CONOSCENZA E COMPRENSIONE DEL DISAGIO NEL CONTESTO SCOLASTICO

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CONOSCENZA E COMPRENSIONE DEL DISAGIO NEL CONTESTO SCOLASTICO Dott. ssa Graziella Morrone psicoterapeuta

CONOSCENZA E COMPRENSIONE DEL DISAGIO NEL CONTESTO SCOLASTICO Dott. ssa Graziella Morrone psicoterapeuta

Integrazione sociale e disagio Con l’ingresso alla scuola primaria, il bambino accede a due

Integrazione sociale e disagio Con l’ingresso alla scuola primaria, il bambino accede a due nuovi mondi: quello della scuola e quello del gruppo dei pari. Si appresta così ad affrontare il problema dell’adattamento ad una società più ampia e nel fare questo segue due modalità: una relazionale l’altra emotiva.

 Assimilando le tecniche richieste a scuola (imparare a leggere, a scrivere, a pensare

Assimilando le tecniche richieste a scuola (imparare a leggere, a scrivere, a pensare seguendo un filo logico, a scoprire concetti e nuove realtà astratte) e tra i coetanei (come fare per entrare nel gruppo e poi restarvi, come partecipare ai giochi collettivi oppure acquisire un gergo), il bambino acquisisce competenza e padronanza. A questa età il bisogno di vedere le proprie esperienze riconosciute è molto forte.

 Cosa succede se un bambino non riesce a possedere quelle competenze che la

Cosa succede se un bambino non riesce a possedere quelle competenze che la maestra o i coetanei si aspettano da lui? Potrebbe sentirsi disadattato, interiorizzato o essere emarginato.

 Nel mondo extra-familiare in cui i bambini di età scolare si muovono è

Nel mondo extra-familiare in cui i bambini di età scolare si muovono è importante che trovino un nuovo sostegno affettivo (spesso lo trovano nei coetanei o in alcuni riti rassicuranti, individuali come collezionare oggetti o collettivi, come penitenze, conte, filastrocche) che producono un potere magico che controlla la realtà. Ovviamente, un controllo fittizio, ma necessario perché tranquillizza.

 A questa età il bambino può sentirsi ansioso di tanto in tanto, poiché

A questa età il bambino può sentirsi ansioso di tanto in tanto, poiché non possiede tutte le competenze e le tecniche per muoversi con disinvoltura.

Emarginazione in classe e nel gruppo Esiste una significativa casistica di bambini delle scuola

Emarginazione in classe e nel gruppo Esiste una significativa casistica di bambini delle scuola primaria “non scelti” da nessuno e trascorrono il loro tempo senza amici. Possono essere ignorati, rifiutati; interagiscono con i più piccoli o solo con adulti. La punta estrema dell’isolamento è raggiunta quando il bambino è completamento chiuso in suo mondo fantastico.

Conseguenze dell’isolamento: scarso apprendimento sociale: bambini che vivono troppo isolati hanno poche opportunità per

Conseguenze dell’isolamento: scarso apprendimento sociale: bambini che vivono troppo isolati hanno poche opportunità per imparare ad interagire, a difendersi, ad aggirare diplomaticamente le situazioni difficili, a coinvolgere e interessare gli altri bambini. Si può crescere isolati per vari motivi legati ai tratti della personalità, al livello di abilità sociale o intellettiva, alla storia personale, al clima educativo.

Tipologia di bambini Bambini sani: ben disposti vs gli altri , estroversi e tolleranti.

Tipologia di bambini Bambini sani: ben disposti vs gli altri , estroversi e tolleranti. Ricercati dagli altri. Con capacità a stare da soli. L’isolamento in questo caso è per riflettere, per differenziarsi dal conformismo indotto dal gruppo Bambini timidi: si spaventano e si chiudono in se stessi. Spesso evitati. Bambini aggressivi : vittime provocatorie (perché provocano gli altri) e vittime passive (bassa autostima, non sanno difendersi). Capri espiatori: sono gracili o con difetti fisici o con particolari che li differenzia dagli altri (diversa etnia; famiglie deboli o disgregate incapaci di dare sicurezza e identità.

