Crema 7 marzo 2016 Cremona 10 marzo 2016

  • Slides: 50
Download presentation
Crema, 7 marzo 2016 Cremona, 10 marzo 2016 L’alternanza scuola lavoro per la costruzione

Crema, 7 marzo 2016 Cremona, 10 marzo 2016 L’alternanza scuola lavoro per la costruzione di una didattica fondata sull’acquisizione di competenze Aldo Tropea

Il rapporto tra contenuti e competenze: una questione europea esistono in Europa tre tipologie

Il rapporto tra contenuti e competenze: una questione europea esistono in Europa tre tipologie fondamentali di relazioni tra contenuti disciplinari e competenze nei curricoli 1. Quella tradizionale che mette al centro i contenuti descritti sotto forma di saperi 2. Quella che mette al centro lo studente in una prospettiva costruttivista, che vede come essenziale il processo metodologico di assunzione degli apprendimenti, più che i contenuti 3. Quella che vede al centro gli obiettivi di apprendimento descritti in termini di competenze, generalmente fissate da istanze esterne ( es. il mondo del lavoro) Quella italiana prevalente è stata fino ad ora la prima, la seconda e la terza sono quelle che si sta tentando di far passare con le “indicazioni per il curricolo” della scuola di base, in parte con le “Indicazioni nazionali per i licei” e, più marcatamente, nelle Linee. Guida per l’istruzione tecnica e professionale) Aldo Tropea

C’è una stretta relazione tra modello curricolare e organizzazione della didattica La forza dell’impianto

C’è una stretta relazione tra modello curricolare e organizzazione della didattica La forza dell’impianto gentiliano stava (sta? ) proprio nella coerenza tra contenuti e modalità di organizzazione del tempo -scuola, degli ambiti di progettazione e valutazione, del modo di concepire la collegialità come veste giuridico-formale delle decisioni e non come corresponsabilità educativa Era, insomma, costruito a misura del singolo docente e della sua capacità di insegnare la sua disciplina nella sua aula, in quella che Piero Romei chiamava “l’organizzazione a pettine”: tanti individui e un responsabile della legittimità delle procedure, il Preside Aldo Tropea

 Il modello gentiliano della sequenza segmento disciplinare più segmento disciplinare riproduce quello dell’

Il modello gentiliano della sequenza segmento disciplinare più segmento disciplinare riproduce quello dell’ “ordo studiorum” dei Gesuiti ( anche se il loro Ginnasio aveva – e non lo nascondeva - una robusta finalità professionalizzante)

Ma questo modello presupponeva un tipo di studente che non esiste più, per un

Ma questo modello presupponeva un tipo di studente che non esiste più, per un insieme di fattori convergenti • Non esiste più un monopolio dell’agenzia formativa scuola • I meccanismi stessi dell’apprendimento sono radicalmente modificati dallo sviluppo delle nuove tecnologie • Come dimostrano le ricerche delle neuroscienze, la percezione umana appare immersa nella dinamica dell’azione, per cui esiste un nesso assai stretto tra percezione, azione e progetto • Le cose e i processi con i quali entriamo in contatto vengono appresi in modo significativo quando acquistano un senso funzionale al progetto d’azione che intendiamo attivare e sviluppare. • Diventa infine sempre più determinante, anche come riferimento valoriale, il gruppo dei pari, reale o virtuale

Che scuola vorrebbero gli studenti? Marc Prensky , l’informatico che ha inventato il termine

Che scuola vorrebbero gli studenti? Marc Prensky , l’informatico che ha inventato il termine “nativi digitali”, ha svolto un’indagine rivolta a studenti di tutti i ceti sociali, di tutte le età, di tutte le nazionalità. Norberto Bottani ha così sintetizzato le loro risposte: • non tollerano più lezioni cattedratiche; • vogliono essere “rispettati”, vogliono che si abbia fiducia in loro, tenendo conto delle loro opinioni, delle loro passioni e dei loro interessi; • vogliono lavorare con i loro coetanei, in gruppi di lavoro, per realizzare progetti; • vogliono prendere decisioni ed essere coinvolti nel controllo dell'esecuzione; • vogliono essere collegati con i loro coetanei per cooperare e competere; • vogliono che l'educazione sia anche legata alla realtà.

Quest’ultimo aspetto è tuttavia molto problematico Spesso infatti la realtà virtuale interferisce con quella

Quest’ultimo aspetto è tuttavia molto problematico Spesso infatti la realtà virtuale interferisce con quella reale rappresentata da un territorio, dalle sue opportunità e dai suoi problemi Non è un problema da poco, perché non possiamo neppure pensare alla realtà come qualcosa di limitato al nostro quartiere o alla nostra città. Per la formazione si pone dunque il problema di essere “sensata”, capace cioè di riempire il baratro che separa oggi sempre più spesso il “curricolo di scuola” dal “curricolo di vita”, utilizzando certo gli strumenti della grande rete telematica, ma al tempo stesso ricucendo il rapporto con il mondo, con il lavoro, con i problemi del

I colori della realtà virtuale Secondo molti studiosi, la realtà virtuale costituita dalle immagini

