MICROECONOMIA ECONOMIA Scienza che studia come soddisfare nel

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MICROECONOMIA

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ECONOMIA Scienza che studia come soddisfare nel modo migliore possibile i bisogni, utilizzando delle

ECONOMIA Scienza che studia come soddisfare nel modo migliore possibile i bisogni, utilizzando delle risorse scarse (beni e servizi). Scienza che studia la produzione e la distribuzione della ricchezza in un sistema sociale.

MICROECONOMIA: è quella parte dell’economia che si occupa di studiare il comportamento del singolo

MICROECONOMIA: è quella parte dell’economia che si occupa di studiare il comportamento del singolo operatore economico (consumatore, impresa). MACROECONOMIA: è quella parte dell’economia che si occupa di studiare il sistema economico nel suo complesso. E’ quindi quella parte dell’economia che studia l’intervento dello Stato nel sistema economico e i grandi temi economici (sviluppo economico, inflazione …).

SISTEMA ECONOMICO: ECONOMICO insieme dei SOGGETTI ECONOMICI (famiglie, imprese, banche, Stato, Resto del Mondo)

SISTEMA ECONOMICO: ECONOMICO insieme dei SOGGETTI ECONOMICI (famiglie, imprese, banche, Stato, Resto del Mondo) e delle RELAZIONI che avvengono tra di loro.

STATO BENI E SERVIZI TRIBUTI PUBBLICI INTERESSI BENI E SERVIZI TRIBUTI PUBBLICI BANCHE DEPOSITI

STATO BENI E SERVIZI TRIBUTI PUBBLICI INTERESSI BENI E SERVIZI TRIBUTI PUBBLICI BANCHE DEPOSITI FAMIGLIE INTERESSI PRESTITI PREZZO BENI E SERVIZI RETRIBUZIONE IMPRESE ESPORTAZIONI BENI E SERVIZI LAVORO PREZZO BENI E SERVIZI IMPORTAZIONI PREZZO RESTO DEL MONDO

TIPI DI SISTEMI ECONOMICI SISTEMA LIBERISTA SISTEMA AD ECONOMIA MISTA SISTEMA COLLETTIVISTA

TIPI DI SISTEMI ECONOMICI SISTEMA LIBERISTA SISTEMA AD ECONOMIA MISTA SISTEMA COLLETTIVISTA

SISTEMA LIBERISTA (A. SMITH (fine ‘ 700) SISTEMA AD ECONOMIA MISTA (J. M. KEYNES

SISTEMA LIBERISTA (A. SMITH (fine ‘ 700) SISTEMA AD ECONOMIA MISTA (J. M. KEYNES – inizi ‘ 900) SISTEMA COLLETTIVISTA (K. MARX – seconda metà ‘ 800) Lo Stato non interviene. Si limita a fornire i servizi essenziali (difesa, giustizia) Lo Stato interviene nell’economia a fianco dei privati Lo Stato pianifica interamente il sistema economico Proprietà privata dei mezzi di produzione (fabbriche, macchinari) Proprietà privata e pubblica dei mezzi di produzione (fabbriche, macchinari) Proprietà privata abolita – I mezzi di produzione appartengono allo Stato. Libertà di iniziativa economica e intervento dello Stato. Le decisioni sono prese dai privati e dallo Stato Libertà di iniziativa economica abolita Le decisioni sono prese dai privati Le decisioni sono prese solo dallo Stato Solo imprese private Imprese private e imprese pubbliche Solo imprese pubbliche Caratterizzava gli Stati nell’ ‘ 800 Caratterizza quasi tutti gli Stati contemporanei. Da Stato cambia la misura dell’intervento statale Caratterizzava l’Unione Sovietica. E’ tipico degli Stati comunisti (Cuba, Cina)

IL MERCATO: insieme delle contrattazioni che hanno per oggetto lo scambio di beni e

IL MERCATO: insieme delle contrattazioni che hanno per oggetto lo scambio di beni e servizi economici. LE FORME DI MERCATO CONCORRENZA PERFETTA CONCORRENZA MONOPOLISTICA OLIGOPOLIO MONOPOLIO

