La relazione daiuto in una situazione di disagio

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La relazione d’aiuto in una situazione di disagio generale

La relazione d’aiuto in una situazione di disagio generale

 • Concetti: • Rintracciare nell’esperienza morale umana dei professionisti una dimensione relazionale fondante.

• Concetti: • Rintracciare nell’esperienza morale umana dei professionisti una dimensione relazionale fondante. • Enfatizzare i rapporti tra le persone tenendo conto di quelli che sono i “fondamentali”cioè l’ascolto e l’attenzione. • Far partire tutta la riflessione dal punto di vista dell’ ”altro” in un movimento che coinvolge il soggetto, l’operatore sanitario e l’organizzazione. • Da questa prospettiva il “to care” si declina in: rispetto dell’altro come soggetto autonomo, considerazione dell’integralità della sua persona, attivazione della relazione prima che dell’intervento, tutela e promozione della sua dignità.

Dimensione relazionale • Si ha relazione di aiuto quando vi è un incontro fra

Dimensione relazionale • Si ha relazione di aiuto quando vi è un incontro fra due persone di cui una si trova in condizioni di sofferenza/confusione/conflitto/disabilità ed un’altra persona invece dotata di un grado ‘superiore’ di adattamento/competenze/abilità, rispetto alle stesse situazioni o tipo di problema da fronteggiare. • Se fra queste due persone si riesce a stabilire un contatto(una relazione) che sia di aiuto (…) allora è probabile che la persona in difficoltà inizi qualche movimento di maturazione /chiarificazione/ apprendimento che la porti ad avvicinarsi all’altra persona (assorbendone per così dire le qualità e le competenze) o comunque a rispondere in modo più soddisfacente al proprio ambiente ed a proprie esigenze interne ed esterne.

CONTATTO (…. relazione) adattamento competenze abilità Maturazione Chiarificazione autostima, Autoapprovazione Disagio • Sofferenza •

CONTATTO (…. relazione) adattamento competenze abilità Maturazione Chiarificazione autostima, Autoapprovazione Disagio • Sofferenza • Conflitto • Disperazione Avvicinamento, risposta a esigenze interne ed esterne

 • Dimensione relazionale • La filosofia morale moderna in una delle sue forme

• Dimensione relazionale • La filosofia morale moderna in una delle sue forme più elevate, quella formulata da Kant, esprime un concetto di inviolabilità della persona, e gli obblighi che ne derivano, affermando che dobbiamo trattare l’umanità in noi e negli altri mai come un mezzo, ma sempre come un fine. • Una persona ha una relazione con se stessa; autostima, autoapprovazione, amore di sé e i loro contrari sono espressioni di questo rapporto che la malattia condiziona inevitabilmente

 • Diamante culturale della salute Facilitazione della relazione terapeutica, spazi alle famiglie che

• Diamante culturale della salute Facilitazione della relazione terapeutica, spazi alle famiglie che prevedono accoglienza, riconoscono diversità religiose Medico PERSONA Famiglie SALUTE core Complessità Difficoltà, coacerbo degli operatori, burn out, attenzione al paziente e famiglie Equipe sanitaria Incrocio variabile tra struttura-connettivo. . s. s. elemento di supporto all’equipe sanitaria. Struttura socio sanitaria Definizione: alleanza terapeutica all’interno dell’equipe sanitaria, in cui il core è la salute entro cui gli operatori devono attivare processi di interazione, relazione e coesistere.

