco. La superficie delle aperture non dovrebbe superare il 25% della superficie della barriera.

- Necessita porre particolare attenzione a come gli elementi costruttivi vengono posti in opera

- Necessita porre particolare attenzione a come gli elementi costruttivi vengono posti in opera in quanto, anche se di qualità e resistenza certificate, essi perdono le caratteristiche quando non vengono assemblati secondo regole precise. - La resistenza richiesta si può ottenere anche attraverso un apposito rivestimento ignifugo: gesso rivestito, rete porta-intonaco con intonaco, ecc. - Questi rivestimenti possono essere adottati o per ricoprire una partizione e portarla ad un prefissato valore di REI, oppure anche singolarmente con la propria struttura metallica e combinati su più strati per il raggiungimento della resistenza prescritta.

SOLAI Circolare del M. I. n. 1202/4189 del 26. 06. 1996: EDIFICI NUOVI I

SOLAI Circolare del M. I. n. 1202/4189 del 26. 06. 1996: EDIFICI NUOVI I solai tagliafuoco dei piani interrati devono garantire una resistenza al fuoco almeno pari a REI 120. Negli edifici con un’altezza superiore ai 24 m fuori terra i solai tagliafuoco devono avere una resistenza al fuoco almeno pari a REI 120. Negli edifici con un’altezza fuori terra inferiore ai 24 m i solai tagliafuoco devono avere una resistenza al fuoco almeno pari a REI 90. EDIFICI ESISTENTI I solai tagliafuoco dei piani interrati devono garantire una resistenza al fuoco almeno pari a REI 120. Negli edifici di qualsiasi altezza i solai tagliafuoco devono garantire una resistenza al fuoco almeno pari a REI 90.

Consigli - La scelta del solaio più opportuno è relazionata al tipo di locale

Consigli - La scelta del solaio più opportuno è relazionata al tipo di locale che tale solaio deve sostenere. - Come nel caso delle pareti anche in questo caso sarebbe necessario che l’area delle aperture orizzontali (cavedi, vani scale, ascensori) non superasse il 25% della superficie totale del solaio. - Negli edifici esistenti, dove non è possibile la realizzazione di solai tagliafuoco ovunque, essi dovrebbero essere realizzati almeno sopra le autorimesse (se sono comprese nell’edificio), i piani dei locali interrati (che nella maggior parte dei casi ospitano le attività pericolose e i locali delle centrali tecnologiche), il blocco operatorio ed i laboratori. - Lo spessore richiesto per garantire la resistenza al fuoco può essere ottenuto con l’installazione di controssoffitti incombustibili e certificati.

PORTE Circolare del M. I. n. 1202/4189 del 26. 06. 1996: - I serramenti

PORTE Circolare del M. I. n. 1202/4189 del 26. 06. 1996: - I serramenti tagliafuoco devono essere installati in corrispondenza di vani di porte, ascensori, montacarichi, montaletti, vani scale e più in generale di ogni altra apertura che metta in comunicazione due compartimenti dello stesso piano. - Il numero e la larghezza delle porte è in funzione della capacità di deflusso e del numero massimo di persone presenti. - Le porte di accesso alle scale e quelle che immettono all’esterno o in luogo sicuro, devono aprirsi nel verso dell’esodo. - Le porte delle camere di degenza devono essere realizzate in modo da facilitare l’uscita. - Le porte devono immettere su area piana di profondità almeno pari a quella delle porte.

DPR n. 503 del 24. 07. 1996: - Le porte devono essere apribili dall’interno

DPR n. 503 del 24. 07. 1996: - Le porte devono essere apribili dall’interno verso l’esterno, le porte apribili nei due sensi devono essere munite di pannelli trasparenti; su di esse ci devono essere dei segni indicativi all’altezza degli occhi e devono essere protette contro lo sfondamento per un’altezza di 1 m. - Le porte scorrevoli devono disporre di un sistema di sicurezza che impedisca loro di uscire dalle guide e di un dispositivo, che le porti nella posizione di massima apertura in caso di mancanza della tensione di alimentazione e che ne consenta comunque l’apertura a semplice spinta. - Le porte ad azionamento meccanico devono essere munite di dispositivo di apertura manuale. - Lungo il percorso di emergenza le porte devono essere contrassegnate con segnaletica di sicurezza, con l’indicazione relativa all’obbligo di non ostruirla se si tratta di una porta su una via di fuga.