I colori della realtà virtuale Secondo molti studiosi, la realtà virtuale costituita dalle immagini diramate dalla rete e l’apparente facilità del loro controllo e della loro ripetibilità creano nei giovani un senso di onnipotenza e un coinvolgimento emotivo che provocano un effetto straniamento rispetto a quello che avviene a scuola, che appare del tutto insignificante anche a ragazzi intellettualmente dotati e non socialmente a rischio A fronte di questo fenomeno, che non è solo italiano, a livello pedagogico e di pratica didattica si scontrano due linee di tendenza contrapposte: il lassismo (abbassare l’asta, concedere recuperi, etc. ) che però rinuncia a stimolare e coinvolgere i giovani e finisce con l’aggravare il distacco tra la realtà e le formule scolastiche Il rigorismo disciplinare che sembra proteggere l’insegnamento, ma semplicemente rimuove il problema, trasferendolo altrove e perpetuando il disprezzo per il lavoro e la FP, “refugium peccatorum” Aldo Tropea

la responsabilità di rispondere a una simile questione non può essere consegnata tutta agli

la responsabilità di rispondere a una simile questione non può essere consegnata tutta agli insegnanti Naturalmente le cause del disagio e dell’insuccesso non solo sono interne alla scuola: la società civile, prima ancora di quella politica, sembra non riconoscere più vera centralità alla formazione, e le famiglie le chiedono cose spesso tra loro contraddittorie, ondeggiando tra sfiducia e delega Quanto alla mancanza di senso, essa è prima di tutto del mondo adulto però… Questa chiamata di correo non può esimerci dal riflettere sul nostro modo di insegnare e di fare ciò che è possibile fare sia da professionisti specialisti del rapporto didattico L’insegnamento per l’acquisizione di competenze e l’assunzione di una responsabilità collegiale che coinvolge tutti e interroga ciascuno secondo modalità di lavoro sostenibili rappresentano il contributo che la formazione può dare oggi non solo allo sviluppo economico, ma anche alla crescita delle persone in senso personale e sociale. Aldo Tropea

Ricostruire il rapporto con il reale: comprendere che è cambiato il lavoro Le Una

Ricostruire il rapporto con il reale: comprendere che è cambiato il lavoro Le Una “terziarizzazione” del lavoro anche produttivo di beni materiali Dall’ultimo ventennio del secolo ventesimo, è in corso una trasformazione radicale e drammatica della qualità del contenuto del lavoro in senso diagnostico-interpretativo ( Consoli) Una crescente quantità di conoscenza inglobata anche in in attività “semplici” Una riduzione dei livelli gerarchici aziendali (Meghnagi)

E contestualmente, ai giovani si richiede di q comunicare in maniera tecnicamente corretta q

E contestualmente, ai giovani si richiede di q comunicare in maniera tecnicamente corretta q comunicare in maniera efficace q interpretare i contesti q ricercare informazioni q saperle utilizzare per risolvere problemi q esercitare ed accettare il coordinamento q organizzare il proprio lavoro q documentare il proprio lavoro E AGLI INSEGNANTI ?

La mancanza di orientamento scolastico e professionale come causa di disoccupazione • Il rapporto

La mancanza di orientamento scolastico e professionale come causa di disoccupazione • Il rapporto Mc. Kinsey “Studio ergo Lavoro”, pubblicato due anni fa ( ma sappiamo che la situazione non è purtroppo molto cambiata da allora), ricorda che in Italia 2. 600. 000 under 30 non studiano non lavorano e che la probabilità di essere disoccupato per un under 30 è 3, 5 volte superiore a quella di un over 30 • il 40% della disoccupazione giovanile non dipende dal ciclo economico. Le prime due cause di questo fenomeno sono indicate nello sbilanciamento esistente tra la domanda delle imprese e le scelte dei giovani e la carenza di competenze adeguate ai bisogni del sistema produttivo. Al momento della decisione, solo il 38% dei giovani intervistati era al momento della scelta informato circa le reali opportunità di occupazione del settore intrapreso. Quanto alla preparazione, il 58% delle imprese giudica inadeguato il livello di preparazione dei neo-assunti, essenzialmente a causa della scarsa presenza di esperienze pratiche nel curricolo scolastico. Rispetto alla media europea, l’Italia presenta un deficit rilevante sia nelle competenze tecniche specifiche, sia in quelle generali Aldo Tropea

Dal Rapporto Assolombarda 2014 sulla domanda di competenze delle imprese • La richiesta di

Dal Rapporto Assolombarda 2014 sulla domanda di competenze delle imprese • La richiesta di specializzazione professionale non identifica una domanda troppo parcellizzata, perché la specializzazione prende valore quando si accompagna ad una qualificazione più ricca e articolata. • I profili specializzati non sono "poveri", non sono costituiti cioè da poche competenze molto rilevanti, ma presuppongono sempre la padronanza dell'intero processo produttivo, del contesto in cui si lavora, e di conoscenze metodologiche di base. • La presenza, per alcuni profili, di un insieme coeso di competenze molto rilevanti non ne esclude altre: l'azienda non legge lo specialista come chi fa bene un compito ma come chi dà un apporto specializzato all'intero processo • Inoltre, le competenze comuni (che, rappresentano la declinazione nell’attività professionale delle competenze di cittadinanza il cui sviluppo è una precisa priorità delle politiche europee dell’istruzione) hanno ampio spazio nelle indicazioni delle imprese: questa è un’indicazione di segno contrario rispetto a quanto talvolta si teme, il rischio cioè di “appiattire” l’offerta formativa della scuola su una domanda aziendale di specializzazione del tutto congiunturale

Competenze comuni e competenze specifiche • E’ stato calcolato che nel 2020 più del

Competenze comuni e competenze specifiche • E’ stato calcolato che nel 2020 più del 40% di lavoratori americani saranno “free-lancer”, ossia piccoli liberi professionisti, caratterizzati dalla proiezione a risolvere i problemi, sviluppando soluzioni sempre diverse … La scuola ha il dovere di educare all’imprenditorialità • Ma questo non vuol dire che non contino le competenze specifiche e quelle più specificamente manuali. Le professioni che richiedono doti manuali, unite anche all’”estro”, sono proprio quelle che nei prossimi anni saranno al top della lista tra i lavori più difficili da reperire sul mercato • In altre parole non serve un elettricista per montare la presa elettrica, un lavoro che richiede pochissime competenze, ma un elettricista che sappia (e voglia) progettare un impianto per consumare meno e illuminare meglio. • Un singolo computer può contenere tutti i dati necessari per gestire il business: occorre qualcuno che lo sappia gestire ( Stefano Cianciotta- Mauro Paganini“ Allenarsi per il futuro –Idee e strumenti per il lavoro che verrà“ Rubbettino Editore)

un’altra idea di formazione Aldo Tropea

un’altra idea di formazione Aldo Tropea

Luigi Venerdì scorso Luigi stava andando a scuola Era veramente preoccupato per la lezione

