I circhi nel repertorio figurativo antico Giulia Salvo

  • Slides: 42
Download presentation
I circhi nel repertorio figurativo antico Giulia Salvo

I circhi nel repertorio figurativo antico Giulia Salvo

Le fonti letterarie • Giovenale (11, 197 -198): «a oggi il Circo contiene tutta

Le fonti letterarie • Giovenale (11, 197 -198): «a oggi il Circo contiene tutta Roma, e dal frastuono che mi assorda presumo che vincerà la squadra dei verdi» • Plinio (ep. 9, 6): si meraviglia come tante centinaia di uomini possano spendere il loro tempo in maniera tanto infantile, guardando cavalli correre e aurighi stare ritti su carri, impazzendo per la propria fazione • Tertulliano (spect. 16): restituisce una vivida immagine della ‘furia del circo’, allorché l’intera popolazione, eccitata, segue ciecamente lo spettacolo • Ammiano Marcellino (14, 6, 25 -26): descrive i romani che spendono l’intero giorno, dall’alba al tramonto, con la pioggia o il sole, a scrutare i punti di forza o di debolezza dei carri e dei cavalli • Salviano (De gubernatione dei 6, 69 -71) mentre la popolazione di Cartagine impazzisce per i giochi che si svolgono nel circo, i Vandali armati assediano la città

Le corse dei carri • Tipo di spettacolo già in voga nella Roma monarchica,

Le corse dei carri • Tipo di spettacolo già in voga nella Roma monarchica, probabilmente dietro l’influsso del mondo etrusco • A partire dalla tarda età repubblicana le corse avevano luogo in occasione delle maggiori feste religiose (ludi Romani a settembre, ludi Apollinares a luglio e nelle cerimonie legate al trionfo) • In generale gli spettacoli prevedevano la corsa di carri a quattro cavalli, ma sono ben attestate anche le corse bighe (più rari i carri trainati da un altro numero di cavalli); numerose erano le corse che si svolgevano in un singolo giorno (in età imperiale fino a 24 con un massimo di 20 carri contemporaneamente)

Le prime strutture in muratura si datano al II secolo a. C. ; nel

Le prime strutture in muratura si datano al II secolo a. C. ; nel 46 a. C. Cesare fa costruire i primi sedili in muratura. Restaurato da Augusto a seguito di un incendio, per decorare la spina centrale fa inserire nel 10 a. C. un obelisco portato dall’Egitto (dal santuario di Heliopolis); un secondo obelisco sarà aggiunto dal Costanzo II nel 357 d. C. A seguito di un grande incendio il Circo Massimo è stato ricostruito nella sua forma finale da Domiziano e completato dal Traiano nel 103 d. C. Misure: 620 x 140; spettatori: 150. 000

Il segnale di partenza

Il segnale di partenza

Addetti e funzionari del circo Sparsor: incaricato di rinfrescare i cavalli e versare acqua

Addetti e funzionari del circo Sparsor: incaricato di rinfrescare i cavalli e versare acqua sulle assi e sulle ruote dei carri per evitare che prendessero fuoco Hortator: incaricato di incoraggiare i propri aurighi indicandogli la migliore direzione o eventuali pericoli, occasionalmente poteva interferire con gli altri aurighi

Circo di Augusta Emerita (Mérida) Circo di Arelate (Alres) Circo di Leptis Magna in

Circo di Augusta Emerita (Mérida) Circo di Arelate (Alres) Circo di Leptis Magna in Tripolitiania (complesso monumentale in rapporto con l’anfiteatro)

Ippodromo di Costantinopoli Obelisco di Teodosio I (390 -392)

Ippodromo di Costantinopoli Obelisco di Teodosio I (390 -392)

