Capitolo 16 Tassazione il trade off tra equit

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Capitolo 16 Tassazione: il trade off tra equità ed efficienza Rosen, Gayer, Scienza delle

Capitolo 16 Tassazione: il trade off tra equità ed efficienza Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Supponiamo che dobbiate suggerire al Ministro delle Finanze del vostro Paese una riforma del

Supponiamo che dobbiate suggerire al Ministro delle Finanze del vostro Paese una riforma del sistema fiscale e, in particolare, che vi venga chiesto quale aliquota adottare per la tassazione di un insieme di beni di consumo. La teoria della tassazione ottimale dei beni fornisce un quadro di riferimento per rispondere a questa domanda. Assumiamo che l’obiettivo del Ministro sia finanziare la spesa pubblica con un minimo di eccesso di pressione e che non voglia utilizzare imposte lump sum. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Prendiamo in esame il caso di Alberto, un cittadino che consuma solo due beni,

Prendiamo in esame il caso di Alberto, un cittadino che consuma solo due beni, X e Y, oltre al tempo libero, l. Il prezzo di X è Px, quello di Y è Py, mentre il salario orario (che è il prezzo del tempo libero) è pari a s, la sua assegnazione di tempo è fissata in T e le ore di lavoro sono pari a (T – l). Il reddito da lavoro di Alberto è quindi pari a (T – l)s e non ha altre fonti di entrata. Supponendo che Alberto spenda tutto il reddito nei beni X e Y (cioè che non risparmi), il vincolo di bilancio è: S (T-l)=Px. X+Py. Y Il lato sinistro indica le entrate totali, mentre quello di destra indica il modo in cui vengono impiegate. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

L’Equazione può essere riscritta nella seguente forma: Il lato sinistro della formula indica il

L’Equazione può essere riscritta nella seguente forma: Il lato sinistro della formula indica il valore dell’assegnazione di tempo, ossia il reddito che Alberto potrebbe percepire se lavorasse per ogni ora in cui è sveglio. Supponiamo ora che sia possibile applicare a X, Y e l la stessa aliquota ad valorem, t. L’imposta fa salire il prezzo di X a (1+t)Px, quello di Y a (1 + t)Py e quello di l a (1 + t) s. Pertanto, il vincolo di bilancio post-imposta è il seguente: s. T = (1 + t)Px. X + (1 + t)Py. Y + (1 + t)sl Dividendo tutto per(1 + t) per si ottiene: s. T[1/(1 + t)] = Px. X + Py. Y + sl Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Dal confronto tra le Equazioni iniziale e finale emerge che un’imposta su tutti i

Dal confronto tra le Equazioni iniziale e finale emerge che un’imposta su tutti i beni compreso il tempo libero alla stessa aliquota, t, è equivalente alla riduzione del valore dell’assegnazione di tempo da s. T a [1/(1 + t)] s. T. Tuttavia, poiché s e T sono fissi, anche il loro prodotto s. T è fisso. Ne consegue che un’imposta proporzionale sull’assegnazione di tempo è un’imposta a somma fissa, che abbiamo visto non causa eccesso di pressione. Possiamo, quindi, concludere che un’imposta della stessa aliquota su tutti i beni, compreso il tempo libero, equivale a un’imposta a somma fissa che non provoca eccesso di pressione? No, perché non si può applicare un’imposta al tempo libero…gli unici strumenti fiscali disponibili sono le imposte sui beni X e Y. Di conseguenza, un certo eccesso di pressione è inevitabile. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

La regola di Ramsey Come si dovrebbero fissare le aliquote d’imposta X e Y

La regola di Ramsey Come si dovrebbero fissare le aliquote d’imposta X e Y per accrescere il gettito con il minor eccesso di pressione possibile? Per minimizzare l’eccesso di pressione totale, l’eccesso di pressione marginale dell’ultimo euro di gettito derivante da ciascun bene deve essere identico. Alternativamente, si potrebbe ridurre l’eccesso di pressione totale, aumentando l’aliquota del bene con l’eccesso di pressione marginale minore e viceversa. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

