La tiroide Prima ghiandola endocrina identificata come tale

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La tiroide • Prima ghiandola endocrina identificata come tale • Secerne tiroxina (T 4)

La tiroide • Prima ghiandola endocrina identificata come tale • Secerne tiroxina (T 4) e triiodotironina (T 3) • I suoi ormoni: – aumentano la velocità del metabolismo – aumentano la produzione di calore – aumentano il rifornimento di substrati ed il consumo di O 2 adeguandoli alle necessità energetiche, all’apporto calorico e alla T ambientale – Cooperano con il GH per la crescita di organi e tessuti

 • La tiroide è già formata alla 12° settimana di gestazione • Comincia

• La tiroide è già formata alla 12° settimana di gestazione • Comincia subito a secernere ormoni indispensabili, insieme a quelli dell’asse ipotalamo-ipofisario, per regolare lo sviluppo intrauterino del SNC e dello scheletro • Infatti gli ormoni tiroidei e l’ormone trofico materni non possono raggiungere il feto in quantità significativa dopo il primo trimestre di gravidanza

Struttura della ghiandola • Cellule cubiche in singolo strato che poggiano sulla membrana basale

Struttura della ghiandola • Cellule cubiche in singolo strato che poggiano sulla membrana basale e che delimitano follicoli (o acini) circolari • La cavità centrale del follicolo è occupata da una sostanza glicoproteica, la colloide, costituita da una grande proteina, tireoglobulina, e da vari enzimi necessari per la sintesi tiroidea

A seguito di stimolazione la ghiandola si modifica: – Le cellule aumentano di volume

A seguito di stimolazione la ghiandola si modifica: – Le cellule aumentano di volume – Il nucleo si sposta verso la base – Compaiono microvilli sulla membrana luminale Follicoli a riposo Follicoli stimolati Granuli di colloide _ La colloide si riassorbe

Gli ormoni tiroidei: la molecola • Caratteristica dell’ormone tiroideo: capacità di incorporare uno ione

Gli ormoni tiroidei: la molecola • Caratteristica dell’ormone tiroideo: capacità di incorporare uno ione inorganico in una molecola organica • La molecola organica è costituita da 2 molecole dell’aminoacido tirosina • Lo ione inorganico è lo Iodio, assorbito sotto forma di ioduro (I-) dal tratto digerente (fabbisogno minimo = 100 -200 μg/die)

Sintesi degli ormoni tiroidei • I stadio: “intrappolamento” dello Iodio • II stadio: formazione

Sintesi degli ormoni tiroidei • I stadio: “intrappolamento” dello Iodio • II stadio: formazione della tireoglobulina • III stadio: sintesi T 3 e T 4

Primo stadio: intrappolamento dello Iodio • Il trasporto è attivo, contro gradiente chimico ed

Primo stadio: intrappolamento dello Iodio • Il trasporto è attivo, contro gradiente chimico ed elettrico, per azione di un cotrasportatore Na+-I- localizzato nella membrana basale delle cellule tiroidee • L’intrappolamento dello iodio è associato ad una Na+-K+ATPasi e necessita energia fornita dalla fosforilazione ossidativa • Sul bordo apicale delle cellule tiroidee è espressa una proteina, la pendrina, che consente il trasporto dello ioduro • Sempre nella membrana apicale, lo ioduro viene ossidato e accoppiato alle tirosine presenti nella molecole di tireoglobulina ad opera di una perossidasi tiroidea (TPO)

Trasporto dello Iodio dal plasma alla tiroide

Trasporto dello Iodio dal plasma alla tiroide

Lo iodio • Lo iodio viene intrappolato in quantità 100 volte superiore al fabbisogno

Lo iodio • Lo iodio viene intrappolato in quantità 100 volte superiore al fabbisogno giornaliero, per cui la ghiandola ha riserve sufficienti a produrre ormone per circa 2 mesi • La carenza di Iodio stimola l’intrappolamento, ma se è troppo intensa si ha una sua deplezione e quindi inadeguata sintesi di ormoni • Se l’apporto di Iodio è eccessivo, la concentrazione ghiandolare dello iodio inibisce l’intrappolamento e riduce la sintesi degli ormoni a livello normale • Alcuni anioni come tiocianato (CNS-), perclorato (Cl. O 4 -), biossido di N (NO 2) agiscono come inibitori competitivi del trasporto attivo di iodio

