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CHE COSA SONO I MOVIMENTI ERETICALI? Con il termine movimenti ereticali vengono storicamente definiti

CHE COSA SONO I MOVIMENTI ERETICALI? Con il termine movimenti ereticali vengono storicamente definiti alcuni movimenti che misero in discussione la dottrina e/o la teologia della Chiesa Cattolica, discostandosene, spesso per criticarne al contempo alcuni aspetti come ad esempio l'eccessiva ricchezza o il coinvolgimento nella politica attiva.

Le eresie antiche Sin dagli inizi l’incontro della nuova religione con le suggestioni del

Le eresie antiche Sin dagli inizi l’incontro della nuova religione con le suggestioni del pensiero greco non era stato privo di difficoltà. L’inserzione della dialettica e del neoplatonismo nell’esegesi del messaggio evangelico aveva suscitato divergenze di opinioni e contrasti determinati dall’intensa passione intellettuale con cui si cercavano di spiegare e poi di esprimere con linguaggio adeguato, i rapporti tra padre e Figlio nella loro natura e nella loro reciproca derivazione. Dispute queste che nel permanere di un vivo entusiasmo religioso, percepito come condizione prima per avvicinarsi a Dio, potevano facilmente trasmodare nell’intolleranza più acuta.

Le eresie: un problema politico L’atto con cui nel 325 COSTANTINO si vedeva costretto,

Le eresie: un problema politico L’atto con cui nel 325 COSTANTINO si vedeva costretto, sebbene con riluttanza, a convocare a Nicea e poi a presiedere il primo concilio ecumenico era il preannuncio di quella successiva e ambivalente collusione tra autocrazia e cristianesimo in virtù della quale l’episcopato investiva l’autocrazia del compito di preservare la vera fede… la dissidenza religiosa veniva da quel momento equiparata all’indisciplina civica.

Le eresie in Occidente dopo il 1000 Le eresie cristologiche e trinitarie perdurano a

Le eresie in Occidente dopo il 1000 Le eresie cristologiche e trinitarie perdurano a lungo (si pensi all’arianesimo in Occidente) L’ultima grande eresia di questo genere è la lotta iconoclasta (Leone III Isaurico) L’Occidente medievale, attorno all’anno mille, appare pacificato da un punto di vista dell’ortodossia Eppure sorgono nuovi fermenti religiosi che condurranno alla formazione di gruppi eterodossi.

QUALI SONO GLI ORDINI ERETICALI PIU’ DIFFUSI? - i CATARI della Germania, Francia e

QUALI SONO GLI ORDINI ERETICALI PIU’ DIFFUSI? - i CATARI della Germania, Francia e Italia - i VALDESI di Francia - i DOLCINIANI d’Italia - i LOLLARDI d’Inghilterra - gli HUSSITI della Boemia - GIOACCHINO da FIORE

L’eresia più forte è quella dei catari sviluppatasi nel tardo XII secolo nelle città

L’eresia più forte è quella dei catari sviluppatasi nel tardo XII secolo nelle città tedesche della Renania. Il nome di questi eretici deriva dal greco( καθαροί , «puri» ) e questo fatto suggerisce un’origine orientale della dottrina ma l’origine è del tutto sconosciuta. L’esistenza dei catari, detti anche albigesi (dal nome della loro roccaforte, Albi, uno dei luoghi storici dell'Occitània, in Francia), venne segnalata per la prima volta nel 1140 nelle città della Renania ma nei trent’anni successivi il catarismo si diffuse nelle Fiandre, nel Piemonte, in Lombardia e in Francia. Nel 1179 il papa convocò il Concilio laterano III, che condannò come eretiche le dottrine catare. Queste dottrine si configuravano come una religione del tutto nuova piuttosto che un’eresia all’interno del cristianesimo.

La dottrina dualistica degli albigesi I catari o albigesi propagarono nell'Alto Medioevo, e in

La dottrina dualistica degli albigesi I catari o albigesi propagarono nell'Alto Medioevo, e in particolare tra il 1150 e il 1250 un'eresia dualista. La teologia catara fu erroneamente assimilata al suo apparire a quella del Manicheismo e dei bogomili dei Balcani, coi quali avevano abbastanza punti in comune. I catari furono duramente combattuti da san Bernardo di Chiaravalle; le loro teorie vennero ritenute pericolose dal sistema religioso, e furono quindi duramente perseguitate. Contro di esse fu appositamente creato da Gregorio IX il Tribunale dell'Inquisizione.