Luigi Venerdì scorso Luigi stava andando a scuola Era veramente preoccupato per la lezione di matematica L’ultima volta non era riuscito a tenere la classe sotto controllo L’insegnante di matematica era stato poco gentile a dargli quell’incarico Dopo tutto questi non sono compiti un bidello che spettano ad

PBL Problem Based Learning (Barrows & Tamblin, 1980) … la logica si capovolge: i

PBL Problem Based Learning (Barrows & Tamblin, 1980) … la logica si capovolge: i problemi sono il fulcro e sono loro che spingono lo studente ad impossessarsi dei contenuti necessari a risolverli. è probabilmente la più importante innovazione pedagogica dell’ultimo ventennio. (Jonassen, 2003) Ma perché questo avvenga, è indispensabile che venga coinvolto l’emisfero destro del cervello, quello deputato ai sentimenti e alla creatività

Le “regole” di questa relazione didattica sono “potenti” nell’innescare il cambiamento LA PROGETTAZIONE DI

Le “regole” di questa relazione didattica sono “potenti” nell’innescare il cambiamento LA PROGETTAZIONE DI ATTIVITA’ ESIGE DI ESSERE CONDIVISA E PRESUPPONE QUINDI COOPERAZIONE • tra le discipline • tra gli adulti esperti, interni ed esterni alla scuola • tra gli esperti e gli allievi IMPLICA UN PATTO DI LEALTA’ ESIGE UNA PREVISIONE: • delle risorse professionali disponibili • dei tempi, delle scadenze e delle verifiche 19

Il rapporto con il lavoro, nelle sue diverse modalità, è uno degli strumenti –

Il rapporto con il lavoro, nelle sue diverse modalità, è uno degli strumenti – oggi forse il principale - per attuare questo capovolgimento di prospettiva dell’insegnamento e per ri-motivare i giovani allo studio Si tratta di pensare ai luoghi di lavoro come contesti cognitivi, sedi di relazioni sociali fondamentali per fornire agli allievi conoscenze aggiornate sull’organizzazione del lavoro, sulla cultura d’impresa, sui mercati di riferimento, sulle norme che regolano i contratti e il lavoro, sull’idea di sviluppo sostenibile Aldo Tropea

 E’ , quindi, prima di tutto, una risposta di metodo alle sfide poste

E’ , quindi, prima di tutto, una risposta di metodo alle sfide poste dalla complessità • La complessità della domanda formativa impone di non tagliare a pezzi, ma di interconnettere, di moltiplicare gli strumenti conoscitivi e i soggetti dell’azione educativa sottoponendo a vaglio critico quelli esistenti • L’alternanza formativa, praticando di necessità l’integrazione non occasionale tra scuola, famiglia e territorio, comincia a dare una risposta di metodo, che è di natura culturale e pedagogica, ma anche organizzativa e gestionale • Il processo di apprendimento si avvale infatti del contributo del lavoro produttivo nel luogo in cui esso propriamente si svolge, senza depotenziarne l’alterità ma valorizzandone i saperi impliciti • Stimola il processo di integrazione dei saperi, delle risorse e delle pratiche • Esige il riconoscimento dei soggetti e delle reciproche convenienze USR Lombardia - Aldo Tropea 2009

Le finalità dell’alternanza secondo la Guida Operativa a) attuare modalità di apprendimento flessibili e

Le finalità dell’alternanza secondo la Guida Operativa a) attuare modalità di apprendimento flessibili e equivalenti sotto il profilo culturale ed educativo, rispetto agli esiti dei percorsi del secondo ciclo, che colleghino sistematicamente la formazione in aula con l'esperienza pratica; b) arricchire la formazione acquisita nei percorsi scolastici e formativi con l'acquisizione di competenze spendibili anche nel mercato del lavoro; c) favorire l'orientamento dei giovani per valorizzarne le vocazioni personali, gli interessi e gli stili di apprendimento individuali; d) realizzare un organico collegamento delle istituzioni scolastiche e formative con il mondo del lavoro e la società civile, che consenta la partecipazione attiva dei soggetti di cui all'articolo 1, comma 2, nei processi formativi; e) correlare l'offerta formativa allo sviluppo culturale, sociale ed economico Aldo Tropea del territorio

Le fonti normative : la legge 53/03, art. 4 Art. 4. (Alternanza scuola-lavoro) 1.

Le fonti normative : la legge 53/03, art. 4 Art. 4. (Alternanza scuola-lavoro) 1. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 18 della legge 24 giugno 1997, n. 196, al fine di assicurare agli studenti che hanno compiuto il quindicesimo anno di età la possibilità di realizzare i corsi del secondo ciclo in alternanza scuola-lavoro, come modalità di realizzazione del percorso formativo progettata, attuata e valutata dall'istituzione scolastica e formativa in collaborazione con le imprese, con le rispettive associazioni di rappresentanza e con le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, che assicuri ai giovani, oltre alla conoscenza di base, l'acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro, il Governo è delegato ad adottare, entro il termine di ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge e ai sensi dell'articolo 1, commi 2 e 3, della legge stessa, un apposito decreto legislativo Aldo Tropea

