Organizzazione e amministrazione del servizio sociale Prof ssa

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Organizzazione e amministrazione del servizio sociale Prof. ssa Lucia Consuelo Curella E-mail: l. curella@unimc.

Organizzazione e amministrazione del servizio sociale Prof. ssa Lucia Consuelo Curella E-mail: l. curella@unimc. it lucia. consuelo. curella@gmail. com Orario di ricevimento su appuntamento: Lunedì dalle 18: 00 alle 19: 00

Welfare State: Etimologia, storia ed evoluzione

Welfare State: Etimologia, storia ed evoluzione

Comprendere il significato e l’evoluzione storica insita nell’espressione «Welfare State» ci consente di individuare

Comprendere il significato e l’evoluzione storica insita nell’espressione «Welfare State» ci consente di individuare il sistema entro il quale si sono definiti i singoli servizi ed i modelli organizzativi in cui i medesimi sono collocati.

Welfare state: alcune definizioni Con l’espressione «welfare state» o «Stato di benessere» si indica

Welfare state: alcune definizioni Con l’espressione «welfare state» o «Stato di benessere» si indica il sistema politico, economico e sociale in cui lo Stato assume come propria prerogativa e responsabilità la promozione della sicurezza e del benessere sociale ed economico dei cittadini. Per il politologo Maurizio Ferrara il welfare state comprende “l’insieme delle politiche pubbliche connesse al processo di modernizzazione, tramite le quali lo Stato fornisce ai propri cittadini protezione contro rischi e bisogni prestabiliti, sotto forma di assistenza, assicurazione o sicurezza sociale, introducendo specifici diritti sociali e doveri di contribuzione finanziaria. ” Non esiste welfare state senza la co-partecipazione delle tre istituzioni: Stato, famiglia e mercato.

Quando nasce lo stato di benessere? Dal punto di vista storico si evidenziano quattro

Quando nasce lo stato di benessere? Dal punto di vista storico si evidenziano quattro fasi di sviluppo del welfare state 1870– 1914 Sperimentazione: emergono massicce leggi nazionali finalizzate a vari tipi di “avanzamento sociale”, (es. assicurazione sociale). Questa fase si conclude prima della Grande Guerra e molti programmi vengono poi interrotti o riformulati. Tale sperimentazione trova fondamento nelle tradizionali Poor Laws (leggi sui poveri ‘ 600) che preesistevano in tutte le nazioni. In questa fase il tentativo dei partiti politici era di risolvere la “questione sociale” di natura collettiva. 1914– 1940 Consolidamento: Insieme strutturato e consensuale di politiche sociali. Le assicurazioni sociali costituiscono il nucleo centrale di interventi ed impegni verso i temi dell’occupazione, dell’istruzione e delle politiche abitative. Si sviluppa l’accettazione dei nuovi principi dell’economia keynesiana mentre le politiche sociali cessano di essere viste come pura elargizione dall’alto verso il basso. Si diffonde l’opinione che tali principi siano utili a tutti e non solo alla classe operaia o ai cd. “poveri meritevoli”. Il clima di pericolo e vulnerabilità dettato dalla Prima Guerra Mondiale promuove il raggiungimento di obiettivi, quali: sicurezza, eguaglianza e libertà di mediante un modello di welfare state compatibile con il funzionamento della società e dell’economia.

 1940– 1970 Espansione: fase consolidatasi durante la Grande Depressione e la Seconda Guerra

1940– 1970 Espansione: fase consolidatasi durante la Grande Depressione e la Seconda Guerra Mondiale. Periodo caratterizzato da sviluppo economico ed aumento spesa sociale soprattutto in Europa occidentale. La struttura di base del welfare state (es. programmi nazionali di assicurazione sociale e i servizi sociali) si consolida in virtù delle profonde insicurezze passate. La crescita economica sostenuta facilita la continua espansione della spesa sociale ma gradatamente mina le premesse sulle quali i politici pensavano di costruire il welfare state alla fine della Seconda Guerra Mondiale. La natura stessa del bisogno sociale cui le politiche del benessere dovevano rispondere durante il periodo dell’affluenza era individualizzato e non più un’esperienza a diffusione collettiva. I problemi come salute o vecchiaia colpiscono individui o famiglie isolate e non creano un senso di esperienza collettiva. Inoltre la crescita economica compromette le premesse del welfare state attraverso la graduale erosione di quell’impegno politico necessario per realizzare le politiche sociali e collettive. La politica del welfare state, infatti, rimanere in letargo fintanto che il motore della crescita economica funziona: mentre il prezzo politico dei programmi sociali diminuisce, la necessità di creare e mantenere una forte e decisa coalizione politica a sostegno dell’espansione del welfare state declina. 1970– 1990 Istituzionalizzazione: la cd. l’età dell’oro, caratterizzata da una grande diffusione della copertura dei rischi, dalla necessità di nuove strategie di finanziamento (indebitamento pubblico) e dall’aumento della copertura pubblica. In tale fase storica le famiglie continuano ad avere un ruolo centrale e le donne cominciano a confrontarsi con il “doppio ruolo” o “doppia presenza” (lavoro fuori casa e lavoro/cura in famiglia) e cresce anche la dimensione del mercato anche per l’aumento dei redditi. In questo periodo lo Stato assume un ruolo centrale: la spesa sociale cresce fortemente fino agli anni 1980 e 1990. Si preparano però le condizioni della crisi dello stato sociale, dato la centralità in cui il problema sta nella sostenibilità economico-finanziaria che il welfare state assume in molti Paesi europei. Vengono contestualmente avviate profonde riforme della Pubblica amministrazione, i cui mutamenti dalla seconda metà degli anni Ottanta hanno visto una parallela crescita del Terzo Settore.