La regola di Ramsey Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018

La regola di Ramsey Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

La regola di Ramsey Partendo dalla formula dell’eccesso di pressione e con alcuni semplici

La regola di Ramsey Partendo dalla formula dell’eccesso di pressione e con alcuni semplici passaggi si può giungere alla seguente relazione che ci dice che, per minimizzare l’eccesso di pressione, le aliquote dovrebbero essere fissate in modo che la riduzione percentuale della quantità domandata di ciascun bene sia la stessa. Questo risultato, detto regola di Ramsey, è valido anche per i casi in cui X, Y e l siano beni sostituti o complementari. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

La regola delle elasticità inverse Esprimendo la relazione precedente utilizzando le formule dell’elasticità, la

La regola delle elasticità inverse Esprimendo la relazione precedente utilizzando le formule dell’elasticità, la regola di Ramsey può essere formulata come regola delle elasticità inverse: se i beni non sono sostituti o complementari nel consumo, le aliquote d’imposta dovrebbero essere inversamente proporzionali alle elasticità. Alla base della regola dell’elasticità inversa c’è una semplice intuizione: un insieme di imposte efficiente dovrebbe distorcere il meno possibile le decisioni. Il potenziale di distorsione aumenta proporzionalmente all’elasticità della domanda di un bene, quindi una tassazione efficiente esige che siano introdotte aliquote relativamente elevate su beni relativamente anelastici. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

La regola di Corlett-Hague Corlett e Hague (1953) hanno dimostrato un’interessante implicazione della regola

La regola di Corlett-Hague Corlett e Hague (1953) hanno dimostrato un’interessante implicazione della regola di Ramsey: quando sono presenti due beni, la tassazione efficiente esige che l’imposta su un bene complementare al tempo libero abbia un’aliquota relativamente elevata. Ricordate che, se fosse possibile tassare il tempo libero, si potrebbe ottenere una soluzione di “first best”, aumentando il gettito senza eccesso di pressione. Benché le autorità non possano tassare il tempo libero, possono tassare i beni che tendono a essere consumati insieme al tempo libero, riducendo indirettamente la domanda di tempo libero. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Considerazioni di equità Ma quali sono le implicazioni in termini di equità della teoria

Considerazioni di equità Ma quali sono le implicazioni in termini di equità della teoria della tassazione efficiente? In effetti, secondo la regola delle elasticità inverse i beni con domanda anelastica dovrebbero essere tassati ad aliquote relativamente elevate. Ma è giusto? Vogliamo davvero un sistema tributario che raccolga il grosso del gettito dalle imposte sull’insulina, un bene la cui domanda è sicuramente rigida? Certamente no: l’efficienza è solo uno dei criteri di valutazione di un sistema tributario e l’equità è altrettanto importante. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Considerazioni di equità La regola di Ramsey si può modificare per tenere conto delle

Considerazioni di equità La regola di Ramsey si può modificare per tenere conto delle conseguenze della tassazione in termini distributivi. Se i poveri spendono una porzione maggiore del loro reddito per il bene X rispetto ai ricchi, e viceversa per il bene Y, e se la funzione di benessere sociale attribuisce maggior peso alle utilità dei poveri rispetto a quelle dei ricchi, anche se X ha una domanda più rigida (o anelastica) di Y, la tassazione ottimale potrebbe richiedere l’imposizione di un’aliquota fiscale più elevata su Y che su X (Stern 1987). Un’aliquota d’imposta elevata su Y crea un eccesso di pressione consistente, ma ridistribuisce reddito a favore dei meno abbienti. La società può essere disposta a pagare un prezzo in termini di eccesso di pressione in cambio di una distribuzione più equa del reddito. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Le tariffe ottimali Dalle lezioni precedenti sappiamo che a volte lo Stato produce e/o