Credendo nella deviazione dalla vera fede della Chiesa di Roma, i Catari crearono una

Credendo nella deviazione dalla vera fede della Chiesa di Roma, i Catari crearono una propria istituzione ecclesiastica, parallela a quella ufficiale presente sul territorio. Rifiutavano in toto i beni materiali e tutte le espressioni della carne. non credevano nella resurrezione e professavano un dualismo in base al quale il re d'amore (Dio) e il re del male (Rex mundi) rivaleggiassero a pari dignità per il dominio delle anime umane, secondo i catari Gesù sarebbe apparso sulla terra sotto l'apparenza umana soltanto. La stessa convinzione che tutto il mondo materiale fosse opera del male esitava, inevitabilmente, nel rifiuto del battesimo d'acqua, dell'Eucarestia, ma anche del matrimonio, suggello dell'unione carnale, genitrice dei corpi materiali - prigione dell'anima. Allo stesso modo era rifiutato ogni alimento originato da un atto sessuale (carni, latte, uova), ad eccezione del pesce, di cui in epoca medievale non era ancora conosciuta la riproduzione sessuale.

Pur convinti della divinità di Cristo, gli albigesi sostenevano che Egli fosse apparso sulla

Pur convinti della divinità di Cristo, gli albigesi sostenevano che Egli fosse apparso sulla Terra come un angelo di sembianze umane (di natura angelica era considerata anche Maria) e accusavano la Chiesa cattolica di essere al servizio di Satana, perché corrotta e attaccata ai beni materiali.

Struttura e aspetti liturgici Le comunità di fedeli erano divise in "credenti", che si

Struttura e aspetti liturgici Le comunità di fedeli erano divise in "credenti", che si chiamavano «Buoni Uomini» , «Buone Donne» o «Buoni Cristiani» e quelli che per l'Inquisizione erano i "perfetti" che praticavano la rinuncia ad ogni proprietà e vivendo unicamente di elemosina. Gli unici che potevano rivolgersi a Dio con la preghiera erano i perfetti, mentre i semplici credenti potevano sperare di divenire perfetti con un lungo cammino di iniziazione, seguito dalla comunicazione dello Spirito Santo, il Consolamentum, mediante l'imposizione delle mani. Questo era uno dei pochi Sacramenti catari, tra cui una sorta di confessione collettiva periodica.

Tra i perfetti esisteva comunque una gerarchia facente capo ai vari vescovi di ogni

Tra i perfetti esisteva comunque una gerarchia facente capo ai vari vescovi di ogni provincia e ai vari diaconi delle comunità catare. Dal punto di vista dell'organizzazione sociale: « La proprietà privata era rifiutata come elemento del mondo materiale. I "perfetti" non potevano avere alcuna proprietà individuale, anche se di fatto avevano in mano i beni della setta, spesso ingenti. I catari godevano di una certa influenza negli ambienti più diversi, anche in quelli più elevati. Si narra che il conte Raimondo VI di Tolosa tenesse al suo seguito alcuni catari, dissimulati tra gli altri cortigiani, perché in caso di morte improvvisa gli potessero impartire la loro benedizione. »

In seguito all’uccisione di un rappresentante del papa da parte di un fanatico albigese

In seguito all’uccisione di un rappresentante del papa da parte di un fanatico albigese (1208), il papa Innocenzo III bandì una vera e propria crociata verso i catari, provocando l’intervento violento dei baroni della Francia feudale attirati dalla prosperità di quella regione. Il conte di Tolosa venne accusato di non essersi opposto al catarismo e venne sospettato egli stesso di eresia. Per vent’anni la Languedoc tolosana fu devastata da una guerra spietata, vedendo travolta la propria tradizione politica e culturale e venendo infine annessa al regno di Francia.