Forme di mercato Numero di imprese Caratteristiche dei beni prodotti dalle diverse imprese Influenza

Forme di mercato Numero di imprese Caratteristiche dei beni prodotti dalle diverse imprese Influenza dell’imprenditore sul prezzo. Può stabilire il prezzo che vuole? Concorrenza perfetta Tante imprese che producono lo stesso bene I beni prodotti dalle diverse imprese sono uguali Il prezzo è determinato dal mercato Concorrenza monopolistica Oligopolio Monopolio Tante Poche Una Beni leggermente differenti Di solito, beni differenti Bene unico L’imprenditore può aumentare leggermente il prezzo L’imprenditore impone il prezzo Il monopolista fissa il prezzo che vuole (…)

IL CONSUMATORE, L’UTILITA’ ECONOMICA E LA DOMANDA

IL CONSUMATORE, L’UTILITA’ ECONOMICA E LA DOMANDA

L’UTILITA’ ECONOMICA E IL COMPORTAMENTO DEL CONSUMATORE Il comportamento del consumatore, diretto a soddisfare

L’UTILITA’ ECONOMICA E IL COMPORTAMENTO DEL CONSUMATORE Il comportamento del consumatore, diretto a soddisfare i propri bisogni utilizzando beni economici, è stato oggetto di studio da parte della scuola marginalista. La teoria del consumo dei marginalisti si basa sul concetto di utilità, ovvero l'idoneità di un bene economico a soddisfare un bisogno, cioè una sensazione di mancanza e di disagio. Secondo questa scuola, l'utilità è misurabile ed è riferibile ad ogni unità o dose di bene. Ogni bene economico, Infatti, procura un'utilità differente, che varia in funzione della quantità (numero di unità o dosi) consumata. 11

L'utilità totale è data dalla somma di tutte le utilità ottenute dal consumo di

L'utilità totale è data dalla somma di tutte le utilità ottenute dal consumo di tutte le unità o dosi del bene. L’utilità marginale corrisponde all'ultima unità o dose consumata di un bene ed è quindi un utilità aggiuntiva, sempre inferiore a quella dell’unità o dose precedente. 12

Ad esempio se il consumatore si sfama mangiando un pasticcino, l'utilità procurata dalla prima

Ad esempio se il consumatore si sfama mangiando un pasticcino, l'utilità procurata dalla prima dose è massima, cioè pari a 100. Se il consumatore assume altri pasticcini, l'utilità marginale diminuisce progressivamente, finché il bisogno viene completamente soddisfatto. In questo modo, la seconda unità avrà per lui un utilità pari a 80, la terza pari a 60, e così via fino ad arrivare alla sesta dose con un'utilità pari a zero, che corrisponde al punto di saturazione, in cui il consumatore si sente totalmente appagato. Se il consumatore continua ad assumere pasticcini, la settima unità avrà per lui un utilità negativa (- 20), in quanto l'ultimo pasticcino gli darà fastidio. In conclusione, il consumatore continuerà ad assumere pasticcini finché avranno per lui un'utilità positiva. L'utilità marginale di un bene decresce all'aumentare delle dosi consumate, come teorizzato da Hermann Gossen nella legge dell'utilità marginale decrescente. 13

LA FUNZIONE DELL’UTILITA’ TOTALE Ut S = punto di sazietà Disutilità La curva cresce

LA FUNZIONE DELL’UTILITA’ TOTALE Ut S = punto di sazietà Disutilità La curva cresce con incrementi decrescenti Q 14

