Michele Cortelazzo Storia di alcune parole del lessico

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Michele Cortelazzo Storia di alcune parole del lessico giovanile 27 febbraio 2017 Firenze –

Michele Cortelazzo Storia di alcune parole del lessico giovanile 27 febbraio 2017 Firenze – Accademia della Crusca

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile Periodizzazione del linguaggio giovanile

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile Periodizzazione del linguaggio giovanile 1. i primordi, dagli anni Trenta agli anni Sessanta 2. la stasi del Sessantotto 3. la ripresa del Settantasette: il riflusso, il ritorno al privato, il parlare di sé 4. il post-moderno degli anni Ottanta: i linguaggi giovanili dilagano nel mondo giovanile più avanzato e nei mezzi di comunicazione di massa 5. la generalizzazione degli anni Novanta: i linguaggi giovanili si estendono a tutti i gruppi giovanili e allargano la loro presenza a fasce d’età sempre più ampie. 6. l’estensione degli ambiti di utilizzo nel nuovo millennio: le nuove forme comunicative

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile Le componenti del lessico

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile Le componenti del lessico giovanile 1. colloquialismi, spesso scherzosi 2. dialettismi e regionalismi 3. apporti da lingue straniere (forestierismi, internazionalismi, pseudoforestierismi) 4. tecnicismi 5. espressioni dei mass-media 6. gergalismi; 7. giovanilismi del fondo tradizionale (linguaggio giovanile di lunga durata); 8. giovanilismi innovanti.

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile Dieci storie di parole

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile Dieci storie di parole 1. drago 2. togo 3. figo 4. sciallare, scialla 5. gaggio 6. paraculo 7. sgamare 8. gallo 9. gafi 10. imbranato

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile Perché dieci storie di

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile Perché dieci storie di parole? 1. Perché attraverso parole esemplari è più facile esemplificare diverse caratteristiche del lessico giovanile 2. Perché un nodo sempre presente nello studio delle realtà più recenti – nella lingua come in altri ambiti – è la necessità di legittimare lo studio della contemporaneità. «Un bravo ricercatore può condurre un'analisi storica o stilistica su un autore contemporaneo con la stessa penetrazione e precisione filologica con cui si lavora su uno antico» (Eco 1977: 28)

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile drago Drago ‘persona molto

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile drago Drago ‘persona molto abile e capace, individuo tosto’, Attestazioni: «Quando uno è un drago, se la cava benissimo lo stesso» (R. Barbieri, “Vitellini” di città, 1954, p. 34). «“Cos’è questo Coracesio? ” “Un luogo, caro; un luogo della Cilicia, dove Pompeo ha vinto i pirati nel 67 a. c. ” “Che drago sei. ” “E tu in storia un po’ pollo, mi sa”» (M. Corti, Ballo dei sapienti, 1966, p. 154)

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile drago «Il suo nome

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile drago «Il suo nome era Cerutti Gino / ma lo chiamavan Drago / gli amici al bar del Giambellino / dicevan che era un mago» (Umberto Simonetta e Giorgio Gaber, La ballata del Cerutti, 1960)

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile drago Drago è, al

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile drago Drago è, al tempo stesso, un esempio di metafora animale (anche se in questo caso l’animale che costituisce la base della forma giovanile è un animale fantastico) e un esempio di iperbole. Nel passo di Maria Corti questa animalizzazione, connotata positivamente, si contrappone a un’altra animalizzazione, questa riferita a un animale reale (pollo), connotata negativamente.

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile drago Drago è un

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile drago Drago è un giovanilismo di lunga durata: «Ti trovi dei fogli con delle spiegazioni molto semplici per dei mobili che invece sono complicatissimi, tutti a incastro, con delle viti che giri e si bloccano e delle altre che devi sistemare in modo esattissimo per bloccarne un’altra che così non si muove più. Insomma, se ci riesci sei un drago. E io diciamo che sono un draghetto» . (Federico Moccia, Amore 14, Milano, Feltrinelli, 2008, p. 27)

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile togo Togo ‘‘bello, interessante

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile togo Togo ‘‘bello, interessante (con riferimento a persone, situazioni, oggetti, ecc. )’. Anche togata (s. f. ), meno diffuso, ‘cosa o situazione bella e piacevole’. Parallelismo perfetto con figo / figata.

