Il carcere Perch il carcere diventato la principale

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Il carcere

Il carcere

 • Perché il carcere è diventato la principale modalità di esecuzione delle pene?

• Perché il carcere è diventato la principale modalità di esecuzione delle pene? (MODELLI DI SPIEGAZIONE DI TALE CAMBIAMENTO) • Si può giustificare il carcere? Se sì, come? (TEORIE DELLA PENA) • FENOMENOLOGIA DEL CARCERE (come si vive in carcere, chi sconta la pena in carcere, il carcere rieduca? ) • Vi sono ALTERNATIVE al carcere?

ll carcere può essere considerato un’istituzione totale tramite cui lo Stato moderno punisce i

ll carcere può essere considerato un’istituzione totale tramite cui lo Stato moderno punisce i criminali (cioè esegue la sanzione penale). Il carcere diventa la forma principale di sanzione penale nella seconda metà del Settecento con lo sviluppo dell’illuminismo. I riformatori ritenevano che la detenzione in un luogo chiuso potessere una forma di pena: • meno crudele dei supplizi d’ancient régime • e più facilmente quantificabile nella sua afflittività (relazione tra gravità del reato e quantità di tempo trascorso in prigione).

Prima dell’epoca moderna il carcere era utilizzato: • per custodire gli imputati che attendevano

Prima dell’epoca moderna il carcere era utilizzato: • per custodire gli imputati che attendevano di essere giudicati o suppliziati (carcere deriva dalla parola latina carcer il cui significato letterale è «recinto» ); • per detenere avversari politici o coloro che erano ritenuti pericolosi socialmente.

La privazione della libertà in un luogo chiuso non costituiva una forma di pena.

La privazione della libertà in un luogo chiuso non costituiva una forma di pena. Vi erano diverse modalità punitive: • modalità che procuravano sofferenze corporali (fustigazione, mutilazioni, ecc. ), • modalità che procuravano la morte facendo soffrire il condannato (supplizi), • altre modalità punitive meno cruente: pene pecuniarie, esilio o bando, pena della "galera" (condanna a diventare remieri sui vascelli), pene che esponevano il condannato al pubblico ludibrio (la gogna, per esempio).

A partire dalla seconda metà del Settecento tali pene vengono progressivamente abbandonate e sostituite

A partire dalla seconda metà del Settecento tali pene vengono progressivamente abbandonate e sostituite con la pena del carcere che diventerà la principale modalità di esecuzione delle pene. Come spiegare tale cambiamento? Tre modelli di spiegazione*: idealista funzionalista, strutturalista. * Le diverse interpretazioni del carcere risentono della visione complessiva della società: un paradigma consensuale spinge verso una lettura idealistica mentre per quello conflittualista il carcere è uno strumento che le classi dominanti usano per disciplinare/controllare i membri delle classi subalterne.

Spiegazione idealista Ruolo dell’umanitarismo religioso e del pensiero illuministico (si veda il pensiero di

Spiegazione idealista Ruolo dell’umanitarismo religioso e del pensiero illuministico (si veda il pensiero di Beccaria). I riformatori introdussero le diete per i reclusi, le uniformi, nuovi rituali igienici (taglio dei capelli, visita medica all’entrata, bagno). Tali rituali avevano anche lo scopo di sottrarre ai detenuti la loro identità personale (creare le condizioni per la rieducazione).

Pena e processo di civilizzazione Alcuni studiosi descrivono il ruolo del processo di civilizzazione

Pena e processo di civilizzazione Alcuni studiosi descrivono il ruolo del processo di civilizzazione nella evoluzione delle modalità punitive. Che cosa è il processo di civilizzazione? E’ il processo di trasformazione della sensibilità occidentale che avviene a partire dal tardo medio evo: l’esercizio della violenza inizia ad essere monopolio soltanto delle autorità statali, diminuisce il livello di aggressività nelle relazioni sociali quotidiane, si alza il livello di sicurezza sociale. Sensibilità che si diffonde dalle classi superiori a quelle inferiori. La violenza è giudicata uno spettacolo intollerabile, essa però non scompare ma viene nascosta (non più pene pubbliche ma pene scontate in luoghi segregati dalla società). (Elias, Il processo di civilizzazione)

Ciò non significa, come sostiene Santoro (Carcere e società liberale), che la dimensione della

Ciò non significa, come sostiene Santoro (Carcere e società liberale), che la dimensione della sofferenza sia scomparsa dall’esecuzione della pena moderna. Ciò significa che la sofferenza causata dalla privazione della libertà è considerata accettabile nell’ambito delle società occidentali (tale sofferenza e le sue conseguenze sui detenuti non sono, peraltro, pubblicamente visibili). Sia il livello che il tipo di violenza accettabili nella società sono storicamente determinati.

