Terreno E lo strato superficiale della crosta terrestre
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Terreno E’ lo strato superficiale della crosta terrestre capace di ospitare la vita delle piante. E’ un sistema TRIFASICO Terreno fase liquida (soluz. circolante) fase gassosa (aria tellurica) fase solida materiali inorganici scheletro ( > 2 mm) terra fine ( < 2 mm) sostanza organica viva microfauna e microflora residui animali e vegetali
Terreno Funzioni abitabilità Quantità (profondità) porosità permeabilità temperatura parassiti p. H sostanze tossiche nutrizione Nutrienti acqua colloidi (C. S. C. ) attività microbica Fertilità: attitudine a produrre
Origine del terreno Pedogenesi: alterazione dei minerali della superficie terrestre a seguito di azione fisico- meccanica , chimica, biologica Alterazione dei minerali della superficie terrestre a seguito di azione fisico-meccanica rocce e minerali disgregati in particelle più piccole: gelo e disgelo, temperatura biologica organismi terricoli con azione pedogenetica chimica in successione a quella fisico-meccanica
Profili del terreno Terreno naturale Terreno coltivato
Profondità del terreno Detta anche spessore o potenza del terreno Un terreno profondo è vantaggioso in quanto: • meno esigente per concimazione e irrigazione • idoneo a tutte le colture (erbacee, arboree) • idoneo a alti investimenti colturali T. profondi generalmente presenti nelle zone alluvionali (es. pianura padana); i superficiali in collina e montagna Classificazione FAO della profondità dei terreni TIPO PROFONDITA’ m INDICE DI POTENZIALITA’ Molto sottile < 0. 3 20 Sottile 0. 3 -0. 6 50 Abbastanza profondo 0. 6 -0. 9 80 Profondo 0. 9 -1. 2 100
Tessitura Detta anche composizione granulometrica E’ la ripartizione in funzione della dimensione dei costituenti minerali (% in peso) Molte proprietà del suolo dipendono da essa. Conoscerla è indispensabile, ma non sufficiente per caratterizzare un terreno Sistema USDA TESSITURA Scheletro > 2 mm Terra fine <= 2 mm pietre > 20 mm ghiaia 20 -2 mm sabbia (*) 2 - 0, 05 mm limo(*) 0, 05 - 0, 002 mm grossa 2 - 0, 2 mm fine (*) 0, 2 -0, 05 mm argilla >0, 002 mm (*) Secondo il sistema della SISS il limite tra sabbia e limo è 0. 02 mm. Esistono dei programmi di conversione da un sistema all’altro
Tessitura (2) Il triangolo granulometrico (sulla terra fine) Sand = sabbia Silt= limo Clay = argilla Loam =di grana media (vecchio termine franco) Attenzione: in inglese l’aggettivo precede il nome. In italiano viceversa es: Sandy clay = argillososabbioso Es: Argilla 35%, Limo 25%, Sabbia 40%
Tessitura Classificazione granulometrica - altre specificazioni specifica o massica Calcare tra 10 Superficie e 20% = calcareo dopo (es. argillosocalcareo) Tanto più un terreno è composto da particelle fini tanto più ha possibilità trattenere acqua e scambiare elementi chimici, ma anche di compattarsi e calcare > 20% = calcareo prima (es. calcareo-argilloso) cementarsi. 3 (10 sost. organica 5 mm e 10% =umifero argilloso. In un elemento di 1 cmtra di lato possonodopo esserci(es. ad es) umifero) particelle lato (mm) tipo superficie cm 2 1 sost. organica 10> 10% = umifero ciottolo prima (es. : 6 umifero 1000 1 sabbia 60 argilloso) 106 0, 1 s. fine 600 15 2 10 scheletro 0, 001= (scheletro argillaprevalente)600. 000 (60 m > 40% pietroso o) ciottoloso