Il ruolo del circo • Ruolo simbolico e ideologico, che raggiunge il suo apice

Il ruolo del circo • Ruolo simbolico e ideologico, che raggiunge il suo apice nel mondo bizantino; ruolo simbolico legato alla cosmologia e al susseguirsi della vita e della morte (12 carceres = 12 mesi dell’anno; 7 giri di pista = 7 giorni della settimana; 4 fazioni = 4 stagioni…) • I giochi del circo assumono sin dall’origine una funzione religiosa: associati diverse divinità (vd. decorazione della spina con statue di divinità e altari, contro cui si scaglia Tertulliano spect. 8), per lo più di origine pastorale; nella pompa di apertura le immagini delle divinità erano portate in processione in una cerimonia religiosa • Nella piena età imperiale e soprattutto nella tarda antichità il circo si carica di significato politico e celebrativo dell’imperatore; nel IV secolo, quando Roma perde il suo ruolo di centralità, le diverse residenze imperiali (Antiochia, Milano, Salonicco, Treviri, Costantinopoli) il binomio palazzo -circo; le corse circensi entrano a far parte del rituale imperiale, divenendo allegoria della perpetua vittoria del principe.

Immagini di circhi e corse di carri • Attestazioni note dalla fine dell’età repubblicana

Immagini di circhi e corse di carri • Attestazioni note dalla fine dell’età repubblicana sino alla tarda antichità, soprattutto nelle province occidentali (meno frequenti in quelle orientali) • Varietà di supporti e contesti: pubblico/privato, domestico/funerario Due grandi categorie: 1. Raffigurazioni di strutture circensi, singole o inserite in contesto narrativo - contesti circensi in immagini a carattere mitologico - immagini ‘realistiche’ entro contesti architettonici ben definiti: corse di carri in contesto narrativo, raffigurazioni del Circo Massimo (monete) 2. Raffigurazioni di elementi legati al mondo del circo in contesto non narrativo (ad es. cavalli, aurighi vincitori…)

Immagini mitologiche con elementi legati al mondo del circo

Immagini mitologiche con elementi legati al mondo del circo

Mosaico dalla sala tricora della villa di Noheda (Cuenca): pannello con corsa dei carri

Mosaico dalla sala tricora della villa di Noheda (Cuenca): pannello con corsa dei carri tra da Pelope ed Enomao a Olimpia (400 d. C. ca. ) Mosaico da Shahba-Philippopolis (Siria) con il mito di Pelope e Ippodiami (III secolo d. C. )

Immagini ‘realistiche’ entro circhi • Immagini di complessi architettonici identificabili (Circo Massimo) • Raffigurazioni

Immagini ‘realistiche’ entro circhi • Immagini di complessi architettonici identificabili (Circo Massimo) • Raffigurazioni con corse di carri in combinazione con strutture od ornamenta circensi • Gli elementi strutturali e architettonici sono spesso riconducibili a un monumento ben preciso (in particolare il Circo Massimo o circhi locali), in alcuni casi rappresentato da un determinato punto di vista Le iconografie restituiscono l’aspetto dell’interno del circo, delle sue strutture, degli ornamenta della spina (funzione pratica, rituale e politica)

Lastra campana (prima metà del I secolo d. C. ) con corse di bighe

Lastra campana (prima metà del I secolo d. C. ) con corse di bighe e quadrighe. Selezione di monumenti della spina: statue di divinità, delphini, strutture merlate non identificabili e mete con ricca decorazione da ricondurre a un restauro di Claudio, che sostituisce le vecchie mete di tufo e legno; manca l’obelisco

I delphini • Inseriti da Agrippa nei pressi delle seconde mete (vicino ai carceres),

I delphini • Inseriti da Agrippa nei pressi delle seconde mete (vicino ai carceres), durante il restauro del Circo Massimo, nel 33 a. C. (? ) come ulteriore meccanismo contagiri insieme alle uova • Elemento celebrativo delle vittorie navali su Sesto Pompeo e omaggio a Nettuno, divinità che da lì a poco avrebbe favorito Augusto e il suo luogotenente nella battaglia di Azio • Funzionamento: meccanismo che prevedeva la caduta dell’acqua che usciva a pressione dalle loro fauci; a partire dal II secolo d. C. i delfini compiono una rotazione di 180° a ogni giro di pista Vd. Cassio Dione (49, 43, 1 -2), Giovenale (2, 6, 588 -592), Tertulliano (spect. 8, 3), Cassiodoro (var. 3, 51, 8)