Spiegazione funzionalista Le istituzioni totali rappresentano una risposta funzionale ai problemi di ordine sociale.

Spiegazione funzionalista Le istituzioni totali rappresentano una risposta funzionale ai problemi di ordine sociale. La riforma del penitenziario non fu dovuta ad uno spirito umanitario, ma il carcere moderno si sviluppa come strumento di potere per disciplinare gli individui.

Uno degli studiosi più influenti che ha sviluppato tale interpretazione dello sviluppo delle forme

Uno degli studiosi più influenti che ha sviluppato tale interpretazione dello sviluppo delle forme penali è Foucault (Sorvegliare e punire). I regimi dispotici prendevano di mira, nel momento della punizione, i corpi degli individui. A partire dall’Illuminismo la pena diventa in primo luogo strumento di persuasione, una tecnica disciplinare (si mira non più al corpo ma all’anima). Nei regimi liberali fondati sul consenso (contratto sociale) e caratterizzati da un sistema economico capitalistico in cui l’individuo è libero di vendere la propria forza lavoro, il potere non può più essere esercitato come nei regimi dispotici: i soggetti devono essere addestrati a diventare buoni cittadini e adeguati lavoratori.

 «sotto il governo assoluto di uno solo, il dispotismo per arrivare all'anima colpiva

«sotto il governo assoluto di uno solo, il dispotismo per arrivare all'anima colpiva grossolanamente il corpo; (…) ma nelle repubbliche democratiche la tirannide, non procede affatto in questo modo: essa trascura il corpo e va diritta all'anima» . (Tocqueville, 1840)

 • Per poter addestrare, l’esercizio del potere richiede “controllori” professionisti e una riorganizzazione

• Per poter addestrare, l’esercizio del potere richiede “controllori” professionisti e una riorganizzazione dello spazio che consenta ai sorveglianti (pochi) di controllare i sorvegliati (molti). • Foucault fa riferimento al progetto (Panopticon), elaborato da Bentham alla fine del XVIII secolo, come metafora del disegno moderno di riprogettazione e riorganizzazione del potere. • Le istituzioni attraverso cui si impone questo potere sono state in primo luogo gli eserciti di leva e successivamente le fabbriche.

L’idea della funzione riabilitante/disciplinante della pena accompagna lo sviluppo del carcere in epoca moderna

L’idea della funzione riabilitante/disciplinante della pena accompagna lo sviluppo del carcere in epoca moderna fin dalle sue origini. La riabilitazione (alcuni autori parlano di «ideologia della riabilitazione» ) si fonda su 4 elementi (Mathiesen, Perché il carcere? ): 1. Lavoro 2. Scuola/formazione 3. Influsso morale (l’internamento avrebbe dovuto rafforzare la moralità del detenuto ruolo della religione) 4. Disciplina (la vita dell’internato doveva essere improntata all’ordine e all’obbedienza)

La riabilitazione avrebbe lo scopo di*: • cambiare gli atteggiamenti, le credenze, i valori

La riabilitazione avrebbe lo scopo di*: • cambiare gli atteggiamenti, le credenze, i valori del deviante (la spiegazione della devianza è quella della prospettiva funzionalista: devianza causata da un processo di socializzazione inadeguato); • fornire abilità e competenze, per esempio, nel problem-solving (la spiegazione della devianza è quella della psicologia cognitivista e comportamentale: devianza come strategia di coping); • favorire accesso a mezzi legittimi (es. formazione professionale, borse lavoro, ecc. ) (la spiegazione della devianza è quella della teoria della tensione di Merton). *Canton, Why punish, Palgrave, 2017

La spiegazione strutturalista • Si interroga sulla relazione tra pena e struttura economica di

La spiegazione strutturalista • Si interroga sulla relazione tra pena e struttura economica di una società. • Le pene sono fenomeni sociali storicamente determinati (mutano nel tempo e nello spazio). • La pena non è uno mezzo per tutelare la società ma è strumento per tutelare gli interessi della classe dominante.