Modelli di welfare state Richard Titmuss, insegnante e ricercatore sociale britannico, individua tre principali

Modelli di welfare state Richard Titmuss, insegnante e ricercatore sociale britannico, individua tre principali modelli di welfare. 1. Residual welfare- Modello residuale: lo Stato si limita ad intervenire temporaneamente in risposta ai bisogni individuali quando le istituzioni Mercato e Famiglia non sono in grado di sopperire naturalmente ed entrano in crisi. 2. Reward welfare- Modello remunerativo o ancillare: gli interventi pubblici volti alla protezione riflettono i meriti e i livelli dei lavoratori. 3. Redistributive welfare- Modello redistributivo: lo Stato prevede programmi di intervento che costituiscono prestazioni universali, indipendentemente dal mercato.

Maurizio Ferrara descrive principalmente due modelli sulla scorta delle esperienze europee, ponendo l’attenzione sui

Maurizio Ferrara descrive principalmente due modelli sulla scorta delle esperienze europee, ponendo l’attenzione sui destinatari finali degli interventi e sui temi della protezione sociale e dell’inclusione/esclusione. 1. Modelli occupazionali: interventi frammentari indirizzati a seconda della categoria di lavoratori. All’interno del medesimo modello troviamo il m. occupazionale puro (Belgio, Francia) e m. occupazionale misto (Italia, Irlanda). 2. Modelli universalistici: programmi destinati all’intera popolazione. Gli interventi sono determinati sulla base dei portatori di bisogni tra classi sociali e generazioni.

Crisi del welfare e centralità del Terzo Settore I cambiamenti sociali e demografici: Innalzamento

Crisi del welfare e centralità del Terzo Settore I cambiamenti sociali e demografici: Innalzamento dell’aspettativa di vita ed invecchiamento della popolazione. Mutamenti del ruolo della famiglia e dell’occupazione femminile. Bisogni legati al fenomeno dell’immigrazione. Riduzione della crescita economica dei Paesi sviluppati e diminuzione delle risorse atte a coprire i costi della spesa di welfare. CROLLO del Welfare state Passaggio da WELFARE STATE A WELFARE SOCIETY O WELFARE MIX con il coinvolgimento del Terzo Settore che entra nel sistema delle «Politiche sociali»

 WELFARE SOCIETY Stato regolatore q Varie organizzazioni e agenzie finalizzano la loro azione

WELFARE SOCIETY Stato regolatore q Varie organizzazioni e agenzie finalizzano la loro azione al fine di raggiungere obiettivi di benessere. Enti pubblici e Terzo Settore impiegano le proprie risorse per fornire bene e servizi socioassistenziali in favore della società. WELFARE MIX Stato di servizi q Realizzazione del sistema di welfare affidata a soggetti pubblici e privati secondo i principi di sussidiarietà verticale ed orizzontale che partecipano alla promozione del benessere della comunità locale. q Riforma Titolo V della Costituzione. L. n. 3/2001.

Oggi: il Welfare Generativo Quando si parla di Welfare ci si riferisce alla capacità

Oggi: il Welfare Generativo Quando si parla di Welfare ci si riferisce alla capacità del sistema sociale di uno Stato di garantire a tutti i cittadini la fruizione dei servizi sociali ritenuti indispensabili. Accompagnando alla prima parola il termine “generativo”, ci si riferisce ad un Welfare che sia capace di rigenerare le risorse già disponibili, rendendole disponibili per altre persone. Lo scopo del Welfare Generativo è quello di responsabilizzare le persone che ricevono aiuto, al fine di aumentare l’efficacia degli interventi, delle politiche sociali a beneficio dell’intera collettività. • I pilastri: Solidarietà: la Costituzione italiana inserisce questo valore tra i “doveri inderogabili”, a cui nessun soggetto può sottrarsi. Questo dovere si deve esercitare a vari livelli (politico, economico e sociale). Uguaglianza: questo valore presta attenzione a coloro che vengono definiti “ultimi”, ai fini di consentire a tutti di essere riconosciuti nella loro dignità e ai poveri di essere percepiti come risorsa e non solo come un peso. Responsabilità: esorta i cittadini a interrogarsi sul contributo che ciascuno, per la propria parte, può dare nella realizzazione di qualcosa che si può definire come un bene comune.

Welfare e i servizi alla persona Cosa intendiamo con servizi alla persona ? I

Welfare e i servizi alla persona Cosa intendiamo con servizi alla persona ? I servizi alla persona, specialmente quelli socioassistenziali, si configurano come una molteplicità di interventi e prestazioni che hanno l’obiettivo di rispondere alle diverse esigenze e problematiche di cui gli individui di una società si fanno portatori. Nell’ambito dell’assistenza sociale, sancita all’art. 38 della Costituzione, individuiamo i servizi sociali. Assistenza sociale Insieme di compiti della Pubblica Amministrazione consistenti in interventi volti a rimuovere o contrastare situazioni di bisogno o di disuguaglianza mediante prestazioni e servizi finanziati normalmente tramite la fiscalità generale. Servizi sociali Definiti al Capo II, art. 128 del D. Lgs. 112/98 Per "servizi sociali" si intendono tutte le attività relative alla predisposizione ed erogazione di servizi, gratuiti ed a pagamento, o di prestazioni economiche destinate a rimuovere e superare le situazioni di bisogno e di difficoltà che la persona umana incontra nel corso della sua vita, escluse soltanto quelle assicurate dal sistema previdenziale e da quello sanitario, nonché quelle assicurate in sede di amministrazione della giustizia.

Evoluzione storica dei servizi alla persona e delle organizzazioni I servizi alla persona hanno

Evoluzione storica dei servizi alla persona e delle organizzazioni I servizi alla persona hanno attraversato molteplici fasi storiche nelle quali i medesimi interventi sono stati calibrati, definiti e influenzati dalle condizioni politiche, sociali, economiche e religiose di una società. • Nel Medioevo: i «servizi» erano destinati ai «poveri» e ai «bisognosi» le cui prestazioni erano discrezionali e decise dall’Istituzione ed organizzazione ecclesiastica; • Dal XVII sec. è l’organizzazione Stato che inizia ad intervenire sulla questione assistenza e servizi ai poveri con la promulgazione dei primi interventi legislativi (vedi «Poor law» del 1601 di Elisabetta I); • Nel XVIII con l’Illuminismo si diffonde l’idea che la povertà non sia una condizione immutabile di disuguaglianza tra gli uomini bensì trova fondamento il principio di DIRITTO che lo Stato deve assicurare a tutta la popolazione indistintamente.

IN ITALIA Il XIX secolo diviene il momento storico di fondamentale importanza per ciò

IN ITALIA Il XIX secolo diviene il momento storico di fondamentale importanza per ciò che concerne i servizi alla persona. A cavallo tra fine Ottocento ed inizio Novecento la nascita della previdenza sociale dà il via ad una rivoluzione legislativa in ambito sociale. Legge Crispi (L. n. 6972 del 1890): realizza una parziale laicizzazione delle opere pie attribuendo loro personalità giuridica trasformandole in Istituti pubblici di assistenza e beneficenza (IPAB). Tali organizzazioni erano chiamate a dimostrare di avere mezzi economici adeguati per le finalità istituzionali, predisponendo bilanci preventivi e consuntivi. Ogni atto amministrativo doveva essere sottoposto a controllo. La legge introduce il domicilio di soccorso prevedendo che il soccorso del cittadino indigente spettasse al Comune dove questi avesse dimorato, in modo abbastanza continuativo, negli ultimi 5 anni.

 Durante il periodo fascista, l’assistenza e i servizi alla popolazione erano suddivisi in

Durante il periodo fascista, l’assistenza e i servizi alla popolazione erano suddivisi in due categorie: 1. Assistenza generica assicurata da numerose organizzazioni di beneficenza. Lo Stato inizialmente ha un ruolo marginale, di integrazione e di coordinamento della beneficenza privata. 2. Assistenza specifica garantita da circa 40. 000 enti pubblici che si dividevano in Enti territoriali (Comuni, Province) ed Enti pubblici nazionali(ENAOLI, ONMI, IPAB, INPS, INAIL, ENAL) che agivano sul piano della discrezionalità e non del diritto. Intervenivano in virtù dell’appartenenza ad una categoria giuridica specifica (ciechi, invalidi, orfani, etc). Erano strutture estremamente burocratizzate e verticistiche. Esisteva una sovrapposizione di competenze in alcuni settori (es: assistenza all’infanzia caratterizzata da interventi sia di Comuni che ulteriori Enti pubblici. I finanziamenti erano assegnati non in base alle esigenze da soddisfare ma in relazione alla capacità dei diversi gruppi di ottenere maggiori risorse (potere di pressione).

