Corso di specializzazione sostegno A A 20172018 Didattica

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Corso di specializzazione sostegno A. A. 2017/2018 Didattica della disabilità sensoriale Laboratorio infanzia Prof.

Corso di specializzazione sostegno A. A. 2017/2018 Didattica della disabilità sensoriale Laboratorio infanzia Prof. ssa Patrizia Ninassi

La sordità è la riduzione più o meno grave dell’udito Secondo la classificazione audiologica

La sordità è la riduzione più o meno grave dell’udito Secondo la classificazione audiologica della sordità si distinguono 4 gradi in relazione all’entità della perdita uditiva espressa in decibel. • Lieve con soglia tra 20 e 40 decibel • Media con soglia tra 40 e 70 decibel • Grave con soglia tra 70 e 90 decibel • Profonda con soglia uguale o superiore ai 90 decibel. All’interno di questa categoria c’è un ulteriore suddivisione della sordità.

La protesizzazione viene fatta in modo precoce perché aiuta il bambino nel controllo dell’intonazione

La protesizzazione viene fatta in modo precoce perché aiuta il bambino nel controllo dell’intonazione della voce e nell’apprendimento vocale ma non rende migliore la ricezione del suono a livello di intensità. Il bambino impara a parlare correttamente grazie alla terapia logopedica: quanto più l’educazione è stata precoce, tanto maggiori sono le possibilità di avere risultati accettabili, ma non bisogna mai dimenticare che spesso non si arriva a una competenza linguistica completa.

 • Gli studi clinici riportano che è molto difficile imparare il linguaggio dopo

• Gli studi clinici riportano che è molto difficile imparare il linguaggio dopo i 12 anni, mentre l’età cruciale per ottenere buoni risultati è tra 0 e 4 anni, quando il bambino udente acquisisce le strutture fondamentali della lingua a cui è esposto.

EXCURSUS SULLA TERMINOLOGIA. DI CHI STIAMO PARLANDO? QUALE TERMINE UTILIZZARE? • • • Sordomuto

EXCURSUS SULLA TERMINOLOGIA. DI CHI STIAMO PARLANDO? QUALE TERMINE UTILIZZARE? • • • Sordomuto audioleso non udente Ipoacusico, cofotico, presbiacustico sordo

Sordomuto Ai bambini sordi non manca la capacità di acquisire una lingua, ma quella

Sordomuto Ai bambini sordi non manca la capacità di acquisire una lingua, ma quella di apprendere in modo spontaneo la lingua parlata (poiché essa viaggia nella modalità acustica per loro deficitaria) L’apparato vocale dei sordi è integro e il bambino sordo può imparare, attraverso percorsi logopedici, a regolare l’emissione dei suoni. La lingua parlata può essere appresa attraverso un lungo e faticoso processo La famiglia, la scuola, le strutture di competenza spesso non sono preparate per una comunicazione che sfrutti le capacità integre del sordo, tra cui la vista.

Come rapportarsi al bambino sordo? • Quando il bambino è molto piccolo? • Periodo

Come rapportarsi al bambino sordo? • Quando il bambino è molto piccolo? • Periodo in cui comunque non ci si aspetta che egli risponda in modo selettivo ed appropriato agli stimoli verbali che gli vengono proposti: comportarsi in maniera spontanea e naturale ed adottare modalità interattive e comunicative multi-modali, costante e preciso riferimento situazionale. • Quando il bambino è protesizzato. Parlare frontalmente di cose presenti, su cui il bambino può agire direttamente e su cui è possibile stabilire una condivisione con l’adulto. Utilizzare una ricca conversazione non verbale, fatta di condivisione dello sguardo, di gesti, di espressioni del viso e del corpo, di sensazioni tattili.

Come rapportarsi al bambino con sordità grave? • Quando il bambino è segnante con

Come rapportarsi al bambino con sordità grave? • Quando il bambino è segnante con genitori segnanti. Fare intervenire un interprete • Quando il bambino è in trattamento logopedico. Parlare con il viso rivolto alla luce e tenere la testa ferma; Parlare distintamente moderando la velocità del discorso, senza storpiare la pronuncia o con un’eccessiva lentezza. Usare espressioni del viso in relazione al tema del discorso. Di fronte a difficoltà di recezione si può scrivere la parola in stampatello oppure usare, se la si conosce, la dattilologia (alfabeto manuale).

