Il diritto di guerra una branca del ius
Il diritto di guerra • È una branca del ius gentium • La questione centrale è l’individuazione della guerra giusta • Nel medioevo viene approfondita l’analisi della causa belli (la causa della guerra) • Nell’età moderna assumono importanza predominante le norme che regolano lo svolgimento della guerra • L’attenzione si concentra quindi non più tanto sul ius ad bellum (il diritto alla guerra) quanto sul ius in bello (il diritto nella guerra)
Il tramonto degli studi sulla iusta causa • Si consolidano gli Stati moderni • Gli Stati si collocano in una posizione di parità formale • Solo il sovrano può valutare la causa belli • Le guerre sono paragonate a processi giudiziari • Al concetto di verità viene sostituito quello di verosimiglianza • Erasmo da Rotterdam: «Cui non videtur causa sua iusta? » • Si afferma il principio della «ragion di Stato»
Verso l’affermarsi del ius in bello • De Vitoria è ancora legato all’impostazione medievale ma apre uno spiraglio al bellum iustum ex utraque parte: l’errore invincibile • Ayala afferma che la guerra può essere giusta da entrambe le parti • Gentili definisce la guerra come «giusta contesa fra eserciti pubblici»
Il tentativo di umanizzare la guerra • Nella prima età moderna l’Europa è percorsa da numerose guerre • La guerra è considerato un male endemico. Non si cerca più di evitarlo ma di mitigarne gli effetti • Vengono elaborate nel corso del medioevo e della prima età moderna varie consuetudini belliche
Consuetudini belliche Alcuni esempi: Il divieto di usare le armi contro gli innocentes L’inviolabilità degli ambasciatori L’obbligo di rispettare le tregue Divieto di uccidere i ragazzi a guardia del carriaggio • Divieto di uccidere i prigionieri • Le armi da fuoco suscitano perplessità • Gli stratagemmi sono consentiti ma non gli avvelenamenti • • •
Guerra leale e guerra perfida • Le consuetudini belliche affondano in parte le loro radici nella morale cristiana pacifista • In parte nell’etica cavalleresca • La guerra combattuta con lealtà e magnanimità viene contrapposta alla guerra «perfida» • La condivisione dello stesso diritto bellico costituisce un elemento di coesione culturale fra i popoli europei • Tuttavia, non sempre le consuetudini belliche vengono rispettate
Gentili e la guerra di religione • Le guerre sono tendenzialmente giuste da entrambe le parti ma ci sono alcune eccezioni: la guerra di religione è sempre illegittima • Gentili fu vittima della Santa Inquisizione • La religione è una questione personale fra uomo e dio • La politica non deve interferire con le questioni di fede • La guerra di religione non può mai portare a una conversione sincera
Gentili e gli ottomani • La guerra contro gli ottomani è sempre giusta • Non si tratta però di una guerra di religione • Combattere gli ottomani è legittimo sia perché questi costituiscono un pericolo continuo per l’Europa, sia perché sono nemici perfidi
Classificazione delle guerre secondo Gentili • • 1) le guerre difensive: A) guerre difensive necessarie (guerre difensive in senso stretto) B) guerre difensive utili (guerre preventive) C) guerre difensive oneste (guerre preventive collettive)
Classificazione delle guerre secondo Gentili 2 Guerre offensive A) guerra offensiva necessaria (dettata dall’istinto di sopravvivenza) B) guerra offensiva utile (guerra combattuta per ottenere la riparazione di un torto subito) • C) guerra offensiva onesta • (combattuta per il bene del genere umano contro popoli che commettono crimini gravissimi) • • •
La dichiarazione di guerra • In latino: indictio belli o demonstratio belli • È il perno attorno al quale ruota tutto il diritto internazionale • È stata praticata presso tutti i popoli antichi • I romani, in particolare, elaborarono un rito molto complesso • Nel medioevo e nella prima età moderna non furono elaborati protocolli precisi: l’importante era che il nemico fosse messo al corrente dell’attacco imminente
L’obbligatorietà della indictio belli • La dichiarazione di guerra produce effetti immediati nei confronti del nemico • Tuttavia è di solito stabilito un termine dilatorio prima dell’inizio dei combattimenti • La dichiarazione di guerra è considerata obbligatoria da tutti i giuristi che si occupano del diritto bellico • La guerra deve essere dichiarata anche agli Stati che violano le norme del ius gentium
La difficile individuazione della ratio dell’istituto • Si trattava di una consuetudine estremamente dannosa dal punto di vista strategico • Non era prevista nessuna sanzione per la sua violazione • Tuttavia, fino all’inizio dell’età moderna fu raramente violata • Si tratta di un istituto enigmatico che affonda le sue radici sia nel diritto sia nell’etica
L’indictio belli e l’etica cavalleresca • I vari giuristi ne fornirono diverse chiavi di lettura • Belli sottolineava il legame con l’etica cavalleresca e intendeva l’indictio come segno di lealtà e rispetto nei confronti dell’avversario • La dichiarazione di guerra era assimilata a una sfida a duello • Il termine dilatorio era finalizzato a dare al nemico il tempo di organizzarsi militarmente • Vi è tuttavia da considerare che il codice cavalleresco era ormai diventato anacronistico
L’indictio e il formalismo del ius in bello • Grozio fornisce all’istituto una giustificazione formalistica, riconducendolo ai protocolli del ius in bello • Si trattava di un gesto formale volto a segnare ufficialmente il passaggio dallo stato di pace allo stato di guerra • La sua funzione era chiarire che una guerra stava avendo luogo fra due Stati • Effettivamente l’aspetto formale dell’indictio emerge nel Requerimiento • Tuttavia il formalismo, da solo, può spiegare solo in parte l’istituto
La dichiarazione di guerra e il pacifismo • Gentili considera paradossalmente l’indictio come un invito alla pace • È l’ultimo strumento messo a disposizione dalla diplomazia prima di ricorrere alle armi • Il termine dilatorio viene concesso nella speranza che il nemico, dopo aver riflettuto, prenda la soluzione più prudente • La funzione della dichiarazione di guerra è quella di terrorizzare il nemico per indurlo ad arrendersi senza combattere o a negoziare un compromesso
Il tramonto della consuetudine • La consuetudine fu ripetutamente violata nel XVII secolo • Fra il XVIII e il XIX secolo il numero di guerre dichiarate fu esiguo • Nel 1907 la Convenzione dell’Aja cercò di rilanciare la consuetudine • Non fu previsto un termine dilatorio • La dichiarazione di guerra era ritenuta opportuna per rendere edotta la comunità internazionale della sussistenza di uno stato di guerra • La consuetudine fu ripetutamente violata dai paesi membri della convenzione
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