Modalità di intervento: -attività di gruppo -apprendimento in piccoli gruppi -discussione in classe -attribuzioni

Modalità di intervento: -attività di gruppo -apprendimento in piccoli gruppi -discussione in classe -attribuzioni di ruoli (leader)

Apprendimento di base ed «effetto pigmalione» Apprendimenti di base come scrittura, lettura, numerazione, sono

Apprendimento di base ed «effetto pigmalione» Apprendimenti di base come scrittura, lettura, numerazione, sono mezzi per rendere autonomi. Ma è vero anche il contrario. Un bambino che non ha una sicurezza interiore sufficiente, che non è sicuro dell’appoggio delle sue figure di attaccamento, può manifestare difficoltà di apprendimento.

 L’importanza di fiducia e attese degli adulti sono state messe in evidenza dall’esperienza

L’importanza di fiducia e attese degli adulti sono state messe in evidenza dall’esperienza “effetto Pigmalione” (R. Rosenthal). L’effetto Pigmalione è conosciuto anche con il nome di "profezia che si auto-avvera" o come effetto Rosenthal dal nome dello psicologo tedesco che per primo parlò di questo fenomeno. Si tratta di una forma di suggestione psicologica per cui le persone tendono a conformarsi all’immagine che altri individui hanno di loro, sia essa un’immagine positiva che negativa.

 Per fare un esempio pratico, basta citare l’esperimento condotto dallo stesso Robert Rosenthal

Per fare un esempio pratico, basta citare l’esperimento condotto dallo stesso Robert Rosenthal e dalla sua equipe che sottoposero alcuni bambini di una scuola elementare a un test d’intelligenza. Dopo il test, in modo casuale, vennero selezionati alcuni bambini ai cui insegnanti fu fatto credere che avessero un’intelligenza sopra la media. La suggestione fu tale che, quando l’anno successivo Rosenthal si recò presso la scuola elementare, dovette costatare che, in effetti, il rendimento dei bambini selezionati era molto migliorato e questo solo perché gli insegnanti li avevano influenzati positivamente con il loro atteggiamento, inconsapevoli del fatto che fosse tutto legato alla suggestione.

Quando un bambino smette di imparare Capita a volte che un bambino, con un

Quando un bambino smette di imparare Capita a volte che un bambino, con un buon rendimento in passato, ad un certo momento si blocchi e non renda più. Dietro a questa reazione improvvisa, c’è quasi sempre uno stato di ansia molto forte che insorge inseguito ad un evento precipitante e che evidenzia una forte insicurezza di non ottenere nel presente, e forse anche in passato, soddisfazione ai propri bisogni.

 genitori che svalorizzano (in particolare il padre) crisi improvvisa in famiglia conflitti violenti

genitori che svalorizzano (in particolare il padre) crisi improvvisa in famiglia conflitti violenti tra i genitori lutto separazione qualsiasi evento che crea forte squilibrio (nascita fratellino, ospedalizzazione)

Come il bambino esprime il disagio: a livello psicosomatico (dolori addominali, stanchezza, emicrania, balbuzie,

Come il bambino esprime il disagio: a livello psicosomatico (dolori addominali, stanchezza, emicrania, balbuzie, enuresi, attacca d’ansia, etc. ) comportamenti provocatori (dispetti, capricci) disturbi vari (insonnia, incubi notturni, crisi di rabbia, apatia). Stupidità nevrotica: il bambino arriva a rinunciare a conoscere, quando gli ostacoli creati dal silenzio, dalle reticenze, dalle spiegazioni sbagliate o incomplete, dai rimproveri per la troppa curiosità sono troppo frequenti. Il bambino ha l’impressione di non essere autorizzato a sapere ed approfondire. Si poterebbe verificare in classe con insegnati che sottolineano ogni errore e inesattezza.

Le basi dell’apprendimento nell’infanzia Lo sviluppo psico-emotivo non deve essere visto come un processo

Le basi dell’apprendimento nell’infanzia Lo sviluppo psico-emotivo non deve essere visto come un processo rettilineo, ma in continuo oscillamento tra stati psichici nei quali ci sentiamo spaventati, addolorati, arrabbiati verso chi non è capace di soddisfarci come vorremmo, e stati nei quali ci sentiamo protettivi nei confronti dell’altro.

 Ogni momento di frustrazione e di perdita richiede una lotta contro la rabbia,

Ogni momento di frustrazione e di perdita richiede una lotta contro la rabbia, la gelosia e l’invidia per riuscire a conservare l’amore e la protettività. Il modo in cui affrontiamo o siamo aiutati ad affrontare tali situazioni in infanzia e in fanciullezza influenzerà la nostra capacità di farlo in seguito, da adulti. La quantità di frustrazione che ogni singolo bambino può tollerare nei vari momenti della sua vita è un problema che ogni genitore dovrebbe porsi.

