COMUNICAZIONE DISFUNZIONALE E PATOLOGICA IL DOPPIO LEGAME La

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COMUNICAZIONE DISFUNZIONALE E PATOLOGICA

COMUNICAZIONE DISFUNZIONALE E PATOLOGICA

IL DOPPIO LEGAME La teoria del doppio legame fu coniata e sviluppata dall’antropologo Gregory

IL DOPPIO LEGAME La teoria del doppio legame fu coniata e sviluppata dall’antropologo Gregory Bateson e dal suo gruppo di ricerca a Palo Alto, in California (1956). Rientra nella prospettiva sistemica e si riferisce a quelle situazioni comunicative in cui si ricevono messaggi contraddittori. Questa teoria è stata formulata per spiegare l’origine psicologica della schizofrenia, escludendo le disfunzioni cerebrali e le ipotesi organiche. La schizofrenia rimane infatti una delle malattie mentali più sconcertanti.

IL DOPPIO LEGAME Secondo Bateson, un doppio legame è un DILEMMA COMUNICATIVO a causa

IL DOPPIO LEGAME Secondo Bateson, un doppio legame è un DILEMMA COMUNICATIVO a causa della contraddizione tra due o più messaggi. In questo modo, alla fine, non importa cosa viene fatto perché ogni scelta è un errore. Una situazione comunicativa che causa sofferenza e può portare a un disturbo psicologico. La famosa affermazione “essere spontanei”: un doppio messaggio di realizzazione impossibile: se la persona non è spontanea, non rispetta il mandato, ma se lo fa, in qualche modo non lo soddisfa, perché non è spontaneo in quanto tale, poiché l’obbedienza non implica spontaneità.

IL DOPPIO LEGAME: GLI EFFETTI L’effetto del doppio legame suggerisce che ci sarà un

IL DOPPIO LEGAME: GLI EFFETTI L’effetto del doppio legame suggerisce che ci sarà un collasso nella capacità dell’individuo di discriminare tra tipi logici o modalità comunicative ogni volta che si presenta una situazione di doppio legame.

IL DOPPIO LEGAME: GLI EFFETTI Il paradosso ha caratteristiche generali: ü L’individuo è coinvolto

IL DOPPIO LEGAME: GLI EFFETTI Il paradosso ha caratteristiche generali: ü L’individuo è coinvolto in una relazione intensa. Sente che nella relazione è molto importante discriminare correttamente il messaggio che gli viene comunicato. ü L’individuo è intrappolato in una situazione in cui le altre persone che intervengono esprimono due ordini di messaggi che si negano a vicenda. ü La persona non è in grado di commentare i messaggi espressi per correggere la discriminazione dell’ordine dei messaggi a cui deve rispondere. In altre parole, non può formulare un’enunciazione metacomunicativa.

ESEMPI DI DOPPIO LEGAME ESEMPIO chiarificatore: Una madre comunica a parole il proprio amore

ESEMPI DI DOPPIO LEGAME ESEMPIO chiarificatore: Una madre comunica a parole il proprio amore per il figlio mentre a livello analogico (non-verbale) trasmette alcuni segnali di rifiuto, ansia, paura. A quel punto il bambino potrebbe riconoscere il messaggio di rifiuto, ma tale interpretazione lo porterebbe a pensare qualcosa di profondamente doloroso: "mia madre è cattiva", "mia madre non mi vuole bene". Poiché il bambino dipende per la propria sopravvivenza dal sostegno fisico e psichico dei propri genitori non può far altro che accettare ciò che la madre asserisce e ritenere di essere lui il "cattivo" per avvertito questa incongruenza e per aver dubitato dell'amore della propria madre.