 • “… il volto dell'Altro mi parla e mi invita ad una relazione

• “… il volto dell'Altro mi parla e mi invita ad una relazione che non ha misura comune con un potere che si esercita … ". ( Emmanuel Levinas) • …la capacità di riconoscere il volto dell’altro genera nell’interlocutore responsabilità verso di lui e relazione con lui. Secondo Levinas il volto dell’altro mi coinvolge, mi pone in questione, mi rende immediatamente responsabile. • In che modo arrivo ad una conoscenza “reale” dell’altro, della persona che mi è affidata e verso la quale ho responsabilità? • Levinas ci dice che “… lo sguardo è conoscenza e percezione …”; ci parla di rispetto della diversità dell’altro, della sua solitudine, del suo mistero e della sua persona; ci invita a liberarci dalla presunzione di ricondurre la realtà dell’altro ad un essenza pre-determinata e pre-giudicata

 • Definizione La relazione d’aiuto è di per se stessa"evolutiva": permette a chi

• Definizione La relazione d’aiuto è di per se stessa"evolutiva": permette a chi è aiutato di crescere nella consapevolezza di sé, di scegliere di migliorarsi e di ampliare la propria visione degli altri e del mondo.

 • Definizione di Carl Rogers La relazione d’aiuto è una relazione umana volta

• Definizione di Carl Rogers La relazione d’aiuto è una relazione umana volta ad appagare bisogni umani fondamentali. Metodo di cura e di comunicazione "non direttiva", dove colui che chiede aiuto diventa il principale protagonista del suo cambiamento e dove il ruolo di chi aiuta è di dare spazio all’altro, di dargli voce, fiducia, empatia, legittimazione dei suoi personali sentimenti, desideri. “approccio centrato sulla persona”, secondo cui: genuinità, considerazione positiva e incondizionata e empatia sono i tre atteggiamenti fondamentali che permettono l’instaurarsi di rapporti interpersonali efficaci. La genuinità è la capacità dell’operatore di essere sempre in contatto con i propri sentimenti e con ciò che nel rapporto si sta svolgendo, La genuinità implica coerenza tra ciò che si sente, ciò che si fa e ciò che si è.

 • Elementi necessari per costruire una relazione d’aiuto • Rogers elenca sei parole

• Elementi necessari per costruire una relazione d’aiuto • Rogers elenca sei parole chiave per definire le condizioni sulle qualisi fonda una relazione d’aiuto. • Contatto psicologico: … è necessario avvicinarsi al mondo emotivo dell’altro e lasciarsi avvicinare da lui senza opporre barriere al contatto interpersonale. • Incongruenza: la relazione d’aiuto si instaura con una persona che si trova in difficoltà perché è in contraddizione (incongruenza) fra ciò che crede di essere o di poter fare e ciò che realmente è o fa. La persona che chiede aiuto non è in armonia con se stessa, che ne abbia consapevolezza o no. Il fatto di esserne consapevole la porta a percepire uno stato di ansia. • Congruenza: chi offre aiuto nella relazione deve trovarsi in una situazione di piena coerenza e armonia con se stessa, deve cioè rendersi conto di come è fatta, di quello che vuole, di quello che sta facendo e del perché lo fa e deve poter accettare se stessa con le capacità e i limiti reali che le appartengono. Solo così chi è aiutato coglie l’autenticità della persona e può fidarsi.

 • Comprensione empatica: chi aiuta deve avere la capacità e la volontà di

• Comprensione empatica: chi aiuta deve avere la capacità e la volontà di mettersi nei panni dell’altro e di sentire quello che sente l’altro come se fosse al posto suo. Riguarda la capacità dell’operatore di cogliere adeguatamente la situazione personale di colui che gli sta di fronte rispetto a ciò che dice (espressione verbale) e sente (espressione non verbale). • Accettazione positiva incondizionata: dopo aver compreso bisogna saper accettare senza condizioni. Significa comportarsi in modo tale che la persona aiutata riceva il seguente messaggio: "Al di là dei miei valori e delle mie convinzioni che possono essere molto diverse dalle tue, io ti capisco e ti accetto senza giudicarti, senza volerti cambiare, senza pretendere che tu sia diverso da quello che sei; va bene così anche se non sono d’accordo con quello che fai“. • Comunicazione: è necessaria la capacità di comunicare all’altro quanto descritto finora: se chi aiuta è vicino all’altro, è autentico, comprende e accoglie l’altro senza riserve, ma non sa comunicargli tutto questo, il suo lavoro si vanifica. Chi dà aiuto deve perciò accertarsi che l’altro stia ricevendo i messaggi di comprensione e di accettazione che sono stati inviati