Le tariffe ottimali Dalle lezioni precedenti sappiamo che a volte lo Stato produce e/o fornisce beni o servizi e deve stabilire il prezzo da far pagare agli utilizzatori: deve decidere l’importo delle tariffe. Come al solito, vorremmo stabilire la “migliore” tariffa. Cominciamo con il ricordare in quali circostanze lo Stato dovrebbe produrre un bene invece di acquistarlo dal settore privato. In particolare consideriamo il caso della produzione di un bene soggetta a costi medi costantemente decrescenti: maggiore è il livello di output, minore è il costo unitario. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Le tariffe ottimali Questo mercato non è concorrenziale: una singola impresa può sfruttare le

Le tariffe ottimali Questo mercato non è concorrenziale: una singola impresa può sfruttare le economie di scala e fornire l’intero output del settore, dando luogo al fenomeno definito monopolio naturale. Esempi di monopoli naturali sono le autostrade, i ponti e la produzione di energia elettrica. In alcuni casi questi beni vengono prodotti dal settore privato e regolamentati dallo Stato, mentre in altri sono prodotti dal settore pubblico. Noi studieremo la soluzione della produzione pubblica, ma molte delle conclusioni si possono estendere alla regolamentazione dei monopoli privati. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Il monopolio naturale Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc.

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Il monopolio naturale Il livello di produzione scelto dal Monopolista, Zm, non è efficiente

Il monopolio naturale Il livello di produzione scelto dal Monopolista, Zm, non è efficiente perché il prezzo è superiore al costo marginale. Nella figura precendente, l’output al quale P = MC è indicato con Z* e il prezzo connesso è P*. C’è però un problema: al livello di output Z* il prezzo è inferiore al costo medio. Il prezzo P* è così basso da non coprire i costi; la produzione è in perdita. La perdita totale è data dal rettangolo in grigio più scuro nella figura. Come può intervenire lo Stato? Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Determinazione dei prezzi in base al costo medio Per definizione, quando il prezzo è

Determinazione dei prezzi in base al costo medio Per definizione, quando il prezzo è uguale al costo medio non ci sono né profitti né perdite, per cui l’impresa è in pareggio. Nella figura questa situazione si verifica in corrispondenza dell’intersezione delle curve di domanda e dei costi medi, per cui l’output è ZA e il prezzo PA. Si osservi, però, che ZA è inferiore a Z*. Anche se la determinazione dei prezzi in base al costo medio determina una produzione maggiore del livello che massimizza i profitti di monopolio, non raggiunge ancora la quantità efficiente. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Determinazione del prezzo in base ai costi medi con imposte a somma fissa Supponiamo

Determinazione del prezzo in base ai costi medi con imposte a somma fissa Supponiamo di far pagare P = MC e di coprire il disavanzo introducendo imposte a somma fissa. Il finanziamento del disavanzo con imposte a somma fissa sul resto della società garantisce che non siano introdotte nuove inefficienze. Tuttavia, questa soluzione ha due problemi: 1. le imposte a somma fissa in genere sono difficilmente applicabili e quindi il disavanzo deve essere finanziato, necessariamente, con imposte che hanno effetti distorsivi, o sul consumo o sulle scelte di lavoro; 2. l’equità richiede che i consumatori di un bene fornito pubblicamente lo paghino: si tratta dell’applicazione del cosiddetto principio del beneficio. Se questo principio viene applicato alla lettera non è giusto ripianare il disavanzo mediante una tassazione generale. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

La soluzione di Ramsey Supponiamo che lo Stato possieda molte imprese e che queste

La soluzione di Ramsey Supponiamo che lo Stato possieda molte imprese e che queste non possano essere in perdita come gruppo, ma che una di esse possa trovarsi in tali condizioni. Ipotizziamo, inoltre, che lo Stato voglia che il finanziamento della produzione pubblica sia coperto dal prezzo pagato dagli utenti dei servizi prodotti dalle imprese. Di quanto dovrebbe superare il costo marginale la tariffa per l’utente di ciascun servizio? La differenza tra il costo marginale e la tariffa è l’imposta che lo Stato impone sul bene. Come per il problema della tassazione ottimale, lo Stato deve ricavare un gettito, in questo caso quanto basta perché il gruppo di imprese sia in pareggio. La regola di Ramsey fornisce la risposta: le tariffe vanno fissate in modo tale che la domanda di ogni bene si riduca proporzionalmente. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Tassazione ottimale e imposta sul reddito Vediamo adesso come elaborare sistemi in cui il