Ma anche se avesse preso per buone le manifestazioni d’affetto della madre, il figlio

Ma anche se avesse preso per buone le manifestazioni d’affetto della madre, il figlio avrebbe comunque "perso", poiché ella si sarebbe tirata indietro. E se in seguito il figlio si fosse ritratto a sua volta — per rispettare la risposta della madre — avrebbe ricevuto una punizione del tipo "Ma come, non mi vuoi più bene? ". Se invece avesse cercato di commentare la situazione sarebbe stato squalificato con risposte del tipo "non è assolutamente vero. . . " oppure "come puoi pensare così brutte sulla tua mamma".

ESEMPI DI DOPPIO LEGAME "Un giovane che si era rimesso abbastanza bene da un

ESEMPI DI DOPPIO LEGAME "Un giovane che si era rimesso abbastanza bene da un episodio acuto di schizofrenia ricevette in ospedale la visita della madre. Era contento di vederla e istintivamente le passò il braccio intorno alle spalle, al che la madre si irrigidì. Egli ritirò il braccio e la madre allora gli chiese: "Non mi vuoi più bene? ". Il ragazzo arrossì, ed ella disse: "Caro, non devi imbarazzarti così facilmente e aver paura dei tuoi sentimenti. " Il paziente riuscì a stare con lei solo pochi minuti ancora e, dopo che se ne fu andata aggredì un infermiere e fu quindi sottoposto a una doccia fredda. " (Gregory Bateson, Don D. Jackson, Jay Haley, John Weakland, Verso una teoria della schizofrenia, 1967, in Carlos E. Sluzki, Donald C. Ransom, Il doppio legame, Astrolabio, Roma 1979, p. 34)

ESEMPI DI DOPPIO LEGAME Supponiamo che una donna chieda al marito “Questa minestra l’ho

ESEMPI DI DOPPIO LEGAME Supponiamo che una donna chieda al marito “Questa minestra l’ho fatta in maniera nuova. Ti piace? ” . Se gli piace può rispondere senz’altro “Sì”, e lei ne sarà contenta. Se invece non gli piace e non teme di deludere la moglie, può dire “No”. Problematica è però la situazione, statisticamente più frequente, in cui la minestra è disgustosa, ma egli non vuole offendere la moglie. A livello oggettivo (quello che si riferisce cioè all’oggetto minestra) il marito dovrebbe dire “No”; a livello relazionale dovrebbe dire “Sì”, per non ferirla. Cosa dirà dunque? » .

LA FAMIGLIA COME SISTEMA

LA FAMIGLIA COME SISTEMA

Con il termine SISTEMA si intende un complesso di elementi connessi l’un l’altro da

Con il termine SISTEMA si intende un complesso di elementi connessi l’un l’altro da reciproche relazioni. Questi elementi, pur mantenendo ognuno una propria individualità, nel loro insieme danno vita a un tutt’uno con proprietà nuove e diverse. La famiglia è paragonabile a un sistema le cui parti sono i diversi suoi membri che tramite le loro azioni contribuiscono a determinarne il suo sviluppo come entità dotata di caratteristiche e norme proprie.

L’azione di ogni componente esercita un’influenza sugli altri e sull’intero sistema famigliare, che modifica

L’azione di ogni componente esercita un’influenza sugli altri e sull’intero sistema famigliare, che modifica i suoi equilibri e ne esce trasformato, ma questo cambiamento, a sua volta, ha un effetto trasformativo anche su ogni singolo individuo. Ecco perché nella terapia sistemico-relazionale il disagio della persona viene analizzato alla luce della rete delle sue relazioni familiari e l’individuo stesso è considerato come parte di un tutto.

Analizzando l’individuo alla luce di questa prospettiva, il disagio che egli porta in terapia

Analizzando l’individuo alla luce di questa prospettiva, il disagio che egli porta in terapia o manifesta nella sua vita personale assume un significato “relazionale” oltre che “soggettivo”, nel senso che il conflitto psichico che il disturbo esprime è inscritto all’interno di un contesto sociale che contribuisce al suo manifestarsi. Nella terapia sistemico-relazionale la persona portatrice del sintomo viene definita “paziente designato”: è il membro della famiglia che comunica attraverso di se una disfunzione che riguarda l’intero sistema, ma che date le caratteristiche e le dinamiche proprie di quell’individuo, trova in lui il canale privilegiato di espressione.

