SOCIAL COGNITION studio dei processi mentali che guidano

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SOCIAL COGNITION studio dei processi mentali che guidano la raccolta e il trattamento delle

SOCIAL COGNITION studio dei processi mentali che guidano la raccolta e il trattamento delle informazioni che riguardano persone e eventi sociali strumenti per acquisire conoscenza: • percezione • memoria • processi di elaborazione del pensiero • linguaggio strutture conoscitive: • schemi • categorizzazioni • stereotipi • euristiche • ottenere il massimo con il minimo dispendio di energia • raggiungere scopi 1

Il modo in cui gli individui pensano se stessi e il mondo sociale: come

Il modo in cui gli individui pensano se stessi e il mondo sociale: come selezionano, interpretano, ricordano e usano le informazioni sociali COGNIZIONE SOCIALE Pensiero automatico: aiuta a comprendere situazioni nuove collegandole a esperienze precedenti Pensiero controllato: aiuta quando bisogna prendere importanti decisioni molto spesso operano insieme 2

STRATEGIE DI SEMPLIFICAZIONE: processo di categorizzazione categorie naturali: • appartenenza probabilistica • rappresentatività o

STRATEGIE DI SEMPLIFICAZIONE: processo di categorizzazione categorie naturali: • appartenenza probabilistica • rappresentatività o tipicità categorie artificiali: • raggruppamento di due o più oggetti distinti trattati allo stesso modo • categorie basate sulla cultura somiglianza prototipo = ideale nucleo = individui insieme di condizioni necessarie e sufficienti • occupazione • sesso categorie sociali: • etnia • religione • nazionalità 3

SCHEMI strutture mentali che organizzano la conoscenza del mondo sociale organizzazione gerarchica: generalizzazioni livello

SCHEMI strutture mentali che organizzano la conoscenza del mondo sociale organizzazione gerarchica: generalizzazioni livello subordinato (passerotto) livello base (uccello) livello superordinato (animale) A COSA SERVONO? • Influenzano le informazioni registrate, su cui si riflette e che si ricordano • Organizzano le informazioni su temi o argomenti: persone, ruoli sociali, noi stessi • Racchiudono conoscenze e impressioni usate per organizzare ciò che già si conosce del mondo sociale • Aiutano ad interpretare situazioni nuove 4

IL SOCIALE NELLA SOCIAL COGNITION SCHEMI Se applicati Gruppi sociali genere etnie STEREOTIPI: credenze

IL SOCIALE NELLA SOCIAL COGNITION SCHEMI Se applicati Gruppi sociali genere etnie STEREOTIPI: credenze condivise accentuazione delle somiglianze all’interno dei gruppi e delle differenze tra gruppi (Tajfel) 5

Possono condurci ad una errata percezione del mondo Gli Schemi PERCHè ESISTONO? funzioni fondamentali

Possono condurci ad una errata percezione del mondo Gli Schemi PERCHè ESISTONO? funzioni fondamentali degli schemi: Assicurano continuità: permettono di collegare esperienze nuove a schemi preesistenti Riducono l’ambiguità che incontriamo con informazioni suscettibili di più interpretazioni 6

RAPPRESENTAZIONI SOCIALI (Moscovici) due funzioni: • attribuire significato al mondo • facilitare la comunicazione

RAPPRESENTAZIONI SOCIALI (Moscovici) due funzioni: • attribuire significato al mondo • facilitare la comunicazione cognizioni sociali condivise: concetti, asserti e spiegazioni che nascono nella vita di tutti i giorni nel corso delle comunicazioni interpersonali attraverso: ancoraggio e oggettivizzazione il nuovo all’interno del preesistente l’astratto reso concreto personificazione e figurazione Il contenuto delle rappresentazioni sociali può variare a seconda dei gruppi e degli individui. Le rappresentazioni sociali organizzano il pensiero individuale. 7

GLI SCHEMI E LA MEMORIA Il processo mnemonico consiste in una complessa funzione della

GLI SCHEMI E LA MEMORIA Il processo mnemonico consiste in una complessa funzione della mente di tipo RICOSTRUTTIVO, piuttosto che riproduttivo. Non si tratta di un processo che semplicemente immagazzina un’immagine relativa a ciò che viene osservato assimilabile a quello della fotografia, ma si tratta piuttosto di una elaborazione dell’informazione in cui il soggetto ha un ruolo ATTIVO. Tale processo si articola secondo tre fasi ACQUISIZIONE Percezione del fatto RITENZIONE immagazzinamento evento stimolo categorizzazione conoscenze precedenti RECUPERO ricordo inferenze