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile togo Attestato dagli anni

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile togo Attestato dagli anni Ottanta, ma certamente vivo, nel linguaggio giovanile, dagli anni Sessanta, ma già prima nei gerghi. Attestazioni: «Ferruccio, infervorato. “Sai, non ho il fisico. Farei quello che so fare. I conti, le vendite, il magazzino. ” “E lo faresti bene. Sei togo, tu, con i conti. ” » (Ermanno Libenzi, Scatole cinesi, Milano, Sonzogno, 1980, p. 23) «L’altro giorno a scuola c’è stata una lezione toga. Cioè, di solito mi rompo a morte. . Era una lezione figa proprio sull’origine dell’universo» (M. Mazzucco, Vita assassina, Roma, ERI-RAI, 1997, p. 84)

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile togo «fino a un

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile togo «fino a un paio di decenni fa i ragazzini italiani si complimentavano l’un l’altro dicendosi: “Sei togo”» (A. Marzo Magno, Rapidi e invisibili. Storie di sommergibili, Milano, Il Saggiatore, 2007, p. 40). «Mi hanno appena detto: “Sei toga!”. Che significa? » . «sarà un sostitutivo di sei figa? ? . non so butto la prima cosa che mi è venuta in mente» «è preso dal noto programma “camera cafè” lì veniva usato il termine togo da un attore per indicare qualcosa di figo. . . quindi presumo che questo toga sia il femminile di togo» . «Maaaaa quanto siete toghi !!!!!! bravissimi !!!» (Facebook, nel post di una giovane sarda del marzo 2016).

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile togo Etimologia «. .

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile togo Etimologia «. . . usando il nome dell’ammiraglio giapponese vincitore di Tsushima, del marinaio che in meno di un’ora mette in ginocchio la flotta dello zar» (A. Marzo Magno, Rapidi e invisibili. Storie di sommergibili, Milano, Il Saggiatore, 2007, p. 40). Impossibile, per ragioni cronologiche: l’ammiraglio giapponese Heiachiro Togo, annientò nel 1905 la flotta zarista. Ma la var. tiogo, si trova nel furbesco milanese di C. A. Tanzi in un testo precedente al 1762: «em sbiassâ del büréng / Ma tiogo» (“abbiamo mangiato del formaggio / Ma eccellente”).

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile togo E poi nel

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile togo E poi nel 1865, G. Nericci, nel Saggio di uno studio sopra i parlari vernacoli della Toscana, Milano, registra togo ‘massiccio’, e per traslato, ‘squisito, perfetto, di lusso’, con rimandi a passi di opere precedenti. Nel 1896 C. Lombroso, L’uomo delinquente in rapporto all’antropologia, alla giurisprudenza ed alle discipline carcerarie, Torino, Bocca. 1896, p. 542: «Non trovai di parole nuove nel gergo calabrese che togo per forte» .

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile togo La sua origine

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile togo La sua origine non può essere neppure quella ipotizzata da un anonimo studente romano «Togo: tipo sveglio e di bell’aspetto, come dice la parola stessa, connubio dei vecchi “tosto” e “figo”» : un caso tipico. Definizione dello Zaccaroni, anonimo studente romano. (Goldoni, Blobate, 66) Angelico Prati vede in tòga (ma anche tògo: 1839, G. Giusti), come veste d’eccellenza, il punto di partenza dell’agg. Ma la versione più accreditata fa risalire togo, attraverso il giudeo-it. tòv, all’ebr. ţōbh ‘buono’.