La disfunzione del sistema famiglia spesso origina da un insufficiente capacità della famiglia stessa

La disfunzione del sistema famiglia spesso origina da un insufficiente capacità della famiglia stessa di raccogliere le proprie risorse per riorganizzare le sue regole di base di fronte a un cambiamento (dovuto a qualche evento esterno o interno). La tendenza di ogni sistema è quella di mantenere una propria stabilità: dinanzi a situazioni che turbano gli equilibri che la famiglia ha costruito nel tempo, essa può reagire irrigidendosi sui propri meccanismi di funzionamento (e, quindi, opponendosi al cambiamento), oppure adattandosi alle nuove condizioni poste in essere dalla situazione.

LA STRUTTURA FAMILIARE

LA STRUTTURA FAMILIARE

Dall’esame delle transazioni tra i membri di un sistema familiare, è possibile ottenere informazioni

Dall’esame delle transazioni tra i membri di un sistema familiare, è possibile ottenere informazioni su quelle che possono essere considerate le tre dimensioni strutturali fondamentali: la gerarchia, i confini e gli schieramenti. Sistemi rigidi e chiusi non sono in grado di evolvere e, in genere, determinano una sofferenza nei propri membri proprio perché si oppongono al naturale mutare delle cose.

I RAPPORTI GERARCHICI I rapporti gerarchici vigenti all’interno di un sistema familiare rappresentano una

I RAPPORTI GERARCHICI I rapporti gerarchici vigenti all’interno di un sistema familiare rappresentano una dimensione strutturale fondamentale, la cui attenta osservazione è di capitale importanza. L’esistenza di una gerarchia generazionale sufficientemente solida è ritenuta fondamentale per il buon funzionamento familiare (Minuchin 1974). La gerarchia attiene non tanto all’esercizio del potere all’interno della famiglia, bensì alla attuazione della propria competenza genitoriale (ruolo centrale).

I CONFINI I confini sono le regole che presiedono al passaggio delle informazioni e

I CONFINI I confini sono le regole che presiedono al passaggio delle informazioni e la loro funzione è la PROTEZIONE della differenzazione del sistema nei vari sottosistemi che lo compongono. Dei confini funzionali prevede che passino informazioni sia da un punto di vista qualitativo che qualitativo, con prevalenza di messaggi di contenuto su quelli di relazione.

I CONFINI Ogni sottosistema deve disporre delle informazioni che sono di pertinenza e tali

I CONFINI Ogni sottosistema deve disporre delle informazioni che sono di pertinenza e tali informazioni debbono rimanere circoscritte ad esso, in modo tale che i suoi membri possano esercitare le loro funzioni in modo adeguato e senza interferenze. Nei sistemi funzionali è presente una certa quota di flessibilità dei confini. Un adeguato funzionamento è necessario che i confini della famiglia siano sufficientemente permeabili, in modo da permettere il contatto tra i membri dei diversi sottosistemi che la compongono (Minuchin 1974).

La stima dei confini rappresenta uno dei parametri più importanti e utili. I confini

La stima dei confini rappresenta uno dei parametri più importanti e utili. I confini dovrebbero essere valutati non solo sul piano quantitativo ma anche su quello qualitativo: l’informazione che passa deve, infatti, essere pertinente, cioè adeguata alla relazione esistente tra i comunicanti e alla fase del ciclo vitale in cui essi si trovano. ESEMPIO: Parlare di problemi coniugali o finanziari ad un adulto o ad un bambino (info pertinente solo nel primo caso).