Gli ova • Principale sistema contagiri: le uova veniva abbassate da un addetto a

Gli ova • Principale sistema contagiri: le uova veniva abbassate da un addetto a ogni giro compiuto (almeno a partire dal 174 a. C. , stando alle fonti letterarie) • Nel sistema di rimandi interni al circo, le uova potevano essere associate alle figure dei Dioscuri e alla connotazione astrale del loro culto, esseri divini a metà tra Inferi e astri. Gli aurighi avevano nei gemelli divini i loro numi protettori Vd. Livio (41, 27, 5 -6), Varrone (rust. 1, 2, 11), Cassio Dione (49, 43, 1 -2), Tertulliano (spect. 8, 3), Cassiodoro (var. 3, 51, 10)

Il Circo Massimo Coniazione emessa da Caracalla nel 213 d. C. per celebrare la

Il Circo Massimo Coniazione emessa da Caracalla nel 213 d. C. per celebrare la conclusione dei nuovi lavori di ristrutturazione e monumentalizzazione Sesterzi di Traiano (103 d. C. ) per celebrare la conclusione dei lavori di ristrutturazione del Circo Massimo

Cibele sul leone • La dea seduta sul leone con corona turrita, scettro nella

Cibele sul leone • La dea seduta sul leone con corona turrita, scettro nella sinistra, mentre con il braccio destro compie il gesto dell’anakalypsis; diventa il signum principale del circo di Roma a partire dall’età traianea, replicato sulle spine dei circhi provinciali • Replica del tipo della spina di età antonina da Villa Doria Pamphilj: riecheggia prototipi tardo classici ed ellenistici La dea s’inserisce nel quadro cosmologico del circo, con i suoi caratteri solari, propagandati in opposizione ai principi umidi della materia rappresentati, nel mito, dalla ninfa con il quale Attis consuma il tradimento

Gemma (inizi III sec. d. C. ) con scena di venatio nel Circo Massimo,

Gemma (inizi III sec. d. C. ) con scena di venatio nel Circo Massimo, rappresentato con una visuale a volo d’uccello dal Palatino. Da notare la riproduzione puntuale dei dettagli architettonici e degli ornamenta della spina Lucerna (175 -225 d. C. ) con corsa di quadrighe nel Circo Massimo, identificabile in base alle puntuali citazioni degli ornamenta presenti sulla spina (mete, Cibele su leone, statua di divinità sul colonna, obelisco, ova. Raffigurazione caratterizzata da una molteplicità di dettagli architettonici (vd. ad es. i carceres) visibili nella loro completezza girando la lucerna; la rotazione circolare dell’oggetto permetteva inoltre di ricreare il ‘movimento’ dei carri

La prospettiva in età greca e romana Roma, Palatino, Casa di Augusto, Sala delle

La prospettiva in età greca e romana Roma, Palatino, Casa di Augusto, Sala delle Maschere (II stile finale) Agatarco di Samo (460 -420 a. C. ): per una tragedia di Eschilo crea prospettive architettoniche e paesistiche, sulla base della convergenza delle linee orizzontali verso un fuoco centrale. L’uso di una sorta di prospettiva lineare rimane confinata nell’ambito degli apparati scenografici teatrali, da cui viene introdotta nella pittura parietale delle case romane. Non si impone però negli altri generi pittorici (vedute mitologiche, paesaggi idillico-sacrali, nature morte…)

La costruzione delle vedute • Interesse per la chiarezza e la precisione di tutti

La costruzione delle vedute • Interesse per la chiarezza e la precisione di tutti gli elementi fondamentali della composizione • Desiderio di costruire una immagine tridimensionale su un piano bidimensionale: scorci audaci visivamente disarmonici, squilibrio tra le forme e misure delle figure • Uso delle potenzialità narrative di più angoli visivi: frequente la cd. ‘visione a volo d’uccello’, in cui alla visuale dall’alto si combinano ulteriori differenti angoli di veduta

Il repertorio funerario Rilievo funerario con corsa di quadrighe nel Circo Massimo (età traianea).