GLI SCHEMI COME GUIDE DELLA MEMORIA La memoria è un processo ricostruttivo Nelle fasi

GLI SCHEMI COME GUIDE DELLA MEMORIA La memoria è un processo ricostruttivo Nelle fasi di: Acquisizione Ritenzione Recupero Siamo guidati dagli SCHEMI: gli spazi vuoti sono riempiti con informazioni coerenti ai nostri schemi Notiamo, acquisiamo e ricordiamo ciò che è coerente con i nostri SCHEMI Es. la cultura in cui siamo cresciuti è una fonte fondamentale per i nostri schemi, essa influenza ciò che del mondo notiamo e memorizziamo 9

L’elaborazione dell’informazione è possibile grazie alla MEMORIA che si suddivide in MEMORIA SENSORIALE Magazzino

L’elaborazione dell’informazione è possibile grazie alla MEMORIA che si suddivide in MEMORIA SENSORIALE Magazzino di elevata capienza e bassa permanenza, ospita molte informazioni visive e uditive destinate a perdersi dopo qualche secondo MEMORIA A BREVE TERMINE Magazzino di limitata capacità e permanenza, contiene informazioni operative prolungabili mediante reiterazione MEMORIA A LUNGO TERMINE Magazzino di elevata capienza e permanenza, vengono memorizzate informazioni stabili, complesse e ben strutturate Che si suddivide in è quella che ha maggiore rilevanza per la testimonianza MEMORIA SEMANTICA conserva il significato e l’interpretazione delle informazioni e delle conoscenze ed è organizzata in schemi MEMORIA EPISODICA riguarda gli eventi e la loro successione collocabili nel tempo e nello spazio

Ambiguità d’informazioni Affrontate tramite gli schemi Lo schema che ci viene in mente e

Ambiguità d’informazioni Affrontate tramite gli schemi Lo schema che ci viene in mente e che guida le nostre impressioni è influenzato dall’accessibilità accessibili in base alla esperienza passata interpretano le situazioni ambigue temporaneamente accessibili: un particolare schema o tratto non è sempre accessibile, ma è innescato in memoria da qualcosa che la persona ha fatto o ha pensato poco prima di un evento effetto priming 11

EFFETTO PRIMING processo mediante cui esperienze recenti aumentano l’accessibilità di uno schema, tratto o

EFFETTO PRIMING processo mediante cui esperienze recenti aumentano l’accessibilità di uno schema, tratto o concetto pensieri accessibili applicabili perché possano agire da priming Il priming è un ottimo esempio di pensiero automatico: avviene rapidamente, senza intenzionalità, in maniera inconscia 12

PERSISTENZA DEGLI SCHEMI Possono sopravvivere persino quando è andata distrutta ogni prova che li

PERSISTENZA DEGLI SCHEMI Possono sopravvivere persino quando è andata distrutta ogni prova che li possa sostenere Es. informazione riguardo una situazione o persona che poi si rivela essere falsa. Effetto persistenza: le credenze dei soggetti persistono anche dopo la confutazione della prova iniziale 13

Come realizzare i nostri schemi: Non sempre siamo ricettori passivi di informazioni spesso agiamo

Come realizzare i nostri schemi: Non sempre siamo ricettori passivi di informazioni spesso agiamo sui nostri schemi, in tal modo riusciamo a sostenerli o contraddirli PROFEZIA CHE SI AUTOADEMPIE A B • A ha delle aspettative nei confronti di B • le aspettative di A verso B influenzano i comportamenti di A verso B • le aspettative di A verso B influenzano le risposte di B verso A • B adotterà comportamenti coerenti con le attese originali facendo in modo che queste diventino vere. 14

GIUDIZI E DECISIONI Es. scelte relative ad un lavoro, all’acquisto di una macchina: •

GIUDIZI E DECISIONI Es. scelte relative ad un lavoro, all’acquisto di una macchina: • applichiamo schemi e conoscenze precedenti • non possediamo sempre uno schema preconfezionato • ne abbiamo troppi che andrebbero bene e non sappiamo con certezza quale applicare SCORCIATOIE MENTALI altra forma di pensiero automatico euristiche del giudizio 15

EURISTICA = scoprire regole che gli individui seguono per formulare giudizi in maniera rapida