Funzioni e caratteristiche delle frazioni granulometriche Scheletro Sottrae volume al terreno: • minor disponibilità di acqua e elementi nutritivi • impedimento allo sviluppo delle radici • difficoltà di lavorazione • siccome in genere molto scheletro si accompagna a tessitura grossolana, alta permeabilità Spietramento (talvolta)
Funzioni e caratteristiche delle frazioni granulometriche (2) Sabbia • Povertà chimica per ridotte superfici di scambio • Scioltezza e facilità di lavorazione • Forte drenaggio • Elevato arieggiamento: troppo rapida mineralizzazione della sost. org. • Non trattiene i fertilizzanti • Incoerente: facile erodibilità • Rapido riscaldamento • Facile accesso ai campi
Funzioni e caratteristiche delle frazioni granulometriche (3) Limo • Terreni polverosi allo stato secco • Terreni fangosi allo stato umido • Non conferisce struttura, intasa, quindi bassa permeabilità • Terreni poveri di elementi nutritivi, • formano croste superficiali e zolle dure, • freddi, • produttivi se con buone concimazioni organiche e chimiche
Funzioni e caratteristiche delle frazioni granulometriche (4) argilla • Terreni pesanti, • di difficile lavorazione. • Elevata dotazione di elementi nutritivi • Buone riserve idriche • Terreni molto produttivi, ma difficili da gestire al meglio • Terreni rigonfiabili se umidi e crepacciati se secchi
Temperatura bassa alta variabile bassa ottima caldo limosi media bassa difficile freddo alta bassa alta difficile medio Terreni argillosi Fosforo Azoto contenuto Potassio bassa Acqua sabbiosi Sost. Org Lavorabilità Caratteristiche dei terreni in funzione della granulometria diponibilità disponibilità Giudizi relativi, validi solo per terreni medio-profondi e profondi
Struttura Disposizione spaziale reciproca delle particelle di terreno derivanti dall’aggregazione delle componenti elementari della tessitura La capacità di aggregarsi è propria dell’argilla (flocculazione con formazione di micelle, grumi, glomeruli, ecc. ) Le altre componenti della tessitura (limo e sabbia) possono aggregarsi in una certa misura solo tramite l’ausilio di “cementi” organici (humus) o minerali (calcare, sesquiossidi di Fe e Al, ecc. )
Struttura (2) TIPI DI STRUTTURA Granulare o stato astrutturale: particelle singole che assumono lo stato di massimo assestamento. • Incoerente: particelle singole separate (t. sabbiosi) • Compatta: formazioni di blocchi, con l’argilla dispersa, “annega” le altre componenti, quando asciutti formano una massa compatta molto tenace. Problema in terreni limosi e argillosi con argilla deflocculata (t. sodici). Frammentata: le altre particelle sono collegate da argilla o humus a formare aggregati di forma varia. Si riconoscono strutture prismatiche, cubiche e sferiche; tra queste la glomerulare è la più favorevole.
Struttura e agenti climatici Alternanza di essiccamento e umettamento (rigonfiamento e contrazione) nei terreni argillosi creano tensioni interne e dividono gli aggregati Gelo e disgelo: su suolo umido: cristalli di ghiaccio che sollevano il suolo, in particolare in suoli calcarei (il calcare contiene molta acqua), positivo per struttura, negativo per scalzamento delle piante. suolo mal drenato: disgelo fangoso, con distruzione degli aggregati (terreni lavorati troppo finemente); se non ci sono ristagni la pioggia non annulla la struttura.