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile figo Figo / fico:

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile figo Figo / fico: 'persona o cosa alla moda, di notevole piacevolezza, rispondente al gusto del momento, elegantino' Attestazioni «Adesso, è chiaro che lei capisce tutto. Lo guarda in faccia. Le si aggrotta leggermente la fronte, come a sua nonna, con un solchino fra le sopracciglia, ma non per il sole; e lo guarda fisso. Che fico. . . » (Alberto Arbasino, La bella di Lodi, 1972) «Sei un figo, mi piaci un casino» ( «L'Occhio» , 26 marzo 1980)

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile figo Figo «la voce

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile figo Figo «la voce fico/figo sembra godere però di una fortuna costante attraverso le generazioni di adolescenti succedutesi dagli anni Settanta ad oggi [. . . ], senza tuttavia per questo esser penetrata, nell'italiano colloquiale di altre fasce d'età. Il suo impiego, che pure si riscontra, nei media, nel linguaggio pubblicitario ecc. , mi pare in genere dettato da propositi di stilizzazione» (Michele Loporcaro, Un problema d'etimologia: sul che fico! del linguaggio giovanile, «Studi di lessicografia italiana» XIII, 1996, pp. 343 -364) Ma in Books di Google abbiamo quasi 7000 attestazioni di figo dal 1990 ad oggi.

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile figo Etimologia 1. da

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile figo Etimologia 1. da fico 'frutto', per la sua bontà, appetibilità (cfr. il detto il meglio fico del bigoncio) 2. da fica 'genitali femminili', vista come il non plus ultra della desiderabilità (oppure con il passaggio metonimico da organo genitale a ragazza particolarmente avvenente e successiva estensione a maschi e cose) 3. da ficaccio, hapax belliano, popolarizzazione di efficace.

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile sciallare, scialla Sciallare 'avere

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile sciallare, scialla Sciallare 'avere una voglia di divertirsi in modo esagerato', 'stare tranquilli, rilassarsi, oziare, godersi la vita'. «non lo so [cosa significa sciallare], ma io ogni giorno mi sciallo di brutto» . Oppure con precisione descrittiva un’altra: sciallare significa «stare tranquilli, rilassarsi … mi viene in mente un bel pisolino sul divano con un ventilatore che mi tiene fresca ed un cuscino morbidissimo. Così interpreterei sciallare, ovvero lo stare tranquilli anche in una situazione difficile… cioè trovare il proprio paradiso, la possibilità di rilassarsi, anche in un caldo asfissiante come quello di questi giorni. Questo è, secondo me, sciallarsi» .

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile sciallare, scialla «Sai che

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile sciallare, scialla «Sai che tranqui significa tranquillo, e su questo funky mi sciallo e non strillo» (Tranqi Funky, canzone del gruppo musicale italiano Articolo 31, 1996) «Dalla mia panchina sottecchio totta ‘sta bella umanità, e mi scialo nella possibilità di ponderare» (Livio Romano, Mistandivò , Torino, Einaudi, 2001, p. 65: ) «Io, in questo periodo me la sto sciallando abbastanza perché quel cassonetto differenziato di mia sorella è andata in gita con la classe e mi ha lasciato tutta la stanza per me» (Pali e Dispari, Kumpalibre, Milano, Kowalski, 2003, p. 97).

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile sciallare, scialla sciallo ‘divertimento’

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile sciallare, scialla sciallo ‘divertimento’ «Fate come Capsula e Nucleo, gli inventori della filosofia: “Meno sbattimento possibile e sciallo a livelli che te lo spiego io!”» (Pali e Dispari, Kumpalibre, Milano, Kowalski, 2003, p. 97) «Io dico “Cosa facciamo, ci vediamo in un caffè? ” Lui: “In un caffè? Ma come cazzo parli, no, vediamoci in un posto più da scialo» (Rossana Campo, Sentita bene, Milano, Feltrinelli, 1995, p. 58). Ma può esserci più di un dubbio che scialo 'di lusso' sia la stessa voce.

