Corso di specializzazione per le attivit di sostegno
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Corso di specializzazione per le attività di sostegno 2016/2017 Lecce - 31 luglio 2017 Pedagogia della relazione d’aiuto II Marcello Tempesta Università del Salento - Lecce
«LA DIFFICILE STORIA DEGLI HANDICAPPATI» C’è stato tutto un cammino storico verso l’integrazione del quale occorre prendere coscienza Dal rifiuto alla segregazione, dall’approccio filantropico alla considerazione scientifica dell’handicap, fino alla identificazione dello statuto positivo della persona con “bisogni educativi speciali” La speranza di promozione di dignità e capacità passa attraverso l’accettazione piena e la conoscenza realistica (né falsa negatività né falsa positività): esse sono figlie di una percorso e sono sempre in pericolo
UOMINI O NO? Il mondo antico: il culto della forza e della perfezione. Il monte Taigeto e la rupe Tarpeia Le credenze religiose sulla presenza del deficit come frutto del peccato La novità del messaggio cristiano e la fondamentale uguaglianza degli uomini Le durezze della storia: esclusione e vergogna sociale. Le durezze del linguaggio: cretini, idioti, deficienti, minorati
MITI FONDATIVI Marc Itard (e M. me Guerin): la scommessa della educabilità di Victor, il ragazzo selvaggio dell’Aveyron. Edouard Séguin, medico educatore o pedagogista clinico. Educazione sensoriale, gradualità dello sviluppo, contesto organizzato Maria Montessori e la pedagogia scientifica: «Io a differenze dei miei colleghi medici ebbi l’intuizione che la questione dei deficienti fosse prevalentemente pedagogica, anziché prevalentemente medica»
ISTITUZIONI SPECIALI E CLASSI DIFFERENZIALI L’interesse per gli «invalidi» psichici e fisici in epoca positivista e la diffusione delle istituzioni speciali all’inizio del XX secolo: separazione e medicalizzazione La Riforma Gentile: l’obbligo scolastico per ciechi e sordi da assolversi in scuole e istituti speciali; la creazione delle classi differenziali
LA SCUOLA, LUOGO PRIVILEGIATO DELL’INTEGRAZIONE Principi costituzionali e resistenze della scuola reale La legge 118/1971 e la legge 517/1977: la scelta della deistituzionalizzazione e della coeducazione (pur con alcuni limiti), l’insegnante specializzato La sentenza 215/1987 (Corte Costituzionale) e la garanzia dell’istruzione oltre la scuola dell’obbligo La legge quadro 104/1992: l’individualizzazione, l’impegno corale dei soggetti istituzionali e i relativi strumenti (certificazione, diagnosi funzionale, profilo dinamico funzionale, piano educativo individualizzato),
TRE AZIONI DIVERSE Inserimento: atto iniziale che non dice della qualità delle relazioni. Anche un contesto normale può essere luogo di isolamento (inserimento selvaggio) Integrazione: atto caratterizzato dal riconoscimento dello statuto positivo della diversità, dalla progettualità educativa e dall’azione sistemica in funzione della proattività educativa, per evitare la stagnazione, favorire lo sviluppo delle capacità residuali e l’interazione Inclusione: atto indirizzato in direzione della prospettiva futura e della sfida del Progetto di vita (Mario Tortello: «Pensami adulto» )
IL BISOGNO EDUCATIVO SPECIALE L’integrazione non comporta la fine delle attenzioni speciali. Esse non vanno attuate in una prospettiva di separazione o esclusione, ma di coevoluzione Occorre essere attenti a non cadere nella pura “difettologia”, cioè in una impostazione che fa rientrare totalmente un soggetto in una categoria senza considerare i suoi bisogni specifici Occorre una relazione di aiuto che permetta al soggetto di scoprire la propria originalità
UN QUADRO NOSOGRAFICO ARTICOLATO Deficit sensoriali: disturbi uditivi, disturbi visivi Deficit cerebrali: prenatali, perinatali, postnatali, epilessia idiopatica Distrofie muscolari Deficit del settore psichico: disturbi specifici dello sviluppo, disturbi intellettivi, disturbi del linguaggio, disturbi scolastici, disturbi relazionali Alterazioni della dinamica personale, del rapporto, culturali, macrosociali