TIPI DI CONFINI Confini distinti qualora passino info che siano adeguate per quantità e

TIPI DI CONFINI Confini distinti qualora passino info che siano adeguate per quantità e pertinenza rispetto alla relazione e alla fase del ciclo vitale; Confini diffusi se si ha il passaggio di una quantità eccessiva di informazioni, qualitativamente non pertinenti; Confini rigidi nel caso in cui una persona riceva una quantità insufficiente di informazioni e/o venga privata di informazioni che gli competerebbero. Quelli diffusi e rigidi risultano disfunzionali.

In quelli diffusi la differenzazione del sistema familiare viene ad essere ridotta, il comportamento

In quelli diffusi la differenzazione del sistema familiare viene ad essere ridotta, il comportamento di un membro esercita un’influenza immediata su quello degli altri, ed ogni tensione subita dal singolo si riflette rapidamente sugli altri membri (il sistema reagisce con eccessiva rapidità ed intensità). In quelli rigidi la comunicazione tra i sottosistemi è difficoltosa, e tutto ciò rende scarsamente attivi i sistemi di sostegno e difesa della famiglia. Classicamente si fa riferimento a queste due situazioni con i termini di INVISCHIAMENTO e di DISIMPEGNO.

FAMIGLIA DISIMPEGNATA Al momento della richiesta di aiuto, la coesione tra i membri di

FAMIGLIA DISIMPEGNATA Al momento della richiesta di aiuto, la coesione tra i membri di queste famiglie è tipicamente molto scarsa, spesso i figli hanno patito spiccate carenze di cure genitoriali, bambini affidati ad istituti, con presenza di genitori molto presi dai loro problemi (classificazione Cancrini, fam. Tossicodipendenti).

FAMIGLIA INVISCHIATA Famiglie confini evanescenti, diffusi, confusione dei ruoli e nelle funzioni. Tendenza all’intrusività

FAMIGLIA INVISCHIATA Famiglie confini evanescenti, diffusi, confusione dei ruoli e nelle funzioni. Tendenza all’intrusività nei confronti dei pensieri, dei sentimenti, delle azioni, delle comunicazioni altrui. I membri manifestano un alto grado di sollecitudine, premura ed interesse reciproco; famiglie con spiccata resistenza ad ogni cambiamento, non tollerano conflitti espliciti al loro interno e che tendono a mostrarsi estremamente unite, armoniose, prive di problemi ad eccezione del sintomo del paziente (anoressia mentale). Confusione dei ruoli, estremo coinvolgimento con i genitori.

FAMIGLIA INVISCHIATA Viene proclamata l’autonomia, anche se speso si verifica il “capovolgimento della dipendenza”

FAMIGLIA INVISCHIATA Viene proclamata l’autonomia, anche se speso si verifica il “capovolgimento della dipendenza” (Levenkron 1985), quando il figlio pretende di prendersi cura dei genitori, occupandosi dei loro pasti e giungendo anche magari ad inviarli in terapia. I confini diffusi: di solito mostrano questi comportamenti: porte aperte, spazi no vengono rispettati (assistere ad es. agli atti sessuali o gesti di igiene intima).

Nel modello elaborato da Salvador Minuchin la famiglia può essere descritta da una struttura

Nel modello elaborato da Salvador Minuchin la famiglia può essere descritta da una struttura nella quale sono rintracciabili sottosistemi: quello coniugale; quello genitoriale; quello dei figli; quello dei fratelli; quello dei nonni; quello dei nipoti; e quello dei cugini demarcati da confini generazionali e gerarchici.

LE TRIADI Se nei rapporti umani si ritiene che l’unità minima di interazione sia

LE TRIADI Se nei rapporti umani si ritiene che l’unità minima di interazione sia rappresentata dalla diade, i rapporti familiari dimostrano che le cose stanno diversamente. L’unità interattiva minima della famiglia non può essere considerata la diade: anche in una coppia senza figlia, è praticamente impossibile che nella relazione non siano in qualche modo presenti i genitori dei due partner, se non fisicamente, quantomeno nel ricordo o nel mito. Anche se non ancora concepito, che sai o meno desiderato, lo stesso figlio finisce per condizionare in qualche modo il comportamento sessuale e affettivo della coppia.