 Il bambino, sulla base delle ripetute esperienze con coloro che si occupano di

Il bambino, sulla base delle ripetute esperienze con coloro che si occupano di lui, imparerà se le sue paure possono essere tollerate o no, se la sua aggressività e la sue richieste hanno o no dei limiti, se la sua disperazione e la sua tristezza possono essere circoscritte.

 L’esperienza di contenimento induce nel bambino una presa di coscienza della capacità di

L’esperienza di contenimento induce nel bambino una presa di coscienza della capacità di contenimento, appunto, dei propri genitori che costituisce il fondamento di una personale struttura con la quale riuscire a sopportare il dolore emotivo e la lotta contro le difficoltà

Rapporti interpersonali utili a scuola La comprensione contribuisce ad infondere speranze e a modificare,

Rapporti interpersonali utili a scuola La comprensione contribuisce ad infondere speranze e a modificare, per alcuni insegnanti, la percezione del proprio lavoro. Di seguito alcuni esempi: Il bambino violento: «Un’insegante ci racconta di Viviana. La descrive come una bambina molto vivace, di 6 anni e mezzo, da poco assegnata alla sua classe. Colpì all’insegnante la capacità della bambina di fare sentire i compagni piccoli ed incapaci (fu capace di svolgere un esercizio piuttosto difficile) o provocare negli altri bambini un sentimento di insicurezza delle proprie capacità. Per alcuni bambini la presenza di V. era un vero ostacolo all’apprendimento. Un giorno la bambina perse due matite colorate ed accusò un altro bambino e chiese all’insegnate di punirlo. Un’altra volta, V. portò dei dolcetti a scuola e selezionò i bambini a cui non darne, escludendo proprio coloro che ne sarebbero rimasti più feriti»

Riflessione sul caso di V. : L’esempio di Viviana ci dà l’opportunità di riflettere

Riflessione sul caso di V. : L’esempio di Viviana ci dà l’opportunità di riflettere su quei casi in cui i bambini, quando sono incapaci di tollerare il proprio dolore, si comportano in modo da provocare dolore negli altri, ossia a proiettarlo. L’insegante lo aveva notato che V. fosse una bambina molto cattiva e di questo ne era esasperata. L’aiuto che l’insegnate riuscì a dare a V. fu di tollerare i sentimenti dolorosi evocati dal suo comportamento e nella capacità che ella acquisì di capirli senza reagirvi istintivamente.

 Il bambino schiavo o il bambino tiranno: David è un ragazzo di 14

Il bambino schiavo o il bambino tiranno: David è un ragazzo di 14 anni, figlio di immigrati, che frequenta la terza media. Durante tutto lo scorso anno aveva marinato le lezioni. Spesso era violento con i compagni, senza far differenze di età. Le capacità di lettura e scrittura lasciavano molto a desiderare. L’insegnante che segnale la situazione di D. riferisce che da piccolo abbia subito violenza. D. stesso racconta, quasi a vantarsi, che una volta suo padre lo aveva picchiato così forte che il manico della scopa gli si era rotto sulla schiena. L’insegnante aveva avuto l’impressione che D. provasse piacere nel descrivere questa storia e che in qualche modo avrebbe potuto godere delle punizioni corporali se gli fossero state inflitte dalla scuola. Sembrava che D. facesse di tutto per arrivare ad una punizione fisica e malsana. Per l’insegnante era impossibile stabilire un contatto amichevole con il ragazzo che si presentava a scuola con la radio in tasca o con la cuffia alle orecchie. Erano comportamenti provocatori quelli che D. metteva in atto, e agli sforzi dell’insegnante di comunicare, il ragazzo rispondeva innalzando un’enorme barriera difensiva. I comportamenti di D. , essere elusivo, sfuggente, il suo sottrarsi al contatto, erano espressioni di sentimenti che poteva lui stesso aver provato, dato che era stato abbandonato e ricongiunto alla famiglia dopo 3 anni. Probabilmente egli deve aver trovato difficile venire in un paese straniero e stabilirsi di nuovo nella sua famiglia dopo esserne stato separato per un periodo lungo.