EURISTICA = scoprire regole che gli individui seguono per formulare giudizi in maniera rapida ed efficiente Non danno la garanzia di compiere inferenze precise sul mondo, spesso inadeguate o impiegate male conducono a giudizi errati si riferisce ai giudizi fondati sulla facilità di rievocare episodi alla mente può essere una buona strategia conduce a conclusioni errate Problema: qualche volta ciò che viene ricordato non è caratteristico del quadro generale 16

Impieghiamo le euristiche anche per dare giudizi su noi stessi non sempre possediamo schemi

Impieghiamo le euristiche anche per dare giudizi su noi stessi non sempre possediamo schemi stabili sui nostri tratti ci capita di formulare giudizi su noi stessi che si basano sulla facilità con cui ricordiamo esempi del nostro comportamento 17

si cerca di categorizzare qualcosa di nuovo: si giudica quanto esso sia simile al

si cerca di categorizzare qualcosa di nuovo: si giudica quanto esso sia simile al caso tipico impieghiamo l’informazione media di base giudizi di probabilità che le osservazioni appartengano a una categoria di solito si dedica maggiore attenzione alle caratteristiche individuali di ciò che si osserva, a scapito delle medie di base 18

scorciatoia mentale attraverso cui gli individui utilizzano un numero o un valore come punto

scorciatoia mentale attraverso cui gli individui utilizzano un numero o un valore come punto di partenza e precisano la loro risposta rispetto ad esso Problema: si ricorre a valori completamente arbitrari come punti di partenza e ad essi ci si attiene rigidamente Si verifica quando formuliamo giudizi sul mondo: ancoriamo le nostre impressioni alle nostre esperienze ed osservazioni personali; anche quando siamo consapevoli che esse sono inconsuete o atipiche generalizziamo a partire da esse 19

quando si generalizza a partire da un campione di informazioni per arrivare alla sua

quando si generalizza a partire da un campione di informazioni per arrivare alla sua totalità processo di Campionamento tendenzioso le nostre esperienze fungono da ancoraggio per le nostre generalizzazioni 20

ragionare su cosa sarebbe potuto succedere se le cose fossero andate diversamente impatto sulle

ragionare su cosa sarebbe potuto succedere se le cose fossero andate diversamente impatto sulle emozioni legate al passato quanto più è facile annullare mentalmente un esito, tanto più forte è la reazione emotiva ad esso l’annullare mentalmente il passato pensando ad esiti alternativi impatto notevole sul modo attraverso il quale ci si spiega il passato alcuni esiti sembrano facili da evitare o modificare non perché lo siano realmente, ma per la facilità con cui possiamo annullarli mentalmente 21

elabora le informazioni in maniera rapida e inconscia PENSIERO AUTOMATICO appresa una determinata abilità

elabora le informazioni in maniera rapida e inconscia PENSIERO AUTOMATICO appresa una determinata abilità riflettere intensamente su di essa può renderla difficile da eseguire anche il nostro modo di pensare può diventare automatico come le nostre azioni elaborazione automatica modalità di pensiero inconscia, non intenzionale, involontaria, priva di sforzi difficile da definire perché inconscia 22

PENSIERO CONTROLLATO • pensiero conscio, intenzionale, volontario, • è possibile attivarlo o disattivarlo consapevolmente

PENSIERO CONTROLLATO • pensiero conscio, intenzionale, volontario, • è possibile attivarlo o disattivarlo consapevolmente SCOPO: fornire freni e bilanciamenti al pensiero automatico richiede: • motivazione e sforzo • tempo • l’energia 23

 • se la posta in gioco è bassa • se non si è

• se la posta in gioco è bassa • se non si è interessati alla precisione di una decisione o giudizio lasciamo il compito al pensiero automatico senza frenarlo es. pubblicità in TV se la posta in gioco è alta: motivazione tempo sforzi il pensiero controllato evita gli errori di quello automatico: strategie più sofisticate giudizi più precisi 24

Gilbert: gli individui sono programmati per credere automaticamente in tutto ciò che vedono e

Gilbert: gli individui sono programmati per credere automaticamente in tutto ciò che vedono e sentono processo insito negli esseri umani perché gran pare di quanto osserviamo è vero quando ciò che vediamo o sentiamo non è vero se siamo stanchi, preoccupati o demotivati, l’accettazione opera senza freni fino a fare accettare falsità accettazione iniziale si verifica automaticamente giudizio o non accettazione prodotto dell’elaborazione controllata: motivazione tempo energia 25

L’ATTRIBUZIONE CAUSALE Analisi ingenua dell’azione Heider 1958 Attribuzione interna (disposizionale): personalità, fattori interni alla