La complessità delle interazioni all’interno di un sistema familiare e l’impegno emotivo presente di

La complessità delle interazioni all’interno di un sistema familiare e l’impegno emotivo presente di regola in una famiglia favoriscono la costituzione di configurazioni che sono come minimo formate da tre individui. Due definizioni: La triade, intesa in senso statico e strutturale. Il triangolo, inteso in senso più dinamico e descrittivo dei processi emozionali.

LE TRIADI (MINUCHIN) In base alle osservazioni di Minuchin in un sistema familiare è

LE TRIADI (MINUCHIN) In base alle osservazioni di Minuchin in un sistema familiare è possibile distinguere tre principali tipi di triade rigida: ü Coalizione ü Triangolazione ü Deviazione

LA COALIZIONE La coalizione e definibile come l’unione tra due individui a danno di

LA COALIZIONE La coalizione e definibile come l’unione tra due individui a danno di un terzo. Essa deve essere differenziata dalla “semplice” alleanza, ovvero dall’unione di due o piu individui finalizzata al raggiungimento di un determinato scopo, nel rispetto delle relazioni generazionali e dei confini interni ed esterni alla relazione stessa. Mentre in una alleanza i confini sono sempre distinti, in una coalizione sono tipicamente diffusi, con passaggio di informazioni non pertinenti.

LA TRIANGOLAZIONE La triangolazione puo essere definita come una coalizione instabile, e si verifica

LA TRIANGOLAZIONE La triangolazione puo essere definita come una coalizione instabile, e si verifica ad esempio allorquando un figlio viene alternativamente richiamato dai genitori e rimane invischiato tra loro, oscillando tra uno e l’altro e schierandosi alcune volte con un genitore, altre volte con l’altro. Si tratta di una situazione disfunzionale per il figlio, sia perche gli vengono date informazioni che non gli competono, sia perche si trova soggetto a continui rimproveri e rimorsi: ogni volta che il figlio si schiera per uno dei genitori, l’altro definisce questa sua presa di posizione come un attacco. La triangolazione se permangono possono divenire coaliazioni stabili.

DEVIAZIONE Nella deviazione, due persone in disaccordo tra loro indirizzano il loro conflitto su

DEVIAZIONE Nella deviazione, due persone in disaccordo tra loro indirizzano il loro conflitto su un terzo. Poiche il conflitto passa attraverso una terza persona, esso non e esplicito, e di conseguenza non e possibile negoziarlo e risolverlo. La deviazione puo assumere la forma di un attacco, qualora il comportamento del figlio sia considerato distruttivo, cattivo, e i genitori in disaccordo si uniscono per combatterlo e controllarlo. Oppure, puo assumere la forma di un appoggio, se il figlio viene definito bisognoso di aiuto o malato e i genitori in conflitto si associano per proteggerlo, come avviene tipicamente nelle famiglie con disturbi psicosomatici.

TRIANGOLO PERVERSO Jay Haley ha messo in evidenza come, in famiglie con un membro

TRIANGOLO PERVERSO Jay Haley ha messo in evidenza come, in famiglie con un membro sintomatico, e frequente il riscontro di una particolare struttura triadica, definita con il termine di triangolo perverso, o coalizione intergenerazionale. In questa triade sono coinvolte due persone della stessa generazione ed una di un’altra generazione: si verifica una coalizione tra due individui appartenenti a generazioni diverse a danno del terzo. L’esistenza di questa coalizione non viene mai resa esplicita, ma anzi e negata. In genere si tratta di una coalizione genitore-figlio a danno dell’altro genitore. In famiglie con una simile struttura, l’autorita del genitore bersaglio della coalizione viene ad essere condizionata dal sostegno che il figlio gli offre.