 Riflessione sul caso di D. : Vale la pena soffermarsi a riflettere sulla

Riflessione sul caso di D. : Vale la pena soffermarsi a riflettere sulla storia di D. e se questi avessero determinato la tendenza alla violenza, sia subita che inferita. L’insegnate sentiva che il ragazzo poteva fidarsi di lui, ma gradualmente. Inoltre le fantasie morbose che si accompagnano al piacere della punizione andavano contenute, piuttosto che colludere. L’insegnate, nel cercare di capire l’attrazione di D. verso i rapporti violenti, che piuttosto di cercare un abbraccio richiedeva una camicia di forza, pensò che forse quello che il ragazzo aveva sopportato era anche troppo. Esperienze troppo dolorose che avevano lasciato cicatrici profonde. La risposta di fronte a situazioni come questa è di trasformare il dolore in eccitazione, del tipo «il dolore è bello» . A questo tipo di bambini o di adulti poco importa di essere il tiranno o lo schiavo e possono fluttuare da le due posizioni, come fa D. sembrava avere trasferito sul corpo la sofferenza mentale. Fuggire ai pensieri è molto comune in bambini che hanno subito deprivazioni e si presenta spesso associato a difficoltà di apprendimento

Definizione del concetto di devianza: dal punto di vista sociologico, si intende per comportamento

Definizione del concetto di devianza: dal punto di vista sociologico, si intende per comportamento deviante ogni condotta che fuoriesca dalla norma di convivenza collettiva condivisa da un determinato gruppo sociale. Ciò implica che la condotta deviante si definisce rispetto ad una norma e rispetto al sistema di valori culturali di un determinato gruppo sociale.

 In psicologia, è deviante ogni comportamento che mette a repentaglio la sopravvivenza sia

In psicologia, è deviante ogni comportamento che mette a repentaglio la sopravvivenza sia del soggetto deviante che della comunità in cui egli agisce e si istituisce come deviante ogni condotta che tende a danneggiare l’oggetto esterno.

 Il problema dell’adattamento è l’aspetto saliente della condotta deviante. I ragazzi di questa

Il problema dell’adattamento è l’aspetto saliente della condotta deviante. I ragazzi di questa età iniziano a dover rispondere alle pressanti richieste di adattamento che la società richiede, e allo stesso tempo realizzano quello che è il mandato evolutivo specifico: separazione dai genitori, spostamento degli investimenti affettivi dalle figure primarie dell’infanzia ad altre figure del mondo esterno.

Il rischio l’arsenale mentale e fisico con cui i ragazzi si ritrovano improvvisamente è

Il rischio l’arsenale mentale e fisico con cui i ragazzi si ritrovano improvvisamente è una nuova potenza da gestire ed esplorare. L’agito è spesso la tecnica più usata per trovare conferma sulla realtà delle nuove competenze. L’agito non passa inosservato, esso è un fatto concreto, che per tanto non sfugge a nessuno. Per il ragazzo è un espediente per testimoniare la propria identità, è un modo plateale e inequivocabile di evidenziare “l’Io sono”.

Condotte a rischio Appaiono numerose e tutte apparentemente ricche di distruttività ed autodistruttività attacco

Condotte a rischio Appaiono numerose e tutte apparentemente ricche di distruttività ed autodistruttività attacco al corpo: la pubertà innesta dei cambiamenti molto profondi nella struttura corporea del ragazzo. Lo spuntare dei seni e del menarca nelle ragazze e la scoperta di una nuova capacità virile per il ragazzo, possono diventare elementi di vergogna da nascondere e camuffare. Il corpo viene vissuto come un corpo deforme, brutto, osceno che va quindi accuratamente occultato o nascosto. L’attacco al corpo si presenta come una difesa dalla crescita e dal cambiamento.

 dipendenze: sostanze stupefacenti: cocaina, anfetamina, LSD, oppiacei disturbi alimentari: le anoressie, le bulimie,

dipendenze: sostanze stupefacenti: cocaina, anfetamina, LSD, oppiacei disturbi alimentari: le anoressie, le bulimie, i disturbi alimentari, le dismorfofobie, le modificazioni volontarie corporee, le pratiche di piercing e tatuaggio, gli atti autolesivi sono comportamenti sempre più diffusi nella nostra società e fonte di crescente allarmismo sociale. Le sole ragioni estetiche non bastano a giustificare come il corpo possa, in alcuni casi, diventare così estraneo, alieno o addirittura nemico, al punto da voler spezzare il senso profondo della nostra identità. Il corpo è una presenza attiva che manda segnali, che si fa sentire. Di fronte alla presenza dei bisogni segnalati dal corpo, l’individuo e nello specifico il ragazzo può vivere un’esperienza segnata da angoscia, impotenza, rabbia, rifiuto, disconoscimento ma anche dal riconoscimento che permette il confronto con la realtà e quindi il rapporto con gli altri. da videogiochi e internet: che sia per mandare un messaggio o giocare con un videogioco, quando diventa un abuso, la dipendenza si presenta e crea problemi di socialità, rendimento e anche depressione. È importante che gli adulti che si prendono cura del ragazzo diano dei limiti (non più di 1 o 2 ore al giorno con un dispositivo digitale).