LA FUNZIONE DELL’UTILITA’ MARGINALE U marg S = punto di sazietà Disutilità Q 15

LA FUNZIONE DELL’UTILITA’ MARGINALE U marg S = punto di sazietà Disutilità Q 15

L'EQUILIBRIO DEL CONSUMATORE TRAMITE LE CURVE DI INDIFFERENZA E LA RETTA DI BILANCIO L'economista

L'EQUILIBRIO DEL CONSUMATORE TRAMITE LE CURVE DI INDIFFERENZA E LA RETTA DI BILANCIO L'economista italiano Vilfredo Pareto ha utilizzato due strumenti di analisi, le curve di indifferenza e la retta di bilancio, per individuare l'equilibrio del consumatore. Unendo i punti corrispondenti alle combinazioni che danno la stessa soddisfazione al consumatore, otterremo una curva di indifferenza, che rappresenta tutte le possibili combinazioni di beni che garantiscono allo consumatore la medesima utilità. A questa curva se ne possono aggiungere altre, cambiando le combinazioni tra i beni. 16

LE CURVE DI INDIFFERENZA P C 17

LE CURVE DI INDIFFERENZA P C 17

Nella realtà il consumatore è sottoposto ad una serie di restrizioni, tra cui i

Nella realtà il consumatore è sottoposto ad una serie di restrizioni, tra cui i prezzi dei beni e il reddito a disposizione. Per questo motivo, si introduce il concetto di vincolo di bilancio, espresso graficamente dalla retta di bilancio, una linea che individua tutte le possibili combinazioni di beni, a un determinato prezzo, che un consumatore può scegliere avendo a disposizione un dato reddito. Essa è utilizzata per rappresentare graficamente la seguente funzione: Y = U a X Pa + Ub X Pb dove Y è il reddito che il consumatore spende per procurarsi determinate unità (Ua) del bene (a) ad un dato prezzo Pa e determinate unità (Ub) del bene (b) ad un dato prezzo Pb. 18

LA RETTA DI BILANCIO Pesce 8 P C 4 Carne 19

LA RETTA DI BILANCIO Pesce 8 P C 4 Carne 19

L’uso combinato delle curve di indifferenza e della retta di bilancio permette di individuare

L’uso combinato delle curve di indifferenza e della retta di bilancio permette di individuare l'equilibrio del consumatore, cioè il punto in cui, a fronte di un dato reddito a disposizione, egli riesce a procurarsi l’insieme di beni (paniere) che gli arreca la soddisfazione maggiore. L’equilibrio è conseguito quando il consumatore sceglie uno dei panieri posti contemporaneamente sulla retta di bilancio (che indica che l’intero reddito è stato speso) e sulla curva d’indifferenza più distante dall’origine (in cui l’utilità delle combinazioni è maggiore). Il punto di equilibrio è in corrispondenza del punto di tangenza tra la retta di bilancio e la curva d’indifferenza più distante dall’origine. 20

L’EQUILIBRIO DEL CONSUMATORE Pesce A E B Carne 21

L’EQUILIBRIO DEL CONSUMATORE Pesce A E B Carne 21

Perché il consumatore sceglie la combinazione corrispondente al punto E e non quella corrispondente

Perché il consumatore sceglie la combinazione corrispondente al punto E e non quella corrispondente al punto A o al punto B? Le combinazioni A e B sono compatibili con il vincolo di bilancio, ma si trovano su una curva d’indifferenza più vicina all’origine rispetto a quella del punto E. Quindi la soddisfazione del consumatore in corrispondenza delle combinazioni A e B sarà più bassa. 22

LA DOMANDA 23

LA DOMANDA 23

TIPI DI DOMANDA INDIVIDUALE DOMANDA DI MERCATO DOMANDA AGGREGATA DOMANDA INTERNA O NAZIONALE DOMANDA

TIPI DI DOMANDA INDIVIDUALE DOMANDA DI MERCATO DOMANDA AGGREGATA DOMANDA INTERNA O NAZIONALE DOMANDA ESTERA 24

REDDITO FATTORI CHE INFLUENZANO LA DOMANDA: FATTORI DI NATURA OGGETTIVA O DI NATURA SOGGETTIVA

REDDITO FATTORI CHE INFLUENZANO LA DOMANDA: FATTORI DI NATURA OGGETTIVA O DI NATURA SOGGETTIVA PREZZO GUSTI E MODA 25

LA LEGGE DELLA DOMANDA A PARITA’ DI ALTRE CONDIZIONI (“CETERIS PARIBUS”), VI E’ UNA

LA LEGGE DELLA DOMANDA A PARITA’ DI ALTRE CONDIZIONI (“CETERIS PARIBUS”), VI E’ UNA RELAZIONE INVERSA TRA IL PREZZO E LA QUANTITA’ DOMANDATA DAL CONSUMATORE. SE IL PREZZO AUMENTA, LA QUANTITA’ DOMANDATA DIMINUISCE, E VICEVERSA. 26

LA CURVA DELLA DOMANDA INDIVIDUALE P Q 27

LA CURVA DELLA DOMANDA INDIVIDUALE P Q 27

LA DOMANDA AUMENTA SE: Aumenta il reddito Diminuisce il prezzo dei beni complementari Aumenta

LA DOMANDA AUMENTA SE: Aumenta il reddito Diminuisce il prezzo dei beni complementari Aumenta il prezzo dei beni succedanei Vi è un maggiore gradimento da parte dei consumatori (gusti, moda, pubblicità …) 28

LA DOMANDA DIMINUISCE SE: Diminuisce il reddito Aumenta il prezzo dei beni complementari Diminuisce

LA DOMANDA DIMINUISCE SE: Diminuisce il reddito Aumenta il prezzo dei beni complementari Diminuisce il prezzo dei beni succedanei Vi è un minor gradimento da parte dei consumatori (gusti, moda, pubblicità…). 29

SPOSTAMENTO DELLA CURVA DELLA DOMANDA IN CONSEGUENZA DI UN AUMENTO DEL REDDITO P Q

SPOSTAMENTO DELLA CURVA DELLA DOMANDA IN CONSEGUENZA DI UN AUMENTO DEL REDDITO P Q 30

DALLA DOMANDA INDIVIDUALE ALLA DOMANDA DI MERCATO DI UN BENE È DATA DALLA SOMMA

DALLA DOMANDA INDIVIDUALE ALLA DOMANDA DI MERCATO DI UN BENE È DATA DALLA SOMMA DELLE DOMANDE INDIVIDUALI DI TUTTI I CONSUMATORI. OGNI CONSUMATORE HA UNA SUA CURVA DI DOMANDA, PERCHÉ LE PERSONE NON SONO IDENTICHE; INFATTI ESISTONO ALCUNE CONDIZIONI (REDDITO MONETARIO, GUSTI. . . ) CHE, A PARITÀ DI PREZZO, FANNO VARIARE LA DOMANDA DEL SINGOLO. BASTA ADDIZIONARE PER OGNI LIVELLO DI PREZZO LE QUANTITÀ DOMANDATE DA OGNI CONSUMATORE PER OTTENERE LA DOMANDA DI MERCATO. SI DICE CHE LA CURVA DI DOMANDA DI MERCATO E’ DATA DALLA SOMMA ORIZZONTALE DELLE CURVE INDIVIDUALI RELATIVE AI VARI CONSUMATORI. 31

LA DOMANDA DI MERCATO P 1 Q 2 Q 1 + Q 2 32

LA DOMANDA DI MERCATO P 1 Q 2 Q 1 + Q 2 32

L’IMPRESA E L’OFFERTA 33

L’IMPRESA E L’OFFERTA 33

L’IMPRESA COMPENSO DEI FATTORI PRODUTTIVI RENDITA RETRIBUZIONE INTERESSE FATTORI PRODUTTIVI T L C RISORSE

L’IMPRESA COMPENSO DEI FATTORI PRODUTTIVI RENDITA RETRIBUZIONE INTERESSE FATTORI PRODUTTIVI T L C RISORSE NATURALI LAVORO PRODUZIONE DI BENI O SERVIZI q. SETTORE PRIMARIO CAPITALE q. SETTORE SECONDARIO (denaro, impianti, stabilimenti) q. SETTORE TERZIARIO MERCATO (vendita di beni o servizi) RICAVI q. SETTORE TERZIARIO AVANZATO O QUATERNARIO COSTI TOTALI = COSTI FISSI + COSTI VARIABILI PROFITTO = RICAVI - COSTI L’OBIETTIVO DELL’IMPRENDITORE E’ MASSIMIZZARE IL PROFITTO, MASSIMIZZANDO I RICAVI E MINIMIZZANDO I COSTI. 34

I COSTI E I PROFITTI DELL’IMPRESA PROFITTO = RICAVI COSTI MASSIMO PROFITTO? AUMENTARE I

I COSTI E I PROFITTI DELL’IMPRESA PROFITTO = RICAVI COSTI MASSIMO PROFITTO? AUMENTARE I RICAVI DIMINUIRE I COSTI 35

RICAVI TOTALI = PREZZO X Q VENDUTA COME AUMENTARE I RICAVI? AUMENTARE LE VENDITE

RICAVI TOTALI = PREZZO X Q VENDUTA COME AUMENTARE I RICAVI? AUMENTARE LE VENDITE AUMENTARE I PREZZI 36

I COSTI DI PRODUZIONE FATTORI PRODUTTIVI LAVORO RISORSE NATURALI CAPITALI 37

I COSTI DI PRODUZIONE FATTORI PRODUTTIVI LAVORO RISORSE NATURALI CAPITALI 37

I costi fissi non variano con il variare della produzione, sicché per definizione il

I costi fissi non variano con il variare della produzione, sicché per definizione il loro importo è costante al variare della produzione (se si considera il lungo periodo e una serie ampia di quantitativi di produzione, nessun fattore produttivo è fisso e tutti i costi sono pertanto variabili). Rientrano tra i costi fissi: le spese di amministrazione; gli stipendi e i salari; i premi di assicurazione per l'incendio, il furto; gli interessi passivi; le spese per i locali. I costi variabili sono quelli che variano a seconda del volume della produzione, aumentano se la quantità prodotta aumenta. Tra i costi variabili figurano i costi delle materie prime; i costi per energia e forza motrice; i costi di trasporto; i costi di magazzino. 38

Per costo totale si intende il costo complessivo di una certa quantità di prodotto.

Per costo totale si intende il costo complessivo di una certa quantità di prodotto. Il problema che si deve risolvere è quello di determinare quali costi sono "fissi", cioè indipendenti da variazioni della quantità del prodotto, e quali costi sono "variabili", cioè dipendenti dal volume della produzione. Pertanto, il costo totale è dato dalla somma dei costi fissi più i costi variabili. COSTO TOTALE (Ctot) = COSTI FISSI (Cf) + COSTI VARIABILI (Cv) 39

LA CURVA DEI COSTI FISSI C Q 40

LA CURVA DEI COSTI FISSI C Q 40

LA CURVA DEI COSTI VARIABILI C Q 41

LA CURVA DEI COSTI VARIABILI C Q 41

I costi totali sono dati dalla somma dei costi fissi e dei costi variabili.

I costi totali sono dati dalla somma dei costi fissi e dei costi variabili. C Ctot Cv Cf Q 42

I COSTI MEDI E I COSTI MARGINALI Il costo medio (o costo di produzione

I COSTI MEDI E I COSTI MARGINALI Il costo medio (o costo di produzione unitario) è dato dal rapporto tra il costo totale sostenuto Ct e la quantità prodotta Q. Il costo marginale rappresenta il costo differenziale che l’impresa deve sostenere per produrre un’ulteriore unità di prodotto; corrisponde alla variazione del costo totale quando si produce un’ulteriore unità di prodotto. 43

IL PUNTO DI PAREGGIO (BREAK EVEN POINT) Il diagramma di redditività consente di avere

IL PUNTO DI PAREGGIO (BREAK EVEN POINT) Il diagramma di redditività consente di avere una visione globale dell'attività produttiva in termini di costi e di ricavi. Questo grafico permette di determinare il punto di equilibrio economico dell'azienda. Sull'asse delle ascisse si indicano le quantità prodotte e vendute e sull'asse delle ordinate gli importi relativi ai costi e ai ricavi. 44

La retta dei ricavi parte dall'origine (in quanto se non si vende, non si

La retta dei ricavi parte dall'origine (in quanto se non si vende, non si hanno ricavi) e cresce al crescere delle quantità vendute. La retta dei costi fissi è parallela all'asse delle ascisse. La retta dei costi totali (ottenuti sommando costi fissi e costi variabili) inizia dal livello dei costi fissi e cresce al crescere delle quantità vendute. Rtot Euro Ctot Perdita E Utile Cf Q 1 Q 2 Q 45

Il punto di equilibrio corrisponde al punto di incontro tra la retta dei ricavi

Il punto di equilibrio corrisponde al punto di incontro tra la retta dei ricavi e quella dei costi: nel punto E (detto punto di pareggio o break even point), i ricavi eguagliano i costi; non si guadagna né si perde. In termini matematici: Prezzo X Q venduta = C tot (cioè Cv + Cf) A sinistra del punto di equilibrio i costi superano i ricavi e si sopporta una perdita; a destra del punto di equilibrio i ricavi superano i costi e si consegue un utile. In realtà per elevati livelli di produzione, i costi totali potrebbero aumentare di molto, tornando a superare i ricavi totali (la curva dei costi totali tornerebbe ad intersecare e a superare la retta dei ricavi totali). 46

L’OFFERTA E IL PREZZO DI EQUILIBRIO 47

L’OFFERTA E IL PREZZO DI EQUILIBRIO 47

L’offerta è costituita dalla quantità di beni o di servizi immessi sul mercato ad

L’offerta è costituita dalla quantità di beni o di servizi immessi sul mercato ad un dato prezzo. 48

TIPI DI OFFERTA INDIVIDUALE OFFERTA DI MERCATO OFFERTA AGGREGATA OFFERTA INTERNA O NAZIONALE OFFERTA

TIPI DI OFFERTA INDIVIDUALE OFFERTA DI MERCATO OFFERTA AGGREGATA OFFERTA INTERNA O NAZIONALE OFFERTA ESTERA 49

Legge dell’offerta: a parità di altre condizioni, esiste una relazione diretta fra il prezzo

Legge dell’offerta: a parità di altre condizioni, esiste una relazione diretta fra il prezzo del bene e la quantità offerta. L’imprenditore si pone come obiettivo quello di massimizzare il profitto. Per conseguire questo obiettivo, quanto maggiore è il prezzo del bene, tanto più l'imprenditore ne aumenterà la produzione (dato un costo, più alto sarà il prezzo che l’imprenditore riuscirà ad applicare, più alto sarà il profitto dell’imprenditore dato che: profitto = ricavi – costi). Possiamo quindi affermare che se aumenta il prezzo del bene, aumenta la quantità offerta dall'impresa e, viceversa, se diminuisce il prezzo del bene diminuisce la quantità offerta dall'impresa. 50

La curva dell’offerta rappresenta le variazioni della quantità offerta di un bene (Q), in

La curva dell’offerta rappresenta le variazioni della quantità offerta di un bene (Q), in funzione delle variazioni del prezzo del bene (P). P O Q 51

L’OFFERTA DI MERCATO P 1 Q 2 Q 1 + Q 2 52

L’OFFERTA DI MERCATO P 1 Q 2 Q 1 + Q 2 52

IL PREZZO DI EQUILIBRIO CONSUMATORI DOMANDA IMPRESE OFFERTA 53

IL PREZZO DI EQUILIBRIO CONSUMATORI DOMANDA IMPRESE OFFERTA 53

IL PREZZO DI EQUILIBRIO E’ QUEL PREZZO IN CORRISPONDENZA DEL QUALE LA DOMANDA E’