Secondo stadio: tireoglobulina • Nel reticolo endoplasmatico della cellula follicolare, le molecole di tirosina

Secondo stadio: tireoglobulina • Nel reticolo endoplasmatico della cellula follicolare, le molecole di tirosina vengono unite a formare catene • Nell’apparato di Golgi le catene sono glicosilate per formare tireoglobulina che viene racchiusa in vescicole • Le vescicole si versano nel follicolo per esocitosi

Terzo stadio: sintesi T 3 e T 4 • Grazie alla perossidasi tiroidea, lo

Terzo stadio: sintesi T 3 e T 4 • Grazie alla perossidasi tiroidea, lo iodio viene incorporato nella tirosina con formazione di due iodotirosine (mono- e di-iodotirosina - MIT e DIT), con un processo definito di organificazione • La iodazione delle tirosine avviene nella tireoglobulina che si accumula nel follicolo sotto forma di colloide. La tireoglobulina contiene 134 residui di tirosina e 10% di carboidrati: solo 25 -30 residui vengono iodati. • Dei residui iodati, solo 8 -10 si accoppiano per dare luogo a T 3 e T 4

T 3 e T 4 • La tetraiodotironina o tiroxina (T 4) è attiva

T 3 e T 4 • La tetraiodotironina o tiroxina (T 4) è attiva solo per il 25%, funge da riserva ed è praticamente una forma di proormone • La triiodotironina (T 3) è secreta in dose minore ma rappresenta il vero e proprio ormone, 5 volte più attivo del T 4 • Nei tessuti periferici circa l’ 85% della T 4 è trasformata in T 3 da una deiodinasi cellulare • Qualora nei tessuti periferici non sia necessaria una elevata quantità di ormoni tiroidei, la T 4 viene trasformata in T 3 inversa inattiva da una monodeiodasi

monodeiodasi deiodinasi Gli ormoni tiroidei 3: 3’: 5’ triiodotironina = T 3 inversa (T

monodeiodasi deiodinasi Gli ormoni tiroidei 3: 3’: 5’ triiodotironina = T 3 inversa (T 3 i)

Liberazione degli ormoni • La membrana apicale ingloba la tireoglobulina con un processo di

Liberazione degli ormoni • La membrana apicale ingloba la tireoglobulina con un processo di pinocitosi • Le gocciole si fondono con lisosomi contenenti proteasi che liberano T 3 e T 4 dalla tireoglobulina • Gli ormoni, essendo lipofili, diffondono attraverso la membrana basale e raggiungono il circolo sanguigno • Le molecole di MIT e DIT liberate dalle proteasi lisosomiali e non accoppiate vengono deiodate da deiodasi, cosicché lo iodio può essere recuperato e riciclato

In sintesi:

In sintesi:

Trasporto degli ormoni • Essendo lipofili, per il trasporto degli ormoni in circolo è

Trasporto degli ormoni • Essendo lipofili, per il trasporto degli ormoni in circolo è necessaria una TBG (globulina di trasporto) oppure una TBPA (proteina che lega sia la tiroxina, sia la Vit. A. Anche l’albumina può trasportare l’ormone • Solo una piccola percentuale di ormoni risulta libera e quindi attiva • La produzione di proteine leganti è sotto controllo ormonale (glicocorticoidi ed ormoni sessuali)

Eliminazione degli ormoni • L’emivita della tiroxina è di circa 6 -7 giorni •

Eliminazione degli ormoni • L’emivita della tiroxina è di circa 6 -7 giorni • L’emivita della triiodotironina è di circa 1 giorno • La tiroxina è catabolizzata dal fegato che la immette nell’intestino insieme alla bile, legata all’ac. glucuronico

Interazione con le cellule bersaglio • La maggior parte delle cellule dell’organismo presenta recettori