 Un recente studio ha individuato 7 sintomi cruciali per riconoscere la dipendenza. Salienza:

Un recente studio ha individuato 7 sintomi cruciali per riconoscere la dipendenza. Salienza: giocare ai video giochi diventa la più importante attività nella vita quotidiana del ragazzo, occupa costantemente i suoi pensieri (preoccupazione), i sentimenti (desideri) ed i suoi comportamenti. Tolleranza: giocare sempre di più , gradualmente la quantità di tempo speso per i videogiochi gli fa dimenticare le altre cose. Frase tipo del ragazzo: il tempo per giocare non è mai abbastanza. Sbalzi di umore: le esperienze che riporta sono legate al risultato del suo impegno costante nei videogiochi, l’umore è altalenante tra euforia e stato di evasione. Frase tipo: preferisco giocare piuttosto che uscire con gli altri.

 Ritiro: ci si riferisce ad emozioni spiacevoli e agli effetti fisici che si

Ritiro: ci si riferisce ad emozioni spiacevoli e agli effetti fisici che si verificano quando il gioco viene improvvisamente ridotto o sospeso. Consiste in irritabilità, ma anche sintomi fisiologici, come l’agitazione. Frase esempio: se mi interrompono mentre gioco mi innervosisco, perché perdo tutto quello che ho fatto. Ricaduta: la tendenza a tornare più volte sui modelli precedenti di utilizzo del videogioco. Schemi di gioco eccessivo sono rapidamente ripristinati dopo periodi di astinenza o controllo. Frase tipo: quando non posso giocare mi sento agitato. Conflitto: si riferisce a tutti i conflitti interpersonali derivanti dal gioco eccessivo. Il ragazzo entra in conflitto con la persona accanto a lui, generando discussioni in relazione ad abbandono, menzogne ed inganni. Frase tipo: quando gioco troppo finisce sempre che litighiamo. Problemi: riguarda come la dipendenza assuma la priorità sulle attività principali, come la scuola, la socializzazione. Frase tipo: quando gioco mi dimentico di tutto, anche di studiare

Per riflettere Dati forniti dal reparto per la Psicopatologia da web del Policlinico Gemelli

Per riflettere Dati forniti dal reparto per la Psicopatologia da web del Policlinico Gemelli Roma, indicano che l’ 80% dei ricoverati sono ragazzi e bambini tra gli 11 e i 23 anni).

 -atti vandalici: rientrano in una complessiva incapacità a simbolizzare i conflitti, che vengono

-atti vandalici: rientrano in una complessiva incapacità a simbolizzare i conflitti, che vengono così trasformati in azione. Caratteristica specifica degli atti vandalici è essere consumati in gruppo e verso beni e strutture di pubblica utilità: edifici scolastici, vagoni ferroviari… L’atto vandalico conferisce al ragazzo un profondo senso di grandiosità ed onnipotenza, con il quale sente altamente confermata la propria potenza virile, poiché sentendola profondamente debole, ha bisogno di azioni forti per rassicurarsi sulla propria realtà e concretezza.

 -bullismo : l'insieme di «quei comportamenti offensivi e/o aggressivi che un singolo individuo

-bullismo : l'insieme di «quei comportamenti offensivi e/o aggressivi che un singolo individuo o più persone in gruppo mettono in atto, ripetutamente nel corso del tempo ai danni di una o più persone con lo scopo di esercitare un potere o un dominio sulla vittima» . - cyberbullismo : Il cyberbullo o la cyberbulla usano telefonino e Internet per ferire e offendere altre persone. Lo fanno attraverso messaggi personali oppure post, condivisioni e altre azioni fatte per umiliare la vittima davanti al pubblico della rete. Dalle ricerche effettuate risulta che gli atti di cyberbullying più frequenti sono: -attacchi diretti alle persone attraverso insulti inviati tramite la rete o per sms -attacchi indiretti che hanno l'intento di colpire la vittima alle spalle, attraverso pettegolezzi o falsità nei suoi confronti -esclusione dei compagni dai social network oppure dalle chat

