La follia del nucleare come uscirne Di Alfonso

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La follia del nucleare: come uscirne? Di Alfonso Navarra Portavoce dei «Disarmisti Esigenti» www.

La follia del nucleare: come uscirne? Di Alfonso Navarra Portavoce dei «Disarmisti Esigenti» www. petizioni 24. com/esigiamo

Eravamo preoccupati a ragione per la «crisi degli euromissili» Quando ci mobilitammo, dal 1981,

Eravamo preoccupati a ragione per la «crisi degli euromissili» Quando ci mobilitammo, dal 1981, per il «tutti a Comiso» non sbagliavamo ad avere un senso drammatico del pericolo incombente con il nuovo scatto di riarmo nucleare in corso. Molti di noi, che allora erano veramente pronti a sacrificare la vita, avvertivano le «vibrazioni» fatali di una partita geopolitica giocata sull’orlo dell’abisso.

Il «digiuno per la vita» • Nell’agosto 1983 si svolse un digiuno internazionale di

Il «digiuno per la vita» • Nell’agosto 1983 si svolse un digiuno internazionale di durata indeterminata (sola acqua, metodo gandhiano). I protagonisti, personalità di rilievo, avevano chiaro un punto: «Il 1983 è l'anno cruciale in cui si decide quale strada imboccare: l'escalation verso la guerra nucleare o l'inizio di un processo di disarmo» . In Italia diedero il sostegno a Tom Siemer, ingegnere americano, progettista dei motori dei Cruise: il Campo Internazionale per la Pace di Comiso, l'Assemblea nazionale dei Comitati per la Pace e il CUDIP di Comiso; appoggiarono l'iniziativa il Movimento Nonviolento, il MIR e la LDU. Si costituì un gruppo di digiunatori a tempo determinato: Lorenzo Porta (LOC), Tonino Drago (MIR), Enrico Euli (IPC), Stefano Benini (MN). Renato Pomari (MIR), Rita Sanvittore (Mov. Cristiano per la Pace), Giacomo Cagnes (CUDIP). • L’appello dei digiunatori • • Noi consideriamo come assolutamente prioritario l'adozione da parte dei governanti delle misure seguenti: 1) la non installazione da parte della NATO o degli USA dei Pershing e dei Cruise in Europa e altrove; 2) il rifiuto o il riesame da parte degli stati non nucleari del loro accordo per l'installazione di questi missili sul loro territorio; 3) lo smantellamento degli SS 20 sovietici.

Il digiuno per la «noncollaborazione attiva» • Partecipanti: Alfonso Navarra e Franco Sgroi. •

Il digiuno per la «noncollaborazione attiva» • Partecipanti: Alfonso Navarra e Franco Sgroi. • • • Il digiuno, partito il 2 agosto 1983, intendeva scuotere la popolazione locale dalla condiscendenza alle decisioni NATO (la base era costruita dalla manodopera del posto), e chiamare ad azioni di disobbedienza civile organizzata, per dare corpo alla speranza della NCA. E’ il Comune di Vittoria, con sue dichiarazioni di boicottaggio amministrativo ai lavori per la base, a salvare la vita al «kamikaze» nonviolento Navarra (che fortunatamente ha un collasso al Pronto Soccorso - è il 6 agosto – proprio mentre si fa misurare la pressione). Il digiuno (acqua bollita con pomodori e cipolle poi rimosse) viene interrotto da Navarra dopo 20 giorni: non sa che in ospedale gli somministrano soluzioni «fisiologiche» zuccherate…

Nel frattempo Petrov salvava il mondo dalla guerra nucleare • • • Proprio di

Nel frattempo Petrov salvava il mondo dalla guerra nucleare • • • Proprio di recente (20 giugno 2016) è uscita una intera pagina sul Corriere della Sera a ricordare i fatti drammatici che si svolsero il 26 settembre 1983, nella quale l'ex colonnello dell'URSS Stanislav Petrov si rivelò "the right man at the right place". L'articolo del Corriere, intitolato: "L’eroe dimenticato che salvò il mondo dall’apocalisse nucleare", a firma Fabrizio Dragosei, rinvenibile alla URL: http: //www. corriere. it/esteri/16_giugno _20/guerra-fredda-eroe-dimenticato-petrovsalvo-mondo-apocalisse-nucleare-cd 52 da 90371 e-11 e 6 -88 d 7 -7 a 12 a 568 ff 47. shtml, è riportato nel file allegato. Recita il sottotitolo del pezzo: "Stanislav Petrov non si fidò del sistema di difesa sovietico per cui missili atomici lanciati dagli Usa erano in arrivo: «Ero un analista, ero certo che si trattasse di un errore» .

I «disarmisti esigenti» chiedono oggi alla presidente della Camera di premiare Petrov • •

I «disarmisti esigenti» chiedono oggi alla presidente della Camera di premiare Petrov • • • Con una lettera abbiamo chiesto a Laura Boldrini di premiare l’obiettore di coscienza Petrov. Nella Nuova Aula del Palazzo dei Gruppi Parlamentari vorremmo fosse proiettato il film, mai programmato in Italia, "The man who saved the world", in cui Kevin Costner interpreta Petrov. Il famoso attore potrebbe essere invitato alla premiazione ed alla proiezione del film. Vorremmo anche un convegno sui rischi attuali di guerra nucleare "per errore", che ci incaricheremmo di organizzare, insieme ai gruppi parlamentari che condividessero l'esigenza di illuminare una vicenda che sensibilizza sull'urgenza doverosa, per evitare l'autodistruzione dell'Umanità, di attuare un disarmo nucleare totale.

