CORSO DI SPECIALIZZAZIONE PER ATTIVITA DI SOSTEGNO AGLI

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CORSO DI SPECIALIZZAZIONE PER ATTIVITA’ DI SOSTEGNO AGLI ALUNNI CON DISABILITA’ A. A. 2016/17

CORSO DI SPECIALIZZAZIONE PER ATTIVITA’ DI SOSTEGNO AGLI ALUNNI CON DISABILITA’ A. A. 2016/17 LABORATORIO LINGUAGGI E TECNICHE COMUNICATIVE NON VERBALI SCUOLA DELL’INFANZIA Dott. ssa Angela Fiorillo – Insegnante scuola secondaria secondo grado – Tutor coordinatore tirocinio Sd. F primaria – Pedagogista clinico e giuridico – Dottore di ricerca Teorie e storia dell’educazione Angela Fiorillo

LE PROPRIETA’ DEL LINGUAGGIO Creatività/Produttività Chi parla una lingua può produrre un numero infinito

LE PROPRIETA’ DEL LINGUAGGIO Creatività/Produttività Chi parla una lingua può produrre un numero infinito di messaggi combinando tra loro un numero finito di unità base di quella lingua. Arbitrarietà La relazione tra suoni e significati è arbitraria: il significato non può essere ricavato dalla forma del suono, pertanto deve essere appreso e trasmesso culturalmente. Referenzialità I segni linguistici si riferiscono ad oggetti ed eventi esterni al linguaggio stesso. Autoreferenzialità Il linguaggio è un codice (sistema di segni) che rimanda a se stesso, è autonomo e autosufficiente (può spiegare i propri significati attraverso espressioni linguistiche complesse).

LO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO Lo sviluppo fonologico Produzione dei suoni linguistici pianto vocalizzazioni parole

LO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO Lo sviluppo fonologico Produzione dei suoni linguistici pianto vocalizzazioni parole Lo sviluppo lessicale Produzione delle parole e costruzione del vocabolario protoparole esplosione del vocabolario Lo sviluppo morfosintattico Costruzione delle frasi uso dei suffissi e prefissi (singolare/plurale, maschile/femminile, coniugazione verbi) combinazioni di parole secondo le regole della propria lingua

La competenza linguistica: La capacità di trasmettere contenuti di conoscenza sufficientemente differenziati e articolati,

La competenza linguistica: La capacità di trasmettere contenuti di conoscenza sufficientemente differenziati e articolati, di produrre messaggi in funzione dei propri scopi comunicativi La competenza comunicativa: La capacità di utilizzare le modalità comunicative e linguistiche più appropriate agli obiettivi del parlante, alle caratteristiche dell’interlocutore, al contesto sociale e al contenuto della comunicazione per realizzare i propri intenti conoscitivi e sociali.

Lo sviluppo comunicativo pre-linguistico precede e prepara la comparsa del linguaggio, attraverso: l’evoluzione di

Lo sviluppo comunicativo pre-linguistico precede e prepara la comparsa del linguaggio, attraverso: l’evoluzione di espressioni e gesti comunicativi l’evoluzione dei suoni che il bambino produce spontaneamente in suoni dotati di significati = parole

L’espressione facciale delle emozioni: il sorriso I suoni non-comunicativi: il pianto, le vocalizzazioni I

L’espressione facciale delle emozioni: il sorriso I suoni non-comunicativi: il pianto, le vocalizzazioni I gesti: INDICAZIONE e SGUARDO

l primi mezzi di comunicazione non verbale: le espressioni emotive Il sorriso endogeno (riflesso)

l primi mezzi di comunicazione non verbale: le espressioni emotive Il sorriso endogeno (riflesso) alla nascita Il sorriso esogeno 2 mesi lo sguardo Con cui si costruiscono le interazioni DIADICHE (interazioni faccia-a faccia): il comune oggetto d’attenzione è l’altro. Dalla nascita e nei primi mesi di vita gli OCCHI sono la porzione del volto che attrae maggiormente l’attenzione dei bambini