Consigli - Le caratteristiche delle porte dovrebbero essere fissate sia in vista della funzione

Consigli - Le caratteristiche delle porte dovrebbero essere fissate sia in vista della funzione (tagliafuoco, tenuta di fumo) che in armonia con le caratteristiche della struttura di separazione su cui sono applicate.

- La larghezza di ogni porta e la sua resistenza al fuoco sono dipendenti

- La larghezza di ogni porta e la sua resistenza al fuoco sono dipendenti dalla quantità di rischio, dalla presenza di degenti e dalla capienza del locale. - Le porte che danno direttamente all’esterno o su una via di fuga che porta all’esterno dovrebbero essere differenziate dalle altre per migliorare l’orientamento. Possono essere utilizzate porte di colore diverso e con una parte vetrata per favorire la visione dell’esterno.

- Le porte che sono chiuse a chiave per scopi medici (per esempio nei

- Le porte che sono chiuse a chiave per scopi medici (per esempio nei reparti psichiatrici) o per motivi di sicurezza e le porte a chiusura elettrica dovrebbero: 1 - avere un dispositivo di sblocco con l’entrata in funzione dei rivelatori di fumo; 2 - avere un dispositivo di sblocco che entra in funzione quando si ha una perdita di corrente del meccanismo che controlla il blocco; 3 - essere richiudibili con sistemi manuali. - Le porte dovrebbero chiudersi automaticamente in caso d’incendio con un sistema meccanico, pneumatico o idraulico. Il comando automatico di chiusura deve funzionare con uno dei seguenti dispositivi: - termostato tarato a 70 °C - termovelocimetro con valore di soglia <20 °C - rivelatore d’incendio.

- Ogni serramento deve essere omologato dal Ministero dell’Interno e riportare l’idoneo contrassegno che

- Ogni serramento deve essere omologato dal Ministero dell’Interno e riportare l’idoneo contrassegno che ne permetta l’univoca riconoscibilità. FINESTRE Circolare del M. I. n. 1202/4189 del 26. 06. 1996: - I serramenti devono essere prodotti con materiali incombustibili e che non producano fumi. DPR n. 503 del 24. 07. 1996: - I serramenti devono essere facilmente utilizzabili anche da persone con ridotte capacità motorie o sensoriali; devono comunque garantire i requisiti di sicurezza e di protezione dalle cadute verso l’esterno. - I serramenti vetrati devono possedere, oltre che la resistenza al fuoco, anche caratteristiche antiurto e antieffrazione. - Le finestre a tutt’altezza devono essere differenziate dalle porte a vetri e protette con barriere.

COMPARTIMENTAZIONE Circolare del M. I. n. 1202/4189 del 26. 06. 1996: Le aree delle

COMPARTIMENTAZIONE Circolare del M. I. n. 1202/4189 del 26. 06. 1996: Le aree delle strutture ospedaliere devono essere progettate in modo da ridurre al minimo la possibilità che eventuali incendi danneggino le aree dell’ospedale a cui hanno accesso i pazienti. Le aree delle strutture sanitarie, per fini antincendio, sono così classificate: Tipo A = aree od impianti a rischio specifico, classificate come attività soggette al controllo dei VV. F. Tipo B = aree a rischio specifico dove non hanno accesso i pazienti, come laboratori, depositi, ecc. rispondenti alle norme vigenti. Tipo C = aree a rischio specifico per il tipo di attività svolta ed impianti presenti, dove hanno accesso i pazienti (poliambulatori, diagnostica, terapie).

Tipo D = aree destinate a degenze. Tipo E = aree destinate a pazienti

Tipo D = aree destinate a degenze. Tipo E = aree destinate a pazienti non facilmente evacuabili, sottoposti a terapia clinica e/o in condizioni di non autosufficienza. Tipo F = aree per attività di servizio pertinenti (studi medici, scuole, sale riunioni, mensa, spazi per visitatori). REQUISITI COMPARTIMENTI - I compartimenti di ogni tipo (escluso il tipo A) possono comunicare con compartimenti dello stesso tipo o tra loro stessi con percorsi di esodo orizzontali e verticali tramite filtri a prova di fumo o spazi scoperti. - Il carico d’incendio nelle aree C, D, E, F deve essere contenuto in 15 kg/mq.