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile sciallare, scialla Altre voci

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile sciallare, scialla Altre voci di questa famiglia lessicale: sciallato ‘rilassato’ scialloso ‘divertente’ sciallanza astratto stai sciallo ‘stai tranquillo’ vai sciallo 'vai tranquillo' ( «vai sciallo zio» ). scialla! esclamazione ‘stai tranquillo’

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile sciallare, scialla! esclamazione ‘stai

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile sciallare, scialla! esclamazione ‘stai tranquillo’ film Scialla di Francesco Bruni, del 2011, tratto dal libro omonimo del romano Giacomo Bendotti, Milano, Mondadori, 2011. La parola ricorre nei dialoghi del film e nella colonna sonora, del rapper Amir Issaa, di origine egiziana ma cresciuto a Roma: «Tutto a posto / Scialla sul tuo trono / scialla perché qui vivi una volta sola / scialla ai miei problemi ci penso domani» . «la prima larga diffusione dell’espressione scialla la si deve a una concorrente, Martina Stavolo (originaria della provincia di Avellino), del programma televisivo Amici di Maria De Filippi (ottava edizione 2009)» (Raffaella Setti, nel sito della Crusca)

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile sciallare, scialla Etimologia. •

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile sciallare, scialla Etimologia. • La forma scialla ha fatto ipotizzare un’origine araba, da in-šā ‘a-allah!, ‘se Dio vuole’, nella cultura musulmana formula ritualizzata di saluto (scialla vorrebbe dire qualcosa come «sta’ tranquillo, se Dio lo vorrà tutto andrà bene» ). Due le trafile possibili: il passaggio diretto da giovani di origine araba all’intero mondo giovanile, il passaggio attraverso il genovese scialla! (“Allegri! Evviva! Viva viva! Esclam. d’allegrezza”), esclamazione di gioia usata dai marinai che tornavano a casa dopo lunghe assenze, registrata già nei vocabolari ottocenteschi. Quindi un arabismo indiretto.

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile sciallare, scialla Etimologia. Ma

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile sciallare, scialla Etimologia. Ma se si parte dal verbo sciallare, con la sua variante scialare • gen. scialare (quindi, ancora una volta arabismo) • dai dialetti meridionali, dove il verbo ha il significato di ‘divertirsi, rallegrarsi, godersela’ (ed allora la base sarebbe il lat. exhalare ‘esalare, mandare fuori vapori’). Ipotesi più credibili per la precedenza del verbo sciallare rispetto all’espressione scialla.

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile gaggio 'fesso', ma anche

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile gaggio 'fesso', ma anche 'furbo, sveglio' «“A stronza, ” pensava, “ma che te credi, ch’hai trovato er gaggio? ”» (Pier Paolo Pasolini, Una vita violenta, 1959) «Forniamo anche delle forbici, noi, e qualche tubetto di attaccatutto, così ognuno si ritaglia la fotocopia formato pagina e se la incolla giusta sul quaderno di latino. Un capolavoro. Siamo due molto gaggi, Masonti e io» (Paola Mastrocola, Barca nel bosco, 2004).

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile gaggio Evoluzione semantica Pasolini

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile gaggio Evoluzione semantica Pasolini utilizza gaggio nel suo senso primario, quello che viene dal gergo degli zingari, dove gaggio significa nonzingaro, quindi straniero, ma anche ‘stupido, sprovveduto, balordo’ e di conseguenza ‘persona che si crede furba, sbruffone’ Paola Mastrocola lo usa nel senso antitetico di ‘tipo in gamba, tosto’. L'antifrasi è frequente nel lessico giovanile: cfr. fisico bestiale, che è un fisico straordinario (ma caldo bestiale resta un caldo insopportabile, “da bestie”).

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile paraculo ‘omosessuale passivo’ (1978,

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile paraculo ‘omosessuale passivo’ (1978, R. Cantarelli, ma a Roma già in un poemetto dialettale del primo Ottocento; riferito a ‘prostituta d’infima specie, disponibile al coito rettale’, paragula nel 1925 in romanesco e abruzzese: AIS, entrata in letteratura con P. P. Pasolini (1955), anche come agg. , mentre un precedente (1953) es. di A. Palazzeschi è inserito in un contesto schiettamente dialettale), . Ma anche: ‘persona scaltra e opportunista’ (1955, P. P. Pasolini).