Il repertorio funerario Rilievo funerario con corsa di quadrighe nel Circo Massimo (età traianea). La soluzione per la rappresentazione dei carceres (in diagonale a volo d’uccello) conferisce maggiore profondità alla scena. Più che per un intento narrativo, il rilievo è semmai utilizzato con intento celebrativo, direttamente legato al defunto, che doveva probabilmente essere coinvolto nell’amministrazione circense, forse come dominus di una delle fazioni

La produzione di sarcofagi A partire dalla tarda età adrianea si assiste alla comparsa

La produzione di sarcofagi A partire dalla tarda età adrianea si assiste alla comparsa della serie di sarcofagi con corse di carri nel circo Sarcofagi con Eroti su biga Sarcofagi con aurighi su quadriga (a partire dall’inoltrato III sec. d. C. )

Media età antonina Sarcofagi con Eroti su biga 150 -160 d. C. 170 -180

Media età antonina Sarcofagi con Eroti su biga 150 -160 d. C. 170 -180 d. C.

III secolo d. C. ca. Sarcofagi con corse di aurighi Inizi IV secolo d.

III secolo d. C. ca. Sarcofagi con corse di aurighi Inizi IV secolo d. C. Perduto

Il circo nel repertorio dei sarcofagi • Iconografie standardizzate con impalcature compositive piuttosto simili

Il circo nel repertorio dei sarcofagi • Iconografie standardizzate con impalcature compositive piuttosto simili che si ripetono, con varianti, sulle casse dei sarcofagi • Seppure i dettagli architettonici e gli ornamenta della spina siano ricollegabili a quelli del Circo Massimo, si tratta di dettagli figurativi atti a contestualizzare la scena entro una (generica) realtà circense • Importanza del circo nella società romana del tempo ed elemento che offre una cornice concettuale che può essere utilizzata per riflettere una varietà di idee e metafore • Nel repertorio funerario i ludi circensi acquisiscono un valore escatologico (strettamente collegato al significato cosmologico del circo, come allegoria delle stagioni e del fluire circolare del tempo): le corse dei carri diventano un strumento esaltare la fierezza e il coraggio del defunto, la cui vita è bruscamente interrotta da un incidente mortale (immagini di naufragio); le raffigurazioni diventano metafora della vita umana e del trionfo sulla morte, rappresentato dalla palma stretta dall’auriga vincitore

La produzione musiva • Numerosi pavimenti in tessere restituiscono immagini di circhi entro cui

La produzione musiva • Numerosi pavimenti in tessere restituiscono immagini di circhi entro cui si svolgono le consuete corse dei carri • Le attestazioni coprono un arco cronologico che va dal metà/fine del II secolo d. C. fino al IV secolo d. C. (alcuni es. ancora nel VI secolo) • Provenienza dei mosaici: Africa e Spagna; particolarmente interessanti gli esempi provenienti dalla Tunisia, Silin (Tripolitania), Lugdunum (Gallia), Gerona (Hispania Tarraconensis), Piazza Armerina • Modalità di costruzione delle iconografie e degli espedienti figurativi per la messa in scena degli eventi (narrazione continua) • Visione a volo d’uccello combinata con differenti punti di vista dell’interno dell’area circense; rappresentati gli elementi più importanti della struttura circense spesso con grande minuzia di dettagli, unitamente alle varie attività di assistenti e addetti. Più di tutte le altre fonti iconografiche i mosaici restituiscono (con soluzioni figurative peculiari) l’azione e l’eccitamento per la corsa

Mosaico proveniente da una piccola stanza o vestibolo di una casa di Cartagine (IIIII

Mosaico proveniente da una piccola stanza o vestibolo di una casa di Cartagine (IIIII sec. d. C. ) Solo esempio in cui si raffigura un circo durante lo svolgimento di una corsa secondo una prospettiva interna ed esterna contemporaneamente. NB: presenza di Cibele sul leone, ma NON dell’obelisco sempre presente nelle raffigurazioni di tradizione italica: il riferimento qui non è il circo di Roma, ma quello di Cartagine

