VERSO UNA SCUOLA INCLUSIVA INCLUSIONE riconoscere il diritto

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VERSO UNA SCUOLA INCLUSIVA

VERSO UNA SCUOLA INCLUSIVA

INCLUSIONE “. . . riconoscere il diritto all’istruzione delle persone con disabilità senza discriminazioni

INCLUSIONE “. . . riconoscere il diritto all’istruzione delle persone con disabilità senza discriminazioni e su base di pari opportunità, garantendo un sistema di istruzione inclusivo ed un apprendimento continuo finalizzati al pieno sviluppo del potenziale umano, del senso di dignità, al rafforzamento del rispetto dei diritti umani, delle libertà fondamentali, della diversità umana, della propria personalità, dei talenti e della creatività …” - CONVENZIONE ONU sui diritti delle persone con disabilità 13/12/2006 -

COSA VUOL DIRE INCLUSIONE? Inclusione è abbracciare la diversità, non solo accettarla, ma considerarla

COSA VUOL DIRE INCLUSIONE? Inclusione è abbracciare la diversità, non solo accettarla, ma considerarla parte di un tutto, parte di una comunità scolastica accogliente che trova senso nell’espressione … “non uno di meno”

I PRINCIPI DELL’INCLUSIONE Accettare la diversità come caratteristica della dimensione umana Assicurare la partecipazione

I PRINCIPI DELL’INCLUSIONE Accettare la diversità come caratteristica della dimensione umana Assicurare la partecipazione attiva di tutti Sviluppare pratiche di collaborazione e cooperazione Immaginare una scuola diversa che promuova lo sviluppo globale di ogni singolo allievo

INCLUSIONE D. lgs. 66/2017 si realizza nell'identità culturale, educativa, progettuale, nell'organizzazione e nel curricolo

INCLUSIONE D. lgs. 66/2017 si realizza nell'identità culturale, educativa, progettuale, nell'organizzazione e nel curricolo delle istituzioni scolastiche, nonché attraverso la definizione e la condivisione del progetto individuale fra scuole, famiglie e altri soggetti, pubblici e privati, operanti sul territorio; è impegno fondamentale di tutte le componenti della comunità scolastica le quali, nell'ambito degli specifici ruoli e responsabilità, concorrono ad assicurare il successo formativo degli studenti.

ICF E’ rilevante l’apporto del modello diagnostico ICF (International Classification of Functioning) dell’OMS, che

ICF E’ rilevante l’apporto del modello diagnostico ICF (International Classification of Functioning) dell’OMS, che considera la persona nella sua totalità, in una prospettiva bio-psico-sociale. Fondandosi sul profilo di funzionamento e sull’analisi del contesto, il modello ICF consente di individuare i Bisogni Educativi Speciali (BES) dell’alunno prescindendo da preclusive tipizzazioni.

EDUCAZIONE INCLUSIVA Ha una dimensione sociale: non prima “riabilitare”, poi socializzare e poi far

EDUCAZIONE INCLUSIVA Ha una dimensione sociale: non prima “riabilitare”, poi socializzare e poi far apprendere, ma integrarsi in un contesto scolastico ricco nel confronto con i docenti e con i compagni. Fa riferimento ad un modello sociale della disabilità che tiene presente l’interazione soggetto-contesto (ICF).

INTEGRAZIONE / INCLUSIONE Integrazione È una situazione. Ha un approccio compensatorio. Si riferisce esclusivamente

INTEGRAZIONE / INCLUSIONE Integrazione È una situazione. Ha un approccio compensatorio. Si riferisce esclusivamente all’ambito educativo. Guarda al singolo. Interviene prima sul soggetto e poi sul contesto. Inclusione E’ un processo. Si riferisce alla globalità delle sfere educativa, istruttiva e sociale. Guarda a tutti gli alunni (indistintamente/differen temente) e a tutte le loro potenzialità. Interviene prima sul contesto, poi sul soggetto.

INTEGRAZIONE Contesto Alunno con BES

INTEGRAZIONE Contesto Alunno con BES

INCLUSIONE Contesto Alunno con BES

INCLUSIONE Contesto Alunno con BES

Clima inclusivo CLIMA INCLUSIVO Accoglienza e senso di appartenenza nel gruppo Insegnamento mediato da

Clima inclusivo CLIMA INCLUSIVO Accoglienza e senso di appartenenza nel gruppo Insegnamento mediato da pari Tutoring Cooperative Learning Dimensione affettivorelazionale I migliori docenti di sostegno sono i compagni L’alunno con BES deve stare il più a lungo possibile in classe, svolgendo il più possibile gli stessi compiti degli altri

B. E. S. D. M. 27/12/2012 Alunni con disabilità certificata L 104//92 • Disabilità

B. E. S. D. M. 27/12/2012 Alunni con disabilità certificata L 104//92 • Disabilità intellettiva • Disabilità motoria • Disabilità sensoriale • Pluridisabilità • Disturbi neuropsichiatrici DSA L. 170/2010 • Dislessia evolutiva • Disortografia • Discalculia Alunni con altri BES ( DM 27/12/2012 e CM 8/2013) • Alunni con svantaggio linguistico socioeconomico e socioculturale • Alunni stranieri • Alunni con sindrome ADHD • Alunni con funzionamento cognitivo limite

D. M. del 27/12/2012 Il riferimento normativo per i BES è la Direttiva Ministeriale

D. M. del 27/12/2012 Il riferimento normativo per i BES è la Direttiva Ministeriale del 27 Dicembre 2012: «Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica» . Essa chiarisce come «ogni alunno, continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici, o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta» . La direttiva estende a tutti gli studenti con difficoltà il diritto alla personalizzazione dell’apprendimento (L. 53/2003).