La comprensione empatica è più sottile di quella intellettuale e richiede una sensibilità molto

La comprensione empatica è più sottile di quella intellettuale e richiede una sensibilità molto fine e rara per essere attuata. • Consiste nell’immedesimarsi nell’interlocutore per comprendere il suo punto di vista, senza assumerlo come proprio, : un infermiere che si calasse nei panni del malato lasciandosi sopraffare dal dolore per le sue sofferenze renderebbe il malato emotivamente più abbattuto invece di offrirgli un sostegno. • La trasparenza è l’accordo tra i sentimenti manifestati e quelli realmente provati. Se l’interlocutore percepisce trasparenza, si apre con fiducia, altrimenti si chiude difensivamente. • L’ascolto empatico pone l’altro nella condizione di esplorarsi per trovare la sua verità.

 • L'EMPATIA • Significa far risuonare dentro di sé i sentimenti degli altri

• L'EMPATIA • Significa far risuonare dentro di sé i sentimenti degli altri come se fossero i propri e senza dimenticare i nostri, in una sorta di vicinanza senza confusione. • E' l'accettazione incondizionata degli stati d'animo così come vengono offerti nella relazione. Non si può negoziare il modo in cui gli altri provano un'emozione. • E’ la capacità di leggere fra le righe, di captare le spie emozionali, di cogliere anche i segnali non verbali indicatori di uno stato d’animo e di intuire quale valore rivesta un evento per l'interlocutore, senza lasciarsi guidare dai propri schemi di attribuzione di significato. • Nell'essere empatici, c'è anche la valorizzazione degli altri, che si manifesta nel credere nelle persone, nel mettere in risalto e potenziare le loro abilità, nel sostenere la loro autonomia, nel rispettare le loro diversità individuali, etniche e ideologiche, nell'utilizzare le differenze come opportunità al di là di ogni pregiudizio

 • La relazione di aiuto dal punto di vista morale significa … •

• La relazione di aiuto dal punto di vista morale significa … • … operare nello spirito del "buon samaritano", in quanto ha a che fare con l'umanità della persona proprio in aspetti, momenti e forme di rapporto che ne rivelano la debolezza; • … nel rispetto della persona, evitando consapevolmente ogni tentativo di manipolarla, approfittando della sua situazione di debolezza; • … mediante un atteggiamento non paternalista: il paternalismo è un atteggiamento di gestione autoritaria e di dominio dell'altro, fondato sul dislivello di sapere e di potere, (il paternalismo è mosso, almeno a livello di consapevolezza, da una sincera volontà di aiuto, ma tale aiuto è offerto scavalcando la collaborazione e la libera volontà del soggetto).

Valori etici contenuti nella relazione di aiuto Contatto psicologico Prossimità "Chi … ti sembra

Valori etici contenuti nella relazione di aiuto Contatto psicologico Prossimità "Chi … ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti? " (Lc 10, 36) Incongruenza Pericolo di pregiudizio, disprezzo, pietismo "Ti ringrazio che non sono … come questo pubblicano"(Lc 18, 11) Congruenza Essere veri, sinceri "Sia il vostro parlare sì, no, no: il di più viene dal maligno" (Mt 5, 37) Comprensione empatica Solidarietà "ama il prossimo tuo come te stesso" Accettazione positiva incondizionata Servizio "non sono venuto per condannare, ma perdonare"

Ostacoli alla relazione di aiuto (profilo etico) Atteggiamento valutativo Superiorità "Tu non hai le