Mosaico dalla villa di Uadi Jala a Silin (Leptis Magna), metà/fine del II secolo

Mosaico dalla villa di Uadi Jala a Silin (Leptis Magna), metà/fine del II secolo d. C. Combinazione di differenti angoli visivi e narrazione continua di differenti episodi della corsa; manca l’obelisco, possibile riferimento al vicino circo di Leptis Magna? Da notare la particolare raffigurazione delle due grandi metae: fatte per essere viste in primo piano da coloro che entravano nella sala

Mosaico da Lione (225 d. C. ca. ). Basato sulle strutture di un circo

Mosaico da Lione (225 d. C. ca. ). Basato sulle strutture di un circo locale: vd. ad esempio i carceres, raffigurati nelle forme di semplici strutture in legno; la spina è caratterizzata da due bacini colmi d’acqua in cui, gli unici monumenti che si riconoscono sono i delfini, gli ova, l’obelisco e le mete. Da notare la linea bianca di inizio e di arrivo

Mosaico dalla Villa di Torre di Bell-lloch vicino a Gerona (Spagna; metà-fine del IS

Mosaico dalla Villa di Torre di Bell-lloch vicino a Gerona (Spagna; metà-fine del IS sec. d. C. ): riferimento diretto a Roma soprattutto nei due pannelli con miti di fondazione raffigurati sopra ai carceres (Marte e Rea Silvia, la lupa con i gemelli). Si tratta di elementi figurativi che non sono in rapporto con la reale decorazione del Circo Massimo, ma esprimono simbolicamente l’idea del rapporto con Roma e dell’origine romana dei giochi circensi. Da notare che il mosaicista pone la firma immediatamente sotto i carceres: volontà di segnalare un suo possibile ruolo di editor in una corsa?

Mosaico dalla Casa de la Condesa de Sobradiel (prima metà del IV secolo d.

Mosaico dalla Casa de la Condesa de Sobradiel (prima metà del IV secolo d. C. ). Le modalità di costruzione della scena riecheggiano quelle del repertorio funerario: la porzione superiore della raffigurazione è occupata dalla spina, mentre la parte inferiore, in primo piano, mostra la corsa dei carri (iscrizioni dei nomi di aurighi e cavalli di origine spagnola). Varietà di monumenti che compaiono sulla spina (tra cui anche statue, altari, Cibele sul leone…): il mosaicista ha probabilmente introdotto alcuni elementi desunti dalla decorazione della spina del circo locale, creando così associazioni eclettiche dei monumenti che non riproducono fedelmente la realtà architettonica e topografica del Circo Massimo

Piazza Armerina. La sala biabsidata La visione preferenziale è per chi accede da 11.

Piazza Armerina. La sala biabsidata La visione preferenziale è per chi accede da 11. A destra i 12 carceres: quindi vista dal Palatino. Confermata dalla posizione della Magna Mater di spalle. In mezzo ai carceres porta d’accesso per la pompa proveniente dal Campidoglio, al di sopra della quale il tribunal con l’editor ludi che agita il drappo bianco; sul fastigio statua su quadriga; seguono le statue dei 12 dei; ai lati di ciascun carcer piccole erme Sullo sfondo templi di Roma o di Cerere (al centro) di Ercole (a dx) di Giove a sx; nell’abside opposta porta trionfale. La spina presenta da sud verso nord la meta, un piccolo edificio, le 7 uova, un castellum aquae, la Magna Mater, l’obelisco di Augusto (elemento cronologico: il secondo obelisco fu posto nel 357 da Costanzo II), un edificio rotondo, una colonna tortile. Nell’arena 12 quadrighe con i colori delle 4 fazioni (prasina, russata, albata, veneta)

Il committente • Massimiano o Massenzio (Settis) • Procurator imperiale (Di Vita) • Prefetto