Esempio Pull a pig -> letteralmente ‘prendi il maiale’ consiste nell’ingannare una ragazza, di

Esempio Pull a pig -> letteralmente ‘prendi il maiale’ consiste nell’ingannare una ragazza, di solito considerata da tutti non bella, mostrando interesse nei suoi confronti, corteggiandola e illudendola. Scopo, quello di vantarsi poi con i propri amici di esser riuscito ad abbindolare la propria vittima e confessare a quest’ultima che l’interesse era tutt’altro che reale.

 Luisa Mattia e Luigi Ballerini Edizioni Lapis

Luisa Mattia e Luigi Ballerini Edizioni Lapis

…c’ero io dentro quei nomi, dentro gli scherzi. Io. indifesa. Rabbiosa. Sconfitta. Lo ero

…c’ero io dentro quei nomi, dentro gli scherzi. Io. indifesa. Rabbiosa. Sconfitta. Lo ero in classe e fuori. Lo ero a casa, di fronte allo specchio… Poi sul banco ho trovato un disegno. Col pennarello. C’era una mucca ed aveva la mia faccia. Ho pianto dentro. Fortissimo dentro. Fuori sono rimasta quella di sempre. Mi guardavano. Tutti. Facevano finta di niente. Ridevano. Dentro. Io era a pezzi…. Qualcuno in classe ha cominciato a fare un muggito. Ridevano. tutti. Ridevano fuori. Stavolta. Poi, la mucca che ero è finita su facebook. Hanno fatto una pagina e l’hanno chiamata «porca vacca» . Ero io. Ci hanno messo il disegno che avevo sul banco, come immagine profilo. Poi un sacco di foto. Di vacche. E commenti sulla cicciona, in leggings. …non ce l’ho fatta. A non mangiare niente. Dico. Ho mangiato un po’ meno. E a un certo punto i leggings - m’è sembrato- rivelavano un po’ meno curve, un po’ meno burro, un po’ meno ciccia. .

 -Internet Addiction Disorder Negli ultimi anni si sono riscontrati casi di comportamenti compulsivi

-Internet Addiction Disorder Negli ultimi anni si sono riscontrati casi di comportamenti compulsivi derivati da un massiccio utilizzo di internet. Tali soggetti non utilizzano il web per necessità, lavoro o hobbies, ma perché sono legati psicologicamente ed emotivamente all'uso della rete. Internet scandisce ogni momento di vita, a tal punto che questi individui non riescono a rimanere senza il PC per troppo tempo, poiché l’allontanamento può provocare crisi di astinenza, proprio come per le dipendenze da sostanze.

Esempio Blue whale: letteralmente “balenottera azzurra”, ma in Italia subito ribattezzata “Balena Blu“. è

Esempio Blue whale: letteralmente “balenottera azzurra”, ma in Italia subito ribattezzata “Balena Blu“. è anzitutto un’ossessione collettiva. Di qui bisogna partire per comprenderne il fenomeno. Come ogni ossessione, si scatena da un’emozione forte, si trascina di bocca in bocca tramite il passaparola, si gonfia e si nutre di emotività, si radica nelle convinzioni in modo progressivo ed infine si consolida come verità assodata passando attraverso canali informativi di vario tipo in cerca di conferme. Si tratta di una sorta di percorso che un ragazzo può compiere assieme al proprio “curatore” attraverso una lunga serie di tappe progressive. Il percorso ha una fine nota e predeterminata: il suicidio. Il nome “Blue Whale” prende proprio il nome dal principio base del suicidio: così come le balene vanno a spiaggiarsi per morire (anche se l’interpretazione stessa dello spiaggiarsi come atto di suicidio volontario è in realtà idea del tutto fuorviante), così anche il “protagonista” della sfida va a cercare la morte affrontando il proprio percorso verso la quiete nera della spiaggia finale. Il gioco avrebbe regole precise: ogni giorno ci sarebbe una sfida e le parti in causa hanno un ruolo preciso. I giorni sono 50: il “protagonista” deve dimostrare di poter affrontare senza timore le singole sfide (tagli sugli avambracci, strani comportamenti notturni, sporgersi da grandi altezze e altro ancora) e il curatore deve verificare che tutto proceda secondo regolamento. Il curatore si fa dunque garante del coraggio del “protagonista”, certificando la buona riuscita della sfida per poter accedere a quella del giorno successivo. Del resto dietro la Balena Blu c’è tutto: la perversione, la dinamica che consente all’aspirante suicida di lanciare segnali di aiuto al mondo esterno, l’accompagnamento verso l’estremo gesto (del quale anche l’aspirante suicida ha sempre paura), l’uso del Web come strumento di contatto tanto vicino quanto anonimo, la trama lunga 50 giorni e un “protagonista”. Ma sia chiaro: in questa storia il “protagonista” non è certo l’eroe, quanto il nemico primo di sé stesso.