Consigli - Si dovrebbero stabilire le attività logiche indipendenti all’interno dell’ospedale. Per UNITA’ LOGICA

Consigli - Si dovrebbero stabilire le attività logiche indipendenti all’interno dell’ospedale. Per UNITA’ LOGICA si intende quell’insieme di strutture, di ambienti e di persone che costituiscono una cellula indipendente dal punto di vista funzionale e organizzativo. All’interno di un complesso ospedaliero esistono vari tipi di unità che hanno uno specifico rapporto tra loro. Ogni unità logica può formare un compartimento antincendio a sé stante con una superficie massima di 500 -1000 mq; alcuni locali invece, come i depositi, i laboratori, le centrali tecnologiche, costituiscono compartimenti singoli a causa della loro pericolosità. - Ogni compartimento deve essere diviso dall’altro da un filtro a prova di fumo. - Per la centrale di sterilizzazione ed i laboratori gli elementi di suddivisione dovrebbero essere costituiti da tre pareti interne, pavimento e soffitto, a prova di esplosione, la quarta parete verso l’esterno deve essere facilmente cedibile.

- Tutti i piani che contengono aree a cui hanno accesso i pazienti, dovrebbero

- Tutti i piani che contengono aree a cui hanno accesso i pazienti, dovrebbero essere progettate in modo da consentire l’evacuazione orizzontale progressiva. Tale possibilità si realizza suddividendo ciascun piano in più compartimenti. Se la superficie di un piano è superiore a quella massima indicata, questa deve essere suddivisa in due sottocompartimenti. - Ciascun compartimento dovrebbe poter contenere in caso di emergenza, oltre ai suoi normali occupanti, il numero di persone previste per il compartimento adiacente con la capienza più alta.

REAZIONE AL FUOCO DEI MATERIALI Circolare del M. I. n. 1202/4189 del 26. 06.

REAZIONE AL FUOCO DEI MATERIALI Circolare del M. I. n. 1202/4189 del 26. 06. 1996: Nelle strutture sanitarie devono essere utilizzati prevalentemente materiali di Classe 0 e 1 : FINITURA: - Negli atri, nei corridoi e nelle scale è consentito l’impiego di materiali di Classe 1 per un massimo del 50% della superficie totale. - In tutti i locali sono consentite pavimentazioni di Classe 1 (Classe 2 in aree protette da impianto sprinkler e con sistema di smaltimento dei fumi). - I mobili imbottiti e i materassi devono essere di Classe 1 IM. - Le sedie non imbottite devono essere di Classe non superiore a 2. ISOLAMENTO: -I materiali isolanti in vista devono essere posti in opera in aderenza agli elementi costruttivi di Classe 0 escludendo spazi vuoti e intercapedini.

- I materiali suscettibili di prendere fuoco su entrambe le facce devono essere di

- I materiali suscettibili di prendere fuoco su entrambe le facce devono essere di Classe non superiore ad 1. - Ogni elemento isolante direttamente esposto alle fiamme deve essere di Classe 0 o 1. - Il materiale isolante con componente isolante non direttamente esposto alle fiamme deve essere di Classe 0 -1, 1 -0, 1 -1. - I materiali posti all’interno di intercapedini devono essere di Classe 0.

RIVESTIMENTO: - Negli atri, nei corridoi e nelle scale è consentito l’impiego di materiali

RIVESTIMENTO: - Negli atri, nei corridoi e nelle scale è consentito l’impiego di materiali di Classe 1 per un massimo del 50% della superficie totale. - In tutti i locali sono consentiti rivestimenti di Classe 1 (Classe 2 in aree protette da impianto sprinkler e con sistema di smaltimento dei fumi). - I materiali di rivestimento combustibili devono essere posti in opera in aderenza agli elementi costruttivi di Classe 0 escludendo spazi vuoti o intercapedini. - E’ consentita la posa in opera di rivestimenti lignei opportunamente trattati con prodotti verniciati omologati di Classe 1 e posti in aderenza agli elementi sottostanti incombustibili.

Consigli - Il fumo è molto pericoloso soprattutto quando le persone si apprestano a

Consigli - Il fumo è molto pericoloso soprattutto quando le persone si apprestano a sfuggire servendosi delle vie di fuga, per questo è importante che i materiali di finitura, isolamento e rivestimento utilizzati nelle vie di fuga orizzontali, verticali e negli atri siano realizzati con materiali non facilmente combustibili.