Le fonti normative : il D. Lgs 77/2005 (art. 1) 1. Il presente decreto

Le fonti normative : il D. Lgs 77/2005 (art. 1) 1. Il presente decreto disciplina l'alternanza scuola-lavoro, di seguito denominata: «alternanza» , come modalità di realizzazione dei corsi del secondo ciclo, sia nel sistema dei licei, sia nel sistema dell'istruzione e della formazione professionale, per assicurare ai giovani, oltre alle conoscenze di base, l'acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro. Gli studenti che hanno compiuto il quindicesimo anno di età, salva restando la possibilità di espletamento del diritto-dovere con il contratto di apprendistato… possono presentare la richiesta di svolgere, con la predetta modalità … , l'intera formazione dai 15 ai 18 anni o parte di essa, attraverso l'alternanza di periodi di studio e di lavoro, sotto la responsabilità dell'istituzione scolastica o formativa. 2. I percorsi in alternanza sono progettati, attuati, verificati e valutati sotto la responsabilità dell'istituzione scolastica o formativa, sulla base di apposite convenzioni con le imprese, o con le rispettive associazioni di rappresentanza … Aldo Tropea

Le fonti normative : il D. Lgs 77/2005 (artt. 4 -5) 1. I percorsi

Le fonti normative : il D. Lgs 77/2005 (artt. 4 -5) 1. I percorsi in alternanza hanno una struttura flessibile e si articolano in periodi di formazione in aula e in periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro, che le istituzioni scolastiche e formative progettano e attuano sulla base delle convenzioni stipulate. 2. I periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro fanno parte integrante dei percorsi formativi personalizzati, volti alla realizzazione del profilo educativo, culturale e professionale del corso di studi e degli obiettivi generali e specifici di apprendimento stabiliti a livello nazionale e regionale. 1. Nei percorsi in alternanza la funzione tutoriale e' preordinata alla promozione delle competenze degli studenti ed al raccordo tra l'istituzione scolastica o formativa, il mondo del lavoro e il territorio. La funzione tutoriale personalizzata per gli studenti in alternanza e' svolta dal docente tutor interno di cui al comma 2 e dal tutor esterno di cui al comma 3. 2. Il docente tutor interno, designato dall'istituzione scolastica o formativa tra coloro che, avendone fatto richiesta, possiedono titoli documentabili e certificabili, svolge il ruolo di assistenza e guida degli studenti che seguono percorsi in alternanza e verifica, con la collaborazione del tutor esterno di cui al comma 3, il corretto svolgimento del percorso in alternanza. 3. Il tutor formativo esterno, designato dai soggetti di cui all'articolo 1, comma 2, disponibili ad accogliere gli studenti, favorisce l'inserimento dello studente nel contesto operativo, lo assiste nel percorso di formazione sul lavoro e fornisce all'istituzione scolastica o formativa ogni elemento atto a verificare e valutare le attività dello studente e l'efficacia dei processi formativi. Lo svolgimento dei predetti compiti non deve comportare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

Le fonti normative : il D. Lgs 77/2005 (art. 6) 1. I percorsi in

Le fonti normative : il D. Lgs 77/2005 (art. 6) 1. I percorsi in alternanza sono oggetto di verifica e valutazione da parte dell'istituzione scolastica o formativa. 2. … l'istituzione scolastica o formativa, tenuto conto delle indicazioni fornite dal tutor formativo esterno, valuta gli apprendimenti degli studenti in alternanza e certifica, sulla base del modello di cui all'articolo 3, comma 3, lettera e), le competenze da essi acquisite, che costituiscono crediti, sia ai fini della prosecuzione del percorso scolastico o formativo per il conseguimento del diploma o della qualifica, sia per gli eventuali passaggi tra i sistemi, ivi compresa l'eventuale transizione nei percorsi di apprendistato. 3. La valutazione e la certificazione delle competenze acquisite dai disabili che frequentano i percorsi in alternanza sono effettuate a norma della legge 5 febbraio 1992, n. 104, con l'obiettivo prioritario di riconoscerne e valorizzarne il potenziale, anche ai fini dell'occupabilità. 4. Le istituzioni scolastiche o formative rilasciano, a conclusione dei percorsi in alternanza, in aggiunta alla certificazione prevista dall'articolo 3, comma 1, lettera a), della legge n. 53 del 2003, una certificazione relativa alle competenze acquisite nei periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro. Aldo Tropea

La legge 107 ( commi 33 -43 art. 1) a. previsione di percorsi obbligatori

La legge 107 ( commi 33 -43 art. 1) a. previsione di percorsi obbligatori di alternanza negli ultimi tre anni della scuola secondaria di secondo grado con una differente durata complessiva rispetto agli ordinamenti b. possibilità di stipulare convenzioni per lo svolgimento di percorsi in alternanza anche con gli ordini professionali e con enti che svolgono attività afferenti al patrimonio artistico, culturale e ambientale o con enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI; c. possibilità di realizzare le attività di alternanza durante la sospensione delle attività didattiche e all’estero, nonché con la modalità dell’impresa formativa simulata; d. emanazione di una “Carta dei diritti e dei doveri degli studenti in alternanza scuola lavoro”, con la possibilità, per lo studente, di esprimere una valutazione sull’efficacia e sulla coerenza dei percorsi con il proprio indirizzo di studio ; e. affidamento alle scuole secondarie di secondo grado del compito di organizzare corsi di formazione per la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, rivolti agli studenti in alternanza ;

La legge 107 ( commi 33 -43 art. 1) f. stanziamento di 100 milioni

La legge 107 ( commi 33 -43 art. 1) f. stanziamento di 100 milioni di euro annui per sviluppare l’alternanza scuola lavoro nelle scuole secondarie di secondo grado a decorrere dall’anno 2016. Tali risorse , calcolate in funzione del numero degli iscritti, finanziano l’organizzazione delle attività di alternanza ( progettazione, tutorato, la formazione, monitoraggio, supporto eventuale alle famiglie secondo l’autonoma decisione della scuola) g. affidamento al Dirigente scolastico del compito di individuare le imprese e gli enti pubblici e privati disponibili per l’attivazione di percorsi in alternanza e di stipulare convenzioni (finalizzate altresì a favorire l’orientamento dello studente) anche con musei e altri luoghi della cultura, nonché con gli uffici centrali e periferici del Ministero per i beni e le attività culturali; h. stesura di una scheda di valutazione finale sulle strutture convenzionate, redatta dal dirigente scolastico al termine di ogni anno scolastico; i. costituzione presso le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura del registro nazionale per l’alternanza scuola lavoro, in cui sono visibili le imprese e gli enti pubblici e privati disponibili ad accogliere studenti percorsi di alternanza (quanti giovani e per quali periodi). In attesa che il registro nazionale per l’alternanza scuola lavoro assuma la piena operatività, le scuole potranno avvalersi delle collaborazioni già esistenti o attivarne di nuove in sintonia con l’offerta disponibile sul territorio Aldo Tropea