Ostacoli alla relazione di aiuto (profilo etico) Atteggiamento valutativo Superiorità "Tu non hai le qualità necessarie, come le ho io…" Atteggiamento Interpretativo Pregiudizio, disprezzo "Tu non puoi capire la tua situazione, io invece sì" Atteggiamento di sostegno consolazione Assistenzialismo, che manca di fiducia nell'altro (mentre la carità fa crescere) "Tu non ce la farai mai da solo, ma sta tranquillo che ci penserò io…" Atteggiamento investigativo Violenza, che non lascia psicologicamente libero l'altro, invadenza "Tu non sai valutare: lascia Atteggiamento risolutivo Moralismo, che favorisce uno stato di inferiorità immaturità "Tu non sei capace: fa” quello che ti dico io “ fare a me"

Contenuto etico delle tre P Potere "Vi ho dato l'esempio, perché anche voi facciate

Contenuto etico delle tre P Potere "Vi ho dato l'esempio, perché anche voi facciate lo stesso “ Permesso Gesù ha permesso di esistere a coloro ai quali la società del tempo non lo concedeva: - i bambini - le donne - i lebbrosi Protezione Gesù protegge l'adultera dai pregiudizi sociali e le infonde speranza di vita nuova: ("Chi è senza peccato scagli la prima pietra … va e non peccare più”)

Relazione d’aiuto e adolescenza L’empatia è una sorta di “ingrediente segreto”, è la capacità

Relazione d’aiuto e adolescenza L’empatia è una sorta di “ingrediente segreto”, è la capacità di ricostruire nella nostra immaginazione l’irripetibile esperienza del nostro interlocutore e di entrare in ‘risonanza emotiva’ con lui. Rogers insiste molto sull’astensione dal giudizio nei rapporti umani che implicano una valenza educativa o di aiuto, mettendoci in guardia dal pericolo, a valutare e a giudicare che uccide l’autentica comunicazione". Tollerare significa non giudicare, comprendere, lasciare che l’altro sbagli, ed essere lì ad offrirgli un sostegno per rialzarsi. Questa è la relazione d’aiuto per eccellenza.

 • A sostegno…, ci sono le affermazioni di uno studioso dell’adolescenza, Tommaso Senise;

• A sostegno…, ci sono le affermazioni di uno studioso dell’adolescenza, Tommaso Senise; • L’ascolto non è solo sentire. . ma è anche e soprattutto osservare in toto la sua persona, i suoi comportamenti, il suo aspetto fisico, la sua postura: il corpo a volte sembra parlarci …. ! Per mezzo dell’ascolto l’ educatore riceve informazioni che dovrà interpretare. decifrare i messaggi di aiuto e quindi attuare un piano di intervento efficace! La comunicazione emotiva ha nel nostro rapporto con l’adolescente un’importanza condizionante il rapporto stesso. . .

 • Visione d’insieme Aspetti negativi della salute Aspetti positivi della salute Disabilità Menomazioni:

• Visione d’insieme Aspetti negativi della salute Aspetti positivi della salute Disabilità Menomazioni: problemi di funzioni e strutture Disabilità psichica Disturbi del comportamento Sindrome di iperattività Funzionamento Limitazioni: riduzione di attività e partecipazione Spaesamento Integrità funzionale e strutturale Attività e partecipazione: situazioni di vita Benessere Qualità del tempo e della vita

 • La comunicazione come cura La sfera psicologica relazionale unitamente al vissuto emotivo

• La comunicazione come cura La sfera psicologica relazionale unitamente al vissuto emotivo possono influenzare positivamente il decorso clinico del paziente. Una buona comunicazione unita ad una corretta informazione possono migliorare nel paziente la compliance e il coping (la capacità di gestire lo stress) e possono portare ad una diminuzione dell’ansia.