- Non ci devono essere materiali isolanti direttamente esposti alle fiamme di Classe superiore

- Non ci devono essere materiali isolanti direttamente esposti alle fiamme di Classe superiore ad 1. - C’è una contrapposizione tra comfort e sicurezza al fuoco, infatti per il comfort del degente bisogna usare materiali imbottiti che sono infiammabili. Oggi si è giunti a un compromesso con la produzione di imbottiti a bassa reazione al fuoco.

DIMENSIONAMENTO VIE DI ESODO Circolare del M. I. n. 1202/4189 del 26. 06. 1996:

DIMENSIONAMENTO VIE DI ESODO Circolare del M. I. n. 1202/4189 del 26. 06. 1996: EDIFICI NUOVI - Il massimo affollamento è fissato in funzione delle aree; la capacità di deflusso è variabile con il livello del piano. - I percorsi interni devono avere una larghezza determinata dal rapporto tra il massimo affollamento ipotizzabile di due piani consecutivi e la capacità di deflusso. - In ogni caso la larghezza di ogni via d’uscita non deve essere inferiore a 120 cm (2 moduli). - Il numero delle uscite non deve essere inferiore a 2. Esse vanno poste in punti ragionevolmente contrapposti. EDIFICI ESISTENTI - Il massimo affollamento nelle aree destinate alle degenze è di 4 persone/posto letto.

Consigli - Da ogni punto del piano dell’edificio deve essere possibile usufruire di almeno

Consigli - Da ogni punto del piano dell’edificio deve essere possibile usufruire di almeno due vie di esodo idonee per il raggiungimento del luogo sicuro. MASSIMO AFFOLLAMENTO Aree destinate alle degenze: 5 persone/posti letto Aree comuni a servizio pubblico: 0, 4 persone/mq Aree destinate a servizi: persone effettivamente presenti più il 20% CAPACITA’ DI DEFLUSSO 50 persone per il piano terra 37. 5 persone per i piani interrati 37. 5 persone per gli edifici sino a 3 piani fuori terra 33 persone per gli edifici con più di 3 piani fuori terra

ESEMPIO DIMENSIONAMENTO MODULI DI USCITA. p. t. 60 persone I p. 70 persone III

ESEMPIO DIMENSIONAMENTO MODULI DI USCITA. p. t. 60 persone I p. 70 persone III p. 70 persone IV p. 80 persone V p. 90 persone Massimo affollamento: 80 + 90 = 170 persone (170 / 33) = 5, 15 moduli = 6 moduli di uscita

PERCORSI INTERNI Circolare del M. I. n. 1202/4189 del 26. 06. 1996: EDIFICI NUOVI

PERCORSI INTERNI Circolare del M. I. n. 1202/4189 del 26. 06. 1996: EDIFICI NUOVI - La lunghezza delle vie di uscita non deve essere superiore a 40 m da qualsiasi punto dei locali serviti (30 m per raggiungere un sottocompartimento o compartimento attiguo). - L’altezza delle vie di uscita non deve essere inferiore a 200 cm. - Non sono ammessi corridoi ciechi e se sono previsti la loro lunghezza non deve superare i 10 m. - Le vie di emergenza non devono essere ostruite da oggetti, da ostacoli, o da elementi sporgenti. - Nelle vicinanze di zone pericolose, le vie di emergenza devono essere dotate di dispositivi per impedire che persone non autorizzate possano accedere a queste zone. EDIFICI ESISTENTI - Sono ammessi corridoi ciechi con una lunghezza massima di 15 m e con caratteristiche di resistenza al fuoco pari a REI 30.

Consigli - La distanza massima consentita dovrebbe essere ridotta quando si tratta di attività

Consigli - La distanza massima consentita dovrebbe essere ridotta quando si tratta di attività a grande rischio d’incendio (laboratori, sterilizzazione, ecc. ). - Si deve sempre disporre di due diverse vie di esodo contrapposte (due vie di esodo possono ritenersi contrapposte quando l’angolo formato dalle due rette congiungenti il punto stesso con le uscite formano un angolo superiore di 45°).

- E’ necessario controllare che all’atto pratico il percorso effettivo non sia mai superiore

- E’ necessario controllare che all’atto pratico il percorso effettivo non sia mai superiore a 1, 5 volte la distanza diretta.