Interazione con le cellule bersaglio • La maggior parte delle cellule dell’organismo presenta recettori per gli ormoni tiroidei • T 3 e T 4 entrano nelle cellule bersaglio per trasporto attivo mediato da proteine trasportatrici e richiede ATP • La T 4 viene deiodurata tramite una deiodasi • T 3 e T 4 vengono trasportate da proteine al nucleo, dove si legano ai recettori specifici (la T 3 ha una maggiore affinità) • Il complesso ormone-recettore interagisce con il DNA stimolando o inibendo la trascrizione di RNAm (di enzimi, ormone della crescita, catene di miosina, lo stesso recettore per T 3…. . ). Sono quindi necessarie 12 -48 h prima che se ne vedano gli effetti

Controllo della secrezione tiroidea (1) • Il controllo è esercitato dall’asse ipotalamo-ipofisitiroide • Il

Controllo della secrezione tiroidea (1) • Il controllo è esercitato dall’asse ipotalamo-ipofisitiroide • Il TRH ipotalamico stimola l’ipofisi a rilasciare il TSH • Il TSH agisce sulla tiroide stimolandola a secernere gli ormoni • TRH e TSH sono inibiti a feedback dai livelli di T 3 e T 4

Controllo della secrezione tiroidea (2) L’esposizione al freddo e lo stress stimolano l’attività tiroidea

Controllo della secrezione tiroidea (2) L’esposizione al freddo e lo stress stimolano l’attività tiroidea Il caldo, i traumi, l’immobilità forzata inibiscono la tiroide In entrambi i casi, le azioni si espletano per il tramite dell’asse ipotalamo ipofisario Fattori che agiscono attivando direttamente la tiroide sono: prostaglandine, catecolamine, immunoglobuline stimolanti la tiroide e coriogonadotropina umana Fattori che inibiscono la tiroide attraverso l’ipofisi sono: cortisolo, somatostatina, somatotropina

TRH • Tripeptide che agisce sulle cellule tireotrope dell’ipofisi stimolando l’adenilatociclasi • L’adenilatociclasi induce

TRH • Tripeptide che agisce sulle cellule tireotrope dell’ipofisi stimolando l’adenilatociclasi • L’adenilatociclasi induce la formazione di c. AMP • Il c. AMP induce la liberazione di TSH • Il TSH raggiunge la tiroide dove stimola La formazione di c. AMP • Il c. AMP stimola l’attivazione della colloide attraverso l’attivazione di una proteina specifica tramite un meccanismo a cascata

TSH • Formato da 2 subunità (α, aspecifica, β, specifica) che devono essere legate

TSH • Formato da 2 subunità (α, aspecifica, β, specifica) che devono essere legate per poter stimolare la tiroide • Utilizza come secondi messaggeri: Ca, IP 3, c. AMP • Stimola: l’intrappolamento dello I, tutti gli stadi di sintesi degli ormoni, l’endocitosi della colloide e la liberazione proteolitica degli ormoni dalla ghiandola • Una prolungata esposizione delle cellule tiroidee al TSH induce ipertrofia e iperplasia • Una ridotta esposizione, induce atrofia della ghiandola

Effetti del TSH sulle cellule e sugli ormoni tiroidei Reticolo endoplasmatico Apparato di Golgi

Effetti del TSH sulle cellule e sugli ormoni tiroidei Reticolo endoplasmatico Apparato di Golgi ribosomi

Azioni del TSH sulla tiroide • • • Aumento del consumo di O 2

Azioni del TSH sulla tiroide • • • Aumento del consumo di O 2 e di glucosio Aumento del flusso ematico Aumento della pompa ed organificazione dello iodio Aumento del numero e dimensione delle cellule Secrezione di T 3 e T 4 SIH= somatostatina

Effetti biologici Gli effetti sono molteplici – Stimola il consumo di ossigeno e dei

Effetti biologici Gli effetti sono molteplici – Stimola il consumo di ossigeno e dei substrati e la termogenesi – Aumenta la frequenza respiratoria – Aumenta l’apporto sanguigno ai tessuti e la massa circolante di globuli rossi – Stimola l’accrescimento e la maturazione ossea – Favorisce lo sviluppo del SNC – Controlla gli effetti di altri ormoni su proteolisi, lipolisi, chetogenesi, gluconeogenesi – Favorisce la ipocolesterolemia – Aumenta i recettori β-adrenergici e quindi, la sensibilità all’adrenalina