L’esistenza di coalizioni stabili può favorire l’insorgenza di conflitti di lealtà nei membri della

L’esistenza di coalizioni stabili può favorire l’insorgenza di conflitti di lealtà nei membri della coalizione stessa. Haley ha ipotizzato che un comportamento bizzarro o follo possa rappresentare, in alcuni casi, un estremo tentativo di non scegliere, di non prendere posizione, di non definire le relazioni all’interno di un sistema di triangoli. In una famiglia di medie dimensioni formata da genitori, due figli e da quattro nonni, ogni individui potrebbe venire contemporaneamente coinvolto in ben 21 triangoli.

ESERCITAZIONE Quali confini? Quale mito? Quale patto di coppia? Svincolo? Cultura familiare?

ESERCITAZIONE Quali confini? Quale mito? Quale patto di coppia? Svincolo? Cultura familiare?

ESERCITAZIONE: RIFLESSIONI (SU DI LUI) “… Si evince dai colloqui che l’ottica relazionale dalla

ESERCITAZIONE: RIFLESSIONI (SU DI LUI) “… Si evince dai colloqui che l’ottica relazionale dalla quale proviene il sig. D. è quella definibile nei termini di una famiglia tradizionalista, legata al contesto rurale da generazioni, all’interno della quale vi è la presenza di un ancoraggio alla tradizione, con scarsa dimestichezza ad esprimere verbalmente sentimenti ed emozioni, lasciando parlare i fatti e le azioni concrete. … Si intuiscono i confini diffusi tipici della famiglia invischiata, nella quale c’è un forte coinvolgimento tra i vari componenti della famiglia e dove c’è dunque una certa indifferenziazione nei vari sottosistemi… ”

ESERCITAZIONE: RIFLESSIONI (SU DI LUI) “… Il D. nonostante il mito familiare del casolare,

ESERCITAZIONE: RIFLESSIONI (SU DI LUI) “… Il D. nonostante il mito familiare del casolare, riesce comunque a realizzarsi professionalmente e soprattutto a praticare il lavoro e gli hobby (la musica), seppur molto del suo tempo libero e soprattutto i proventi della sua proficua attività professionale, vengano poi investiti nell’immobile di famiglia, il casolare, che ha la funzione di tenere salda ed unita la famiglia e di confermare i ruoli di ogni membro della famiglia”. … L’uomo si mostra spontaneo nelle verbalizzazioni, descrive l’incontro con la moglie e l’innamoramento, attraverso un racconto a cui partecipa anche emotivamente… ”.

ESERCITAZIONE: RIFLESSIONI (SU DI LEI) “… La cultura della signora è influenzata dal paese

ESERCITAZIONE: RIFLESSIONI (SU DI LEI) “… La cultura della signora è influenzata dal paese di origine e dalla storia famigliare della donna si intuiscono quei confini chiari ma rigidi, rintracciabili tipicamente nelle famiglie disimpegnate, nelle quali manca il senso di appartenenza e di interdipendenza, e dove spesso c’è la compromissione della comunicazione tra i sottosistemi. La signora palesa la sua difficoltà a comprendere ed accettare la cultura familiare del D. così tanto diversa dalla propria e a creare relazioni in Italia e con tutto il ramo paterno. In realtà anche le origini della donna sono contadine (nonni), tuttavia, si evince come poi i suoi genitori abbiano deciso non solo di trasferirsi in città ma anche di abbracciare carriere professionali di concetto… “.

ESERCITAZIONE: RIFLESSIONI (SU DI LEI) “… Il racconto dell’innamoramento e della costruzione della coppia

ESERCITAZIONE: RIFLESSIONI (SU DI LEI) “… Il racconto dell’innamoramento e della costruzione della coppia è privo di contenuti affettivi; si nota la assoluta assenza della famiglia d’origine nel periodo successivo al trasferimento in Italia. Riconosce altresì la fatica post gravidanza, la sua solitudine, le sue disattese aspettative di svincolo dell’uomo nei confronti della famiglia d’origine (trasferimento lontano dalla campagna, vendita del casolare)…”