Tassazione ottimale e imposta sul reddito Vediamo adesso come elaborare sistemi in cui il pagamento delle imposte sia commisurato al reddito dei cittadini. In particolare, quanto progressiva dovrebbe essere un’imposta? In scienze delle finanze non esiste praticamente questione che sia più controversa di questa. L’economista ottocentesco John Mc. Culloch, che era contrario alla tassazione progressiva, sosteneva che una volta abbandonata la tassazione proporzionale «è come navigare per mare senza timone o bussola e non esiste ingiustizia o follia che non si possa commettere» . Vediamo come la teoria della tassazione ottimale analizza il trade off tra equità ed efficienza insito in questa questione. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Il modello di Edgeworth Alla fine dell’Ottocento Edgeworth (1897 -1959) propose un modello fondato

Il modello di Edgeworth Alla fine dell’Ottocento Edgeworth (1897 -1959) propose un modello fondato sulle seguenti assunzioni: • dato il gettito necessario, l’obiettivo consiste nel mantenere la somma delle utilità individuali la più alta possibile. Se Ui è l’utilità dell’i-esimo individuo e W il benessere sociale, il sistema fiscale dovrebbe massimizzare W = U 1 + U 2 + … + U n dove n è il numero di persone presenti nella società; • gli individui hanno funzioni di utilità identiche, che dipendono unicamente dal loro reddito, e presentano un’utilità marginale decrescente del reddito; • la quantità totale di reddito disponibile è fissa. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Il modello di Edgeworth Nel Capitolo 8 abbiamo visto che per massimizzare il benessere

Il modello di Edgeworth Nel Capitolo 8 abbiamo visto che per massimizzare il benessere sociale con queste assunzioni è necessario che l’utilità marginale del reddito di ciascun individuo sia la stessa. Ma se le funzioni di utilità sono identiche, le utilità marginali sono uguali solo se lo sono anche i redditi. Ne deriva che le imposte dovrebbero essere fissate in modo che la distribuzione del reddito dopo le imposte sia ugualitaria. Il modello di Edgeworth implica un sistema fiscale strettamente progressivo: i redditi più elevati vengono ridotti fino a raggiungere la completa uguaglianza. Ne deriva che le aliquote marginali dei redditi più alti potrebbero raggiungere il 100%. Questo modello è stato seriamente messo in discussione a partire dagli anni ’ 70. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Studi più recenti L’ipotesi che l’importo totale di reddito disponibile per la collettività nel

Studi più recenti L’ipotesi che l’importo totale di reddito disponibile per la collettività nel suo complesso possa essere considerato fisso è quella più dibattuta dell’analisi di Edgeworth. Si suppone, infatti, che le aliquote non abbiano effetto sulla quantità di output prodotto. Se l’utilità degli individui dipende non solo dal reddito, ma anche dal tempo libero, le imposte sul reddito hanno un effetto distorsivo sulle decisioni di lavoro. Una società con una funzione di benessere sociale utilitaristica ha di fronte un dilemma: da un lato l’onere fiscale deve essere ripartito per rendere equa la distribuzione del reddito post-imposta; dall’altro, però, così si riduce la quantità totale di reddito reale disponibile. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Studi più recenti Come varia il risultato di Edgeworth quando si prendono in considerazione

Studi più recenti Come varia il risultato di Edgeworth quando si prendono in considerazione gli incentivi al lavoro? Stern (1987) ha elaborato un modello del tutto simile a quello di Edgeworth, tranne per il fatto che gli individui possono scegliere tra reddito e tempo libero. Per semplificare l’analisi, Stern ipotizza che le entrate fiscali ottenute da una persona siano pari a: Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Studi più recenti Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc.