Nel novembre 1983 «Able Archer» rinnovò il rischio «Apocalisse» • • Nel novembre del

Nel novembre 1983 «Able Archer» rinnovò il rischio «Apocalisse» • • Nel novembre del 1983, gli Usa e i loro alleati della Nato condussero una serie di esercitazioni militari, denominate "Operation Able Archer", talmente realistiche dal convincere i russi della possibilità di un attacco nucleare sul loro territorio. Lo scenario: per reagire alle "Forze arancioni" invasore le "Forze Blu" attivavano un'escalation che prevedeva l'uso di armi chimiche e nucleari. La vicenda è stata rivelata nei dettagli grazie a una serie di documenti top secret, ora desecretati, ottenuti da Peter Burt, direttore del Nuclear Information Service (Nis), un'organizzazione impegnata contro la proliferazione delle armi nucleari. Il contesto era drammatico, ad es. era recentissimo il discorso di Reagan su l'URSS "Impero del male": all'inizio i sovietici non credettero all'esercitazione, pensavano alla preparazione di un attacco nucleare mascherata da esercitazione, ed attivarono a loro volta sul serio il loro sistema nucleare. Ma gli americani a lungo non capirono che i sovietici non stavano affatto scherzando. Fu la Thatcher a rendersi conto che era in corso un malinteso che poteva rivelarsi mortale: avvisò gli americani che bisognava fermare tutto e prendere subito i contatti per rassicurare i russi.

Preso dalla «strizza» Reagan comincia almeno a parlare di «opzione zero» per L’Europa •

Preso dalla «strizza» Reagan comincia almeno a parlare di «opzione zero» per L’Europa • • • Tuttavia la costruzione della base di Comiso, iniziata nel 1982, viene completata ed i 112 Cruise vi arrivano a partire dal marzo 1984. Il 19 agosto 1981, il governo Spadolini, primo tra tutti gli europei, designò l‘ex aeroporto Magliocco a base missilistica NATO. L’Italia fa da battistrada anche per gli altri governi europei. Queste le basi europee in cui furono installati, nel 1984, i Cruise ed i Pershing USA: - in Belgio Florennes - in Olanda Woensdrecht - in Germania Mutlangen (Pershing-2) - in Gran Bretagna Greenham Common. Nei pressi di tutte queste basi fioriscono «campi» pacifisti permanenti. A Comiso, nel settembre 1982, nasce l’International Peace Camp (IPC).

Ma il movimento internazionale reagisce con il «Cruisewatching» • • La lotta del movimento

Ma il movimento internazionale reagisce con il «Cruisewatching» • • La lotta del movimento pacifista internazionale contro gli euromissili, data superficialmente per sconfitta, contribuì invece ad ottenere, nel dicembre 1987, e non è poco, gli accordi INF: vennero siglati da Ronald Reagan e Mikhail Gorbachev e portarono allo smantellamento missili nucleari a raggio intermedio installati da USA (Cruise e Pershing) e URSS (SS 20) sul territorio europeo. Si evitò una possibile guerra nucleare (progettata per essere limitata al teatro europeo con armi di primo colpo) e si avviò un disarmo nucleare che, attraverso altri accordi successivi, portò le testate da oltre 100. 000 alle circa 20. 000 odierne. Anche dopo l'installazione dei missili «occidentali» nel 1984 si sviluppò la resistenza civile nonviolenta chiamata "Cruisewatch": la vigilanza da parte degli attivisti contro lo spostamento dei missili collegata a continue azioni di disturbo. I Cruise infatti erano montati sui camion TEL (Trasportatori Elevatori Lanciatori) e venivano fatti uscire per esercitazioni in lunghi convogli dalle basi, scortati dalla polizia, con cadenza sostanzialmente mensile. A causa delle dimensioni e la determinazione delle proteste, i convogli dovettero incrementare le scorte armate e lasciare il campo solo col favore delle tenebre.

Anche in Sicilia, seppure in sordina, si pratica la «Vigilanza anti. Cruise» • •

Anche in Sicilia, seppure in sordina, si pratica la «Vigilanza anti. Cruise» • • • Dallo storico bollettino del Campo internazionale per la pace (IPC) "AL MAGLIOCCO possiamo ricavare come il movimento siciliano (ed italiano), "depresso" per l'avvenuta costruzione della base missilistica, si accostò comunque programmaticamente all'iniziativa della «Vigilanza anti. Cruise» . In qualche modo partecipò al movimento europeo, sia pure con modalità sfocate e poco organizzate, non paragonabili certamente alla straordinaria mobilitazione che si produsse nel "Continente". Diciamo la verità, si trattò per lo più dell'impegno "eroico" di alcuni, pochissimi, singoli (non si può non citare Turi Vaccaro), tra i quali anche "insospettabili" comisani dall'aspetto e dal comportamento apparentemente "integrato". «AL MAGLIOCCO» n. 14 riferisce di una riunione avvenuta il 15 dicembre (1984 -ndr), presso la Chiesa dei SS. Pietro e Paolo, per costituire il gruppo promotore siciliano del Cruisewatching. «AL MAGLIOCCO» n. 15, dedicato all’Assemblea dei multiproprietari della Verde Vigna di Fiesole (gennaio 1987), riporta che il «Gruppo Cruisewatch» , facilitato dal sottoscritto, tratta delle «differenze tra la situazione di Comiso e quella di Greenham Common» .