Studio di Rusche e Kirchheimer (1978) Peso del mercato del lavoro nell’influenzare i modi

Studio di Rusche e Kirchheimer (1978) Peso del mercato del lavoro nell’influenzare i modi con cui si punisce: • quando l’offerta di manodopera è abbondante (come nel medio evo), sono assai diffuse le pene capitali e corporali, perché la vita umana ha poco valore; • invece in una società (epoca del mercantilismo dal XVII) dove l’offerta di lavoro è scarsa, si destinano i rei ad attività lavorative coatte (le carceri del ‘ 700 rappresentano vere e proprie unità produttive, oltre che uno strumento per formare la forza lavoro); • con il compimento della rivoluzione industriale, il carcere diviene progressivamente strumento di controllo delle «classi pericolose» , cioè strumento di contenimento delle masse di disoccupati prodotte dallo sviluppo economico.

TEORIE DELLA PENA La riflessione sul carcere richiede anche una analisi delle argomentazioni riguardanti

TEORIE DELLA PENA La riflessione sul carcere richiede anche una analisi delle argomentazioni riguardanti la giustificazione della pena e il suo scopo. • E’ giusto infliggere una sofferenza legale a coloro che hanno violato la legge? teorici del giustificazionismo penale teorici dell’abolizionismo penale (Ruggero, Il delitto, la legge e la pena, Edizioni Gruppo Abele; Mathiesen, Perché il carcere? ; Christie, Abolire le pene? Il paradosso del sistema penale, Edizioni Gruppo Abele ) • Se è giusto, quale deve essere la finalità della pena? Teorie relative (la pena è giustificabile perché è utile) Teorie assolute della pena (la pena è un fine in se stessa)

TEORIE RELATIVE • La pena come strumento razionale per prevenire il crimine • La

TEORIE RELATIVE • La pena come strumento razionale per prevenire il crimine • La pena come strumento di incapacitazione o neutralizzazione (chi ha sbagliato deve essere messo nelle condizioni di non nuocere); • La pena come strumento rieducativo/disciplinare TEORIE ASSOLUTE La pena come vendetta ( la pena ha un valore in sé, non è uno strumento per conseguire altri scopi; Kant: il castigo è legittimato dal valore morale della legge violata; è giusto che chi ha sbagliato paghi; proporzionalità tra danno e pena).

Per una fenomenologia del carcere La stragrande maggioranza dei cittadini italiani non ha la

Per una fenomenologia del carcere La stragrande maggioranza dei cittadini italiani non ha la più pallida idea di cosa sia un carcere e di come si viva in un carcere. Come è la cella di un carcere? https: //www. youtube. com/watch? v=7 TL 7 JTLr. HEo Cosa avviene quando una persona entra in carcere? http: //video. repubblica. it/rubriche/prigioni-d-italia-quando-si-chiude-ilgabbio-l-ingresso-in-carcere/257968/258247? ref=HRESS-2

All’interno del carcere sono regolati l’uso degli spazi e la gestione del tempo. Spazi

All’interno del carcere sono regolati l’uso degli spazi e la gestione del tempo. Spazi che i detenuti utilizzano: aree comuni (spazi per le attività formative, lavorative, ricreative, educative, religiose, culturali, sportive) e spazi privati (celle – tali spazi sono condivisi forzatamente con altri individui e sono esposti al controllo degli operatori di polizia penitenziaria; non dispongono di un «retroscena» , tale condizione è fonte di stress). Gestione del tempo: regolamento istituto stabilisce orari attività di routine (apertura e chiusura celle, gli orari dell’aria, del vitto, ecc. ). Tempo trascorso in attività trattamentali (formative, lavorative*, culturali, ricreative, sportive). *Soltanto il 32% dei detenuti negli istituti penitenziari italiani ha accesso ad un lavoro (tra questi, oltre 85% lavora alle dipendenze dell’amministrazione penitenziaria, svolgendo mansioni non qualificate – pulire le sezioni e gli spazi, comuni, distribuire il vitto, ecc.