La crociata contro gli albigesi fu una crociata per estirpare il movimento cataro dai

La crociata contro gli albigesi fu una crociata per estirpare il movimento cataro dai territori della Linguadoca. Assunse la forma di vero genocidio e terminò negli anni settanta del 1200 con la sconfitta dei Catari. Numerose furono le stragi e le persecuzioni avvenute nel sud della Francia come la strage della città di Béziers dove furono massacrate alcune migliaia di persone; secondo il cronachista cistercense Cesario di Heisterbach, quando al legato pontificio (Arnauld Amaury, abate di Cîteaux), si chiese come distinguere chi delle persone rifugiate in una chiesa dovessere riconosciuto eretico e quindi bruciato sul rogo, ordinò di uccidere tutti indiscriminatamente, dicendo: Caedite eos! Novit enim Dominus qui sunt eius ovvero "Uccideteli tutti! Dio riconoscerà i suoi". [

I Valdesi ebbero origine nel Medioevo come seguaci del predicatore Pietro Valdo di Lione.

I Valdesi ebbero origine nel Medioevo come seguaci del predicatore Pietro Valdo di Lione. Valdo nel 1173 decide di abbandonare la moglie, far accogliere le figlie nel monastero di Fontevrault e offrire tutta la sua ricchezza ai poveri. In seguito si circondò di un gruppo di seguaci con i quali, fatto voto di castità e vestiti solo di stracci, andava in giro a predicare la Parola di Dio; ben presto il gruppo fu identificato con l'espressione "poveri di Lione". La loro predicazione si rivolge principalmente contro il dualismo cataro.

La loro buona fede è testimoniata dalla loro ricerca di approvazione ecclesiastica nel 1179,

La loro buona fede è testimoniata dalla loro ricerca di approvazione ecclesiastica nel 1179, in occasione del terzo concilio lateranense si incontrarono con il pontefice Alessandro III, il quale dimostrò apprezzamento per il loro proposito di vivere in maniera povera e conforme al dettato evangelico, ma non fu disposto a riconoscere la loro richiesta di essere predicatori della Parola. L'annuncio del Vangelo infatti era riservato solo ai chierici e agli ecclesiastici, ai laici non era permesso predicare. Valdo tuttavia continuò a diffondere la Parola di Dio nel 1180, fu convocato in un sinodo a Lione dal cardinale Enrico di Marcy in cui Valdesio e i suoi seguaci dichiararono la loro completa ortodossia.

Nel 1184 con la bolla Ad Abolendam, papa Lucio III scomunicò una serie di

Nel 1184 con la bolla Ad Abolendam, papa Lucio III scomunicò una serie di movimenti ereticali tra cui i poveri di Lione, i valdesi. La motivazione rimase la "presunzione" dei valdesi a voler predicare in pubblico, comunque, il movimento valdese continuò la sua espansione verso il Mezzogiorno di Francia e il Settentrione d'Italia, in Germania, in Svizzera, e persino in Austria, Spagna, Ungheria, Polonia e Boemia. Le comunità valdesi erano organizzate su due livelli: vi erano i "perfetti" che seguivano i tre voti monastici di povertà, castità, e obbedienza, e i semplici fedeli. La comunità aveva tre gradi gerarchici: diaconi, presbiteri e vescovi. Osservavano la preghiera delle Ore e i digiuni, celebravano la Cena del Signore e la sera del Giovedì Santo praticavano la lavanda dei piedi.

Studiavano a memoria interi Vangeli e altre parti della Bibbia che Valdo aveva fatto

Studiavano a memoria interi Vangeli e altre parti della Bibbia che Valdo aveva fatto tradurre nelle varie lingue popolari. Dopo la scomunica, però, il movimento valdese iniziò a sfaldarsi in gruppi locali. Nel 1205 circa, una parte di valdesi dette vita ad un gruppo detto Poveri Lombardi. Entrando in Lombardia i valdesi trovarono una miriade di Comuni in lotta perenne tra loro. I valdesi comunque non ebbero problemi a inserirsi nelle strutture comunali. Ma in Lombardia i valdesi vennero ben presto a contatto con altri movimenti popolari.

I valdesi lombardi furono influenzati al punto da adottare dei provvedimenti che provocarono la

I valdesi lombardi furono influenzati al punto da adottare dei provvedimenti che provocarono la reazione di Valdo fino alla scissione che ebbe luogo nel 1205, essenzialmente a causa di tre motivi: 1) Secondo Valdo i predicatori non dovevano lavorare ma vivere in povertà per non essere corrotti dall'amore per le ricchezze. 2) I lombardi si scelsero un capo, Valdo obiettava che l'unico preposto del loro movimento doveva rimanere Gesù Cristo. 3) I lombardi elessero dei ministri ai quali affidarono compiti sacerdotali come la consacrazione dell'eucaristia.

Tra il 1205 e il 1207 morì Valdo senza essere riuscito a ricomporre lo

Tra il 1205 e il 1207 morì Valdo senza essere riuscito a ricomporre lo scisma interno al suo movimento e la frattura con Roma. Durando D'Osca, insieme ad un gruppo di discepoli, tentò di far riconoscere alla Chiesa romana i punti essenziali della primitiva ispirazione di Valdo. La speranza però si rivelò illusoria: il papa, nel 1208 non colse i motivi centrali della loro ispirazione. I valdesi furono duramente perseguitati anche nei secoli successivi ma, a differenza dei catari, l'Inquisizione non riuscirà mai a spegnere il focolaio valdese nonostante la durissima repressione. Il movimento valdese riuscirà ad arrivare al XVI secolo e ad aderire alla Riforma protestante franco-elvetica nel 1532 -1560.

In Europa a partire dall’XI secolo, si diffusero molti movimenti ereticali. Le regioni che

In Europa a partire dall’XI secolo, si diffusero molti movimenti ereticali. Le regioni che risentirono di questa influenza furono l’Italia, l’Inghilterra, la Boemia.

In Italia, due sono i fattori che sembrano agire alla base della tormentata vita

In Italia, due sono i fattori che sembrano agire alla base della tormentata vita spirituale del XIV secolo. Da un lato la durezza dei tempi(carestie, epidemie, guerre) che, alimentando il sentimento della precarietà della vita, imponeva una riflessione intorno al destino ultimo dell’uomo, avvertito come incombente, oltre che inevitabile. Dall’altro la crescente mondanizzazione della chiesa che provocava ribellioni silenziose o clamorose. A rendere più cupo il senso della vita subentrava spesso la credenza che gli eventi distruttori fossero una punizione divina da scontare con pratiche espiatorie come l’autoflagellazione.

Tra le manifestazioni dell’acuto disagio religioso vi era quella legata al nome di Dolcino

Tra le manifestazioni dell’acuto disagio religioso vi era quella legata al nome di Dolcino Tornielli, detto Fra Dolcino, trascinatore del movimento dei cosiddetti “apostolici”, diffuso tra la Lombardia e il Piemonte. Sostenitori di una sorta di comunismo dei beni e refrattari a ogni tipo di gerarchia ecclesiastica, gli apostolici vennero accusati di eresia. Furono inseguiti e assediati da una crociata bandita contro di loro da papa Clemente V. Catturati in Valvesia dove si erano rifugiati, furono arsi vivi in gran numero a Novara.

A lungo in bilico tra ortodossia ed eresia restò il movimento degli “spirituali”, l’ala

A lungo in bilico tra ortodossia ed eresia restò il movimento degli “spirituali”, l’ala di stretta osservanza dell’Ordine francescano contrapposta ai “conventuali”, l’ala moderata. La scelta intransigente della povertà evangelica e la conseguente critica della chiesa mondanizzata del tempo procurarono loro una prima condanna da parte del Papa Giovanni XXII. Fu a questo punto che una parte degli spirituali radicalizzò ulteriormente la propria posizione e incorse nella scomunica papale per eresia, diventando oggetto di una persecuzione molto dura che non esitava a ricorrere alla tortura e al rogo.

Molto più importante per dimensione e per rilevanza teologica era il movimento che sorse

Molto più importante per dimensione e per rilevanza teologica era il movimento che sorse qualche decennio più tardi in Inghilterra e che si incrociò con la grande insurrezione inglese del 1381, grazie all’attività di propaganda di una schiera di predicatori detti lollardi. Costoro trasmettevano l’insegnamento di un professore di teologia dell’università di Oxford, John Wycliffe, il quale sosteneva la necessità di tornare alla chiesa primitiva facendo rivivere lo spirito di povertà e la semplicità che l’avevano animata la sua dottrina venne dichiarata eretica nel 1428.