MENOMAZIONE Secondo la definizione OMS del 1980, è qualunque perdita o anomalia a carico di strutture o funzioni psicologiche, fisiologiche o anatomiche È caratterizzata da perdite o anormalità che possono essere transitorie o permanenti, e comprende anomalie, difetti o perdite a carico di arti, organi, tessuti o altre strutture del corpo, incluso il sistema delle funzioni mentali
DISABILITÀ Secondo la definizione OMS, è qualunque restrizione o carenza (conseguente ad una menomazione) della capacità di svolgere un’attività nel modo o nei limiti ritenuti normali per un essere umano Possono essere transitorie o permanenti, reversibili o irreversibili, progressive o regressive. Possono insorgere come conseguenza diretta di una menomazione o come reazione del soggetto, specie dal punto di vista psichico, ad una menomazione fisica, sensoriale o di altra natura. E’ l’oggettivazione della menomazione
HANDICAP Secondo la definizione OMS, è qualunque condizione di svantaggio vissuta da una persona in conseguenza di una menomazione o di una disabilità che limita o impedisce la possibilità di ricoprire il ruolo normalmente proprio a quella persona L’handicap rappresenta la socializzazione di una menomazione o di una disabilità. Occorre conoscere e accettare la menomazione (spesso irreversibile), ma lavorare per ridurre l’handicap
IL MODELLO ICF DEL 2002 E LA NUOVA IDEA DI SALUTE Rispetto al modello del 1980, la versione dell’ICF (International Classification of Functioning Disability and Health) del 2002 introduce un quadro esplicativo della disabilità non di tipo lineare ma interattivo Le componenti della salute sono strettamente correlate e descritte dal punto di vista corporeo in due elenchi (funzioni e strutture corporee; attività e partecipazione) Queste dimensioni sono a loro volta rapportate a due ordini di fattori: il contesto ambientale e la situazione personale
SCHEMA Condizioni di salute (disturbo/malattia) Funzioni e strutture corporee (Menomazione) Fattori ambientali Attività (Limitazione) Partecipazione (Restrizione) Fattori personali
DALLA SCUOLA ALLA VITA ADULTA: UN PERCORSO EDUCATIVO Occorre dilatare gli ecosistemi di vita e di relazione, costruire continuità educativa nei vari ecosistemi, espandere gli interventi in un progetto di vita, migliorare la qualità dei contesti (Dario Ianes) Occorre prendere in considerazione due variabili fondamentali, inclusione ed esclusione, in relazione ai domini fondamentali per la qualità della vita (benessere fisico, benessere materiale, benessere emotivo, sviluppo personale, relazioni interpersonali, autodeterminazione, inclusione sociale, diritti)
L’EDUCAZIONE SPECIALE È ANZITUTTO EDUCAZIONE Non solo riabilitazione o sviluppo di singole potenzialità residuali, ma anzitutto educazione Processo che accompagna la crescita complessiva della persona Introducendo alla scoperta della realtà, di sé stessi e degli altri Attraverso la comunicazione di ipotesi culturali operata dalla generazione adulta
RELAZIONE, TOTALITÀ, SIGNIFICATO Nel campo dell’handicap si conferma e si enfatizza una verità fondamentale dell’educazione: essa non è mai solo tentativo di risposta a bisogni parziali, sostegno alla performance, indicazione di regole e pratiche È Relazione profonda e significativa, implicazione con l’altro, sostegno e cura, incontro di libertà che produce libertà È scoperta della Totalità della propria identità personale e della totalità della realtà Ma l’io e la realtà non sono affermati se non è affermata l’esistenza del loro Significato