L’ATTRIBUZIONE CAUSALE Analisi ingenua dell’azione Heider 1958 Attribuzione interna (disposizionale): personalità, fattori interni alla persona che compie l’azione Studia le modalità con cui inferiamo le cause del comportamento degli altri Attribuzione esterna (situazionale): cause legate alla situazione esterna individuo = scienziato ingenuo scopo: rendere il mondo prevedibile e controllabile 26

Teoria dell’inferenza corrispondente (Jones e Davis 1965; Jones e Mc. Gillis 1976) comportamento osservato

Teoria dell’inferenza corrispondente (Jones e Davis 1965; Jones e Mc. Gillis 1976) comportamento osservato e intenzione qualità stabili della persona = disposizioni personali processo d’inferenza 2 fasi: attribuzione di un’intenzione : • conseguenze note • capacità possedute attribuzione di disposizioni : • desiderabilità sociale conseguenze socialmente indesiderabili inferenze più accentuate aspettative confermate comportamenti poco diagnostici circa 27 le disposizioni individuali

due giudizi tendenziosi nel processo d’inferenza : motivazionali partecipazione diretta del soggetto percipiente cognitivi

due giudizi tendenziosi nel processo d’inferenza : motivazionali partecipazione diretta del soggetto percipiente cognitivi • sopravvalutazione fattori personali • sottovalutazione fattori situazionali Critiche alla teoria dell’inferenza corrispondente: 1. attribuzione delle intenzioni precede l’inferenza disposizionale comportamenti non intenzionali 2. il comportamento che conferma le aspettative può essere informativo stereotipi 3. le teorie non misurano le attribuzioni causali inferire una disposizione non è inferire una causa 28

Il modello di Kelley 1967; 1973 covariazione: informazioni da più fonti es. bocciatura agli

Il modello di Kelley 1967; 1973 covariazione: informazioni da più fonti es. bocciatura agli esami configurazione: una sola osservazione es. assistere ad un incidente Gli individui compiono attribuzioni causali secondo un atteggiamento logico e razionale 29

Modello della covariazione di Kelley Mentre cerchiamo una impressione osservando un comportamento, raccogliamo tre

Modello della covariazione di Kelley Mentre cerchiamo una impressione osservando un comportamento, raccogliamo tre tipi di informazione: “John ride alle battute del comico” • informazione di consenso (varie persone) Ridono anche gli altri? • informazione di specificità (stimoli) Ride alle battute di quel comico? • informazione di coerenza (tempo/modalità) se: Lo ha fatto anche in passato? solo John ride (basso consenso) lo ha fatto anche in passato (alta coerenza) ride alle battute di tutti gli altri comici (bassa specificità) effetto nella persona 30

La configurazione cause multiple sufficienti (MSC) = diverse cause producono ciascuna lo stesso effetto

La configurazione cause multiple sufficienti (MSC) = diverse cause producono ciascuna lo stesso effetto 1. informazioni incomplete 2. concezioni generali facilmente applicabili 3. inferenze complesse in modo facile e veloce dati incompleti schemi causali o causal schemata cause multiple necessarie (MNC) = diverse cause devono operare congiuntamente per produrre l’effetto 31

L’ERRORE COGNITIVO O BIAS DI CORRISPONDENZA Si tende a pensare che siano le caratteristiche

L’ERRORE COGNITIVO O BIAS DI CORRISPONDENZA Si tende a pensare che siano le caratteristiche di personalità ad indurre le persone a determinati comportamenti, spesso invece quei comportamenti sono il risultato di una o più determinate situazioni PERCHÉ ACCADE? 1. La nostra percezione si concentra di norma sulla persona e non sulla situazione Errore fondamentale di attribuzione 2. Cause situazionali ruolo della informazioni spesso salienza percettiva: non accessibili il punto visivo di osservazione 3. Differenze culturali 32

Le nostre credenze intuitive circa il BIAS di corrispondenza Siamo consapevoli che gli altri

Le nostre credenze intuitive circa il BIAS di corrispondenza Siamo consapevoli che gli altri compiono attribuzioni interne nei nostri confronti tendiamo a credere che le nostre azioni o il nostro aspetto vengano notati e giudicati dagli altri in maniera superiore a quanto avvenga in realtà Effetto riflettore (prestazioni, relazioni sociali, aspetto) Non siamo consapevoli dell’EMPATIA degli altri e crediamo di essere sempre giudicati severamente 33