Aumento di consumo di O 2 per aumento della velocità del ricambio metabolico cellulare

Aumento di consumo di O 2 per aumento della velocità del ricambio metabolico cellulare Tutti i metabolismi (glicidico, lipidico, protidico) subiscono un incremento della velocità di sintesi e di degradazione (turnover) • L’aumento del turnover implica aumento di spesa energetica, quindi, aumento di sintesi e di utilizzo di ATP • Ciò comporta un aumento delle reazioni ossidative lungo la catena respiratoria mitocondriale, quindi, aumento di consumo di O 2 (tranne nel cervello, gonadi, milza) • L’incremento del consumo di O 2 corrisponde ad un incremento del metabolismo basale • Quindi tra gli effetti principali della T 3 c’è l’aumento del metabolismo basale

Consumo di Ossigeno • La T 3, attraverso i suoi recettori nucleari, regola i

Consumo di Ossigeno • La T 3, attraverso i suoi recettori nucleari, regola i livelli delle proteine implicate nel turnover dei macronutrienti, nel trasporto ionico (Na+/K+/ATPasi), nella contrazione muscolare. Sia la sintesi, sia l’attività di queste proteine implica consumo di ATP e quindi stimola la respirazione cellulare • Influisce sulla funzione mitocondriale in quanto cambia la composizione dei lipidi della loro membrana e ne modifica il contenuto in proteine codificate dai genomi mitocondriale e nucleare

T 3 e l’aumento della termogenesi • Gli ormoni tiroidei sono in grado di

T 3 e l’aumento della termogenesi • Gli ormoni tiroidei sono in grado di stimolare la produzione e l’attività di proteine disaccoppianti nel muscolo e nel tessuto adiposo • Queste interferiscono nelle reazioni di fosforilazione a livello della catena respiratoria mitocondriale • Viene così prodotto meno ATP e viene liberata più energia sotto forma di calore, che determina aumento della temperatura corporea

Aumento dell’apporto sanguigno ai tessuti • Per aumentare il consumo di O 2, la

Aumento dell’apporto sanguigno ai tessuti • Per aumentare il consumo di O 2, la T 3 deve contemporaneamente aumentare l’apporto di sangue ai tessuti e il numero dei globuli rossi circolanti. Quindi: – Aumento della frequenza e della gittata sistolica, della forza e della velocità di contrazione del miocardio (= aumento gittata cardiaca) che si riflette nell’aumento della P sistolica (Questi effetti sono prodotti dall’ aumento dei recettori β-adrenergici) – Aumento del metabolismo tissutale che induce una diminuzione delle resistenze periferiche e quindi una riduzione della P diastolica

Aumento della frequenza respiratoria a riposo • L’aumento della frequenza respiratoria consente di –

Aumento della frequenza respiratoria a riposo • L’aumento della frequenza respiratoria consente di – mantenere normale nel sangue arterioso la PO 2 nonostante l’aumentato utilizzo – Mantenere normale la PCO 2 nel sangue venoso nonostante l’aumentata produzione

Aumento dei recettori β-adrenergici • La T 3 diminuisce i livelli plasmatici di adrenalina

Aumento dei recettori β-adrenergici • La T 3 diminuisce i livelli plasmatici di adrenalina ma aumenta il numero dei recettori β-adrenergici non solo a livello cardiaco, ma anche in molti altri tessuti, in cui viene potenziata la sensibilità all’adrenalina • Ciò comporta aumento di attività lipolitica, glicogenetica, gluconeogenetica, termogenetica

La T 3 potenzia gli effetti degli altri ormoni • Questo effetto è mirato

La T 3 potenzia gli effetti degli altri ormoni • Questo effetto è mirato a mettere a disposizione dell’organismo i substrati necessari all’ossidazione. Quindi verranno influenzati tuti gli ormoni coinvolti nel controllo di: • Assorbimento intestinale soprattutto di glucosio • Lipolisi • Chetogenesi • gluconeogenesi

Riduzione della colesterolemia • La T 3 aumenta la ossidazione del colesterolo e la