IL PREZZO DI EQUILIBRIO E’ QUEL PREZZO IN CORRISPONDENZA DEL QUALE LA DOMANDA E’ UGUALE ALL’OFFERTA. IL PUNTO DI EQUILIBRIO E’ IL PUNTO D’INTERSEZIONE TRA LA CURVA DELLA DOMANDA E LA CURVA DELL’OFFERTA. 54

Equilibrio tra domanda e offerta D Pe O E Qe Q 55

Equilibrio tra domanda e offerta D Pe O E Qe Q 55

Se il prezzo è alto, vi è un eccesso di offerta (QO>QD). D O

Se il prezzo è alto, vi è un eccesso di offerta (QO>QD). D O P 2 E QD QO Q 56

Se il prezzo è basso, vi è un eccesso di domanda (QD>QO). D O

Se il prezzo è basso, vi è un eccesso di domanda (QD>QO). D O E P 1 QO QD Q 57

Se il prezzo è libero di variare e a parità di altre condizioni, l’equilibrio

Se il prezzo è libero di variare e a parità di altre condizioni, l’equilibrio del mercato è sempre assicurato da variazioni del prezzo. Se il prezzo è basso, vi è un eccesso di domanda (QD>QO). Le imprese aumentano la produzione e il prezzo, di conseguenza la quantità domandata si riduce e si raggiunge la posizione di equilibrio. Viceversa nel caso di eccesso di offerta. 58

ESERCIZI 59

ESERCIZI 59

Un consumatore si trova a decidere circa il consumo di due beni x e

Un consumatore si trova a decidere circa il consumo di due beni x e y. Si sa che il suo reddito è di 2000 e che p(x) = 100 e p(y) = 40. Trovare il vincolo di bilancio, tracciare il grafico e calcolare quanto è il consumo di y, se x =8. Disegnare l’equilibrio del consumatore, spiegandone il significato. 60

Un consumatore si trova a decidere circa il consumo di due beni x e

Un consumatore si trova a decidere circa il consumo di due beni x e y. Si sa che il suo reddito è di 2000 e che p(x) = 100 e p(y) = 40. Trovare il vincolo di bilancio, tracciare il grafico e calcolare quanto è il consumo di y, se x =8. Disegnare l’equilibrio del consumatore, spiegandone il significato. L’equazione del vincolo di bilancio è data da: Reddito = p (x). x + p (y). Y per cui avremo come vincolo di bilancio: 2000 = 100 x + 40 y Se x = 8, avremo che y = 30. 61

Un’impresa produce 100 zaini. Il prezzo di ogni zaino è pari a 10 euro.

Un’impresa produce 100 zaini. Il prezzo di ogni zaino è pari a 10 euro. Nel periodo dei saldi, l’impresa applica uno sconto del 50% e vende gli zaini a 5 euro. Sapendo che: - i costi fissi sono pari a 200 euro; - i costi variabili sono pari a 300 euro; - l’impresa riesce a vendere 80 zaini, di cui 20 durante i saldi; Calcolare il profitto. 62

Un’impresa produce 100 zaini. Il prezzo di ogni zaino è pari a 10 euro.

Un’impresa produce 100 zaini. Il prezzo di ogni zaino è pari a 10 euro. Nel periodo dei saldi, l’impresa applica uno sconto del 50% e vende gli zaini a 5 euro. Sapendo che: - i costi fissi sono pari a 200 euro; - i costi variabili sono pari a 300 euro; - l’impresa riesce a vendere 80 zaini, di cui 20 durante i saldi; Calcolare il profitto. 600 + 100 – 200 – 300 = 200 euro 63

Un’impresa produce 100 zaini. Il prezzo di ogni zaino è pari a 10 euro.

Un’impresa produce 100 zaini. Il prezzo di ogni zaino è pari a 10 euro. Nel periodo dei saldi, l’impresa applica uno sconto del 50% e vende gli zaini a 5 euro. Sapendo che: - i costi fissi sono pari a 200 euro; - i costi variabili sono pari a 300 euro; - l’impresa riesce a vendere 80 zaini, di cui 20 durante i saldi; Calcolare il profitto. 600 + 100 – 200 – 300 = 200 euro 64