l primi mezzi di comunicazione non verbale: l’indicazione e l’attenzione condivisa Successivamente (5 mesi)

l primi mezzi di comunicazione non verbale: l’indicazione e l’attenzione condivisa Successivamente (5 mesi) il gesto dell’indicazione (pointing) viene usato insieme allo sguardo per dirigere l’attenzione dell’interlocutore verso un oggetto di interesse comune. Nascono le interazioni triadiche (adulto + bambino + oggetto): il focus dell’attenzione congiunta è il mondo esterno

l gesti e l’emergere dell’ intenzionalità comunicativa Rispetto ad altre azioni i gesti comunicativi

l gesti e l’emergere dell’ intenzionalità comunicativa Rispetto ad altre azioni i gesti comunicativi vengono prodotti a distanza e non implicano nessun contatto con il destinatario della comunicazione. Sono sempre accompagnati dallo sguardo che viene rivolto alternativamente verso il bersaglio e verso il destinatario. Manifestano un’intenzionalità comunicativa. Ne esistono di diversi tipi, di complessità crescente

I gesti comunicativi (+ sguardo) Sono utilizzati con finalità comunicative di complessità crescente: Gesti

I gesti comunicativi (+ sguardo) Sono utilizzati con finalità comunicative di complessità crescente: Gesti DEITTICI, o performativi (dai 6 -8 mesi) Esprimono un’intenzione comunicativa e si riferiscono ad un oggettoevento che si può individuare osservando il contesto (es. : stendere le braccia in alto; aprire e chiudere ritmicamente il palmo della mano; indicare) Gesti RICHIESTIVI 8 -9 mesi Il b. chiede l’intervento dell’adulto per raggiungere uno scopo Gesti DICHIARATIVI 10 -12 mesi Il b. chiede l’attenzione dell’adulto per condividere l’interesse per un aspetto della realtà (indicazione + vocalizzazione/espressione facciale che fa da commento)

Forme di comunicazione RICHIESTIVE Mirano a influenzare il COMPORTAMENTO degli altri (l’adulto deve fare

Forme di comunicazione RICHIESTIVE Mirano a influenzare il COMPORTAMENTO degli altri (l’adulto deve fare qualcosa) L’uso delle forme richiestive è possibile, oltre che nel bambino, anche in altre specie animali e nei bambini autistici Forme di comunicazione DICHIARATIVE Mirano a influenzare gli STATI MENTALI degli altri (l’adulto deve condividere con il bambino l’interesse per qualcosa) L’uso delle forme dichiarative richiede una prospettiva RAPPRESENTAZIONALE

Gesti REFERENZIALI, o rappresentativi Esprimono un’intenzione comunicativa e rappresentano un referente specifico. Il loro

Gesti REFERENZIALI, o rappresentativi Esprimono un’intenzione comunicativa e rappresentano un referente specifico. Il loro significato cioè non varia in funzione del contesto. (es. : salutare con la mano, fare no con la testa, nominare un oggetto attraverso i gesti) • Hanno origine sociale, nascono all’interno di routine sociali o di giochi con l’adulto e vengono appresi per imitazione. • Fanno da ponte per l’apprendimento del linguaggio perché hanno natura convenzionale, ma hanno portata esplicativa limitata per la loro natura iconica.

La nascita dell’ INTENZIONALITA’ COMUNICATIVA L’intenzionalità comunicativa è resa possibile da: Abilità cognitive (Piaget)

La nascita dell’ INTENZIONALITA’ COMUNICATIVA L’intenzionalità comunicativa è resa possibile da: Abilità cognitive (Piaget) Distinzione mezzi-fini (sviluppo dell’intelligenza sensomotoria, 812 mesi) Dalle forme richiestive alle forme dichiarative. Abilità sociali (Bates) Consapevolezza dell’efficacia dei propri segnali comunicativi. Ruolo dell’adulto che interpreta i segnali (“come se”) e attribuisce loro un significato condiviso