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile paraculo Il contrasto tra

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile paraculo Il contrasto tra due significati, uno negativo, l’altro positivo, si spiega con il diverso valore attribuibile al v. romanesco parà(re): in senso oggi raro significato ‘porgere, offrire’, mentre in quello più corrente vale ‘proteggere, difendere’. Il progressivo allargamento della voce, nell’accezione ‘furbastro, malizioso’ dalla parlata semigergale e poi colloquiale di Roma alla lingua comune è fenomeno recente, forse proprio attraverso il linguaggio giovanile. Il linguaggio giovanile ha spesso il ruolo di «catalizzatore degergalizzante» (Radtke), cioè di tramite attraverso il quale parole dei gerghi tradizionali, per lo più in concomitanza con un processo di risemantizzazione, entrano nel lessico comune.

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile sgamare - 'adocchiare di

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile sgamare - 'adocchiare di nascosto e, per estens. , subodorare, intuire' - 'cogliere sul fatto, beccare o anche individuare, riconoscere' - 'trovare un oggetto tenuto nascosto' - 'rubare' - 'scappare in tutta fretta' - 'marinare la scuola'

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile sgamare Triplice passaggio: 1.

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile sgamare Triplice passaggio: 1. gergo linguaggio giovanile (e poi all’italiano colloquiale) 2. 'adocchiare di nascosto' 'scoprire, beccare qualcuno che sta facendo qualcosa di proibito o di losco' 3. Roma Milano tutta Italia Ormai sgamare ha soppiantato pressoché dappertutto l’altrettanto gergale e poi giovanile beccare, che ormai suona molto datato. Però. . .

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile sgamare Ancora nel 2008,

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile sgamare Ancora nel 2008, in un blog un’adolescente che doveva uscire con un ragazzo conosciuto da poco ha chiesto come si fa a sgamare. La sua domanda ha creato incertezza tra gli interlocutori, che hanno richiamato il significato consolidato del verbo (‘scoprire’), oppure hanno dichiarato di non conoscere la parola: «ma che vuol dire sgamare? scusami, vorrei aiutarti ma qui da me questa parola non si usa!» . Finché un partecipante alla discussione ha messo le cose in chiaro: «Ma che siete ignoranti tutti quanti. . sgamare è il bacio con la lingua» .

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile gallo 'ragazzo figo, in

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile gallo 'ragazzo figo, in gamba, che ci sa fare, soprattutto con le ragazze' È una fra le voci emblematiche del linguaggio paninaro, diffusasi mediaticamente grazie alla fortunata trasmissione televisiva degli anni Ottanta Drive in. «Iao, Sono Vale. » «Iao. » «Ho una notizia mega da darti… Apri bene i padiglioni: stamattina mentri tu eri ancora nel Nirvana, ho conosciuto un gallo, che non ti dico. » (Mottica, Mondo paninaro, 9) Lessico artificiale, creato a tavolino, come ha testimoniato Antonio Ricci: «Gallo ci servì, invece, per indicare il ‘paninaro d. o. c. ’: il piuminazzo Moncler è infatti griffato con il gallo» .

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile gallo Ha costituito una

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile gallo Ha costituito una nutrita famiglia: gallo di Dio, locuzione elativa galla 'ragazza carina' gallina 'ragazza carina' (trovata in indagini sul campo) gallaceo 'vanitoso' gallata 'fatto, situazione molto piacevole o, anche, azione che denota astuzia e abilità'; anche 'scopata'. galloso 'piacevole, interessante, attraente' gasgallato 'elettrizzato'