Studi più recenti Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

L’imposta lineare sul reddito La linea retta rappresentata nella slide precedente è definita curva

L’imposta lineare sul reddito La linea retta rappresentata nella slide precedente è definita curva dell’imposta lineare sul reddito, o anche imposta fissa sul reddito. Sebbene l’aliquota marginale di un’imposta lineare sia costante, l’imposta è progressiva nel senso che, più elevato è il reddito dell’individuo, maggiore è la proporzione di reddito versato. Il grado di progressività dipende dal valore di α e t e valori più elevati di t sono connessi a sistemi fiscali più progressivi. A valori elevati di t corrisponde anche maggiore eccesso di pressione. L’imposta ottima è la combinazione “migliore” di α e t, tale da massimizzare il benessere sociale nel rispetto del vincolo per cui il gettito deve essere pari ai sussidi erogati. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

L’imposta lineare sul reddito Stern (1987) ha dimostrato che, se si ipotizza una modesta

L’imposta lineare sul reddito Stern (1987) ha dimostrato che, se si ipotizza una modesta sostituibilità tra il tempo libero e il reddito e se il gettito che si vuole raccogliere è pari al 20% del reddito complessivo della collettività, un valore di t del 19% circa massimizza il benessere sociale; questo valore è notevolmente inferiore al 100% implicito nell’analisi di Edgeworth. Possiamo concludere che effetti di incentivo del tutto modesti sembrano avere implicazioni importanti per le aliquote marginali ottimali. Per inciso, il tasso calcolato da Stern è anche nettamente inferiore alle aliquote marginali riscontrate in molti Paesi occidentali. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

L’imposta lineare sul reddito In termini più generali, Stern ha dimostrato che più elastica

L’imposta lineare sul reddito In termini più generali, Stern ha dimostrato che più elastica è l’offerta di lavoro, inferiore è il valore ottimale di t, a parità di altre condizioni. Intuitivamente, il costo della ridistribuzione è dato dall’eccesso di pressione che le imposte creano. Più elastica è l’offerta di lavoro, maggiore è l’eccesso di pressione che deriva dalla tassazione. Un’offerta di lavoro più elastica significa dunque un costo di ridistribuzione più elevato. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

L’incoerenza temporale delle politiche pubbliche La teoria della tassazione ottimale è un approccio di

L’incoerenza temporale delle politiche pubbliche La teoria della tassazione ottimale è un approccio di tipo normativo che non pretende di prevedere la struttura dei sistemi fiscali effettivamente adottati o di spiegare come questi sistemi nascano. Inoltre, questo approccio si occupa solo marginalmente dell’assetto politico e istituzionale che adotta una certa politica fiscale. Buchanan (1993) sostiene che i sistemi fiscali effettivi si spiegano meglio se si tiene conto delle realtà politiche li adottano, piuttosto che delle prescrizioni della teoria della tassazione ottimale. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

L’incoerenza temporale delle politiche pubbliche Supponiamo che le autorità politiche annuncino che applicheranno un’imposta

L’incoerenza temporale delle politiche pubbliche Supponiamo che le autorità politiche annuncino che applicheranno un’imposta del 10% sul valore del capitale esistente a oggi, ma promettano di non tassare alcun capitale in futuro. La manovra non dovrebbe avere effetti sugli incentivi attuali al risparmio futuro. Si tratta infatti di un’imposta a somma fissa, dunque del tutto efficiente. Le stesse autorità però non hanno incentivi a mantenere la parola data e possono adottare la stessa politica l’anno successivo. Quel che è peggio è che chi detiene il capitale è consapevole delle intenzioni reali di chi governa e, quindi, modifica il comportamento di risparmio per rispondere all’aspettativa secondo cui più risparmia adesso, più sarà tassato l’anno prossimo. Modificando il comportamento dei contribuenti l’imposta determina inefficienza. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Equità ed efficienza: interpretazioni possibili La tassazione ottimale dipende dal trade off tra efficienza