Struttura e esseri viventi Raggrumano il terreno suddividendolo e cementandolo con sostanza organica Lombrichi non tollerano acidità e povertà di Ca, secco e ristagno; con le gallerie orizzontali e verticali migliorano drenaggio e aerazione; l’aggregazione avviene nel tubo digerente Batteri, funghi attivi in presenza di buona ossigenazione, in profondità fermentazioni anaerobiche con acidi organici dannosi per la struttura Radici il mezzo più efficace per migliorare la struttura: frammentano i suoli massici, agglomerano le particelle nei suoli sabbiosi
Struttura e lavorazioni Positivo: • formazione di macrozollosità, poi aggregati ridotti dagli agenti atmosferici • interramento di sostanza organica Negativo: • ossidazione della sostanza organica • polverizzazione degli aggregati per azione meccanica • spappolamento in caso di umidità eccessiva Classificazione degli aggregati Zolle Aggregati zollosi Macroaggregati > 150 mm 150 > > 50 mm 50 > > 5 mm Aggregati ottimali 5. 0 > > 1. 0 mm Microaggregati 1. 0 > > 0. 25 mm Aggregati astrutturali 0. 25 >
Interventi per migliorare la struttura Il problema si pone in particolare per i terreni limosi e argilloso-sodici, ed è particolarmente importante negli strati superficiali per avere buone emergenze • Modifica della tessitura (solo orticoltura, aggiunta di sabbia) • Aggiunta di calcio (flocculazione dei complessi argillo-umici) • Aggiunta di sostanza organica: (sovescio, letamazioni) subito formazione di polisaccaridi e mucillagini, molto efficienti ma di breve durata, poi humus, meno efficiente ma duraturo. • Compostaggio superficiale: lasciando in superficie paglia, letame, residui si protegge il suolo dall’azione battente della pioggia e sviluppo di intensa attività microbiologica • Inserimento di prati poliennali di graminacee negli ordinamenti colturali: evita azione battente delle piogge, migliora la permeabilità, aumenta la sostanza organica nel suolo. • Cementi artificiali, a imitazione di polisaccaridi naturali, uso molto limitato • In terreni sodici, dilavamento del sodio (deflocculante) • Evitare (se possibile) concimazione potassica (K è deflocculante)
Proprietà del T. collegate a tessitura e struttura Tenacità o coesione: resistenza del suolo a penetrazione e schiacciamento, fattore di resistenza all’avanzamento degli organi lavoranti. Diminuisce all’aumentare dell’umidità. A pari umidità è max nei suoli argillosi, minima in quelli sabbiosi. Buona struttura e sostanza organica riducono la tenacità. Plasticità: proprietà di cambiare forma in maniera continua sotto l’azione di una forza e di mantenerla dopo che la forza ha finito di agire. Stato plastico: il terreno può essere modellato. La plasticità determina la lavorabilità di un terreno, che deve essere lavorato quando non è plastico. Aumenta con il tenore in argilla e con l’umidità fino ad un massimo oltre il quale si ha lo stato fluido (sparisce l’effetto di una lavorazione, un solchetto si richiude). Stato di TEMPERA: la terra si sgretola senza impastarsi e offre la minima tenacità: condizioni ideali per la lavorazione. Adesività: tendenza del terreno ad aderire agli organi lavoranti. Aumenta con l’umidità. Troppa adesività è un problema per l’aratura.