I Cruise «ago nel pagliaio» Sicilia • • • Ne «La guerra nucleare spiegata

I Cruise «ago nel pagliaio» Sicilia • • • Ne «La guerra nucleare spiegata a Greta» , che pubblicai con la EMI nel 2007, parlo del Cruisewatching e come questa pratica mettesse in luce le logiche profonde della «follia nucleare» . «(I missili di Comiso) erano i 112 Cruise della classe Tomahawk, vale a dire missili da crociera che, alla velocità di 900 km orari, percorrono una traiettoria guidata, con autonomia di volo da 1. 500 o 2. 000 km. Il costo di un Tomawhak oggi varia da 750. 000 dollari a 1. 000 di dollari» . (…) «Questi Tomahwak erano trasportati su grossi camion chiamati TEL che procedevano sulle strette strade siciliane in convogli formati da due camion lanciamissili e da altri veicoli, come moto ed auto della polizia, jeep e pullman militari. Ogni TEL caricava la potenza di 16 hiroshime. Il convoglio doveva raggiungere un punto segreto di disseminazione. Esso doveva nascondersi nel territorio siciliano rendendosi irreperibile come “l’ago nel pagliaio”. I Cruise avrebbero dovuto essere lanciati da posti nascosti sconosciuti al nemico. Il Cruisewatching era l’attività da parte dei pacifisti di individuare ed inseguire questi convogli per rendere pubblici i punti di disseminazione» . (…)

Turi scopre il nascondiglio di Vizzini-scalo • Conversazione 7 de «La guerra nucleare spiegata

Turi scopre il nascondiglio di Vizzini-scalo • Conversazione 7 de «La guerra nucleare spiegata a Greta» . • • Greta Se erano scoperti ed additati pubblicamente i missili diventavano inservibili? Mamma Adele Proprio così: la caratteristica saliente del sistema d’arma, la funzionalità da “primo colpo”, veniva vanificata da pochi ragazzi “armati” di bici! Greta E Turi (Vaccaro-ndr), inseguendo i convogli, ha scoperto molti punti di disseminazione? Mamma Adele Uno me lo ricordo di sicuro: si trattava di Vizzini Scalo. . Papà Arturo Perchè si parla dei Cruise come missili da “primo colpo”? I Cruise sono diversi dai missili cosiddetti balistici, che percorrono una traiettoria prefissata balistica, quindi utilizzando il motore a razzo solo per la spinta iniziale e compiendo la loro traiettoria per inerzia come un proiettile d'artiglieria. Il missile Cruise possiede infatti un motore che resta acceso per tutta la durata del volo e delle ali che gli permettono di volare a bassa quota e di controllare continuamente la sua rotta. La loro superiorità nei confronti dei missili balistici tattici sta nella loro traiettoria variabile e sul volo a bassa quota che li rende pressoché impossibili da intercettare da sistemi antiaerei a guida radar o IR (Infra. Red – infrarosso). Inoltre la loro grande precisione, con l'introduzione del GPS, che è un sistema di 24 satelliti costruiti dal Dipartimento della Difesa USA per il posizionamento e di libero accesso a chiunque sia dotato di un apposito ricevitore, li rende utili per attacchi "chirurgici" a grande distanza. • •

Gli accordi INF una vittoria globale (ma parziale) • • Nel 1985 Mikhail Gorbachev

Gli accordi INF una vittoria globale (ma parziale) • • Nel 1985 Mikhail Gorbachev divenne segretario generale del PCUS, acquisendo l’effettivo controllo dell’Unione Sovietica e anche dei Paesi "satelliti". Gorbachev , promotore della «Prestroika» interna, si rese subito conto della necessità di una profonda modifica nei rapporti internazionali con i Paesi occidentali al fine di avviare un comune programma di pace e sviluppo. In questa prospettiva, sensibile alla pressione del movimento pacifista internazionale, egli si fece promotore di diverse proposte riguardanti il disarmo nucleare e praticò persino atti di disarmo unilaterale parziale. Grazie alle sue inedite aperture in materia nucleare poterono infine essere conclusi accordi in materia tra le due Superpotenze (INF, CFE, START I), da considerarsi una vera e propria sconfitta della dottrina della corsa agli armamenti governante fino ad allora i rapporti tra i due blocchi. Il trattato INF (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty) venne siglato a Washington l'8 dicembre 1987 da Ronald Reagan e Michail Gorbachev, a seguito del vertice di Reykjavík (11 ottobre 1986) tenutosi tra i due Capi di Stato di USA e URSS. Il trattato pose fine alla vicenda degli euromissili, ovvero missili nucleari a raggio intermedio installati da USA e URSS sul territorio europeo: prima, gli SS-20 sovietici e, in seguito alla cosiddetta doppia decisione della NATO del 1979, i missili americani IRBM Pershing-2 e quelli cruise da crociera BGM 109 Tomahawk.

Il pericolo nucleare continua ad incombere come una spada di Damocle • • Esso

Il pericolo nucleare continua ad incombere come una spada di Damocle • • Esso è ignorato dall’opinione pubblica e pare scomparso finanche dall’immaginario pacifista, eppure è lì, più minaccioso che mai. La denuncia della situazione, ed insieme la proposta per superarla, sono oggetto del libro, pubblicato dalla Mimesis, che ha lo stesso titolo della presente relazione, di cui sono autore insieme a Mario Agostinelli e Luigi Mosca. Attualmente vi sono (ancora !) nel mondo 16 000 (sedicimila) bombe nucleari, distribuite tra 9 Stati, con USA e Russia a fare ancora la parte del leone. Si tratta essenzialmente di bombe all’ Idrogeno (bombe H), in media 30 volte più potenti di quelle di Hiroshima e di Nagasaki (6 e 9 Agosto 1945) Peggio ancora : circa 2000 di queste bombe sono attualmente in stato di allerta massima e permanente, pronte ad essere lanciate (per la maggior parte) in meno di 15 minuti a partire dall’ordine dato da un Capo di Stato. Ascoltiamo ora ciò che il presidente John Fitzgerald Kennedy disse in un discorso all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il 25 Settembre 1961 : « Ogni uomo, donna o bambino vive sotto una spada nucleare di Damocle, appesa a dei fragili fili che possono essere tagliati ad ogni momento per incidente o per errore o per follia. Queste armi di guerra mostruose devono essere abolite prima che esse ci aboliscano » Ebbene questo discorso, pronunciato mezzo secolo fa, potrebbe di nuovo essere pronunciato tale e quale oggi !