Equità ed efficienza: interpretazioni possibili La tassazione ottimale dipende dal trade off tra efficienza ed equità. Ma nell’ambito della teoria della tassazione ottimale un’imposta è equa se garantisce una distribuzione socialmente desiderabile dell’onere tributario, mentre un’imposta è efficiente se presenta un eccesso di pressione tributaria minimo. Nel dibattito pubblico, invece, spesso un’imposta è equa se impone lo stesso onere a chi ha la stessa capacità contributiva e un sistema fiscale è efficiente se riesce a contenere le spese amministrative e burocratiche per implementarlo. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Equità orizzontale Uno dei criteri di valutazione di un sistema fiscale è quello dell’equità

Equità orizzontale Uno dei criteri di valutazione di un sistema fiscale è quello dell’equità orizzontale, secondo il quale le persone che si trovano nella stessa posizione dovrebbero ricevere lo stesso trattamento. Perché l’idea di equità orizzontale possa trovare applicazione concreta si deve stabilire che cosa s’intende per stessa posizione, ma il dibattito su quale indice della capacità contributiva sia più opportuno utilizzare è molto ampio. Il reddito, la spesa e la ricchezza sono quelli più largamente utilizzati. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Equità orizzontale in termini di utilità Purtroppo tutte queste misure, se rappresentano gli esiti

Equità orizzontale in termini di utilità Purtroppo tutte queste misure, se rappresentano gli esiti delle decisioni dei cittadini, non si prestano a valutare l’uguaglianza di posizione. Nel libro avete alcuni esempi che ve lo mostrano. Quale alternativa alla misurazione dell’uguaglianza di posizione in termini di reddito o di salario, Feldstein (1976) propone di ricorrere al concetto di utilità. Da ciò deriva la definizione di equità orizzontale in termini di utilità: • se due individui hanno lo stesso livello di utilità in assenza di tassazione, dovrebbero averlo anche in presenza di tassazione; • le imposte non dovrebbero modificare l’ordine di utilità (se A è in condizioni migliori di B prima dell’imposizione fiscale, dovrebbe esserlo anche dopo). Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Equità orizzontale in termini di utilità Per valutare le implicazioni della definizione di Feldstein

Equità orizzontale in termini di utilità Per valutare le implicazioni della definizione di Feldstein supponiamo che tutti gli individui abbiano le stesse preferenze, ossia funzioni di utilità identiche. In questo caso, le persone che consumano gli stessi beni (compreso il tempo libero) dovrebbero pagare imposte di uguale entità. Ipotizziamo ora che due individui abbiano gusti diversi, per esempio i buongustai e i patiti della tintarella. Entrambi consumano generi alimentari (acquistati utilizzando il reddito) e tempo libero, ma i primi attribuiscono un valore relativamente elevato al cibo, mentre i secondi al tempo libero. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Equità orizzontale in termini di utilità Immaginiamo inoltre che, prima di qualsiasi tassazione, i

Equità orizzontale in termini di utilità Immaginiamo inoltre che, prima di qualsiasi tassazione, i buongustai e i patiti della tintarella, abbiano livelli di utilità uguali. Se si applica la stessa imposta proporzionale a tutti, i primi si troveranno in condizioni peggiori rispetto ai secondi, perché hanno bisogno di quantità di reddito relativamente elevate per soddisfare le proprie abitudini alimentari. Pertanto, anche se questa imposta sul reddito è perfettamente equa tenuto conto della definizione tradizionale di equità orizzontale, è iniqua secondo la definizione in termini di utilità. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Equità orizzontale in termini di utilità Le difficoltà di misurazione dell’utilità rendono la definizione