Alcune domande • Cosa si può riconoscere come asl? ü ü ü Il periodo

Alcune domande • Cosa si può riconoscere come asl? ü ü ü Il periodo di permanenza in azienda Le fasi di preparazione, la discussione, le conclusioni svolte in azienda ma anche a scuola ( conferenze di esperti, analisi della realtà territoriale) Eventuali visite purché finalizzate a Attività didattiche svolte in laboratori aziendali previa apposita convenzione Chi la riconosce? üLa Commissione provinciale esamina i progetti e fa delle osservazioni a fini unicamente formativi ü Il MIUR esamina la rendicontazione amministrativa al SIDI vistata dai revisori dei conti dove sono distinte le diverse fasi ü Il dirigente scolastico che formula il rapporto sull’azienda ospitante Chi presidia il percorso svolto in periodo di sospensione delle lezioni? üIl tutor scolastico e il referente seguono l’attività ( che è obbligatoria, anche se una percentuale di assenze superiore al 75% non invalida l’anno scolastico). La certificazione viene ratificata dal Consiglio di Classe. Che peso ha l’alternanza nella valutazione di fine Aldo Tropea anno ? Vedi più avanti

Le fonti normative in preparazione ( delega 107) …. . Il modello nazionale di

Le fonti normative in preparazione ( delega 107) …. . Il modello nazionale di certificazione delle competenze Lo Statuto dei diritti e dei doveri degli studenti in alternanza Il nuovo esame di stato conclusivo del secondo ciclo

Le fonti normative : Le Indicazioni Regionali lombarde per l’Iepf (decreto n. 12550/2013) Le

Le fonti normative : Le Indicazioni Regionali lombarde per l’Iepf (decreto n. 12550/2013) Le linee guida per gli organici raccordi tra i percorsi degli istituti professionali e i percorsi di istruzione e formazione professionale, formulato dalla Segreteria tecnica della Conferenza Unificata ( MIUR, MLPS, MEF, REGIONI E UPI) nella seduta del 16/12/2010, prevedono percorsi integrativi e complementari di istruzione e formazione professionale. La scelta lombarda è per i secondi, che affida alla Regione . la responsabilità sull’erogazione e la valutazione Le indicazioni Regionali della Lombardia affermano che • Lo stretto rapporto tra dimensione culturale e lavoro, anche attraverso la valorizzazione delle modalità dell’alternanza e dell’apprendistato, costituisce uno dei caratteri distintivi dell’offerta di IFP. L’alternanza si configura come una strategiametodologia formativa rispondente ai bisogni e ai diversi stili cognitivi degli individui, capace di integrare reciprocamente attività formative di aula, di laboratorio ed esperienze svolte nella concreta realtà di impresa. • L’area tecnico-professionale copre il 40 -50% dell’orario complessivo di 990 ore già a partire dalla classe seconda. . In alternanza si svolge dal 25 al 40% dell’orario previsto Aldo Tropea per l’area tecnico-professionale ( circa ¼ del monte-ore)

Le fonti normative : il D. Lgs 81/2008 sulla sicurezza del lavoro (art. 2)

Le fonti normative : il D. Lgs 81/2008 sulla sicurezza del lavoro (art. 2) • Ai fini ed agli effetti delle disposizioni di cui al presente Decreto Legislativo si intende per: «lavoratore» : persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività lavorativa nell’ambito dell’organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, un’arte o una professione, esclusi gli addetti ai servizi domestici e familiari. • Al lavoratore così definito è equiparato… il soggetto beneficiario delle iniziative di tirocini formativi e di orientamento di cui all’articolo 18 della Legge 24 giugno 1997, n. 196, e di cui a specifiche disposizioni delle Leggi regionali promosse al fine di realizzare momenti di alternanza tra studio e lavoro o di agevolare le scelte professionali mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro; • l’allievo degli istituti di istruzione ed universitari e il partecipante ai corsi di formazione professionale nei quali si faccia uso di laboratori, attrezzature di lavoro in genere, agenti chimici, fisici e biologici, ivi comprese le apparecchiature fornite di videoterminali limitatamente ai periodi in cui l’allievo sia effettivamente applicato alla strumentazioni o ai laboratori in questione Nota n. 1650 del 04/11/2002 Ministero del Lavoro – Direzione Generale Affari Generali e Risorse Umane – Div. VII. -gli studenti partecipanti ai corsi di istruzione scolastica che prevedono un periodo lavorativo presso un’impresa “ospitante”, sono equiparati ai lavoratori ai sensi e per gli effetti di cui agli articoli 4 e 21 del D. Lgs. 626/1994. (ora articoli 2 e 20 D. Lgs. 81/2008) Aldo Tropea

Le fonti normative : il D. Lgs 81/2008 sulla sorveglianza sanitaria ( art. 41)