Dai gesti comunicativi alle prime parole I gesti vengono progressivamente sostituiti dalle parole. All’aumentare

Dai gesti comunicativi alle prime parole I gesti vengono progressivamente sostituiti dalle parole. All’aumentare del vocabolario diminuisce il numero di gesti prodotti, fino a quasi scomparire quando il bambino possiede un vocabolario di circa 50 parole. Relazione tra repertorio gestuale e vocale nello sviluppo Periodo in cui il bambino usa gesti referenziali Comparsa delle prime parole Periodo in cui il vocabolario raggiunge le 50 parole Diminuzione dell’uso di gesti referenziali

L’età prescolare: il linguaggio narrativo In età prescolare il linguaggio è usato a scopo

L’età prescolare: il linguaggio narrativo In età prescolare il linguaggio è usato a scopo narrativo: linguaggio narrativo. • Prolungamento dell’intersoggettività basato sulla condivisione mentale, anziché fisica. • Consente la formazione di unità rappresentazionali più ampie di quelle possibili in precedenza attraverso i sensi. • Obbliga il pensiero ad una scansione più analitica dell’esperienza. • LIMITE: è ancora un linguaggio soggettivistico, psicologico.

Gli usi del linguaggio: lo sviluppo della pragmatica Piaget: a 3 anni il linguaggio

Gli usi del linguaggio: lo sviluppo della pragmatica Piaget: a 3 anni il linguaggio è egocentrico: i bambini non compiono sforzi per comprendere ed essere compresi, per spiegare il proprio punto di vista e comprendere quello degli altri. Già a 4 anni adattano il proprio stile conversazionale in funzione dell’età dell’interlocutore: spiegazioni, dimostrazioni --> verso i + piccoli Conferme, chiarificazioni --> verso i coetanei La consapevolezza meta-linguistica Nell’età scolare il bambino amplia notevolmente il proprio linguaggio

L’età scolare: lo sviluppo della pragmatica La pragmatica si riferisce alla capacità di comunicare

L’età scolare: lo sviluppo della pragmatica La pragmatica si riferisce alla capacità di comunicare in modo efficace: adattare lo stile della conversazione in funzione dell’interlocutore e di tenere conto del punto di vista dell’interlocutore e dei suoi bisogni comunicativi. Si sviluppa pienamente in età scolare (entro gli 8 -9 anni).

LA COMUNICAZIONE AUMENTATIVA E ALTERNATIVA (CAA) E' un tipo di tecnologia assistiva; è costituita

LA COMUNICAZIONE AUMENTATIVA E ALTERNATIVA (CAA) E' un tipo di tecnologia assistiva; è costituita da qualsiasi strumento, dispositivo immagine, parola, simbolo o gesto che compensa le difficoltà di comunicazione espressiva e recettiva. Gli strumenti, gli ausili e le strategie di CAA servono a “aumentare, mantenere o migliorare” la capacità di una persona di comunicare, ampliando le abilità che già possiede e fornendo un mezzo alternativo laddove necessario. La CAA assistita è costituita da oggetti, simboli concreti tridimensionali, disegni, fotografie, parole o semplici simboli lineari. Può comprendere il linguaggio dei segni, immagini parole, lettere o oggetti usati da soli o in combinazione con tavole di comunicazione, dispositivi con emissione vocale ( VOCA voice output communication aid) o tastiere

LA STRUMENTAZIONE La CAA senza tecnologia è costituita da semplici strumenti che non hanno

LA STRUMENTAZIONE La CAA senza tecnologia è costituita da semplici strumenti che non hanno bisogno di batterie o di circuiti elettrici. Gli strumenti di CAA a bassa tecnologia, sono i semplici dispositivi per la comunicazione con emissione di voce (VOCA con i quali è possibile riprodurre messaggi verbali che possono durare da pochi secondi fino a otto minuti. Gli strumenti di CAA ad alta tecnologia sono dispositivi per la comunicazione con emissione più sofisticati, che permettono di riprodurre centinaia di messaggi.