Gli studi sul carcere e sulle istituzioni totali • Il processo di prigionizzazione (studio

Gli studi sul carcere e sulle istituzioni totali • Il processo di prigionizzazione (studio di Clemmer) • Carcere e afflizione (studio di Sykes su un carcere di massima sicurezza) • Le istituzioni totali e la perdita del sé (studio di Goffman)

Tipologia di detenuti Detenuti senza esperienza di detenzione. Delinquenti professionali, con lunga esperienza di

Tipologia di detenuti Detenuti senza esperienza di detenzione. Delinquenti professionali, con lunga esperienza di carcere alle spalle, che si trovano all’apice della gerarchia sociale interna ai detenuti e sono tenuti in considerazione anche dal personale dell’istituto. Detenuti condannati per crimini sofisticati, abili nella manipolazione degli altri detenuti e del personale di sorveglianza. Detenuti che provengono da lunghe esperienze giovanili di devianza e criminalità, imprevedibili e restii a farsi coinvolgere nel trattamento e orientato all’uso della forza. Detenuti non violenti, isolati rispetto agli altri e poco considerati dal personale, con poche risorse e limitate capacità di adattamento al contesto. Contributo di Schrag (1961), cit. in Vianello, Il carcere, pag. 67

Significato che assume per il detenuto l’esperienza della detenzione: esperienza ineluttabile (porta girevole), parte

Significato che assume per il detenuto l’esperienza della detenzione: esperienza ineluttabile (porta girevole), parte di una esistenza già segnata da condanne e arresti precedenti, la propria vita e identità è organizzata intorno agli inevitabili periodi di detenzione; sorta di rifugio da una esistenza sociale, economica o familiare diventata ormai insostenibile (paradossalmente il carcere viene a rappresentare una risorsa in termini di dimora, accesso alle cure, accesso al lavoro, al trattamento…) rischio del mestiere (criminale professionista) Il significato che il carcere assume per il detenuto lo induce ad adottare forme diverse di interazione con l’istituzione penitenziaria: alcuni partecipano attivamente alle attività proposte dagli operatori, altri oppongono una strenua resistenza, altri utilizzano strategicamente opportunità e relazioni interne al carcere. Cfr. Vianello, Il carcere

Fonte: Buffa, I territori della pena, EGA, Torino, 2006, pag. 24 Risorse sociali per

Fonte: Buffa, I territori della pena, EGA, Torino, 2006, pag. 24 Risorse sociali per il detenuto Risorse personali del detenuto Presenti Scarse o assenti Presenti Carcere come parentesi Mobilitazione del detenuto dentro il carcere Scarse o assenti Mobilitazione Carcere come delle reti esterne terminale al carcere dell’esclusione

Adattamento al contesto carcerario Tre forme di adattamento al contesto carcerario (Chantraine, 2004, cit.

Adattamento al contesto carcerario Tre forme di adattamento al contesto carcerario (Chantraine, 2004, cit. in Vianello, Il carcere): adattamento dello stratega, partecipa attivamente alla vita carceraria, rendendosi disponibile come intermediario tra l’istituzione e i detenuti raggiungendo una posizione influente che utilizza strategicamente per godere di alcuni benefici; adattamento tattico che baratta con detenuti e sorveglianti favori e informazioni, navigando a vista a seconda della convenienza del momento; adattamento sottomesso, sia dall’istituzione sia dagli altri detenuti, incapace di sottrarsi alle logiche di sottomissione e dominio.

 • • • Chi ha studiato il carcere da vicino concorda sul fatto

• • • Chi ha studiato il carcere da vicino concorda sul fatto che l’esperienza detentiva può comportare (Santoro, Carcere e società liberale): il danneggiamento della capacità individuale di pensare e di agire in modo autonomo; la deculturazione; danni fisici e psicologici che affliggono l’individuo durante la permanenza in carcere; la privazione degli stimoli, con adattamento all’ambiente fisico che circonda il detenuto ed alla routine della vita istituzionale; l’incapacità di adeguarsi alle novità dell’ambiente esterno (tecnologie, sociali, ecc. ) una volta conclusa l’esperienza

Il carcere riabilita? • Focault evidenzia come la critica della prigione e dei suoi

Il carcere riabilita? • Focault evidenzia come la critica della prigione e dei suoi metodi appare presto (1820 -45): le prigioni non diminuiscono il tasso di criminalità; la detenzione provoca la recidiva; la prigione non può evitare di fabbricare delinquenti perché crea una esistenza contro natura, isola l’uomo dalla società; ivi si esercita l’arbitrio della amministrazione e il sentimento di ingiustizia che un detenuto prova è una delle ragioni che possono rendere il suo carattere indomabile; la prigione favorisce una subcultura delinquente; le condizioni fatte ai detenuti liberati li condannano alla recidiva; fabbrica delinquenti indirettamente facendo cadere nella miseria la famiglia del detenuto.