Equità orizzontale in termini di utilità Le difficoltà di misurazione dell’utilità rendono la definizione di equità orizzontale in termini di utilità poco utile ai fini pratici, anche se si tratta di un’idea che ha alcune implicazioni che possono apparire provocatorie per la politica fiscale. Supponiamo ancora una volta che tutti gli individui abbiano le stesse preferenze. Si può dimostrare che nessun sistema fiscale esistente viola la definizione di equità orizzontale in termini di utilità a condizione che gli individui siano liberi di scegliere le proprie attività e spese. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Equità orizzontale in termini di utilità Ipotizziamo che per un certo tipo di occupazione

Equità orizzontale in termini di utilità Ipotizziamo che per un certo tipo di occupazione una buona parte del compenso assuma la forma di strutture ricreative non tassabili. In un altro impiego la retribuzione è esclusivamente monetaria e soggetta in toto a un’imposta sul reddito. Secondo la definizione tradizionale, questa situazione rappresenta una violazione dell’equità orizzontale, perché la persona con l’occupazione che prevede molte comodità o possibilità di accesso a strutture ricreative sopporta un onere fiscale troppo basso. Se però esistono entrambe le possibilità e gli individui sono liberi di scegliere, i compensi netti dopo l’imposta (comprensivi di comodità o accesso a strutture ricreative) devono essere uguali per entrambe le occupazioni. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Equità orizzontale in termini di utilità Perché? Immaginiamo che il compenso netto dopo l’imposta

Equità orizzontale in termini di utilità Perché? Immaginiamo che il compenso netto dopo l’imposta sia maggiore nell’occupazione che prevede comodità e accesso a strutture ricreative. Gli individui possono passare a questo tipo di impiego per sfruttare le possibilità aggiuntive che offre, ma la maggiore offerta di lavoro con questo tipo di contratto determina una riduzione dei salari. Fino a quando i compensi netti sono uguali il processo continua. In sintesi, anche se le persone che hanno occupazioni diverse pagano imposte disuguali, non esiste iniquità orizzontale a causa degli adeguamenti nel salario prima dell’imposta. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Equità orizzontale in termini di utilità Arriviamo così alla conclusione sorprendente: dati gusti comuni,

Equità orizzontale in termini di utilità Arriviamo così alla conclusione sorprendente: dati gusti comuni, una struttura fiscale esistente non può comportare iniquità orizzontale, che nasce piuttosto da modifiche alle leggi fiscali vigenti. Ciò deriva dal fatto che, sulla base della normativa esistente, gli individui assumono impegni che sono difficili o impossibili da rimettere in discussione. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

L’evasione fiscale Innanzitutto dobbiamo distinguere tra l’elusione fiscale e l’evasione fiscale. La prima, una

L’evasione fiscale Innanzitutto dobbiamo distinguere tra l’elusione fiscale e l’evasione fiscale. La prima, una volta definita da John Maynard Keynes l’unica attività intellettuale che paghi, consiste nel modificare il proprio comportamento in modo da ridurre il proprio onere tributario. L’elusione fiscale non è illegale. Al contrario, l’evasione fiscale consiste nel mancato pagamento di imposte legalmente dovute. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

L’analisi positiva dell’evasione fiscale Poniamo che Giorgio abbia come unica preoccupazione quella di massimizzare

L’analisi positiva dell’evasione fiscale Poniamo che Giorgio abbia come unica preoccupazione quella di massimizzare il reddito atteso: date le sue entrate cerca di scegliere come fissare R, l’importo che nasconde alle autorità fiscali. Se Giorgio ha un’aliquota marginale pari a t, il beneficio marginale per ogni euro sottratto è t. Le autorità fiscali non conoscono il vero reddito di Giorgio, ma effettuano controlli casuali sulle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti. Esiste, quindi, una certa probabilità, ρ, che Giorgio subisca un accertamento fiscale. Se si accerta che Giorgio ha commesso un illecito, deve pagare una multa che aumenta proporzionalmente con R. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

L’analisi positiva dell’evasione fiscale Il problema sta nell’ impossibilità di una verifica continua. Se