DIFFERENZE TRA ATTORE E OSSERVATORE Noi verso gli altri Cause disposizionali Noi verso noi

DIFFERENZE TRA ATTORE E OSSERVATORE Noi verso gli altri Cause disposizionali Noi verso noi stessi Cause situazionali dilemma attribuzionale Perché? ruolo della salienza percettiva ruolo della disponibilità di informazioni 34

LE ATTRIBUZIONI IN FAVORE DEL SÉ • Attribuiamo in genere ad eventi esterni i

LE ATTRIBUZIONI IN FAVORE DEL SÉ • Attribuiamo in genere ad eventi esterni i nostri fallimenti quando l’AUTOSTIMA è minacciata si compiono attribuzioni a proprio favore si tenta quanto più possibile di mantenere l’autostima anche a costo di distorcere la realtà le persone hanno un costante desiderio di essere ammirate maggiore disponibilità d’informazioni 35

ALTRI MECCANISMI PRECAUZIONALI Volte a preservarci da sensazioni di vulnerabilità e mortalità Attribuzioni difensive

ALTRI MECCANISMI PRECAUZIONALI Volte a preservarci da sensazioni di vulnerabilità e mortalità Attribuzioni difensive Ottimismo irrealistico riguardo al futuro Credenza in un mondo giusto 36

APPLICAZIONI DELLA TEORIA DELLE ATTRIBUZIONI Teoria della motivazione (Weiner 1986) evento emozione attribuzione causale

APPLICAZIONI DELLA TEORIA DELLE ATTRIBUZIONI Teoria della motivazione (Weiner 1986) evento emozione attribuzione causale conseguenze psicologiche (aspettative future, emozioni) comportamento analisi dell’attribuzione causale valutazione risultato finale: • sforzo stabili/instabili • abilità controllabilità = mediatore di ricompense e punizioni

GLI ATTEGGIAMENTI Processo mentale individuale che determina le risposte sia affettive che potenziali di

GLI ATTEGGIAMENTI Processo mentale individuale che determina le risposte sia affettive che potenziali di ogni individuo al suo mondo sociale Thomas e Znaniencki 1918 Il contadino polacco in Europa e in America COGNITIVISMO anni ‘ 60 • l’atteggiamento si fonda sulle credenze • connotazione individualistica: proprietà dell’individuo • rivolto verso un oggetto componente valutativa informazioni disponibili • connotazione individualistica 38

anni Ottanta SOCIO-COSTRUZIONISMO l’atteggiamento non è una disposizione individuale è una costruzione situata Tre

anni Ottanta SOCIO-COSTRUZIONISMO l’atteggiamento non è una disposizione individuale è una costruzione situata Tre filoni di ricerca favoriscono il cambiamento: scienze cognitive: attenzione al quotidiano, al contesto sociale, alla interazione mente e ambiente psicologia culturale: studio delle comunità e della produzione di significati psicologia discorsiva: studia la costruzione degli eventi nel contesto sociale e culturale Gli atteggiamenti vanno considerati come modalità culturalmente situate di relazione tra gli attori sociali e il loro ambiente sociale e fisico. profonda metamorfosi: studio dei processi d’interazione 39

LE SCALE DI MISURA Thurstone 1928 scala ad intervalli giudicati uguali possibile misurare l’atteggiamento

LE SCALE DI MISURA Thurstone 1928 scala ad intervalli giudicati uguali possibile misurare l’atteggiamento di una persona verso un oggetto registrando la sua adesione ad affermazioni dotate di un valore scalare noto rispetto all’atteggiamento costruzione della scala: • raccolta di un gran numero di affermazioni • presentazione delle affermazioni a un centinaio di giudici e relativa valutazione • scarto delle affermazioni su cui mancava un sufficiente accordo tra i giudici nessuna garanzia di “oggettività” Likert 1932 scala a punteggi sommati nessun valore predefinito attribuito alle affermazioni la scala prevede: 20 – 30 affermazioni grado di accordo rispetto all’affermazione punteggi da 1 a 5; da 1 a 7 vantaggi: semplici da costruire impiego dell’analisi fattoriale limiti: 40 i resoconti non forniscono dati obiettivi

LIMITI DEI RESOCONTI VERBALI • divergenza tra atteggiamenti e comportamenti: studio di La. Piere,