Riduzione della colesterolemia • La T 3 aumenta la ossidazione del colesterolo e la sua conversione ad ac. biliari, quindi • Riduce la riserva corporea del colesterolo e i suoi livelli plasmatici

Azioni sull’osso • Il T 3 stimola l’accrescimento lineare, lo sviluppo e la maturazione

Azioni sull’osso • Il T 3 stimola l’accrescimento lineare, lo sviluppo e la maturazione delle ossa con una doppia azione: – Diretta, sui condrociti – Indiretta, per stimolazione del GH e delle somatomedine • Stimola anche la regolare dentizione, la maturazione dell’epidermide e dei follicoli piliferi • T 3 stimola anche la degradazione di questi tessuti: infatti un suo eccesso può portare a riassorbimento dell’osso, desquamazione della pelle, caduta dei capelli

Azioni sul SNC • Il T 3 è critico per lo sviluppo del SNC

Azioni sul SNC • Il T 3 è critico per lo sviluppo del SNC una sua carenza nell’embrione o nel neonato porta a riduzione del contenuto di RNA e di proteine, della sintesi proteica, degli enzimi per la sintesi degli ac. nucleici, dei neurotrasmettitori e dei loro recettori, del contenuto protidico e lipidico della mielina • A tutte le età la sua carenza diminuisce l’attività del SN centrale e vegetativo (simpatico), i livelli di attenzione, l’ampiezza dei riflessi, la sensibilità a stimoli di varia natura, l’apprendimento, la memoria

deiodinasi Schema riassuntivo degli effetti di T 3 e T 4 12 -48 ore

deiodinasi Schema riassuntivo degli effetti di T 3 e T 4 12 -48 ore Altri ormoni per aumento disponobilità dei substrati Eritrociti circolanti

Ipertiroidismo • Un aumento della secrezione di ormoni tiroidei, in genere è conseguente ad

Ipertiroidismo • Un aumento della secrezione di ormoni tiroidei, in genere è conseguente ad una ipertrofia della ghiandola che può arrivare a pesare centinaia di grammi, formando una massa che circonda tutto il collo, dando luogo al gozzo

Morbo di Basedow • Ipersecrezione da parte dell’organismo di anticorpi (immunoglobuline) stimolanti la tiroide

Morbo di Basedow • Ipersecrezione da parte dell’organismo di anticorpi (immunoglobuline) stimolanti la tiroide (TSI) • Le TSI si legano ai recettori per il TSH sulla tiroide stimolando la ghiandola e aumentando T 3 e T 4 in circolo • L’aumento degli ormoni inibisce la secrezione di TSH, ma la ghiandola continua a secernere perché stimolata dalle TSI • Effetti: dimagrimento, tachicardia, alterazione del riflesso achilleo, aumento del metabolismo basale e della produzione di calore, esoftalmo per aumento dei tessuti retroorbitali

Gozzo come conseguenza dell’ipotiroidismo primario • La carenza di Iodio nella dieta determina ipotiroidismo

Gozzo come conseguenza dell’ipotiroidismo primario • La carenza di Iodio nella dieta determina ipotiroidismo primario • La ghiandola non sintetizza ormoni per mancanza di Iodio • La carenza di T 3 e T 4 stimola ipotalamo e ipofisi a produrre TRH e TSH • Il TSH induce una ipertrofia della tiroide che però non secerne ormoni per mancanza di iodio

Ipotiroidismo primario e Morbo di Basedow a confronto

Ipotiroidismo primario e Morbo di Basedow a confronto

Ipotiroidismo congenito Bassa statura, obesità, arti malformati, ritardo mentale, ritardo puberale, debolezza muscolare 6

Ipotiroidismo congenito Bassa statura, obesità, arti malformati, ritardo mentale, ritardo puberale, debolezza muscolare 6 anni 17 anni

Ipotiroidismo congenito Ragazzo di 13 anni normale Ragazzo di 13 anni affetto da ipotiroidismo

Ipotiroidismo congenito Ragazzo di 13 anni normale Ragazzo di 13 anni affetto da ipotiroidismo

Mixedema • Nell’adulto l’ipotiroidismo prende il nome di mixedema: è caratterizzato da ipertrofia del