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile gafi Gafi non è

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile gafi Gafi non è altro che l’occultamento tabuistico di figa, in seguito a un processo di inversione sillabica. Di figa mantiene entrambi i significati, quello di ‘ragazza attraente’ e quello di ‘organo sessuale femminile’. È un’estensione ad altri ambiti di una forma tipica del trancorio, il linguaggio giovanile diffuso principalmente a Brescia negli anni Ottanta, che si fondava sull’inversione dell’ordine delle sillabe? Il trancorio si concentra proprio nel campo delle parole tabuizzate e degli improperi, dai più leggeri, come ticcreno ‘cretino’ o pistudo ‘stupido’, ai più pesanti, ma pur sempre comuni, come darme ‘merda’, glioccone ‘coglione’, statte di zocca ‘testa di cazzo’, tappuna ‘puttana’, con la polirematica glioffi di tappuna ‘figlio di puttana’.

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile gafi Però, l'ipotesi di

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile gafi Però, l'ipotesi di origine nel trancorio cozza contro due ostacoli. 1. Sul piano formale, la deformazione del trancorio è più spinta, e comprende anche il raddoppiamento consonantico: gaffi 2. Sul piano cronologico, la prima attestazione è piuttosto antica: «Quei due tronchi di gafi sono notevoli sul serio» (Umberto Simonetta, Il giovane normale, Milano, Bompiani, 1967, p. 120).

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile gafi Probabilmente formazione ripetuta,

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile gafi Probabilmente formazione ripetuta, per poligenesi: • ga. fi. , segnalato nel 2001 al sito Linguagiovani da un corrispondente di Castello di Godego (TV), • «porge di preferenza all’irruenza dell’uomo la gafi per far pipì e locu per fare popò» (Aldo Busi, Suicidi dovuti, Milano, Frassinelli, 1996, p. 329), ma anche «Rientro a casa dopo altre quindici ore di viaggio (il numero quindici mi porta sgafi), due settimane a letto per l’improvvisa ricaduta polmonare» (Aldo Busi, Suicidi dovuti, Milano, Frassinelli, 1996, p. 39).

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile imbranato Imbranato ‘che si

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile imbranato Imbranato ‘che si comporta goffamente, impacciato, impedito’, ma anche, per facile traslato, ‘intontito, frastornato’. Secondo le ricostruzioni classiche, le prime testimonianze risalgono almeno agli Trenta del ventesimo secolo e collocano la voce nel gergo militare. Durante la seconda guerra mondiale la parola resta ancora di uso piuttosto ristretto. È negli anni Sessanta-Settanta che il suo uso si espande, al punto che la voce viene inserita nello Zingarelli del 1970. Ma ancora nel 1972 il “Corriere della Sera” per pubblicare l’annuncio matrimoniale di un “giovane laureato bruttino e imbranato” pretese di farlo modificare in “giovane laureato bruttino e poco disinvolto”.

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile imbranato Imbranato ‘che si

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile imbranato Imbranato ‘che si comporta goffamente, impacciato, impedito’, ma anche, per facile traslato, ‘intontito, frastornato’. Però, secondo quanto si legge in Gergo studentesco alessandrino (1972), le prime tracce dell’aggettivo possono essere anticipate agli anni Venti del secolo scorso, cioè un po’ prima di quello che generalmente si sa e collocate al di fuori del gergo militare.

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile imbranato Etimologia Se le

Michele A. Cortelazzo Storia di alcune parole del linguaggio giovanile imbranato Etimologia Se le prime tracce fossero quelle militari, negli anni precedenti alla seconda guerra mondiale, il punto di partenza potrebbe essere un imbranato “imbrigliato” (c’è per es. il friul. imbrenàa, che vuol dire appunto “imbrigliato, preso con le briglie”) e il riferimento sarebbe all’andamento impacciato dei muli degli alpini. Ma se la prima attestazione è quella precoce alessandrina allora il legame è con le voci lombarde e ticinesi imbaranàu “sporco di qualche cosa, lordato” o ancora di più imbaranòo “ubriaco fradicio”, con tutto quello che di impacciato nei movimenti ha l’essere ubriaco.