LIMITI DEI RESOCONTI VERBALI • divergenza tra atteggiamenti e comportamenti: studio di La. Piere, 1934 i cinesi che gli albergatori si trovano davanti non corrispondono allo stereotipo che hanno in mente ciò che le persone fanno effettivamente nella vita quotidiana dipende dal contesto in cui esse devono decidere comportarsi • le domande possono condizionare le risposte • peso della “desiderabilità sociale” 41

LA PROSPETTIVA COGNITIVA atteggiamento insieme delle credenze che una persona possiede riguardo ad un

LA PROSPETTIVA COGNITIVA atteggiamento insieme delle credenze che una persona possiede riguardo ad un certo oggetto modo di sentire (“feeling”) generale e permanente, positivo o negativo, verso una certa persona, verso un certo oggetto, o verso una certa questione credenza informazioni che una persona ha in riferimento a persone, oggetti o questioni modello aspettativa-valore (Fishbein e Ajzen, 1975) credenze su un certo oggetto valutazioni atteggiamenti 42

Fishbein e Ajzen teoria dell’azione ragionata spiega come dalle credenze nascano gli atteggiamenti verso

Fishbein e Ajzen teoria dell’azione ragionata spiega come dalle credenze nascano gli atteggiamenti verso il comportamento Esempio: atteggiamento di Marco verso il fumo “il fumo è dannoso per la salute” “Il fumo dà un senso di benessere” “il fumo fa sembrare avventurosi” credenza: aspettativa -3 +3 credenza: aspettativa +2 +1 credenza: aspettativa: +1 +1 prodotto: -9 prodotto: +2 prodotto: +1 credenze su conseguenze del comportamento credenze su credenze degli altri significativi atteggiamento verso il comportamento intenzione norme soggettive atteggiamenti

critiche: • impossibile controllo unilaterale da parte dell’individuo sull’ ambiente • individuo troppo razionale

critiche: • impossibile controllo unilaterale da parte dell’individuo sull’ ambiente • individuo troppo razionale Ajzen, 1988 percezione del controllo sulla situazione “Ce la farò? ” l’intenzione comportamentale produce quel comportamento con maggiore facilità teoria del comportamento pianificato l’attore si muove in una “situazione pienamente strutturata” teoria falsificata: • situazioni quotidiane imprevedibili • ruolo adattivo dell’azione 44

L. Suchman, 1987 teoria dell’azione situata prende le distanze da visioni cognitive astratte e

L. Suchman, 1987 teoria dell’azione situata prende le distanze da visioni cognitive astratte e onnipotenti che vedono gli individui come decisori e pianificatori dotati di totale controllo su di sé e sull’ambiente “le circostanze in cui agiamo non sono mai completamente anticipate e cambiano di continuo intorno a noi. (…)”. è nell’azione che la conoscenza si approfondisce e dà luogo ad un’esperienza pratica critica 45

atteggiamenti e processi cognitivi “caldi” stati d’animo positivi stati d’animo negativi paura elevata stili

atteggiamenti e processi cognitivi “caldi” stati d’animo positivi stati d’animo negativi paura elevata stili cognitivi emozioni, stati d’animo, contesto sociale • ambiente favorevole • ricorso a conoscenze già acquisite • ambiente sfavorevole • attenta analisi di dati e dettagli le persone possono respingere le informazioni per difendersi dalla minaccia che contengono 46

GLI ATTEGGIAMENTI COME COSTRUZIONI INTERATTIVE, CULTURALI, DISCORSIVE ricerca etnografica Psicologia culturale parte dall’approfondimento di

GLI ATTEGGIAMENTI COME COSTRUZIONI INTERATTIVE, CULTURALI, DISCORSIVE ricerca etnografica Psicologia culturale parte dall’approfondimento di situazioni specifiche per poi risalire, se possibile, a conoscenze di carattere più generale ricerca centrata sull’interazione e sulla specificità dei contesti • importanza del contesto • cultura come “repertorio di significato” “la cultura consiste nei significati che le persone creano, che a loro volta creano le persone come membri di determinate società” (Hannertz, 1992) 47

non si possono considerare gli atteggiamenti come proprietà di individui decontestualizzati, isolati dalle comunità

non si possono considerare gli atteggiamenti come proprietà di individui decontestualizzati, isolati dalle comunità a cui appartengono discorso la comunità influenza giudizi e opinioni “spazio in cui gli atteggiamenti si costruiscono come processi interattivi, sociali, mirati ad identificare il significato delle situazioni quotidiane” (Potter e Wetherell, 1987) luogo in cui la realtà quotidiana si presenta per quello che è: molteplice, aperta a diversi esiti, non riconducibile ad un unico resoconto 48