 • PROBLEMI PSICOLINGUISTICI E DI APPRENDIMENTO NELLA SCUOLA ORDINARIA PER L’ALUNNO SORDO

• PROBLEMI PSICOLINGUISTICI E DI APPRENDIMENTO NELLA SCUOLA ORDINARIA PER L’ALUNNO SORDO

No al coattismo linguistico! • Lo sviluppo del linguaggio nel bambino sordo di nascita

No al coattismo linguistico! • Lo sviluppo del linguaggio nel bambino sordo di nascita o divenutolo nella prima infanzia diviene un problema quando i genitori e gli operatori prendono per modello lo sviluppo del coetaneo udente. Il piccolo sordo deve essere accettato nella e con la sua disabilità sensoriale d’udito, concezione è respinta da molti familiari e da vari specialisti.

Condividere la sordità • l bambino udente è esposto alla lingua (full immersion) dal

Condividere la sordità • l bambino udente è esposto alla lingua (full immersion) dal momento in cui nel mondo intrauterino le cellule nervose sono stimolate verbalmente e dal sonoro. • Per un armonico sviluppo linguistico nelle modalità visuomanuali è necessario che il bambino sordo sia esposto da sempre alla lingua dei segni. Il «bagno sonoro» piagetiano per il bambino udente deve diventare «bagno segnico» per il sordo. • Questo implica la famiglia a prepararsi in tempo tramite corsi appropriati che dovrebbero essere delegati agli esperti dell’ASL. La madre deve apprendere a comunicare col figlio sordo.

Excursus sullo sviluppo del linguaggio • Il linguaggio non è la lingua come qualcuno

Excursus sullo sviluppo del linguaggio • Il linguaggio non è la lingua come qualcuno erroneamente crede. • Molti bambini sordi utilizzano frasi grammaticalmente strutturate bene. Sollevano il cuore agli stessi genitori, ai docenti che sùbito propagandano ai quattro venti che il piccolo non ha bisogna della … lingua dei segni «perché parla bene» . Ahimè! dopo una piccola indagine ci si avvede che il bambino memorizza le frasi, il parlare è statico, le parole usate in senso improprio. • Ha acquisito sì un gruppo di parole che sa pronunciare, anche senza errori fonetici, ma non ha sviluppato con le stesse il linguaggio verbale. Il linguaggio verbale è l’acquisizione finale (diciamo proprio) di un lento processo psicocognitivo cui è afferente tutte le potenzialità sensoriali ed emozionali dell’individuo perciò diviene esclusivamente «il nostro linguaggio» , manifestarsi in esso la nostra intrinseca personalità.

Negli ultimi decenni del XX secolo gli psicolinguisti dell’età evolutiva dei bambini sordi hanno

Negli ultimi decenni del XX secolo gli psicolinguisti dell’età evolutiva dei bambini sordi hanno reso evidente tre tesi da approfondire: 1. Il pensiero è linguaggio. 2. Il pensiero dipende dal linguaggio. 3. Il linguaggio dipende dal pensiero.

1. IL PENSIERO È LINGUAGGIO. • Se noi diamo alla lingua dei segni la

1. IL PENSIERO È LINGUAGGIO. • Se noi diamo alla lingua dei segni la dignità di lingua, come effettivamente hanno dedotto gli psicolinguisti d’ogni Paese, studiosi della lingua visuomanuale, dobbiamo ammettere che nel sordo esiste il pensiero che utilizza la modalità visiva e manuale. • L’esperienza quotidiana coi sordi segnanti testimonia che hanno un pensiero veicolato prettamente nella modalità manuale-visiva-espressiva. • La proposizione è: «il pensiero è il linguaggio» . Il pensiero del sordo si manifesta nella forma di linguaggio visivo. • Quando alcuni psicologi, insegnanti e persino genitori affermano che il bambino sordo ha un pensiero contorto, limitato, di difficile comprensione per gli udenti, è semplicemente perché non sperimentano direttamente quella forma mentis derivata dalla particolare forma linguistica.