 -Sexting termine «che si usa per indicare l'invio, […], in particolare via telefonino,

-Sexting termine «che si usa per indicare l'invio, […], in particolare via telefonino, di immagini e messaggi a sfondo esplicitamente sessuale» . Il fenomeno del sexting è in espansione ed è legato all'incremento dell'utilizzo delle rete attraverso dispositivi tecnologici come smartphone e tablet. Gioco d’azzardo online - gioco d'azzardo patologico (GAP) è riconosciuto come forma di dipendenza e anch'esso ritenuto una new addiction. Il gioco online è praticato anche dagli adolescenti. In genere sono i maschi ad essere i soggetti più a rischio, poiché quasi il 20% di essi dichiara di giocare con soldi in rete ed il GAP «è più comune fra gli uomini che fra le donne in un rapporto di 9/1 -2» *. *Pani R. , Biolcati R. , “Le dipendenze senza droghe”, Novara: De Agostini Spa, 2006, p. 131.

La pulsione epistemofilica La spinta epistemofilica è una caratteristica tipicamente umana che connota e

La pulsione epistemofilica La spinta epistemofilica è una caratteristica tipicamente umana che connota e marca l’intero tracciato evolutivo. È la spinta alla conoscenza, all’esplorare che in ragazzi di questa età si avvia al massimo splendore. Il pensiero formale e le capacità logiche-deduttive sono più che rinforzate in età scolastica, e i ragazzi si avviano nel mondo delle astrazioni, dell’ipotetico. Propongono le loro idee; formulano principi intorno al giusto e all’ingiusto, non più secondo un principio egocentrico (tipico dell’infanzia) ma secondo un principio di

Apprendere a scuola Le istituzioni scolastiche, intese come agenzie di conoscenza, possiamo pensarle come

Apprendere a scuola Le istituzioni scolastiche, intese come agenzie di conoscenza, possiamo pensarle come principale mezzo per appagare gli impulsi epistemofilici. L’apprendimento didattico pertanto simbolizza la pulsione epistemofilica che mentre si esercita appaga, ma appaga nell’attesa: l’apprendimento richiede inevitabilmente la capacità di attendere. Implica, inoltre, una buona capacità di simbolizzazione, che a sua volta implica una buona capacità di trattenere mentalmente, in contrapposizione al passaggio all’atto (agito) come difficoltà a trattenere le cose dentro e mentalizzarle.

Alcune cause nei problemi di apprendimento -difficoltà a simbolizzare: si intende la difficoltà del

Alcune cause nei problemi di apprendimento -difficoltà a simbolizzare: si intende la difficoltà del ragazzo a trattenere o contenere all’interno di un recipiente mentale la propria soddisfazione dei bisogni e dei desideri, che non soddisfano solo mentalmente ma consentono di dislocare la soddisfazione in un tempo e in uno spazio appropriato. Ciò, tuttavia, implica una buona capacità di tollerare le frustrazioni. Il ragazzo che non ha questa capacità di sopportazione e che quindi viaggia internamente secondo il principio della soddisfazione immediata e totale dei desideri vive l’apprendimento, e con esso la scuola, come qualcosa che richiede sacrifici e sofferenze insostenibili per il proprio fragile sé, che necessita di continui e immediati riscontri positivi.

 -ansia di separazione: alcuni ragazzi entrano alle medie ancora impreparati dal punto di

-ansia di separazione: alcuni ragazzi entrano alle medie ancora impreparati dal punto di vista evolutivo e faticano ad integrare a livello mentale le grandi trasformazioni avvenute non solo a livello cognitivo, ma anche corporeo. La scuola è uno di quei poli emancipatori che di volta in volta si allea con lo stadio evolutivo e lo incoraggia e lo organizza enfatizzando le capacità di crescita del ragazzo. Il ragazzo che è rimasto strettamente vincolato al proprio passato avverte la scuola come una minaccia e un pericolo per la sopravvivenza del sé infantile. la scuola è un organismo che aiuta a stimolare l’abbandono del bambino piccolo e bisognoso e a promuovere la crescita del sé, inoltre, aiuta il ragazzo a radicarsi nel gruppo dei pari favorendo la separazione dai genitori e dal mondo dell’infanzia.