Bisogni Educativi Speciali -tre categorie- Disabilità Disturbi evolutivi specifici Svantaggio socioeconomico, linguistico o culturale

Bisogni Educativi Speciali -tre categorie- Disabilità Disturbi evolutivi specifici Svantaggio socioeconomico, linguistico o culturale

 Disabilità (L. 104/92) DSA (L. 170/2010) ALTRI TIPI DI BES: Disturbi evolutivi specifici

Disabilità (L. 104/92) DSA (L. 170/2010) ALTRI TIPI DI BES: Disturbi evolutivi specifici (disturbo del linguaggio, disturbo della coordinazione motoria, disprassia, disturbo delle spettro autistico lieve) ADHD (casi gravi L. 104/92 per gli altri si estendono le misure previste nella L. 170/2010) Funzionamento cognitivo limite (se non rientrano nelle previsione delle leggi 104/92 e 170/2010 è necessario personalizzare il percorso) Svantaggio sociale-culturale e non conoscenza della lingua italiana

Disabilità ADHD DSA Disturbi del linguaggio Funzionament o cognitivolimite BES Svantaggio socioculturale Alunni stranieri

Disabilità ADHD DSA Disturbi del linguaggio Funzionament o cognitivolimite BES Svantaggio socioculturale Alunni stranieri Alunni con disprassia

COME INDIVIDUARE I BES ? Disabilità PEI (L. 104/92) DSA Altre categorie di BES:

COME INDIVIDUARE I BES ? Disabilità PEI (L. 104/92) DSA Altre categorie di BES: non hanno certificazione, ma possono avere una diagnosi; oppure sono individuate dal team dei docenti/consiglio di classe sulla base di considerazioni psicopedagogiche e didattiche rilevanti e verbalizzate. PDP (L. 170/2010)

ATTENZIONE! Non è compito della scuola certificare gli alunni con bisogni educativi speciali, ma

ATTENZIONE! Non è compito della scuola certificare gli alunni con bisogni educativi speciali, ma individuare quelli per i quali è opportuna e necessaria l'adozione di particolari strategie didattiche. Anche in presenza di richieste dei genitori accompagnate da diagnosi, che però non danno diritto alla certificazione di disabilità o di DSA, il Consiglio di classe è autonomo nel decidere se formulare o non formulare un Piano Didattico Personalizzato, avendo cura di verbalizzare le motivazioni della decisione. La scuola può intervenire nella personalizzazione in tanti modi diversi, informali o strutturati, secondo i bisogni e la convenienza; pertanto la rilevazione di una mera difficoltà di apprendimento non dovrebbe indurre all’attivazione di un percorso specifico con la conseguente compilazione di un Piano Didattico Personalizzato. NOTA MIUR 22/11/2013

GRUPPO DI LAVORO PER L’INCLUSIONE Presso ogni istituzione scolastica è istituito il Gruppo di

GRUPPO DI LAVORO PER L’INCLUSIONE Presso ogni istituzione scolastica è istituito il Gruppo di Lavoro per l’Inclusione, nominato e presieduto dal Dirigente scolastico e composto da docenti di sostegno, curricolari ed eventualmente dal personale ATA, nonché da specialisti dell’ASL. D. lgs. N° 66 del 13/04/2017

GRUPPO DI LAVORO PER L’INCLUSIONE C. M. n° 8 del 6 marzo 2013 Rileva

GRUPPO DI LAVORO PER L’INCLUSIONE C. M. n° 8 del 6 marzo 2013 Rileva i BES Raccoglie e documenta gli interventi didattico-educativi Focus/confronto sui casi Rileva, monitora e valuta il livello di inclusività nella scuola Elabora il Piano Annuale per l’Inclusività (PAI)

Piano Didattico Personalizzato La Legge 170/2010 ha introdotto in modo ufficiale il Piano Didattico

Piano Didattico Personalizzato La Legge 170/2010 ha introdotto in modo ufficiale il Piano Didattico Personalizzato (PDP) come “vincolo e opportunità” pedagogica e didattica per gli allievi con Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA). La Direttiva sui BES lo richiama come strumento di lavoro in itinere per i docenti. Si ritiene che il suo impiego possa aiutare a pensare e progettare azioni mirate e specifiche - di individualizzazione e personalizzazione sulla base delle specifiche e variegate situazioni personali e ambientali.

Piano Educativo Individualizzato E’ elaborato e approvato dal team docenti/consiglio di classe, con la

Piano Educativo Individualizzato E’ elaborato e approvato dal team docenti/consiglio di classe, con la partecipazione dei genitori, delle figure professionali interne ed esterne coinvolte nell’intervento, con il supporto dell’unità di valutazione multidisciplinare. La certificazione ed il profilo di funzionamento costituiscono il riferimento essenziale per la progettazione.

Piano Annuale per l’Inclusione art. 8 D. lgs. 66/2017 Ciascuna istituzione scolastica, nell'ambito della

Piano Annuale per l’Inclusione art. 8 D. lgs. 66/2017 Ciascuna istituzione scolastica, nell'ambito della definizione del Piano triennale dell'offerta formativa, predispone il Piano per l'inclusione che definisce le modalità per l'utilizzo coordinato delle risorse, compresi il superamento delle barriere e l'individuazione dei facilitatori del contesto di riferimento, nonché per progettare e programmare gli interventi di miglioramento della qualità dell'inclusione scolastica.