- Dovrebbe essere sempre disponibile un PERCORSO PROTETTO (via di fuga protetta come un

- Dovrebbe essere sempre disponibile un PERCORSO PROTETTO (via di fuga protetta come un compartimento, che porta direttamente all’esterno o in luogo sicuro). E’ separata da tutti i locali con pareti e porte resistenti al fuoco e al fumo, vi si accede tramite filtro a prova di fumo, non ha altre aperture (condotte, ecc. ), è protetta da impianto sprinkler, è supportata da segnaletica e da illuminazione di emergenza.

Più in dettaglio è: - un percorso orizzontale, senza ostacoli, posizionato lontano dalle zone

Più in dettaglio è: - un percorso orizzontale, senza ostacoli, posizionato lontano dalle zone ad alto rischio d’incendio. - un percorso largo almeno 120 cm (anche se è preferibile di 150 cm). - un compartimentato con strutture verticali ed orizzontali aventi una resistenza al fuoco REI 90. - eventuali condotte di condizionamento devono essere protette da serrande tagliafuoco incombustibili. - i materiali utilizzati al suo interno devono essere incombustibili. - l’accesso al percorso deve avvenire tramite filtro a prova di fumo. - non deve essere cieco, ma fornire una uscita o un rifugio sicuro su entrambi i lati. le porte che danno su un percorso protetto devono essere facilmente apribili da parte di qualsiasi persona che abbia bisogno di utilizzarle in caso di emergenza e non devono essere chiuse a chiave. - deve essere dotato di illuminazione di emergenza. - deve essere dotato di segnaletica di supporto.

SCALE PROTETTE Circolare del M. I. n. 1202/4189 del 26. 06. 1996: EDIFICI NUOVI

SCALE PROTETTE Circolare del M. I. n. 1202/4189 del 26. 06. 1996: EDIFICI NUOVI - Le caratteristiche di resistenza al fuoco dei vani scala devono essere: - REI 120 piani interrati; - REI 90 edifici con altezza massima di 24 m. - REI 120 edifici con una altezza superiore a 24 m. - La larghezza delle scale non può essere inferiore a 120 cm. - Le rampe delle scale devono essere rettilinee, avere non meno di 3 e non più di 15 gradini. - I gradini devono essere a pianta rettangolare, devono avere alzata e pedata rispettivamente non superiore a 17 cm e non inferiore a 30 cm. - Sono ammesse rampe non rettilinee a condizione che ci siano dei pianerottoli di riposo almeno ogni 15 gradini e che la pedata del gradino sia almeno 30 cm a 40 cm dal montante centrale. - Il vano scala deve avere superficie netta di aerazione permanente in sommità non inferiore a 1 mq.

- Per le scale che portano ad aree di degenza le dimensioni minime dei

- Per le scale che portano ad aree di degenza le dimensioni minime dei pianerottoli devono essere: - Scale da 2 moduli = 280 x 185 cm - Scale da 3 moduli = 380 x 135 cm EDIFICI ESISTENTI - Sono ammesse scale di tipo protetto per i piani fuori terra in edifici a non più di 3 piani fuori terra. - Le porte dei filtri a prova di fumo possono rimanere aperte per lo svolgimento delle attività mediche.

Consigli - In Italia le caratteristiche delle scale protette vengono imposte nella maggior parte

Consigli - In Italia le caratteristiche delle scale protette vengono imposte nella maggior parte dei casi da regolamenti edilizi piuttosto che da esigenze di sicurezza, e le lunghezze e i tempi massimi di percorrenza vengono calcolati sulla base delle caratteristiche delle persone fisicamente sane. Non vengono introdotte scale di diversa tipologia, come avviene per esempio in Inghilterra, dove si consiglia una scala larga 150 cm dove non si possa utilizzare l’ascensore, per facilitare il trasporto delle persone su sedia a rotelle da parte di due o tre persone (infatti con la larghezza di 120 cm questa operazione è molto difficoltosa). - Il numero delle scale protette dipende dal numero di persone che devono abbandonare l’edificio e dal tempo necessario alle persone per lasciare l’edificio, comunque il loro numero minimo è 2.