Circa 16. 000 testate distribuite tra 9 “Stati atomici” Migliaia di miliardi di dollari

Circa 16. 000 testate distribuite tra 9 “Stati atomici” Migliaia di miliardi di dollari di investimenti La mappa dei Paesi con armi nucleari comprende: a) gli Stati nucleari N 5 aderenti al TNP (USA, Russia, Cina, Regno Unito, Francia); b) gli Stati con armi nucleari non aderenti al TNP (India, Pakistan, Corea del Nord); gli Stati con armi nucleari non dichiarate (Israele); c) gli Stati della condivisione nucleare NATO (Italia, Germania, Belgio, Paesi Bassi, Turchia); d) gli Stati che in passato hanno posseduto l'arma nucleare (il Sudafrica, Repubbliche ex sovietiche come l'Ucraina). • Gli arsenali nel corso del tempo hanno “proliferato”; ED OGGI 44 STATI, grazie anche al materiale fissile accumulato con il nucleare “civile”, potrebbero entrare subito in corsa e creare il far-west nucleare. • La ricerca nucleare militare è stata all’origine dello sviluppo di apparati tecnologici come Internet, derivato da Arpanet (USA) e dell’accumulazione di materiale fissile che contribuisce a mettere a rischio gravissimo la sopravvivenza dell’umanità. Modernizzazione e potenziamento delle testate non si arrestano mai: gli USA hanno in cantiere un nuovo programma di armamento nucleare che, secondo un recente studio del Monterey Institute, verrà a costare (al valore attuale del dollaro) circa 1000 miliardi di dollari, culminando come spesa nel periodo 2024– 2029. • • Ma anche Russia, Cina e le altre Potenze non sono da meno, ed investono cifre spropositate, nei limiti del loro potenziale economico

Possiamo tutti saltare in aria in ogni momento: ognuno teme che l’altro possa scatenare

Possiamo tutti saltare in aria in ogni momento: ognuno teme che l’altro possa scatenare un “primo colpo” • La logica della competizione atomica, la dinamica di chi minaccia ed allo stesso tempo deve difendersi dalla minaccia, può portare al gioco: “chi lancia per primo i missili vince” (se riesce ad impedire in partenza la possibile risposta dell’avversario, annientando tutte le sue basi e piattaforme). • La stessa ricerca paranoica dell’”equilibrio di potenza” conduce necessariamente a squilibri la cui gestione può scappare facilmente di mano ai potenti che “scherzano con il fuoco atomico”. • Gli apparati di comando, comunicazione e controllo sono sottoposti allo stress di continui “falsi allarmi” (centinaia ogni anno!) dovuti agli errori dei computer e sono pochissimi i minuti per verificare se quel puntino luminoso sullo schermo di avvistamento è un missile in volo oppure qualsiasi altra cosa.

Apocalisse nucleare: più volte sull’orlo dell’abisso • Abbiamo già sfiorato più volte l’Apocalisse nucleare.

Apocalisse nucleare: più volte sull’orlo dell’abisso • Abbiamo già sfiorato più volte l’Apocalisse nucleare. Abbiamo già parlato del 26 settembre 1983 di Petrov e del successivo novembre di Able Archer. Citiamo ora solo alcuni altri casi: crisi di Cuba nel 1962, falso allarme al Comando NORAD (USA) nel 1979, incidente della sonda norvegese nel 1995. In media una volta ogni 6 anni. • Nel 1962, mese di ottobre, la crisi dei missili di Cuba ci ha portato sull’orlo della guerra: i russi non forzarono il blocco navale americano intorno all’isola caraibica e Kruscev e Kennedy si misero d’accordo (con clausole segrete, che includevano lo smantellamento dei missili Jupiter in Italia). Nel 1979, il 9 novembre: gli equipaggi dei missili balistici americani vennero messi in stato di massima allerta dopo che il computer comunicò il lancio da parte dei sovietici di un massiccio attacco nucleare contro gli Stati Uniti; l'allarme era in realtà generato da un video di esercitazione, erroneamente trasmesso sui computer del sistema di primo allarme americano. L'allarme raggiunse il Comando USA (NORAD), provocando il panico e scatenando reazioni disordinate; solo dopo sei minuti la rete satellitare americana diede conferma che nessun attacco sovietico era in corso. Il 25 gennaio 1995, incidente del missile norvegese: il lancio di un razzo norvegese per ricerche scientifiche fu rilevato da un centro di controllo radar russo e scambiato per il lancio di un missile Trident a testata nucleare, diretto sulla città di Mosca; la Norvegia aveva precedentemente avvisato 30 paesi del lancio, Russia inclusa, ma il ministero della difesa russo, negligentemente, non aveva avvisato di questo i tecnici del rilevamento radar. Vennero attivate le procedure complete per ordinare un lancio di rappresaglia da parte delle forze nucleari russe, che il presidente Boris Eltsin doveva autorizzare facendo uso delle sue "chiavi nucleari". Dopo otto minuti, i satelliti russi confermarono che il razzo era diretto sulle isole Svalbard, ed il conto alla rovescia per la rappresaglia nucleare venne annullato. • •

Lo stato di allerta permanente di 2. 000 testate nucleari: i missili non sono

Lo stato di allerta permanente di 2. 000 testate nucleari: i missili non sono soprammobili lasciati ad ammuffire nelle basi • Lo stato di allerta degli ordigni nucleari viene giustificato con la necessità di evitare che il nemico, sparando per primo, possa illudersi di vincere: la decisione di lanciare un attacco (o una riposta) nucleare verrebbe presa da una sola persona (un Capo di Stato) e in un tempo, nel caso di una riposta, al massimo di qualche minuto. • In effetti, i missili della riposta devono imperativamente essere lanciati prima di poter essere distrutti da quelli del nemico, cioè al massimo 15 minuti dopo l’apparizione di uno o più missili nemici su uno schermo radar. Il tempo poi per raggiungere il bersaglio varia tra 20 e 40 minuti secondo la distanza (la velocità dei missili essendo intorno ai 25 000 Km/ora). • È vero che esistono delle procedure di sicurezza: all’interno dell’arma vi è la “exclusion zone”, dove viene impedito fisicamente il passaggio di energia, a cui supporto è lo “strong link”, un interruttore motorizzato che isola la testata. Questa è poi protetta con apparecchiature elettroniche, dette PAL, anche da tentativi di attivazione non autorizzati: dovranno essere inseriti due codici di lancio da completare in modo pressoché simultaneo (“two man rule”). • … però il fatto che ci si sforzi di non scivolare su una buccia di banana, quando si danza sull’orlo dell’abisso, possiamo considerarlo rassicurante?

Il TNP a guardia dell’ordine atomico: garantisce l’oligopolio, non il disarmo • Il Trattato

Il TNP a guardia dell’ordine atomico: garantisce l’oligopolio, non il disarmo • Il Trattato di non proliferazione (TNP) è stato firmato il 1° luglio 1968 e vincola oggi 189 Stati al rispetto degli 11 articoli di cui è composto. Il TNP distingue tra “Stati nucleari” (USA, Russia, Gran Bretagna, Cina e Francia) e “Stati non nucleari” e si prefigge l’obiettivo di combattere la proliferazione nucleare per conseguire, infine, il disarmo. • Di fatto l’attenzione, nel corso di questi decenni, è stata focalizzata solo sull’obiettivo della non proliferazione, l’obiettivo del disarmo è stato sostanzialmente trascurato. • Gli “Stati non nucleari” rinunciano a sviluppare progetti nel nucleare militare in quanto gli “Stati Nucleari” si impegnano a trattare “in buona fede” per arrivare al disarmo atomico. • Gli Stati possessori delle armi atomiche si impegnano a non fornire la tecnologia agli Stati che vorrebbero produrle, mentre gli altri firmatari si impegnano a non richiedere ai possessori che tale tecnologia venga loro fornita. • Non a caso, in questi decenni, la priorità individuata nelle sessioni di attuazione del TNP (ogni 5 anni) è la proibizione della produzione di ulteriore materiale fissile: non può sfuggire che così resta il distacco tra chi ha la Bomba e chi non ce l’ha… • L’ AIEA (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica) viene deputata dal Consiglio di Sicurezza ONU ad effettuare i controlli sul rispetto degli obblighi di non proliferazione da parte degli Stati firmatari.

Il fallimento della revisione del TNP ha riaperto la corsa alla Bomba • Storicamente

Il fallimento della revisione del TNP ha riaperto la corsa alla Bomba • Storicamente abbiamo assistito, nonostante le barriere frapposte, all’allargamento del club nucleare, ed inoltre i pilastri del TNP sono messi a dura prova dalle nuove sfide del XXI secolo. Se il disarmo non avanza, la spinta a procurarsi ciascuno la propria arma nucleare si fa irresistibile. • In questo contesto si è svolta (maggio 2015), sempre a New York, l’ultima Conferenza di revisione del TNP, appuntamento che si celebra ogni cinque anni. Si è conclusa SENZA l’adozione di un documento finale. • Paradossalmente, la rivolta in corso degli Stati non nucleari che hanno imboccato il «percorso umanitario» ha costituito il pretesto per fare saltare l’unico punto positivo della precedente revisone 2010: il progetto di una Middle East Nuclear Weapons Free Zone , già avanzato in vari consessi internazionali. • La risoluzione finale del 2010, oltre ad avere auspicato la partecipazione di Israele al TNP, aveva proposto la convocazione nel 2012 di una Conferenza internazionale per un Medio Oriente senza armi nucleari. • La Conferenza non ha mai avuto luogo perché non ha fatto i conti con le posizioni israeliane: tale Stato, non partecipando, come si è detto, al TNP e non avendo mai annunciato ufficialmente il possesso di armi nucleari, condanna l’atteggiamento dei paesi aderenti definendolo “sbagliato e ipocrita”.

Il nucleare in Europa • In Europa abbiamo due potenze nucleari militari, facenti parte

Il nucleare in Europa • In Europa abbiamo due potenze nucleari militari, facenti parte del Consiglio di Sicurezza dell’ ONU: la Francia, con 300 bombe nucleari, e la Gran Bretagna con 200. • Abbiamo la Germania “potenza nucleare latente”, che – allo stesso modo del Giappone - in men che non si dica può mettere a punto un suo arsenale funzionante. • Inoltre la NATO vede nel nucleare la “suprema garanzia di sicurezza” e contempla il “first use” nelle dottrine di impiego, con le “bombe tattiche B 61 USA” in cinque Paesi (Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi e Turchia), e con i sommergibili che “non confermano né smentiscono”, con forse testate “inerti” in depositi tipo il Sito Pluto a Vicenza. • Le 200 B-61, di cui 70 -90 in Italia (Aviano, Ghedi), sono in fase di “ammodernamento” per un investimento di 11 miliardi di dollari entro il 2020. Le future B-61 -12 sono a teleguida, non semplicemente a gravità come le attuali B 61, e sono trasportabili dagli aerei F 35. • La Francia, con il suo arsenale militare, con le 19 centrali ed i 58 reattori, è un Paese altissimamente nuclearizzato, in termini relativi tiene testa agli Stati Uniti: Hollande propone, dal 75% attuale, il 50% di elettricità da nucleare entro il 2025 e la chiusura di una sola centrale, Fessenheim, ai confini con la Germania • Abbiamo 14 Paesi con centrali nucleari attive, la Lituania ha una centrale in fase di disattivazione, Germania, Belgio e Svizzera hanno deciso di uscire dal nucleare. • I Paesi che non impiegano energia elettronucleare sono: Danimarca, Estonia, Irlanda, Grecia, Italia, Cipro, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Austria, Polonia e Portogallo.

La ribadita complicità europea nella guerra nucleare • Nelle basi dei Paesi UE, più

La ribadita complicità europea nella guerra nucleare • Nelle basi dei Paesi UE, più in Turchia, Paese membro della NATO, sono dislocate le bombe atomiche statunitensi B-61. Lo indica il rapporto “US nonstrategic nuclear weapons in Europe” presentato all’assemblea parlamentare della NATO. Le bombe nucleari «tattiche» sono tenute in speciali hangar insieme a cacciabombardieri statunitensi F-15 e F-16 e Tornado europei, pronti per l’attacco nucleare. • Lo spiegamento delle armi nucleari statunitensi in Europa è regolato da accordi segreti, che i governi non hanno mai sottoposto ai rispettivi parlamenti. Negli accordi, secondo le dichiarazioni governative, sarebbe incluso il principio della “doppia chiave”: prevede cioè che una parte di queste armi possa essere usata dall’aeronautica del Paese ospitante sotto comando USA. A tal fine – rivela il rapporto – piloti europei (italiani, tedeschi, olandesi, belgi) vengono addestrati sui Tornado all’impiego delle bombe nucleari. L’ammodernamento – costo 11 miliardi di dollari - che sostituirà le B-61 a caduta libera con le B-61 -12 a guida di precisione integrerà tali ordigni con il caccia F-35 Joint Strike Fighter. I piloti europei dovranno fare nuovi training nucleari su questi veicoli la cui acquisizione è oggetto di dibattito polemico nei Parlamenti di competenza. • • •

E’ possibile eliminare tutte le armi nucleari? • • In linea di principio, lo

E’ possibile eliminare tutte le armi nucleari? • • In linea di principio, lo strumento per questo scopo dovrebbe essere il Trattato di Non Proliferazione (TNP), firmato da tutti i Paesi del mondo salvo l’India, il Pakistan e Israele (come pure dalla Corea del Nord che ne è uscita nel 2003), e ciò grazie al suo famoso Articolo VI, che obbliga i Paesi dotati di armi nucleari a negoziare « in buona fede » il loro disarmo totale e definitivo. • Ora i Paesi « dotati » , che hanno globalmente diminuito i loro stock di bombe nucleari, proseguono però la modernizzazione delle loro armi (che hanno anche un ruolo politico « di prestigio » ) in flagrante violazione per l’appunto dell’Articolo VI del TNP. In breve : i Paesi « non dotati » (e le ONG) chiedono ai Paesi « dotati » di disarmare rapidamente, mentre i Paesi « dotati » non vogliono disarmare prima che la proliferazione (Iran, Corea del Nord, …) sia stata fermata ! • • • Questo rifiuto attuale di disarmare costituisce per l’appunto il principale « motore » della proliferazione ! Come uscire da questo infernale circolo vizioso ? La risposta è stata dalla rivolta dei Paesi non nucleari: stanno cercando percorsi autonomi dagli Stati nucleari fuoriuscendo dalla «gabbia» del TNP!

L’abolizione delle armi nucleari comincia a intravedersi Una serie di eventi recenti che aprono

L’abolizione delle armi nucleari comincia a intravedersi Una serie di eventi recenti che aprono una « finestra di speranza » attraverso un’iniziativa congiunta di una maggioranza di Stati e dell’insieme delle ONG a livello mondiale in vista di “costringere” gli Stati nucleari al disarmo : La Conferenza di Oslo sulle conseguenze umanitarie terrificanti di una guerra nucleare, conferenza che ha riunito 127 Stati e diverse ONG nel mese di Marzo 2013, seguita da una seconda sessione in Messico (a Nayarit) nel Febbraio 2014 con la partecipazione di 146 Stati, e numerose ONG e da una terza sessione in Austria, a Vienna, l’ 8 e 9 Dicembre 2014 con la partecipazione di 158 Stati (+ meeting ICAN il 6 e 7 Dicembre con circa 600 partecipanti). Queste tappe sono state chiamate « percorso Umanitario » che , a Vienna , è maturato in « Impegno Umanitario » verso il disarmo nucleare. La finalità di tutto questo è di arrivare ad un “Trattato internazionale di interdizione delle armi nucleari” che, una volta entrato in vigore, si applicherebbe, (sia pure indirettamente) anche agli Stati non-firmatari Le 4 zone ufficialmente libere dalle armi nucleari, se si unificassero, coprirebbero l’intero emisfero Sud!