 • Il “prendersi cura” dell’uomo, comporta sicuramente l’attuazione di interventi di tipo diagnostico

• Il “prendersi cura” dell’uomo, comporta sicuramente l’attuazione di interventi di tipo diagnostico e terapeutico di natura strettamente tecnica, ma è importante non dimenticare che, dietro ogni malato, anche il più critico, c’è un Uomo, con i suoi bisogni, le sue paure, le sue ansie, il suo vissuto. • E’ tempo di recuperare e riscoprire la bellezza della relazione empatica, del dialogo, dell’ascolto, cioè di una comunicazione efficace, capace da sola di alleviare i disagi e le sofferenze del malato e di chi gli sta intorno. • E’necessario ed indispensabile ri - partire dal bisogno di relazione del paziente e della sua famiglia; l’infermiere deve aiutare a ri – allacciare ciò che la drammaticità degli eventi sembra aver spezzato, deve sostenere e incoraggiare la comunicazione.

SUSSIDIARIETÀ Processo istituzionale e sociale, basato sui seguenti principi: • deve essere sempre supportata

SUSSIDIARIETÀ Processo istituzionale e sociale, basato sui seguenti principi: • deve essere sempre supportata la capacità delle persone e/o piccoli gruppi sociali di affrontare e risolvere i propri problemi • organizzazioni più grandi o di livello superiore possono intervenire solo quando e dove le dimensioni minori o i livelli più bassi non hanno ancora acquisito tale capacità • il ruolo sussidiario e l’azione di supporto da parte delle organizzazioni più grandi o di livello superiore devono essere temporanei; il loro compito basilare deve essere quello di permettere alle persone e/o ai piccoli gruppi sociali di sviluppare auto-gestione, autoamministrazione ed autogovernance, tramite empowerment e costruzione di capacità. • Tutti i livelli della società devono migliorare le relazioni tra settori privati e pubblici, attribuendo alle persone ed alle loro comunità la responsabilità di organizzare e gestire direttamente funzioni pubbliche • i sistemi organizzativi devono provvedere ed assicurare coesione ed equità per una governance di “multi-livello”, dove relazioni verticali e ruoli tra livelli superiori ed inferiori, tra dimensioni maggiori e minori.

 • Il “prendersi cura” Metaforicamente si può pensare al “prendersi cura” come l’arte

• Il “prendersi cura” Metaforicamente si può pensare al “prendersi cura” come l’arte del ricamo: nei ricami si tengono insieme dei nessi che talvolta sono sottilissimi, e poi i ricami si fanno si disfano e si ricreano. Bisogna riuscire ad ascoltare quello che viene dalla voce dell’altro, perché se questo succede, capita anche il riscatto: cioè l’esperienza che sembra ci abbia fatto andare a pezzi, in realtà consolida dentro di noi la fiducia che ce la possiamo fare. (Gaddi 2008).

 • Il “prendersi cura” “ devo lasciare il lavoro” “ è troppo difficile,

• Il “prendersi cura” “ devo lasciare il lavoro” “ è troppo difficile, non ce la posso fare “ Compito evolutivo che mette insieme il passato con il presente, Frasi che nel pensiero di però quando si è chiamati a farlo Freud definivano per una persona, anche se legata lo“spaesamento”, stato di turbamento ciò che colpisce da una relazione profonda, si apre il caregiver non più in grado un’ esperienza nel corso della di riconoscere la propria quale la cura di sé e la cura casa, la propria terra e soprattutto non riconosce dell’altro appaiono in un primo l’altro che si trasforma, la cui momento come istanze immagine corporea si allontana da ciò che i suoi contrapposte e poco conciliabili; occhi avevano visto fino a viene percepita una minaccia alla che sopraggiungesse la malattia propria identità, alla propria progettualità, e che realmente si riscontra nella vita

Continuità relazionale Vantaggi a livello individuale ➢ Relazione personale iterativa tra malato e operatori

Continuità relazionale Vantaggi a livello individuale ➢ Relazione personale iterativa tra malato e operatori sanitari ➢ Empatia, capacità di ascolto, risoluzione dei problemi

 • …dal labirinto alla …rete… Articolazione diffusa sul territorio Nodi (forte integrazione, rapidità