LA CAA E’ UNO STRUMENTO DI COMUNICAZIONE VISIVA I soggetti con autismo hanno difficoltà

LA CAA E’ UNO STRUMENTO DI COMUNICAZIONE VISIVA I soggetti con autismo hanno difficoltà non soltanto nel linguaggio espressivo, ma anche nella comprensione e nel recupero delle parole e trovano difficile la comunicazione interpersonale, per la sua complessità. Pensando invece agli aspetti positivi, le persone con autismo spesso hanno un punto di forza nelle abilità di elaborazione visiva. Poichè la CAA è uno strumento di comunicazione visivo, rappresenta una combinazione ideale.

I VANTAGGI DELLA CAA A livello di linguaggio espressivo: Facilità la relazione con la

I VANTAGGI DELLA CAA A livello di linguaggio espressivo: Facilità la relazione con la famiglia, e i coetanei e migliora le abilità sociali Permette di comprendere meglio l’ambiente riducendo il livello d'ansia e favorendo la comparsa di comportamenti più appropriati. Previene i comportamenti negativi prima che diventino un modo abituale di rispondere Promuove le abilità cognitive e i potenziali nascosti

LE DIFFICOLTA' DI COMUNICAZIONE PER ACCEDERE ALLA C. A. A Il bambino o allievo:

LE DIFFICOLTA' DI COMUNICAZIONE PER ACCEDERE ALLA C. A. A Il bambino o allievo: • non parla • ha un ritardo nel linguaggio • ha un linguaggio incomprensibile • ha un vocabolario limitato • sembra essere sordo • usa una parola, una frase o un discorso una volta e poi mai più • usa il linguaggio soltanto per chiedere qualcosa di altamente desiderabile • usa parole per richiedere ( ad esempio “voglio”) ma non usa mai le parole spesso astratte , che servono per commentare, come “ho sete, ho freddo, il biscotto è buono” • Usa solo il linguaggio a memoria, ripetendo parole o frasi che ha sentito (ecolalia) • Fa fatica a esprimere una richiesta • Ha dei comportamenti difficili da interpretare • Non risponde alle domande • Ha difficoltà di memoria a breve termine • Ha difficoltà di interagire con gli altri • Comunica soltanto su alcuni argomenti specifici • Si agita e si arrabbia per ragioni sconosciute • Si agita e si arrabbia per ragioni conosciute ma all’apparenza irragionevoli

CAA E AUTISMO: UN ABBINAMENTO PERFETTO SOGGETTO AUTISTICO 1. Apprendimento visivo 2. Interesse per

CAA E AUTISMO: UN ABBINAMENTO PERFETTO SOGGETTO AUTISTICO 1. Apprendimento visivo 2. Interesse per oggetti inanimati 3. Difficoltà con gli stimoli complessi 4. Difficoltà con i cambiamenti 5. Problemi a gestire la complessità delle interazioni sociali 6. Difficoltà nella programmazione motoria 7. Ansia 8. Problemi di comportamento 9. Difficoltà di memoria

CAA 1. Usa stimoli visivi 2. Gli strumenti e i dispositivi sono inanimati 3.

CAA 1. Usa stimoli visivi 2. Gli strumenti e i dispositivi sono inanimati 3. Il livello di complessità può essere adattato in modo da crescere insieme alle capacità del bambino 4. E’ statica e prevedibile 5. Fornisce un’interfaccia tra i partner di comunicazione 6. Dal punto di vista motorio, è più semplice del linguaggio verbale 7. Gli interventi non creano pressione o stress 8. Fornisce un mezzo istantaneo di comunicazione, prevenendo i comportamento problema 9. Fornisce un mezzo per la comprensione del linguaggio