Il disarmo nucleare come «diritto» supera i limiti dell’Impegno Umanitario • • E’ una

Il disarmo nucleare come «diritto» supera i limiti dell’Impegno Umanitario • • E’ una proposta dei «disarmisti esigenti» che si può sottoscrivere on-line: bisogna andare su http: //www. petizioni 24. com/dirittoaldisarm onucleare «Esigiamo dai governi che siano impegnati a preparare e a far approvare dall’Assemblea delle Nazioni Unite una “risoluzione” sul "diritto a vivere liberi dalla paura della guerra nucleare" e sulla conseguente messa al bando degli armamenti nucleari, quale diritto universale e indivisibile, cui il diritto di autodifesa degli Stati deve essere posposto. L’approvazione di un tale diritto determinerà, per tutti gli Stati membri della comunità internazionale, l’obbligo giuridico della rinuncia all’uso della minaccia nucleare anche per fini di "deterrenza" e a procedere, in modo controllato e pianificato, ma rapido, a quel disarmo nucleare che è un obiettivo ufficialmente ritenuto "necessario" da tutti, anche (senza però calendario!) dalle potenze nucleari. A livello di organismi e di procedure ONU, esigiamo che si proceda alla stipulazione di un Trattato per il bando delle armi nucleari analogo a quelli già sottoscritti per le armi biologiche e chimiche e che di conseguenza siano previste congrue sanzioni nei casi di violazione del diritto affermato» . • Adesione di Alex Zanotelli • «Grazie a tutti voi per il serio impegno con cui state rilanciando con forza l'abolizione totale di tutte le armi di distruzione di massa, ma sopratutto della più terrificante tra di esse , l'arma nucleare. In un momento in cui la guerra è diventata la normalità e il mondo è prigioniero del " complesso militare industriale" non è un compito facile rilanciare una campagna contro l'abolizione del nucleare. Voi avete avuto il coraggio di farlo! Grazie! Mi auguro che tutti i vari rivoli del movimento per la pace in Italia, dalla Rete della Pace alla Tavola della Pace, dai NO MUOS ai NO F-35 , assumano e facciano propria questa campagna. Ma sopratutto mi auguro che le Chiese abbiano finalmente il coraggio di dichiarare pubblicamente che non solo l'uso dell'atomica è immorale, ma che la Bomba atomica è PECCATO! "La nostra sicurezza come popolo della fede-amava dire il grande vescovo di Seattle, R. Hunthousen- non risiede nelle armi demoniache minacciano qualsiasi forma di vita sulla terra. La nostra sicurezza è nel Dio tenero che ci ama. Dobbiamo smantellare i nostri arsenali di terrore e porre la nostra fiducia in Dio. " Credenti e laici, diamoci una mano per detronizzare la Regina del Terrore che, come spada di Damocle, minaccia la vita di tutti e del Pianeta» . • • •

Il «diritto» ha conquistato il Parlamento italiano in vista della COP 21 di Parigi

Il «diritto» ha conquistato il Parlamento italiano in vista della COP 21 di Parigi • www. petizioni 24. com/ratificareparigi • Noi sottoscritti, donne e uomini che hanno raccolto l’ultimo monito di Stéphane Hessel ad ESIGERE un disarmo nucleare totale, chiediamo a deputati e senatori di mettere subito la questione della ratifica dell’accordo di Parigi sul clima nell’agenda dei lavori parlamentari: il testo – è la nostra proposta – dovrebbe comprendere il richiamo ad una "Dichiarazione dei diritti dell’Umanità" che tenga insieme, come già indicato da una mozione approvata alla Camera dei deputati prima della COP 21, la liberazione della minaccia da emissioni climalteranti e della minaccia della guerra nucleare. La "Dichiarazione dei diritti dell’Umanità" dovrebbe essere approvata alla prossima Assemblea generale dell’ONU (da settembre a dicembre 2016). Anche per questo motivo quale giorno per il voto di ratifica del nostro Parlamento vedremmo bene l’ 11 marzo, quinto anniversario della catastrofe di Fukushima. Esso esprime la consapevolezza aggiuntiva, da parte del nostro Paese, certificata da un voto popolare di 27 milioni di persone, che dal "rischio nucleare" occorre fuori uscire a livello globale, includendo, nella considerazione del pericolo, l’accumulazione dell’inquinamento radioattivo originata dalla produzione di energia da fissione nucleare. • Conferenza stampa a Roma del 15 aprile 2016 con Alex Zanotelli • L'argomento della conferenza stampa riguarda la ratifica degli accordi sul clima di Parigi del 12 dicembre 2015, con l’inserimento nella loro applicazione del “diritto al disarmo nucleare”, sulla base di un testo proposto al Senato da Loredana De Petris, di SI-SEL, presidente del Gruppo Misto, che riprende i contenuti di una nostra petizione - cliccare su: http: //www. petizioni 24. com/ratificareparigi La nostra sollecitazione è rivolta innanzitutto ai deputati della Commissione Ambiente delle due Camere affinché lavorino insieme con uno spirito di collaborazione. Ma il tema di contribuire ad uno sforzo unitario dell’Umanità che, al bivio in cui si trova, sappia indirizzarsi verso la civiltà pacifica del diritto universale, ci coinvolge tutti (vedi “Dichiarazione dei diritti dell’Umanità” proposta dallo Stato francese che proponiamo di sostenere ed emendare)… Quello che intendiamo rimarcare e ribadire è la necessità della ratifica urgente, da parte del Parlamento, dell’accordo sul clima, possibilmente con il "diritto al disarmo nucleare", che non risulta attualmente calendarizzata.