Le fonti normative : il D. Lgs 81/2008 sulla sorveglianza sanitaria ( art. 41) La sorveglianza sanitaria è effettuata dal medico competente e comprende: a) visita medica preventiva intesa a constatare l’assenza di controindicazioni al lavoro cui il lavoratore è destinato al fine di valutare la sua idoneità alla mansione specifica; b) visita medica periodica per controllare lo stato di salute dei lavoratori ed esprimere il giudizio di idoneità alla mansione specifica. La periodicità di tali accertamenti, qualora non prevista dalla relativa normativa, viene stabilita, di norma, in una volta l’anno c) isita medica su richiesta del lavoratore, qualora sia ritenuta dal medico competente correlata ai rischi professionali; d) visita medica in occasione del cambio della mansione onde verificare l’idoneità alla mansione specifica Nota n. 87 del 02/03/2010 del Ministero del Lavoro – Direzione Generale Affari Generali e Risorse Umane – Div. VII - Coord. Isp. Lavoro: In concreto, in ordine all’obbligo di sorveglianza sanitaria, si distinguono due casi: -- scuola in cui […] lo studente è equiparato ad un lavoratore sin dal suo ingresso nella scuola; -- scuola al cui interno si eroga unicamente didattica frontale ovvero in cui non si faccia uso di laboratori, attrezzature di lavoro in genere, etc. , ma il cui percorso di studi preveda però un periodo di tirocinio dello studente presso un’azienda (es. scuola per infermieri): lo studente è equiparato a lavoratore unicamente nel momento in cui “entra in azienda”, vale a dire quando diventa beneficiario delle iniziative di tirocinio formativo e di orientamento presso l’impresa “ospitante”. Aldo Tropea

Che cosa SONO i percorsi in alternanza Rappresentano un modo più ricco ed integrato

Che cosa SONO i percorsi in alternanza Rappresentano un modo più ricco ed integrato di apprendere, che supera il tradizionale “gap” della nostra scuola ponendo in relazione le conoscenze con il loro utilizzo negli ambienti di lavoro, in un percorso che è e rimane formativo L’alternanza costituisce non una modalità specifica dei tecnici e dei professionali, ma una metodologia applicabile in tutti gli ordini di scuola. Nei professionali viene a sostituire la cosiddetta “terza area”, in pratica i surrogatori, ma non comporta la cancellazione degli stages fuori orario. L’alternanza costituisce una formidabile molla motivazionale nei giovani, che riannodano la continuità tra l’esperienza scolastica e la vita reale L’alternanza costringe, per altro verso, i docenti a rovesciare il proprio punto di vista sull’insegnamento: può pienamente realizzarsi solo là dove il curricolo è strutturato per competenze Aldo Tropea

Le alternanze “altre” Il comma 35 della Legge 107 afferma che l’alternanza scuola-lavoro può

Le alternanze “altre” Il comma 35 della Legge 107 afferma che l’alternanza scuola-lavoro può essere svolta durante la sospensione delle attività didattiche …. nonché con la modalità dell’impresa formativa simulata. Il percorso di alternanza scuola-lavoro si può realizzare anche all’estero • Secondo la Guida Operativa, l’alternanza può prevedere una pluralità di tipologie di integrazione con il mondo del lavoro (incontro con esperti, visite aziendali, ricerca sul campo, simulazione di impresa, project work, tirocini, progetti di imprenditorialità ecc. ) in contesti organizzativi diversi, anche in filiera o all’estero, in un processo graduale articolato in fasi • Sulla forma più diffusa, l’Impresa Formativa Simulata è prevista una formazione specifica 35

Partire dagli esiti attesi Gli esiti sono : “L’insieme delle conoscenze, abilità e competenze

Partire dagli esiti attesi Gli esiti sono : “L’insieme delle conoscenze, abilità e competenze che un individuo ha acquisito ed è in grado di dimostrare alla fine di un processo di apprendimento “(EFQ) I risultati sono dunque un insieme di attestazioni di ciò che il soggetto deve conoscere, capire, saper fare al termine di un determinato periodo di apprendimento. Ragionare in termini di esiti di apprendimento significa • porre davvero l’accento su ciò che lo studente deve fare e non (solo) sull’analisi di ciò che l’insegnante deve proporsi • essere in grado di spiegare agli studenti “a cosa serve” quel che stanno apprendendo, senza rimandi a un lontano futuro • mettersi in condizione di certificare le competenze o almeno le abilità e le conoscenze che ne costituiscono segmenti • farsi capire dagli interlocutori esterni Aldo Tropea

Gli esiti sono definiti • Nel Regolamento dell’obbligo di istruzione (DM MPI n. 139

Gli esiti sono definiti • Nel Regolamento dell’obbligo di istruzione (DM MPI n. 139 del 22 agosto 2007 • Nei regolamenti e gli allegati relativi ai DM 87, 88, 89/2010: Allegato A Pecup; Allegato B Settore Servizi (IP) – Economico (IT) Allegato C Settore Produzioni industriali e artigianali (IP) – Tecnologico (IT) Allegati B-G per i diversi indirizzi dei Licei • Nelle linee guida per l’istruzione tecnica e professionale) Direttive 57 e 65 luglio 2010 per il Biennio; Direttive 4 e 5 del gennaio 2012 per il Triennio • Nelle “Indicazioni nazionali” per i licei (DM 7 ottobre 2010 , n. 211) • Negli Accordi in Conferenza Stato Regioni del 15/1/2004 e del 5 ottobre 2006 che stabilisconio gli standard formativi minimi delle competenze di base e tecnico-professionali Attenzione. Gli standard valgono per tutta l’Ie. FP integrativa e complementare (vedi D. M 4/2011 Organici Raccordi tra IP e FP Aldo Tropea

La “progettazione a ritroso” identificare le competenze attese dalle aziende sulla base dell’esperienza storica

La “progettazione a ritroso” identificare le competenze attese dalle aziende sulla base dell’esperienza storica e dai repertori di ricerca ( Associazioni, CCIA, azienda ospitante) “agganciare” le prestazioni attese alle competenze di profilo e determinare cosa costituisce evidenza accettabile degli esiti (indicatori) Costruire strumenti di osservazione delle prestazioni e griglie di valutazione dei livelli conseguiiti formulare di prove di accertamento delle competenze e determinarne i livelli di possesso