Consigli - L’ubicazione delle scale protette nell’edificio è: - 1 scala = posizione baricentrica

Consigli - L’ubicazione delle scale protette nell’edificio è: - 1 scala = posizione baricentrica - 2 scale = posizione agli estremi - 3 scale = due agli estremi e una in posizione baricentrica - 4 scale = due agli estremi e due in posizione equidistante

Consigli - Negli Stati Uniti la larghezza della scala è calcolata in proporzione al

Consigli - Negli Stati Uniti la larghezza della scala è calcolata in proporzione al numero delle persone che la usa: area con sprinkler 0. 8 cm/persona, area non protetta 1, 5 cm/persona, area a rischio 1, 8 cm/persona. - Al momento dell’incendio, la scala protetta, assolve il suo compito solo se tutte le porte di piano sono chiuse, ma è evidente che le persone presenti nell’edificio devono poter uscire attraverso le scale. Le due affermazioni sono in contrasto tra di loro, quindi è necessario che le persone utilizzino le scale nella prima fase dell’incendio, quando il fumo presente è in quantità modesta e l’apertura temporanea delle porte non lascia passare il fumo. - Occorre che in ogni momento del normale esercizio della attività le porte della scala siano chiuse o libere di chiudersi se dotate di dispositivo di chiusura comandato da rivelatori di fumo.

SCALE A PROVA DI FUMO Circolare del M. I. n. 27030/4122/1 del 21. 10.

SCALE A PROVA DI FUMO Circolare del M. I. n. 27030/4122/1 del 21. 10. 1974: Oltre alle caratteristiche già elencate per le scale protette: -Le scale a prova di fumo devono avere almeno una parete attestata su spazio a cielo scoperto. - Le aperture di ventilazione delle gabbie delle scale devono essere praticate nella parete esterna a quota più elevata dell’architrave dell’accesso al pianerottolo dell’ultimo piano, oppure nel solaio di copertura della gabbia. - Le scale a prova di fumo devono immettere su strada pubblica direttamente o attraverso corridoio protetto o attraverso spazio a cielo scoperto. - I balconi e i disimpegni esterni devono avere ringhiere o balaustre atte a sopportare le forti sollecitazioni che possono derivare da rapido e disordinato flusso in caso di panico.

Consigli - L’ingresso alla scala deve avvenire attraverso un disimpegno con caratteristiche in grado

Consigli - L’ingresso alla scala deve avvenire attraverso un disimpegno con caratteristiche in grado di impedire in maniera efficace che il fumo presente nella zona dell’incendio invada la scala. Il disimpegno può essere uno spazio aperto oppure un disimpegno aperto per almeno un lato su spazio scoperto dotato di parapetto a giorno (o filtro a prova di fumo). - Se una parete del vano scala si trova su un lato esterno dell’edificio (su spazio scoperto), la parete esterna dovrebbe avere le stesse caratteristiche REI della scala per una certa larghezza, nello stesso tratto non ci dovrebbero essere finestre o aperture (striscia di circa 3 m su tutti e due i lati della scala). - Per il vano scala non si possono far passare tubazioni del gas, cavi elettrici che non siano destinati all’illuminazione, contatori della luce o del gas, né si possono creare depositi di materiali. - Dalla scala si dovrebbe poter uscire direttamente all’aperto, quando questo non è possibile si dovrebbe poter attraversare un percorso protetto con caratteristiche analoghe a quelle della scala.

Consigli - Sarebbe consigliabile predisporre dei sistemi di ventilazione della scala che non richiedano

Consigli - Sarebbe consigliabile predisporre dei sistemi di ventilazione della scala che non richiedano l’apertura delle porte REI. - Potrebbe essere utile apporre dei cartelli sulle porte con delle scritte ben visibili del tipo “Porta che si chiude in caso d’incendio – lasciare libero lo spazio antistante”. - Quando la scala serve uno dei piani interrati o seminterrati sarebbe opportuno interromperla al piano terra con una porta REI (recante la scritta “Piani interrati”) al fine di evitare che in caso d’incendio, o in situazioni di pericolo, le persone possano scendere ai piani interrati e non riescano più a risalire. Ancor meglio sarebbe l’utilizzare due tipi di scale diversi, una per i piani interrati e una per quelli superiori

SCALA ESTERNA Circolare del M. I. n. 27030/4122/1 del 21. 10. 1974: Le scale,

SCALA ESTERNA Circolare del M. I. n. 27030/4122/1 del 21. 10. 1974: Le scale, i balconi ed i disimpegni esterni devono avere ringhiere o balaustre atte a sopportare le forti sollecitazioni che possono derivare da rapido e disorganizzato flusso in caso di panico.