L’analisi positiva dell’evasione fiscale Il problema sta nell’ impossibilità di una verifica continua. Se Giorgio conosce il valore di ρ e lo schema delle multe, prende la sua decisione confrontando i costi e i benefici marginali del nascondere parte del suo reddito al fisco. Nella figura che segue, l’importo “ottimale” di evasione si ha nel punto in cui le due curve dei costi marginali e dei benefici marginali si intersecano, ossia R*. Questo punto è ottimale nel senso che in media rappresenta la scelta che massimizza il reddito di Giorgio. Naturalmente è possibile che sia ottimale non evadere affatto. Per l’individuo della figura successiva il costo marginale dell’evasione supera il beneficio marginale per tutti i valori positivi di R, pertanto l’ottimo è pari a zero. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

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L’analisi positiva dell’evasione fiscale Il modello implica che l’evasione aumenta proporzionalmente alle aliquote fiscali,

L’analisi positiva dell’evasione fiscale Il modello implica che l’evasione aumenta proporzionalmente alle aliquote fiscali, perché un valore più elevato di t incrementa il beneficio marginale insito nell’evasione. Detto altrimenti, per un t più alto si sposta la relativa curva MB e l’intersezione con quella dei costi marginali si verifica per un valore di R più elevato. La previsione che aliquote fiscali alte determinino maggiore evasione è coerente con alcune analisi empiriche. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

L’analisi positiva dell’evasione fiscale Il modello appena illustrato non tiene conto che: 1. esistono

L’analisi positiva dell’evasione fiscale Il modello appena illustrato non tiene conto che: 1. esistono costi psicologici dell’evasione; 2. gli individui sono avversi al rischio, anche se non tutti nella stessa misura, ed è quindi possibile che le loro decisioni di impegnarsi in un imbroglio siano modificate; 3. scelte di lavoro: nel modello si assume che l’unica decisione sia quanto reddito dichiarare. Il tipo di occupazione e l’entità del reddito prima delle imposte sono dati. In realtà, il sistema fiscale può influire sulle ore di lavoro e sulla scelta dell’occupazione. Per esempio, aliquote marginali elevate possono indurre gli individui a scegliere occupazioni che permettono di evadere somme consistenti, la cosiddetta economia sommersa; 4. la probabilità di accertamento non è indipendente dalla somma evasa e dall’entità del reddito dichiarato. Questo fattore complica il modello, ma non lo modifica nei suoi aspetti essenziali. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

L’analisi normativa dell’evasione fiscale Nel modello illustrato abbiamo verificato che costo marginale atteso dell’evasione

L’analisi normativa dell’evasione fiscale Nel modello illustrato abbiamo verificato che costo marginale atteso dell’evasione è il prodotto dell’aliquota della sanzione per la probabilità di essere individuati. Quest’ultimo fattore dipende dall’entità delle risorse destinate all’amministrazione delle imposte: se il fisco ha un bilancio elevato può individuare molti evasori. Tuttavia, anche se le autorità fiscali hanno un budget ridotto, tanto che la probabilità di essere scoperti è bassa, il costo marginale dell’evasione può comunque risultare arbitrariamente elevato se la sanzione è sufficientemente alta. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

L’analisi normativa dell’evasione fiscale Il fatto che molti Paesi abbiano fenomeni di evasione molto

L’analisi normativa dell’evasione fiscale Il fatto che molti Paesi abbiano fenomeni di evasione molto consistenti e non abbiano mai adottato una politica del genere indica che i sistemi di accertamento esistenti non si preoccupano solo del risultato finale (liberarsi degli evasori), ma anche dei modi per ottenerlo. Anzi spesso questi Stati hanno dichiarato periodi di condono fiscale durante i quali gli individui possono pagare le imposte evase senza subire procedimenti penali per gli illeciti commessi. Quando si ricorre ripetutamente a questo procedimento, i cittadini possono ritenere che la stessa misura verrà adottata anche in futuro e si riducono i costi attesi di futura evasione fiscale. Pertanto, un programma di condono che induce aspettative di condono anche in futuro può, in realtà, aumentare l’evasione fiscale. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl