IL NUOVO CODICE DELLA CRISI DI IMPRESA RISVOLTI

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IL NUOVO CODICE DELLA CRISI DI IMPRESA RISVOLTI PENALI E TRIBUTARI INTERVENTO RELAZIONE CRISI

IL NUOVO CODICE DELLA CRISI DI IMPRESA RISVOLTI PENALI E TRIBUTARI INTERVENTO RELAZIONE CRISI DI IMPRESA E PROCEDURE DI ALLERTA – ANALISI DI BILANCIO- INDICI -SIMULAZIONI E CASI PRATICI Prof. Massimo Lavelli

PARTE INTRODUTTIVA D. Lgs 12. 01. 19 n. 14 “ Codice della crisi di

PARTE INTRODUTTIVA D. Lgs 12. 01. 19 n. 14 “ Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza” NOMINA ORGANO DI CONTROLLO/REVISORE: art 2477 cod. civile: PER DUE ESERCIZI CONSECUTIVI LE SRL CHE HANNO SUPERATO ALMENO UNO DEI SEGUENTI LIMITI: Totale attivo 4 milioni di euro Ricavi delle vendite e delle prestazioni 4 milioni di euro Dipendenti occupati in media durante l’esercizio : 20 unità

PARTE INTRODUTTIVA Norme in vigore dal 16. 03. 19: Istituzione albo nazionale dei curatori

PARTE INTRODUTTIVA Norme in vigore dal 16. 03. 19: Istituzione albo nazionale dei curatori dei commissari e dei liquidatori Responsabilità degli amministratori in caso di mancata capienza del Patrimonio netto Obbligo dell’imprenditore di istituire un assetto organizzativo adeguato alle dimensioni aziendali Norme in vigore dal 16. 12. 19: Adeguamento statuti e nomina revisori/ organo di controllo Norme in vigore dal 14. 08. 20: Procedure di allerta per l’emersione della crisi attraverso la previsione di specifici indici Tutte le disposizioni che innovano la procedura di gestione della crisi: concordato preventivo, Transazione fiscale, sovraindebitamento, concordato minore, Liquidazione giudiziale, ecc.

PARTE INTRODUTTIVA RESPONSABILITA’ GIA’ IN VIGORE (assetto organizzativo e rilevazione tempestiva della crisi e

PARTE INTRODUTTIVA RESPONSABILITA’ GIA’ IN VIGORE (assetto organizzativo e rilevazione tempestiva della crisi e perdita di continuità aziendale) Gli organi di controllo hanno uno specifico obbligo di vigilanza e la possibilità di attivare strumenti di allerta interni per verificare che gli amministratori prevedano procedure di controllo efficaci e procedure periodiche per la verifica dell’andamento economico e finanziario dell’impresa. Nel caso di comprovati indizi di crisi e inerzia degli amministratori sarà compito dell’organo di controllo/revisore informare l’Organismo di composizione della crisi di impresa costituito presso le Camere di commercio territorialmente competenti.

PARTE INTRODUTTIVA Obblighi di segnalazione (art. 14) a carico degli organi di controllo/revisore hanno

PARTE INTRODUTTIVA Obblighi di segnalazione (art. 14) a carico degli organi di controllo/revisore hanno tempistiche molto strette e rigide e quindi viene dato poco spazio ad una soluzione interna della crisi. Inviare una pec agli amministratori con segnalazione della crisi di impresa. (colloqui precedenti con amministartori) L’obbligo del dovere di segnalare all’Ocri se amministratori non rispondono o diano risposte inadeguate. In caso di risposta adeguata occorre che l’organo amministrativo nei 60 giorni successivi adotti le misure per superare lo stato di crisi ( tempi troppo stretti tra individuare le misure e adottarle) Difficile pensare di preparare un piano industriale che sia in grado di superare lo stato di crisi Deve essere in grado di superare la crisi finanziaria (contatti con creditori per moratorie – stralci ecc) Il tutto è molto difficile si possa attuare nei 90 giorni Si dovrebbero allungare i tempi necessari per una soluzione interna della crisi.

PARTE INTRODUTTIVA VA FATTA PER ISCRITTO, A MEZZO PEC O EQUIVALENTE E DEVE CONTENERE

PARTE INTRODUTTIVA VA FATTA PER ISCRITTO, A MEZZO PEC O EQUIVALENTE E DEVE CONTENERE LA FISSAZIONE DI UN CONGRUO TERMINE ‹ 30 GG IN CASO DI OMESSA O INADEGUATA RISPOSTA O DI MANCATA ADOZIONE NEI 60 GG SUCCESSIVI DELLE MISURE RITENUTE NECESSARIE VALUTAZIONE DELL’ORGANO DI CONTROLLO SEGNALAZIONE ORGANO AMMINISTRATIVO FONDATI INDIZI DI CRISI 30 gg RISPOSTA DELL’ORGANO AMMINISTRATIVO 60 gg L’ORGANO AMMINISTRATIVO DEVE RIFERIRE IN ORDINE ALLE SOLUZIONI INDIVIDUATE E ALLE INIZIATIVE INTRAPRESE INFORMAZIONE ALL’OCRI FORNENDO OGNI ELEMENTO UTILE PER LE RELATIVE DETERMINAZIONI ANCHE IN DEROGA ALL’OBBLIGO DI SEGRETEZZA EX ART. 2407 C. C. TEMPESTIVA SEGNALAZIONE DI FONDATI INDIZI DI CRISI ESONERO DALLA RESPONSABILITA’ SOLIDALE

PARTE INTRODUTTIVA ADEGUARE ATTO COSTITUTIVO E STATUTO NOMINA ORGANO DI CONTROLLO O REVISORE ORGANO

PARTE INTRODUTTIVA ADEGUARE ATTO COSTITUTIVO E STATUTO NOMINA ORGANO DI CONTROLLO O REVISORE ORGANO DI CONTROLLO (CON POTERI PREVISTI DALL’ ART. 2403 C. C. ) O REVISORE UNICO (ART. 14 Dlgs 39/2010) ORGANO DI CONTROLLO ANCHE CON FUNZIONE DI REVISIONE REVISORE ESPRIME PARERE E GIUDIZIO SU BILANCIO 2019 QUANDO ACCETTARE INCARICO IN PROSSIMITA’ DELLA CHIUSURA DI BILANCIO (PRIMA DELLA NOMINA): 1. REQUISITI ORGANIZZATIVI E ORGANIZZAZIONE CONTABILE 2. ANALISI SALDI INIZIALI DI BILANCIO 3. LETTERA DI INCARICO 4. VERIFICA CONTINUITA’ AZIENDALE E BILANCI PER PRIMA ANALISI DEGLI INDICATORI ( E Z SCORE DI ALTMAN) 5. VERIFICA SE POTER AVVALERSI DEL MAGGIOR TERMINE DI APPROVAZIONE (180 GG)

PARTE INTRODUTTIVA Gli obblighi di verifica e controllo tra l’altro non riguardano solo le

PARTE INTRODUTTIVA Gli obblighi di verifica e controllo tra l’altro non riguardano solo le società obbligate alla nomina del revisore ma si applicano anche per tutti gli altri soggetti e in caso di inadempienza la responsabilità graverà sugli amministratori/legali rappresentanti. Gli artt. 15 e 24 del codice della crisi individua degli “INDICATORI” con limiti precisi : Art. 15 c. 2 lett. a) Art. 15 c. 2 lett. b) Art. 15 c. 2 lett. c) Art. 24 c. 1 lett. a) Art. 24 c. 1 lett. b) Debito iva scaduto e non versato da liq. periodica trimestrale pari almeno al 30% del V. Affari del medesimo periodo e non inf. A 25. 000 euro in caso di v. affari della D. Iva anno precedente fino a 2 milioni di euro, non inf. A 50. 000 euro per v. affari anno precedente fino a 10 milioni di euro, non inf. A 100. 000 euro per v. affari anno precedente oltre 10 milioni di euro Ritardo di oltre sei mesi nel versamento dei contributi previdenziali di ammontare superiore alla metà di quelli dovuti nell’anno precedente e maggiori di 50. 000 euro Sommatoria dei crediti affidati all’agente della riscossione o accertati definitivamente e scaduti da oltre 90 giorni superiore a 500. 000 euro per le imprese individuali e 1 milione per le imprese collettive Esistenza di debiti per retribuzioni scaduti da almeno 60 giorni per un ammontare di oltre la metà dell’ammontare complessivo mensile delle retribuzioni Esistenza di debiti v. fornitori scaduti da almeno 120 giorni per un ammontare superiore a quello dei debiti non scaduti

ADEGUATO ASSETTO ORGANIZZATIVO (ART. 2475 C. C. che richiama art. 2086 2 c. )

ADEGUATO ASSETTO ORGANIZZATIVO (ART. 2475 C. C. che richiama art. 2086 2 c. ) L’ORGANO AMMINISTRATIVO HA IL DOVERE “ di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa e della perdita di continuità aziendale nonché di attivarsi senza indugio per l’adozione e l’attuazione di uno degli strumenti previsti dall’ordinamento per il superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale” I requisiti descritti risultano ancor più importanti alla luce del disposto dell’art. 14 del DLgs. 14/2019. Il citato articolo, infatti, impone agli organi di controllo societari, ai revisori e alle società di revisione, ciascuno nell’ambito delle proprie funzioni, di verificare che l’organo amministrativo valuti costantemente, assumendo le conseguenti idonee iniziative, se l’assetto organizzativo è adeguato, se sussiste l’equilibrio economico finanziario e quale è il prevedibile andamento della gestione

ADEGUATO ASSETTO ORGANIZZATIVO (ART. 2475 C. C. che richiama art. 2086 2 c. )

ADEGUATO ASSETTO ORGANIZZATIVO (ART. 2475 C. C. che richiama art. 2086 2 c. ) A tal fine sarà indispensabile dotare la società di sistemi informativi che determino, con una periodicità direttamente proporzionale allo stadio della crisi: gli indicatori della crisi di cui all’art. 13 del DLgs. 14/2019; i debiti scaduti verso dipendenti e fornitori; i debiti scaduti per IVA, contributi previdenziali; i debiti per carichi affidati all’agente della riscossione. L’organo di controllo, nel corso delle verifiche periodiche di cui all’art. 2404 c. c. , dovrà vigilare innanzitutto sull’adeguatezza e concreto funzionamento degli assetti organizzativi e del sistema amministrativo-contabile e, anche tramite scambio di informazioni con il soggetto che svolge la revisione legale, sullo stato degli indicatori della crisi e dell’esposizione debitoria.

ADEGUATO ASSETTO ORGANIZZATIVO (ART. 2475 C. C. che richiama art. 2086 2 c. )

ADEGUATO ASSETTO ORGANIZZATIVO (ART. 2475 C. C. che richiama art. 2086 2 c. ) Organo di controllo/revisori hanno obbligo di controllo se assetto organizzativo è adeguato, se sussiste equilibrio economico e finanziario e il prevedibile andamento della gestione nonché di segnalare (pec) l’esistenza di fondati indizi di crisi. 30 gg di termine affinché gli amministratori riferiscano in merito alle soluzioni e iniziative intraprese. A fronte dell’inerzia dell’organo amministrativo, nei 60 giorni successivi, l’organo di controllo e il revisore dovranno informare senza indugio l’OCRI. La mancata attivazione della procedura potrebbe comportare specifiche responsabilità. L’assoggettamento a revisione contabile di società di piccole dimensioni che hanno esternalizzato la tenuta della contabilità presso uno studio professionale comporta in primo luogo una rivisitazione del mandato professionale. È auspicabile, infatti, inserire apposite previsioni che disciplinino in modo dettagliato: le modalità, i tempi e i contenuti dei flussi informativi intercorrenti tra lo studio e il cliente; i controlli che il cliente opera sui servizi resi dallo studio;

INDICATORI DI CRISI Costituiscono “indicatori di crisi” appositi indici “che diano evidenza della sostenibilità

INDICATORI DI CRISI Costituiscono “indicatori di crisi” appositi indici “che diano evidenza della sostenibilità dei debiti per almeno i sei mesi successivi e delle prospettive di continuità aziendale” per l’esercizio in corso. A questi fini, sono indici significativi quelli che misurano: la sostenibilità degli “oneri dell’indebitamento” con i flussi di cassa che l’impresa è in grado di generare; nonché, l’adeguatezza dei mezzi propri rispetto a quelli di terzi. Costituiscono, altresì, “indicatori di crisi” i ritardi nei pagamenti “reiterati e significativi”, anche sulla base dei limiti previsti (ai fini dell’accesso alle misure premiali) dall’art. 24 del DLgs. 14: Esistenza di debiti per retribuzioni scaduti da almeno 60 giorni per un ammontare pari alla metà dell’ammontare complessivo mensile delle retribuzioni Debiti vs fornitori scaduti da almeno 120 giorni per ammontare > a quello dei debiti non scaduti Superamento nell’ultimo bilancio approvato o comunque per oltre mesi degli indici elaborati ai sensi dell’art. 13 c. 2 e 3 del codice della crisi.

INDICATORI DI CRISI Gli indici della crisi la cui elaborazione è stata demandata al

INDICATORI DI CRISI Gli indici della crisi la cui elaborazione è stata demandata al CNDCEC – rappresentano, quindi, gli strumenti per rilevare gli “squilibri di carattere reddituale, patrimoniale o finanziario”. Conseguentemente, il concetto di “indicatori” riveste una portata più ampia di quello degli “indici”, che, invece, rappresentano confronti tra grandezze finanziarie economico, patrimoniali o finanziarie. Ai fini della selezione degli indici, il CNDCEC ha preso in considerazione i segnali utilizzati in modo diffuso nella pratica aziendalistica e nei modelli di diagnosi precoce dell’insolvenza aziendale, esaminando ratios riconducibili ai seguenti ambiti gestionali: sostenibilità degli oneri finanziari e dell’indebitamento; grado di adeguatezza patrimoniale e composizione del passivo per natura delle fonti; equilibrio finanziario; redditività; sviluppo; indicatori di specifici ritardi nei pagamenti.

INDICATORI DI CRISI Viene, altresì, in rilievo il DSCR (Debt Service Coverage Ratio), il

INDICATORI DI CRISI Viene, altresì, in rilievo il DSCR (Debt Service Coverage Ratio), il cui impiego, nel documento del CNDCEC, è previsto individuando i relativi approcci di misurazione. L’indice, che interiorizza l’ottica “forward looking”, è imposto dall’art. 14 del CCII attraverso la richiesta di una valutazione del prevedibile andamento aziendale. Qualora il DSCR non sia disponibile, o i dati prognostici occorrenti per la sua determinazione siano ritenuti non sufficientemente affidabili (anche dagli organi di controllo), si ricorre – sempreché la situazione di crisi non sia già stata intercettata dal patrimonio netto negativo o dalla presenza di reiterati e significativi ritardi nei pagamenti all’impiego combinato di una serie di cinque indici, con soglie diverse a seconda del settore di attività, che debbono allertarsi tutti congiuntamente.

INDICATORI DI CRISI Si tratta – come specifica il CNDCEC – dell’ultimo nodo dell’albero

INDICATORI DI CRISI Si tratta – come specifica il CNDCEC – dell’ultimo nodo dell’albero di rilevazione, costituito dai seguenti indici: a) indice di sostenibilità degli oneri finanziari in termini di rapporto tra gli oneri finanziari ed il fatturato; b) indice di adeguatezza patrimoniale in termini di rapporto tra patrimonio netto e debiti totali; c) indice di ritorno liquido dell’attivo in termini di rapporto da cash flow e attivo; d) indice di liquidità in termini di rapporto tra attività a breve termine e passivo a breve termine; e) indice di indebitamento previdenziale e tributario in termini di rapporto tra l’indebitamento previdenziale e tributario e l’attivo. L’approccio adottato dal CNDCEC permette di intercettare, progredendo attraverso fasi successive di diagnosi, tutte le situazioni ritenute rilevanti dal co. 1 dell’art. 13 del CCII, ed inoltre tiene conto dei due indici significativi individuati dalla norma. L’approccio metodologico identificato dal CNDCEC è “ad albero” e prevede che: il patrimonio netto negativo è un segnale di crisi; il DSCR calcolato per i prossimi 6 mesi inferiore ad 1 è un segnale di crisi; qualora il patrimonio netto sia positivo ed il DSCR non sia disponibile o non sia affidabile a causa delle non affidabilità dei dati previsionali, si procede all’analisi degli indici settoriali.

INDICATORI DI CRISI IL DSCR (DEBT SERVICE COVERAGE RATIO) – RAPPORTO DI COPERTURA A

INDICATORI DI CRISI IL DSCR (DEBT SERVICE COVERAGE RATIO) – RAPPORTO DI COPERTURA A SERVIZIO DEL DEBITO CAPACITA’ DELL’IMPRESA DI GENERARE RISORSE FINANZIARIE SI SPOSTA OTTICA NON SULL’APETTO PATRIMONIALE E REDDITUALE MA SULL’ASPETTO FINANZIARIO E QUINDI SUL CASH FLOW GENERATO DALL’IMPRESA PER VERIFICARE LA SOSTENIBILITA’ FINANZIARIA DEL DEBITO AZIENDALE. (RENDICONTO FINANZIARIO) DEVE POTER ESSERE IN GRADO DI ESAMINARE IN FORMA DINAMICA E PROSPETTICA LA CAPACITA’ DI RIMBORSO DEL DEBITO DELL’AZIENDA E LA SOSTENUBILITA’ FINANZIARIA DEI PIANI DI SVILUPPO AZIENDALE. UNO STRUMENTO PER VALUTARE LA SOSTENIBILITA’ DELL’INDEBITAMENTO IN OTTICA PROSPETTICA E’ IL DSCR CHE RAPPORTA IL CASH FLOW AZIENDALE CON GLI IMPEGNI FINANZAIRI ASSUNTI IN TERMINI DI QUOTA CAPITALE E INTERESSI NELL’OTTICA DEL RIMBORSO TEMPORALE CONSIDERATO. DSCR= CASH FLOW OPERATIVO – TAX/ FLUSSO FINANZIARIO A SERVIZIO DEL DEBITO CASH FLOW OPERATIVO – TAX = FLUSSO DI CASSA PRODOTTO DALLA GESTIONE CARATTERISTICA AL NETTO DELLE IMPOSTE SUL REDDITO D’ESERCIZIO. TALE GRANDEZZA NEL RENDICONTO FINANZIARIO ( METODO INDIRETTO) E’ IL FLUSSO FINANZIARIO DELLA GESTIONE REDDITUALE (A) FLUSSO FINANZIARIO A SERVIZIO DEL DEBITO = FLUSSO FINANZIARIO PER IL PAGAMENTO DI INTERESSI E QUOTA CAPITALE DEI FINANZIAMENTI NEL PERIODO CONSIDERATO. DSCR > 1 DSCR = 1 DSCR < 1 PER LE BANCHE DOVREBBE ESSERE TRA 1, 20 E 1, 30

INDICATORI DI CRISI CALCOLO DSCR ESEMPIO ce Ricavi oneri operativi personale ebitda amm. ti

INDICATORI DI CRISI CALCOLO DSCR ESEMPIO ce Ricavi oneri operativi personale ebitda amm. ti ebit oneri finanziari ris ante imposte cash flow ebitda +/- Variazione CCN - Investimenti Flusso Cassa Operativo Liquidita' iniziale Flusso Cassa Operativo Rata finanziamento DSCR anno 1 550. 000 - 380. 000 - 50. 000 120. 000 - 20. 000 100. 000 - 5. 689 94. 311 anno 2 550. 000 - 380. 000 - 50. 000 120. 000 - 22. 000 98. 000 - 4. 524 93. 476 anno 3 550. 000 - 380. 000 - 50. 000 120. 000 - 20. 000 100. 000 - 3. 342 96. 658 120. 000 3. 400 - 10. 000 120. 000 - 2. 800 - 120. 000 - 3. 400 - 50. 000 113. 400 117. 200 66. 600 € 113. 400 € 83. 324 € 117. 200 € 83. 324 € 66. 600 € 83. 324 1, 36 1, 41 0, 80

INDICATORI DI CRISI

INDICATORI DI CRISI

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INDICATORI DI CRISI 1. PATRIMONIO NETTO NEGATIVO O SOTTO AL LIMITE LEGALE È un

INDICATORI DI CRISI 1. PATRIMONIO NETTO NEGATIVO O SOTTO AL LIMITE LEGALE È un indice di crisi la presenza: di un patrimonio netto negativo per tutte le imprese; di un patrimonio netto al di sotto del limite di legge, per le società di capitali. PREGIUDICA LA CONTINUITA’ AZIENDALE DELL’ATTIVITA’ RICAPITALIZZAZIONE ANCHE IN GRADO DI COMPENSARE EVENTUALI SQUILIBRI FINANZIARI CONTROLLO DEL PATRIMONIO NETTO SU BASE TRIMESTRALE IN BASE A SITUAZIONI ECONOMICHE E PATRIMONIALI PREVISIONALI

INDICATORI DI CRISI DEBT SERVICE COVER RATIO (DSCR) art. 13 c. 1 Ha natura

INDICATORI DI CRISI DEBT SERVICE COVER RATIO (DSCR) art. 13 c. 1 Ha natura finanziaria – sostenibilita’ del debito con i flussi di cassa generati dall’impresa – se negativo è in grado da solo di far emergere presunzione dello stato di crisi. Il cndcec stabilisce che se inferiore a 1 per i futuri sei mesi la società è in stato di crisi che deve essere gestito dagli amministratori e monitorato dagli organi di controllo. (dati previsionali) Se la società non è in grado di produrre prospetti affidabili il DSCR non è utilizzabile e si dovranno utilizzare gli indicatori settoriali Ci sono 3 approcci di calcolo per il DSCR con orizzonte temporale di almeno sei mesi

INDICATORI DI CRISI 1. Budget di tesoreria da cui poi scaturisce il rapporto tra:

INDICATORI DI CRISI 1. Budget di tesoreria da cui poi scaturisce il rapporto tra: (NECESSARIO AVERE BUDGET TESORERIA) DSCR= DISPONIBILITA’ LIQUIDE + ENTRATE AL NETTO DELLE USCITE IL RISULTATO DEVE ESSERE MAGGIORE DI 1 USCITE PER RIMBORSO FINANZIAMENTI 2. Si considerino, sulla base del rendiconto finanziario OIC 10 prospettico, i seguenti flussi. A. Flussi finanziari derivanti dalla attività operativa non comprensivi degli oneri finanziari B. Flussi finanziari derivanti dall’attività d’investimento Aprile Maggio 190 160 – 20 – 70 C. Flussi finanziari derivanti dall’attività di finanziamento comprensivi degli oneri finanziari DSCR (A+B)/C Marzo 0 – 50 Luglio 100 – 50 Giugno 75 – 120 – 50 Agosto – 50 455 – 190 – 50 Totale – 250 1, 06 Il DSCR, ipotizzando che non vi siano disponibilità liquide iniziali, è superiore a uno e pertanto non vi sono situazioni di allerta.

INDICATORI DI CRISI Si consideri invece il seguente esempio: Marzo Aprile Maggio A. Flussi

INDICATORI DI CRISI Si consideri invece il seguente esempio: Marzo Aprile Maggio A. Flussi finanziari derivanti dalla attività operativa non comprensivi degli oneri finanziari 160 135 – 20 B. Flussi finanziari derivanti dall’attività d’investimento C. Flussi finanziari derivanti dall’attività di finanziamento comprensivi degli oneri finanziari – 50 D. Disponibilità liquide attive utilizzabili DSCR (A+B+D)/C 0 – 80 Giugn o 115 Luglio Agosto 60 – 80 75 – 100 – 80 Totale 525 – 150 – 80 – 400 120 1, 23 Nel secondo caso l’impresa è ha un DSCR superiore ad 1 solo attingendo alle disponibilità liquide utilizzabili. Naturalmente tale caso sarà da monitorare con attenzione da parte di amministratori ed organi di controllo nei mesi successivi in quanto occorrerà verificare l’andamento sia dei flussi derivanti dall’attività sia dei flussi dei finanziamenti. Nel caso in cui non vi siano disponibilità liquide da utilizzare la società dovrebbe attivare i sistemi di allerta in quanto il DSCR è inferiore a 1, come riportato di seguito. Marzo Aprile Maggio A. Flussi finanziari derivanti dalla attività operativa non comprensivi degli oneri finanziari 160 B. Flussi finanziari derivanti dall’attività d’investimento C. Flussi finanziari derivanti dall’attività di finanziamento comprensivi degli oneri finanziari – 50 135 0 Giugn Luglio Agosto o 60 115 75 – 20 – 80 – 100 – 80 DSCR (A+B+D)/C 525 – 150 – 80 D. Disponibilità liquide attive utilizzabili Totale – 400 0 0, 94

INDICATORI DI CRISI Necessario budget economico 3) Per le imprese di piccole dimensioni è

INDICATORI DI CRISI Necessario budget economico 3) Per le imprese di piccole dimensioni è possibile utilizzare per il calcolo del DSCR il cash flow netto Parametri Valori Totale attivo < 8, 8 milioni di euro Ricavi netti < 4, 4 milioni di euro Dipendenti medi < 50 Il modello semplificato di determinazione del valore recuperabile è stato pensato per l’applicazione alle PMI a cui gli OIC si rivolgono e si può utilizzare a condizione che l’impresa per due esercizi consecutivi non superi nel proprio bilancio d’esercizio almeno due dei tre limiti riportati nella Tavola 1. In ogni caso, l’approccio semplificato non è utilizzabile in caso di redazione del bilancio consolidato. Conto economico Euro/000 Ricavi Costi esterni VALORE AGGIUNTO (meno) Costi del Personale MARGINE OPERATIVO LORDO (MOL) Ammortamenti, svalutazioni e accantonamenti (130) REDDITO OPERATIVO (EBIT) Oneri finanziari RISULTATO ANTE IMPOSTE Imposte RISULTATO NETTO 40 Cash flow 170

INDICATORI DI CRISI Il Cash flow è 170. 000, 00 euro (40. 000, 00

INDICATORI DI CRISI Il Cash flow è 170. 000, 00 euro (40. 000, 00 + 130. 000, 00) Nel calcolo del DSCR, a numeratore si utilizza il Cash flow netto mentre a denominatore occorrerà considerare: il flusso di rimborso delle quote capitale (gli interessi sono già compresi nel Cash flow ) il flusso dei debiti operativi (es. fornitori, erario, ecc. ) scaduti patologicamente. Con riferimento all’esempio sopra illustrato, si ipotizzi che la società nei successivi 6 mesi debba rimborsare una rata di un mutuo (quota capitale) pari a 100. 000, 00 euro, mentre i debiti operativi scaduti ammontino complessivamente a 30. 000, 00 euro. Il DSCR è così determinato: (170. 000, 00/130. 000, 00) = 1, 31. In tale situazione, pertanto, il DSCR non segnala la sussistenza di uno stato di allerta.

INDICI DI SETTORE Pubblicati dal CNDCEC sono applicabili in via residuale per l’evidenza dei

INDICI DI SETTORE Pubblicati dal CNDCEC sono applicabili in via residuale per l’evidenza dei segnali di crisi. Se PN è positivo e il DSCR non è applicabile si passa agli indici di settore. Soglie molto basse e la fonte è il bilancio d’esercizio e la segnalazione all’OCRI deve essere fatta se superati nell’ultimo bilancio approvato o comunque per oltre mesi. (Verifica trimestrale degli indici su situazioni patrimoniali ed economiche approvate dall’organo amministrativo) Il documento del CNDCEC identifica i seguenti cinque indicatori da rapportare alle specifiche imprese: indice di sostenibilità degli oneri finanziari; indice di adeguatezza patrimoniale; indice di ritorno liquido dell’attivo; indice di liquidità; indice di indebitamento previdenziale o tributario. Per ciascun indicatore il CNDCEC ha individuato delle soglie differenziate per settori di attività che se violate contemporaneamente per tutti gli indicatori costituiscono un segnale di potenziale situazione di crisi.

INDICI DI SETTORE 1 - INDICE SOSTENIBILITA’ DEGLI ONERI FINANZIARI E DELL’INDEBITAMENTO ONERI FINANZIARI/RICAVI

INDICI DI SETTORE 1 - INDICE SOSTENIBILITA’ DEGLI ONERI FINANZIARI E DELL’INDEBITAMENTO ONERI FINANZIARI/RICAVI – NUMERATORE C. 17 – DENOMINATORE A. 1) PER ONERI FNANZIARI APLICARE OIC 12 Il CNDCEC ha individuato i seguenti parametri, a seconda del codice attività ATECO, con riferimento all’indice di sostenibilità degli oneri finanziari. Il valore, affinché, non vi sia un segnale di crisi, non deve essere superiore a quanto indicato nella Tavola 4 che segue. Settore Oneri finanziari/Ricavi% (A) agricoltura silvicoltura e pesca 2. 8 (B) estrazione (C) manifattura (D) prod. energia/gas 3. 0 (E) forn. acqua reti fognarie rifiuti (D) trasm. energia/gas 2. 6 (F 41) costruzione di edifici 3. 8 (F 42) ingegneria civile (F 43) costr. specializzate 2. 8 (G 45) comm. ingrosso e dett. autoveicoli (G 46) comm. ingrosso (D) distrib. energia/gas 2. 1 (G 47) comm. dettaglio (I 56) bar e ristoranti 1. 5 (H) trasporto e magazzinaggio (I 55) hotel 1. 5 (JMN) servizi alle imprese 1. 8 (PQRS) servizi alle persone 2. 7

INDICI DI SETTORE 2 - INDICE DI ADEGUATEZZA PATRIMONIALE PATRIMONIO NETTO/DEBITI TOTALI Patrimonio netto

INDICI DI SETTORE 2 - INDICE DI ADEGUATEZZA PATRIMONIALE PATRIMONIO NETTO/DEBITI TOTALI Patrimonio netto – crediti vs soci per versamenti ancora dovuti – dividendi deliberati Debiti totali= voce D + ratei e risconti (E) Il CNDCEC ha individuato i seguenti parametri, a seconda del codice attività ATECO, con riferimento all’indice di adeguatezza patrimoniale. Il valore, affinché, non vi sia un segnale di crisi, non deve essere inferiore a quanto indicato nella Tavola che segue. Settore Patrimonio netto/debiti totali % (A) agricoltura silvicoltura e pesca 9. 4 (B) estrazione (C) manifattura (D) prod. energia/gas 7. 6 (E) forn. acqua reti fognarie rifiuti (D) trasm. energia/gas 6. 7 (F 41) costruzione di edifici 4. 9 (F 42) ingegneria civile (F 43) costr. specializzate 5. 3 Settore (G 45) comm. ingrosso e dett. autoveicoli (G 46) comm. ingrosso (D) distrib. energia/gas Patrimonio netto/debiti totali % 6. 3 (G 47) comm. dettaglio (I 56) bar e ristoranti 4. 2 (H) trasporto e magazzinaggio (I 55) hotel 4. 1 (JMN) servizi alle imprese 5. 2 (PQRS) servizi alle persone 2. 3

INDICATORI DI CRISI 3 - INDICE DI RITORNO LIQUIDO DELL’ATTIVO CASH FLOW/ TOTALE ATTIVO

INDICATORI DI CRISI 3 - INDICE DI RITORNO LIQUIDO DELL’ATTIVO CASH FLOW/ TOTALE ATTIVO al numeratore, il Cash flow ottenuto come somma del risultato dell’esercizio e dei costi non monetari (ad. es, ammortamenti, svalutazioni crediti, accantonamenti per rischi), dal quale dedurre i ricavi non monetari (ad. es, rivalutazioni partecipazioni, imposte anticipate); al denominatore il totale dell’attivo dello Stato patrimoniale ex art. 2424 c. c. Il CNDCEC ha individuato i seguenti parametri, a seconda del codice attività ATECO, con riferimento all’indice di ritorno di liquidità dell’attivo. Il valore, affinché, non vi sia un segnale di crisi, non deve essere inferiore a quanto indicato nella Tavola che segue. Settore Cash flow /attivo % (A) agricoltura silvicoltura e pesca 0. 3 (B) estrazione (C) manifattura (D) prod. energia/gas 0. 5 (E) forn. acqua reti fognarie rifiuti (D) trasm. energia/gas 1. 9 (F 42) ingegneria civile (F 43) costr. specializzate 1. 4 (G 45) comm. ingrosso e dett. autoveicoli (G 46) comm. ingrosso (D) distrib. energia/gas 0. 6 (G 47) comm. dettaglio (I 56) bar e ristoranti 1. 0 (H) trasporto e magazzinaggio (I 55) hotel 1. 4 (JMN) servizi alle imprese 1. 7 (PQRS) servizi alle persone 0. 5

INDICATORI DI CRISI 4 - INDICE DI LIQUIDITA’ TOTALE ATTIVITA’ CORRENTI/ PASSIVITA’ CORRENTI (IN

INDICATORI DI CRISI 4 - INDICE DI LIQUIDITA’ TOTALE ATTIVITA’ CORRENTI/ PASSIVITA’ CORRENTI (IN %) AL NUMERATORE VOCE C) + D) AL DENOMINATORE VOCE D) + E) SE SI VUOLE APPROFONDIRE OCCORREREBBE VERIFICARE ANCHE IL MARGINE DI TESORERIA (NON PREVISTO DAL CNDCEC). (ATTIVO CORRENTE – RIMANENZE)/ PASSIVITA’ CORRENTI ( IN %) Il CNDCEC ha individuato i seguenti parametri, a seconda del codice attività ATECO, con riferimento all’indice di ritorno di liquidità dell’attivo. Il valore, affinché, non vi sia un segnale di crisi, non deve essere inferiore a quanto indicato nella Tabella che segue.

INDICATORI DI CRISI Settore Liquidità a breve termine (attività a breve/passività a breve) %

INDICATORI DI CRISI Settore Liquidità a breve termine (attività a breve/passività a breve) % (A) agricoltura silvicoltura e pesca 92. 1 (B) estrazione (C) manifattura (D) prod. energia/gas 93. 7 (E) forn. acqua reti fognarie rifiuti (D) trasm. energia/gas 84. 2 (F 41) costruzione di edifici 108. 0 (F 42) ingegneria civile (F 43) costr. specializzate 101. 1 (G 45) comm. ingrosso e dett. autoveicoli (G 46) comm. ingrosso (D) distrib. energia/gas (G 47) comm. dettaglio (I 56) bar e ristoranti 101. 4 (H) trasporto e magazzinaggio (I 55) hotel 86. 0 (JMN) servizi alle imprese 95. 4 (PQRS) servizi alle persone 69. 8 89. 8 5 - INDICE DI INDEBITAMENTO PREVIDENZIALE O TRIBUTARIO TOTALE DEBITI TRIBUTARI E PREVIDENZIALI/TOTALE ATTIVO AL NUMERATORE VOCE D. 12 DEL PASSIVO ENTRO E OLTRE L’ESERCIZIO. Il CNDCEC ha individuato i seguenti parametri, a seconda del codice attività ATECO, con riferimento all’indice di ritorno di liquidità dell’attivo. Il valore, affinché, non vi sia un segnale di crisi, non deve essere superiore a quanto indicato nella tabella che segue.

INDICATORI DI CRISI Settore (Indebitamento previdenziale + tributario)/ attivo % (A) agricoltura silvicoltura e

INDICATORI DI CRISI Settore (Indebitamento previdenziale + tributario)/ attivo % (A) agricoltura silvicoltura e pesca 5. 6 (B) estrazione (C) manifattura (D) prod. energia/gas 4. 9 (E) forn. acqua reti fognarie rifiuti (D) trasm. energia/gas 6. 5 (F 41) costruzione di edifici 3. 8 (F 42) ingegneria civile (F 43) costr. specializzate 5. 3 (G 45) comm. ingrosso e dett. autoveicoli (G 46) comm. ingrosso (D) distrib. energia/gas 2. 9 (G 47) comm. dettaglio (I 56) bar e ristoranti 7. 8 (H) trasporto e magazzinaggio (I 55) hotel 10. 2 (JMN) servizi alle imprese 11. 9 (PQRS) servizi alle persone 14. 6

INDICATORI DI CRISI Nell’ambito dei segnali che possono identificare una situazione di allerta, qualora

INDICATORI DI CRISI Nell’ambito dei segnali che possono identificare una situazione di allerta, qualora non si possa utilizzare il DSCR e il patrimonio netto sia positivo, si deve verificare il superamento delle soglie previste dal CNDCEC per i seguenti indici, con soglie diverse a seconda del settore di attività, che devono allertarsi tutti congiuntamente: indice di sostenibilità degli oneri finanziari, in termini di rapporto tra gli oneri finanziari ed il fatturato; indice di adeguatezza patrimoniale, in termini di rapporto tra patrimonio netto e debiti totali; indice di ritorno liquido dell’attivo, in termini di rapporto da Cash flow e attivo; indice di liquidità, in termini di rapporto tra attività a breve termine e passivo a breve termine; indice di indebitamento previdenziale e tributario, in termini di rapporto tra l’indebitamento previdenziale e tributario e l’attivo.

INDICATORI DI CRISI In sintesi gli indicatori e le relative modalità di calcolo sono

INDICATORI DI CRISI In sintesi gli indicatori e le relative modalità di calcolo sono riportati di seguito. Indicatore Area gestionale Oneri Include gli interessi e altri oneri finanziari di cui alla voce C. 17 art. 2425 c. c. (ad esem- pio, interessi passivi su mutui, sconti finan- ziari passivi). Include i ricavi netti, ovvero la voce A. 1. Ricavi delle vendite e prestazioni dell’art. 2425 c. c. e, per le società con produzione pluriennale, la voce A. 3 Variazione lavori in corso. Adeguatezza patrimoniale Il patrimonio netto è costituito dalla voce A Stato patrimoniale passivo art. 2424 c. c. , detratti i crediti verso soci per versamenti ancora dovuti (voce A Stato patrimoniale attivo) e i dividendi deliberati sull’utile di esercizio. I debiti totali sono costituiti da tutti i debiti (voce D passivo) di natura commerciale, finanziaria e diversa e dai ratei e risconti passivi (voce E). Patrimonio netto/debiti totali % Liquidità a breve termine (attività a breve/passività breve) % Denominatore Sostenibilità oneri finanziari/ricavi % Numeratore Equilibrio finanziario L’attivo a breve termine è la somma È costituito da tutti i debiti (voce D passivo) delle voci dell’attivo circolante (voce esigibili entro esercizio successivo e dai C) esigibile entro esercizio successivo ratei e risconti passivi (voce E). e i ratei e risconti attivi (voce D).

INDICATORI DI CRISI Redditività Cash flow/attivo % (Indebitamen to previdenziale + tributario)/atti vo %

INDICATORI DI CRISI Redditività Cash flow/attivo % (Indebitamen to previdenziale + tributario)/atti vo % Altri indici di indebitam ento Il cash flow è rappresentato dall’utile (per- dita) di esercizio più i costi non monetari (ad Totale dell’attivo dello Stato esempio, ammortamenti, patrimoniale art. 2424 c. c. svalutazione crediti, accantonamenti per rischi) meno i ricavi non monetari (ad esempio, rivalutazioni partecipazioni, imposte anticipate). L’indebitamento Tributario è rappresentato dai debiti tributari (voce D. 12) esigibili Totale dell’attivo dello Stato entro e oltre l’esercizio patrimoniale art. 2424 c. c. successivo; l’Indebita- mento Previdenziale è costituito dai debiti verso istituti di previdenza e sicurezza sociale (voce D. 13) esigibili entro e oltre l’esercizio successivo. Il documento del CNDCEC indica che “Questi 5 indici hanno significato se contemporaneamente utilizzati, fornendo ciascuno, ove isolatamente considerato, solo viste parziali di eventuali indizi di crisi. La valutazione unitaria richiesta dal Legislatore richiede perciò il contestuale superamento di tutte le 5 soglie stabilite per tali indici.

INDICATORI DI CRISI INDICI SPECIFICI IMPRESE COSTITUITE DA MENO DI 2 ANNI (PN NEGATIVO)

INDICATORI DI CRISI INDICI SPECIFICI IMPRESE COSTITUITE DA MENO DI 2 ANNI (PN NEGATIVO) IMPRESE IN LIQUIDAZIONE (VALORE REALIZZO – DEBITO COMPLESSIVO) START UP INNOVATIVE COOPERATIVE E CONSORZI INDICI PERSONALIZZATI

INDICATORI DI CRISI Esempio numerico degli indici di settore

INDICATORI DI CRISI Esempio numerico degli indici di settore

Z-SCORE ALTMAN L’indicatore Z-Score è uno di questi strumenti e la sua diffusione è

Z-SCORE ALTMAN L’indicatore Z-Score è uno di questi strumenti e la sua diffusione è legata alla possibilità di calcolo grazie al semplice utilizzo dei dati di bilancio delle società. La dimensione assunta dallo Z-Score consente di fornire una valutazione attendibile sulla probabilità di default di una società in un intervallo di 12/24 mesi. Edward Altman, autore dell’ indicatore, lo ha voluto sperimentare con un campione di società costituito per metà da imprese in attività e per metà da società fallite. I relativi risultati, pur non raggiungendo una affidabilità assoluta forniscono comunque livelli di affidabilità molto elevata e superiori al 80%. Inizialmente elaborato per le società quotate, nel 1993, subisce delle modifiche per poterlo impiegare nelle piccole e medie imprese. Lo Z-Score è il risultato di una sequenza di operazioni che coinvolgono cinque variabili o indici di bilancio e cinque moltiplicatori fissi. L’espressione, nella sua forma modificata, è la seguente; Z Score = 0, 717 X 1 + 0, 847 X 2 + 3, 107 X 3 + 0, 42 X 4 + 0, 998 X 5

Z-SCORE ALTMAN In base al valore dello Z-Score la probabilità di fallimento è: alta,

Z-SCORE ALTMAN In base al valore dello Z-Score la probabilità di fallimento è: alta, se lo Z-Score è minore di 1, 23; Bassa (solide) se lo Z-Score è maggiore di 2, 91. Se 1, 23 < Z-Score < 2, 91 il modello identifica una zona grigia in cui i risultati non sono di per sé univoci, ma vanno approfonditi con ulteriori strumenti di analisi. Le voci di bilancio utilizzate per il calcolo dello Z-Score sono: Vendite nette Risultato operativo Attività correnti Capitale investito Passività correnti Passività totali Utile non distribuito

Z-SCORE ALTMAN Mentre gli indici di bilancio che da esse si ricavano (variabili discriminanti)

Z-SCORE ALTMAN Mentre gli indici di bilancio che da esse si ricavano (variabili discriminanti) sono i seguenti: X 1: Capitale circolante netto / Totale attività; X 2: Riserve da utili / Totale attività; X 3: EBIT / Totale attività; X 4: Valore contabile del patrimonio netto / Totale debiti; X 5: Ricavi / Totale attività. La prima variabile (X 1) indica la misura dell’attivo circolante (calcolato come differenza tra attività correnti e passività correnti) rispetto al totale dell’attivo. Risulta evidente che una società che va incontro a perdite operative consistenti avrà una forte riduzione delle attività correnti in relazione al totale delle attività.

Z-SCORE ALTMAN La seconda variabile discriminante (X 2) descrive in che misura le riserve

Z-SCORE ALTMAN La seconda variabile discriminante (X 2) descrive in che misura le riserve di utili finanziano il capitale investito. Tale rapporto identifica il valore, creato dall’azienda, che rimane al suo interno per ulteriori investimenti. Un’ azienda giovane avrà certamente un indice minore rispetto ad un’azienda di più antica costituzione; questo perchè l’azienda giovane non ha avuto ancora il tempo di costituire le proprie riserve e può risultare penalizzata nella valutazione del rischio di fallimento. Ciò rappresenta proprio la situazione reale nella quale le società neo costituite hanno una probabilità di fallimento maggiore nei primi anni della loro attività. La variabile (X 3) individua la redditività del capitale investito prescindendo dalle gestioni finanziaria, straordinaria e fiscale. Questo indicatore misura la vera produttività delle attività di un’impresa, depurata da qualsiasi fattore di leva finanziaria o fiscale. Per tale motivo esso risulta particolarmente appropriato nella definizione della probabilità di insolvenza. La quarta variabile discriminante (X 4) rapporta il valore del capitale proprio (derivante dalla somma del capitale conferito e delle riserve) al totale del passivo. Tale indice mostra di quanto le attività di un’azienda si possono ridurre prima che le passività totali eccedano le attività e si creino le condizioni per il fallimento. Per esempio, una società con un patrimonio netto pari a 2. 000 € e passività per 1. 000 € può sopportare una perdita del valore di oltre due terzi del proprio attivo prima di divenire insolvente. Invece, se la stessa azienda avesse un patrimonio netto pari a 250. 000 € con lo stesso ammontare di passività, diverrebbe insolvente con una riduzione di meno un terzo del proprio attivo. La variabile (X 5) descrive la rotazione del capitale investito (turnover) generato dall’attività di vendita. Esso evidenzia dunque la capacità di un’impresa di generare ricavi con un determinato valore dell’attivo patrimoniale e rappresenta una possibile misura dell’abilità manageriale che caratterizza l’impresa stessa.

Z-SCORE ALTMAN Una variante della funzione discriminante Modifiche dei parametri per le PMI. (Nuova

Z-SCORE ALTMAN Una variante della funzione discriminante Modifiche dei parametri per le PMI. (Nuova funzione dai primi anni 2000) sulla base di un campione di 33 aziende fallite nel 2002 e di 33 aziende non fallite viene stabilita questa funzione Z = 1, 981 X 1+9, 841 X 2+1, 951 X 3+3, 206 X 4+4, 037 X 5 X 1 = (ATTIVITA’ CORRENTI –PASSIVITA’ CORRENTI)/ (IMMOB. MAT. E IMMAT. +Rim. fin. +Att. correnti +liquidità) X 2 = (RISERVA LEGALE + STRAORDINARIA)/ TOTALE ATTIVO X 3 = UTILE OPERATIVO NETTO/TOTALE PASSIVO X 4 = PATRIMONIO NETTO/TOTALE PASSIVO X 5 = RICAVI DI VENDITA/ (IMMOB. MAT. E IMMAT. +RIM. FIN. +ATTIVO CORRENTE+LIQUIDITA’)

Z-SCORE ALTMAN I valori che scaturiscono dalla funzione e che servono per valutare lo

Z-SCORE ALTMAN I valori che scaturiscono dalla funzione e che servono per valutare lo stato di salute di una società possono collocarsi nei seguenti gruppi: un risultato dello Z superiore a 8, 105 indica che la società è finanziariamente in buona o ottima salute; se lo Z risulta inferiore a 4, 846 la società è destinata a modificare pesantemente la sua struttura economico-finanziaria ; se Z risulta compreso tra i valori di 8, 105 e 4, 846 la società si trova in quella zona grigia che si traduce, e non necessariamente in modo impeccabile, con “necessita di cautela nella gestione”.

IPOTESI DI DOCUMENTI RICHIESTI DALL’OCRI SITUAZIONE ECONOMICA E PATRIMONIALE AGGIORNATA RAPPORTI DI LAVORO DIPENDENTE

IPOTESI DI DOCUMENTI RICHIESTI DALL’OCRI SITUAZIONE ECONOMICA E PATRIMONIALE AGGIORNATA RAPPORTI DI LAVORO DIPENDENTE ULTIMI TRE BILANCI CARICHI FISCALI PENDENTI PIANI FINANZIARI E BUDGET DURC INDEBITAMENTO COMPLESSIVO CENTRALE RISCHI ORGANIGRAMMA AZIENDALE PASSIVITA’ POTENZIALI RAPPORTI INTERCOMPANY DURATA CICLO ATTIVO E PASSIVO RAPPORTI CON FORNITORI PORTAFOGLIO ORDINI E EVOLUZIONE CREDITI SCADUTI ( DIVISI PER CATEGORIE) STAGIONALITA’ DEL FATTURATO PIANI DI DILAZIONE FATTORI DI RISCHIO DELL’ATTIVITA’ LINEE DI CREDITO E PREVISIONE FINANZIARIA CON SCADENZE RACCOMANDAZIONI DEI REVISORI AL CDA SCADUTI ERARIALI E CONTRIBUTIVI, RATEIZZAZIONI DECRETI INGIUNTIVI PENDENTI E PROCEDURE ESECUTIVE IN CORSO DISPONILITA’ LIQUIDE ESISTENTI ASSET DISPONIBILI IMPEGNI FUORI BILANCIO ASSUNTI CAPACITA’ PRODUTTIVA