COME INFLUISCE LA CAA SULLO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO NELLE PERSONE CON AUTISMO • La

COME INFLUISCE LA CAA SULLO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO NELLE PERSONE CON AUTISMO • La CAA migliora le modalità esistenti di comunicazione fatta attraverso gesti, vocalizzazioni, verbalizzazione, espressioni facciali, linguaggio del corpo o segni manuali. • La CAA è una comunicazione interattiva a due vie, perciò viene usata da entrambi i partner: quello verbale e quello che ha un linguaggio limitato o assente, ciò significa che il partner verbale utilizza lo strumento di CAA assieme al linguaggio. Il partner non verbale riceva un input comunicativo per via sia visiva che uditiva e comprenderà meglio la comunicazione

Esempi

Esempi

PROGETTARE GLI AMBIENTI PER LA COMUNICAZIONE In un ambiente preparato per favorire il linguaggio

PROGETTARE GLI AMBIENTI PER LA COMUNICAZIONE In un ambiente preparato per favorire il linguaggio recettivo , è necessario etichettare con simboli visivi o parole scritte i luoghi, gli oggetti, le attività e gli strumenti di apprendimento. Ad esempio, una persona con autismo può orientarsi in un ambiente organizzato con simboli visivi abbinando quelli presenti nella sua agenda visiva con quelli attaccati nei vari luoghi. Gli ambienti organizzati sono quindi anche ambienti arricchiti dal punto di vista della letto-scrittura. STRUMENTI VISIVI PER FAVORIRE LA COMPRENSIONE DELLE TRANSIZIONI Un ambiente organizzato comprende strumenti visivi per le transizioni, che aiutano le persone con autismo a comprendere meglio il passare del tempo o a spostare l’attenzione da un’attività all’altra. ( tavole del “prima e dopo” e della successione delle attività”) Un ambiente organizzato dovrebbe disporre sempre di tavole comunicative interattive, relative ad attività specifiche e dispositivi con emissione di voce. In questo modo diventa possibile offrire in ogni momento e luogo delle opportunità di comunicazione e permettere alle persone con autismo di esprimere i propri bisogni e desideri (tavole di comunicazione nel locale per vestirsi, nell’angolo delle attività domestiche, sul tavolo della merenda e sul tavolo per disegnare

INSEGNARE TRAMITE IL MODELLAMENTO La tecnica per modellamento si basa sul fornire al partner

INSEGNARE TRAMITE IL MODELLAMENTO La tecnica per modellamento si basa sul fornire al partner l’esempio o modello di come comunicare. Il modellamento diretto da parte del partner verbale è il modo più efficace per insegnare a usare la CAA. Per le persone con autismo, imparare a usare la CAA in un contesto naturale riveste una particolare importanza, perché hanno forti difficoltà a generalizzare ciò che apprendono al di fuori del loro contesto EVITARE LA DIPENDENZA DAGLI AIUTI E’ importante che gli input forniti non diventino aiuti fisici o eccessivi, perchè sarebbero poi difficili da attenuare.

AERC ( ATTIVAZIONE EMOTIVA RECIPROCITA’ CORPOREA ) Si tratta di un modo di intervento

AERC ( ATTIVAZIONE EMOTIVA RECIPROCITA’ CORPOREA ) Si tratta di un modo di intervento nei confronti del bambino con autismo o, comunque, appartenente allo spettro autistico, che si propone di creare un canale comunicativo altamente significativo sul piano emozionale, in modo da poter attivare il bimbo su diversi livelli interattivi (motorio, percettivo, ecc. . ) così da favorire successivamente una rapida crescita delle sue capacità e, quindi, un sostanziale miglioramento della sua situazione.