PROBLEMATICHE DELLA DISABILITÀ E CONTESTI EDUCATIVI: LA FAMIGLIA I Il ciclo di vita della famiglia con handicap: l’andamento parabolico dalla bassa consapevolezza alla nascita, alla stimolazione in età scolare, all’affievolimento nell’adolescenza, alla preoccupazione per il «dopo di noi» Tra il rifiuto del «non figlio» e l’iperprotezione del «figlio per sempre» , la cura responsabile La famiglia come «base sicura» (J. Bowlby) La prima comunicazione, la conoscenza e il riconoscimento del figlio, i processi di simbolizzazione, i conflitti e i confronti, le relazioni con il contesto familiare allargato e sociale, le nuove alleanze e le storie di gratuità
PROBLEMATICHE DELLA DISABILITÀ E CONTESTI EDUCATIVI: LA FAMIGLIA II La resilienza familiare secondo le teorie dello stress familiare e del suo superamento Processo di negoziazione dinamico ed evolutivo, nel quale la possibilità di adattarsi produttivamente alla nuova situazione dipende da un mix di fattori Significato che la famiglia attribuisce all’evento, capacità di riconoscere e organizzare le risorse proprie e del contesto, relazioni con l’ambiente Dall’approccio individuale a quello dell’unità sistemica familiare con le sue sottorelazioni (relazione genitoriale, relazione fraterna, relazione parentale)
PROBLEMATICHE DELLA DISABILITÀ E CONTESTI EDUCATIVI: LA FAMIGLIA III Fondamentale il supporto della rete primaria ma ancor più di quella secondaria, formale e non Il protagonismo delle famiglie con handicap, il rapporto con l’operatore, l’approccio sussidiario non assistenziale L’associazionismo familiare e la «Pedagogia dei genitori» : parent training e respite care Nuove emergenze e sfide educative per gli operatori: i minori abbandonati (istituti, affido, adozione), i diversabili di provenienza multietnica ( «due volte diversi» )
PROBLEMATICHE DELLA DISABILITÀ E CONTESTI EDUCATIVI: LA RELAZIONE DI AIUTO E DI CURAI Cosa significa aiutare il diversabile? Prestazione professionale o interazione prevalentemente affettiva? Che tipo di preparazione esperta? Coniugare competenza tecnica e competenza educativa La relazione assistenziale e compensatoria: curare un malato, portatore di una identità costantemente in «riparazione» La relazione promozionale e proattiva: accompagnare attraverso un atto intenzionale lo sviluppo di un protagonista
PROBLEMATICHE DELLA DISABILITÀ E CONTESTI EDUCATIVI: LA RELAZIONE DI AIUTO E DI CURAII Da accompagnare, il com-pagno è colui con cui ci si divide il pane. In letteratura quelle di teachers, nurses e social workers sono definite semiprofessions (A. Etzioni, F. Folgheraiter) Avere chiari il punto di contatto e quello di distinzione tra relazione e cura, sfera personale e sfera professionale Pluralità e sistemicità delle relazioni di aiuto: professionisti, familiari, volontariato, amici
PROBLEMATICHE DELLA DISABILITÀ E CONTESTI EDUCATIVI: LA RELAZIONE DI AIUTO E DI CURAIII Chi aiuta non può approfittare del bisogno dell’altro in virtù della sua fragilità, violando la sua intimità Chi viene aiutato può (deve) misurarsi anche con il ruolo di aiutante (evitare la dipendenza) Un aiuto offerto non può diventare esclusivo: la relazione di aiuto è plurale Chi aiuta deve provare a intraveder nell’altro una identità in cambiamento (no stereotipie e immobilità) Chi aiuta tende a dinamiche di complementarietà e progressiva riduzione dell’asimmetria
PROBLEMATICHE DELLA DISABILITÀ E CONTESTI EDUCATIVI: LA RELAZIONE DI AIUTO E DI CURAIV Le tecnologie assistitive (TA): un dominio amplissimo di ausili ad alto e basso contenuto tecnologico, con un posto rilevante per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) La casa domotica, le rehabilitation technologies e le educational technologies La crescente pervasività delle tecnologie nella vita quotidiana delle persone disabili apre questioni sociali, etiche, pedagogiche, psicologiche