 Nel caso di studenti con forti ansie di separazione, lo stato di inquietudine

Nel caso di studenti con forti ansie di separazione, lo stato di inquietudine e tormento porta all’uso di espedienti necessari per salvarsi: atti vandalici, boicottaggio delle lezioni disturbando in classe, assenze sistematiche, oppure anestetizzando le proprie capacità intellettive al fine di apparire agli occhi delgli inseganti piccoli o incapaci. La reazione più forte è l’abbandono scolastico, per scansare il pericolo e riattivare il mondo dell’infanzia; che però non può più essere riattivato. Capita allora, che ragazzi usciti dal circuito scolastico finiscono nelle maglie della devianza come risposta del tutto privata e inadeguata al quesito posto dallo stadio evolutivo che è quello di individuarsi e separarsi.

 -reazioni fobiche alla scuola: sono reazioni che appaiono sia sotto forma psicosomatica sia

-reazioni fobiche alla scuola: sono reazioni che appaiono sia sotto forma psicosomatica sia in disturbi del comportamento. Con tali difficoltà il ragazzo evidenzia la problematica di ammettere e riconoscere l’ostilità per la scuola e sia ad accettare il desiderio di rimanere vincolato al passato. Il sintomo è il mezzo per esprimere il malessere: colite, asma bronchiale, disturbi dell’apparato gastroenterico. Anoressia, dolori addominali, pallore. Cefalea, nausea e vomito al mattino. Ma anche atteggiamenti depressivi ed aggressivi. (sembrano sparire nei periodi di vacanza).

 -Timore dell’insegnate e del fallimento: tendenzialmente il disagio scolastico giovanile è promosso e

-Timore dell’insegnate e del fallimento: tendenzialmente il disagio scolastico giovanile è promosso e attivato da profonde angosce di separazione e di perdita dell’autostima del proprio sé. I ragazzi a questa età sono particolarmente vulnerabili alle situazioni che espongono a frustrazione e che possono in qualche modo mettere a repentaglio l’immagine del proprio sé.

 -famiglia e disagio scolastico: oggi è piuttosto raro trovare genitori che si alleano

-famiglia e disagio scolastico: oggi è piuttosto raro trovare genitori che si alleano e fanno quadrato intorno all’autorità didattica dell’insegnate. Tuttavia, sono in aumento genitori che si alleano con i propri figli e in difesa delle loro aspettative. L’insegnate, piuttosto, viene investito di un vissuto persecutorio.

 La fantasia profonda che anima e attiva tale collisione è il ritenere, da

La fantasia profonda che anima e attiva tale collisione è il ritenere, da parte della famiglia, che il proprio figli non sia ancora cresciuto, che non si sufficientemente pronto a sostenere le difficoltà poste dagli insegnanti e dagli impegni didattici. La fantasia profonda è di avere a che fare con un bambino piccolo e bisognoso. Gli insegnati diventano figure severe e autoritarie che pretendono e impongono. La famiglia, dunque, si sente legittimata ad avviare una battaglia contro la scuola in difesa del “bambino”.

 Il conflitto tra le due istituzioni, famigli e scuola, rischia di tramutarsi in

Il conflitto tra le due istituzioni, famigli e scuola, rischia di tramutarsi in un dialogo tra sordi, ripercuotendosi inevitabilmente sul ragazzo e sul suo vissuto profondo. Nel ragazzo ne consegue un certo distacco e disinteresse dalla sua carriera scolastica, dalla capacità progettuale, poiché visti come qualcosa che non lo riguardano personalmente (potrà essere il secchione che soddisfa genitori e insegnati, ma il suo apprendimento è mnemonico, privo di entusiasmo, fantasia e creatività. Potrà, oppure, entrare in forte aspra collisione con le aspettative e desideri genitoriali, allora l’insuccesso scolastico è il solo modo per conferire a sé una sua identità).

Grazie per l’attenzione. Dott. ssa Graziella Morrone psicoterapeuta

Grazie per l’attenzione. Dott. ssa Graziella Morrone psicoterapeuta