2. IL PENSIERO DIPENDE DAL LINGUAGGIO. E’ evidente verificare nel mondo della comunicazione con

2. IL PENSIERO DIPENDE DAL LINGUAGGIO. E’ evidente verificare nel mondo della comunicazione con la lingua che il pensiero si modifica, disperde l’intenzione originale e la sua forza evocativa di contenuti, appare limitato dalla stessa lingua parlata dalla società che non si evolve con la stessa rapidità dei processi apprenditivi e pertanto il pensiero finisce per restare impigliato o soggiogato nel linguaggio. Questo ce ne avvediamo nei sordi cosiddetti oralisti, educati alla lingua verbale non sviluppano né trovano un veicolo conforme per trasmettere il pensiero che è sottomesso, appunto, alla limitatezza di un linguaggio non evoluto.

IL LINGUAGGIO DIPENDE DAL PENSIERO. • Ora se i processi cognitivi sono completamente evoluti

IL LINGUAGGIO DIPENDE DAL PENSIERO. • Ora se i processi cognitivi sono completamente evoluti anche il linguaggio è “evoluto” secondo i bisogni del pensiero Lo vediamo dall’esperienza di comunicazione nella lingua dei segni di sordi che hanno studiato - e compreso - le discipline pedagogiche, psicologiche e sociologiche. Quando si scambiano nozioni o critiche utilizzando i segni manuali e conoscono la disciplina di cui parlano il loro lessema è coerente al pensiero, strutturano frasi segniche seguendo la semantica. • Invece i sordi che non conoscono le discipline o l’argomento scientifico ripetono in modo meccanico il segno o i segni senza costruire un dialogo segnico appropriato o svolgere una critica valida.

La conclusione della verifica delle tre proposizioni sulla funzione e influenza del linguaggio sul

La conclusione della verifica delle tre proposizioni sulla funzione e influenza del linguaggio sul pensiero e viceversa è molto importante perché ci aiuta a capire meglio il funzionamento cognitivo sia del bambino sordo sia del coetaneo udente. • Per il piccolo sordo questa verifica del pensiero da parte del docente specializzato, che porta a conoscerne il mondo comunicativo, è molto importante perché potrà meglio proporre una didattica appropriata. •

Quando l’istruzione del sordo è lasciata al «pressappoco» • Oggi il sordo inserito nella

Quando l’istruzione del sordo è lasciata al «pressappoco» • Oggi il sordo inserito nella classe delle pubbliche scuole raramente trova strumentazioni didattiche e docenti idonei per un valido apprendimento.

 • Per questo scopo la superficialità nell’istruzione dei sordi non è ammessa. Bisogna

• Per questo scopo la superficialità nell’istruzione dei sordi non è ammessa. Bisogna «fare» un docente capace, intendo riferirmi ad un insegnante secondo il seguente schema

Un docente uscito da una formazione così programmata è realmente specializzato per l’alunno sordo

Un docente uscito da una formazione così programmata è realmente specializzato per l’alunno sordo o audioleso o con difficoltà di linguaggio. . Ecco che nelle Facoltà delle scienze di formazione primaria delle università italiane abbiamo cattedre d’insegnamento di Psicologia dell’handicap e della riabilitazione scordando d’insegnare alle future docenti come si comunica col bambino sordo, come si elabora una didattica appropriata alle sue necessità percettive visive. Dobbiamo tutti rivedere il nostro modo di intervenire sullo scolaro sordo sia in ambito d’integrazione scolastica sia sociale (familiare, amicale, ludico-sportivo, ecc. ). Lo scolaro sordo per essere istruito bene deve «frequentare una buona scuola» per imparare a confrontarsi nella vita. Se la scuola non gli dà l’indispensabile preparazione per comprendere quanto legge o metterlo nella condizione d’esprimere per iscritto le idee e i desideri, sarà molto difficile che superi la disabilità sensoriale e, adulto, sarà aggregato agli altri e non soggetto integrato cosciente dei propri diritti e doveri.

