Cooperazione Internazionale allo Sviluppo Slides di supporto alle

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Cooperazione Internazionale allo Sviluppo Slides di supporto alle lezioni UNIOR 2019/2020 Valeria Saggiomo

Cooperazione Internazionale allo Sviluppo Slides di supporto alle lezioni UNIOR 2019/2020 Valeria Saggiomo

Capire la Cooperazione Concetti di base: i beneficiari Abraham Tesfai Dalle torture in Libia

Capire la Cooperazione Concetti di base: i beneficiari Abraham Tesfai Dalle torture in Libia alla laurea in Italia. Il sogno di Abraham undici anni dopo Trent’anni, nato e cresciuto in Eritrea, oggi lavora come operatore in una cooperativa. Dal sequestro in Sudan, alla fuga e al viaggio di quattordici giorni in mezzo al deserto. L’arrivo e la prigionia in Libia, prima di affrontare il mare per arrivare in Italia Elementi di Riflessione : 1. Agency dei beneficiari e sviluppo partecipativo verso modelli top-down 2. Il significato della parola cooperazione

Capire la Cooperazione Concetti di base: la solidarietà -valore fondante della Coop. La missione

Capire la Cooperazione Concetti di base: la solidarietà -valore fondante della Coop. La missione Vietnam 1979 Profughi dal regime comunista del Vietnam del Nord salvati da una missione della Marina Militare Italiana nel Mar della Cina Meridionale. Elementi di riflessione: 1. L’aiuto è un obbligo morale, ed è anche una scelta politica 2. Il sentimento di solidarietà tra i popoli è principio fondante della cooperazione allo sviluppo.

Gli attori della Cooperazione allo Sviluppo PUBBLICI PRIVATI • Governi 34 membri DAC; principali

Gli attori della Cooperazione allo Sviluppo PUBBLICI PRIVATI • Governi 34 membri DAC; principali donatori non DAC (Cina, Brasile, India, Indonesia, alcuni paesi arabi) • Istituzioni Finanziarie Internazionali (FMI; BM; UE; Alcune agenzie delle NU – UNDP; Banche Regionali dello Sviluppo. • Imprese (investimenti diretti esteri, investimenti bilaterali e multilaterali, crediti all’esportazione) • Non Profit (ONG, ONLUS, LNGOs, CSOs…)

Paesi Donatori – membri DAC

Paesi Donatori – membri DAC

Anni 1990 s – il decennio delle conferenze 1990 – Conferenza Istruzione Universale (Jomtieng)

Anni 1990 s – il decennio delle conferenze 1990 – Conferenza Istruzione Universale (Jomtieng) 1992 – Vertice della Terra su ambiente e Sviluppo (Rio de Janeiro) 1993 – Conferenza sui diritti Umani (Vienna) 1994 – Conferenza su Popolazione e Sviluppo (Cairo) 1995 – Conferenza Mondiale sulle Donne (Pechino) 1996 – Vertice Mondiale sull’alimentazione (Roma) 1998 – Conferenza su Commercio e Sviluppo (Ginevra)

Agenda 21 Parte dalla consapevolezza che il modello di sviluppo odierno basato sui processi

Agenda 21 Parte dalla consapevolezza che il modello di sviluppo odierno basato sui processi di industrializzazione non è sostenibile ed è destinato ad aumentare le diseguaglianze nel mondo tra poveri e ricchi Definisce gli impegni che la comunità internazionale deve assumersi per affrontare le emergenze climaticoambientali e socio-economiche cui andiamo incontro nel prossimo millennio

Impegni dell’Agenda 21 che si articolano in 10 obiettivi da perseguire: 1. 2. 3.

Impegni dell’Agenda 21 che si articolano in 10 obiettivi da perseguire: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. La globalizzazione deve operare in favore dello sviluppo sostenibile Eliminare la povertà Modificare i modelli di produzione e di consumo non sostenibili Migliorare la Salute mediante un miglioramento dell’ambiente Garantire accesso all’energia, modificando modelli di consumo energetico insostenibili Gestire gli ecosistemi e la biodiversità Migliorare la fornitura e la distribuzione di acqua dolce Fornire risorse finanziarie per lo sviluppo Supportare le istituzioni dei paesi africani perché possano favorire lo sviluppo sostenibile Rafforzare la capacità di governo internazionale

Anni 2000 s Agenda di sviluppo 2000 -2015

Anni 2000 s Agenda di sviluppo 2000 -2015

Struttura degli MDGs Inizialmente divisi in 18 Targets 48 Indicatori 2005 il Millennium Summit

Struttura degli MDGs Inizialmente divisi in 18 Targets 48 Indicatori 2005 il Millennium Summit decide di incorporare 4 nuovi target: accesso al lavoro, accesso ai servizi di salute riproduttiva, accesso al trattamento HIV, biodiversità. 21 target 60 indicatori Definito: The most successfull antipoverty movement in history

Risultati degli MDGs: 1 yes no • The target of reducing extreme • target

Risultati degli MDGs: 1 yes no • The target of reducing extreme • target of halving the proportion poverty rates – people living on of people suffering from hunger just $1. 25 a day – by half was has narrowly been missed. The met five years ahead of the 2015 proportion of undernourished deadline. Globally the number of people in the developing regions people living in extreme poverty has fallen from 23. 3 per cent in has fallen from 1. 9 billion in 1990 to 12. 9 per cent in 2014. 1990 to 836 million in 2015.