SU CHE COSA SI BASA � Soprattutto sulla ricerca della motivazione nell’ambiente naturale, usando

SU CHE COSA SI BASA � Soprattutto sulla ricerca della motivazione nell’ambiente naturale, usando dei modi che rendano il bambino autistico curioso, in quanto il bambino per crescere necessita di particolari modalità relazionali con la madre e, comunque, con l’adulto che si occupa di lui. �A questo proposito giocano un ruolo fondamentale le variazioni messe in atto dal genitore (della voce, dello sguardo ) sin dai primi giorni di vita del figlio, mentre si pone in sintonia con lui. Il piccolo, allora, risponde con il movimento degli occhi o con i gorgheggi, dando vita ad una sequenza ricca di enormi sviluppi, come l’emergere della intersoggettività primaria e di quella secondaria. � Aspetti, questi, spesso carenti o assenti nel bimbo con autismo e che devono poter essere da lui raggiunti attraverso la creazione di sempre nuove modalità di scambio (reciprocità) da parte dell’adulto che, inizialmente è rappresentato dal terapeuta ma poi, anche, dal genitore.

COME VIENE APPLICATO � Il trattamento vero e proprio implica la messa in atto,

COME VIENE APPLICATO � Il trattamento vero e proprio implica la messa in atto, da parte del terapeuta, di un processo interattivo molto intenso col bambino, cui devono assistere e partecipare i genitori stessi, basato sulla ATTIVAZIONE EMOTIVA. �Questa modalità consiste nel "creare un aumento quantitativo di stimoli specifici, creando in tal modo una INSTABILITA’ DEL SISTEMA NERVOSO e poi esponendolo a una situazione per lui nuova e quindi RIDIREZIONANDOLO" (Zappella). �Analogamente deve essere attuato un intervento pedagogico strutturato a scuola integrando le migliori metodologie possibili, in riferimento alle specifiche esigenze e alle particolari caratteristiche del soggetto.

CHI LO PRATICA – IN QUALI CONTESTI � Il terapeuta è colui che svolge

CHI LO PRATICA – IN QUALI CONTESTI � Il terapeuta è colui che svolge una funzione centrale perché considera sia i modi di risposta del bimbo autistico, che può trovarsi in una situazione di conflitto motivazionale, sia le caratteristiche delle relazioni intrafamiliari, onde favorire adeguati processi collaborativi della famiglia. �I genitori divengono dei co-terapeuti, in quanto conducono a casa interventi di circa un’ora al giorno. Essi divengono una guida attiva per il bambino, dato che la sua mente ha bisogno di una mente più grande per funzionare, che ne condivida i significati e le dia un senso, utilizzando prima di tutto stimolazioni del tipo "baby talk" (sintonia emotiva), fino a vere e proprie "activities for fun" (divertirsi insieme) per poi determinare le prime esplorazioni della realtà da parte del bimbo.

Obiettivi da raggiungere: la intersoggettività primaria - la intersoggettività secondaria - la spinta all’autonomia

Obiettivi da raggiungere: la intersoggettività primaria - la intersoggettività secondaria - la spinta all’autonomia motoria - l’attenzione alle intenzioni degli altri (teoria della mente) - il gioco simbolico - la narrazione

Chi lo ha elaborato Michele Zappella ha presentato l’AERC, dopo un lungo periodo di

Chi lo ha elaborato Michele Zappella ha presentato l’AERC, dopo un lungo periodo di esperienze e di studi, nel 1996 col testo " AUTISMO INFANTILE. Studi sull’affettività e le emozioni", edito allora da La Nuova Italia - ROMA ed attualmente da Carrocci. Si tratta di un ampio settore di ricerca, iniziato nel 1989 e svolto soprattutto nell’ambito del Reparto di Neuropsichiatria Infantile dell’Ospedale di Siena A chi è stato rivolto Ai bambini con autismo o che comunque rientrano nello spettro autistico e, naturalmente, ai loro genitori.