Il committente • Massimiano o Massenzio (Settis) • Procurator imperiale (Di Vita) • Prefetto al pretorio (Ragona) • Dux (Torelli) • Governatore della Sicilia (Cracco Ruggini; Carandini) L’ipotesi avanzata attribuisce la villa a L. Aradio Valerio Proculo Populonio, figlio di Aradio Rufino, di origine africana e prefetto urbano nel 312/13; imparentato per parte di madre con i Valerii (uno dei quali fu prefetto urbano nel 319 -23) (la prefettura dei parenti giustifica la prospettiva dal Palatino. La carriera di Proculo Populonio: questore nel 312/13 (N. B. : in quegli anni Costantino era a Roma); pretore nel 315/18; legatus propraetore della provinica Numidia nel 319; praeses Byzacenae fra 319 -24; consularis Europae et Thraciae fra 324 -27; consularis Siciliae fra 32731; comes ordinis primi et secundi 330 -31; proconsole della provincia Africa fra 331 -33; prefetto urbano nel 337; consul ordinarius nel 340; prefetto urbano nel 351

N La palestra biabsidata (m 21. 50 x 5. 40) I templi e i

N La palestra biabsidata (m 21. 50 x 5. 40) I templi e i carceres del circo posti nell’abside nord

Lato sud: meta (tre colonne coniche di bronzo dorato); piccolo edificio ligneo; le 7

Lato sud: meta (tre colonne coniche di bronzo dorato); piccolo edificio ligneo; le 7 uova; castellum aquae; Magna Mater; obelisco. Naufragium Lato nord: davanti all’ingresso piccolo edificio rotondo e le 7 uova

Particolare della spina con Cibele vista di spalle (un unicum, gli dei in tutte

Particolare della spina con Cibele vista di spalle (un unicum, gli dei in tutte le rappresentazioni vengono sempre raffigurati di faccia)

Lato ovest: particolare dell’obelisco, delle statue sulla spina, delle vasche. Suonatore di tuba e

Lato ovest: particolare dell’obelisco, delle statue sulla spina, delle vasche. Suonatore di tuba e personaggio che consegna la palma al vincitore. La presenza di un solo obelisco è elemento di datazione (ante 357 d. C. ).

Mosaico da Gafsa ( Tunisia), IV secolo d. C.

Mosaico da Gafsa ( Tunisia), IV secolo d. C.

Il circo nel repertorio musivo • Acquisisce un significato forte in chiave di autorappresentazione

Il circo nel repertorio musivo • Acquisisce un significato forte in chiave di autorappresentazione del dominus • A differenza dei sarcofagi, i mosaici riproducono contesti architettonici circensi chiaramente identificabili (Circo Massimo o circhi locali) • Più che riconoscere una volontà di illustrare specifiche corse o commemorare la munificenza del dominus nell’offrire i giochi, è probabile che il committente voglia indicare al visitatore l’appartenenza a una classe sociale le cui prerogative includevano la partecipazione ai giochi del circo come magistrato e l’emanazione di giochi tramite elargizioni (fa eccezione Piazza Armerina)

I circhi nel repertorio iconografico • Elementi architettonici più o meno complessi (ornamenta, spina,

I circhi nel repertorio iconografico • Elementi architettonici più o meno complessi (ornamenta, spina, struttura circense) singoli o inseriti nel contesto narrativo della corsa, spesso resi in maniera puntuale e fedele • La fonte principale di ispirazione è certamente il Circo Massimo, in alcuni casi riprodotto ‘fedelmente’ e volutamente (monete, Piazza Armerina…) • Tuttavia, nella maggior parte dei casi si tratta di iconografie riproducono elementi reali desunti dalla quotidianità, combinandoli variamente insieme (secondo modelli ampiamente circolanti) senza che vi sia un voluto riferimento a una struttura circense o a una gara specifici (cd. ad es. i sarcofagi) • Le iconografie seguono dei modelli che si ripetono con varianti a seconda delle richieste del committente e della bravura degli artigiani. La maggior parte delle versioni iconografiche sono varianti di modelli stabiliti e consolidati • In alcuni casi le varianti possono essere dettate dall’ispirazione ad architetture locali (mosaici di Lione e Cartagine) • Le immagini restituiscono una cornice immediatamente comprensibile e familiare, che consente il suo riconoscimento da parte degli osservatori anche quando non hanno effettiva familiarità con strutture circensi monumentali