L’OEWG di Ginevra potrebbe unificare i percorsi «abolizionisti» • • L’OEWG ha concluso la

L’OEWG di Ginevra potrebbe unificare i percorsi «abolizionisti» • • L’OEWG ha concluso la sua seconda sessione (2 -13 maggio 2016) cui, unico «italiano» , ho partecipato. La prima sessione si è tenuta in febbraio e ce ne sarà una terza a fine agosto, propedeutica all’Assemblea generale dell’ONU, che discuterà del tema in novembre-dicembre. Lo scopo ufficiale dell’organismo è, di raccomandare all’Assemblea dell’ONU delle vie legali concretamente adottabili per giungere al disarmo nucleare. Le delegazioni degli Stati presenti sono quelle che hanno aderito alla proposta del Messico che ha fatto passare l’OEWG all’ultima assemblea generale dell’ONU. Mancano – è bene rimarcarlo – le nove potenze nucleari contrarie all’iniziativa: ma hanno chi difende le loro posizioni, in particolare i Paesi della “condivisione nucleare NATO”, tra cui l’Italia, che si nascondono dietro la foglia di fico dell’” approccio passo dopo passo”. Ma qui la buona notizia è che l’Olanda ha rotto il fronte nuclearista ed il rappresentante del governo olandese sta rispettando – i suoi interventi sono inequivocabili – il mandato ricevuto dal suo parlamento. • • • Un iter convincente lo ha prospettato già ieri il delegato dell’Ecuador in collegamento con la CELAC (Conferenza degli Stati dell’America Latina e dei Caraibi): Trattato di interdizione entro il 2017, Convenzione ONU per l’eliminazione nel 2018. Ma non è l’unico percorso sul tappeto per condurre alla proibizione delle armi nucleari: pensiamo a quello prospettato dall’Austria e Stati seguaci, o dal Brasile con Stati seguaci… Bisogna allora evitare il paradosso che la divisione tra le proposte abolizioniste, che si distinguono per dettagli, porti a far diventare minoranza quella che è di gran lunga la maggioranza dei membri ONU! Occorre cioè il coordinamento tra queste varie proposte magari individuando una cornice giuridica comune in cui tutte possano trovare spazio collegato di sperimentazione e attuazione.

L’intervento dell’IFOR all’OEWG di Ginevra • • Le organizzazioni della cittadinanza attiva registrate e

L’intervento dell’IFOR all’OEWG di Ginevra • • Le organizzazioni della cittadinanza attiva registrate e presenti nell’anello esterno delle poltrone sono, indicate ciascuna dal suo cartellino: ICAN, la WILPF con Reaching Critical Will, i Mayors for Peace, l’IPPNW, l’International Fellowship of Reconciliation, Peace Boat, la Soka Gakkai, l’ILPI, Unfold Zero … Ho qui sotto gli occhi la dichiarazione che l’IFOR (in Italia rappresentata dal MIR, Movimento Internazionale della Riconciliazione) ha indirizzato – in inglese – al presidente dell’Assemblea: “Come società civile noi confidiamo nel nostro potere di difesa civile attraverso la disobbedienza civile e la non cooperazione… Il conflitto termina sempre attraverso i negoziati. Noi stiamo imparando come risolvere i conflitti con mezzi pacifici e nonviolenti. Noi speriamo che l’OEWG negozierà con i rappresentanti dei governi una raccomandazione indirizzata all’Assemblea generale dell’ONU per un bando sulla produzione, il possesso e l’uso di armi nucleari quale primo passo pervenire ad una conferenza per concludere una Convenzione per una totale eliminazione di queste armi”. L’IFOR, in sostanza, mi pare che segua la “linea CELAC”, la linea della Conferenza dell’America Latina, già zona denuclearizzata con un Trattato, che è l’approccio più radicale e conseguente. • Michel Monod mmonod@genevalink. ch era il rappresentante dell’IFOR presente all’OEWG nella seconda sessione del maggio 2016.

Le proposte dei disarmisti esigenti per il disarmo in Italia • • • 1

Le proposte dei disarmisti esigenti per il disarmo in Italia • • • 1 - Quando si chiede la rimozione delle testate atomiche occorrerebbe riferirsi non alla «gabbia» del TNP, ma al movimento abolizionista globale, quindi al lavoro dell’OEWG di Ginevra 2 - Non si tratta di «uscire» – come nazione - dalla NATO ma di «sciogliere» , da europei, la NATO. La «denuclearizzazione» , anche con atti unilaterali, è il grimaldello centrale per raggiungere l’obiettivo, come pure la contestazione «nazionale» dei singoli punti, invisi alla popolazione, che fanno saltare una politica generale di blocco militarista: 1) il no ad ulteriori allargamenti; 2) il no ai bilanci militari verso il 2% del PIL; 3) il no alle missioni militari "out of area"; 4) il no alle sanzioni alla Russia. Non perché Putin ci sta simpatico (come sta simpatico, non a caso, a Trump, alla Le Pen, a Salvini. . . ) ma perché non vogliamo il ritorno alla Guerra Fredda, che pregiudicherebbe lo sviluppo democratico di tutti e potrebbe scappare di mano verso un conflitto nucleare.

Abbiamo bisogno di una coscienza «globale» ed anche di una pratica «globale» : e

Abbiamo bisogno di una coscienza «globale» ed anche di una pratica «globale» : e la memoria di Comiso può aiutarci • • E’ in fondo il messaggio contenuto nel mio ultimo lavoro. Si vince e si perde, come Umanità legata alla vita, e non alla logica della potenza, insieme, a livello globale. Come tutti insieme abbiamo vinto, in Europa, su Comiso e sugli euromissili. Dobbiamo lavorare ad una alternativa alla cultura della potenza, della violenza e della guerra: una cultura della nonviolenza solidale e della cooperazione per fare fronte alle grandi sfide che riguardano l’Umanità nel suo insieme. Sono le tre bombe globali, nell’ordine di priorità, misurata sul rischio mortale persone: quella atomica e militare, quella ecologica e quella della finanziarizzazione. A cui controbattere costruttivamente con le «necessità» riconosciute universalmente per la sopravvivenza da far diventare «doveri» di disarmo e di convivenza pacifica, di conversione energetica ed ecologica, di produzione della collettività e degli individui per i bisogni autentici delle persone.