Mixedema • Nell’adulto l’ipotiroidismo prende il nome di mixedema: è caratterizzato da ipertrofia del tessuto sottocutaneo per accumulo di una mucoproteina, responsabile dell’aspetto edematoso del tessuto. Inoltre: – Il metabolismo basale è fortemente diminuito – La cute è secca e giallastra per accumulo di carotene che non viene trasformato in Vit. A nel fegato per mancanza di ormoni tiroidei – Il freddo è poco tollerato – Le capacità intellettive, la memoria e la parola sono ridotte

Effetti dell’ipo- e dell’iper-tiroidismo

Effetti dell’ipo- e dell’iper-tiroidismo

Effetti dell’ipo- e dell’iper-tiroidismo Ipotiroidismo Ipertiroidismo

Effetti dell’ipo- e dell’iper-tiroidismo Ipotiroidismo Ipertiroidismo

Fattore determinante nella sintesi degli ormoni tiroidei Lo iodio Assorbito sotto forma di ioduro

Fattore determinante nella sintesi degli ormoni tiroidei Lo iodio Assorbito sotto forma di ioduro e trasportato nel sangue Concentrazione nel sangue mediamente pari a 0, 5 -2 µg/lt ; emivita di circa 8 ore 17° elemento 70 -80% depositato nella tiroide, il resto distribuito in tutti i tessuti, soprattutto Eliminazione per via urinaria ovaie, muscoli, sangue

Fabbisogno di iodio In condizioni di equilibrio la sua eliminazione è proporzionale all’ingestione, quindi,

Fabbisogno di iodio In condizioni di equilibrio la sua eliminazione è proporzionale all’ingestione, quindi, misurando l’escrezione urinaria si valuta l’apporto giornaliero • Fabbisogno giornaliero: non meno di 100 µg/die e non più di 2 mg/die (ha effetti tossici per saturazione del meccanismo di trasporto attivo dello iodio) • La quota di 2 mg/die non viene raggiunta in diete normali, tranne in diete particolarmente ricche di pesce, alghe marine, o per ingestione di alimenti contaminati da iodio

Metabolismo dello iodio

Metabolismo dello iodio

Contenuto in Iodio degli alimenti • Dipende: – dalle caratteristiche del suolo: terreni vicino

Contenuto in Iodio degli alimenti • Dipende: – dalle caratteristiche del suolo: terreni vicino al mare hanno un maggior contenuto di I. Ciò accade perché nell’acqua di mare esso è contenuto in ragione di 20 -30 mg/m 3 ed è molto volatile, per cui si trasferisce sui terreni adiacenti – dai trattamenti subiti dagli alimenti: lo iodio molecolare (I 2) ha la più bassa energia di legame della famiglia degli alogeni, quindi la cottura riduce il contenuto in I: la frittura del 20%, la grigliatura del 23%, la bollitura fino al 60%

Sostanze antitiroidee • Alcune sostanze interferiscono con l’utilizzazione dello iodio o con la sintesi

Sostanze antitiroidee • Alcune sostanze interferiscono con l’utilizzazione dello iodio o con la sintesi degli ormoni tiroidei: – Goitrine (derivano dai glucosinolati): impediscono l’organicazione dello I. Presenti negli ortaggi ad infiorescenza della famiglia delle Brassicacee: cavoli, cavolfiori, broccoli…. – Tiocianato (deriva dai glucosinati): compete con il trasporto di I e ne riduce l’intrappolamento. Presente in radici e foglie di Brassicacee: crescione, ravanelli, senape… e nelle radici (e quindi farine) di tapioca e manioca

Sostanze antitiroidee – Sostanze gozzigene: riducono lo I, quindi stimolano il TSH inducendo aumento

Sostanze antitiroidee – Sostanze gozzigene: riducono lo I, quindi stimolano il TSH inducendo aumento della tiroide. Presenti nel miglio, in numerosi vegetali a foglia come bietole e spinaci, in leguminose come fagioli, piselli, arachidi, soia, in alcune ombrellifere come le carote, in vegetali del genere Allium come aglio e cipolla, nel mais, patate dolci…. – Ioni ad azione antitiroidea: Ca, Co, Cu