Risultati MDGs: 2 yes no • Primary school enrolment figures have shown an impressive

Risultati MDGs: 2 yes no • Primary school enrolment figures have shown an impressive rise • but the goal of achieving universal primary education has just been missed. The primary school enrolment rate in developing regions reached 91 per cent in 2015, up from 83 per cent in 2000.

Risultati MDGs: 3 yes no • About two-thirds of developing countries achieved gender parity

Risultati MDGs: 3 yes no • About two-thirds of developing countries achieved gender parity in primary education. Progress has been particularly strong in Southern Asia. • 90% of countries have more women in parliament since 1995 • Progress is slow… • 1990 women are 35% of paid workers • 2015 women are 41% of paid workers

Risultati MDGs : 4 yes no • The global under-five mortality rate has declined

Risultati MDGs : 4 yes no • The global under-five mortality rate has declined by more than half since 1990 – dropping from 90 to 43 deaths per 1, 000 live births. • This falls short of the targeted drop of two-thirds. • 16, 000 children under-five continue to die every day from preventable causes.

Risultati MDGs : 5 yes no • Since 1990, the maternal mortality ratio has

Risultati MDGs : 5 yes no • Since 1990, the maternal mortality ratio has been cut nearly in half. This is an impressive result, • but as well with goal 4 it falls short of the two-thirds reduction that was aimed for. There were an estimated 289, 000 maternal deaths in 2013.

Risultati MDGs 6 yes no • the number of new HIV infections fell by

Risultati MDGs 6 yes no • the number of new HIV infections fell by 40% between 2000 and 2013. • The global malaria incidence rate has fallen by an estimated 37 per cent and the mortality rate by 58 per cent • The target of halting and beginning to reverse the spread of HIV/Aids has not been met

Risultati MDGs: 7 yes no • Between 1990 and 2015, 2. 6 • Pollution?

Risultati MDGs: 7 yes no • Between 1990 and 2015, 2. 6 • Pollution? billion people gained access to • Biodiversity? improved drinking water, meaning the target of halving the proportion of people without access to safe water was achieved • Less people live in slums

Risultati MDGs: 8 yes no • Official development assistance from wealthy countries to developing

Risultati MDGs: 8 yes no • Official development assistance from wealthy countries to developing countries increased by 66 per cent in real terms between 2000 and 2014, reaching $135. 2 billion. • The UN target of 0. 7% of gross national income is achieved by few countries only (Denmark, Norway, Sweden, Luxembourg, UK)

Cosa succede dopo il 2015? Contesto Misure • Primavere Arabe • Gli accordi di

Cosa succede dopo il 2015? Contesto Misure • Primavere Arabe • Gli accordi di Kioto sono per lo più falliti • Le diseguaglianze tra poveri e ricchi sono drammaticamente aumentate • Il numero di stati fragili è aumentato • 2012 Rio+20 : Crescere, Includere e Proteggere • Occorre porre enfasi su crescita economica sostenibile, lavoro, ambiente, sostegno alla good governance • Occorre maggiore inclusività «Leave no one behind»

Due processi di consultazione High Level Panel of eminent persons Open Working Group •

Due processi di consultazione High Level Panel of eminent persons Open Working Group • 27 membri, alte cariche di stato • 2013 producono un report che propone 5 transformative shifts: 1. Leave no one behind 2. Sustainability 3. Jobs and inclusive growth 4. Peace and institutions 5. Global Partnership • Meccanismo intergovernativo 70 paesi guidato da NU, raggruppa ampie consultazioni tra stati, società civile e NU. • Producono una lista di 17 obiettivi e 169 target

Il Rapporto di Sintesi del Segretario Generale The Road to dignity Riconosce il lavoro

Il Rapporto di Sintesi del Segretario Generale The Road to dignity Riconosce il lavoro dell’OWG con i suoi 17 obiettivi e 169 target di sviluppo Preambolo centrato su 5 parole chiave: le 5 P

ONG italiane https: //www. open-cooperazione. it Definizione Cenni storici Fondi Attività Paesi Problemi: perdita

ONG italiane https: //www. open-cooperazione. it Definizione Cenni storici Fondi Attività Paesi Problemi: perdita di fiducia, trasparenza, rapporto con lo Stato

Le risorse della cooperazione italiana • • 2017 2016 2015 2014 690 mil euro

Le risorse della cooperazione italiana • • 2017 2016 2015 2014 690 mil euro 620 mil euro 578 mil euro 535 mil euro (tot 847 – 62% istituz – 38%privati) (tot 816 – 55% istituz- 45%privati) (tot 757 – 51% istituz – 49% privati) (tot 636 – 53% istituz – 47% privati) • Dati seconda colonna riferiti a 69 ONG • Dati terza colonna riferiti a tutte le ONG che hanno dichiarato il proprio budget sul portale (tra 107 -122 ong) fonte: open-cooperazione. it