Gli insegnanti specializzati dei sordi pertanto costruiscano intelligentemente «ponti di sapere» sviluppati nella lingua

Gli insegnanti specializzati dei sordi pertanto costruiscano intelligentemente «ponti di sapere» sviluppati nella lingua del loro alunno. Con speranza invitino ad attraversarli. Quando questo lavora sarà fatto crolleranno disfatti dalla fatica. Ma avranno la felicità di vedere che i loro allievi, avendo compreso la lezione, incoraggeranno i simili a fare altrettanto.

Storia dell’educazione dei sordi • Poco è stato scritto sulla storia dell’educazione speciale, in

Storia dell’educazione dei sordi • Poco è stato scritto sulla storia dell’educazione speciale, in particolare su quella che ha come protagonisti ragazze e ragazzi sordi. La pedagogia speciale, infatti, ad oggi, si è preoccupata perlopiù di spiegare filosofie di pensiero e approfondire problematiche legate all’insegnamento e all’apprendimento, tralasciando quella parte riguardante il percorso compiuto nella storia dalle istituzioni educative per arrivare alla situazione pedagogica attuale.

L’educazione dei sordi è stata plasmata nel tempo da scelte prese esclusivamente da udenti,

L’educazione dei sordi è stata plasmata nel tempo da scelte prese esclusivamente da udenti, i quali non si sono mai preoccupati di interpellare soggetti sordi, credendoli, nella maggior parte dei casi, incapaci di decidere per loro stessi e non adatti a suggerire soluzioni didattiche e proposte di apprendimento che forse avrebbero evitato, o ridimensionato, le sofferenze psicologiche ed emotive di cui sono stati vittime nei secoli. Gli udenti, non toccati dalla situazione di sordità in prima persona e vivendo un mondo interferito continuamenti da suoni e rumori, hanno nella maggior parte dei casi adottato soluzioni padagogiche ben si conformavano al loro modo di vedere la realtà ma che purtroppo non potevano funzionare con soggetti che abitano una vita costituita di sole immagini.

 • In questo contesto consideriamo la storia dell’educazione dei sordi nelle quattro grandi

• In questo contesto consideriamo la storia dell’educazione dei sordi nelle quattro grandi epoche storiche. . ANTICHITA’ MEDIOEVO EPOCA MODERNA EPOCA CONTEMPORANEA

L’ANTICHITÀ • L’antichità era caratterizzata dal culto per la perfezione fisica e dall’importanza per

L’ANTICHITÀ • L’antichità era caratterizzata dal culto per la perfezione fisica e dall’importanza per la salute e per il benessere, che si radicarono sia in Grecia che di conseguenza a Roma, profondamente condizionata dalla cultura ellenistica. I soggetti caratterizzati da qualunque tipo di condizione anormale, compresa la sordità, erano considerati inetti e privi di intelligenza, quindi inutili da educare, a loro erano preclusi i più banali diritti e non potevano partecipare alla vita sociale e politica del tempo. I sordi, considerati kofos, cioè vuoti, già da questo periodo furono vittime di numerosi pregiudizi che si ripresentarono anche nel medioevo e nelle epoche successive.

MEDIOEVO • La situazione nel medioevo non migliorò di molto, infatti, non ci furono

MEDIOEVO • La situazione nel medioevo non migliorò di molto, infatti, non ci furono grandi progressi per quanto riguarda la considerazione dei sordi nella società e la loro valorizzazione come persone, essi continuarono a vedere molti dei loro diritti negati e furono soggetti a ulteriori restrizioni religiose, civili e giuridiche. In questo periodo, però, abbiamo testimonianza dei primi maestri ed istitutori privati che tentarono un approccio educativo speciale, in seguito di riflessioni sulla condizione in cui i non udenti riversavano. I metodi utilizzati per istruire i sordi furono numerosi, differenti l’uno dall’altro e, alcuni, decisamente bizzarri. Vennero elaborati, inoltre, i primi sistemi comunicativi visivo-gestuali volti a istaurare una comunicazione efficace con i sordi.