Perché non riabilita? E’ complesso valutare l’impatto criminogeno della detenzione: non si può fare

Perché non riabilita? E’ complesso valutare l’impatto criminogeno della detenzione: non si può fare esperimento controfattuale (vedi saggio di Leonardi, Le misure alternative alla detenzione; Nagin et al. (2009), Imprisonment and reoffending, in «Crime and Justice, 38, 99 -137) Spiegazione degli effetti a livello individuale della reazione istituzionale al comportamento deviante: • devianza primaria e devianza secondaria; • stigmatizzazione: per il soggetto stigmatizzato il gruppo più significativo può diventare quello delle persone come lui; • istituzionalizzazione: favorisce la deculturazione; spoliazione dei ruoli; prigionizzazione; mortificazione del sé; inoltre, poiché l’internato viene connotato con il marchio della differenza, l’ex-detenuto viene dipinto come altro da noi (che siamo la parte “sana della società”) • rivolta contro ingiusta pena (Mead)

Scontare la pena in carcere (prigionizzazione, spoliazione dei ruoli, mortificazione del sé, ecc. )

Scontare la pena in carcere (prigionizzazione, spoliazione dei ruoli, mortificazione del sé, ecc. ) può favorire il processo di desistenza? Secondo la letteratura sociologica sulle carriere criminali, la desistenza dal crimine è favorita da: Lavoro (mezzo di sussistenza; controllo sociale informale; cambiamento routine quotidiana) Formazione (capitale umano per collocarsi sul mercato del lavoro; controllo sociale informale; cambiamento routine quotidiana) Famiglia, matrimonio, figli e in generale impegno e coinvolgimento in attività convenzionali (controllo sociale informale; cambiamento routine quotidiana) Cambiamenti cognitivi (cambiamenti nella definizione di sé)

Se il carcere non riabilita, quali sono le reali funzioni del carcere? (Mathiesen, perché

Se il carcere non riabilita, quali sono le reali funzioni del carcere? (Mathiesen, perché il carcere? ) • Funzione depurativa (il carcere come discarica sociale, con cui sbarazzarsi dei gruppi ritenuti improduttivi) • Funzione di incapacitazione • Funzione diversiva (secondo Foucault “la penalità sarebbe un modo per gestire gli illegalismi, segnare i limiti della tolleranza, lasciar spazio ad alcuni, esercitare pressioni su altri”) • Funzione simbolica (il carcere stigmatizza: segna la diversità tra “noi” e “loro”) • Funzione di provvedere all’azione (segno visibile che qualcosa si è fatto)

Vi sono alternative al carcere? Il carcere non è sempre esistito ma è un

Vi sono alternative al carcere? Il carcere non è sempre esistito ma è un prodotto storico. «L’esistenza stessa di un sistema penale induce a trascurare la pensabilità di soluzioni alternative e dimenticare che le istituzioni sono convenzioni sociali che non rispondono a un ordine naturale» (Garland, Pena e società moderna, Il Saggiatore, Milano, 1999, p. 42) Dottrine abolizionistiche: abolizione del sistema penale in favore di forme di controllo sociale non coercitive e prevenzione sociale del crimine; la riflessione sulla pena si inserisce all’interno di una riflessione più generale sul crimine, sulle sue cause, sui processi di criminalizzazione primaria e secondaria (Mathiesen, Perché il carcere; Ruggiero, Il delitto, la legge, la pena. La contro-idea abolizionista) Dottrine riformatrici: abolizione del carcere in favore di sanzioni penali meno afflittive

Siti utili per raccogliere dati sulla popolazione carceraria • www. ristretti. it • http:

Siti utili per raccogliere dati sulla popolazione carceraria • www. ristretti. it • http: //www. giustizia. it/giustizia/it/mg_1_14. wp • Osservatorio sulle carceri di Antigone http: //www. osservatorioantigone. it/new/cos a-facciamo/osservatorio-detenzione