SCALA ESTERNA DM n. 236 del 14. 06. 1989: - Il parapetto che costituisce

SCALA ESTERNA DM n. 236 del 14. 06. 1989: - Il parapetto che costituisce la difesa verso il vuoto deve avere una altezza minima di 1 m ed essere inattraversabile da una sfera di diametro di 10 cm. - Il corrimano deve essere posto ad una altezza compresa tra 0. 90/1 m. - Il corrimano su parapetto o su parete piena deve essere distante da essi almeno 4 cm. - Nel caso in cui è opportuno prevedere un secondo corrimano, questo deve essere posto ad una altezza di 0. 75 m. DM del 19. 08. 1996: - Le scale esterne possono essere utilizzate solo in edifici di altezza antincendio non superiore a 24 m. - Devono essere realizzate con materiali di Classe 0. - La parete esterna dell’edificio su cui è collocata la scala, compresi gli eventuali infissi, devono possedere per una larghezza pari alla proiezione della scala, incrementata di 2. 5 m per ogni lato, requisiti almeno REI 60.

Consigli - La scala esterna è una soluzione di ripiego che richiede una ubicazione

Consigli - La scala esterna è una soluzione di ripiego che richiede una ubicazione particolare, tale da sottrarla all’azione dell’irraggiamento e dei fumi provenienti da aperture poste nelle vicinanze. La sua posizione dovrebbe essere lontana da zone a grande rischio. - Per le scale oltre i 3 piani si potrebbe generare la paura del vuoto da parte di chi si appresta a scenderla, sarebbe quindi opportuno dotarla di parapetti pieni alti almeno 1. 2 m.

Consigli - Nelle zone soggette a precipitazioni nevose e alla formazione di ghiaccio dovrebbero

Consigli - Nelle zone soggette a precipitazioni nevose e alla formazione di ghiaccio dovrebbero essere adottati i necessari provvedimenti per garantire la precorribilità della scala in ogni circostanza. - La scala esterna presuppone la presenza di uscite esterne ad ogni piano che non possono essere continuamente sorvegliate. E’ necessario pertanto che gli eventuali dispositivi di antintrusione collocati sulle porte non impediscano l’esodo di emergenza.

ASCENSORE ANTINCENDIO Circolare del M. I. n. 1202/4189 del 26. 06. 1996: EDIFICI NUOVI

ASCENSORE ANTINCENDIO Circolare del M. I. n. 1202/4189 del 26. 06. 1996: EDIFICI NUOVI - Gli ascensori non possono essere utilizzati in caso di incendio, ad eccezione dei montalettighe a servizio degli edifici destinati anche in parte a degenza. - Gli ascensori e i montacarichi devono essere del tipo antincendio e a prova di fumo. - Le strutture del vano corsa, dello sbarco ai piani e del locale macchinario devono avere una resistenza al fuoco REI 120. - L’accesso all’ascensore deve avvenire da filtro a prova di fumo di resistenza al fuoco REI 120. - Gli ascensori devono disporre di doppia alimentazione elettrica, una delle quali di sicurezza. In caso di incendio si deve realizzare il passaggio automatico da alimentazione normale a quella di sicurezza. - In caso di incendio la manovra degli ascensori è riservata al personale incaricato ed ai VV. F.

- I montanti dell’alimentazione elettrica normale e di sicurezza devono essere separati e protetti

- I montanti dell’alimentazione elettrica normale e di sicurezza devono essere separati e protetti contro l’azione del fuoco. - Gli ascensori devono essere muniti di citofono tra cabina, locale macchinario e sala controllo. - I montalettighe devono avere il vano corsa ed il locale macchinario distinti dagli altri ascensori.

EDIFICI ESISTENTI - Sono ammessi ascensori protetti per i piani fuori terra in edifici

EDIFICI ESISTENTI - Sono ammessi ascensori protetti per i piani fuori terra in edifici a non più di 3 piani fuori terra. - Le porte dei filtri possono rimanere aperte per necessità mediche. - Per le aree di degenza ci deve essere almeno un montalettighe antincendio. Consigli - L’uso dell’ascensore antincendio non viene consigliato in qualsiasi edificio, ma solo dove siano previste misure di sicurezza adatte, sia nel progetto dell’edificio che nello schema impiantistico dell’ascensore stesso. Anche con tutte le misure di sicurezza prevedibili, rimarrà sempre qualche rischio che esso possa trovarsi in stato di guasto, che possa presentare un funzionamento difettoso o che possa accumulare troppo ritardo prima dell’arrivo al piano. Quindi, a meno che la sua installazione non sia assolutamente indispensabile (edifici alti) se ne sconsiglia l’uso indiscriminato, perché non è vero che un ascensore antincendio elimina il problema dell’esodo.