La progettazione dell’alternanza 39

La progettazione dell’alternanza 39

PER GRADUARE GLI OBIETTIVI : I LIVELLI EQF Livello 4 Conoscenza pratica e teorica

PER GRADUARE GLI OBIETTIVI : I LIVELLI EQF Livello 4 Conoscenza pratica e teorica in ampi contesti in Una gamma di abilità cognitive e pratiche un ambito di lavoro o di studio necessarie a risolvere problemi specifici in un campo di lavoro o di studio Sapersi gestire autonomamente, nel quadro di istruzioni in un contesto di lavoro o di studio, di solito prevedibili, ma soggetti a cambiamenti. Sorvegliare il lavoro di routine di altri, assumendo una certa responsabilità per la valutazione e il miglioramento di attività lavorative o di studio Livello 3 Conoscenza di fatti, principi, processi e concetti generali, in un ambito di lavoro o di studio Una gamma di abilità cognitive e pratiche necessarie a svolgere compiti e risolvere problemi scegliendo e applicando metodi di base, strumenti, materiali ed informazioni Assumere la responsabilità di portare a termine compiti nell'ambito del lavoro o dello studio. Adeguare il proprio comportamento alle circostanze nella soluzione dei problemi Livello 2 Conoscenza pratica di base in un ambito di lavoro o di studio Abilità cognitive e pratiche di base necessarie all'uso di informazioni pertinenti per svolgere compiti e risolvere problemi ricorrenti usando strumenti e regole semplici Lavoro o studio sotto supervisione con un certo grado di autonomia umberto vairetti

Un aspetto fondamentale: la valutazione Perché ciò che non si valuta, o si valuta

Un aspetto fondamentale: la valutazione Perché ciò che non si valuta, o si valuta sommariamente, alla lunga perde di significato e quindi fa perdere anche la motivazione Perché la valutazione salda l’esperienza di alternanza con il curricolo scolastico Perché verifica il livello di collaborazione tra scuola e azienda Perché consente di controllare la qualità dell’esperienza Aldo Tropea

Gli strumenti per le scuole Il database per la progettazione dell’alternanza 42

Gli strumenti per le scuole Il database per la progettazione dell’alternanza 42

Il progetto formativo individuale PRESTAZIONI NEL Competenze CONTESTO: Cosa gli faccio fare perché Competenze

Il progetto formativo individuale PRESTAZIONI NEL Competenze CONTESTO: Cosa gli faccio fare perché Competenze Descritte in possa eseguire la termini di performance prestazione? A scuola In azienda Livello al quale è eseguita la prestazione NV 1 2 3 4 • • Ogni prestazione può essere fornita più volte, in contesti diversi (a scuola – aula o laboratorio, in azienda – in processi o reparti diversi) Ogni prestazione può essere fornita nei diversi anni (3, 4, 5), a diversi livelli di complessità e con diversi gradi di autonomia (in affiancamento, sotto la supervisione, soggetta a controllo…; applicando le istruzioni, rispettando i requisiti, individuando le soluzioni…) 43

La guida operativa dice La certificazione delle competenze sviluppate attraverso la metodologia dell’alternanza scuola

La guida operativa dice La certificazione delle competenze sviluppate attraverso la metodologia dell’alternanza scuola lavoro può essere acquisita negli scrutini intermedi e finali degli anni scolastici compresi nel secondo biennio e nell’ultimo anno del corso di studi. In tutti i casi, tale certificazione deve essere acquisita entro la data dello scrutinio di ammissione agli esami di Stato e inserita nel curriculum dello studente. Sulla base della suddetta certificazione, il Consiglio di classe procede: a) Alla valutazione degli esiti delle attività di alternanza e della loro ricaduta sugli apprendimenti disciplinari e sul voto di condotta ; le proposte di voto dei docenti del Consiglio di classe tengono esplicitamente conto dei suddetti esiti; b) all’attribuzione dei crediti ai sensi del D. M. 20 novembre 2000, n. 429, in coerenza con i risultati di apprendimento in termini di competenze acquisite coerenti con l’indirizzo di studi frequentato, ai sensi dei dd. PP. RR. nn. 87, 88 e 89 del 2010 e delle successive Linee guida e Indicazioni nazionali allo scopo emanate Ai fini della validità del percorso di alternanza è necessaria la frequenza di almeno tre quarti del monte ore previsto dal progetto. Aldo Tropea

Gli allegati della Guida (si tratta di esempi) q FAC-SIMILE MODELLO DI PRESENTAZIONE PROGETTO

Gli allegati della Guida (si tratta di esempi) q FAC-SIMILE MODELLO DI PRESENTAZIONE PROGETTO DI ALTERNANZA SCUOLA LAVORO ( per la Lombardia il format di progetto è stato elaborato dall’USR ed è presentato su apposita piattaforma) q FAC-SIMILE PATTO FORMATIVO DELLO STUDENTE q. FAC-SIMILE CONVENZIONE TRA ISTITUZIONE SCOLASTICA E SOGGETTO OSPITANTE q. FAC-SIMILE VALUTAZIONE DEI RISCHI PER LE ATTIVITA’ DI ALTERNANZA SCUOLA LAVORO q. ESEMPIO DI SCHEDA DI VALUTAZIONE STUDENTE A CURA DELLA STRUTTURA OSPITANTE q. FAC_SIMILE SCHEDA DI VALUTAZIONE DEL PERCORSO DA PARTE DELLO STUDENTE q. GRIGLIA DELLE ATTIVITA’ DELL’IMPRESA FORMATIVA SIMULATA q. FAC-SIMILE ATTESTATO DI CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE 45

L’alternanza nel POFT Per gli istituti di secondo grado, l’obbligatorietà implica che la realizzazione