Attività e Paesi (2017) • Progetti realizzati direttamente • Progetti realizzati attraverso partner N°

Attività e Paesi (2017) • Progetti realizzati direttamente • Progetti realizzati attraverso partner N° 7792 N° 13424 (37%) (63%) Da notare che il trend dell’implementazione diretta si è rovesciato rispetto al passato. I maggiori settori di intervento: Sanità, Istruzione, Capacity building e formazione, Sviluppo rurale, sicurezza alimentare, emergenza. Ma anche migrazioni, awareness, diritti umani e governance, Infanzia e adozioni (? ). Dove? • Africa, Asia e America Latina, Medio Oriente, ex Unione Sovietica

Progressi nel coordinamento delle politiche di cooperazione allo Sviluppo dal 2000 • Dopo il

Progressi nel coordinamento delle politiche di cooperazione allo Sviluppo dal 2000 • Dopo il lancio degli Obiettivi del Millennio nel 2000 (MDGs) • 2005 Consenso Europeo per lo Sviluppo Per la prima volta l’UE adotta una strategia comune di cooperazione allo sviluppo e si allinea agli MDGs • 2005 Dichiarazione di Parigi sull’Efficacia degli Aiuti (Aid Effectiveness) • • • Ownership Allineamento Armonizzazione Responsabilità reciproca Gestione orientata ai risultati

Progressi nel coordinamento delle politiche di cooperazione allo Sviluppo dal 2000 • 2008 Accra

Progressi nel coordinamento delle politiche di cooperazione allo Sviluppo dal 2000 • 2008 Accra Agenda for Action (AAA) Si va ridefinendo un nuovo equilibrio nella cooperazione: 80 PVS si aderiscono a Parigi 2005 e si impegnano a rendersi protagonisti dei loro piani di sviluppo. I Paesi dinatori si impegnano a sostenerli e a coordinarsi tra di loro. Ad Accra partecipano più di 3000 ONG. Il principio di Inclusive Partnership le riconosce come partners di sviluppo, insieme alle fondazioni e ai nuovi donatori. • 2011 Busan Partnership per una cooperazione allo sviluppo efficace (effective development cooperation) Si fa il punto della situazione sugli impegni presi a Parigi nel 2005. Ci si rende conto che la crisi economica e il graduale impegno di molti nuodi donatori stanno alterando le relazioni tradizionali della cooperazione. La Cina accetta i principi di trasparenza degli aiuti.

Progressi nel coordinamento delle politiche id cooperazione allo Sviluppo dal 2000 • 2015 Lancio

Progressi nel coordinamento delle politiche id cooperazione allo Sviluppo dal 2000 • 2015 Lancio degli SDGs • 2017 Nuovo Consenso Europeo per lo Sviluppo • Incorpora gli SDGs. • Ma…. Se da un lato vengono ribadite le potenzialità della mobilità umana come fattore di sviluppo per tutti i paesi e l’impegno al rispetto dei diritti umani, dall’altro viene riaffermata la sovranità nazionale e il diritto di ogni singolo Paese a perseguire le proprie scelte e politiche nazionali.

I sistemi di cooperazione allo sviluppo nei paesi DAC Quattro tipologie di modelli organizzativi

I sistemi di cooperazione allo sviluppo nei paesi DAC Quattro tipologie di modelli organizzativi MAE Modello 1 La cooperazione è PARTE INTEGRANTE del Ministero degli Affari Esteri (Danimarca, Norvegia) Cooperazione allo Sviluppo

I sistemi di cooperazione allo sviluppo nei paesi DAC • Modello 2 La cooperazione

I sistemi di cooperazione allo sviluppo nei paesi DAC • Modello 2 La cooperazione è sempre parte del Ministero degli Affari Esteri, ma ha una struttura dedicata che è la Direzione Generale della Cooperazione allo Sviluppo (DGCS) • E’ il caso di Italia pre-riforma, Grecia, Svizzera, Irlanda, Nuova Zelanda MAE DGCS

I sistemi di cooperazione allo sviluppo nei paesi DAC • Modello 3 La cooperazione

I sistemi di cooperazione allo sviluppo nei paesi DAC • Modello 3 La cooperazione viene gestita dal Ministero degli Esteri per la Parte politica e di indirizzo, ma ha un’agenzia indipendente per la sua realizzazione E’ il caso di Francia, Stati Uniti, Austria, Belgio MAE Agenzia (esecuzione) Indirizzo e controllo della Cooperazione

I sistemi di cooperazione allo sviluppo nei paesi DAC • Modello 4 La cooperazione

I sistemi di cooperazione allo sviluppo nei paesi DAC • Modello 4 La cooperazione è gestita da un Ministero dedicato che non è quello degli Esteri o da un’agenzia responsabile sia della politica che della sua esecuzione E’ il caso del Regno Unito (DFID), del Canada, Australia. Ministero della Cooperazione Definizione di politiche Attuazione