All’esperienza di Wycliffe e dei lollardi si richiamò il teologo boemo Jan Hus, che

All’esperienza di Wycliffe e dei lollardi si richiamò il teologo boemo Jan Hus, che fece la sua aspra critica nei confronti della chiesa mondanizzata e trasmise l’aspirazione alla povertà evangelica in un movimento nazionalistico caratterizzato da un forte sentimento anti-romano e anti-germanico diffuso in tutta la Boemia. Grazie al nazionalismo boemo, affondava le sue radici da un lato nell’avversione al fiscalismo romano, dall’altro nell’opposizione al massiccio afflusso di tedeschi sul territorio boemo a partire dalla seconda metà del 300. Quando nel 1415 Hus che si era recato al concilio di Costanza per difendere la sua posizione venne condannato e condotto al rogo, la Boemia si sollevò e inflisse ripetute sconfitte agli eserciti imperiali. nel 1420 furono redatti gli Articoli di Praga che contenevano i principi fondamentali comuni a tutto il movimento degli hussiti.

Gioacchino da Fiore vide la luce nelle propaggini della Sila, quando si costituiva il

Gioacchino da Fiore vide la luce nelle propaggini della Sila, quando si costituiva il regno Normanno di cui visse tutte le vicissitudini fino al suo tramonto ed all’affermazione degli Svevi con Enrico VI e la Imperatrice Costanza. Nacque a Celico intorno al 1130. La sua appartenenza alla borghesia locale gli permise di attendere agli studi in quella Cosenza, che non difettava di buoni maestri, specie nei suoi cenobi, che erano centri culturali oltre che religiosi.

Ciò appare evidente dalla conoscenza del greco, dalla finezza del suo latino e dalla

Ciò appare evidente dalla conoscenza del greco, dalla finezza del suo latino e dalla profonda padronanza di testi scritturistici che ricorrono nei suoi scritti. La sua formazione fu prettamente latina ed egli non ebbe nulla a che vedere con i monaci greci, che al suo tempo avevano una posizione predominante nella Calabria meridionale, ma del tutto trascurabile nella Cosenza normanna. Entrò a 25 anni nell’Ordine dei Cistercensi. Trasferito a Corazzo fu ordinato sacerdote, poi eletto Abate (1177). Nel 1183 durante la sua permanenza nell’Abbazia di Casamari, nel Lazio, incontrò a Veroli il Papa Lucio III ed ottenne da lui la "licentia scribendi". Le sue dottrine ed il suo ideale di vita monastica, particolarmente austera e rigorosa, lo avevano messo in urto con il suo Ordine dal quale egli si staccò nel 1189, fondando a San Giovanni in Fiore la nuova "Congregazione Florense". Riuscì ad ottenere privilegi per la sua Abbazia da Enrico VI e Costanza. Dal Papa Celestino III ebbe invece il riconoscimento del proprio ordine.

Gioacchino da Fiore incarna in pieno il temperamento bruzio, forte ed elastico, a volte

Gioacchino da Fiore incarna in pieno il temperamento bruzio, forte ed elastico, a volte duro, ma sempre sincero ed affettuoso, quale emergerà più tardi in San Francesco di Paola, col quale ha tanti punti di convergenza: spirito di penitenza, fortezza di carattere, dono della profezia, distacco completo dalle cose del mondo, opposizione ai potenti della terra, angariatori ed oppressori del popolo. A Riccardo Cuor di Leone disse francamente che la sua crociata non sarebbe approdata a nulla; all’Imperatrice Costanza, che voleva confessarsi da Lui, disse risolutamente: "poichè io in questo momento occupo il posto di Cristo e tu quello di Maria Maddalena penitente, lascia il tuo trono e scendi sulla terra, altrimenti io non ascolterò la tua confessione".

Gioacchino è un fedelissimo assertore, in sintonia con i "padri santi e cattolici", dell’unità

Gioacchino è un fedelissimo assertore, in sintonia con i "padri santi e cattolici", dell’unità della sostanza e della Trinità delle Persone. È un motivo ricorrente in tutte le sue opere, perchè è il perno della sua teologia della storia. La vita trinitaria divina si riflette in tre distinte età della Storia. La prima età, che appartiene al Padre, è l’epoca trascorsa dell’antico testamento, la seconda, presente e prossima alla conclusione, è il Figlio, la terza, futura, è quella dello Spirito Santo ed è il completamento dell’età del Figlio. Questa "profezia" del terzo ed ultimo stato del mondo, frutto di una geniale ed attualissima analisi strutturale e tipologica della storia in chiave di esegesi biblica, rivelò il segno positivo della storia nella sua tensione verso uno stato di massima diffusione dei valori dello Spirito. Il messaggio di Gioacchino si proiettò subito sulla inquieta e movimentata vicenda della spiritualità francescana del Medio Evo, che ne fu profondamente segnata ed ispirata.

MOTIVI ED ESIGENZE DI RIFORMA

MOTIVI ED ESIGENZE DI RIFORMA

LA VITA DI SAN FRANCESCO

LA VITA DI SAN FRANCESCO

LA VITA San Francesco nasce nel 1182. È figlio di un ricco mercante di

LA VITA San Francesco nasce nel 1182. È figlio di un ricco mercante di stoffe e di una nobile donna provenzale. Predicatore e mistico italiano, fondatore dell'ordine francescano. Giovanni Francesco Bernardone, , istruito in latino, in francese, e nella lingua e letteratura provenzale, condusse da giovane una vita spensierata e mondana; partecipò alla guerra tra Assisi e Perugia, e venne tenuto prigioniero per più di un anno, durante il quale patì per una grave malattia che lo ridusse a mutare il suo stile di vita: tornato ad Assisi. Nel 1205, Francesco si dedicò a opere di carità tra i lebbrosi e cominciò a impegnarsi nel restauro di edifici di culto, dopo aver avuto una visione di san Damiano d'Assisi che gli ordinava di restaurare la chiesa a lui dedicata.

Il padre di Francesco, adirato per i mutamenti nella personalità del figlio e per

Il padre di Francesco, adirato per i mutamenti nella personalità del figlio e per le sue cospicue offerte, lo diseredò; Francesco si spogliò allora dei suoi ricchi abiti dinanzi al vescovo di Assisi, eletto da Francesco arbitro della loro controversia. Dedicò i tre anni seguenti alla cura dei poveri e dei lebbrosi nei boschi del monte Subasio. Nella cappella di Santa Maria degli Angeli, nel 1208, un giorno, durante la Messa, ricevette l'invito a uscire nel mondo e, secondo il testo del Vangelo di Matteo (10: 5 -14), a privarsi di tutto per fare del bene ovunque. Tornato ad Assisi l'anno stesso, Francesco iniziò la sua predicazione, raggruppando intorno a sé dodici seguaci che divennero i primi confratelli del suo ordine poi chiamato primo ordine) ed elessero Francesco loro superiore, la loro prima sede fu la chiesetta della Porziuncola.

Il primo giovane amico che si unisce a San Francesco si chiama Bernardo di

Il primo giovane amico che si unisce a San Francesco si chiama Bernardo di Quintavalle. Poco dopo un terzo e un quarto lo seguono, il gruppo intorno a San Francesco aumenta. I Fratelli hanno tanti dubbi da chiarire. Non sanno se vogliono vivere insieme con le persone della città, o in solitudine nelle campagne, perché lì é la povertà. I francescani vengono chiamati uomini di bosco perché sono vestiti stranamente. Francesco vuole anche un rinnovamento della Chiesa. I Francescani non vogliono diventare famosi, ma solo, che tante persone si uniscano ai fratelli minori. Francesco dà ai fratelli una meta precisa: loro devono essere nel buio del mondo (parte povera) ed essere esempi della vita. Cioè nello stesso tempo vivere appartati in umiltà e povertà ma anche essere visibili per il loro comportamento.

LA SANTITA’ E LA REGOLA La santitá I fratelli minori vogliono cambiare il loro

LA SANTITA’ E LA REGOLA La santitá I fratelli minori vogliono cambiare il loro stile di vita. Infatti non l' organizzazione, non la teologia, non gli studi interessano San Francesco. Lui vede il suo compito nella realizzazione del modo di vita del Vangelo. Solo la vita francescana conta agli occhi di San Francesco.

La regola Vuole che i fratelli rappresentino la vita di Cristo. Anche se qualche

La regola Vuole che i fratelli rappresentino la vita di Cristo. Anche se qualche persona pensa che i frati minori guadagnino i soldi solo mendicando non è così, i francescani vanno anche a lavorare, specialmente aiutano i contadini. I seguaci diventano sempre di più e Francesco dà loro una regola, che dice: - Bisogna vivere in carità, castità e povertà -. Francesco dice anche: - Chi non segue la regola deve lasciare i frati minori -. Nel 1210 l'ordine venne riconosciuto da papa Innocenzo III; nel 1212 anche Chiara d'Assisi prese l'abito monastico, istituendo il secondo ordine francescano, detto delle clarisse.

Intorno al 1212, dopo aver predicato in varie regioni italiane, Francesco partì per la

Intorno al 1212, dopo aver predicato in varie regioni italiane, Francesco partì per la Terra Santa, ma un naufragio lo costrinse a tornare, e altri problemi gli impedirono di diffondere la sua opera missionaria in Spagna, dove intendeva fare proseliti tra i mori. Nel 1219 si recò in Egitto, dove predicò davanti al sultano, senza però riuscire a convertirlo, poi si recò in Terra Santa, rimanendovi fino al 1220; al suo ritorno, trovò dissenso tra i frati e si dimise dall'incarico di superiore, dedicandosi a quello che sarebbe stato il terzo ordine dei francescani, i terziari.

Ritiratosi sul monte della Verna nel settembre 1224, dopo 40 giorni di digiuno e

Ritiratosi sul monte della Verna nel settembre 1224, dopo 40 giorni di digiuno e sofferenza affrontati con gioia, ricevette le stigmate, i segni della crocifissione, sul cui aspetto, tuttavia, le fonti non concordano. Francesco venne portato ad Assisi, dove rimase per anni segnato dalla sofferenza fisica e da una cecità quasi totale, che non indebolì tuttavia quell'amore per Dio e per la creazione espresso nel Cantico di frate Sole, probabilmente composto ad Assisi nel 1225; in esso il Sole e la natura sono lodati come fratelli e sorelle, ed è contenuto l'episodio in cui il santo predica agli uccelli.

Francesco, che è patrono d'Italia, venne canonizzato nel 1228 da papa Gregorio IX. Viene

Francesco, che è patrono d'Italia, venne canonizzato nel 1228 da papa Gregorio IX. Viene sovente rappresentato nell'iconografia tradizionale nell'atto di predicare agli animali o con le stigmate. Nell'anno quarto decimo della Religione de' Minori. Fin dalla sua origene il Signore dimostròssi impegnatissimo a protegerlo; anzi con un stupendo miracolo volle, e dié motivo alla sua fondazione".

La modernità di San Francesco era un uomo che rispettava e proteggeva la natura,

La modernità di San Francesco era un uomo che rispettava e proteggeva la natura, come si evidenzia nel “Cantico delle Creature”.

Come è/era visto SAN FRANCESCO Figlio di un MERCANTE

Come è/era visto SAN FRANCESCO Figlio di un MERCANTE

Cantico di frate sole o delle creature Altissimo, onnipotente, bon Signore, Tue so le

Cantico di frate sole o delle creature Altissimo, onnipotente, bon Signore, Tue so le laude, la gloria e l’onore e onne benedizione. A te solo, Altissimo, se confano e nullo omo è digno te mentovare. Laudato sie, mi Signore, cun tutte le tue creature, Spezialmente messer lo frate Sole, lo quale è iorno, e allumini noi per lui. Ed ello è bello e radiante cun grande splendore: de te, Altissimo, porta significazione. Laudato si, mi Signore, per sora Luna e le Stelle: In cielo l’hai formate clarite e preziose e belle. Laudato si, mi Signore, per frate Vento, e per Aere e Nubilo e Sereno e onne tempo, per lo quale a le tue creature dai sustentamento. Laudato si, mi Signore, per sor Aqua, la quale è molto utile e umile e preziosa e casta. Laudato si, mi Signore, per frate Foco, per lo quale enn’allumini la nocte: Ed ello è bello e iocondo e robustoso e forte. Laudato si, mi Signore, per sora nostra madre Terra, la quale ne sostenta e governa, E produce diversi fructi con coloriti fiori ed erba. Laudato si, mi Signore, per quelli che perdonano per lo tuo amore e sostengo infirmitate e tribulazione. Beati quelli che ‘l sosterrano in pace, ca da te, Altissimo, sirano incoronati. Laudato si, mi Signore, per sora nostra Morte corporale, Da la quale nullo omo vivente po’ scampare. Guai a quelli che morranno ne le peccata mortali! Beati quelli che troverà ne le tue sanctissime voluntati, ca la morte seconda no li farrà male. Laudate e benedicite mi Signore, e rengraziate e serviteli cun grande umiliate.