PROBLEMATICHE DELLA DISABILITÀ E CONTESTI EDUCATIVI: LA SCUOLA I Traguardi medio-bassi di istruzione degli studenti con disabilità (pochi titoli superiori) Difficoltà di integrazione per i soggetti in condizione di disabilità complessa Mancata definizione di standard (di processo, di esito e strutturali) di qualità nell’integrazione nelle comunità scolastiche Migliorabile definizione e articolazione delle competenze tra le professionalità educative, sociali e sanitarie operanti per l’integrazione
PROBLEMATICHE DELLA DISABILITÀ E CONTESTI EDUCATIVI: LA SCUOLA II Logica funzionalista e logica antropocentrica: principio della school effectiveness e/o principio della personalizzazione? Lenta affermazione del modello di comunità educante dei principi dell’autonomia, che si collegano con l’esperienza dell’integrazione Flessibilità, responsabilità, individualizzazione e personalizzazione, successo scolastico, autonomia didattico-organizzativa, ricerca e sviluppo, sperimentazione, libertà progettuale e metodologica
PROBLEMATICHE DELLA DISABILITÀ E CONTESTI EDUCATIVI: LA SCUOLA III Una scuola accogliente, che rispetta e valorizza la diversità legata alla disabilità, sollecita l’attivazione di un’intensa rete di rapporti con le altre istituzioni scolastiche nei momenti di passaggio Con le famiglie, le associazioni di famiglie, gli enti locali, le aziende Con gli specialisti degli interventi terapeutici e riabilitativi Con l’apparato amministrativo periferico (per la richiesta di risorse)
PROBLEMATICHE DELLA DISABILITÀ E CONTESTI EDUCATIVI: LA SCUOLA IV La scuola è il luogo deputato all’educazione attraverso l’istruzione. I traguardi generali del processo formativo dei soggetti disabili riguardano la comunicazione, l’apprendimento, la relazione, la socializzazione, l’autonomia Queste finalità di grande respiro vanno declinate in modo specifico compatibilmente con l’età e la condizione: individuazione di obiettivi plausibili, orientamento rispetto alle attività, alle risorse professionali e materiali e ai metodi più adeguati Valutazione dei traguardi raggiunti e della qualità dei processi attivati, in vista di una revisione
PROBLEMATICHE DELLA DISABILITÀ E CONTESTI EDUCATIVI: LA SCUOLA V Gestione collegiale del progetto educativo per gli studenti disabili, nel rispetto dei loro bisogni plurali (educativi, sanitari e sociali) con il concorso di professionisti dei vari ambiti Gruppo tecnico che sovrintende al Piano Educativo Individualizzato (PEI) e Gruppo di lavoro (Gruppo H) che sovrintende all’integrazione La esigenza di documentazione che accompagni l’integrazione scolastica (diagnosi funzionale, profilo dinamico funzionale, Pei) La esigenza di coordinamento dei servizi tra scuola ed extrascuola
PROBLEMATICHE DELLA DISABILITÀ E CONTESTI EDUCATIVI: LA VITA SOCIALE, IL LAVORO, IL TEMPO LIBERO I Dalla nascita all’età anziana, dal progetto scolastico al progetto di vita aperto ed evolutivo: il concetto di Vita Indipendente (non discriminazione, autonomia, autodeterminazione, empowerment, rete sociale) Un coro di professionalità: il medico, il personale paramedico, l’addetto alla riabilitazione, l’insegnante specializzato, l’educatore professionale, l’assistente educativo, l’assistente sociale, l’educatore professionale, l’interprete della lingua dei segni o del linguaggio Braille
PROBLEMATICHE DELLA DISABILITÀ E CONTESTI EDUCATIVI: LA VITA SOCIALE, IL LAVORO, IL TEMPO LIBERO II Il viaggio dalla nascita all’adultità e le abilità di vita per l’integrazione: cura di sé, abilità domestiche e cura del luogo di vita, abilità nella mobilità, abilità sociali e interpersonali, abilità di gestione del tempo libero, abilita scolastiche funzionali, abilità pre-lavorative e lavorative Affettività e sessualità Il lavoro: oltre il sostentamento, per l’espressione del Sé Il tempo libero: tempo vuoto o tempo ricco? Il bisogno delle persone disabili di raccontarsi: J. D. Bauby, Lo scafandro e la farfalla. Possiamo decidere noi cos’è per il disabile la qualità della vita?
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