• …dal labirinto alla …rete… Articolazione diffusa sul territorio Nodi (forte integrazione, rapidità di presa di decisione e vicinanza all’utente) Connessioni (permettono interazione, informazione, comunicazione tra i nodi) I modelli assistenziali in rete: Assicurano un collegamento tra tutte le parti attive del sistema socio-sanitario. Favoriscono il malato nel percorso di cura appropriato. L’elevato numero di soggetti e la previsione di un progressivo aumento di tale tipologia di “domanda” nei prossimi anni, suggeriscono di ripensare le caratteristiche della rete dei Servizi anche in funzione dei bisogni di questi malati

“Non ho cuore , dicono i nostri vecchi, non ho risorse, non ho un

“Non ho cuore , dicono i nostri vecchi, non ho risorse, non ho un futuro che posso sentire ancora mio , nel quale potermi proiettare e pensare di esistere, tranne che pezzi del mio corpo che, curati, possono ridarmi una certezza (in percentuale) che sia ancora mio ed io possa abitarlo con la

In ognuno di noi la vecchiaia non va subita ma neppure usata • Il

In ognuno di noi la vecchiaia non va subita ma neppure usata • Il corpo che supponiamo nostro da vecchi, con articolazioni poco flessibili, ma ancora in grado di fare movimenti, con la memoria che ha deficit, eppure ancora soccorre, in presenza di organi meno brillanti , che pure assolvono, seppur in percentuale ridotta, ad una loro funzione, reincarna la faticosa e difficile opera di integrazione fra quanto non è più e quanto ancora può (e deve) bastare. • Il sentimento più rappresentato è il bisogno di essere garantito, seguito e rispettato, mai abbandonato.

Quando la relazione d’aiuto investe il CAREGIVER Cosa vuol dire care giver? In inglese

Quando la relazione d’aiuto investe il CAREGIVER Cosa vuol dire care giver? In inglese care giver significa “persona che presta le cure”. • Chi è il caregiver? E’ una persona responsabile che, in ambito domestico, si prende cura di un soggetto disabile. • Cosa fa il caregiver? Risponde al bisogno di sicurezza del soggetto non autonomo. Si prende cura della persona malata occupandosi dell’igiene, dell’ alimentazione, dei trasferimenti e della mobilizzazione. Si occupa dell’ organizzazione dell’ambiente e delle risorse necessarie a garantire la migliore qualità di vita dei proprio assistito. Consente alla persona malata di poter vivere nel proprio ambiente familiare.

 • Ci sono tanti caregiver • c’è quello dentro la famiglia, • c’è

• Ci sono tanti caregiver • c’è quello dentro la famiglia, • c’è quello che presta assistenza domiciliare, • quello che nelle residenze si prende cura degli ospiti. Questa figura si declina dentro una prospettiva ed una ampiezza di relazioni molto ampia. Infatti dobbiamo ricordarci che comunque il prendersi cura avviene sempre in un contesto legato ad un tempo ed a un luogo; è un ‘azione speciale che si realizza nell’oggi, in quella casa, in quella storia di vita, in quella malattia, in quella persona che è al “ centro “ di questo rapporto.

 • IMPORTANZA DELL’ESSERCI • Non mentire sulle condizioni del malato • Restare vicini

• IMPORTANZA DELL’ESSERCI • Non mentire sulle condizioni del malato • Restare vicini finché la persona abbia il tempo di tollerare e condividere ciò che gli è stato comunicato • Sapere ascoltare • Guardare negli occhi la persona parlando di malattia grave inguaribile • Stare in silenzio

 • IMPORTANZA DELL’ESSERCI • Trovare le parole giuste per esprimere le emozioni •

• IMPORTANZA DELL’ESSERCI • Trovare le parole giuste per esprimere le emozioni • Dare conforto • Non essere banali • Essere totali nella relazione

“Entro nella tua vita come si entra in una chiesa nei campi , semplice

“Entro nella tua vita come si entra in una chiesa nei campi , semplice e disadorna , senza nulla cercare , cautamente presente”