Proprietà del T. collegate a tessitura e struttura (2) - - - tenacità __ plasticità terreno lavorabile 1 = tempera 2 = minima tenacità 3 = max plasticità suolo argilloso 1 2 3 suolo limoso 1 2 3 suolo sabbioso 1 Il punto di tempera è l’umidità alla quale raggiungono contemporaneamente il valore minimo sia la tenacità che la plasticità 3 2 umidità L’intervallo di lavorabilità è max nei terreni sabbiosi. Al di fuori di questo intervallo la zollosità è eccessiva (aggregati troppo grossi)
Porosità E’ una caratteristica del terreno strettamente connessa con la sua tessitura ed il suo stato strutturale. Essa esprime il rapporto percentuale tra il volume degli spazi vuoti (interstizi tra e nelle particelle) ed il VOLUME TOTALE APPARENTE Volume reale = Volume della sola parte solida (Vr) Volume apparente = Volume dell’intera massa (Va) Densità assoluta (D) = Massa volumica reale o P. specifico reale = densità (o p. specifico) della parte solida D = Peso secco(1) della massa / Vr Densità apparente (d o ) = Massa volumica apparente o P. specifico apparente = densità (o p. specifico) della intera massa d = Peso secco(1) della massa / Va (1) Il peso della massa va valutato dopo aver eliminato tutta l’acqua presente in essa
Determinazione della massa volumica apparente 1) Inserire il cilindretto nel suolo, usando una tavoletta di legno 2) scavarlo fuori dal terreno. Usare una lama per separare la base. 3) pesare il terreno contenuto nel cilindretto dopo essiccazione
Porosità Densità assoluta (t m-3) Calcare 2. 6 -2. 8 Sabbia 2. 6 -2. 7 Argilla 2. 50 Limo 2. 65 Humus 1. 23 Ematite 5. 00 Porosità % (valori indicativi) T. sabbioso T. medio impasto 30 -40 50 T. argilloso 55 -60 T. organico 70 -80 Densità apparente (t m-3) T. sabbioso 1. 42 T. limo-sabbioso 1. 2 -1. 3 T. argilloso 1. 1 -1. 2 T. organico < 1. 0 Dimensione dei pori: Macropori: > 10 m Micropori: < 10 m Macroporosità e Microporosità sono espresse in % della Porosità totale
La misura diretta della porosità è difficile. Si misura, in genere, la massa volumica apparente (o densità apparente) che corrisponde al peso secco di un’unità di volume del suolo, spazi vuoti compresi La densità assoluta di un suolo (cioè il peso specifico, non considerando i vuoti) è abbastanza costante e vale -3 2, 6 - 2, 65 t m. Fanno eccezione terreni umiferi (perché l’humus ha densità reale di circa 1, 2) e quelli fortemente ferrosi (l’ematite ha densità circa 5) Quindi la porosità si può calcolare: (2. 651 - densità apparente)/2. 651
Porosità Nei micropori l’acqua è trattenuta con una forza (tensione capillare) superiore alla forza di gravità, per cui la microporosità è detta anche “porosità capillare” Nei macropori, invece, tale forza è inferiore a quella di gravità. Pertanto, se lasciamo “sgrondare” una massa di terreno intrisa d’acqua (t. saturo), in assenza di evaporazione, si svuoteranno solo i macropori. Nel terreno resteranno una certa quantità di acqua detta “acqua capillare” (nei micropori) ed aria (nei macropori). Per allontanare questo residuo di acqua bisogna esercitare una pressione superiore alla tensione capillare o essiccare il terreno in stufa. aria (macroporo) acqua capillare (microporo) In un terreno ben strutturato i micropori sono situati all’interno dei grumi, mentre i macropori si instaurano prevalentemente tra i grumi. Eccesso di micropori = terr. asfittici Eccesso di macropori = scarsa ritenzione idrica Optimum: 50 -60% di microporosità
Porosità
Rapporti acqua-terreno Umidità = contenuto percentuale di acqua presente nel T. La % può essere riferita al peso del T. essiccato (Ups) oppure al suo volume apparente (Uvol oppure ). Determinazione dell’Umidità Metodo gravimetrico o della “doppia pesata” Si preleva un campione di T. e si pesa (Peso fresco = Pf). Si essicca in stufa a 105 °C fino al raggiungimento di un peso costante (24 -48 h a seconda della dimensione e dell’umidità del campione) e si pesa nuovamente (Peso secco = Ps). Facile ma troppo puntuale. Pacqua = Pf – Ps d = Ps / Va Ups = Pacqua / Ps * 100 = (Pf – Ps) / Ps *100 Trasformazione dell’Ups in Uvol da cui Va = Ps / d Uvol = Pacqua / Va * 100 = (Pf – Ps) / (Ps / d) * 100 = = [(Pf – Ps) / Ps * 100 ] * d = = Ups * d
Rapporti acqua-terreno Blocchetti di Boyoucos Blocchetti di gesso nei quali sono inseriti degli elettrodi. Infissi nel terreno, essi assorbono umidità fino all’equilibrio. Con un normale tester si misura la resistenza elettrica da cui si risale all’umidità del terreno. Vantaggi Attrezzatura semplice e poco costosa. Utile se non occorre molta precisione. Svantaggi -Tempi d’equilibrio piuttosto lunghi - Uniformità d’imbibizione ? - Misure influenzate dalla temperatura
Rapporti acqua-terreno Umidometro a neutroni Basato sul principio che neutroni veloci emessi da una sorgente di Americio-Berillio, vengono rallentati (termalizzati) quando impattano contro uno ione H+. Conoscendo il numero di neutroni emessi dall’apparecchio e contando quelli che ritornano rallentati, dal rapporto tra i due numeri si risale al numero di H+ presenti nel terreno (e quindi all’acqua). Occorre un’accurata taratura. Vantaggi • Affidabile se ben tarata sul terreno in studio • Volume esplorato abbastanza ampio ( 30 cm) • Velocità d’uso Svantaggi • Costosa • Complicati sia l’uso che la detenzione (occorrono vari permessi di non facile acquisizione) • Rischio (minimo) di radiazioni CAVO SCALER TUBO GUIDA SONDA
Rapporti acqua-terreno TDR Tecnologia basata sulla misura della costante dielettrica del suolo, che è correlata con la sua umidità. Il sensore è costituito da conduttori metallici (guide d’onda biassiali o triassiali) infissi nel suolo, attraverso i quali passa un impulso di tensione elettrica emesso dall’apparecchio. La velocità con cui si propaga il segnale lungo la guida permette di ricavare la cost. dielettr. e, quindi, di risalire all’umidità. Anche qui occorre un’accurata taratura. Il volume di terreno esplorato dipende dalla lunghezza delle guide. Abbastanza affidabile (se il T. non è saturo). Anche se egualmente costoso, non presenta le complicazioni di uso e detenzione della sonda neutronica.
Rapporti acqua-terreno Data la notevole variabilità del terreno, per valutare il contenuto d’acqua in un intero appezzamento occorrerà prendere un certo numero di campioni (tanto maggiore quanto maggiori sono la dimensione e la variabilità) per ogni profondità (strato di terreno) CAMPIONAMENTO Ogni punto è la media dei campioni presi a quella profondità. L’umidità media dell’intero profilo si ottiene mediando le varie profondità
Parametri idrologici Capacità Idrica Massima (C. I. M. ): se immergiamo un campione di terreno in acqua, questa vi penetrerà fino ad occupare tutti gli spazi vuoti disponibili (macro e micropori) scacciandone l’aria. Il terreno in tali condizioni si definisce “saturo”, la percentuale di umidità sarà più o meno eguale alla porosità totale e viene detta Capacità Idrica Massima. Capacità Idrica di Campo (C. I. C. ): se lasciamo sgrondare il terreno saturo, tutta l’acqua contenuta nei macropori e trattenuta con una forza inferiore a quella di gravità ne esce (acqua di percolazione o gravitazionale) fino a che nel terreno non resta solo l’acqua contenuta nei micropori e trattenuta con una forza superiore a quella di gravità (acqua capillare). La percentuale di umidità in tali condizioni si definisce Capacità Idrica di Campo ed è la condizione ideale per la crescita delle piante. Punto di appassimento (P. a. ): ulteriori perdite di acqua (per evaporazione o traspirazione) porteranno l’umidità ad un punto (detto P. di appassimento o Coefficiente di avvizzimento) oltre il quale le piante non riescono più ad assorbire acqua.
Parametri idrologici (1) CIM. , CIC e Pa sono valori di UMIDITA’ % in genere riferiti al Peso secco del terreno (Ups). La differenza tra CIM e CIC (CIM – CIC) costituisce l’acqua di percolazione o gravitazionale non disponibile per le piante. La differenza tra CIC e Pa (CIC – Pa), invece costituisce l’acqua (sempre espressa in %) disponibile o utilizzabile per le piante. Ad o Au = CIC – Pa Acqua % C. I. M Acqua gravitazionale Acqua disponibile Acqua non disponibile C. I. C P. a. Il valore di CIM, CIC e Pa dipende dalla porosità del terreno e, quindi, dalla sua struttura e tessitura. In particolare l’Ad cresce passando da un terreno sabbioso ad uno argilloso ben strutturato.
Parametri idrologici (2) Riserva utilizzabile (Ru): E’ l’acqua disponibile (o utilizzabile) per le piante riferita all’unità di superficie del terreno ed espressa in mm o m 3 ha 1 dove Advol = Acqua disponibile in volume (= Adps* d) s = Strato di terreno interessato dalle radici (in mm) Ricordare che: 1 mm = 1 L m-2 =104 L ha-1 =10 m 3 ha-1
Parametri idrologici (3) Potenziale idrico del terreno (Ψt) dove: -Ψt = -Ψm - Ψo + Ψg -Ψm= Potenziale matriciale, negativo, varia con la quantità di acqua presente nel terreno. -Ψo = Potenziale osmotico della soluzione circolante, negativo. +Ψg= Potenziale gravitazionale, positivo, varia con la quota del punto di misura. Relazione tra U% e Ψt Visto che esiste una relazione tra U% e Ψm, possiamo definire la forza con cui l’acqua è trattenuta in corrispondenza dei parametri idrologici precedentemente descritti: CIM, CIC e Pa
Parametri idrologici (4) Alla CIM il Ψt è praticamente nullo ( 0). La CIC (il punto in cui l’acqua cessa di percolare liberamente) non è di facile definizione specialmente nei terreni argillosi. Pertanto non vi è concordanza tra i vari autori che la fissano tra -0. 1 e -0. 3 bar (-10 e -30 k. Pa). Per semplificare è stato assunto convenzionalmente il valore di -0. 33 bar (-33 k. Pa) che è la forza, lievemente superiore a quella di garvità, con cui l’acqua è trattenuta nei pori con = 10 m. Anche per il Pa viene assunto il valore convenzionale di -15 bar (1. 5 MPa), valido per la gran parte delle specie coltivate.
Parametri idrologici (5) Relazione tra U% e Ψm e curve di ritenzione La relazione tra U% e Ψm può essere illustrata con una curva che, dipendendo da porosità, struttura e tessitura, sarà diversa per ogni terreno: La scala dell’asse Y (Ψm) è logaritmica. • Allo stesso valore di potenziale nei diversi terreni corrispondono valori diversi di contenuto idrico. Quindi, uno stesso contenuto idrico assume valore bio-agronomico molto diverso a seconda del tipo di terreno. • L’Ad, che è quella trattenuta con una forza compresa tra -0. 33 e -15 bar, quindi, sarà diversa per i vari terreni.
A = argilla non strutturata; B = argilla ben strutturata C=sabbioso con prevalenza di sabbia fine; D = sabbioso grossolano Molte funzioni sono state proposte per correlare il potenziale matriciale all’umidità del suolo. Tutte sono caratterizzate da alta non linearità. Tra queste la funzione di Campbell (la più semplice, ma in gran parte dei terreni con ottima aderenza ai dati misurati): -b = a( / sat) a è il valore di tensione a cui l’aria può cominciare a entrare nel suolo, b è un parametro empirico
Parametri idrologici (6) Nel grafico sottostante sono riassunte i parametri idrologici ed il loro valore in termini di potenziale idrico e di disponibilità per le piante.
Costruzione delle curve di ritenzione I campioni di terreno saturati vengono posti in una camera a tenuta stagna (Camera di Richards) nella quale viene immessa aria a pressione nota. La pressione che si è creata all’interno spinge l’acqua fuori dal campione finché non viene raggiunto l’equilibrio. Col metodo della doppia pesata si determina l’umidità del campione a quella data pressione. Eseguendo la stessa operazione alle pressioni di 0. 1, 0. 2, 0. 3, 0. 8, 1. 0, 3. 0, 8. 0 e 15. 0 si ottiene una serie di punti ( e U%) che possono essere disposti in un diagramma cartesiano per l’interpolazione della curva. Camere di Richards Per basse e medie pressioni Per alte pressioni
PARAMETRI IDROLOGICI : Valori indicativi Terreno CC PA AU • sabbia pura 2, 6 1, 8 0, 8 • T SL • T LS 6, 9 9, 2 4, 2 5, 2 2, 7 4, 0 • T L 2, 7 6, 3 6, 4 • T F 24, 4 14, 3 10, 1 • T A 45, 9 26, 0 19, 9 FUNZIONI PEDOTRANSFER: Funzioni che consentono la stima dei parametri idrologici partendo dalla tessitura del terreno e/o da altre caratteristiche (s. o. , densità apparente, ecc). Es. funzione di Rawl e Brakensiek
Misura in situ del terreno Tensiometri Schema di un tensiometro Tensiometro commerciale Valido fino a valori di potenziale non superiori a 0. 8 bar. Per valori superiori si deve ricorrere a determinazioni di umidità ed interpolazione sulla curva di ritenzione.
Conducibilità idrica L’acqua nel terreno si muove da punti a potenziale più basso (meno negativo) a punti a potenziale più alto (più negativi) a una velocità determinata dal gradiente di potenziale ( Ψ), dalla distanza (d) e dalla conducibilità (K). Legge di Darcy: K è la conducibilità idrica (o coefficiente di permeabilità o di infiltrazione) tipico di ogni terreno in condizioni di saturazione. Terreno Molto permeabile Permeabile Mediamente perm. K (mm h-1) Terreno K (mm h-1) > 150 Mediocremente perm. 5 -15 50 - 150 Poco permeabile 1. 5 - 5 15 -50 Per. molto bassa < 1. 5
Conducibilità idrica (2) Se il terreno non è saturo, si avrà che K= ( ) o anche K= (Ψ). Tale funzione, inoltre, varierà con porosità e tessitura del terreno. In condizioni di alta umidità (Ψ 0) il moto avviene principalmente nei macropori: nei terreni leggeri (± sabbiosi, alta % di macropori) si avrà conducibilità maggiore rispetto ai terreni argillosi (alta % di micropori). Questi ultimi, per contro, saranno più permeabili dei sabbiosi in condizioni di umidità bassa ( a bassi Ψ diminuisce l’importanza dei macropori ai fini del movimento dell’acqua). 2 b+3 ) (Campbell, et al: K=Ks( / s)
Movimento dell’acqua nel suolo Movim. per capillarità Ψ basso (meno acqua) Infiltrazione Ψ alto Evaporazione Pioggia o Irrigazione Ψ basso (meno acqua e quota inferiore Ψ alto
Tipi di argille Le argille sono silicati di alluminio con struttura lamellare. Sono costituite dall’alternarsi di strati di di cristalli tetraedrici di silicio con strati ottaedrici di Al-OH Elettronegative, assorbono ioni positivi sulla superficie Se c’è spazio tra i foglietti adsorbono ioni anche all’interno 3 tipi principali: Kaolinite: 1 strato tetraedrico alternato a 1 ottaedrico, (argille 1: 1), non entrano tra gli strati né ioni né acqua smectite, tra le quali la montmorillonite, 2 strati tetraedrici alternati a 1 ottaedrico (argille 2: 1); gli spazi interni possono allargarsi: argille rigonfiabili, con altissima capacità di assorbire cationi. Illite: argille 2: 1, ma spazi tra le lamenne limitati e solo il K riesce a entrare, non rigonfiano, gli ioni K rendono rigido il reticolo
Argilla Unità cristalline Superfici esterne adsorbenti 7 a Foglietti di silice foglietti di alluminio Legami forti Superfici esterne adsorbenti Superfici interne adsorbenti 14 -20 A Struttura tipo montmorillonite La kaolinite ha superfici di scambio ridotte: 20 m 2 per grammo La montmorillonite ha 20 m 2 per grammo di superficie esterna, 800 m 2 per grammo tra i foglietti (molto rigonfiabile) La illite consente l’ingresso tra i foglietti del solo ione K+, che rimane bloccato (retrogradazione)
Proprietà delle argille Sono quelle dei colloidi elettronegativi: idrofilia: l’acqua può penetrare tra i foglietti, che possono rigonfiarsi. Ne deriva plasticità, adesività rigonfiabilità Dispersibilità e flocculazione. I colloidi possono presentarsi allo stato disperso, formando una miscela omogenea con l’acqua, si hanno terreni con struttura compatta. Se uno ione positivo neutralizza le loro cariche elettriche negative, tendono a aggregarsi e a flocculare Flocculazione Separazione dei colloidi dall’acqua Aggregazione attorno a elementi sabbiosi Formazione di una struttura (meno adesività, facili lavorazioni) OCCORRE ANCHE L’HUMUS PER UN’AGGREGAZIONE STABILE
Flocculanti e disperdenti + Acidi: flocculanti, liberano H (che però occupa più stabilmente i siti di scambio rispetto a altri ioni) e non flocculano l’humus; la flocculazione dell’argilla da sola non basta, apporto di Ca in suoli acidi) Base forte: l’OH allontana i cationi, e le micelle si respingono) Base debole, invece dell’OH diviene importante il catione (es Ca(OH)2 ++ ++ Cationi bivalenti: elevato potere flocculante sulle argille (Ca , Mg ) Cationi monovalenti: sono attorniati da molte molecole d’acqua, poco + + + potere flocculante sulle argille, nullo sull’humus (Na , K , NH 4 ) Il sodio alcalinizza il mezzo, aumentando gli OH-, forte deflocculante. Bisogna evitare l’apporto di concimi sodici (nitrato di sodio, sylvinite) ai terreni argillosi. grave problema delle argille sodiche si può cercare di lisciviare il Na e apportare gesso (Ca. SO 4) Il potassio è anche un deflocculante, problemi in assenza di Ca
Terreni argillosi Terreno argilloso lavorato Crepacciatura Calanco
Rapporti acqua-terreno Capacità massima Capacità di campo Punto di appassimento Acqua di percolazione Acqua capillare Acqua igroscopica
Terreno naturale Profilo: sezione verticale che va dalla superficie alla roccia madre inalterata Riflette la storia del suolo essendo la risultante di tutti i processi che hanno contribuito alla sua formazione Orizzonti A o eluviale strato superficiale soggetto a dilavamento con trasporto verso il basso di materiali A 0 accumulo i residui vegetali A 1 - A 2 sostanza organica a vari livelli di humificazione B o illuviale zona di accumulo di quanto allontanatosi dalla superficie C -substrato pedogenetico Poca alterazione della roccia madre D roccia madre
Terreno agrario differisce da quello naturale per l’intervento umano: • asportazione dei prodotti, riduzione della sostanza organica • lavorazioni (la più importane modifica alla stratigrafia) • concimazioni e irrigazioni (input supplementari)
Strati di inibizione Talvolta sono presenti nel profilo strati che inibiscono lo sviluppo radicale Strati di inibizione agronomici Crostone: deposito di Ca. CO 3 al limite di percolazione delle acque (puglie, veneto) Ferretto: concrezioni ferruginose per illuviazione Cappellaccio: tufi impermeabili in Campania e Lazio Crostone di lavorazione: specialmente in terreni argillosi, per la pressione del tallone dell’aratro, usato erroneamente sempre alla stessa profondità
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