q L. 281/70 Istituzione delle Regioni a statuto ordinario q DPR 616/77 decentramento amministrativo.

q L. 281/70 Istituzione delle Regioni a statuto ordinario q DPR 616/77 decentramento amministrativo. La norma prosegue il processo di trasferimento alle Regioni, Province e Comuni, di varie funzioni amministrative fino ad allora esercitate a livello centrale dallo Stato e previste dall’art 117 della Costituzione. Principali focus: Vengono soppressi ECA e IPAB infraregionali Sono attribuite ai Comuni funzioni attinenti in materia di interesse locale Il Comune singolo o associato è riconosciuto titolare delle funzioni amministrative relative alla gestione dei servizi socio-sanitari in forma integrata Settori di intervento: Beneficenza pubblica Assistenza sanitaria e ospedaliera Alcune prestazioni già svolte dal Ministero Grazia e Giustizia

q Un evento epocale di trasformazione in materia di servizi alla persona avviene con

q Un evento epocale di trasformazione in materia di servizi alla persona avviene con l’emanazione della L. 833/78 concernente l’istituzione del SSN definita la prima riforma sanitaria. La creazione di un sistema sanitario ha portato con sé alcune novità: Concezione universalistica ed unitaria delle prestazioni; Prevenzione, cura e riabilitazione; Organizzazione e programmazione degli interventi; Istituzione delle Unità Sanitarie Locali; Collaborazione tra apparato sanitario e sociale. E’ proprio in questo frangente che si parla per la prima volta di integrazione socio-sanitaria

Cosa manca? Sistema Sanitario Con la L. 833/78 l’apparato sanitario promuove servizi alla persona

Cosa manca? Sistema Sanitario Con la L. 833/78 l’apparato sanitario promuove servizi alla persona mediante interventi legislativi ad hoc: v L. 405/75: istituzione dei Consultori familiari v L. 180/78: Legge Basaglia, chiusura dei manicomi; v L. 194/78: IVG; v L. D. Lgs 502/92 e D. Lgs 517/93 seconda riforma sanitaria mediante l’aziendalizzazione SSN; v L. 104/92: handicap; v L. 68/99: diritto al lavoro dei disabili; v D. Lgs 229/99: terza riforma sanitaria e creazione del PSN 1998 -2000. Settore socio-assistenziale Manca una riforma dei Servizi Sociali v Dalla legge Crispi del 1890 dovremo aspettare gli anni Duemila per assistere alla nascita della Legge quadro per la realizzazione del «Sistema Integrato di Interventi e Servizi Sociali» , meglio nota come: L. 328/2000 Presupposto normativo della L. 328/00 , il D. Lgs. 112/1998.

La L. 328/2000: cosa prevede in ambito di servizi alla persona? Lo Stato definisce

La L. 328/2000: cosa prevede in ambito di servizi alla persona? Lo Stato definisce i livelli essenziali delle prestazioni (lep); Elencazione delle tipologie di servizi suddivisi per settore di intervento che devono essere presenti in un dato territorio; Competenze rispetto a pianificazione, programmazione e progettazione degli interventi; Pluralismo organizzativo Organizzazioni ed Istituzioni: Comuni, Province, Regioni, Stato, Ambiti Territoriali Sociali, Terzo Settore. Strumenti: Carta dei Servizi, Piano Sociale Nazionale, Piano Sociale Regionale, Piano di Zona; Autorizzazione e accreditamento delle strutture. Partecipazione attiva del cittadino e passaggio di visione da Top Down a Bottom Up.

Alla L. 328/2000 sono seguiti Decreti Legislativi attuativi rispetto ai settori di intervento. Con

Alla L. 328/2000 sono seguiti Decreti Legislativi attuativi rispetto ai settori di intervento. Con la Riforma del Titolo V, L. n. 3/2001 modifica la parte II della Costituzione con l’art. 117 mediante il quale avviene il passaggio di potere legislativo in materia socio-sanitaria dallo Stato alle Regioni. Le politiche socio-assistenziali sono materia legislativa delle Regioni mentre lo Stato ha competenza rispetto alla determinazione dei livelli essenziali delle prestazione (lep) concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio. La Regione Marche ha recepito la L. 328/00 con la L. R. 32/2014 rubricata «Sistema regionale integrato dei servizi sociali a tutela della persona e della famiglia»