- In ogni caso tutti gli ascensori destinati all’evacuazione è bene che siano dotati

- In ogni caso tutti gli ascensori destinati all’evacuazione è bene che siano dotati di spazi calmi per la sicurezza delle persone che attendono di fuggire.

STOCCAGGIO PRODOTTI PERICOLOSI Circolare del M. I. n. 99 del 15. 10. 1964: E’

STOCCAGGIO PRODOTTI PERICOLOSI Circolare del M. I. n. 99 del 15. 10. 1964: E’ consentito tenere in deposito ai piani fuori terra e non oltre il secondo piano interrato i seguenti quantitativi massimi di sostanze infiammabili: liquidi litri 300, gas compressi mc 0. 25, gas disciolti o liquefatti kg 25. Circolare del M. I. n. 1202/4189 del 26. 06. 1996: I locali di superficie inferiore a 12 mq destinati a deposito di materiale combustibile devono avere le seguenti caratteristiche: - Possono essere ubicati anche in aree destinate a degenze. - Le strutture di separazione, e le porte, devono essere almeno REI 60’ ed essere autochiudenti. - Il carico d’incendio deve essere limitato a 30 kg/mq. - Deve essere installato un impianto automatico di rivelazione. - La ventilazione naturale non deve essere inferiore a 1/40 della superficie in pianta (è permesso ricorrere alla ventilazione forzata). - Vicino alle porte dei depositi deve essere installato un estintore di capacità estinguente 13 A 89 B-C.

Locali destinati a deposito materiale combustibile (sup. >mq. 12): - Possono essere ubicati all’interno

Locali destinati a deposito materiale combustibile (sup. >mq. 12): - Possono essere ubicati all’interno dell’edificio, ma senza comunicare con aree di degenza. - Le strutture di separazione e le porte devono essere REI 90. - Deve essere installato un impianto automatico di rilevazione incendi e di allarme ed un impianto antincendio con idranti UNI 45. - Quando il carico d’incendio è superiore a 30 kg/mq, o la superficie del deposito è superiore ai 300 mq, nel locale deve essere installato un impianto di spegnimento automatico. - L’aerazione deve essere superiore a 1/40 della superficie in pianta del locale. - L’area del deposito deve essere accessibile dall’esterno. E’ consentito tenere all’interno dell’edificio prodotti liquidi infiammabili in armadi metallici dotati di bacino di contenimento.

Consigli - I fattori che possono compromettere la qualità dei prodotti devono essere tenuti

Consigli - I fattori che possono compromettere la qualità dei prodotti devono essere tenuti sotto controllo. Questi fattori sono: la pulizia e il grado igienico, la ventilazione, il riscaldamento e l’illuminazione, l’accesso del personale, l’area per lo stoccaggio e la scadenza. - E’ consigliabile non stoccare insieme i materiali di diversa origine (gassosi, liquidi e solidi, infiammabili, combustibili, comburenti, ecc. ). - I materiali combustibili non devono essere ubicati in prossimità di apparecchi di illuminazione, in particolare dove si possono effettuare i travasi di liquidi. - I cartelli con le modalità di utilizzo e i divieti è opportuno che siano collocati in posizione dove non corrono il rischio di essere coperti dai materiali stoccati. - Il personale coinvolto nei processi di stoccaggio deve essere cosciente della delicatezza dei prodotti che vengono maneggiati e responsabilizzato circa le possibili conseguenze di una inosservanza delle regole di stoccaggio.

Consigli - I depositi di gas mediali sono consentiti nel volume dell’edificio solo nei

Consigli - I depositi di gas mediali sono consentiti nel volume dell’edificio solo nei servizi operatori e di rianimazione, nei servizi di laboratorio, nei servizi di medicina nucleare e di fisiopatologia respiratoria. In questi casi è consentita la presenza di una sola bombola per ogni tipo di gas ad uso terapeutico o sterilizzante di capacità adeguata alle esigenze giornaliere e comunque non superiore a 50 l. - I prodotti utilizzati per la pulizia devono essere tenuti in appositi ripostigli.