PER QUALI FASCE DI ETA’ � L’AERC raggiunge la massima efficacia terapeutica nel periodo

PER QUALI FASCE DI ETA’ � L’AERC raggiunge la massima efficacia terapeutica nel periodo di vita che arriva fino ai 7 anni. Tuttavia i processi operativi che permettono all’AERC di integrarsi facilmente con altre metodologie particolarmente attivanti l’autonomia del soggetto, quali IL TEACCH, la COMUNICAZIONE AUMENTATIVA ALTERNATIVA, stanno permettendo il realizzarsi di ottimi risultati anche con ragazzini più grandi e gli adolescenti. � Valutazione degli effetti in diversi contesti La valutazione degli effetti è specificamente documentata nel testo di Zappella riguardo ad una ricerca riguardante 50 casi (38 maschi e 12 femmine) ed emergono chiaramente i miglioramenti nella sintonia emotiva, nella dimensione collaborativa, in quella simbolica e della reciprocità. Per ben 7 casi si può parlare di guarigione. Più recentemente una ricerca dell’ Università di Genova ha evidenziato i miglioramenti nel linguaggio spontaneo di 6 bambini trattati con l’AERC.

ABA = Applied Behavior Analysis – Analisi Applicata del Comportamento

ABA = Applied Behavior Analysis – Analisi Applicata del Comportamento

ABA è un metodo educativo, altamente individualizzato, che cerca di: • interpretare il comportamento

ABA è un metodo educativo, altamente individualizzato, che cerca di: • interpretare il comportamento del soggetto • modificare tale comportamento, • sfruttando la formazione di riflessi condizionati �inserendo stimoli artificiali là dove il soggetto non risponde a stimoli naturali � - stimolare l’acquisizione di competenze utili

� I sostenitori di ABA affermano che il trattamento è efficace quando è: precoce

� I sostenitori di ABA affermano che il trattamento è efficace quando è: precoce (inizia prima dei 5 anni di età) � - intensivo (non meno di 20 ore settimanali) � - continuativo (non meno di 2 anni)

TEACCH = Treatment and Education of Autistic and related Communication

TEACCH = Treatment and Education of Autistic and related Communication

� TEACCH E’ UNA ORGANIZZAZIONE DI SERVIZI è un modello di organizzazione di servizi,

� TEACCH E’ UNA ORGANIZZAZIONE DI SERVIZI è un modello di organizzazione di servizi, che comprende: � - Presa in carico dal momento della diagnosi e per l’arco di tutta la vita � - Diagnosi e valutazione � - Insegnamento attentamente strutturato per gli allievi � - Programmi educativi individualizzati per gli allievi con utilizzo di tecniche comportamentali � - Counseling � - Gruppi e supporto per i genitori per abilità sociali � - Consulenze � - Unitarietà e formazione insegnanti tra ricerca, trattamento e formazione

DALLE INDICAZIONI NAZIONALI 2012 IMMAGINI, SUONI, COLORI Traguardi per lo sviluppo delle competenze al

DALLE INDICAZIONI NAZIONALI 2012 IMMAGINI, SUONI, COLORI Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola dell’infanzia Il bambino comunica, esprime emozioni, racconta, utilizzando le varie possibilità che il linguaggio del corpo consente. Inventa storie e sa esprimerle attraverso la drammatizzazione, il disegno, la pittura e altre attività manipolative; utilizza materiali e strumenti, tecniche espressive e creative; esplora le potenzialità offerte dalle tecnologie. Segue con curiosità e piacere spettacoli di vario tipo (teatrali, musicali, visivi, di animazione …); sviluppa interesse per l’ascolto della musica e per la fruizione di opere d’arte. Scopre il paesaggio sonoro attraverso attività di percezione e produzione musicale utilizzando voce, corpo e oggetti. Sperimenta e combina elementi musicali di base, producendo semplici sequenze sonoro-musicali. Esplora i primi alfabeti musicali, utilizzando anche i simboli di una notazione informale per codificare i suoni percepiti e riprodurli. Angela Fiorillo

Esempio di relazione tra dimensioni della qualità della vita e aree ICF Il bambino

Esempio di relazione tra dimensioni della qualità della vita e aree ICF Il bambino utilizza materiali e strumenti, tecniche espressive e creative. Sviluppo personale COMUNICAZIONE Acquisizione di maggiore INTERAZIONI E autonomia RELAZIONI INTERPERSONALI Relazioni interpersonali Inclusione sociale Miglioramento Maggiore nella partecipazione espressività e alle attività empatia

LABORATORIO

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