L’alternanza nel POFT Per gli istituti di secondo grado, l’obbligatorietà implica che la realizzazione dei percorsi di alternanza deve essere inserita organicamente nel PTOF: • • l’analisi di contesto che li accompagna; gli obiettivi; i risultati attesi; gli strumenti organizzativi, tra cui l’utilizzo dell’organico potenziato

La nuova formulazione dell’art. 3 nella legge 107/2015 1. Ogni istituzione scolastica predispone, con

La nuova formulazione dell’art. 3 nella legge 107/2015 1. Ogni istituzione scolastica predispone, con la partecipazione di tutte le sue componenti, il piano triennale dell'offerta formativa, rivedibile annualmente. Il piano è il documento fondamentale costitutivo dell'identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed esplicita la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa e organizzativa che le singole scuole adottano nell'ambito della loro autonomia. 2. Il piano è coerente con gli obiettivi generali ed educativi dei diversi tipi e indirizzi di studi, determinati a livello nazionale a norma dell'articolo 8, e riflette le esigenze del contesto culturale, sociale ed economico della realtà locale, tenendo conto della programmazione territoriale dell'offerta formativa. Esso comprende e riconosce le diverse opzioni metodologiche, anche di gruppi minoritari, valorizza le corrispondenti professionalità e indica gli insegnamenti e le discipline tali da coprire: a) il fabbisogno dei posti comuni e di sostegno dell'organico dell'autonomia, sulla base del monte orario degli insegnamenti, con riferimento anche alla quota di autonomia dei curricoli e agli spazi di flessibilità, nonché del numero di alunni con disabilità, ferma restando la possibilità di istituire posti di sostegno in deroga nei limiti delle risorse previste a legislazione vigente; b) il fabbisogno dei posti per il potenziamento dell'offerta formativa. 3. Il piano indica altresì il fabbisogno relativo ai posti del personale amministrativo, tecnico e ausiliario. 4. Il piano è elaborato dal collegio dei docenti sulla base degli indirizzi per le attività della scuola e delle scelte di gestione e di amministrazione definiti dal dirigente scolastico. Il piano è approvato dal consiglio d'istituto. 5. Ai fini della predisposizione del piano, il dirigente scolastico promuove i necessari rapporti con gli enti locali e con le diverse realtà istituzionali, culturali, sociali ed economiche operanti nel territorio; tiene altresì conto delle proposte e dei pareri formulati dagli organismi e dalle associazioni dei genitori e, per le scuole secondarie di secondo grado, degli studenti» .

L'alternanza deve essere coerente con il POF e nel secondo ciclo lo caratterizza sul

L'alternanza deve essere coerente con il POF e nel secondo ciclo lo caratterizza sul piano metodologico declinandolo flessibilmente “Il nuovo quadro normativo, quindi, nel pieno rispetto delle scelte delle istituzioni scolastiche autonome e della libertà di insegnamento, sollecita una profonda riflessione e un rinnovato impegno nella progettazione e nell'utilizzo delle forme di flessibilità, che in alcuni casi potrebbero essere ineludibili. Si pensi … della flessibilità nell'attuazione di un piano integrato di alternanza scuola-lavoro” (Nota MIUR 11. 12. 2015, prot. n. 2805 Orientamenti per l'elaborazione del Piano Triennale dell'Offerta Formativa)

L’organico potenziato per l'alternanza Sulla base del comma 7 punto o della legge 107,

L’organico potenziato per l'alternanza Sulla base del comma 7 punto o della legge 107, che prevede tra le finalità da conseguire da parte delle scuole autonome quella dell’ incremento dell'alternanza scuolalavoro nel secondo ciclo di istruzione, la C. M prot. 30549 2015 nell’allegato 2 “Scheda dei campi di potenziamento della Scuola del secondo ciclo” prevede in maniera esplicita nel campo 7, relativo alla “laboratorietà” , l’impiego di docenti dell’organico potenziato aggiuntivi percorsi in alternanza q Non occorre dimenticare, inoltre, che la legge prevede anche la possibilità di utilizzare docenti di organico potenziato per funzioni di tipo organizzativo, tra cui rientrano senz’altro quelle necessarie per il coordinamento della progettazione e l’attuazione dei percorsi in alternanza : I docenti dell'organico dell'autonomia concorrono alla realizzazione del piano triennale dell'offerta formativa con attivita' di insegnamento, di potenziamento, di sostegno, di organizzazione, di progettazione e di coordinamento. (Comma 5 legge 107) q Il dirigente scolastico può individuare nell'ambito dell'organico dell'autonomia fino al 10 per cento di docenti che lo coadiuvano in attivita' di supporto organizzativo e didattico dell'istituzione scolastica (Comma 83 legge 107) q

L’alternanza nel POF: alcune domande-guida q Quali caratteristiche presenta il territorio in termini di

L’alternanza nel POF: alcune domande-guida q Quali caratteristiche presenta il territorio in termini di occupazione giovanile e di occupabilità ? Che tipo di rapporti esiste con il mondo del lavoro ? Come la scuola assicura l’orientamento dei propri studenti verso il mercato del lavoro e/o verso il proseguimento degli studi? q Da quanto tempo si sono svolgono nella scuola percorsi di alternanza? Esiste una documentazione che costituisca la memoria storica delle esperienze svolte? q Sulla base delle esperienze svolte e delle richieste del territorio quali specifiche forme di alternanza sono state scelte tra quelle previste dalla legge e sviluppate nella Guida operativa? Per quali ragioni? q Quali criteri sono stati adottati per la scelta delle aziende partner? Queste caratteristiche dovranno essere riportate all’interno della convenzione che costitusice l’elemento fondante di ogni esperienza di alternanza q E’ previsto un utilizzo dell’organico potenziato finalizzato all’alternanza ? q Chi sono i soggetti della progettazione? q Quali sono g li ambiti e le modalità della verifica del progetto? q Come avviene la valutazione e certificazione degli esiti di apprendimento?

Ma su tutto questo… … a ben continuare!

Ma su tutto questo… … a ben continuare!