EPOCA MODERNA • Nell’epoca moderna si registrarono importanti cambiamenti per quanto riguarda l’ambito dell’istruzione

EPOCA MODERNA • Nell’epoca moderna si registrarono importanti cambiamenti per quanto riguarda l’ambito dell’istruzione e dell’educazione, infatti, sorsero le scuole per alunni non udenti. Le prime vennero fondate in Francia e Germania per opera di due importanti istitutori: l’abate Charles-Michel de l’Epee e Samuel Heinicke. In Italia si diffuse per lo più il metodo di de l’Epee e molti educatori italiani si recarono dall’Abate o lessero i suoi scritti e le sue testimonianze per apprendere la particolarità del suo metodo.

EPOCA CONTEMPORANEA • Un evento di fondamentale importanza che segnò il passaggio dall’età moderna

EPOCA CONTEMPORANEA • Un evento di fondamentale importanza che segnò il passaggio dall’età moderna all’età contemporanea fu il Congresso Internazionale di Milano del 1880. Esso rappresenta un evento nella storia dei sordi poiché dispone, come mai era avvenuto in precedenza, in materia di istruzione speciale: il metodo orale venne riconosciuto come superiore e l’unico da adottare nel processo di insegnamento - apprendimento. • Inizia così una fase completamente nuova della storia dell’educazione dei sordi. Molte scuole, sia in Italia che all’estero, furono costrette a riformare il loro metodo e iniziarono ad utilizzare nella didattica il solo metodo orale

Nonostante ciò, il linguaggio visuo-manuale non scomparve e continuò ad essere usato infatti “la

Nonostante ciò, il linguaggio visuo-manuale non scomparve e continuò ad essere usato infatti “la lingua dei segni continuò a venire usata ed a svolgere un ruolo cruciale nella vita dei ragazzi. Di nascosto spesso si segnava in cortile, nei dormitori, nei laboratori. Chi più chi meno, tutti conoscevano i segni: studenti, insegnanti, assistenti. Nulla di ciò viene menzionato nelle varie pubblicazioni successive al Congresso di Milano, pesantemente influenzate dalla filosofia oralista. ”. Dopo quello di Milano ci furono molti altri Congressi sia in Italia che all’estero che approfondirono la questione dell’educazione speciale per i sordi. Contemporaneamente a ciò emersero nuove tecniche mediche e riabilitative che tentarono di migliorare il metodo scelto per l’insegnamento ai sordi.

 • Nel 1951 Antonio Magarotto convocò a Roma il Primo Congresso Mondiale dei

• Nel 1951 Antonio Magarotto convocò a Roma il Primo Congresso Mondiale dei Sordomuti dove parteciparono i rappresentanti di venti Nazioni diverse. Il congresso sancì la nascita della “World Federation of the Deaf” (Federazione Mondiale dei Sordi) che, tutt’ora efficiente, vede la presenza di 130 membri provenienti da ogni parte del mondo: questa organizzazione non governativa ha come obiettivo quello di tutelare i diritti delle persone non udenti, migliorare il processo di insegnamento-apprendimento che vede lo studente sordo protagonista, incentivare lo sviluppo di associazioni a sostegno dei sordi, favorire l’integrazione del non udente nella società evitando la sua esclusione e il suo isolamento.

 • La situazione attuale varia da Paese, ma oggi in tutti è opinione

• La situazione attuale varia da Paese, ma oggi in tutti è opinione comune che il sordo, essendo parte della società, deve essere integrato in essa ed è quindi necessaria un’educazione finalizzata a tale obiettivo: creare le condizioni affinché i non udenti possano vivere in un mondo per loro accessibile, cercando quindi di ridurre il più possibile il loro handicap. Le modalità attraverso le quali si cerca di raggiungere questo obiettivo sono differenti e sono dettate da scelte che possono essere condivisibili o meno, ma è stato compiuto un grosso passo avanti rispetto ai periodi storici precedenti: il riconoscimento del sordo come soggetto cognitivamente normodotato, il quale presenta il solo e precipuo bisogno di esprimersi e comunicare con il mondo circostante attraverso una modalità comunicativa differente da quella considerata normale.